Riflessione Metacognitiva finale - gruppo docenti Visciano
1. RELAZIONE FINALE
CORSO DI AGGIORNAMENTO “MISURE DI ACCOMPAGNAMENTO”
L’esperienza di formazione relativa alle “ Misure di
accompagnamento” è stata davvero intensa e stimolante.
Il docente, prof. Izzo Corrado, ha saputo coinvolgerci, rendendo
tutte le lezioni interessanti ed utili per la nostra attività didattica.
Ci è stata data la possibilità di acquisire strumenti di lavoro nuovi
e ci siamo potuti confrontare con altre persone di realtà del tutto
differenti, cogliendo nuovi spunti e nuove prospettive su situazioni
di comune problematicità. Mediante il brainstorming ognuno di
noi ha potuto esprimere liberamente le proprie idee senza il timore
di essere giudicato.
I temi affrontati sono stati molteplici dalle innovazioni, contenute
nelle Indicazioni Nazionali del 2012, alla progettazione di un
nuovo curricolo verticale transdisciplinare. L’approccio
transdisciplinare evidenzia la centralità delle pratiche intellettive o
affettive dell’allievo; in tale prospettiva supera le discipline,
sottomettendole alla persona che vogliamo istruire; in questo
contesto le discipline non sono ignorate, ma non costituiscono più
il punto centrale della preparazione scolastica, bensì forniscono
delle occasioni per l’insegnamento. Nelle attività transdisciplinare
l’insegnamento diventa un progetto personale dell’allievo,
guidato, orientato, incoraggiato dall’insegnante, che è il manager
delle situazioni di apprendimento; la partecipazione degli allievi è
costante durante l’intero percorso delle attività svolte, che hanno
come fondamento il principio di un apprendimento finalizzato ad
azioni pratiche, in un contesto reale.
2. Le attività transdisciplinari hanno come scopo la formazione di
competenze a carattere trasversale: capacità di tipo cognitivo,
capacità di tipo creativo ( elaborazione di concetti, soluzione di
situazioni problematiche ), capacità riflessive ( conoscenza di se
stesso, valutazione di sé, capacità di curarsi del proprio corpo e del
proprio spirito ), capacità d’interazione sociale ( l’inserimento
nelle attività di gruppo, collaborazione), capacità sociali (
percezione dei messaggi, la comunicazione verbale), capacità di
muoversi sulla base di valori (assunzione della responsabilità,
esercizio di diritti e doveri, tolleranza).
Oggi la scuola risulta essere ancora molto lontana da ciò che ci è
stato proposto, il tradizionalismo didattico caratterizza
l’insegnamento di molti, basta pensare alla “ lezione-monologo”
che oggi è sicuramente ancora la più diffusa, così come le
modalità di presentare una lezione che per molti insegnanti sono
ancora le medesime per tutti, ma l’insegnante deve tener conto che
gli alunni hanno caratteristiche diverse vuoi per opportunità
culturali di partenza vuoi per uno stile diverso nell’affrontare
l’apprendimento vuoi per una differente capacità di comprendere
il linguaggio verbale, ecc.
Il percorso di insegnamento prescinde, inoltre, dai prerequisiti
cognitivi specifici , si dà quindi per scontato che tutti possiedano i
livelli di apprendimento richiesti per il tipo di itinerario che si
vuole mettere in atto. Il tempo concesso dal docente è uguale per
tutti, a dispetto del fatto che ognuno assimila il materiale
apprenditivo con i propri ritmi.
La valutazione ha un ruolo solamente terminale e serve per
accertare se gli allievi si sono adattati alla proposta formativa. Il
momento valutativo si limita a giudicare il percorso svolto e
penalizza coloro che non si sono adattati ad esso. Due sono i
3. pilastri che sorreggono il far scuola tradizionale : la trasmissione
delle conoscenze e la valutazione degli apprendimenti. Il prodotto
finale, considerati l’uniformità della proposta formativa e i diversi
profili degli allievi, sarà inevitabilmente non omogeneo.
Noi cercheremo da subito di mettere in atto ciò che abbiamo
appreso durante il corso, per attuare un cambiamento nel sistema
educativo di istruzione finalizzato alla crescita e alla
valorizzazione della persona che entra nella Scuola secondaria di
Primo e Secondo Grado. Il principio educativo della scuola deve
essere la centralità del soggetto che apprende, con la sua
individualità e con la rete di relazioni che lo legano alla famiglia e
ai diversi ambienti sociali, culturali e territoriali. La scuola, se
ancora non lo fa, deve guardare alla persona nella sua identità con
i suoi ritmi di apprendimento e le sue peculiarità cognitive ed
affettive, per avvicinarla il più possibile alla piena acquisizione
delle competenze da raggiungere.
I CORSISTI
Carbone Maria
Lippiello Ida
Napolitano Michele