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COUNTRY REPORT ITALY 2018
della COMMISSIONE EUROPEA
Spazio Europa
Roma, 12 aprile 2018
Carlo Milani
Senior Economist
1. Crescita e produttività
2. Mercato bancario
3. Contesto europeo
AGENDA
Crescita potenziale
Fonte: Elaborazioni e stime CER.
➢ Stime CER (a legislazione vigente) per il Pil 2018-19 in linea con quelle della
Commissione Europea
➢ Rallentamento in parte dovuto al contesto internazionale, ma anche alle clausole
di salvaguardia (al netto clausole crescita Pil intorno all’1,2%)
➢ Crescita in ogni caso insoddisfacente, pesa l’andamento del potenziale
1980
1982
1984
1986
1988
1990
1992
1994
1996
1998
2000
2002
2004
2006
2008
2010
2012
2014
2016
2018
2020
2022
Pil reale e Pil potenziale
Pil reale Pil potenziale
3,88
2,60
1,60
0,88
-0,03
0,97
1970-1979
1980-1989
1990-1999
2000-2009
2010-2019
2020-2022
Crescita del Pil potenziale
2017 2018E 2019E 2020E 2021E 2022E
Pil reale 1,5 1,5 1,2 0,9 1,0 1,0
3
Produttività
67,8
93,0
106,4
113,3
87,4
0-9 10-19 20-49 50-249 >250
Numero di addetti
Rapporto % tra la produttività imprese
manifatturiere italiane
e quella di Francia, Germania e UK - 2014
Note: rapporto tra valore aggiunto e addetti.
Fonte: Elaborazioni Area Studi Mediobanca su dati Eurostat
➢ Produttività delle aziende manifatturiere italiane di media dimensione (20-250
addetti) superiore a quella degli altri grandi paesi europei
➢ Problema si annida nelle piccole imprese, e in parte in quelle grandi
4
Rank Azienda Settore Paese di origine
1 American Express Servizi finanziari e assicurativi Usa
2 Hilton Hotel Usa
3 ConTE Servizi finanziari e assicurativi Uk
4 Kiabi Abbigliamento Francia
5 Adecco Servizi professionali Svizzera
6 Pfizer Farmaceutica Usa
7 Lidl GDO Germania
8 AbbVie Farmaceutica Usa
9 Eli Lilly Biotecnologie Usa
10 Medtronic Sanità Irlanda
Classifica migliori 10 grandi aziende dove lavorare in Italia - 2018
Fonte: Great Place to Work Institute.
Grandi imprese
➢ Tra le migliori 10 grandi aziende dove lavorare in Italia non c’è nemmeno
un’azienda italiana
➢ Nelle grandi imprese italiane non si riesce a creare “l’eccellenza” e l’orgoglio
aziendale, cosa che invece riesce alle medie imprese
5
Imprese a controllo
familiare
87,3
86,2
82,9
76,9
82,2
Germania Italia Spagna Francia EU28
% di PMI a controllo familiare
46,0
75,3
40,5
48,3
16,7
59,4
35,3
13,5
Germania Italia Spagna Francia
% di imprese familiari con
management familiare
<50 dip 50-250 dip
Fonte: Area Studi Mediobanca su dati ECB SAFE databse, Banca d’Italia e Cucculelli M., Romano L., L’imprenditoria
familiare: punti di forza e debolezza, in L. Paolazzi, M. Sylos Labini , F. Traù (eds.), Gli imprenditori, Venezia, Marsilio, 2016
➢ L’Italia ha un peso delle PMI a controllo familiare superiore alla media europea,
ma non tra i più elevati tra i principali paesi dell’eurozona
➢ Elevata è invece l’incidenza del management familiare, soprattutto nelle imprese
con meno di 50 dipendenti
➢ In queste imprese solo nel 16% dei casi la remunerazione del management è
basata sulle performance 6
Imprese a controllo
familiare in Italia
5,6
10,0
13,9
70,5
0% fino al 50% 51-75% 76-100%
Quota di imprese in base alla % di
familiari nel board
Fonte: Mediobanca-Cineas, Osservatorio sul Risk Management nelle medie imprese, settembre 2017.
➢ La redditività delle PMI italiane a controllo familiare dipende dal grado di apertura
dei board. Dove ci sono «contaminazioni esterne» le imprese sono più redditizie
➢ Meno di un quarto delle PMI italiane a controllo familiare ha però board diversificati
➢ Solo il 55% delle imprese è riuscita ad affrontare il problema del passaggio
generazionale. I difficili equilibri familiari e l’assenza di competenze alla base del
mancato rinnovo
Redditività imprese familiari
7
Digitale
➢ L’Italia vive in un grande
paradosso nel rapporto
con il digitale
➢ La popolazione è attratta
dal mondo digitale, dalle
modalità di interazione a
distanza, dai social
➢ Allo stesso tempo
l’utilizzo dei servizi digitali
nella vita di tutti i giorni è
particolarmente scarso
➢ Su e-government,
e-banking, e-commerce
siamo in fondo alla
classifica dell’UE28 in
termini di % di utilizzo
Principali paesi europei: rapporto con il digitale
(in % della popolazione – dati relativi a inizio 2017)
Fonte: elaborazioni BEM Research su dati Eurostat, WeAreSocial e Hootsuite.
Individui che hanno avuto interazioni con la PA
attraverso Internet negli ultimi 12 mesi
(dati in percentuale relativi al 2016)
8
1. Crescita e produttività
2. Mercato bancario
3. Contesto europeo
AGENDA
Impatto delle crisi
bancarie
Effetti delle crisi bancarie
➢ Potenzialmente una crisi bancaria può avere effetti per un periodo
prolungato, addirittura trentennale (CER, 2017)
➢ Questa evidenza aiuta a spiegare il rallentamento del Pil potenziale negli
ultimi 10 anni
10
Gestione delle
insolvenze bancarie
➢ Le banche italiane hanno una scarsa tendenza (e probabilmente competenza) nella
ristrutturazione dei crediti deteriorati delle imprese piccole
➢ La costituzione di una bad bank di sistema avrebbe aiutato, permettendo anche una
crescita dimensionale e diversificazione dei board attraverso fusioni di aziende
➢ Recentemente la Commissione Europea è tornata sulla questione bad bank, ma in
modo insoddisfacente
Banca d’italia
Prestiti con anomalie nei rimborsi
(in % del totale dei prestiti)
11
NPL
➢ In Milani (2017), considerando gli NPL al netto delle rettifiche per un ampio
campione di banche italiane (fonte Mediobanca), ho trovato evidenze di i) too-big-
too-fail (TBTF) problem, ii) bad management, iii) procyclical credit policy; iv)
effetti negativi da procedure di valutazione automatizzate (credit scoring), mentre le
condizioni macroeconomiche e finanziarie hanno un impatto non significativo
➢ Problema evidenziato nel Report sullo stock di NPL è rilevante. Vanno però gestite
anche le cause che hanno portato alla crescita NPL in Italia e negli altri paesi periferici
➢ Allo stesso tempo non bisogna demonizzare il modello di banca tradizionale …
NPL lordi
(in % del totale dei prestiti – dati relativi a giugno 2016)
Fonte: EBA.
12
Modelli di business
bancari
Banche europee quotate (distribuzione del rischio in base al modello di business)
Alto Medio Basso Alto Medio Basso
Z-score (distanza dal default) 7,6 17,8 34,4 6,2 17,4 43,0
Totale attivo (mln€ in log) 17,8 18,7 17,4 18,2 18,3 17,5
Impieghi netti / attivo 63,8 62,0 66,6 64,8 61,8 68,7
NPL / crediti netti 2,4 1,8 1,7 10,8 6,0 3,9
Attività finanziarie / attivo 27,1 28,9 24,0 27,0 28,7 22,3
Titoli per finalità trading / attivo 12,0 12,4 11,1 7,5 8,7 6,2
Depositi / attivo 42,7 42,1 43,3 44,1 49,2 50,7
Capitale / attivo 5,5 5,1 6,8 5,2 6,9 8,4
Tier 1 ratio 8,1 8,2 8,6 10,2 12,8 13,2
ROE 11,5 14,7 11,8 -7,2 2,0 8,7
Var. prezzi azionari 13,1 13,6 13,9 -31,0 -1,6 1,8
Price/earning 21,2 13,2 16,8 8,9 31,8 11,3
Price-to-book ratio 1,7 1,7 1,6 0,8 1,0 1,0
Numero di osservazioni 161 87 95 182 296 176
Note: cluster analysis basata sui valori mediani.
Fonte: elaborazioni CER su dati Thomson-Reuters.
2008-2016
Livello di rischio assunto
2001-2007
Livello di rischio assunto
➢ Le banche a basso rischio (Z-score più alto) hanno una maggior concentrazione
delle loro attività nel tradizionale business creditizio, mentre di converso hanno una
minore incidenza delle attività finanziarie (CER, 2018)
➢ Commissione/BCE dovrebbero aumentare grado di attenzione verso rischi di
mercato, soprattutto in prospettiva inversione di tendenza nelle politiche monetarie 13
1. Crescita e produttività
2. Mercato bancario
3. Contesto europeo
AGENDA
Una critica al Report
➢ Nel Report c’è un riquadro dedicato alle ricadute sull’Area euro nel caso in cui si
adottasse un pacchetto di riforme in Italia
➢ Mancano invece delle considerazioni di quanto gli squilibri macroeconomici
dipendano dalle scelte di politica economica prese nel resto della zona euro
➢ Come sarebbe cambiata la narrazione sottostante per l’Italia (e gli altri paesi
periferici) se la Germania avesse …
Fonte: Country Report Italy 2018, p. 29.
15
➢ i) favorito maggiore crescita dei salari,
➢ ii) consentendo riduzione avanzo partite correnti (in linea con MIP),
➢ iii) bilanciando (almeno in parte) effetti sul mercato del lavoro attraverso
➢ iv) un maggiore indebitamento pubblico (soprattutto via investimenti pubblici)? …
-6
-4
-2
0
2
4
6
8
10
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
2017
Saldo partite correnti (in % PIL)
GER
ITA
SPA
FRA
-12
-10
-8
-6
-4
-2
0
2
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
2017
Indebitamento pubblico (in % PIL)
GER
ITA
FRA
SPA
0
5
10
15
20
25
30
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
2017
Tasso di disoccupazione (in %)
SPA
ITA
FRA
GER
-1
0
1
2
3
4
5
6
7
8
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
Indice costo del lavoro
Settore manifatturiero (var. %)
GER
FRA
SPA
ITA
Fonte: elaborazioni CER su dati Thomson-Reuters.
16
➢ … la Germania avrebbe dovuto accettare più inflazione, perdendo competitività
rispetto agli Usa,
➢ ma livello dei prezzi e crescita economica sarebbero stati più alti negli altri paesi
europei, favorendo la crescita del denominatore debito/Pil e deficit/Pil (+ Pil nominale)
-0,9 0,6 -1,5 -1,2 -3,4
-
0,5
1,0
1,5
2,0
2,5
3,0
3,5
4,0
USA GER ITA FRA SPA
Deflatore del Pil
(tassi di variazione %)
2000-2008 2009-2017
D
Dinamica dei prezzi
Fonte: elaborazioni CER su dati Thomson-Reuters.
17
- Barbaresco Gabriele (Area Studi Mediobanca), Il triangolo no: PMI, banche e mercati
finanziari, Seminario presso l’Università di Roma Tre, 7 dicembre 2017.
- BEM Research, Rapporto e-government 2017, Il paradosso italiano nel digitale: tanto
social ma poco e-gov, 2017.
- CER, Rapporto Banche 2/2017.
- CER. L’identikit del rischio nelle banche europee, 2018.
- Commissione Europea, Country Report Italy 2018.
- Milani, Carlo, What Factors Affect Non-Performing Loans During Macroeconomic and
Financial Turbulence? Evidence from Italy, 2017.
Bibliografia
18
Carlo Milani
Centro Europa Ricerche (CER) - BEM Research - Università di RomaTre
Email c.milani@centroeuroparicerche.it
Grazie per l’attenzione!

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  • 1. Commenti al COUNTRY REPORT ITALY 2018 della COMMISSIONE EUROPEA Spazio Europa Roma, 12 aprile 2018 Carlo Milani Senior Economist
  • 2. 1. Crescita e produttività 2. Mercato bancario 3. Contesto europeo AGENDA
  • 3. Crescita potenziale Fonte: Elaborazioni e stime CER. ➢ Stime CER (a legislazione vigente) per il Pil 2018-19 in linea con quelle della Commissione Europea ➢ Rallentamento in parte dovuto al contesto internazionale, ma anche alle clausole di salvaguardia (al netto clausole crescita Pil intorno all’1,2%) ➢ Crescita in ogni caso insoddisfacente, pesa l’andamento del potenziale 1980 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2012 2014 2016 2018 2020 2022 Pil reale e Pil potenziale Pil reale Pil potenziale 3,88 2,60 1,60 0,88 -0,03 0,97 1970-1979 1980-1989 1990-1999 2000-2009 2010-2019 2020-2022 Crescita del Pil potenziale 2017 2018E 2019E 2020E 2021E 2022E Pil reale 1,5 1,5 1,2 0,9 1,0 1,0 3
  • 4. Produttività 67,8 93,0 106,4 113,3 87,4 0-9 10-19 20-49 50-249 >250 Numero di addetti Rapporto % tra la produttività imprese manifatturiere italiane e quella di Francia, Germania e UK - 2014 Note: rapporto tra valore aggiunto e addetti. Fonte: Elaborazioni Area Studi Mediobanca su dati Eurostat ➢ Produttività delle aziende manifatturiere italiane di media dimensione (20-250 addetti) superiore a quella degli altri grandi paesi europei ➢ Problema si annida nelle piccole imprese, e in parte in quelle grandi 4
  • 5. Rank Azienda Settore Paese di origine 1 American Express Servizi finanziari e assicurativi Usa 2 Hilton Hotel Usa 3 ConTE Servizi finanziari e assicurativi Uk 4 Kiabi Abbigliamento Francia 5 Adecco Servizi professionali Svizzera 6 Pfizer Farmaceutica Usa 7 Lidl GDO Germania 8 AbbVie Farmaceutica Usa 9 Eli Lilly Biotecnologie Usa 10 Medtronic Sanità Irlanda Classifica migliori 10 grandi aziende dove lavorare in Italia - 2018 Fonte: Great Place to Work Institute. Grandi imprese ➢ Tra le migliori 10 grandi aziende dove lavorare in Italia non c’è nemmeno un’azienda italiana ➢ Nelle grandi imprese italiane non si riesce a creare “l’eccellenza” e l’orgoglio aziendale, cosa che invece riesce alle medie imprese 5
  • 6. Imprese a controllo familiare 87,3 86,2 82,9 76,9 82,2 Germania Italia Spagna Francia EU28 % di PMI a controllo familiare 46,0 75,3 40,5 48,3 16,7 59,4 35,3 13,5 Germania Italia Spagna Francia % di imprese familiari con management familiare <50 dip 50-250 dip Fonte: Area Studi Mediobanca su dati ECB SAFE databse, Banca d’Italia e Cucculelli M., Romano L., L’imprenditoria familiare: punti di forza e debolezza, in L. Paolazzi, M. Sylos Labini , F. Traù (eds.), Gli imprenditori, Venezia, Marsilio, 2016 ➢ L’Italia ha un peso delle PMI a controllo familiare superiore alla media europea, ma non tra i più elevati tra i principali paesi dell’eurozona ➢ Elevata è invece l’incidenza del management familiare, soprattutto nelle imprese con meno di 50 dipendenti ➢ In queste imprese solo nel 16% dei casi la remunerazione del management è basata sulle performance 6
  • 7. Imprese a controllo familiare in Italia 5,6 10,0 13,9 70,5 0% fino al 50% 51-75% 76-100% Quota di imprese in base alla % di familiari nel board Fonte: Mediobanca-Cineas, Osservatorio sul Risk Management nelle medie imprese, settembre 2017. ➢ La redditività delle PMI italiane a controllo familiare dipende dal grado di apertura dei board. Dove ci sono «contaminazioni esterne» le imprese sono più redditizie ➢ Meno di un quarto delle PMI italiane a controllo familiare ha però board diversificati ➢ Solo il 55% delle imprese è riuscita ad affrontare il problema del passaggio generazionale. I difficili equilibri familiari e l’assenza di competenze alla base del mancato rinnovo Redditività imprese familiari 7
  • 8. Digitale ➢ L’Italia vive in un grande paradosso nel rapporto con il digitale ➢ La popolazione è attratta dal mondo digitale, dalle modalità di interazione a distanza, dai social ➢ Allo stesso tempo l’utilizzo dei servizi digitali nella vita di tutti i giorni è particolarmente scarso ➢ Su e-government, e-banking, e-commerce siamo in fondo alla classifica dell’UE28 in termini di % di utilizzo Principali paesi europei: rapporto con il digitale (in % della popolazione – dati relativi a inizio 2017) Fonte: elaborazioni BEM Research su dati Eurostat, WeAreSocial e Hootsuite. Individui che hanno avuto interazioni con la PA attraverso Internet negli ultimi 12 mesi (dati in percentuale relativi al 2016) 8
  • 9. 1. Crescita e produttività 2. Mercato bancario 3. Contesto europeo AGENDA
  • 10. Impatto delle crisi bancarie Effetti delle crisi bancarie ➢ Potenzialmente una crisi bancaria può avere effetti per un periodo prolungato, addirittura trentennale (CER, 2017) ➢ Questa evidenza aiuta a spiegare il rallentamento del Pil potenziale negli ultimi 10 anni 10
  • 11. Gestione delle insolvenze bancarie ➢ Le banche italiane hanno una scarsa tendenza (e probabilmente competenza) nella ristrutturazione dei crediti deteriorati delle imprese piccole ➢ La costituzione di una bad bank di sistema avrebbe aiutato, permettendo anche una crescita dimensionale e diversificazione dei board attraverso fusioni di aziende ➢ Recentemente la Commissione Europea è tornata sulla questione bad bank, ma in modo insoddisfacente Banca d’italia Prestiti con anomalie nei rimborsi (in % del totale dei prestiti) 11
  • 12. NPL ➢ In Milani (2017), considerando gli NPL al netto delle rettifiche per un ampio campione di banche italiane (fonte Mediobanca), ho trovato evidenze di i) too-big- too-fail (TBTF) problem, ii) bad management, iii) procyclical credit policy; iv) effetti negativi da procedure di valutazione automatizzate (credit scoring), mentre le condizioni macroeconomiche e finanziarie hanno un impatto non significativo ➢ Problema evidenziato nel Report sullo stock di NPL è rilevante. Vanno però gestite anche le cause che hanno portato alla crescita NPL in Italia e negli altri paesi periferici ➢ Allo stesso tempo non bisogna demonizzare il modello di banca tradizionale … NPL lordi (in % del totale dei prestiti – dati relativi a giugno 2016) Fonte: EBA. 12
  • 13. Modelli di business bancari Banche europee quotate (distribuzione del rischio in base al modello di business) Alto Medio Basso Alto Medio Basso Z-score (distanza dal default) 7,6 17,8 34,4 6,2 17,4 43,0 Totale attivo (mln€ in log) 17,8 18,7 17,4 18,2 18,3 17,5 Impieghi netti / attivo 63,8 62,0 66,6 64,8 61,8 68,7 NPL / crediti netti 2,4 1,8 1,7 10,8 6,0 3,9 Attività finanziarie / attivo 27,1 28,9 24,0 27,0 28,7 22,3 Titoli per finalità trading / attivo 12,0 12,4 11,1 7,5 8,7 6,2 Depositi / attivo 42,7 42,1 43,3 44,1 49,2 50,7 Capitale / attivo 5,5 5,1 6,8 5,2 6,9 8,4 Tier 1 ratio 8,1 8,2 8,6 10,2 12,8 13,2 ROE 11,5 14,7 11,8 -7,2 2,0 8,7 Var. prezzi azionari 13,1 13,6 13,9 -31,0 -1,6 1,8 Price/earning 21,2 13,2 16,8 8,9 31,8 11,3 Price-to-book ratio 1,7 1,7 1,6 0,8 1,0 1,0 Numero di osservazioni 161 87 95 182 296 176 Note: cluster analysis basata sui valori mediani. Fonte: elaborazioni CER su dati Thomson-Reuters. 2008-2016 Livello di rischio assunto 2001-2007 Livello di rischio assunto ➢ Le banche a basso rischio (Z-score più alto) hanno una maggior concentrazione delle loro attività nel tradizionale business creditizio, mentre di converso hanno una minore incidenza delle attività finanziarie (CER, 2018) ➢ Commissione/BCE dovrebbero aumentare grado di attenzione verso rischi di mercato, soprattutto in prospettiva inversione di tendenza nelle politiche monetarie 13
  • 14. 1. Crescita e produttività 2. Mercato bancario 3. Contesto europeo AGENDA
  • 15. Una critica al Report ➢ Nel Report c’è un riquadro dedicato alle ricadute sull’Area euro nel caso in cui si adottasse un pacchetto di riforme in Italia ➢ Mancano invece delle considerazioni di quanto gli squilibri macroeconomici dipendano dalle scelte di politica economica prese nel resto della zona euro ➢ Come sarebbe cambiata la narrazione sottostante per l’Italia (e gli altri paesi periferici) se la Germania avesse … Fonte: Country Report Italy 2018, p. 29. 15
  • 16. ➢ i) favorito maggiore crescita dei salari, ➢ ii) consentendo riduzione avanzo partite correnti (in linea con MIP), ➢ iii) bilanciando (almeno in parte) effetti sul mercato del lavoro attraverso ➢ iv) un maggiore indebitamento pubblico (soprattutto via investimenti pubblici)? … -6 -4 -2 0 2 4 6 8 10 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 Saldo partite correnti (in % PIL) GER ITA SPA FRA -12 -10 -8 -6 -4 -2 0 2 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 Indebitamento pubblico (in % PIL) GER ITA FRA SPA 0 5 10 15 20 25 30 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 Tasso di disoccupazione (in %) SPA ITA FRA GER -1 0 1 2 3 4 5 6 7 8 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 Indice costo del lavoro Settore manifatturiero (var. %) GER FRA SPA ITA Fonte: elaborazioni CER su dati Thomson-Reuters. 16
  • 17. ➢ … la Germania avrebbe dovuto accettare più inflazione, perdendo competitività rispetto agli Usa, ➢ ma livello dei prezzi e crescita economica sarebbero stati più alti negli altri paesi europei, favorendo la crescita del denominatore debito/Pil e deficit/Pil (+ Pil nominale) -0,9 0,6 -1,5 -1,2 -3,4 - 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0 USA GER ITA FRA SPA Deflatore del Pil (tassi di variazione %) 2000-2008 2009-2017 D Dinamica dei prezzi Fonte: elaborazioni CER su dati Thomson-Reuters. 17
  • 18. - Barbaresco Gabriele (Area Studi Mediobanca), Il triangolo no: PMI, banche e mercati finanziari, Seminario presso l’Università di Roma Tre, 7 dicembre 2017. - BEM Research, Rapporto e-government 2017, Il paradosso italiano nel digitale: tanto social ma poco e-gov, 2017. - CER, Rapporto Banche 2/2017. - CER. L’identikit del rischio nelle banche europee, 2018. - Commissione Europea, Country Report Italy 2018. - Milani, Carlo, What Factors Affect Non-Performing Loans During Macroeconomic and Financial Turbulence? Evidence from Italy, 2017. Bibliografia 18
  • 19. Carlo Milani Centro Europa Ricerche (CER) - BEM Research - Università di RomaTre Email c.milani@centroeuroparicerche.it Grazie per l’attenzione!