2. 2
Cos’è l’autostima?
Il valore che si attribuisce a sé come persona
Risponde alla domanda:
“quale è il mio valore come persona?”
Mi reputo una persona di valore.
Mi capita di pensare che sono un/a buono/a a nulla.
Ho un atteggiamento positivo nei riguardi di me stesso/a.
Self esteem questionnaire (Rosenberg, 1997)
4. Classificazione di HarterClassificazione di Harter
Il self-concept – concetto di sé
•Il sentimento personale di competenza nei domini che
ognuno sente di particolare importanza
•La quantità di supporto sociale che uno riceve dagli altri
Competenza scolasticaCompetenza scolastica
Competenza atleticaCompetenza atletica
Accettazione sociale*Accettazione sociale*
Aspetto fisico*Aspetto fisico*
Condotta comportamentaleCondotta comportamentale
Amicizia intimaAmicizia intima
Romantic AppealRomantic Appeal
Competenza nel lavoroCompetenza nel lavoro
Autostima globaleAutostima globale
5. 5
L’autoefficacia percepita
Costrutto introdotto da Bandura:
Valutazione della propria capacità di perseguire un obiettivo
specifico
La valutazione della propria capacità di realizzare un compito è
determinante per la sua riuscita
Quanto sono capace di …
Avere amici
Imparare la matematica
Riuscire nello sport
Controllare la rabbia
Ecc.
6. L’autoefficacia percepita
Un elevato livello di autoefficacia ci porterà ad
affrontare compiti nuovi e stimolanti,
lievemente al di sopra delle nostre capacità e ci
proteggerà in caso di insuccesso.
Un basso livello di autoefficacia ci spingerà ad
affrontare compiti semplici e ripetitivi con
conseguenze catastrofiche in caso di insuccesso.
7. 7
Promuovere il senso di autoefficacia
Come migliorare l’autoefficacia:
• Persuasione (…sei bravo, ce la puoi fare!)
• apprendimento osservativo (…ce l’ha fatta lui che
è meno capace di me posso farcela anche io!)
• verifica dei risultati (…ho preso sette
all’interrogazione!)
• regolazione delle emozioni che accompagnano il
comportamento (… mi sento tranquillo, allora ce
la posso fare!)
8. Il modello I/E di Marsh
processo esternoprocesso esterno (normativo):(normativo): il soggetto valuta i
propri risultati scolastici confrontando se stesso
con i suoi compagni di corso o in rapporto ad
alcuni criteri generali di valutazione.
Pertanto se il soggetto si percepisce migliore deiPertanto se il soggetto si percepisce migliore dei
suoi compagni allora tenderà a formare un sésuoi compagni allora tenderà a formare un sé
accademico positivo in quella specifica materia.accademico positivo in quella specifica materia.
Confronto esterno (E)
9. Il modello I/E di Marsh
Confronto interno (I)
Processo interno:Processo interno: il soggetto valuterà i suoi risultati
in una specifica materia con i suoi stessi risultati
ottenuti in altre materie.
Se la materia in cui è più bravo è la matematica,Se la materia in cui è più bravo è la matematica,
svilupperà un concetto di sé più elevatosvilupperà un concetto di sé più elevato
nell’ambito matematico, mentre avrà unnell’ambito matematico, mentre avrà un
concetto accademico verbale meno positivo.concetto accademico verbale meno positivo.
10. Big fish little pond effect
“pesce grande in una piccola pozza”
11. Big fish little pond effect
Questo modello è particolarmente importante per
•La scelta della scuola da frequentare
•inserimento dei soggetti con disabilità / e dei
soggetti particolarmente dotati.
12. Big fish little pond effect
Studenti con abilità medie che frequentano
scuole molto prestigiose (dove la media
generale degli altri studenti è alta)
svilupperanno un concetto di sé accademico
sotto la media.
13. Big fish little pond effect
Studenti con abilità medie che frequentano
scuole poco prestigiose (dove la media
generale degli altri studenti è bassa)
svilupperanno un concetto di sé accademico
sopra la media.
14. Big fish little pond effect
Pertanto, il concetto di sé dipende non solo dai
propri risultati accademici, ma anche dai risultati
generali dei compagni di classe e in generale dei
pari che frequentano la stessa scuola.
16. 1. Fronteggiare l’insuccesso
Attribuzione interna – stabile: il successo-fallimento
scolastico viene interpretato in termini di abilità. In caso di
successo si rafforza l’autostima, in caso di insuccesso si abbassa
l’autostima (vergogna- depressione- svalutazione di sé e del
compito) e si attiva un processo di allontanamento dal compito.
NON CONTROLLABILE – AUTOSTIMA IN BILICO
Attribuzione interna-instabile: il successo-fallimento scolastico
viene interpretato in termini di impegno. Il fallimento può attivare
vissuti di colpa e movimenti riparatori (devo impegnarmi di più).
AUTOSTIMA POCO COINVOLTA
17. 1. Fronteggiare l’insuccesso
Attribuzione esterna-stabile: il successo-fallimento scolastico
viene interpretato in termini di facilità/difficoltà del compito (es.
sono andato bene perchè il compito era facile; sono andato male
perché la prova era troppo difficile). In caso di fallimento questa
spiegazione preserva l’autostima.
Attribuzione esterna-instabile: il successo-fallimento
scolastico viene interpretato in termini di fatalità. è andata male,
andrà meglio la prossima volta.
18. 2. Fuga dal compito
DINAMICA FRUSTRAZIONE-STIMA DI SE’:
prestazione scolastica negativa
sentimento di essere rifiutato nell’ambiente scolastico
svalutazione del sistema scolastico
ricerca di altri campi in cui rinforzare la stima di sé
(Modello di Fynn)
DINAMICA PARTECIPAZIONE- IDENTIFICAZIONE:
disaffezione progressiva al sistema scuola con cui non ci identifica (ruolo importante delle
attività extracurriculari)
19. 3. I meccanismi di compensazione
L’autostima accademica viene
dissociata dall’autostima globale
Mancata identificazione con il sistema scuola
20. Perché uno scarso rendimento non porta
necessariamente a una bassa autostima?
“un individuo sarà disposto a valorizzare quelle cose in cui
egli stesso ritiene di essere capace e di svalutare quelle in
cui si considera incapace” (Rosenberg, 1982).
L`uso di strategie compensative da parte di individui
accademicamente meno dotati può aiutare a spiegare perché
possono, in alcuni casi, avere una maggiore autostima rispetto ai
loro coetanei che hanno risultati scolastici migliori.
In altre parole, essi attribuiscono poca importanza alla scuola
(perché in questa attività si sentono incapaci) e in tal modo i
fallimenti non vanno ad intaccare il loro livello di autostima.
21. 3. I meccanismi di compensazione
Il pessimismo difensivo è definito una strategia di problem
solving (Leahy, 2002), così come l’evitamento ed il ritiro:
nascondersi ed evitare per paura di fallire.
“meglio aver paura che buscare” (proverbio toscano)
23. Strategie di rinforzo autostima
Gli studenti, per maturare un atteggiamento positivo verso lo
studio, devono poter fare esperienza di essere competenti.
L'insegnante può intervenire dicendo: "Dimmi dove ti senti
maggiormente in difficoltà. Quali sono le cose che ti sembrano
più complesse?... " deve consentire allo studente di fare
un'analisi accurata dei problemi, per arrivare a riconoscere zone
di competenza e zone di incertezza: "qui mi sento bravo, qui no".
Lavoro con lo studente su ciò che sa fare meglio (es. l`italiano),
spingendolo gradualmente verso gradini più alti (difficili ma
raggiungibili) e ipotizzo che questa carica motivazionale possa
spingersi nelle altre discipline.
Riconoscere e accogliere le difficoltà
24. Strategie di rinforzo autostima
Valorizzare le aree in cui lo studente è maggiormente
competente
Role playing o altri esercizi che consistono nel far assumere un
punto di vista positivo ai soggetti per incrementare la sensazione
di fiducia (SELF-CONFIDENCE). Può essere utile chiedere agli
allievi di raccontare le esperienze che costituiscono per loro un
motivo di orgoglio e soddisfazione personale, evidenziando le
caratteristiche positive, le doti personali.
25. Strategie di rinforzo autostima
“Prendersi cura dell’allievo!”
Valorizzare le abilità di competenza sociale e le relazioni fra pari.
Ridurre la distanza tra attività curriculari ed extracurriculari
Valorizzare le competenze in campo atletico
Valorizzare i prodotti degli allievi
Presentazione pubblica dei prodotti
Ridimensionare ideali irreali
modificazione l’autopercezione negativa
Potenziare le abilità
26. Conoscere noi stessi attraverso
l’osservazione dei nostri comportamenti
• Motivazioni intrinseche ed estrinseche
La motivazione intrinseca consiste nel desiderio di
intraprendere delle attività perchè ci diverte o
perchè la troviamo interessante; la motivazione
estrinseca è il desiderio di intraprendere un’attività
in riferimento alle ricompense o alle pressioni
esterne.
27. Conoscere noi stessi attraverso
l’osservazione dei nostri comportamenti
• Motivazioni estrinseche e intrinseche
L’effetto della sovragiustificazione ha luogo quando le
persone tendono a sovragiustificare il loro
comportamento concentrandosi su cause esterne
sottostimando le motivazioni interne ed intrinseche.
Perdita di motivazione
28. Conoscere noi stessi attraverso
l’osservazione dei nostri comportamenti
• Motivazioni intrinseche ed estrinseche
QuandoQuando si può ridurre l’effetto sovragiustificazione:
1) Conoscere la motivazione (intrinseca) iniziale, se l’interesse iniziale al
compito è basso, la motivazione estrinseca è utile,
2) Se la ricompensa è legata alla prestazione (basata sulla qualità)
piuttosto che al compito (basata semplicemente sulla prestazione);
3) Ricordando alle persone che esse possono svolgere dei compiti per
motivazioni intrinseche anche se ricevono delle riconpense estrinseche.
29. Conoscere se stessi attraversoConoscere se stessi attraverso
l’osservazione degli altril’osservazione degli altri
• Ciò che gli altri ci dicono di noi costituisce
una fonte molto importante di conoscenza
di sè.
30. Conoscere se stessi attraverso l’osservazioneConoscere se stessi attraverso l’osservazione
degli altridegli altri
• Conoscere noi stessi confrontandoci con gli altri
Sulla base della teoria del confronto sociale
(Festinger, 1954), quando il nostro scopo è quello di
cogliere informazioni su noi stessi, è plausibile che si
proceda con il confronto sociale verso l’alto, ma se il
nostro obiettivo è quello di sentirci bene, allora
procederemo con un confronto verso il basso (strategia
di protezione e innalzamento del sè)
31. La socializzazione secondariaLa socializzazione secondaria
Occorre scoprire regole e norme esplicite e
implicite della vita e dell’insegnamento e
dell’apprendimento scolastico, individuare le
routine che caratterizzano le pratiche
quotidiane e appropriarsene
Dare loro significato e legittimità
32. La socializzazione secondariaLa socializzazione secondaria
Tre fasiTre fasi
del processo di affiliazione:del processo di affiliazione:
Estraneità: lo studente entra in un mondo sconosciuto, a volte in
rottura con il mondo precedente (famiglia, scuola)
Apprendistato: scoperta progressiva e adattamento conformista
Affiliazione istituzionale: abilità a padroneggiare luoghi, tempi,
strumenti (aule, orari, segreterie, persone-chiave); utilizzazione
dei ‘tempi morti’ (viaggi, intervalli fra le lezioni)
Affiliazione intellettuale: abilità nell’uso di strumenti (biblioteche,
strumenti informatici, data base); prendere appunti utili, come
studiare da soli o con compagni, come distribuire il carico di studio
nel tempo; fare domande a lezione, utilizzare i docenti
33. I fattori da tenere sotto controllo
In ambito scolastico il rapporto con i pari può
influire sulla formazione dell’autostima:
• vicinanza con i compagni durante il gioco
• connessione reciproca tra profitto e stima di
sé;
• L’interazione tra autostima, percezione
dell’intelligenza, prestazioni scolastiche e
condizioni d’apprendimento
34. Condizioni che favoriscono autostima
nel contesto scolastico
1. Soddisfazione dei bisogni evolutivi: spazio fra
rapporti formali e informali;
2. Diminuire il giudizio e non esporre il ragazzo a
facili umiliazioni pubbliche;
3. Facilitare il valore dell’apprendimento
(motivazione intrinseca);
4. Il rendimento non è determinato dal confronto
con i risultati degli altri ma in termini di
miglioramento e acquisizione personale di
capacità;
35. 5. Non negare il carattere costruttivo del
fallimento scolastico come base per rilevare
le difficoltà d’apprendimento e miglioramenti
futuri;
6. Non incentivare l'apprendimento attraverso
motivazioni estrinseche, sottraendo allo
studente la possibilità di un controllo
autonomo del proprio impegno scolastico;
Condizioni che favoriscono autostima
nel contesto scolastico
36. 7. Creare un clima non competitivo che va a
ostacolare lo sviluppo di un rapporto
fiducioso tra insegnante e alunno;
8. Stabilire un senso di appartenenza,
mantenere un senso di stima personale,
essere accettati e accettarsi;
9. Apprendimento attivo che media le
motivazioni intrinseche da quelle
estrinseche.
Condizioni che favoriscono autostima
nel contesto scolastico
37. Empowerment
• un processo che permette agli individui, gruppi e comunità di accrescere le
capacità di controllare attivamente la propria vita (Rapaport)
Più specificatamente l'empowerment può indicare:
- Una cultura e i valori che la distinguono
- Un costrutto psicologico
- Un processo con cui l'individuo accresce il suo livello di potere rispetto ad uno
specifico oggetto
• Approccio applicativo che guida la metodologia del fare operativo
• empowerment psicologico come processo che porta dalla learned helpessness
(passività appresa senso di sfiducia) alla learned hopefulness (acquisizione e utilizzo
abilità di problem solving e conseguimento del controllo percepito) attraverso il
raggiungimento della fiducia nelle proprie capacità derivante dal dominio degli
eventi
38. • La teoria dell'empowerment collega il
benessere dell'individuo al contesto sociale e
politico al quale egli appartiene e sostiene che
le comunità possono migliorare la vita dei
propri abitanti offrendo loro occasioni di
essere attivi e di partecipare ai processi
decisionali della comunità
Empowerment
39. Conclusioni
Alcuni individui cercano l’approvazione da parte degli adulti.
Altri sono motivati dal desiderio di conseguire un alto profitto
scolastico.
Altri, infine, sono spinti dal proposito di evitare le
conseguenze del fallimento.
In ultima analisi emerge che scuola e famiglia possono aiutare
bambini e ragazzi a costruire una buona percezione di sé.
Tale percezione avrà l’effetto di proteggerli da:
comportamenti devianti, auto-distruttivi e/o auto-penalizzanti
e da sentimenti depressivi o svalutanti, favorendo un buon
adattamento dell’individuo sia nel contesto scolastico sia
nella vita.