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RINCARI DI ENERGIA E COMMODITY:
CAUSE, IMPATTI, PROSPETTIVE
Ciro Rapacciuolo
Centro Studi Confindustria
Ferrara, 8 marzo 2022
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Prezzi delle commodity saliti in misura abnorme…
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➢ Lo scenario internazionale, migliorato da fine 2020, ha portato con sé l’aumento dei prezzi delle commodity,
che è proseguito per tutto il 2021 e sta continuando anche a inizio 2022.
➢ I rincari in diversi casi sono a doppia cifra: il prezzo del rame registra un +48% nel febbraio 2022 da ottobre
2020. E sono molto diffusi: riguardano metalli ed energia, ma anche alimentari, fibre tessili, materie
plastiche, legno. Per varie commodity, dopo una pausa, si sono avuti nuovi rincari da fine 2021.
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Natural gas, Europe
Improvvisa impennata del prezzo del gas naturale
($/mmbtu, dati mensili)
Fonte: elaborazioni Centro Studi Confindustria su dati World Bank.
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Petrolio
Cereali
Rame
Prezzi delle materie prime tutti molto alti
(Quotazioni internazionali in dollari, indici gennaio 2019=100)
Fonte: elaborazioni CSC su dati World Bank.
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…con un pesante impatto addizionale della crisi Ucraina - Russia
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➢ Come conseguenza del conflitto tra Russia e Ucraina, si è accentuato lo shock energetico: petrolio Brent da
99 dollari per barile il 21 febbraio a 124 dollari il 4 marzo; gas naturale in Europa da 72 a 204 euro per MWH.
➢ Per il grano il balzo dovuto al conflitto è di +33,6%, un’enormità in 2 settimane, da 8,0 a 10,7 dollari per
bushel; per il mais un po’ meno, +13,4%, da 6,4 a 7,3 dollari per bushel.
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Petrolio Brent, $
Gas naturale TTF, € (destra)
Si impenna anche il petrolio, picco esorbitante per il gas
(Quotazioni internazionali, dati giornalieri)
Nota: dollari per barile, euro per megawattora.
Fonte: elaborazioni CSC su dati Thomson Reuters.
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Grano
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Cereali: balzo del prezzo del grano
(Dati giornalieri, dollari)
Fonte: elaborazioni CSC su dati Thomson Reuters.
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I rialzi sono temporanei o persistenti?
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➢ Non si può generalizzare, perché: le condizioni di mercato fisico mondiale sono molto diverse; la durata e
l’estensione del conflitto sono difficilmente prevedibili (fattori extra-economici).
➢ Prima del conflitto, si prevedeva che i prezzi di alcune commodity, che avevano seguito il rialzo del petrolio,
via speculazione finanziaria, sarebbero calati nel 2022 (alimentari). Lo scenario ora è da rivedere al rialzo.
➢ In altri mercati, i prezzi erano attesi ancora elevati nel 2022, perché i rincari sono stati causati da una
effettiva scarsità di offerta nello specifico mercato mondiale, quindi occorre tempo per investimenti in
capacità produttiva (metalli, cotone).
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Non-energy commodities
Grains
Base Metals
Fonte: elaborazioni CSC su dati WB (October 21, 2021).
Prezzi delle commodity: previsioni per il 2022
(Price indices in nominal US dollars, 2019=100)
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Prezzo del Brent atteso in flessione prima del conflitto
(Dollari per barile, dati mensili)
Da febbraio 2022: previsioni EIA.
Fonte: elaborazioni CSC su dati EIA.
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Impatto dei rincari sull’industria: assorbiti lungo le filiere
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➢ I dati ISTAT, per l’aggregato della manifattura, fotografano un forte aumento del costo degli input (+14,4% nel
corso del 2021) e margini operativi delle imprese bruscamente colpiti da tali rincari (-2,7%). I margini sono
più in sofferenza in specifici settori, che fanno ampio uso delle commodity con i maggiori rincari.
➢ I rincari delle commodity sono enormi (+37,7% da ottobre 2020 a dicembre 2021, per le non energetiche),
mentre le imprese italiane stanno riuscendo in modo limitato a ritoccare al rialzo i loro listini, nel contesto di
domanda ancora bassa: +18,5% sui beni intermedi, appena +4,1% sui beni di consumo. Perciò, i margini
industriali sono sotto pressione soprattutto nei settori più a valle.
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Mark-up
Prezzi dell'input (destra)
Margini delle imprese erosi dal rincaro delle commodity
(Manifattura, dati trimestrali)
Fonte: elaborazioni CSC su dati Istat.
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Prezzi delle commodity (non energetiche, in euro)
Prezzi alla produzione dei beni intermedi
Prezzi alla produzione dei beni di consumo
Prezzi al consumo dei beni (non energetici)
Rincari delle commodity assorbiti dalla filiera produttiva
(Italia, prezzi dei beni, dati mensili, indici gennaio 2018=100)
Fonte: elaborazioni Centro Studi Confindustria su dati ISTAT, Banca mondiale.
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C’è anche scarsità di materiali
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➢ Le imprese devono affrontare anche difficoltà nel reperimento di materiali. Nel 2021 è diventato il principale
ostacolo alla produzione. Questi problemi sono dovuti a:
➢ Blocchi della produzione: legati a lockdown locali (soprattutto in Asia), crisi energetica in Cina, etc.
➢ Difficoltà nella logistica: applicazione di protocolli sanitari più stringenti, chiusura canale di Suez e vari
porti cinesi, congestione dei porti europei e americani, carenza di navi e container.
➢ Il conflitto in Ucraina peggiora la situazione in Europa, sul fronte della logistica-trasporti e della disponibilità
di alcune specifiche commodity (potrebbero essere a rischio: grano, mais, petrolio, gas).
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Insufficienza impianti e/o materiali
Scarsità manodopera
Vincoli finanziari
La carenza di input è il primo ostacolo alla produzione
(Imprese manifatturiere, in % delle risposte, dati trimestrali)
1 trimestre 2020: stime CSC.
Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT.
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Il rincaro di gas ed elettricità segue altre logiche…
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➢ In Europa, il gas è tra le commodity che aveva mostrato un calo limitato nel 2020, mentre di recente è
balzato a +489% a febbraio 2022 dal livello pre-crisi, di gran lunga l’incremento maggiore.
➢ Il rincaro è stato dovuto in larga parte a questioni geo-politiche, fin dagli ultimi mesi del 2021, già prima
dell’invasione dell’Ucraina a febbraio 2022 (il gas negli USA è «appena» al +108%).
➢ Questo si tira dietro l’aumento del prezzo dell’energia elettrica in Italia, salito a un picco a dicembre 2021 e
poi ancor più in alto a marzo 2022: la componente che traina l’elettricità è infatti il balzo del gas, ma è
cresciuto anche il prezzo della CO2 sul mercato ETS.
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Prezzo d'acquisto - PUN
(€/MWh)
Fonte: elaborazioni CSC su dati GME.
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… dovute anche al mix energetico italiano
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➢ L’Italia ha oggi la quota maggiore, rispetto alle altre economie avanzate, di gas naturale (48%) utilizzato per
produrre elettricità (quasi tutto importato). Quindi, è l’economia che ha i maggiori problemi (Germania 16%).
➢ Le rinnovabili (sole, vento) sono cresciute negli ultimi anni, ma possono crescere ancora (al livello della
Germania). Il petrolio è usato poco nella generazione elettrica, ma molto per altri scopi (trasporti, etc.).
Generazione di elettricità per tipo di fonte energetica
(Quote %, dati 2020)
Petrolio
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naturale
Carbone Nucleare Idro
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vabili*
Altro**
USA 0 41 20 19 7 13 0
Giappone 4 35 30 4 8 12 6
UK 0 36 2 16 2 41 2
Germania 1 16 24 11 3 41 4
Italia 3 48 6 0 17 25 1
Spagna 4 27 2 23 11 31 2
Russia 1 45 14 20 20 0 0
Cina 0 3 63 5 17 11 1
India 0 5 72 3 10 10 0
Mondo 3 23 35 10 16 12 1
* Solare, eolico, geotermico, biomasse, altro.
** Include: pumped hydro, rifiuti non rinnovabili, discrepanze statistiche.
Fonte: elaborazioni CSC su dati BP (Statistical Review of World Energy).
Fonti fossili Altre fonti
Avanzati
Emergenti
Gas Naturale: flusso commerciale verso l'Italia
(2020, miliardi di metri cubi)
da
Liquefied
natural gas da
Gas by
pipeline
Qatar 6,8 Russia 19,7
Algeria 2,8 Algeria 11,5
USA 2,1 Altri Europa 8,4
Nigeria 0,2 Norvegia 5,4
Trinidad-Tobago 0,1 Libia 4,2
Altri Africa 0,1 Olanda 1,6
Altri Europa 0,0 Azerbaijan* 0,0
LNG 12,1 Pipeline 50,8
* TAP in funzione da fine 2020.
Fonte : elaborazioni CSC su dati BP.
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Costo dell’energia: insostenibile per le imprese italiane
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➢ L’impennata dei prezzi di gas ed elettricità comporta per la manifattura italiana un fortissimo incremento di
costi per la fornitura di energia: dagli 8 miliardi circa nel 2019, le stime pre-conflitto indicavano un aumento a
37 miliardi nel 2022. Ai prezzi raggiunti dopo il 24 febbraio, le stime puntano ora a un balzo oltre i 50 miliardi.
➢ Questi livelli dei costi sono insostenibili per le imprese italiane, anche in termini di competitività. Tale
situazione minaccia chiusure (temporanee?) di molte aziende industriali.
➢ E le prospettive non sono incoraggianti: il costo dell’elettricità scenderà molto lentamente. Infatti, già prima
del conflitto, i future indicavano che il prezzo del gas sarebbe ritornato a livelli normali solo dopo il 2023.
➢ Adesso che si è passati da tensioni geo-politiche a un conflitto aperto tra Ucraina e Russia (da cui proviene il
36% del gas per la UE), l’incertezza su un possibile sentiero futuro del prezzo è cresciuta notevolmente.
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Inflazione elevata, a rischio le previsioni di ribasso nel 2022
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➢ Sia negli USA che nell’Eurozona l’inflazione è salita molto (+6,1% e +5,8% annuo), tre volte la soglia vigilata
dalle banche centrali (+2,0%). Negli USA è alta anche l’inflazione al netto di energia e alimentari, la
cosiddetta core inflation (+5,2% contro +2,7%). Nell’Eurozona, l’inflazione è più elevata in Germania e Italia
(+5,7%) rispetto alla Francia. Ma in Italia la core inflation è stabile ad appena +1,5% a febbraio 2022.
➢ A inizio anno, le previsioni per il 2022 prospettavano un’inflazione italiana in calo, a +2,4%. Anche per
l’Eurozona la previsione era di rientro (+2,6%). Con gli ultimi rincari delle commodity, questo scenario
potrebbe risultare troppo ottimista.
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USA Euro area Spagna Italia Germania Francia
Inflazione su valori molto diversi all'interno dell'Eurozona
(Var. % a 12 mesi, febbraio 2022)
USA, indice PCE, gennaio 2022; Italia, indice NIC; paesi euro, indice HICP.
Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT, Eurostat, BEA.
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Risposte differenziate di politica monetaria
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➢ La FED ha già deciso un rapido taglio degli acquisti di titoli (120 miliardi di dollari fino a ottobre, stop a marzo
2022), mossa che ha fatto muovere verso l’alto i tassi USA a lungo termine (+0,6%). E il mercato continua ad
attendersi, anche con il conflitto, un ampio rialzo dei tassi ufficiali nel 2022 (da 0-0,25% a 1,50-1,75%).
➢ La BCE, invece, sta tenendo in campo le misure iper-espansive (tassi a zero e acquisti di titoli, a marzo
finiranno solo quelli «emergenziali»): giudica in gran parte temporanea la fiammata dell’inflazione nell’area,
sebbene più persistente di quanto atteso. Un rialzo dei tassi ufficiali nell’Eurozona non era previsto nel 2022.
L’impatto sui prezzi, ma anche sul PIL, del conflitto in Ucraina potrebbe indurla a ripensare alle sue decisioni.
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Fonte: elaborazioni CSC su dati CME (dati del 7 marzo 2022).
I mercati si attendono ancora un ampio rialzo dei tassi FED nel 2022
(USA, probabilità per il tasso FED nella riunione del dicembre 2022, in %)

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Rincari di energia e commodity: cause, impatti, prospettive - 8 marzo 2022

  • 1. 1 RINCARI DI ENERGIA E COMMODITY: CAUSE, IMPATTI, PROSPETTIVE Ciro Rapacciuolo Centro Studi Confindustria Ferrara, 8 marzo 2022
  • 2. 2 Prezzi delle commodity saliti in misura abnorme… 2 ➢ Lo scenario internazionale, migliorato da fine 2020, ha portato con sé l’aumento dei prezzi delle commodity, che è proseguito per tutto il 2021 e sta continuando anche a inizio 2022. ➢ I rincari in diversi casi sono a doppia cifra: il prezzo del rame registra un +48% nel febbraio 2022 da ottobre 2020. E sono molto diffusi: riguardano metalli ed energia, ma anche alimentari, fibre tessili, materie plastiche, legno. Per varie commodity, dopo una pausa, si sono avuti nuovi rincari da fine 2021. 0 5 10 15 20 25 30 35 40 gen-19 mar-19 mag-19 lug-19 set-19 nov-19 gen-20 mar-20 mag-20 lug-20 set-20 nov-20 gen-21 mar-21 mag-21 lug-21 set-21 nov-21 gen-22 Natural gas, Europe Improvvisa impennata del prezzo del gas naturale ($/mmbtu, dati mensili) Fonte: elaborazioni Centro Studi Confindustria su dati World Bank. 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 130 140 150 160 170 180 2019M01 2019M03 2019M05 2019M07 2019M09 2019M11 2020M01 2020M03 2020M05 2020M07 2020M09 2020M11 2021M01 2021M03 2021M05 2021M07 2021M09 2021M11 2022M01 Petrolio Cereali Rame Prezzi delle materie prime tutti molto alti (Quotazioni internazionali in dollari, indici gennaio 2019=100) Fonte: elaborazioni CSC su dati World Bank.
  • 3. 3 …con un pesante impatto addizionale della crisi Ucraina - Russia 3 ➢ Come conseguenza del conflitto tra Russia e Ucraina, si è accentuato lo shock energetico: petrolio Brent da 99 dollari per barile il 21 febbraio a 124 dollari il 4 marzo; gas naturale in Europa da 72 a 204 euro per MWH. ➢ Per il grano il balzo dovuto al conflitto è di +33,6%, un’enormità in 2 settimane, da 8,0 a 10,7 dollari per bushel; per il mais un po’ meno, +13,4%, da 6,4 a 7,3 dollari per bushel. 40 60 80 100 120 140 160 180 200 220 70 80 90 100 110 120 130 gen/22 feb/22 mar/22 Petrolio Brent, $ Gas naturale TTF, € (destra) Si impenna anche il petrolio, picco esorbitante per il gas (Quotazioni internazionali, dati giornalieri) Nota: dollari per barile, euro per megawattora. Fonte: elaborazioni CSC su dati Thomson Reuters. 5 6 7 8 9 10 11 gen/22 feb/22 mar/22 Grano Mais Cereali: balzo del prezzo del grano (Dati giornalieri, dollari) Fonte: elaborazioni CSC su dati Thomson Reuters.
  • 4. 4 I rialzi sono temporanei o persistenti? 4 ➢ Non si può generalizzare, perché: le condizioni di mercato fisico mondiale sono molto diverse; la durata e l’estensione del conflitto sono difficilmente prevedibili (fattori extra-economici). ➢ Prima del conflitto, si prevedeva che i prezzi di alcune commodity, che avevano seguito il rialzo del petrolio, via speculazione finanziaria, sarebbero calati nel 2022 (alimentari). Lo scenario ora è da rivedere al rialzo. ➢ In altri mercati, i prezzi erano attesi ancora elevati nel 2022, perché i rincari sono stati causati da una effettiva scarsità di offerta nello specifico mercato mondiale, quindi occorre tempo per investimenti in capacità produttiva (metalli, cotone). 90 100 110 120 130 140 150 2019 2020 2021 2022 Non-energy commodities Grains Base Metals Fonte: elaborazioni CSC su dati WB (October 21, 2021). Prezzi delle commodity: previsioni per il 2022 (Price indices in nominal US dollars, 2019=100) 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 2018 2019 2020 2021 2022 2023 Prezzo del Brent atteso in flessione prima del conflitto (Dollari per barile, dati mensili) Da febbraio 2022: previsioni EIA. Fonte: elaborazioni CSC su dati EIA.
  • 5. 5 Impatto dei rincari sull’industria: assorbiti lungo le filiere 5 ➢ I dati ISTAT, per l’aggregato della manifattura, fotografano un forte aumento del costo degli input (+14,4% nel corso del 2021) e margini operativi delle imprese bruscamente colpiti da tali rincari (-2,7%). I margini sono più in sofferenza in specifici settori, che fanno ampio uso delle commodity con i maggiori rincari. ➢ I rincari delle commodity sono enormi (+37,7% da ottobre 2020 a dicembre 2021, per le non energetiche), mentre le imprese italiane stanno riuscendo in modo limitato a ritoccare al rialzo i loro listini, nel contesto di domanda ancora bassa: +18,5% sui beni intermedi, appena +4,1% sui beni di consumo. Perciò, i margini industriali sono sotto pressione soprattutto nei settori più a valle. 70 75 80 85 90 95 100 105 110 115 120 98 99 100 101 102 103 104 105 106 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 Mark-up Prezzi dell'input (destra) Margini delle imprese erosi dal rincaro delle commodity (Manifattura, dati trimestrali) Fonte: elaborazioni CSC su dati Istat. 95 100 105 110 115 120 125 130 135 140 145 150 2018 2019 2020 2021 Prezzi delle commodity (non energetiche, in euro) Prezzi alla produzione dei beni intermedi Prezzi alla produzione dei beni di consumo Prezzi al consumo dei beni (non energetici) Rincari delle commodity assorbiti dalla filiera produttiva (Italia, prezzi dei beni, dati mensili, indici gennaio 2018=100) Fonte: elaborazioni Centro Studi Confindustria su dati ISTAT, Banca mondiale.
  • 6. 6 C’è anche scarsità di materiali 6 ➢ Le imprese devono affrontare anche difficoltà nel reperimento di materiali. Nel 2021 è diventato il principale ostacolo alla produzione. Questi problemi sono dovuti a: ➢ Blocchi della produzione: legati a lockdown locali (soprattutto in Asia), crisi energetica in Cina, etc. ➢ Difficoltà nella logistica: applicazione di protocolli sanitari più stringenti, chiusura canale di Suez e vari porti cinesi, congestione dei porti europei e americani, carenza di navi e container. ➢ Il conflitto in Ucraina peggiora la situazione in Europa, sul fronte della logistica-trasporti e della disponibilità di alcune specifiche commodity (potrebbero essere a rischio: grano, mais, petrolio, gas). 0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 Insufficienza impianti e/o materiali Scarsità manodopera Vincoli finanziari La carenza di input è il primo ostacolo alla produzione (Imprese manifatturiere, in % delle risposte, dati trimestrali) 1 trimestre 2020: stime CSC. Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT.
  • 7. 7 Il rincaro di gas ed elettricità segue altre logiche… 7 ➢ In Europa, il gas è tra le commodity che aveva mostrato un calo limitato nel 2020, mentre di recente è balzato a +489% a febbraio 2022 dal livello pre-crisi, di gran lunga l’incremento maggiore. ➢ Il rincaro è stato dovuto in larga parte a questioni geo-politiche, fin dagli ultimi mesi del 2021, già prima dell’invasione dell’Ucraina a febbraio 2022 (il gas negli USA è «appena» al +108%). ➢ Questo si tira dietro l’aumento del prezzo dell’energia elettrica in Italia, salito a un picco a dicembre 2021 e poi ancor più in alto a marzo 2022: la componente che traina l’elettricità è infatti il balzo del gas, ma è cresciuto anche il prezzo della CO2 sul mercato ETS. 0 50 100 150 200 250 300 350 400 450 gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre gennaio febbraio marzo 2019 2020 2021 2022 Prezzo d'acquisto - PUN (€/MWh) Fonte: elaborazioni CSC su dati GME.
  • 8. 8 … dovute anche al mix energetico italiano 8 ➢ L’Italia ha oggi la quota maggiore, rispetto alle altre economie avanzate, di gas naturale (48%) utilizzato per produrre elettricità (quasi tutto importato). Quindi, è l’economia che ha i maggiori problemi (Germania 16%). ➢ Le rinnovabili (sole, vento) sono cresciute negli ultimi anni, ma possono crescere ancora (al livello della Germania). Il petrolio è usato poco nella generazione elettrica, ma molto per altri scopi (trasporti, etc.). Generazione di elettricità per tipo di fonte energetica (Quote %, dati 2020) Petrolio Gas naturale Carbone Nucleare Idro Rinno- vabili* Altro** USA 0 41 20 19 7 13 0 Giappone 4 35 30 4 8 12 6 UK 0 36 2 16 2 41 2 Germania 1 16 24 11 3 41 4 Italia 3 48 6 0 17 25 1 Spagna 4 27 2 23 11 31 2 Russia 1 45 14 20 20 0 0 Cina 0 3 63 5 17 11 1 India 0 5 72 3 10 10 0 Mondo 3 23 35 10 16 12 1 * Solare, eolico, geotermico, biomasse, altro. ** Include: pumped hydro, rifiuti non rinnovabili, discrepanze statistiche. Fonte: elaborazioni CSC su dati BP (Statistical Review of World Energy). Fonti fossili Altre fonti Avanzati Emergenti Gas Naturale: flusso commerciale verso l'Italia (2020, miliardi di metri cubi) da Liquefied natural gas da Gas by pipeline Qatar 6,8 Russia 19,7 Algeria 2,8 Algeria 11,5 USA 2,1 Altri Europa 8,4 Nigeria 0,2 Norvegia 5,4 Trinidad-Tobago 0,1 Libia 4,2 Altri Africa 0,1 Olanda 1,6 Altri Europa 0,0 Azerbaijan* 0,0 LNG 12,1 Pipeline 50,8 * TAP in funzione da fine 2020. Fonte : elaborazioni CSC su dati BP.
  • 9. 9 Costo dell’energia: insostenibile per le imprese italiane 9 ➢ L’impennata dei prezzi di gas ed elettricità comporta per la manifattura italiana un fortissimo incremento di costi per la fornitura di energia: dagli 8 miliardi circa nel 2019, le stime pre-conflitto indicavano un aumento a 37 miliardi nel 2022. Ai prezzi raggiunti dopo il 24 febbraio, le stime puntano ora a un balzo oltre i 50 miliardi. ➢ Questi livelli dei costi sono insostenibili per le imprese italiane, anche in termini di competitività. Tale situazione minaccia chiusure (temporanee?) di molte aziende industriali. ➢ E le prospettive non sono incoraggianti: il costo dell’elettricità scenderà molto lentamente. Infatti, già prima del conflitto, i future indicavano che il prezzo del gas sarebbe ritornato a livelli normali solo dopo il 2023. ➢ Adesso che si è passati da tensioni geo-politiche a un conflitto aperto tra Ucraina e Russia (da cui proviene il 36% del gas per la UE), l’incertezza su un possibile sentiero futuro del prezzo è cresciuta notevolmente.
  • 10. 10 Inflazione elevata, a rischio le previsioni di ribasso nel 2022 10 ➢ Sia negli USA che nell’Eurozona l’inflazione è salita molto (+6,1% e +5,8% annuo), tre volte la soglia vigilata dalle banche centrali (+2,0%). Negli USA è alta anche l’inflazione al netto di energia e alimentari, la cosiddetta core inflation (+5,2% contro +2,7%). Nell’Eurozona, l’inflazione è più elevata in Germania e Italia (+5,7%) rispetto alla Francia. Ma in Italia la core inflation è stabile ad appena +1,5% a febbraio 2022. ➢ A inizio anno, le previsioni per il 2022 prospettavano un’inflazione italiana in calo, a +2,4%. Anche per l’Eurozona la previsione era di rientro (+2,6%). Con gli ultimi rincari delle commodity, questo scenario potrebbe risultare troppo ottimista. 0,0 1,0 2,0 3,0 4,0 5,0 6,0 7,0 8,0 USA Euro area Spagna Italia Germania Francia Inflazione su valori molto diversi all'interno dell'Eurozona (Var. % a 12 mesi, febbraio 2022) USA, indice PCE, gennaio 2022; Italia, indice NIC; paesi euro, indice HICP. Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT, Eurostat, BEA.
  • 11. 11 Risposte differenziate di politica monetaria 11 ➢ La FED ha già deciso un rapido taglio degli acquisti di titoli (120 miliardi di dollari fino a ottobre, stop a marzo 2022), mossa che ha fatto muovere verso l’alto i tassi USA a lungo termine (+0,6%). E il mercato continua ad attendersi, anche con il conflitto, un ampio rialzo dei tassi ufficiali nel 2022 (da 0-0,25% a 1,50-1,75%). ➢ La BCE, invece, sta tenendo in campo le misure iper-espansive (tassi a zero e acquisti di titoli, a marzo finiranno solo quelli «emergenziali»): giudica in gran parte temporanea la fiammata dell’inflazione nell’area, sebbene più persistente di quanto atteso. Un rialzo dei tassi ufficiali nell’Eurozona non era previsto nel 2022. L’impatto sui prezzi, ma anche sul PIL, del conflitto in Ucraina potrebbe indurla a ripensare alle sue decisioni. 0% 5% 10% 15% 20% 25% 30% 35% Fonte: elaborazioni CSC su dati CME (dati del 7 marzo 2022). I mercati si attendono ancora un ampio rialzo dei tassi FED nel 2022 (USA, probabilità per il tasso FED nella riunione del dicembre 2022, in %)