1. Dichiarazione finale
Il coinvolgimento delle parti sociali e della società civile organizzata nell'ambito della strategia
Europa 2020
Dichiarazione di Bruxelles - 16 settembre 2010
I Presidenti e i Segretari generali dei consigli economici e sociali (CES) degli Stati membri e del
Comitato economico e sociale europeo, riuniti a Bruxelles il 16 settembre 2010, hanno elaborato una
riflessione comune sul coinvolgimento delle parti sociali e delle altre organizzazioni rappresentative
della società civile nell'ambito della nuova strategia Europa 2020 dell'UE e hanno adottato la
presente dichiarazione. Quest'ultima integra e approfondisce tutta una serie di contributi del CESE e
dei diversi CES nazionali che figurano, in particolare, nella relazione integrata del marzo 2010
presentata all'ultimo Consiglio europeo di primavera. La presente dichiarazione si basa sulle risposte
date in un questionario inviato ai Presidenti e ai Segretari generali in merito al coinvolgimento della
società civile e delle parti sociali nella strategia Europa 2020.
1. Un quadro contraddistinto dalla crisi e da sfide di grande rilievo
1.1 Il quadro economico congiunturale non si è ancora stabilizzato. La recessione non riguarda
più soltanto i settori bancario e finanziario, ma si è trasformata in una profonda crisi
economica e sociale alla quale si accompagnano una crescita stentata, la perdita di numerosi
posti di lavoro e le difficoltà di bilancio di alcuni Stati membri. I Presidenti e i Segretari
generali esprimono tutta la loro preoccupazione per la situazione sul fronte del mercato del
lavoro, tuttora caratterizzata da vive tensioni, e per le ripercussioni economiche e sociali della
crisi, che seguitano a gravare sulle imprese e sui lavoratori.
1.2 In questa fase in cui l'Unione europea attraversa una crisi che non ha precedenti dalla Seconda
guerra mondiale, i cittadini dell'UE si trovano ad affrontare sfide a lungo termine di grande
rilievo, come ad esempio - per citarne solo alcune - la globalizzazione dell'economia, la
creazione di nuovi e migliori posti di lavoro, il rafforzamento della coesione sociale, il
miglioramento del mercato interno, la politica energetica e il cambiamento climatico, le
trasformazioni demografiche e la migrazione.
1.3 È evidente che ogni Stato membro conserva le sue particolari caratteristiche e che gli effetti
della recessione sono più o meno gravi a seconda dei paesi. Malgrado ciò, i Presidenti e i
Segretari generali si dichiarano convinti che tanto le sfide attuali quanto quelle future
riguardino l'intera UE e che esse potranno essere raccolte e vinte soltanto insieme, ossia grazie
allo sforzo congiunto di tutti i popoli dell'Unione.
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2. La strategia Europa 2020 al centro del progetto europeo
2.1 Nonostante il contesto attuale, i Presidenti e i Segretari generali esprimono la convinzione che
la costruzione europea debba, oggi più che mai, proporsi come un progetto positivo, capace di
suscitare entusiasmo e proiettato verso il futuro per i popoli che compongono l'UE e per quelli
che aspirano a farne parte.
2.2 In occasione del Consiglio europeo del giugno 2010, l'Unione europea ha adottato un nuovo
quadro generale per l'attuazione, nei prossimi dieci anni, delle riforme in campo economico,
sociale e ambientale. Sono stati definiti cinque obiettivi principali per far progredire l'UE,
nell'arco del prossimo decennio, nei settori dell'occupazione, dell'innovazione e della ricerca e
sviluppo, del cambiamento climatico e dell'energia, dell'istruzione e, infine, della riduzione
della povertà. La nuova strategia impone agli Stati membri di assumersi maggiori
responsabilità, poiché essi si sono impegnati a fissare degli obiettivi nazionali che - tenuto
conto delle rispettive condizioni di partenza - determineranno il contributo di ciascuno di essi
alla realizzazione degli obiettivi principali dell'Unione. La governance verrà rafforzata: il
Consiglio europeo fungerà da cabina di regia della strategia e i passi in avanti verso il
conseguimento degli obiettivi principali saranno valutati con cadenza periodica.
3. La strategia di Lisbona: dieci anni di esperienze nel campo della partecipazione
3.1 Se è vero che le relazioni tra le parti sociali, la partecipazione della società civile organizzata
e l'architettura delle strutture incaricate delle decisioni politiche possono essere molto diverse
da uno Stato membro all'altro, in generale le attività svolte dai CES nazionali appaiono
sempre più correlate alla problematica dell'integrazione europea e alle scadenze stabilite nel
quadro di tale processo.
3.2 Per le parti sociali e le altre organizzazioni rappresentative della società civile, trovare una
collocazione in una strategia complessa e di vasta portata come la strategia di Lisbona è stata
una sfida. I CES nazionali, ognuno servendosi dei propri strumenti e in base alle proprie
modalità di funzionamento, si sono adoperati senza riserve per partecipare alla strategia di
Lisbona, benché con risultati ancora disomogenei da un paese all'altro.
3.3 I Presidenti e i Segretari generali intendono sottolineare il notevole contributo dato
dall'istituzione dell'Osservatorio della strategia di Lisbona del CESE. Questo organo del
Comitato, che riunisce periodicamente i CES degli Stati membri per esaminare questioni
connesse alla strategia di Lisbona, ha rappresentato uno strumento di particolare rilievo per lo
scambio di informazioni e di pratiche tra gli stessi CES nazionali in materia di titolarità della
strategia. I Presidenti e i Segretari generali auspicano quindi che questo strumento di
cooperazione continui a sviluppare le sue attività adeguandole alla nuova strategia Europa 2020.
3.4 Tuttavia, malgrado gli sforzi e i progressi fin qui compiuti, i Presidenti e i Segretari generali
sono del parere che la strategia di Lisbona sia rimasta in larga misura sconosciuta al pubblico.
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Il tentativo di mobilitare l'insieme della società intorno agli obiettivi della strategia si è
scontrato con grandi difficoltà, il che si è tradotto, in generale, in un coinvolgimento
insufficiente delle parti sociali e delle altre organizzazioni rappresentative della società civile.
3.5 Alla luce dell'esperienza maturata in un decennio di attuazione della strategia di Lisbona, i
Presidenti e i Segretari generali pongono l'accento sull'esigenza imprescindibile di accrescere
la legittimità e la visibilità della strategia per la crescita e l'occupazione. È inoltre necessario
rafforzare - nel quadro dell'economia sociale di mercato e a livello sia nazionale che dell'UE -
le piattaforme di informazione, di consultazione, di concertazione e/o di negoziazione di cui i
CES degli Stati membri fanno, in misura diversa, parte affinché la sensibilizzazione delle
varie componenti della società alle sfide da affrontare e la loro partecipazione a un tale
processo si realizzino in modo efficace e democratico. Occorre mettere a frutto il potenziale
offerto dalla costruzione europea, non per definire un modello sociale europeo unico da
sostituire a quelli nazionali, ma per aumentare le capacità di adattamento di questi ultimi e per
tutelare i singoli cittadini da rischi che essi non sono in grado di assumere da soli.
4. Strategia Europa 2020: è necessaria una maggiore partecipazione
4.1 Nel momento in cui l'Unione europea avvia l'attuazione di una nuova strategia di sviluppo
economico, sociale ed ambientale per il prossimo decennio, i Presidenti e i Segretari generali
sottolineano l'esigenza inderogabile di dotarsi, nel quadro di tale strategia, di una governance
che garantisca un più forte coinvolgimento delle parti sociali e delle altre organizzazioni
rappresentative della società civile, per dare una risposta concreta e immediata all'entrata in
vigore del Trattato di Lisbona, con particolare riferimento ai paragrafi da 1 a 3 dell'articolo 11
del Trattato.
4.2 Per conseguire gli obiettivi che l'UE si è prefissa, è necessario che le imprese, i lavoratori e i
cittadini europei in generale, come pure le organizzazioni e le istituzioni che li rappresentano,
agiscano in qualità di soggetti concreti e pertinenti del processo di convergenza e di
integrazione innescato dai cantieri politici di vaste proporzioni che sono stati aperti nei settori
delle riforme socioeconomiche e dello sviluppo sostenibile.
I Presidenti e i Segretari generali accolgono con favore le considerazioni della presidenza
belga del Consiglio Occupazione, formulate in seguito al Consiglio informale dei ministri del
Lavoro dell'8 luglio 2010, che confermano tra l'altro la necessità di un coinvolgimento più
forte ed effettivo delle parti sociali nella realizzazione della strategia Europa 2020 sia a livello
europeo che nazionale.
4.3 L'attuazione delle politiche previste dalla strategia Europa 2020 dovrebbe servire a migliorare
le condizioni di vita di tutti i cittadini dell'Unione europea. Per essere comprese e approvate
dall'opinione pubblica, le riforme che discendono dall'applicazione di tali politiche devono, da
un lato, inscriversi in un quadro europeo solido e, dall'altro, fondarsi su un modello
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equilibrato di cooperazione tra l'insieme delle componenti della società e delle parti in causa,
a tutti i livelli del processo decisionale.
4.4 Il dialogo sociale, il dialogo macroeconomico e, più in generale, il dialogo con la società
civile sono altrettante componenti essenziali di una strategia ben calibrata volta al
conseguimento degli obiettivi fissati, sul piano sia delle riforme strutturali che delle politiche
macroeconomiche. Occorre in sostanza soddisfare, mediante modalità di interazione elaborate
soprattutto in sede di CES nazionali, le esigenze di un'economia efficiente e globalizzata,
come pure la richiesta dei cittadini europei di beneficiare di posti di lavoro di qualità, di un
ambiente di vita sano e gradevole e di tutti gli altri vettori di integrazione socioeconomica.
4.5 Il dialogo deve essere portato avanti a tutti i livelli: europeo, nazionale, regionale e locale.
Un coordinamento ottimale delle politiche tra i diversi piani - internazionale, delle istituzioni
UE e nazionale - è di primaria importanza per la riuscita della strategia. Occorre un costante
affinamento delle interfacce tra la dimensione europea e quella nazionale. Se è vero che le
consultazioni pubbliche, di portata nazionale o allargata all'intera UE, rappresentano un
innegabile progresso, esse presentano però lo svantaggio di mettere sullo stesso piano i singoli
individui, talune organizzazioni non democraticamente elette e gli organismi la cui azione è
fondata su una legittimità democratica.
4.6 Sebbene il dialogo sociale europeo sia riconosciuto dalle disposizioni del Trattato, nella pratica
il suo ruolo deve essere rafforzato in tutte le varie fasi del processo istituzionale. I punti di vista
delle parti sociali dovrebbero essere considerati importanti sia nella definizione che
nell'attuazione di politiche fondate su raccomandazioni e su forme di coordinamento. La loro
consultazione rimane limitata nel quadro dei metodi aperti di coordinamento adottati dalla
Commissione per le politiche sociali, segnatamente in materia di pensioni o di politiche
occupazionali, fatta eccezione per il vertice sociale tripartito, per il quale sarebbe necessario
ricercare un più adeguato coordinamento con le iniziative messe in campo dal Presidente del
Consiglio europeo.
4.7 La strategia Europa 2020 introduce nuovi principi di governance che impongono a tutte le
parti una giusta valutazione e comprensione dell'approccio dell'UE, ma anche delle differenze
nazionali e regionali. Queste differenze dovranno d'ora in poi essere tenute in maggiore
considerazione e andranno inquadrate in modo più adeguato da tutte le sfere decisionali,
mediante il coinvolgimento dell'insieme degli attori interessati e grazie ad un coordinamento
delle iniziative intraprese da questi ultimi. In questo senso, la definizione di obiettivi nazionali
coerenti con gli orientamenti stabiliti dall'Unione europea dovrebbe risolvere alcuni di questi
problemi e rimediare a tutta una serie di carenze registrate in passato.
4.8 I Presidenti e i Segretari generali esortano a un migliore coordinamento tra le dinamiche
innescate dai programmi nazionali di riforma e i piani di stabilità e di crescita, che porti d'ora
in poi a una partecipazione più adeguata delle parti sociali e delle altre organizzazioni
rappresentative della società civile alle varie procedure di consultazione.
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5. Vie per rafforzare la partecipazione
5.1 L'attività svolta dal CESE e dai CES nazionali nell'ambito dell'Osservatorio della strategia di
Lisbona e del lavoro preparatorio alla presente dichiarazione dimostra che, al di là delle
differenze esistenti tra i vari Stati membri, è possibile individuare taluni fattori comuni in
grado di promuovere, o addirittura di condizionare, il coinvolgimento delle parti sociali e
delle altre organizzazioni rappresentative della società civile nell'attuazione delle politiche
europee.
Questi fattori comuni vengono presentati brevemente qui di seguito:
− La chiarezza e la leggibilità della strategia dell'UE
5.2 I Presidenti e i Segretari generali insistono in particolare sull'importanza di adoperarsi per
quanto possibile perché le politiche europee siano chiare e comprensibili. Oggi, infatti, la
strategia attuata dall'UE si contraddistingue per la sua elevata complessità, tanto sul piano
normativo quanto su quello istituzionale: una maggiore chiarezza delle politiche e degli
strumenti messi in campo per attuarle costituisce il presupposto indispensabile di un'autentica
e concreta titolarità degli obiettivi della nuova strategia. Inoltre, un'accresciuta trasparenza e
un più stretto coordinamento delle discussioni che si svolgono in sede, ad esempio, di comitati
europei (comitato di politica economica - CPE, comitato economico e finanziario, comitato
per la protezione sociale e comitato per l'occupazione) non possono che rafforzare la
legittimità delle istituzioni dell'Unione europea.
− Il coinvolgimento sistematico dei CES nella strategia
5.3 Diversi CES nazionali partecipano già, nei rispettivi paesi, a gran parte delle attività previste
dalla rete istituzionale nel campo delle consultazioni e/o della concertazione sociali sulle
tematiche europee, in base a procedure stabilite per legge oppure con modalità ad hoc e/o
specifiche a seconda dei casi. Taluni CES privilegiano canali di dialogo formale o informale
con le autorità pubbliche, in particolare con il coordinatore nazionale per la strategia di
Lisbona; altri, invece, hanno coinvolto i soggetti interessati nel lavoro svolto da un
osservatorio dello sviluppo sostenibile. In alcuni casi vengono periodicamente organizzate
audizioni informali con ministri, delegazioni di parlamentari, funzionari della Rappresentanza
permanente dello Stato membro in questione presso l'Unione europea, nonché con i
rappresentanti nazionali presso i comitati europei o con funzionari di uffici ministeriali.
Queste diverse forme di partecipazione dei consigli economici e sociali fanno parte dei
sistemi esistenti di partecipazione e consultazione dei partner economici e sociali.
5.4 Nel quadro dei sistemi di partecipazione e di consultazione, nell'ambito dei quali i CES
svolgono le loro funzioni, e tenendo conto della diversità delle modalità di tale partecipazione,
i Presidenti e i Segretari generali dei CES nazionali desiderano ribadire la loro volontà di
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partecipare, in conformità con le loro competenze specifiche e con le prassi in vigore in
ciascun paese, all'elaborazione delle prese di posizione politiche sostenute dai rispettivi paesi
sulla scena europea e ai meccanismi di applicazione delle normative europee. Ciò è
particolarmente necessario in relazione alle diverse procedure di coordinamento previste dai
piani nazionali di riforma, dagli indirizzi di massima per le politiche economiche degli Stati
membri e dagli orientamenti in materia di occupazione, nonché in relazione al metodo aperto
di coordinamento per le questioni sociali.
− L'accesso alle informazioni
5.5 Una delle richieste ricorrenti è che i CES siano informati tempestivamente circa le questioni,
le iniziative e le valutazioni attinenti alla strategia Europa 2020. Il buon funzionamento della
comunicazione consentirebbe infatti alle parti in causa di difendere i loro interessi o di
intervenire sull'orientamento dei testi fin dalle prime fasi del processo di consultazione.
− L'organizzazione di un autentico dialogo con le parti sociali e la società civile
organizzata
5.6 L'organizzazione da parte delle autorità pubbliche di un vero e proprio dialogo nelle fasi più
importanti della strategia, in modo da consentire ai CES nazionali di incidere sul processo
decisionale relativo alle politiche, rappresenta inoltre un fattore essenziale per promuovere la
partecipazione dei soggetti interessati dalla strategia stessa. È altresì necessario favorire un
atteggiamento globale di apertura verso il contributo offerto dai pareri dei CES nazionali al
fine di incoraggiarne il coinvolgimento.
− La definizione di scadenze realistiche per il processo di consultazione
5.7 Non solo i CES nazionali spesso conoscono poco e male il calendario delle attività previste
nell'ambito delle istituzioni UE, ma le scadenze stabilite per le consultazioni sono troppo
brevi perché i CES siano in grado di intervenire nelle procedure nel rispetto dei termini loro
imposti. I Presidenti e i Segretari generali dei CES fanno osservare che, al fine di garantire un
autentico coinvolgimento delle istituzioni che essi rappresentano, è fondamentale poter
esaminare i testi nella versione preliminare, prima che vengano adottati dalle autorità
politiche, per poter offrire in tempo utile un contributo alla redazione di tali documenti.
− Lo scambio di informazioni e di pratiche tra i CES
5.8 I CES nazionali pongono l'accento sull'interesse di uno scambio reciproco di esperienze e di
pratiche per quanto riguarda la loro partecipazione all'attuazione delle politiche europee.
L'importanza di strumenti quali l'attuale Osservatorio della strategia di Lisbona del CESE e
CESlink deve essere conformata al nuovo sistema di governance della strategia. I contributi
dei CES nazionali, nei quali vengono illustrate in sintesi le difficoltà incontrate nell'attuazione
della strategia di Lisbona, le buone pratiche adottate e le proposte avanzate in materia di
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titolarità, rappresentano un'importante fonte di informazioni e saranno consultabili online
tramite il portale CESlink.
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I Presidenti e i Segretari generali sostengono pienamente i diversi approcci qui proposti per rafforzare
il coinvolgimento delle parti sociali e delle altre organizzazioni rappresentative della società civile
nell'attuazione della strategia Europa 2020 e ribadiscono il loro appoggio all'istituzione, all'interno del
CESE, di una struttura ispirata all'Osservatorio della strategia di Lisbona, adeguata però alle esigenze
della nuova strategia. Lo scambio di informazioni realizzato nel quadro di questa struttura
consentirebbe, nel lungo periodo, di descrivere in maniera più dettagliata le iniziative intraprese dalle
parti sociali e dalle altre organizzazioni rappresentative della società civile nei diversi paesi e quindi
di far conoscere ancora meglio la loro partecipazione alla nuova strategia Europa 2020.
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