1. Canti di Castelvecchio (1903)
I Canti di Castelvecchio si propongono di continuare il programma poetico iniziato con la precedente
raccolta Myricae: alle immagini quotidiane della vita di campagna, si alternano continuamente i temi della
tragedia famigliare e delle ossessioni segrete del poeta, come l’eros e la morte ( espressione di minaccia per
il soggetto poetico).
La collocazione delle liriche all’interno della raccolta è attentamente studiata secondo un ordine che segue
quello delle stagioni.
Altri temi: la memoria familiare, la sessualità negata ( segno di un’inquietudine profonda), la regressione
che sfocia in un vagheggiamento della morte, la chiusura di fronte alla realtà esterna.
Nei Canti di C. viene meno il frammentismo di Myricae, si cerca una liricità più distesa , le poesie sono
più lunghe, la musicalità è più complessa.
2. Gelsomino notturno
E s’aprono i fiori notturni,
nell’ora che penso a’ miei cari.
Sono apparse in mezzo ai viburni ( enjambements)
le farfalle crepuscolari.
Da un pezzo si tacquero i gridi:
là sola una casa bisbiglia. (onomatopea)
Sotto l’ali dormono i nidi,
come gli occhi sotto le ciglia.
Dai calici aperti si esala ( enjambements)
l’odore di fragole rosse. ( sinestesie)
Splende un lume là nella sala.
Nasce l’erba sopra le fosse.
Un’ape tardiva sussurra ( personificazione e metafora della situazione del poeta)
trovando già prese le celle.
La Chioccetta per l’aia azzurra ( analogia)
va col suo pigolìo di stelle. ( sinestesie)
Per tutta la notte s’esala
l’odore che passa col vento.
Passa il lume su per la scala;
brilla al primo piano: s’è spento… ( reticenza- Pascoli non indugia oltre)
È l’alba: si chiudono i petali
un poco gualciti; si cova, ( analogia)
dentro l’urna molle e segreta, ( analogia)
non so che felicità nuova.
3. La poesia fu pubblicata nel 1901 in occasione delle nozze di
Gabriele Briganti, un intimo amico del poeta.
• A prima vista, la poesia potrebbe apparire come una descrizione
impressionistica di un paesaggio notturno, in cui si alternano
immagini naturali e umane, colte attraverso diversi tipi di
sensazioni intrecciate, ovvero, ad esempio, sensazioni olfattive si
intrecciano con quelle visive attraverso l’uso della sinestesia
(«l’odore di fragole rosse»): la lirica comincia e si conclude con
l’immagine dei «fiori notturni», i gelsomini, pertanto presenta una
sorta di circolarità e continuità tematica che consiste nella
narrazione di ciò che avviene durante una notte.
Nel componimento Pascoli, attraverso una serie di immagini e di
sensazioni appartenenti al mondo della natura, allude a due
vicende che si svolgono parallelamente: il ciclo erotico della
fecondazione dei fiori che si conclude simbolicamente con
l’immagine dei «petali un poco gualciti» e la storia intima ed
equivalente che avviene fra i due sposi e che si intravede
nell’interno della casa.
L’equivalenza tra la vicenda naturale e quella umana non viene
stabilita in modo esplicito, ma solo suggerita con pudore dal poeta.
La lirica è condotta su uno stretto rapporto analogico tra esterno e
interno, tra il fervore della vita notturna e la casa degli sposi in cui
avviene il concepimento, in un sottile gioco di rimandi e di segrete
corrispondenze analogiche ( atmosfera evocativa).
TEMI/NUCLEI FONDAMENTALI:
• Sessualità ( analogia fra la realtà naturale e umana)
• Morte ( tema funebre giustapposto spesso a quello erotico)
• Esclusione/autoesclusione ( questo tema risulta implicito
nel punto di vista attraverso il quale la narrazione viene
condotta: come da parte di chi guardi la narrazione
dall’esterno- voyerismo-)
l’esclusione del poeta è autoesclusione: alla vitalità ( vista con
un misto di attrazione e turbamento) egli sa contrapporre solo
il proprio solitario vincolo di fedeltà al mito del «nido»