Cambiamenti climatici e gestione del territorio nell'Area Pisana
1. Documentazione Progetto Cambiamenti climatici e gestione del Territorio nell’Area Pisana
Documentazione dell'Unità di competenza:
Cambiamenti climatici e gestione del Territorio
nell’Area Pisana
Istituto scolastico:
I.I.S. “Ermenegildo Santoni” Pisa
Destinatari:
Studenti del biennio iniziale (classi prime) dell’Istruzione Tecnica
Indirizzo Costruzioni, Ambiente e Territorio (1A) U584
Indirizzo Agraria, Agroalimentare, Agroindustria (1D e 1E) U211 e U212
Ore dedicate al percorso:
25
2. Documentazione Progetto Cambiamenti climatici e gestione del Territorio nell’Area Pisana
Finanziamento complessivo da parte della Regione Toscana
€ 388,00 x 3 = € 1.164,00 + € 500,00 bonus = € 1.664,00Unità di competenza:
U211, U212, U584
Finanziamento effettivamente utilizzato € 1.377,00
QUADRO FINANZIARIO RIASSUNTIVO
Materia: Scientifico-biologiche (scienze, biologia, astronomia, ecc.)
E-mail: giacomo.vanni@virgilio.itTelefono Cellulare: 333 4719465Giacomo Vanni
INSEGNANTE REFERENTE DELLE UNITA' DI COMPETENZA
Zona: Pisana – PI
E-mail: PIIS003007@istruzione.itCodice meccanografico: PIIS003007Fax: 050 570043
Telefono: 050 570161Sito web: http://santoni.scuole.pisa.itProvincia: Pisa
Comune: PISAIndirizzo: Largo Concetto MarchesiNome: IIS E. Santoni
ISTITUTO SCOLASTICO REFERENTE
3. Documentazione Progetto Cambiamenti climatici e gestione del Territorio nell’Area Pisana
• Il percorso è stato ideato dal referente del progetto Professor Giacomo Vanni
• Le UdC sono state sviluppate attraverso la collaborazione tra più insegnanti dello
stesso consiglio di classe e tra i docenti delle due classi prime dell’Indirizzo Agraria,
Agroalimentare, Agroindustria (ex Agrario) e dell’unica classe dell’Indirizzo
Costruzioni, Ambiente e Territorio (ex Geometri).
• Le UdC si sono inserite come punto di collegamento fra i curricula delle discipline
Italiano e Scienze, prendendo in esame la presenza degli eventi climatici estremi e
catastrofici nella memoria e nel sentire comune della popolazione, fra i curricula di
Chimica e Scienze prendendo in considerazione le caratteristiche della molecola
dell'acqua e le sue capacità solventi e termiche, tanto importanti dal punto di vista
scientifico e tecnologico. Si inserisce invece nella programmazione di Scienze della
Terra della classe come collegamento tra i due moduli "L'idrosfera e le sue
dinamiche" e "La litosfera e le sue dinamiche".
• Il progetto è stato realizzato per fornire agli studenti gli strumenti per capire ed
interpretare alcuni aspetti del territorio in cui vivono, a renderli capaci di associare
esperienze dirette e personali al problema globale dei cambiamenti climatici, a
renderli capaci di metterli in atto comportamenti in grado di tutelare il proprio
territorio.
4. Documentazione Progetto Cambiamenti climatici e gestione del Territorio nell’Area Pisana
• Imparare ad imparare
• Imparare a comunicare
• Abituarsi a collaborare e partecipare ad attività svolte in gruppo
• Lavorare per il conseguimento di un obiettivo comune e condiviso
• Agire in modo autonomo e responsabile, considerando le difficoltà
da affrontare, ma senza esserne intimoriti
• Cercare di risolvere problemi
• Individuare collegamenti e relazioni
• Acquisire, interpretare ed esprimere informazioni
Competenze trasversali sviluppate
5. Documentazione Progetto Cambiamenti climatici e gestione del Territorio nell’Area Pisana
• Capire ed interpretare il territorio in cui si vive attraverso la conoscenza di specifici eventi
climatici eccezionali (alluvioni, esondazioni, piene, incendi, siccità) acquisita mediante la
ricerca sistematica e puntuale delle notizie, la loro catalogazione ed espressione grafica.
• Associare esperienze dirette/personali al problema globale dei cambiamenti climatici.
Conoscere la struttura dell'atmosfera, il ciclo dell'acqua ed i meccanismi che lo regolano, i
concetti di tempo meteorologico e di clima. Individuare le cause delle possibili alterazioni dei
meccanismi precedentemente menzionati e collegarle ai fatti specifici individuati e descritti
nell'obiettivo precedente.
• Sviluppare atteggiamenti in grado di tutelare il proprio territorio. Individuare, condividere e
sviluppare quelli che possano essere gli atteggiamenti e i comportamenti, anche quotidiani, in
grado di contrastare gli eventi che determinano alterazioni climatiche.
• Potenziare la capacità di integrazione tra gli studenti delle classi prime dell’Istituto creando
rapporti tra gli studenti, favorendo tra loro relazioni interpersonali, attraverso la condivisione
di esperienze comuni.
• Favorire l’inclusione degli studenti portatori di handicap presenti nelle varie classi.
• Sviluppo dell’aspetto concreto ed applicativo delle discipline di insegnamento.
• Rinforzo della motivazione degli studenti, soprattutto di quelli con problemi di carente
rendimento scolastico.
Obiettivi specifici perseguiti
6. Documentazione Progetto Cambiamenti climatici e gestione del Territorio nell’Area Pisana
4
5
5
n. Docenti
coinvolti
X019
Costruzioni,
Ambiente e
Territorio
1AU584
X226
Agraria,
Agroalimentare,
Agroindustria
1EU212
X126
Agraria,
Agroalimentare,
Agroindustria
1DU211
Coinvolgimento
famiglie
n.Studenti
portatori di
handicap
n. Studenti
coinvolti
IndirizzoClasse
Unità
didattica
Struttura delle unità di competenza
7. Documentazione Progetto Cambiamenti climatici e gestione del Territorio nell’Area Pisana
Xstefano_scorrano@alice.itDisegno t.Scorrano Stefano
Xivana.manni@tiscali.itSostegnoManni Ivana Anna
Xbrunicampani@tiscali.itLettereCampani Raffaello
Xviola.vio@tiscali.itSostegnoFiaschi Viola
XXXgiacomo.vanni@virgilio.itScienzeVanni Giacomo
XXXfaber.tonc@gmail.comChimicaToncelli Fabrizia
XXpicchioni1967@gmail.comInglesePicchioni Paola
Xt.ghelardini@tiscali.itLettereGhelardini Tiziana
Xsandra.fontanelli@alice.itLettereFontanelli Sandra
U584U212U211
Unità di competenza
E-mailMateriaCognome e nome
Insegnanti che hanno preso parte alle unità di competenza
8. Documentazione Progetto Cambiamenti climatici e gestione del Territorio nell’Area Pisana
Descrizione del percorso didattico
• Gli obiettivi esposti in precedenza sono stati perseguiti prendendo in esame
inizialmente eventi climatici estremi verificatisi nella nostra Area, usando come fonti
documenti ufficiali (quotidiani, web, libri) ma anche coinvolgendo la memoria familiare.
• È stata a questo punto introdotta, attraverso relazioni e presentazioni dell’insegnante,
una parte generale dove sono stati esposti gli effetti dei principali cambiamenti
climatici a livello globale e le loro cause.
• Sono state successivamente visitate, all'interno del Parco di S. Rossore, Migliarino
Massaciuccoli, aree umide ed aree aride, mettendo in evidenza i diversi adattamenti
dei viventi ed anche dell'uomo in relazione alle attività economiche e produttive.
• È stato preso in considerazione, mediante l'interazione con il Consorzio del Basso
Valdarno, anche il sistema di bonifica dell'area Pisana per mettere in evidenza
l’importanza dell’azione dell’uomo nella regimazione e nel contenimento degli eventi
naturali.
• Durante ogni fase ed in particolare al termine di ognuna è stata sollecitata da parte
degli studenti l’espressione delle loro opinioni ed impressioni, sia attraverso la
discussione orale, sia attraverso la presentazione di relazioni scritte.
9. Documentazione Progetto Cambiamenti climatici e gestione del Territorio nell’Area Pisana
• L'argomento è stato introdotto con tecniche emozionali di breve durata (filmati,
registrati o sul web) cui è seguito un dialogo dove gli studenti hanno potuto esprimere
liberamente le proprie emozioni ed opinioni su quanto visto.
• Successivamente gli studenti sono stati invitati ad un’opera di ricerca da svolgere sul
web, in varie biblioteche o in ambito familiare o nel luogo in cui vivono.
• La loro attenzione si è concentrata su due eventi in particolare:
• L’alluvione causata dal fiume Arno a Pisa in data 6 novembre 1966
• L’esondazione del fiume Serchio nell’area del Comune di Vecchiano in data 23
dicembre 2009
• Si riportano nelle diapositive successive le ricerche e le interviste più significative che
gli studenti hanno prodotto su questi argomenti.
I fase : ricerca di eventi climatici eccezionali verificatisi sul
territorio
10. Documentazione Progetto Cambiamenti climatici e gestione del Territorio nell’Area Pisana
Arno, quell'amico-nemico da tenere sempre sotto controllo: una lunga storia di piene e allagamenti
Pisa, 31 gennaio 2014 - E' tutta colpa del suo carattere irruento, contenuto, dicono gli esperti, nel Dna che si porta dietro fin dalla nascita.
Per questo improvvisamente cessa di avere quell'aspetto placido e mite che ogni giorno accompagna i pisani nelle loro attività e si trasforma
in un mostro impetuoso e minaccioso che divide in due la città mettendo in pericolo monumenti e palazzi, oltre ai suoi abitanti. Come il
dottor Jakyll e Mr Hide l'Arno è quell'amico-nemico da tenere sempre sotto controllo prima che possa dar sfogo alle sue intemperanze. Un
bacino molto grande, troppo grande per il suo alveo e per la sua lunghezza, lo rende diverso dai grandi fiumi come il Tevere e il Po, che
hanno reazioni molto più lente. Le acque di ottomila chilometri quadrati di territorio, quasi metà della Toscana, finiscono nel suo piccolo
letto con una tale rapidità che un' ondata di grandi piogge lo trasforma facilmente in un torrente implacabile pronto a rovinare tutto quello
che trova sul suo cammino, e anche più là. I pisani lo sanno e per questo quando l'Arno si 'arrabbia' corrono sulle spallette a fotografare
quella forza irruente e senza freni che incute timore, ma è anche uno spettacolo della natura. Come ieri mattina, quando la città si è
svegliata di nuovo divisa in due, bloccata nella sua vita quotidiana, eppure stregata dalla rovinosa potenza del fiume. E certo non è stata la
prima volta. Di piene memorabli e allagamenti sono rimaste tracce in numerosi studi e si è riusciti anche a contarle. Così ad esempio si sa
che dal 1177 al 1761 le inondazioni dell'Arno furono 54, mentre dal 1764 al 1855 il fiume ruppe le sponde 14 volte. Alcuni allagamenti più
antichi sono documentati, come quello del tutto fuori stagione del 1547. Avvenne il 13 agosto, in un mese certo poco incline alle piogge, ma
a quanto si sa non fu terribile come quelli avvenuti del periodo più critico, compreso tra ottobre e marzo. Delle inondazioni di Pisa ce ne
parla Giuseppe Meucci nel libro 'Il giorno del diluvio', edito da Ets, ricordando in particolare l'alluvione del 4 novembre 1966, quando lui,
giovane cronista de 'La Nazione', era sul Ponte di Mezzo mentre l'acqua invadeva la città, e il giorno successivo, grazie ad un camion
americano partito da Camp Darby, riuscì a raggiungere fortunosamente Pontedera. Storia recente, di cui ancora la città ha memorie vive. "Si
disse che quella sera l'Arno era arrivato a Pisa con le gambe molli, privo di forze dopo aver invaso Firenze e la pianura di Santa Croce e
Castelfranco", scrive Meucci. "Ci si rallegrò per il fatto che la città questa volta era uscita più o meno indenne dal gran disastro toscano.
Nessuno però aveva fatto i conti con l'enorme pressione esercitata per ore e ore sui ponti di Pisa e sui Lungarni, proprio là dove il fiume fa
una dolce curva verso occidente e si avvia al mare". Fu infatti alle 7,30 di domenica 13 novembre che il ponte Solferino si spezzò in tre parti
con un boato udito in tutta la città. Un altro ponte, quello 'a mare' se lo era già portato via l'alluvione del 1869: allora l'acqua in piazza San
Sepolcro e all'interno della chiesa arrivò a due metri di altezza e si contarono alcuni morti. Andò meglio nel 1919 perchè una rottura
dell'argine a Zambra tra il 7 e l'8 gennaio consentì il defluire della piena in una zona di campagna, salvando Pisa. E come non ricordare
l'inondazione dei mesi successivi alla fine della guerra. Le spallette dell' Arno erano state distrutte dai bombardamenti, i ponti erano stati
fatti saltare dai tedeschi in ritirata fra luglio e agosto del 1944. Quando la stagione delle piogge arrivò trovò una città martoriata e
certamente non pronta a difendersi. L'acqua uscì da tutte le aperture sui lungarni e allagò l'intera Pisa invadendo per la prima e unica volta
anche la piazza del Duomo, trasformata in un lago in cui la Torre si rispecchiava.
11. Documentazione Progetto Cambiamenti climatici e gestione del Territorio nell’Area Pisana
L’alluvione causata dal fiume Arno a Pisa il 6 novembre 1966
12. Documentazione Progetto Cambiamenti climatici e gestione del Territorio nell’Area Pisana
Immagini
dell’alluvione a Pisa
del 6.11.1966 raccolte
sul web dagli studenti
13. Documentazione Progetto Cambiamenti climatici e gestione del Territorio nell’Area Pisana
Immagini degli effetti dell’alluvione
a Pisa del 6.11.1966 raccolte sul
web dagli studenti. Si riconoscono
via S. Francesco, Piazza Garibaldi,
Borgo Stretto pieni di melma, fango
e detriti nonché il Ponte Solferino
crollato
14. Documentazione Progetto Cambiamenti climatici e gestione del Territorio nell’Area Pisana
Interviste sull’alluvione del 1966 a Pisa raccolte dallo studente Francesco Orsucci classe 1A
15. Documentazione Progetto Cambiamenti climatici e gestione del Territorio nell’Area Pisana
Pisa. Esonda il Serchio. Danni per decine di milioni di euro
articolo di Anna Pullace · 26 dicembre 2009 Natale sott’acqua per interi paesi delle province di Pisa e Lucca. Ieri il
fiume Serchio, che attraversa la zona, ha esondato in più punti. La
situazione più critica è nel comune di Vecchiano, Pisa, dove il fiume ha
rotto l’argine nella frazione di Nodica, inondando il centro abitato fino a
Migliarino. Nella zona industriale l’acqua ha raggiunto i 2 metri di altezza.
La breccia nell’argine di Nodica si è allargata fino a distruggerne una
lunghezza di 100 metri. Il manto stradale della provinciale, che collega
Migliarino a Vecchiano, è stato distrutto dalla forza dell’acqua.
Smottamenti dell’asfalto si sono verificati anche sull’autostrada A12,
Genova-Livorno, che è stata chiusa, ed è tuttora inagibile, all’altezza di
Migliarino. Il casello di Pisa nord è stato sommerso dall’acqua e rimane
chiuso anche il tratto della A 11 tra l’allacciamento della A12 e Pisa nord.
E’ chiusa anche la strada statale Aurelia fra Migliarino e Torre del Lago.
L’emergenza si è spostata oggi al lago di Massaciuccoli, alimentato
dall’esondazione del Serchio. Nella zona hanno lavorato senza sosta i
soccorsi della Protezione civile, Vigili del fuoco, Carabinieri e Polizia, che
hanno tratto in salvo molte persone rimaste bloccate nelle loro abitazioni
o sulle strade con elicotteri e gommoni. Il sindaco di Vecchiano, Rodolfo
Pardini, ha dichiarato che i danni ammontano a decine di milioni di euro.
Fortunatamente non ci sono stati danni alle persone, anche se una
trentina di famiglie sono state allontanate dalle proprie abitazioni. Gli
sfollati sono stati ospitati nei centri di emergenza allestiti dalla Protezione
civile. La piena del fiume è stata provocata dalle intense piogge dei giorni
scorsi e dal forte rialzo delle temperature che ha sciolto la neve caduta
durante la scorsa settimana. Ieri sera e stamattina si sono svolti 2 incontri
nella Prefettura di Pisa per decidere gli interventi di emergenza, dal
rinforzamento degli argini del lago di Massaciuccioli, con 25 mila sacchetti
di sabbia, all’installazione di pompe aggiuntive per alleggerire la portata
del lago.
Foto di Chiara Valente
L’esondazione del fiume Serchio nell’area di Vecchiano il 23 dicembre 2009
16. Documentazione Progetto Cambiamenti climatici e gestione del Territorio nell’Area Pisana
Immagini
dell’esondazione del
fiume Serchio nel
Comune di Vecchiano
del 26.12.2009
raccolte sul web dagli
studenti
17. Documentazione Progetto Cambiamenti climatici e gestione del Territorio nell’Area Pisana
Interviste sull’alluvione del
Serchio del 2009 raccolte da
Matteo Giordano classe 1E
18. Documentazione Progetto Cambiamenti climatici e gestione del Territorio nell’Area Pisana
Ricerca su: “Individuazione delle cause della
rottura degli argini dei fiumi”
“La presenza di un sistema articolato di tane,
costruite da nutrie, volpi, tassi e piccoli roditori, è
determinante ai fini del collasso arginale. Una volta
che è stato asportato dagli animali un notevole
quantitativo di materiale, la parte dell’argine
sovrastante le cavità crolla, provocando un
notevole ribassamento della sommità arginale.
Un secondo tipo d’innesco può essere ricondotto
alla progressiva instabilità geomeccanica del corpo
arginale, localmente indebolito dalla presenza delle
cavità e favorito dalle condizioni di parziale
saturazione indotte dalla piena e dalle
precipitazioni dirette al suolo. La riduzione di
resistenza a taglio dei terreni, indotta dalla loro
saturazione anche locale, può causare una
significativa diminuzione del grado di sicurezza della
struttura arginale nei confronti della stabilità.”
Conclusioni della Commissione scientifica istituita dalla Regione
Emilia-Romagna per analizzare e valutare le cause del cedimento
dell’argine destro del fiume Secchia avvenuto il 19 gennaio 2014 in
località San Matteo, frazione del comune di Modena.
19. Documentazione Progetto Cambiamenti climatici e gestione del Territorio nell’Area Pisana
La comunità scientifica è ormai concorde nel ritenere che i cambiamenti climatici siano originati
prevalentemente dal riscaldamento globale , causato a sua volta dall’aumentata concentrazione
di gas serra in atmosfera, soprattutto anidride carbonica (CO2). Il 70% dell'aumento di CO2 è
dovuto all’uso massiccio di combustibili fossili a scopi energetici; il 30% è, invece, legato ad altre
cause, tra cui deforestazione, uso del suolo e agricoltura. Le foreste agiscono come un "pozzo di
assorbimento” del carbonio atmosferico, messo oggi in grave pericolo da sconsiderate pratiche di
gestione: ogni anno viene disboscata una superficie di foreste equivalente alla Svizzera, pari ad un
rilascio di 6 miliardi di tonnellate di CO2. Molti sostengono che, per riuscire a stabilizzare la
concentrazione di anidride carbonica ai livelli attuali, dovremmo tagliare le emissioni climalteranti
del 50-60%. Oggi, l’unico accordo internazionale che impone ai paesi industrializzati una riduzione
delle emissioni è il Protocollo di Kyoto, strumento della Convenzione Quadro sui Cambiamenti
Climatici delle Nazioni Unite, che stabilisce un obiettivo globale di riduzione delle emissioni di gas
serra. Entrato in vigore il 16 febbraio del 2005, è diventato vincolante a partire dal periodo 2008-
2012. L’Italia dovrà ridurre le proprie emissioni del 6,5% rispetto al 1990, ovvero almeno del 18%
rispetto ad oggi, considerato che dal 1990 al 2003 sono già aumentate dell’ 11,6%.
Le diapositive seguenti sono state scelte dagli studenti tra le più significative proposte dal
docente nel corso delle presentazioni relative ai cambiamenti climatici, le loro cause ed effetti.
II fase : I cambiamenti climatici: cause ed effetti
20. Documentazione Progetto Cambiamenti climatici e gestione del Territorio nell’Area Pisana
L’effetto serra ed il riscaldamento globale
Il Sole invia energia sotto forma di calore alla Terra e a
causa dei cosiddetti gas serra, una parte del calore
riemesso dalla Terra resta intrappolato in atmosfera
consentendo il mantenimento di una temperatura
media costante attorno ai 15°C. E’ l’effetto serra
naturale, il meccanismo fondamentale che ha permesso
lo sviluppo della vita sul nostro Pianeta, senza il quale, la
temperatura media sulla Terra sarebbe di circa -18°C.
Con la rivoluzione industriale e l'uso massiccio di
combustibili fossili, la concentrazione di gas serra,
soprattutto di anidride carbonica, in atmosfera è
molto aumentata, causando un anomalo
riscaldamento. Se pensiamo ai gas serra come a una
coperta che avvolge la Terra, possiamo immaginare
che a causa delle attività umane, stiamo facendo
diventare questa coperta sempre più spessa e
pesante: sta iniziando a fare davvero troppo caldo.
21. Documentazione Progetto Cambiamenti climatici e gestione del Territorio nell’Area Pisana
Previsioni
dell’impatto dei
cambiamenti climatici
in varie regioni UE
Effetti dei cambiamenti climatici
US Climate action report
2010 preso in esame con
gli studenti
22. Documentazione Progetto Cambiamenti climatici e gestione del Territorio nell’Area Pisana
Tendenza osservata nella media
annuale delle piogge in Europa
(1900–1998)
Fonte: Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA), Relazione Tecnica N° 7/2005,
basata su M. Hulme (1999) – archivio storico sulle precipitazioni mensili per
le aree terrestri globali dal 1900 al 1998
Effetti dei cambiamenti
climatici
23. Documentazione Progetto Cambiamenti climatici e gestione del Territorio nell’Area Pisana
Consultazione dati meteorologici relativi a
temperature e precipitazioni Aereonautica Militare
stazione Pisa S.Giusto e costruzione dei grafici relativi
Temperature medie dei mari Italiani durante la
giornata del 26.07.2013
Effetti dei cambiamenti climatici
24. Documentazione Progetto Cambiamenti climatici e gestione del Territorio nell’Area Pisana
Mappa delle variazioni di temperatura media annua
(°C) del periodo 1991-2008, rispetto al trentennio di
riferimento 1961- 1990. (Fonte: LaMMA, 2010)
Effetti dei cambiamenti climatici
Variazioni delle temperature in Toscana
25. Documentazione Progetto Cambiamenti climatici e gestione del Territorio nell’Area Pisana
Secondo l’Inventario Regionale per le Sorgenti
di Emissione, IRSE, le emissioni del 2003
ammontano a 42 milioni di tonnellate di CO2
equivalenti (35 milioni solo di CO2), ovvero +
7,6% rispetto al 1990. Le foreste toscane ogni
anno immobilizzano in materia organica circa
10 milioni di tonnellate di CO2, un valore
maggiore delle emissioni derivanti dall’intero
settore termoelettrico.
Le emissioni di CO2 in Toscana
Cause dei cambiamenti climatici
26. Documentazione Progetto Cambiamenti climatici e gestione del Territorio nell’Area Pisana
L’Osservatorio Kyoto della Regione
Toscana è un progetto per il monitoraggio
del bilancio del carbonio a scala regionale.
Attraverso misurazioni dirette (torri di
misura e aereo scientifico Sky Arrow),
informazioni telerilevate e modelli di
simulazione, si calcola il bilancio del
carbonio a scala regionale, ovvero le
emissioni al netto degli assorbimenti.
Bilancio netto annuale (Emissioni
CO2 - Assorbimenti) (t)
Bilancio delle emissioni di CO2 in Toscana
Cause dei cambiamenti climatici
27. Documentazione Progetto Cambiamenti climatici e gestione del Territorio nell’Area Pisana
S. Rossore 21 aprile 2015
aree umide ed aree aride
7 docenti
1 A 18 studenti su 19 frequentanti
1D 23 studenti su 24 frequentanti
1E 23 studenti su 24 frequentanti
III fase : lezioni nel territorio
Lezione fuori sede nel Parco di S. Rossore Migliarino Massaciuccoli dove
sono state visitate aree umide ed aree aride, mettendo in evidenza i
diversi adattamenti rispetto all’abbondanza o alla carenza della risorsa
acqua sia dei viventi che dell'uomo anche in relazione alle attività
economiche e produttive.
28. Documentazione Progetto Cambiamenti climatici e gestione del Territorio nell’Area Pisana
S. Rossore 21 aprile 2015 - aree umide
Ambiente ripariale e zone sommerse, dove l’acqua
di falda affiora durante il periodo invernale. Ricca
la presenza di boschi di caducifoglie quali querce,
pioppi bianchi e carpini e, nelle zone più umide,
frassini ed ontani. La fauna è qui ricchissima di
biodiversità, soprattutto tra gli anfibi e gli uccelli.
Foto della
Prof.ssa Viola
Fiaschi e
dello
studente
Tommaso
Berretta della
classe 1D
29. Documentazione Progetto Cambiamenti climatici e gestione del Territorio nell’Area Pisana
S. Rossore 21 aprile 2015 - aree aride
Zone dunali distinte dalla scarsezza di acqua
utilizzabile, caratterizzate dalla presenza di piante
pioniere (alofile, xerofile, etc.) ad habitus erbaceo
o arbustivo, ricche di piccoli fiori colorati e odorosi.
Fauna rappresentata da invertebrati (chiocciole,
scarabei), con presenza di uccelli migratori.
Foto della Prof.ssa Viola Fiaschi e dello studente Tommaso
Berretta della classe 1D
30. Documentazione Progetto Cambiamenti climatici e gestione del Territorio nell’Area Pisana
Cronaca dell’uscita didattica tenuta il 21.04.2015 nella Tenuta di S. Rossore
riportata sul sito ufficiale dell’Istituto
http://santoni.scuole.pisa.it/index.php?option=com_content&view=article&id=103:lezione-fuori-
sede-alla-tenuta-di-san-rossore&catid=158:in-evidenza&Itemid=158
31. Documentazione Progetto Cambiamenti climatici e gestione del Territorio nell’Area Pisana
Relazione di Leonardo Crescimbeni classe 1E
Relazione di Matteo Lammari classe 1E
Relazioni degli studenti sulla lezione fuori sede nel Parco di S. Rossore
32. Documentazione Progetto Cambiamenti climatici e gestione del Territorio nell’Area Pisana
La Vettola 19 maggio 2015
Impianto idrovoro e sistema
di bonifica dell’Area Pisana
7 docenti
1 A 18 studenti su 19 frequentanti
1D 19 studenti su 24 frequentanti
1E 21 studenti su 24 frequentanti
Lezione fuori sede al Parco della
Bonifica de La Vettola del
Consorzio di Bonifica 4 Basso
Valdarno dove è stato visitato un
impianto idrovoro per l’allontana-
mento delle acque in eccesso
tramite sollevamento, le opere di
ingegneria naturalistica per la
gestione dei canali di scolo, la
tutela della biodiversità nelle aree
umide.
34. Documentazione Progetto Cambiamenti climatici e gestione del Territorio nell’Area Pisana
Foto della Prof.ssa Viola Fiaschi e dello studente Tommaso Berretta della classe 1D
La Vettola (Pi) 19 maggio 2015 – Parco della Bonifica
Illustrazione del sistema di bonifica dell’Area
Pisana, individuazione delle cause di instabilità de-
gli argini dei canali di bonifica e delle principali for-
me di vita alloctone che alterano gli equilibri dell’e-
cosistema (nutrie, gambero della Luisiana, robinie).
35. Documentazione Progetto Cambiamenti climatici e gestione del Territorio nell’Area Pisana
Foto della Prof.ssa Viola Fiaschi e dello studente Tommaso Berretta della classe 1D
La Vettola (Pi) 19 maggio
2015 – Parco della Bonifica
Pompa idraulica in azione,
costruzione che ospita un
idrovoro, plastico di un
impianto di sollevamento
delle acque in eccesso.
36. Documentazione Progetto Cambiamenti climatici e gestione del Territorio nell’Area Pisana
Cronaca dell’uscita didattica tenuta il 19.05.2015 al Parco della Bonifica riportata
sul sito ufficiale dell’Istituto
http://santoni.scuole.pisa.it/index.php?option=com_content&view=article&id=107:lezione-fuori-
sede-al-parco-della-bonifica&catid=158:in-evidenza&Itemid=158
37. Documentazione Progetto Cambiamenti climatici e gestione del Territorio nell’Area Pisana
Risultati ottenuti – aspetto delle conoscenze e competenze
• Possiamo dire che tutte le competenze trasversali che si è scelto di sviluppare sono state
positivamente influenzate ed implementate dal percorso intrapreso.
• Gli studenti si sono dimostrati interessati e colpiti rispetto all’obiettivo di capire ed
interpretare il territorio in cui si vive attraverso la conoscenza di specifici eventi climatici
eccezionali dedicandosi con passione alla ricerca delle notizie, sia in ambito istituzionale che
familiare, alla loro catalogazione ed espressione grafica.
• L’obiettivo di associare esperienze dirette/personali al problema globale dei cambiamenti
climatici è stato raggiunto con un po’ più di difficoltà, solo attraverso la guida dei docenti. Al
termine del percorso comunque gli studenti conoscono la struttura dell'atmosfera, il ciclo
dell'acqua ed i meccanismi che lo regolano, i concetti di tempo meteorologico e di clima. Sono
in grado di individuare le cause delle possibili alterazioni dei meccanismi legati al ciclo
dell’acqua e collegarli a fatti specifici accaduti sul territorio.
• Al termine del percorso si è notata una maggiore sensibilità media degli studenti riguardo agli
atteggiamenti in grado di tutelare il proprio territorio. La maggior parte dei ragazzi si è
dimostrata in grado di individuare, condividere e mettere in pratica quelli che sono gli
atteggiamenti e i comportamenti, anche quotidiani, in grado di contrastare gli eventi che
determinano alterazioni climatiche.
• Sia lo sviluppo dell’aspetto concreto ed applicativo delle discipline di insegnamento che il rin-
forzo della motivazione degli studenti, soprattutto di quelli con problemi di carente rendimen-
to scolastico, possono considerarsi obiettivi influenzati positivamente dal percorso svolto.
38. Documentazione Progetto Cambiamenti climatici e gestione del Territorio nell’Area Pisana
Risultati ottenuti – aspetto delle relazioni
Foto della Prof.ssa Viola Fiaschi e dello
studente Tommaso Berretta della classe 1D
• La capacità di integrazione tra gli studenti delle classi prime dell’Istituto, è stata sviluppata
attraverso visite didattiche sul territorio che portassero alla condivisione di esperienze comuni, al
• L’aspetto relazionale del progetto, già importante in fase
preliminare, è divenuto prioritario a causa di un evento luttuoso
verificatosi nella classe 1D durante l’anno, potenzialmente
devastante per il gruppo classe, che invece è stato affrontato ed
elaborato in maniera adeguata da studenti e docenti anche
grazie alla presenza di questi momenti di confronto e di vissuto
comune.
• La capacità di inclusione degli studenti portatori di handicap
presenti nelle varie classi è stata sviluppata attraverso la loro
partecipazione, seguiti dai docenti di sostegno e compatibil-
mente con la tipologia di disabilità, alle varie attività. Le proble-
matiche quotidiane condivise hanno favorito l'integrazione di
tutti gli studenti, in particolare di quelli diversamente abili.
termine di ognuna delle quali ampio spazio è stato dato
all’aspetto ludico e comunicativo favorendo così l’instaurarsi di
relazioni interpersonali. La capacità è stata sviluppata inoltre
mediante discussioni tenute riunendo tutte le classi in maniera
di favorire gli scambi di opinioni.