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L’OPINIONE
21
SISTEMI&IMPRESA
aprile 2018
INTERVISTA
Abbiamo una possibilità senza prece-
denti di prendere decisioni migliori, ot-
timizzare processi, creare innovazione
analizzando dati che in precedenza non
eravamo in grado di catturare e mettendo
in relazione ciò che prima non era con-
nesso. La nuova rivoluzione industriale
cambia processi, modelli di business,
servizi e incrementa produttività, efficien-
za e rapidità di innovazione. Chi si ferma
è perduto. La nostra conversazione con
Maciej Kranz parte da qui.
“Siamo nella prima fase di una trasforma-
zione all’interno della quale non bisogna
costruire nuove fabbriche, ma trasforma-
re i contesti esistenti, esattamente come
è stato fatto in Harley-Davidson e Pep-
si, casi di cui racconto nel libro. Il primo
passo è recuperare efficienza nei contesti
produttivi. Ma la vera sfida è creare nuove
value proposition, assecondare le richie-
ste di maggiore customizzazione che ci
chiede il mercato e creare nuovi modelli di
business: avendo a diposizione più dati è
possible prendere decisioni ‘intelligenti’. Il
mondo connesso ha un grande impatto sul
di Chiara Lupi
Fate largo alla Generazione IoT
I (veri) agenti del cambiamento
L’Internet of Things sta rivoluzionando il modo di produrre e anche il nostro
modo di vivere. In un mondo che sarà sempre più connesso si moltiplicheranno
le opportunità. Ma servono competenze che le sappiano cogliere
Intervista a Maciej Kranz, Vicepresidente del Corporate Strategic Innovation Group di Cisco
e autore del libro Connetti la tua impresa all’IoT
nostro modo di lavorare, di vivere e sulla
modalità di consumare. Questo è il primo
‘step’ del nostro viaggio”.
L’Internet of Things (IoT) crea una piat-
taforma di trasformazione globale nel
business di un’impresa. La trasformazio-
ne produttiva è solo il primo passo di un
percorso in cui l’azienda diventa impresa
4.0. Possiamo sintetizzare i benefici?
I benefici sono l’incremento di produttività,
la business agility, la creazione di nuove
value proposition e la piena ottimizzazione
del capitale umano.
Le tecnologie IoT trasformeranno l’am-
biente manifatturiero nei prossimi 10
anni più di quanto non sia accaduto negli
ultimi 50. La caratteristica delle imprese
è di essere ‘connesse’. Quali le principali
implicazioni? Quali benefici?
La principale conseguenza è il fattore di
uguaglianza. Abbiamo accesso alle infor-
mazioni e siamo connessi con modalità
inimmaginabili rispetto al passato. Abbia-
mo l’opportunità di creare un’economia
MACIEJ KRANZ
Maciej Kranz è Vicepresidente del Corporate Strategic Innovation
Group di Cisco Systems e si occupa di IoT dal 2000. Dirige il team
che si occupa di incubare nuove unità di business, accelerare l’inno-
vazione interna e promuovere la co-innovazione con clienti, partner
e startup attraverso una rete globale di Cisco Innovation Centers.
Prima di svolgere questo ruolo è stato Direttore Generale del Con-
nected Industries Group di Cisco, incaricato di sviluppare il busi-
ness basato sull’IoT nei più importanti mercati industriali.
22
SISTEMI&IMPRESA
aprile 2018
INTERVISTA
collaborativa, le organizzazioni possono
lavorare senza essere condizionate da un
luogo fisico. Aziende ad alto valore aggiun-
to in Italia possono collaborare con esper-
ti nella Silicon Valley o in Brasile. Stiamo
aprendo nuove opportunità in mercati con
modalità impensabili fino a poco tempo fa.
Lei dedica un capitolo alle “quattro corsie
veloci” per ottenere risultati garantiti gra-
zie all’IoT. Ce ne può parlare?
Incontro molte aziende, manifatturiere e di
altri settori, e sulla base di questo confron-
to ho cercato di identificare i progetti IT co-
muni e ho visto che ricadono in quattro ca-
tegorie: operation connesse, operation in
remoto, analisi e manutenzione predittiva.
Per una azienda che decide di intrapren-
dere un percorso meglio far riferimento
a questi casi, quattro “corsie veloci verso
l’Internet delle Cose”, che sono comprova-
te perché fondate sulla base di casi studio.
Se ci si sta interrogando su come ottene-
re risultati grazie all’IoT, non è necessario
reinventare la ruota. Partire da qui può es-
sere un ottimo inizio.
Nella seconda parte del libro lei spiega
come fare in modo che l’IoT funzioni per
l’azienda. Come fare?
Sogna in grande e parti in piccolo. Biso-
gna avere una vision e capire che siamo
all’interno di un multistep journey, che
cambierà molti aspetti dell’azienda. Biso-
gna partire in piccolo perché si cambierà
strada facendo. Alcuni saranno convinti
altri meno, per questo è necessario poter
contare sulla sponsorship dal top mana-
gement. Ci saranno resistenze e verranno
fatti sbagli, per questo e ci vuole qualcuno
che sostenga il cambiamento. E creare un
ecosistema di partner. Questo è un punto
chiave soprattutto nel mondo manifatturie-
ro. Pensiamo all’automazione industriale:
per automatizzare una linea di produzione
ci si rivolgeva un’azienda che si occupava
della globalità del progetto. Ora con l’ac-
celerazione di IoT e tecnologie innovative
andiamo verso una nuova struttura di mer-
cato dove più aziende collaborano in una
logica di co-economy e più specialisti si
integrano orizzontalmente. Con l’accelera-
zione dell’IoT vederemo molte più aziende
collaborare per sviluppare nuove soluzioni,
best in class solutions, strutture aperte.
Possiamo parlare di rinascimento del Ma-
nifatturiero grazie all’IoT?
È proprio così e non è solo una questione
di Nuovo Rinascimento. La manifattura sta
tornando di moda. Solo 10 o 20 anni fa era
una sfida attirare le persone verso il mon-
do manifatturiero. Ora il Manifatturiero è
un segmento tecnologico che usa software
e tool avanzati e porta con sé una tale in-
novazione che diventa più facile coinvolge-
re le giovani generazioni che sono attratte
dagli sviluppi tecnologici e possono trovare
nel Manifatturiero un’opportunità.
La Generazione IoT favorisce la sopravvi-
venza delle imprese del XXI secolo. Cosa
significa?
La tecnologia è un concetto che unifica.
Chiunque si dedica a sviluppare queste
tecnologie diventa parte della Generazione
IoT. Quando da professionista usi queste
tecnologie ne diventi parte. Credo che il
Maciej Kranz durante un recente intervento sulla creazione di value proposition
L’OPINIONE
23
SISTEMI&IMPRESA
aprile 2018
futuro del manufatturiero, e dell’industria,
appartenga a questa generazione: una ge-
nerazione che interpreta il ruolo di ‘agente
di cambiamento’, è cosciente delle poten-
zialità della tecnologia e si focalizza sulla
trasformazione del business.
Lei parla di “tempesta perfetta” di tecno-
logia, economia e culture. Cosa intende?
Quando parliamo di Digital transformation
dobbiamo aver presenti questi tre aspetti.
La tecnologia di per sé non provoca alcun
cambiamento. Dobbiamo essere in grado
di aggiornare le competenze, adottare nuo-
vi modelli culturali, entrare in una logica di
apprendimento continuo perché le nostre
skill diventano rapidamente obsolete. Ed
essere capaci di reinventare il nostro lavo-
ro ogni 4-5 anni. La cultura dell’industria
tecnlogica sta impattando sul Manufactu-
ring, che sta diventando un settore molto
tecnologico. Cultura e nuovi approcci han-
no la necessità di essere adottati avendo
come riferimento un contesto nuovo.
Nel suo libro lei analizza anche gli ostaco-
li alla realizzazione dell’impresa connes-
sa. Possiamo elencarli?
Nel Manufatturiero le aziende non sempre
parlano di ostacoli, il tema dell’errore si
affronta a fatica. Il primo errore è adottare
una tecnologia senza tenere conto dei pro-
cessi di business.
Faccio un esempio che riguarda l’ambi-
to pubblico sviluppato con l’obiettivo di
prevenire l’allagamento delle strade. In
breve: in una città europea sono stati in-
stallati sensori nei tombini per controlla-
re l’acqua in entrata ed evitarne la fuoriu-
scita e i residui dai tombini stessi per non
intasare il sistema fognario. Una volta
installato, il sistema non si è dimostrato
efficace. Perché? Non si è tenuto conto
del fatto che gli spazzini continuavano
a buttare le foglie nei tombini. Nessuno
aveva comunicato loro che dovevano agi-
re diversamente. A quel punto sono stati
istruiti gli operatori affinché il loro lavoro
non ostacolasse i benefici derivanti dal-
la tecnologia installata. Per imparare da
questa esperienza è fondamentale pensa-
re sempre a come cambia un processo di
business in seguito all’inserimento di una
tecnologia.
Quale la ricetta per avere successo
nell’IoT? Lei ha identificato tre motivi per
prendere in considerazione l’IoT…
La prima ragione è la necessità di recupe-
rare efficienza da parte delle linee di busi-
ness, la seconda è che tutto deve essere
connesso e la terza è che stiamo pas-
sando da un concetto di proprietà a uno
standard aperto. Il primo punto è il più
critico. Con l’IoT le linee di business di-
venteranno le più importanti utilizzatrici
DIGITALIANI: UN PROGETTO DI EVOLUZIONE ECONOMICA E SOCIALE
L’impegno di Cisco per lo sviluppo e l’innovazione dell’Italia è con-
creto: con un investimento di 100 milioni di dollari nell’arco di tre
anni, l’azienda ha l’obiettivo di contribuire allo sviluppo economico
e produttivo del Paese. Il progetto Digitaliani, avviato nel 2016, coin-
volge diverse aree: innovazione e formazione, infrastrutture, settore
manifatturiero e agroalimentare e settore pubblico. A distanza di
due anni dall’avvio del progetto sono 80mila gli studenti che nel
biennio hanno frequentato, soprattutto nelle scuole superiori italia-
ne, i corsi del programma Cisco Networking Academy dedicati allo
sviluppo delle competenze digitali più richieste: Internet of Things,
Cybersecurity, Networking. “Sono un forte sostenitore di questo pro-
getto” afferma Agostino Santoni, Amministratore Delegato di Cisco
Italia, “e il nostro impatto sulla società è concreto. Oggi è possibile
applicare queste nuove conoscenze al ciclo produttivo e siamo focalizzati con grande deter-
minazione a contribuire affinché le nuove competenze entrino nei cicli produttivi, partendo
dalla scuola superiore. Abbiamo anche un progetto per l’Alternanza Scuola-Lavoro e siamo
impegnati nella riqualificazione delle competenze. Al centro di questa rivoluzione ci sono le
persone, alla base la capacità dell’uomo di continuare ad apprendere, di lavorare in modo
differente. Abbiamo la possibilità oggi come persone e professionisti di cambiare il nostro
modo di lavorare e di vivere e questa è una straordinaria opportunità. L’attenzione più gran-
de la dobbiamo dare alle persone, che sono al centro di questo processo. Siamo tutti coin-
volti, come professionisti e cittadini in questa evoluzione che permette a ognuno – secondo
il proprio ruolo – di esprimere il proprio grado di leadership”.
Agostino Santoni,
Amministratore Delegato
di Cisco Italia
24
SISTEMI&IMPRESA
aprile 2018
INTERVISTA
di queste tecnologie, che saranno neces-
sarie per ottenere risultati di business.
Quindi, il personale delle line di business
dovrà diventare co-creatore di soluzioni
innovative insime con i partner. La con-
seguenza, per esempio per Cisco, sarà
passare dal proporre una tecnologia al
contribuire a risolvere un problema di bu-
siness. Per questo è importante costruire
un solido ecosistema di partner, nessuna
azienda può creare soluzioni da sola. E
per noi questa è una grande opportunità
per posizionarci con questo modello.
Il cambiamento è il nuovo status quo.
Cosa significa?
Quando si pensa all’industria tecnologica
faccio un esempio che riguarda me. Sono
in Cisco da 19 anni e ho ricoperto sette
ruoli differenti. Ricopro questa posizione
da quattro anni e la modaliltà con la qua-
le ho espresso il mio ruolo si è modificata
con il passare del tempo. Cisco è sul mer-
cato da 30 anni e abbiamo vissuto da 10
a 12 trasformazioni radicali di business.
In alcni casi si è trattato di trasformazioni
tecnologiche, dall’analogico al digitale per
esempio, altri sono stati cambi di modelli
di business. Il cambiamento è stato co-
stante e questa idea di cambiamento con-
tinuo deve essere adottato in maniera con-
sapevole nell’industria manifatturiera. Non
bisogna commettere l’errore di pensare di
avere raggiunto un punto di arrivo, bisogna
continuamente apprendere perché l’obso-
lescenza delle competenze si manifesta
in modo accellerato. E sempre mettere in
dubbio lo status quo del modello di busi-
ness, delle practice e dei processi. Se non
si ragiona in una logica di cambiamento
continuo, qualcun altro lo farà.
Lei analizza anche la questione costi:
come giustificarli?
Per giustificarli è importante sfruttare il
vantaggio delle best practice. Ci sono molti
esempi nel libro. Nei casi di implementa-
zione di IoT i miglioramenti riguardano ol-
tre il 20%-30% della produttività. In molti
casi non è facile valutare in anticipo il ROI,
spesso bisogna fidarsi e puntare a una va-
lutazione a valle dell’implementazione. Il
mio consiglio è di riporre fiducia in queste
tecnologie e costruire i progetti successivi
basandosi sulle analisi ricavate dalle pri-
me implementazioni. Per chi affronta i pri-
mi progetti, è importante imparare dalle
esperienze del settore.
In questa rivoluzione bisogna sottolineare
il diverso ruolo che avranno le persone:
liberate dai compiti ripetitivi potranno de-
dicare le loro risorse a compiti più strate-
gici producendo un vantaggio complessi-
vo per l’impresa.
L’impresa connessa è un’opportunità
per le persone per allontanarsi da man-
sioni routinarie e dedicarsi ad attività
più creative e collaborative. Porto l’e-
sempio di Campofrio, azienda spagnola
che lavora carni. L’impresa due anni fa
è bruciata ed è stato comunicato che sa-
rebbe stata ricostruita allo stato dell’ar-
te, completamente automatizzata. Alle
persone è stato detto che avrebbero
avuto un ruolo all’interno della nuova
fabbrica automatizzata e si è lavorato
insieme con loro alla progettazione. È
stato chiesto uno sforzo per evolvere le
competenze affinchè potessero passare
da lavori manuali, sulla linea, a mansio-
ni più evolute. E questo è accaduto, ora
sono più efficienti, produttivi e hanno
migliorato la qualità del lavoro di tut-
ti. I dipendenti hanno mantenuto il loro
posto di lavoro, guadagnano di più e le
mansioni sono di qualità migliore.
Esiste un tema legato alle competenze,
ma anche la possibilità di riconvertire
profili che non si pensava potessero es-
sere inseriti nel ciclo produttivo, come le
persone con disabilità.
Grazie alle tecnologie collaborative è
possibile comprendere profili nel ciclo
produttivo che prima non avrebbero tro-
vato spazio, mi riferisco a persone che
manifestano diversi gradi di disabilità. In
Cisco abbiamo un progetto che fa esat-
tamente questo, abbiamo adottato il no-
stro stesso collaboration portfolio per por-
tare in azienda persone disabili e anche
per aiutare altre aziende a coinvolgerle.
È importante focalizzarsi sulle opportu-
nità di riqualificazione delle competenze
della popolazione aziendale. C’è bisogno
di nuove competenze per dare senso e
concretezza ai progetti di innovazione
del nostro tempo.
L’IoT è un viaggio. Cosa dovremmo met-
tere in valigia?
Credo che onestamente il focus debba es-
sere sulle relazioni; poi bisogna avere una
mente aperta e pensare di poter impattare
positivamente sulla società. Questo il ba-
gaglio che serve.

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Generazione IoT: gli agenti del cambiamento secondo Cisco

  • 1. L’OPINIONE 21 SISTEMI&IMPRESA aprile 2018 INTERVISTA Abbiamo una possibilità senza prece- denti di prendere decisioni migliori, ot- timizzare processi, creare innovazione analizzando dati che in precedenza non eravamo in grado di catturare e mettendo in relazione ciò che prima non era con- nesso. La nuova rivoluzione industriale cambia processi, modelli di business, servizi e incrementa produttività, efficien- za e rapidità di innovazione. Chi si ferma è perduto. La nostra conversazione con Maciej Kranz parte da qui. “Siamo nella prima fase di una trasforma- zione all’interno della quale non bisogna costruire nuove fabbriche, ma trasforma- re i contesti esistenti, esattamente come è stato fatto in Harley-Davidson e Pep- si, casi di cui racconto nel libro. Il primo passo è recuperare efficienza nei contesti produttivi. Ma la vera sfida è creare nuove value proposition, assecondare le richie- ste di maggiore customizzazione che ci chiede il mercato e creare nuovi modelli di business: avendo a diposizione più dati è possible prendere decisioni ‘intelligenti’. Il mondo connesso ha un grande impatto sul di Chiara Lupi Fate largo alla Generazione IoT I (veri) agenti del cambiamento L’Internet of Things sta rivoluzionando il modo di produrre e anche il nostro modo di vivere. In un mondo che sarà sempre più connesso si moltiplicheranno le opportunità. Ma servono competenze che le sappiano cogliere Intervista a Maciej Kranz, Vicepresidente del Corporate Strategic Innovation Group di Cisco e autore del libro Connetti la tua impresa all’IoT nostro modo di lavorare, di vivere e sulla modalità di consumare. Questo è il primo ‘step’ del nostro viaggio”. L’Internet of Things (IoT) crea una piat- taforma di trasformazione globale nel business di un’impresa. La trasformazio- ne produttiva è solo il primo passo di un percorso in cui l’azienda diventa impresa 4.0. Possiamo sintetizzare i benefici? I benefici sono l’incremento di produttività, la business agility, la creazione di nuove value proposition e la piena ottimizzazione del capitale umano. Le tecnologie IoT trasformeranno l’am- biente manifatturiero nei prossimi 10 anni più di quanto non sia accaduto negli ultimi 50. La caratteristica delle imprese è di essere ‘connesse’. Quali le principali implicazioni? Quali benefici? La principale conseguenza è il fattore di uguaglianza. Abbiamo accesso alle infor- mazioni e siamo connessi con modalità inimmaginabili rispetto al passato. Abbia- mo l’opportunità di creare un’economia MACIEJ KRANZ Maciej Kranz è Vicepresidente del Corporate Strategic Innovation Group di Cisco Systems e si occupa di IoT dal 2000. Dirige il team che si occupa di incubare nuove unità di business, accelerare l’inno- vazione interna e promuovere la co-innovazione con clienti, partner e startup attraverso una rete globale di Cisco Innovation Centers. Prima di svolgere questo ruolo è stato Direttore Generale del Con- nected Industries Group di Cisco, incaricato di sviluppare il busi- ness basato sull’IoT nei più importanti mercati industriali.
  • 2. 22 SISTEMI&IMPRESA aprile 2018 INTERVISTA collaborativa, le organizzazioni possono lavorare senza essere condizionate da un luogo fisico. Aziende ad alto valore aggiun- to in Italia possono collaborare con esper- ti nella Silicon Valley o in Brasile. Stiamo aprendo nuove opportunità in mercati con modalità impensabili fino a poco tempo fa. Lei dedica un capitolo alle “quattro corsie veloci” per ottenere risultati garantiti gra- zie all’IoT. Ce ne può parlare? Incontro molte aziende, manifatturiere e di altri settori, e sulla base di questo confron- to ho cercato di identificare i progetti IT co- muni e ho visto che ricadono in quattro ca- tegorie: operation connesse, operation in remoto, analisi e manutenzione predittiva. Per una azienda che decide di intrapren- dere un percorso meglio far riferimento a questi casi, quattro “corsie veloci verso l’Internet delle Cose”, che sono comprova- te perché fondate sulla base di casi studio. Se ci si sta interrogando su come ottene- re risultati grazie all’IoT, non è necessario reinventare la ruota. Partire da qui può es- sere un ottimo inizio. Nella seconda parte del libro lei spiega come fare in modo che l’IoT funzioni per l’azienda. Come fare? Sogna in grande e parti in piccolo. Biso- gna avere una vision e capire che siamo all’interno di un multistep journey, che cambierà molti aspetti dell’azienda. Biso- gna partire in piccolo perché si cambierà strada facendo. Alcuni saranno convinti altri meno, per questo è necessario poter contare sulla sponsorship dal top mana- gement. Ci saranno resistenze e verranno fatti sbagli, per questo e ci vuole qualcuno che sostenga il cambiamento. E creare un ecosistema di partner. Questo è un punto chiave soprattutto nel mondo manifatturie- ro. Pensiamo all’automazione industriale: per automatizzare una linea di produzione ci si rivolgeva un’azienda che si occupava della globalità del progetto. Ora con l’ac- celerazione di IoT e tecnologie innovative andiamo verso una nuova struttura di mer- cato dove più aziende collaborano in una logica di co-economy e più specialisti si integrano orizzontalmente. Con l’accelera- zione dell’IoT vederemo molte più aziende collaborare per sviluppare nuove soluzioni, best in class solutions, strutture aperte. Possiamo parlare di rinascimento del Ma- nifatturiero grazie all’IoT? È proprio così e non è solo una questione di Nuovo Rinascimento. La manifattura sta tornando di moda. Solo 10 o 20 anni fa era una sfida attirare le persone verso il mon- do manifatturiero. Ora il Manifatturiero è un segmento tecnologico che usa software e tool avanzati e porta con sé una tale in- novazione che diventa più facile coinvolge- re le giovani generazioni che sono attratte dagli sviluppi tecnologici e possono trovare nel Manifatturiero un’opportunità. La Generazione IoT favorisce la sopravvi- venza delle imprese del XXI secolo. Cosa significa? La tecnologia è un concetto che unifica. Chiunque si dedica a sviluppare queste tecnologie diventa parte della Generazione IoT. Quando da professionista usi queste tecnologie ne diventi parte. Credo che il Maciej Kranz durante un recente intervento sulla creazione di value proposition
  • 3. L’OPINIONE 23 SISTEMI&IMPRESA aprile 2018 futuro del manufatturiero, e dell’industria, appartenga a questa generazione: una ge- nerazione che interpreta il ruolo di ‘agente di cambiamento’, è cosciente delle poten- zialità della tecnologia e si focalizza sulla trasformazione del business. Lei parla di “tempesta perfetta” di tecno- logia, economia e culture. Cosa intende? Quando parliamo di Digital transformation dobbiamo aver presenti questi tre aspetti. La tecnologia di per sé non provoca alcun cambiamento. Dobbiamo essere in grado di aggiornare le competenze, adottare nuo- vi modelli culturali, entrare in una logica di apprendimento continuo perché le nostre skill diventano rapidamente obsolete. Ed essere capaci di reinventare il nostro lavo- ro ogni 4-5 anni. La cultura dell’industria tecnlogica sta impattando sul Manufactu- ring, che sta diventando un settore molto tecnologico. Cultura e nuovi approcci han- no la necessità di essere adottati avendo come riferimento un contesto nuovo. Nel suo libro lei analizza anche gli ostaco- li alla realizzazione dell’impresa connes- sa. Possiamo elencarli? Nel Manufatturiero le aziende non sempre parlano di ostacoli, il tema dell’errore si affronta a fatica. Il primo errore è adottare una tecnologia senza tenere conto dei pro- cessi di business. Faccio un esempio che riguarda l’ambi- to pubblico sviluppato con l’obiettivo di prevenire l’allagamento delle strade. In breve: in una città europea sono stati in- stallati sensori nei tombini per controlla- re l’acqua in entrata ed evitarne la fuoriu- scita e i residui dai tombini stessi per non intasare il sistema fognario. Una volta installato, il sistema non si è dimostrato efficace. Perché? Non si è tenuto conto del fatto che gli spazzini continuavano a buttare le foglie nei tombini. Nessuno aveva comunicato loro che dovevano agi- re diversamente. A quel punto sono stati istruiti gli operatori affinché il loro lavoro non ostacolasse i benefici derivanti dal- la tecnologia installata. Per imparare da questa esperienza è fondamentale pensa- re sempre a come cambia un processo di business in seguito all’inserimento di una tecnologia. Quale la ricetta per avere successo nell’IoT? Lei ha identificato tre motivi per prendere in considerazione l’IoT… La prima ragione è la necessità di recupe- rare efficienza da parte delle linee di busi- ness, la seconda è che tutto deve essere connesso e la terza è che stiamo pas- sando da un concetto di proprietà a uno standard aperto. Il primo punto è il più critico. Con l’IoT le linee di business di- venteranno le più importanti utilizzatrici DIGITALIANI: UN PROGETTO DI EVOLUZIONE ECONOMICA E SOCIALE L’impegno di Cisco per lo sviluppo e l’innovazione dell’Italia è con- creto: con un investimento di 100 milioni di dollari nell’arco di tre anni, l’azienda ha l’obiettivo di contribuire allo sviluppo economico e produttivo del Paese. Il progetto Digitaliani, avviato nel 2016, coin- volge diverse aree: innovazione e formazione, infrastrutture, settore manifatturiero e agroalimentare e settore pubblico. A distanza di due anni dall’avvio del progetto sono 80mila gli studenti che nel biennio hanno frequentato, soprattutto nelle scuole superiori italia- ne, i corsi del programma Cisco Networking Academy dedicati allo sviluppo delle competenze digitali più richieste: Internet of Things, Cybersecurity, Networking. “Sono un forte sostenitore di questo pro- getto” afferma Agostino Santoni, Amministratore Delegato di Cisco Italia, “e il nostro impatto sulla società è concreto. Oggi è possibile applicare queste nuove conoscenze al ciclo produttivo e siamo focalizzati con grande deter- minazione a contribuire affinché le nuove competenze entrino nei cicli produttivi, partendo dalla scuola superiore. Abbiamo anche un progetto per l’Alternanza Scuola-Lavoro e siamo impegnati nella riqualificazione delle competenze. Al centro di questa rivoluzione ci sono le persone, alla base la capacità dell’uomo di continuare ad apprendere, di lavorare in modo differente. Abbiamo la possibilità oggi come persone e professionisti di cambiare il nostro modo di lavorare e di vivere e questa è una straordinaria opportunità. L’attenzione più gran- de la dobbiamo dare alle persone, che sono al centro di questo processo. Siamo tutti coin- volti, come professionisti e cittadini in questa evoluzione che permette a ognuno – secondo il proprio ruolo – di esprimere il proprio grado di leadership”. Agostino Santoni, Amministratore Delegato di Cisco Italia
  • 4. 24 SISTEMI&IMPRESA aprile 2018 INTERVISTA di queste tecnologie, che saranno neces- sarie per ottenere risultati di business. Quindi, il personale delle line di business dovrà diventare co-creatore di soluzioni innovative insime con i partner. La con- seguenza, per esempio per Cisco, sarà passare dal proporre una tecnologia al contribuire a risolvere un problema di bu- siness. Per questo è importante costruire un solido ecosistema di partner, nessuna azienda può creare soluzioni da sola. E per noi questa è una grande opportunità per posizionarci con questo modello. Il cambiamento è il nuovo status quo. Cosa significa? Quando si pensa all’industria tecnologica faccio un esempio che riguarda me. Sono in Cisco da 19 anni e ho ricoperto sette ruoli differenti. Ricopro questa posizione da quattro anni e la modaliltà con la qua- le ho espresso il mio ruolo si è modificata con il passare del tempo. Cisco è sul mer- cato da 30 anni e abbiamo vissuto da 10 a 12 trasformazioni radicali di business. In alcni casi si è trattato di trasformazioni tecnologiche, dall’analogico al digitale per esempio, altri sono stati cambi di modelli di business. Il cambiamento è stato co- stante e questa idea di cambiamento con- tinuo deve essere adottato in maniera con- sapevole nell’industria manifatturiera. Non bisogna commettere l’errore di pensare di avere raggiunto un punto di arrivo, bisogna continuamente apprendere perché l’obso- lescenza delle competenze si manifesta in modo accellerato. E sempre mettere in dubbio lo status quo del modello di busi- ness, delle practice e dei processi. Se non si ragiona in una logica di cambiamento continuo, qualcun altro lo farà. Lei analizza anche la questione costi: come giustificarli? Per giustificarli è importante sfruttare il vantaggio delle best practice. Ci sono molti esempi nel libro. Nei casi di implementa- zione di IoT i miglioramenti riguardano ol- tre il 20%-30% della produttività. In molti casi non è facile valutare in anticipo il ROI, spesso bisogna fidarsi e puntare a una va- lutazione a valle dell’implementazione. Il mio consiglio è di riporre fiducia in queste tecnologie e costruire i progetti successivi basandosi sulle analisi ricavate dalle pri- me implementazioni. Per chi affronta i pri- mi progetti, è importante imparare dalle esperienze del settore. In questa rivoluzione bisogna sottolineare il diverso ruolo che avranno le persone: liberate dai compiti ripetitivi potranno de- dicare le loro risorse a compiti più strate- gici producendo un vantaggio complessi- vo per l’impresa. L’impresa connessa è un’opportunità per le persone per allontanarsi da man- sioni routinarie e dedicarsi ad attività più creative e collaborative. Porto l’e- sempio di Campofrio, azienda spagnola che lavora carni. L’impresa due anni fa è bruciata ed è stato comunicato che sa- rebbe stata ricostruita allo stato dell’ar- te, completamente automatizzata. Alle persone è stato detto che avrebbero avuto un ruolo all’interno della nuova fabbrica automatizzata e si è lavorato insieme con loro alla progettazione. È stato chiesto uno sforzo per evolvere le competenze affinchè potessero passare da lavori manuali, sulla linea, a mansio- ni più evolute. E questo è accaduto, ora sono più efficienti, produttivi e hanno migliorato la qualità del lavoro di tut- ti. I dipendenti hanno mantenuto il loro posto di lavoro, guadagnano di più e le mansioni sono di qualità migliore. Esiste un tema legato alle competenze, ma anche la possibilità di riconvertire profili che non si pensava potessero es- sere inseriti nel ciclo produttivo, come le persone con disabilità. Grazie alle tecnologie collaborative è possibile comprendere profili nel ciclo produttivo che prima non avrebbero tro- vato spazio, mi riferisco a persone che manifestano diversi gradi di disabilità. In Cisco abbiamo un progetto che fa esat- tamente questo, abbiamo adottato il no- stro stesso collaboration portfolio per por- tare in azienda persone disabili e anche per aiutare altre aziende a coinvolgerle. È importante focalizzarsi sulle opportu- nità di riqualificazione delle competenze della popolazione aziendale. C’è bisogno di nuove competenze per dare senso e concretezza ai progetti di innovazione del nostro tempo. L’IoT è un viaggio. Cosa dovremmo met- tere in valigia? Credo che onestamente il focus debba es- sere sulle relazioni; poi bisogna avere una mente aperta e pensare di poter impattare positivamente sulla società. Questo il ba- gaglio che serve.