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Dichiarazione finale

Il coinvolgimento delle parti sociali e della società civile organizzata nell'ambito della strategia
Europa 2020

Dichiarazione di Bruxelles - 16 settembre 2010

I Presidenti e i Segretari generali dei consigli economici e sociali (CES) degli Stati membri e del
Comitato economico e sociale europeo, riuniti a Bruxelles il 16 settembre 2010, hanno elaborato una
riflessione comune sul coinvolgimento delle parti sociali e delle altre organizzazioni rappresentative
della società civile nell'ambito della nuova strategia Europa 2020 dell'UE e hanno adottato la
presente dichiarazione. Quest'ultima integra e approfondisce tutta una serie di contributi del CESE e
dei diversi CES nazionali che figurano, in particolare, nella relazione integrata del marzo 2010
presentata all'ultimo Consiglio europeo di primavera. La presente dichiarazione si basa sulle risposte
date in un questionario inviato ai Presidenti e ai Segretari generali in merito al coinvolgimento della
società civile e delle parti sociali nella strategia Europa 2020.

1.      Un quadro contraddistinto dalla crisi e da sfide di grande rilievo

1.1     Il quadro economico congiunturale non si è ancora stabilizzato. La recessione non riguarda
        più soltanto i settori bancario e finanziario, ma si è trasformata in una profonda crisi
        economica e sociale alla quale si accompagnano una crescita stentata, la perdita di numerosi
        posti di lavoro e le difficoltà di bilancio di alcuni Stati membri. I Presidenti e i Segretari
        generali esprimono tutta la loro preoccupazione per la situazione sul fronte del mercato del
        lavoro, tuttora caratterizzata da vive tensioni, e per le ripercussioni economiche e sociali della
        crisi, che seguitano a gravare sulle imprese e sui lavoratori.

1.2     In questa fase in cui l'Unione europea attraversa una crisi che non ha precedenti dalla Seconda
        guerra mondiale, i cittadini dell'UE si trovano ad affrontare sfide a lungo termine di grande
        rilievo, come ad esempio - per citarne solo alcune - la globalizzazione dell'economia, la
        creazione di nuovi e migliori posti di lavoro, il rafforzamento della coesione sociale, il
        miglioramento del mercato interno, la politica energetica e il cambiamento climatico, le
        trasformazioni demografiche e la migrazione.

1.3     È evidente che ogni Stato membro conserva le sue particolari caratteristiche e che gli effetti
        della recessione sono più o meno gravi a seconda dei paesi. Malgrado ciò, i Presidenti e i
        Segretari generali si dichiarano convinti che tanto le sfide attuali quanto quelle future
        riguardino l'intera UE e che esse potranno essere raccolte e vinte soltanto insieme, ossia grazie
        allo sforzo congiunto di tutti i popoli dell'Unione.




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2.    La strategia Europa 2020 al centro del progetto europeo

2.1   Nonostante il contesto attuale, i Presidenti e i Segretari generali esprimono la convinzione che
      la costruzione europea debba, oggi più che mai, proporsi come un progetto positivo, capace di
      suscitare entusiasmo e proiettato verso il futuro per i popoli che compongono l'UE e per quelli
      che aspirano a farne parte.

2.2   In occasione del Consiglio europeo del giugno 2010, l'Unione europea ha adottato un nuovo
      quadro generale per l'attuazione, nei prossimi dieci anni, delle riforme in campo economico,
      sociale e ambientale. Sono stati definiti cinque obiettivi principali per far progredire l'UE,
      nell'arco del prossimo decennio, nei settori dell'occupazione, dell'innovazione e della ricerca e
      sviluppo, del cambiamento climatico e dell'energia, dell'istruzione e, infine, della riduzione
      della povertà. La nuova strategia impone agli Stati membri di assumersi maggiori
      responsabilità, poiché essi si sono impegnati a fissare degli obiettivi nazionali che - tenuto
      conto delle rispettive condizioni di partenza - determineranno il contributo di ciascuno di essi
      alla realizzazione degli obiettivi principali dell'Unione. La governance verrà rafforzata: il
      Consiglio europeo fungerà da cabina di regia della strategia e i passi in avanti verso il
      conseguimento degli obiettivi principali saranno valutati con cadenza periodica.

3.    La strategia di Lisbona: dieci anni di esperienze nel campo della partecipazione

3.1   Se è vero che le relazioni tra le parti sociali, la partecipazione della società civile organizzata
      e l'architettura delle strutture incaricate delle decisioni politiche possono essere molto diverse
      da uno Stato membro all'altro, in generale le attività svolte dai CES nazionali appaiono
      sempre più correlate alla problematica dell'integrazione europea e alle scadenze stabilite nel
      quadro di tale processo.

3.2   Per le parti sociali e le altre organizzazioni rappresentative della società civile, trovare una
      collocazione in una strategia complessa e di vasta portata come la strategia di Lisbona è stata
      una sfida. I CES nazionali, ognuno servendosi dei propri strumenti e in base alle proprie
      modalità di funzionamento, si sono adoperati senza riserve per partecipare alla strategia di
      Lisbona, benché con risultati ancora disomogenei da un paese all'altro.

3.3   I Presidenti e i Segretari generali intendono sottolineare il notevole contributo dato
      dall'istituzione dell'Osservatorio della strategia di Lisbona del CESE. Questo organo del
      Comitato, che riunisce periodicamente i CES degli Stati membri per esaminare questioni
      connesse alla strategia di Lisbona, ha rappresentato uno strumento di particolare rilievo per lo
      scambio di informazioni e di pratiche tra gli stessi CES nazionali in materia di titolarità della
      strategia. I Presidenti e i Segretari generali auspicano quindi che questo strumento di
      cooperazione continui a sviluppare le sue attività adeguandole alla nuova strategia Europa 2020.

3.4   Tuttavia, malgrado gli sforzi e i progressi fin qui compiuti, i Presidenti e i Segretari generali
      sono del parere che la strategia di Lisbona sia rimasta in larga misura sconosciuta al pubblico.


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      Il tentativo di mobilitare l'insieme della società intorno agli obiettivi della strategia si è
      scontrato con grandi difficoltà, il che si è tradotto, in generale, in un coinvolgimento
      insufficiente delle parti sociali e delle altre organizzazioni rappresentative della società civile.

3.5   Alla luce dell'esperienza maturata in un decennio di attuazione della strategia di Lisbona, i
      Presidenti e i Segretari generali pongono l'accento sull'esigenza imprescindibile di accrescere
      la legittimità e la visibilità della strategia per la crescita e l'occupazione. È inoltre necessario
      rafforzare - nel quadro dell'economia sociale di mercato e a livello sia nazionale che dell'UE -
      le piattaforme di informazione, di consultazione, di concertazione e/o di negoziazione di cui i
      CES degli Stati membri fanno, in misura diversa, parte affinché la sensibilizzazione delle
      varie componenti della società alle sfide da affrontare e la loro partecipazione a un tale
      processo si realizzino in modo efficace e democratico. Occorre mettere a frutto il potenziale
      offerto dalla costruzione europea, non per definire un modello sociale europeo unico da
      sostituire a quelli nazionali, ma per aumentare le capacità di adattamento di questi ultimi e per
      tutelare i singoli cittadini da rischi che essi non sono in grado di assumere da soli.

4.    Strategia Europa 2020: è necessaria una maggiore partecipazione

4.1   Nel momento in cui l'Unione europea avvia l'attuazione di una nuova strategia di sviluppo
      economico, sociale ed ambientale per il prossimo decennio, i Presidenti e i Segretari generali
      sottolineano l'esigenza inderogabile di dotarsi, nel quadro di tale strategia, di una governance
      che garantisca un più forte coinvolgimento delle parti sociali e delle altre organizzazioni
      rappresentative della società civile, per dare una risposta concreta e immediata all'entrata in
      vigore del Trattato di Lisbona, con particolare riferimento ai paragrafi da 1 a 3 dell'articolo 11
      del Trattato.

4.2   Per conseguire gli obiettivi che l'UE si è prefissa, è necessario che le imprese, i lavoratori e i
      cittadini europei in generale, come pure le organizzazioni e le istituzioni che li rappresentano,
      agiscano in qualità di soggetti concreti e pertinenti del processo di convergenza e di
      integrazione innescato dai cantieri politici di vaste proporzioni che sono stati aperti nei settori
      delle riforme socioeconomiche e dello sviluppo sostenibile.

      I Presidenti e i Segretari generali accolgono con favore le considerazioni della presidenza
      belga del Consiglio Occupazione, formulate in seguito al Consiglio informale dei ministri del
      Lavoro dell'8 luglio 2010, che confermano tra l'altro la necessità di un coinvolgimento più
      forte ed effettivo delle parti sociali nella realizzazione della strategia Europa 2020 sia a livello
      europeo che nazionale.

4.3   L'attuazione delle politiche previste dalla strategia Europa 2020 dovrebbe servire a migliorare
      le condizioni di vita di tutti i cittadini dell'Unione europea. Per essere comprese e approvate
      dall'opinione pubblica, le riforme che discendono dall'applicazione di tali politiche devono, da
      un lato, inscriversi in un quadro europeo solido e, dall'altro, fondarsi su un modello




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      equilibrato di cooperazione tra l'insieme delle componenti della società e delle parti in causa,
      a tutti i livelli del processo decisionale.

4.4   Il dialogo sociale, il dialogo macroeconomico e, più in generale, il dialogo con la società
      civile sono altrettante componenti essenziali di una strategia ben calibrata volta al
      conseguimento degli obiettivi fissati, sul piano sia delle riforme strutturali che delle politiche
      macroeconomiche. Occorre in sostanza soddisfare, mediante modalità di interazione elaborate
      soprattutto in sede di CES nazionali, le esigenze di un'economia efficiente e globalizzata,
      come pure la richiesta dei cittadini europei di beneficiare di posti di lavoro di qualità, di un
      ambiente di vita sano e gradevole e di tutti gli altri vettori di integrazione socioeconomica.

4.5   Il dialogo deve essere portato avanti a tutti i livelli: europeo, nazionale, regionale e locale.
      Un coordinamento ottimale delle politiche tra i diversi piani - internazionale, delle istituzioni
      UE e nazionale - è di primaria importanza per la riuscita della strategia. Occorre un costante
      affinamento delle interfacce tra la dimensione europea e quella nazionale. Se è vero che le
      consultazioni pubbliche, di portata nazionale o allargata all'intera UE, rappresentano un
      innegabile progresso, esse presentano però lo svantaggio di mettere sullo stesso piano i singoli
      individui, talune organizzazioni non democraticamente elette e gli organismi la cui azione è
      fondata su una legittimità democratica.

4.6   Sebbene il dialogo sociale europeo sia riconosciuto dalle disposizioni del Trattato, nella pratica
      il suo ruolo deve essere rafforzato in tutte le varie fasi del processo istituzionale. I punti di vista
      delle parti sociali dovrebbero essere considerati importanti sia nella definizione che
      nell'attuazione di politiche fondate su raccomandazioni e su forme di coordinamento. La loro
      consultazione rimane limitata nel quadro dei metodi aperti di coordinamento adottati dalla
      Commissione per le politiche sociali, segnatamente in materia di pensioni o di politiche
      occupazionali, fatta eccezione per il vertice sociale tripartito, per il quale sarebbe necessario
      ricercare un più adeguato coordinamento con le iniziative messe in campo dal Presidente del
      Consiglio europeo.

4.7   La strategia Europa 2020 introduce nuovi principi di governance che impongono a tutte le
      parti una giusta valutazione e comprensione dell'approccio dell'UE, ma anche delle differenze
      nazionali e regionali. Queste differenze dovranno d'ora in poi essere tenute in maggiore
      considerazione e andranno inquadrate in modo più adeguato da tutte le sfere decisionali,
      mediante il coinvolgimento dell'insieme degli attori interessati e grazie ad un coordinamento
      delle iniziative intraprese da questi ultimi. In questo senso, la definizione di obiettivi nazionali
      coerenti con gli orientamenti stabiliti dall'Unione europea dovrebbe risolvere alcuni di questi
      problemi e rimediare a tutta una serie di carenze registrate in passato.

4.8   I Presidenti e i Segretari generali esortano a un migliore coordinamento tra le dinamiche
      innescate dai programmi nazionali di riforma e i piani di stabilità e di crescita, che porti d'ora
      in poi a una partecipazione più adeguata delle parti sociali e delle altre organizzazioni
      rappresentative della società civile alle varie procedure di consultazione.


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5.    Vie per rafforzare la partecipazione

5.1   L'attività svolta dal CESE e dai CES nazionali nell'ambito dell'Osservatorio della strategia di
      Lisbona e del lavoro preparatorio alla presente dichiarazione dimostra che, al di là delle
      differenze esistenti tra i vari Stati membri, è possibile individuare taluni fattori comuni in
      grado di promuovere, o addirittura di condizionare, il coinvolgimento delle parti sociali e
      delle altre organizzazioni rappresentative della società civile nell'attuazione delle politiche
      europee.

      Questi fattori comuni vengono presentati brevemente qui di seguito:

      −   La chiarezza e la leggibilità della strategia dell'UE

5.2   I Presidenti e i Segretari generali insistono in particolare sull'importanza di adoperarsi per
      quanto possibile perché le politiche europee siano chiare e comprensibili. Oggi, infatti, la
      strategia attuata dall'UE si contraddistingue per la sua elevata complessità, tanto sul piano
      normativo quanto su quello istituzionale: una maggiore chiarezza delle politiche e degli
      strumenti messi in campo per attuarle costituisce il presupposto indispensabile di un'autentica
      e concreta titolarità degli obiettivi della nuova strategia. Inoltre, un'accresciuta trasparenza e
      un più stretto coordinamento delle discussioni che si svolgono in sede, ad esempio, di comitati
      europei (comitato di politica economica - CPE, comitato economico e finanziario, comitato
      per la protezione sociale e comitato per l'occupazione) non possono che rafforzare la
      legittimità delle istituzioni dell'Unione europea.

      −   Il coinvolgimento sistematico dei CES nella strategia

5.3   Diversi CES nazionali partecipano già, nei rispettivi paesi, a gran parte delle attività previste
      dalla rete istituzionale nel campo delle consultazioni e/o della concertazione sociali sulle
      tematiche europee, in base a procedure stabilite per legge oppure con modalità ad hoc e/o
      specifiche a seconda dei casi. Taluni CES privilegiano canali di dialogo formale o informale
      con le autorità pubbliche, in particolare con il coordinatore nazionale per la strategia di
      Lisbona; altri, invece, hanno coinvolto i soggetti interessati nel lavoro svolto da un
      osservatorio dello sviluppo sostenibile. In alcuni casi vengono periodicamente organizzate
      audizioni informali con ministri, delegazioni di parlamentari, funzionari della Rappresentanza
      permanente dello Stato membro in questione presso l'Unione europea, nonché con i
      rappresentanti nazionali presso i comitati europei o con funzionari di uffici ministeriali.
      Queste diverse forme di partecipazione dei consigli economici e sociali fanno parte dei
      sistemi esistenti di partecipazione e consultazione dei partner economici e sociali.

5.4   Nel quadro dei sistemi di partecipazione e di consultazione, nell'ambito dei quali i CES
      svolgono le loro funzioni, e tenendo conto della diversità delle modalità di tale partecipazione,
      i Presidenti e i Segretari generali dei CES nazionali desiderano ribadire la loro volontà di


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      partecipare, in conformità con le loro competenze specifiche e con le prassi in vigore in
      ciascun paese, all'elaborazione delle prese di posizione politiche sostenute dai rispettivi paesi
      sulla scena europea e ai meccanismi di applicazione delle normative europee. Ciò è
      particolarmente necessario in relazione alle diverse procedure di coordinamento previste dai
      piani nazionali di riforma, dagli indirizzi di massima per le politiche economiche degli Stati
      membri e dagli orientamenti in materia di occupazione, nonché in relazione al metodo aperto
      di coordinamento per le questioni sociali.

      −   L'accesso alle informazioni

5.5   Una delle richieste ricorrenti è che i CES siano informati tempestivamente circa le questioni,
      le iniziative e le valutazioni attinenti alla strategia Europa 2020. Il buon funzionamento della
      comunicazione consentirebbe infatti alle parti in causa di difendere i loro interessi o di
      intervenire sull'orientamento dei testi fin dalle prime fasi del processo di consultazione.

      −   L'organizzazione di un autentico dialogo con le parti sociali e la società civile
          organizzata

5.6   L'organizzazione da parte delle autorità pubbliche di un vero e proprio dialogo nelle fasi più
      importanti della strategia, in modo da consentire ai CES nazionali di incidere sul processo
      decisionale relativo alle politiche, rappresenta inoltre un fattore essenziale per promuovere la
      partecipazione dei soggetti interessati dalla strategia stessa. È altresì necessario favorire un
      atteggiamento globale di apertura verso il contributo offerto dai pareri dei CES nazionali al
      fine di incoraggiarne il coinvolgimento.

      −   La definizione di scadenze realistiche per il processo di consultazione

5.7   Non solo i CES nazionali spesso conoscono poco e male il calendario delle attività previste
      nell'ambito delle istituzioni UE, ma le scadenze stabilite per le consultazioni sono troppo
      brevi perché i CES siano in grado di intervenire nelle procedure nel rispetto dei termini loro
      imposti. I Presidenti e i Segretari generali dei CES fanno osservare che, al fine di garantire un
      autentico coinvolgimento delle istituzioni che essi rappresentano, è fondamentale poter
      esaminare i testi nella versione preliminare, prima che vengano adottati dalle autorità
      politiche, per poter offrire in tempo utile un contributo alla redazione di tali documenti.

      −   Lo scambio di informazioni e di pratiche tra i CES

5.8   I CES nazionali pongono l'accento sull'interesse di uno scambio reciproco di esperienze e di
      pratiche per quanto riguarda la loro partecipazione all'attuazione delle politiche europee.
      L'importanza di strumenti quali l'attuale Osservatorio della strategia di Lisbona del CESE e
      CESlink deve essere conformata al nuovo sistema di governance della strategia. I contributi
      dei CES nazionali, nei quali vengono illustrate in sintesi le difficoltà incontrate nell'attuazione
      della strategia di Lisbona, le buone pratiche adottate e le proposte avanzate in materia di


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        titolarità, rappresentano un'importante fonte di informazioni e saranno consultabili online
        tramite il portale CESlink.



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                                                *         *



I Presidenti e i Segretari generali sostengono pienamente i diversi approcci qui proposti per rafforzare
il coinvolgimento delle parti sociali e delle altre organizzazioni rappresentative della società civile
nell'attuazione della strategia Europa 2020 e ribadiscono il loro appoggio all'istituzione, all'interno del
CESE, di una struttura ispirata all'Osservatorio della strategia di Lisbona, adeguata però alle esigenze
della nuova strategia. Lo scambio di informazioni realizzato nel quadro di questa struttura
consentirebbe, nel lungo periodo, di descrivere in maniera più dettagliata le iniziative intraprese dalle
parti sociali e dalle altre organizzazioni rappresentative della società civile nei diversi paesi e quindi
di far conoscere ancora meglio la loro partecipazione alla nuova strategia Europa 2020.

                                             _____________




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Dichiarazione finale

  • 1. Dichiarazione finale Il coinvolgimento delle parti sociali e della società civile organizzata nell'ambito della strategia Europa 2020 Dichiarazione di Bruxelles - 16 settembre 2010 I Presidenti e i Segretari generali dei consigli economici e sociali (CES) degli Stati membri e del Comitato economico e sociale europeo, riuniti a Bruxelles il 16 settembre 2010, hanno elaborato una riflessione comune sul coinvolgimento delle parti sociali e delle altre organizzazioni rappresentative della società civile nell'ambito della nuova strategia Europa 2020 dell'UE e hanno adottato la presente dichiarazione. Quest'ultima integra e approfondisce tutta una serie di contributi del CESE e dei diversi CES nazionali che figurano, in particolare, nella relazione integrata del marzo 2010 presentata all'ultimo Consiglio europeo di primavera. La presente dichiarazione si basa sulle risposte date in un questionario inviato ai Presidenti e ai Segretari generali in merito al coinvolgimento della società civile e delle parti sociali nella strategia Europa 2020. 1. Un quadro contraddistinto dalla crisi e da sfide di grande rilievo 1.1 Il quadro economico congiunturale non si è ancora stabilizzato. La recessione non riguarda più soltanto i settori bancario e finanziario, ma si è trasformata in una profonda crisi economica e sociale alla quale si accompagnano una crescita stentata, la perdita di numerosi posti di lavoro e le difficoltà di bilancio di alcuni Stati membri. I Presidenti e i Segretari generali esprimono tutta la loro preoccupazione per la situazione sul fronte del mercato del lavoro, tuttora caratterizzata da vive tensioni, e per le ripercussioni economiche e sociali della crisi, che seguitano a gravare sulle imprese e sui lavoratori. 1.2 In questa fase in cui l'Unione europea attraversa una crisi che non ha precedenti dalla Seconda guerra mondiale, i cittadini dell'UE si trovano ad affrontare sfide a lungo termine di grande rilievo, come ad esempio - per citarne solo alcune - la globalizzazione dell'economia, la creazione di nuovi e migliori posti di lavoro, il rafforzamento della coesione sociale, il miglioramento del mercato interno, la politica energetica e il cambiamento climatico, le trasformazioni demografiche e la migrazione. 1.3 È evidente che ogni Stato membro conserva le sue particolari caratteristiche e che gli effetti della recessione sono più o meno gravi a seconda dei paesi. Malgrado ciò, i Presidenti e i Segretari generali si dichiarano convinti che tanto le sfide attuali quanto quelle future riguardino l'intera UE e che esse potranno essere raccolte e vinte soltanto insieme, ossia grazie allo sforzo congiunto di tutti i popoli dell'Unione. R/CESE 1063/2010 fin FR/EN-COS/STO/Mar/STO/Cos/cp/cl …/… IT
  • 2. -2- 2. La strategia Europa 2020 al centro del progetto europeo 2.1 Nonostante il contesto attuale, i Presidenti e i Segretari generali esprimono la convinzione che la costruzione europea debba, oggi più che mai, proporsi come un progetto positivo, capace di suscitare entusiasmo e proiettato verso il futuro per i popoli che compongono l'UE e per quelli che aspirano a farne parte. 2.2 In occasione del Consiglio europeo del giugno 2010, l'Unione europea ha adottato un nuovo quadro generale per l'attuazione, nei prossimi dieci anni, delle riforme in campo economico, sociale e ambientale. Sono stati definiti cinque obiettivi principali per far progredire l'UE, nell'arco del prossimo decennio, nei settori dell'occupazione, dell'innovazione e della ricerca e sviluppo, del cambiamento climatico e dell'energia, dell'istruzione e, infine, della riduzione della povertà. La nuova strategia impone agli Stati membri di assumersi maggiori responsabilità, poiché essi si sono impegnati a fissare degli obiettivi nazionali che - tenuto conto delle rispettive condizioni di partenza - determineranno il contributo di ciascuno di essi alla realizzazione degli obiettivi principali dell'Unione. La governance verrà rafforzata: il Consiglio europeo fungerà da cabina di regia della strategia e i passi in avanti verso il conseguimento degli obiettivi principali saranno valutati con cadenza periodica. 3. La strategia di Lisbona: dieci anni di esperienze nel campo della partecipazione 3.1 Se è vero che le relazioni tra le parti sociali, la partecipazione della società civile organizzata e l'architettura delle strutture incaricate delle decisioni politiche possono essere molto diverse da uno Stato membro all'altro, in generale le attività svolte dai CES nazionali appaiono sempre più correlate alla problematica dell'integrazione europea e alle scadenze stabilite nel quadro di tale processo. 3.2 Per le parti sociali e le altre organizzazioni rappresentative della società civile, trovare una collocazione in una strategia complessa e di vasta portata come la strategia di Lisbona è stata una sfida. I CES nazionali, ognuno servendosi dei propri strumenti e in base alle proprie modalità di funzionamento, si sono adoperati senza riserve per partecipare alla strategia di Lisbona, benché con risultati ancora disomogenei da un paese all'altro. 3.3 I Presidenti e i Segretari generali intendono sottolineare il notevole contributo dato dall'istituzione dell'Osservatorio della strategia di Lisbona del CESE. Questo organo del Comitato, che riunisce periodicamente i CES degli Stati membri per esaminare questioni connesse alla strategia di Lisbona, ha rappresentato uno strumento di particolare rilievo per lo scambio di informazioni e di pratiche tra gli stessi CES nazionali in materia di titolarità della strategia. I Presidenti e i Segretari generali auspicano quindi che questo strumento di cooperazione continui a sviluppare le sue attività adeguandole alla nuova strategia Europa 2020. 3.4 Tuttavia, malgrado gli sforzi e i progressi fin qui compiuti, i Presidenti e i Segretari generali sono del parere che la strategia di Lisbona sia rimasta in larga misura sconosciuta al pubblico. R/CESE 1063/2010 fin FR/EN-COS/STO/Mar/STO/Cos/cp …/…
  • 3. -3- Il tentativo di mobilitare l'insieme della società intorno agli obiettivi della strategia si è scontrato con grandi difficoltà, il che si è tradotto, in generale, in un coinvolgimento insufficiente delle parti sociali e delle altre organizzazioni rappresentative della società civile. 3.5 Alla luce dell'esperienza maturata in un decennio di attuazione della strategia di Lisbona, i Presidenti e i Segretari generali pongono l'accento sull'esigenza imprescindibile di accrescere la legittimità e la visibilità della strategia per la crescita e l'occupazione. È inoltre necessario rafforzare - nel quadro dell'economia sociale di mercato e a livello sia nazionale che dell'UE - le piattaforme di informazione, di consultazione, di concertazione e/o di negoziazione di cui i CES degli Stati membri fanno, in misura diversa, parte affinché la sensibilizzazione delle varie componenti della società alle sfide da affrontare e la loro partecipazione a un tale processo si realizzino in modo efficace e democratico. Occorre mettere a frutto il potenziale offerto dalla costruzione europea, non per definire un modello sociale europeo unico da sostituire a quelli nazionali, ma per aumentare le capacità di adattamento di questi ultimi e per tutelare i singoli cittadini da rischi che essi non sono in grado di assumere da soli. 4. Strategia Europa 2020: è necessaria una maggiore partecipazione 4.1 Nel momento in cui l'Unione europea avvia l'attuazione di una nuova strategia di sviluppo economico, sociale ed ambientale per il prossimo decennio, i Presidenti e i Segretari generali sottolineano l'esigenza inderogabile di dotarsi, nel quadro di tale strategia, di una governance che garantisca un più forte coinvolgimento delle parti sociali e delle altre organizzazioni rappresentative della società civile, per dare una risposta concreta e immediata all'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, con particolare riferimento ai paragrafi da 1 a 3 dell'articolo 11 del Trattato. 4.2 Per conseguire gli obiettivi che l'UE si è prefissa, è necessario che le imprese, i lavoratori e i cittadini europei in generale, come pure le organizzazioni e le istituzioni che li rappresentano, agiscano in qualità di soggetti concreti e pertinenti del processo di convergenza e di integrazione innescato dai cantieri politici di vaste proporzioni che sono stati aperti nei settori delle riforme socioeconomiche e dello sviluppo sostenibile. I Presidenti e i Segretari generali accolgono con favore le considerazioni della presidenza belga del Consiglio Occupazione, formulate in seguito al Consiglio informale dei ministri del Lavoro dell'8 luglio 2010, che confermano tra l'altro la necessità di un coinvolgimento più forte ed effettivo delle parti sociali nella realizzazione della strategia Europa 2020 sia a livello europeo che nazionale. 4.3 L'attuazione delle politiche previste dalla strategia Europa 2020 dovrebbe servire a migliorare le condizioni di vita di tutti i cittadini dell'Unione europea. Per essere comprese e approvate dall'opinione pubblica, le riforme che discendono dall'applicazione di tali politiche devono, da un lato, inscriversi in un quadro europeo solido e, dall'altro, fondarsi su un modello R/CESE 1063/2010 fin FR/EN-COS/STO/Mar/STO/Cos/cp …/…
  • 4. -4- equilibrato di cooperazione tra l'insieme delle componenti della società e delle parti in causa, a tutti i livelli del processo decisionale. 4.4 Il dialogo sociale, il dialogo macroeconomico e, più in generale, il dialogo con la società civile sono altrettante componenti essenziali di una strategia ben calibrata volta al conseguimento degli obiettivi fissati, sul piano sia delle riforme strutturali che delle politiche macroeconomiche. Occorre in sostanza soddisfare, mediante modalità di interazione elaborate soprattutto in sede di CES nazionali, le esigenze di un'economia efficiente e globalizzata, come pure la richiesta dei cittadini europei di beneficiare di posti di lavoro di qualità, di un ambiente di vita sano e gradevole e di tutti gli altri vettori di integrazione socioeconomica. 4.5 Il dialogo deve essere portato avanti a tutti i livelli: europeo, nazionale, regionale e locale. Un coordinamento ottimale delle politiche tra i diversi piani - internazionale, delle istituzioni UE e nazionale - è di primaria importanza per la riuscita della strategia. Occorre un costante affinamento delle interfacce tra la dimensione europea e quella nazionale. Se è vero che le consultazioni pubbliche, di portata nazionale o allargata all'intera UE, rappresentano un innegabile progresso, esse presentano però lo svantaggio di mettere sullo stesso piano i singoli individui, talune organizzazioni non democraticamente elette e gli organismi la cui azione è fondata su una legittimità democratica. 4.6 Sebbene il dialogo sociale europeo sia riconosciuto dalle disposizioni del Trattato, nella pratica il suo ruolo deve essere rafforzato in tutte le varie fasi del processo istituzionale. I punti di vista delle parti sociali dovrebbero essere considerati importanti sia nella definizione che nell'attuazione di politiche fondate su raccomandazioni e su forme di coordinamento. La loro consultazione rimane limitata nel quadro dei metodi aperti di coordinamento adottati dalla Commissione per le politiche sociali, segnatamente in materia di pensioni o di politiche occupazionali, fatta eccezione per il vertice sociale tripartito, per il quale sarebbe necessario ricercare un più adeguato coordinamento con le iniziative messe in campo dal Presidente del Consiglio europeo. 4.7 La strategia Europa 2020 introduce nuovi principi di governance che impongono a tutte le parti una giusta valutazione e comprensione dell'approccio dell'UE, ma anche delle differenze nazionali e regionali. Queste differenze dovranno d'ora in poi essere tenute in maggiore considerazione e andranno inquadrate in modo più adeguato da tutte le sfere decisionali, mediante il coinvolgimento dell'insieme degli attori interessati e grazie ad un coordinamento delle iniziative intraprese da questi ultimi. In questo senso, la definizione di obiettivi nazionali coerenti con gli orientamenti stabiliti dall'Unione europea dovrebbe risolvere alcuni di questi problemi e rimediare a tutta una serie di carenze registrate in passato. 4.8 I Presidenti e i Segretari generali esortano a un migliore coordinamento tra le dinamiche innescate dai programmi nazionali di riforma e i piani di stabilità e di crescita, che porti d'ora in poi a una partecipazione più adeguata delle parti sociali e delle altre organizzazioni rappresentative della società civile alle varie procedure di consultazione. R/CESE 1063/2010 fin FR/EN-COS/STO/Mar/STO/Cos/cp …/…
  • 5. -5- 5. Vie per rafforzare la partecipazione 5.1 L'attività svolta dal CESE e dai CES nazionali nell'ambito dell'Osservatorio della strategia di Lisbona e del lavoro preparatorio alla presente dichiarazione dimostra che, al di là delle differenze esistenti tra i vari Stati membri, è possibile individuare taluni fattori comuni in grado di promuovere, o addirittura di condizionare, il coinvolgimento delle parti sociali e delle altre organizzazioni rappresentative della società civile nell'attuazione delle politiche europee. Questi fattori comuni vengono presentati brevemente qui di seguito: − La chiarezza e la leggibilità della strategia dell'UE 5.2 I Presidenti e i Segretari generali insistono in particolare sull'importanza di adoperarsi per quanto possibile perché le politiche europee siano chiare e comprensibili. Oggi, infatti, la strategia attuata dall'UE si contraddistingue per la sua elevata complessità, tanto sul piano normativo quanto su quello istituzionale: una maggiore chiarezza delle politiche e degli strumenti messi in campo per attuarle costituisce il presupposto indispensabile di un'autentica e concreta titolarità degli obiettivi della nuova strategia. Inoltre, un'accresciuta trasparenza e un più stretto coordinamento delle discussioni che si svolgono in sede, ad esempio, di comitati europei (comitato di politica economica - CPE, comitato economico e finanziario, comitato per la protezione sociale e comitato per l'occupazione) non possono che rafforzare la legittimità delle istituzioni dell'Unione europea. − Il coinvolgimento sistematico dei CES nella strategia 5.3 Diversi CES nazionali partecipano già, nei rispettivi paesi, a gran parte delle attività previste dalla rete istituzionale nel campo delle consultazioni e/o della concertazione sociali sulle tematiche europee, in base a procedure stabilite per legge oppure con modalità ad hoc e/o specifiche a seconda dei casi. Taluni CES privilegiano canali di dialogo formale o informale con le autorità pubbliche, in particolare con il coordinatore nazionale per la strategia di Lisbona; altri, invece, hanno coinvolto i soggetti interessati nel lavoro svolto da un osservatorio dello sviluppo sostenibile. In alcuni casi vengono periodicamente organizzate audizioni informali con ministri, delegazioni di parlamentari, funzionari della Rappresentanza permanente dello Stato membro in questione presso l'Unione europea, nonché con i rappresentanti nazionali presso i comitati europei o con funzionari di uffici ministeriali. Queste diverse forme di partecipazione dei consigli economici e sociali fanno parte dei sistemi esistenti di partecipazione e consultazione dei partner economici e sociali. 5.4 Nel quadro dei sistemi di partecipazione e di consultazione, nell'ambito dei quali i CES svolgono le loro funzioni, e tenendo conto della diversità delle modalità di tale partecipazione, i Presidenti e i Segretari generali dei CES nazionali desiderano ribadire la loro volontà di R/CESE 1063/2010 fin FR/EN-COS/STO/Mar/STO/Cos/cp …/…
  • 6. -6- partecipare, in conformità con le loro competenze specifiche e con le prassi in vigore in ciascun paese, all'elaborazione delle prese di posizione politiche sostenute dai rispettivi paesi sulla scena europea e ai meccanismi di applicazione delle normative europee. Ciò è particolarmente necessario in relazione alle diverse procedure di coordinamento previste dai piani nazionali di riforma, dagli indirizzi di massima per le politiche economiche degli Stati membri e dagli orientamenti in materia di occupazione, nonché in relazione al metodo aperto di coordinamento per le questioni sociali. − L'accesso alle informazioni 5.5 Una delle richieste ricorrenti è che i CES siano informati tempestivamente circa le questioni, le iniziative e le valutazioni attinenti alla strategia Europa 2020. Il buon funzionamento della comunicazione consentirebbe infatti alle parti in causa di difendere i loro interessi o di intervenire sull'orientamento dei testi fin dalle prime fasi del processo di consultazione. − L'organizzazione di un autentico dialogo con le parti sociali e la società civile organizzata 5.6 L'organizzazione da parte delle autorità pubbliche di un vero e proprio dialogo nelle fasi più importanti della strategia, in modo da consentire ai CES nazionali di incidere sul processo decisionale relativo alle politiche, rappresenta inoltre un fattore essenziale per promuovere la partecipazione dei soggetti interessati dalla strategia stessa. È altresì necessario favorire un atteggiamento globale di apertura verso il contributo offerto dai pareri dei CES nazionali al fine di incoraggiarne il coinvolgimento. − La definizione di scadenze realistiche per il processo di consultazione 5.7 Non solo i CES nazionali spesso conoscono poco e male il calendario delle attività previste nell'ambito delle istituzioni UE, ma le scadenze stabilite per le consultazioni sono troppo brevi perché i CES siano in grado di intervenire nelle procedure nel rispetto dei termini loro imposti. I Presidenti e i Segretari generali dei CES fanno osservare che, al fine di garantire un autentico coinvolgimento delle istituzioni che essi rappresentano, è fondamentale poter esaminare i testi nella versione preliminare, prima che vengano adottati dalle autorità politiche, per poter offrire in tempo utile un contributo alla redazione di tali documenti. − Lo scambio di informazioni e di pratiche tra i CES 5.8 I CES nazionali pongono l'accento sull'interesse di uno scambio reciproco di esperienze e di pratiche per quanto riguarda la loro partecipazione all'attuazione delle politiche europee. L'importanza di strumenti quali l'attuale Osservatorio della strategia di Lisbona del CESE e CESlink deve essere conformata al nuovo sistema di governance della strategia. I contributi dei CES nazionali, nei quali vengono illustrate in sintesi le difficoltà incontrate nell'attuazione della strategia di Lisbona, le buone pratiche adottate e le proposte avanzate in materia di R/CESE 1063/2010 fin FR/EN-COS/STO/Mar/STO/Cos/cp …/…
  • 7. -7- titolarità, rappresentano un'importante fonte di informazioni e saranno consultabili online tramite il portale CESlink. * * * I Presidenti e i Segretari generali sostengono pienamente i diversi approcci qui proposti per rafforzare il coinvolgimento delle parti sociali e delle altre organizzazioni rappresentative della società civile nell'attuazione della strategia Europa 2020 e ribadiscono il loro appoggio all'istituzione, all'interno del CESE, di una struttura ispirata all'Osservatorio della strategia di Lisbona, adeguata però alle esigenze della nuova strategia. Lo scambio di informazioni realizzato nel quadro di questa struttura consentirebbe, nel lungo periodo, di descrivere in maniera più dettagliata le iniziative intraprese dalle parti sociali e dalle altre organizzazioni rappresentative della società civile nei diversi paesi e quindi di far conoscere ancora meglio la loro partecipazione alla nuova strategia Europa 2020. _____________ R/CESE 1063/2010 fin FR/EN-COS/STO/Mar/STO/Cos/cp