1. Periodico di libere e approfondite informazioni gratuite. Fondato ed Edito da Carmine Gonnella [2005] II Edizione n: 20 Feb. . 2016
L’ INFORMAZIONE E’ MEZZO DI APPROFONDIMENTO E NON DI INDOTTRINAMENTO
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NOTIZIE LOCALI //////////////////////////////////// Calabritto e dintorni /////////////////////////////////// Britalyca News Londra N: 20 Feb.2016
Calabritto e dintorni – ultima pagina
FREEFREE
Aeroporto di Salerno: i nuovi voli
Si torna a volare dall'aeroporto di Salerno: ecco le nuove
destinazioni
L'agenzia Travel Before conferma le nuove tratte che saranno attivate dal prossimo mese
di giugno. Intanto spuntano i primi dati della compagnia El Al Israel Airlines che pochi
mesi fa ha reso operativo il collegamento aereo dalla Campania verso Israele Aeroporto
di Salerno: i nuovi voli
Adesso è ufficiale: dal prossimo 3 giugno si tornerà a volare dall’aeroporto Costa d’Amalfi
di Salerno. Otto i voli aventi come destinazioni Corfù, Ibiza, Malta, Milano, Mostar,
Lourdes, Olbia e Verona. Ad operare sarà la compagnia tedesca Avanti Air con aerei
da 100 posti a sedere. Nuove destinazioni sono in fase di studio e saranno annunciate nei
prossimi mesi dalla Travel Before, l’agenzia che ha programmato i voli guidata da
Giancarlo Vitolo. In particolare dall’inizio della prossima estate saranno effettuati i se-
guenti voli: Salerno - Corfù (1 volta a settimana - sabato) Salerno - Ibiza (1 volta a set-
timana) Salerno - Malta (1 volta a settimana) Salerno - Milano Malpensa (2 volte a set-
timana - venerdì e domenica) Salerno - Mostar (2 volte a settimana - martedì e venerdì).
Le tratte con i relativi orari sono visibili, dallo scorso 6 gennaio, sul booking on line all'indi-
rizzo www.travebeore.it dov'è possibile acquistare i voli, sia per gli utenti privati che agen-
zie di viaggi, ed i pacchetti turistici legati ai voli stessi.
Intanto spuntano i primi dati dalla compagnia El Al Israel Airlines che pochi mesi fa ha
attivato il collegamento aereo dalla Campania verso Israele. Circa tre ore di viaggio con
aeromobili di ultima generazione Boeing 737/800. I salernitani - rivela La Città - che de-
collano verso Tel Aviv sono circa 300. Un cifra a dir poco sorprendente.
salernotoday.it/
«A Calitri si
sopravvive, i nostri
figli destinati a
scappare»
«Non fate emigrare mio
figlio». E' l'appello che lan-
cia Massimiliano Sibilia, 41
anni. Gestisce un bar nella
piazza di Calitri. Per
vent'anni ha lavorato in una
fabbrica del posto che poi ha
chiuso. «Noi ci siamo rimes-
si in gioco, siamo ripartiti da zero, tra mille difficolta. Oggi, a Caliti si sopravvive. Non si
vive». Ed è per tale ragione che Massimiliano è preoccupato per il futuro dei suoi ragazzi
ITALIANI
ALL’ ESTERO E IN ITA-
LIA
Giorgio Brignola
Pagina 4
Pagina 4
Comunicati
Goffredo Palmerini
La poesia visiva di Magdalo
Mussio
Pagina 10
Quaglietta ieri e
oggi nel libro di
Ficetola
Presso la Chiesa di Maria Ss. del
Carmine di Quaglietta, è in pro-
gramma la presentazione del vol-
ume "Quaglietta ieri e oggi" di Ger-
ardina Ficetola. La pubblicazione,
a cura della Pro Loco Aquae
Electae di Quaglietta, è patrocinata
moralmente da Unpli, Servizio
Civile Nazionale, Regione Campa-
nia, Provincia di Avellino.
«Si tratta di un viaggio nella Qua-
glietta di Ieri e di Oggi - scrive Fice-
tola nella prefazione del volume -
dalla storia passata a quella più at-
tuale, dalle sue risorse materiali a
quelle immateriali, dai personaggi e
dagli eventi del passato remoto e re-
cente, fino all’odierno popolo Qua-
gliettano e alle sue tradizioni gastro-
nomiche e al suo folklore. L’intento
è stato quello di ricostruire e met-
tere per iscritto tutto ciò che si sa di
Quaglietta, inserendo anche quei
particolari superflui, di cui si poteva
comunque fare a meno ma che io
reputo, parimenti, importanti per la
sua storia».
Da ottopagine.it
IL CGIE,
ANDREBBE ABOLITO E
SOSTITUITO CON UN
NUOVO
ASSOCIAZIONISMO
SOCIOPOLITICO
PARTECIPATIVO
Nota editoriale
Oggi, come ieri si parla ancora di
come riformare i Consigli Generali
degli Italiani all’ Estero) Si parla di un
nuovo Cgie, ma di nuovo ( e si fa per
dire) non ha niente, se non i soliti noti
al loro interno e che come sempre
possono contare sul palmo della
mano. I Cgie per chi non lo sappesse
sono organi superiori, partoriti dagli
stessi Comitati degli Italiani all’ Es-
tero, con la missione ( si fa sempre
per dire) di portare le istanze e te-
matiche migratorie al Parlamento e
al governo italiano, per eventuali
misure sociali, politiche ed econom-
iche.
Nel corso dei decenni, come tutti noi
all’ estero sappiamo molto bene, sia i
Comites, sia i Cgies, sono stati as-
similate dalla partitocrazia ( si fa
sempre per dire), quando invece
avrebbero dovuto rappresentare civil-
mente e neutralmente tutti i cittadini
italiani all’ estero. Cosi’ non e stato e
oggi ci troviamo al cospetto di una
marasma di personaggi in cerca d’
autori e di piccole e grandi poltrone.
In oltre dieci anni di mia partecipa-
zione indiretta e diretta ne ho visti e
conosciuti tanti!
L’ unica soluzione e’ quella di abolirli
e rigenerare un nuovo associazionis-
mo che vada oltre i partiti e i person-
aggi in cerca d’ autori. Un nuovo as-
sociazionismo sociopolitico civico,
nutrale e apartitico. E smettiamola di
prenderci in giro con le (s)famose
rappresentanze parlamentari all’ es-
tero, anche quelle e mi duole ammet-
terlo, sono state assimilate dai partiti.
Con i soldi che spendiamo ( o meglio
sperperiamo) per i Cgies e sono tanti
credetemi, si potrebbe rilanciare non
solo la Cultura italiana all’ estero, ma
sopratutto ci potra’ essere piu’ inte-
grazione, costruendo reali ponti diretti
con Stato, regioni e perche’ no, an-
che i comuni di provenienza
. ( prima parte)
INVESTIRE IN
COLLABORAZIONE
“Britalyca” continua il suo percorso
rinnovatore sul fronte della libera
informazione on-line. I tratti
editoriali, di conseguenza, si
andranno a integrare col progetto
che la Direzione ha studiato già
con l’inizio del 2016.
La nostra, di conseguenza, vuole
essere solo una riflessione a
margine di una professionalità già
sperimentata e apprezzata. Ora, ci
sembra importante non tanto
coinvolgere i politici in questo
nostro percorso propositivo e
informativo. Riteniamo, invece, più
importanti i Lettori che ci seguono
dal Regno Unito, ma anche
altrove.
La matrice internazionale di questa
pubblicazione è qualificante.
Quindi, riteniamo utile lasciare più
spazio a chi ci segue; mantenendo
aperto un contraddittorio con chi
ritiene di poter offrire un contributo
pubblicistico a questo progetto che
è stato elaborato tramite una
precedente esperienza assai
calcolata.
Per il futuro, riteniamo
fondamentale un “dialogo”
operativo in funzione di nuove
opportunità giornalistiche. Cioè, tra
chi scrive e chi legge. Più che sul
numero dei Collaboratori, facciamo
conto sulla loro volontà d’essere
parte attiva di un Redazione
specialistica; modificabile nella
composizione e nell’esperienza.
Solo investendo in partecipazione,
riteniamo possibile offrire ai Lettori
nuovi spunti di riflessione e spazi
interattivi che potrebbero essere
utili anche a chi gestisce la nostra
disastrata politica.
Giorgio Brignola
CRONACA
(Doriana Goracci)
India: arsa viva a 16 anni,
voleva studiare e non
sposarsi. Come legna da
ardere (Pagina 5)
Note
Editoriali
Pagina /3 e 9
Cultura & Societa’
(Nino Bellinvia)
“Gran Galà
d’Operetta”
(pagine centrali )
L’ESODO IN RIVA AL MARE
Migrazioni dei nostril giorni ..(pagina 2 )
Brexit ovvero l’uscita della
Gran Bretagna dall’UE
Pagina 8
VARIE Chi siamo, Poesie, Vignette e disegni a pagina 11
I muri si sono sempre costruiti
per essere poi abbattuti, quando
cio’ non avviene e si
moltplicano, significa una sola
cosa, che non c’e’ ancora niente
di nuovo sotto il sole (Carmine Gonnella)
2. Cultura ///// ////////////////////////// //////// L’ Esodo in riva al mare ////////////////////////////////////////////// Britalyca News Londra N: 20 Feb.2016 112 CHI SIAMO /////////////////// VARIE ////////////////////////////////// //////////////////////// Britalyca News Londra N; 20 Feb. 2016
CHI SIAMO
LA VOCE ALTERNATIVA, nasce nel 2005
da una idea di Carmine Gonnella Siamo gior-
nalisti partecipativi, piccoli operatori dell’
informazione libera. Non politicanti, analiz-
ziamo e approfondiamo la politica sciente-
mente con metodo imparziale e il politichese
da salotti e da giornalismo prezzolato non ci
interessa in alcun modo.
Per la pubblicita’ e le pubblicazioni,
contattare l’ Editore via Email.
lavocealternativa@gmail.com
Il formato cartaceo ha una tiratura limitata ,
per una copia contattare la Redazione
COLLABORATORI
Cronaca, Doriana Goracci ( Italy) Alle
politiche In Italia e all Estero, Giorgio
Brignola, Poesia Maria Rosaria Longobardi
( Italy) Antonio Murabito ( Gran Bre-
tagna) Cultura & Societa’, Nino Bellinvia
(Italy) Comunicati Goffredo Palmerini (Italy)
Distribuizione e diffusione in rete Ilario Mar-
io Ponzi ( Gran Bretagna) Redazione,
Alfonso Del Guercio Redazione ( Gran Bre-
tagna) Note Editoriali & Aforismi Carmine
Gonnella (Gran Bretagna)
REDAZIONE
Non è da ieri che ci interessiamo di
giornalismo. Anche tra le colonne de “LA
VOCE ALTERNATIVA” sono pubblicati
nostri interventi che, accanto alla cronaca
dei fatti, riportano quelli che sono i nostri
personali sentimenti. Con la premessa,
da tempo nota, che le nostre opinioni non
sono mai scontate e neppure,
necessariamente, condivisibili.
L’importante è che siano veicolo per un
dialogo tra chi scrive e chi legge. Infatti,
giudichiamo questo sistema tra i migliori
per mantenere vivo e attuale il rapporto
tra il giornale e i suoi lettori. Non a caso,
c’è stato, più volte, chiesto chi siamo o
chi rappresentiamo. Intanto, non
rappresentiamo che noi stessi nello
spirito della libera informazione.
Per il resto, è più semplice scrivere ciò
che non siamo. Ci piace l’obiettività e
l’imparzialità della notizia. Osannare e
incensare non è nelle nostre corde e, ne
siamo sicuri, se ci provassimo, sarebbe
una pessima esperienza. La notizia, di
qualunque matrice, la riportiamo nella
sua sintesi e il commento, se ne vale la
pena, lo inseriamo a valle dell’evoluzione
degli eventi che l’hanno originata.
Lo facciamo, dal 1966, in parecchi Paesi
d’Europa e non abbiamo mai sentito
l’opportunità di modificare il nostro stile.
Ci muove l’impegno d’informarci per
informare. Di capire per esprimere, poi,
un nostro convincimento.
Fare l’opinionista dall’Italia non è facile e
provarci a titolo di volontariato lo è assai
di più. In buona sintesi, siamo ripagati
con la stima di chi ci segue e con
l’impegno di un Direttore/Fondatore, vero
fulcro di questo periodico internazionale,
che continua a darci stimolo per
proseguire.
Giorgio Brignola
Vignertte di Enzo Apicella
Antonio Murabito
TERRA (AMARA ) MIA
...e' triste quando ci si rende conto che
la terra,che hai da sempre amato...sia
diventata via via piu' arida quasi da
lasciarti "affamato"...quella stessa ter-
ra che ti ha dato i natali e dove tu hai
piantato i tuoi semi...alla fine ti
costringe a tirare in barca i
remi...dopo averci lavorato senza
risparmiare una sola goccia di sudore
con tanta passione e sacrificio...
capisci che e' stato tutto inutile perche'
non ne trarrai mai alcun beneficio...e
in un posto dove attecchiscono soltanto
sterpaglie ed erbacce...non vale la
pena sforzarsi di lasciare le proprie
tracce...augh!!!! ...
Aforismi ( Autaforismo Carmine Gonnella )
Tratti da : Mi e’ scapapto un aforisma di troppo
Tutti sanno criticare senza alternative
Solo a quando non la smetteremo di
suddividere il Mondo in razze, popoli ed
etnie ,possiamo realmente iniziare a
contrastare i conflitti sociali, che affligono
l’ intera umanita’
Il vero comunista e colui che utilizza e
ridistruisce la materia non la possiede
L’ attuale involuzione democtatica italiana
e’ dovuta principalmente al fatto che
mentre il costituente con i suoi indirizzi e
dettami, guardava al future, il legilstore di
ieri e di oggi ha sempre avuto un piede
nel passato
"Il male assoluto della specie umana, non
e' lo sfruttamento materiale, ma quello
della mente e il credere ancora in un Dio
n'e' la prova"
E’ irresponsabile e contronatura,
donare il seme o l’ utero, per poi
lavarsene le mani
Mirella Zulla (Italy)
Angelina Gonnella (G.B.
Migranti, Europol: 10mila i minori
scomparsi, di cui 5mila solo in Italia
Sono almeno 10mila i migranti minorenni non accompagnati che
risultano scomparsi dopo il loro arrivo in Europa. Lo ha denunciato
l'Europol al quotidiano britannico Guardian, precisando che cir-
ca 5mila bambini sono scomparsi in Italia, mentre altri mille risultano
non rintracciabili in Svezia. Il funzionario dell'Europol Brian Don-
ald ha quindi denunciato l'esistenza di una sofisticata "infrastruttura
criminale" europea che prende di mira i migranti. "Non è assurdo dire
che stiamo cercando 10mila e più bambini. Non tutti sono sfruttati
dai criminali; alcuni potrebbero essersi riuniti a familiari. Solo non
sappiamo dove siano, cosa stiano facendo e con chi siano", ha preci-
sato. Secondo l'Europol, circa il 27% delle persone arrivate lo scorso
anno in Europa, oltre un milione, sono minorenni. "Se siano registrati
o meno, stiamo parlando di circa 270mila bambini.
L’ ESODO DEI NOSTRI GIORNI
Parlando della tragedia degli immi-
grati qualcuno ha scritto che è un
fenomeno dalle “dimensioni bibli-
che”. Si, è proprio così, l’immigra-
zione è un fenomeno biblico. E la
Bibbia, la Parola di Dio, ci dice non
solo la grandezza del fenomeno, ma
anche come leggerlo nella sua attual-
izzazione storica, al di là di una lettu-
ra puramente sociologica.
Quando Dio decide di liberare un
popolo dalla schiavitù è capace di
mobilitare masse enormi: “Gli Israel-
iti partirono da Ramses alla volta di
Succot, in numero di seicentomila
uomini capaci di camminare, senza
contare i bambini. Inoltre una grande
massa di gente promiscua partì con
loro e insieme greggi e armenti in
gran numero” ( Es 12,37-38).
L’Esodo è il libro di un popolo in
cammino: non è un libro compiuto. E'
la testimonianza e la rivelazione
dell’intervento salvifico di Dio nella
storia umana, fino alla libertà più
fondamentale e più definitiva che
realizzerà il Messia, Gesù Cristo. Il
Nuovo Testamento ha visto la salvez-
za recata da Gesù Cristo come un
compimento dell’Esodo di Israele.
Salvezza che già si compie nella
storia di quel popolo. Le pagine
dell’Esodo sono segno e sacramento
della liberazione dalla schiavitù
esistenziale dell’uomo di ogni genera-
zione.
Spesso è il linguaggio dell’Esodo che
viene usato per esprimere la novità
dell’esperienza cristiana. L’ultima
cena di Cristo, la sua morte e la sua
glorificazione sono state capite come
la sua Pasqua ( Lc 22,14-20;Gv 13,1-
3;19,36). Altri testi (Gv 6; 1Cor
5,7;10,2-4) usano le parole manna,
nube, passaggio del mare, acqua dalla
roccia, pasqua, pane non lievitato per
parlare del battesimo e dell’Eucaristia.
L’Apocalisse celebra il Cristo come
l’Agnello pasquale (Ap 5,6); nello
stesso libro, i flagelli che colpiscono
gli adoratori della Bestia sono ripresi
dalle piaghe d’Egitto (Ap 15,5-21), e
coloro che partecipano al trionfo di
Cristo sulla Bestia cantano di nuovo il
cantico di Mosè ( Ap15,3); infine, per
descrivere l’apparizione di un mondo
nuovo, il libro parla di una scomparsa
del mare ( Ap 21,1).
Questi testi di una lettura cristiana
dell’Esodo furono ampiamente spie-
gati dai Padri della Chiesa. Ciò spiega
la presenza diffusa dei temi dell’Eso-
do nella liturgia cristiana, basti solo
ricordare la lettura del passaggio del
mare e il canto del cantico di Mosè
( Es 14-15) durante la notte pasquale,
sia nella liturgia bizantina che nella
liturgia romana. Nel rito romano alla
lettura del cantico di Mosè segue una
preghiera così formulata: “O Dio,
anche ai nostri tempi vediamo risplen-
dere i tuoi antichi prodigi: ciò che
facevi con la tua mano potente per
liberare un solo popolo dall’oppres-
sione del faraone, ora lo compi at-
traverso l’acqua del battesimo per la
salvezza di tutti i popoli”.
L’uso del linguaggio dell’Esodo per
esprimere la novità dell’esperienza
cristiana dice qualcosa di profondo:
nei fatti dell’Esodo è il Mistero
Pasquale del Cristo che si compie e si
manifesta. Con insuperabile chiarezza
Militone di Sardi, nella famosa Ome-
lia Pasquale affermava: “Egli è colui
che ci trasse dalla schiavitù alla
libertà, dalle tenebre alla luce, dalla
morte alla vita, dalla tirannia al regno
eterno. Ha fatto di noi un sacerdozio
nuovo e un popolo eletto per sempre.
Egli è la Pasqua della nostra salvezza.
Egli è colui che prese su di sé le sof-
ferenze di tutti. Egli è colui che fu
ucciso in Abele, e in Isacco fu legato
ai piedi. Andò pellegrinando in
Giacobbe, e in Giuseppe fu venduto.
Fu esposto sulle acque in Mosè, e
nell'agnello fu sgozzato. Fu persegui-
tato in Davide e nei profeti fu disono-
rato”. (Capp. 65-67; SC 123, 95-101).
Nei fatti dell’Esodo di Mosè, come
negli avvenimenti di ogni genera-
zione, è Cristo che vive il suo Mistero
Pasquale. La vita cristiana è entrare e
partecipare nel mistero Pasquale che
già si è compiuto. Per questo la litur-
gia canta: “La Gloria del Signore si è
manifestata e sempre si manifesterà in
mezzo a noi fino al suo ritorno. Nei
ritmi e nelle vicende del tempo vivi-
amo i misteri della salvezza: la Chiesa
pellegrina sulla terra proclama la
Pasqua del suo Signore”.
Possiamo ripetere senza ombra di
dubbio: Egli è colui che fu asfissiato
nella stiva dei barconi partiti dalla
Libia, Egli è colui che fu accolto nel
porto di Lampedusa, colui che
stremato, dalla Grecia saliva verso i
paesi del nord, Egli è colui che dava
fastidio nei campi rom.
Non sappiamo come questo processo
terminerà: difficile prevederne le
future tappe: nascerà un nuovo popolo
dalla fusione dell’Africa con l’Euro-
pa? Quale sarà la terra promessa, in
questo mondo per questi moderni
fuggiaschi? Sarà la fine del moderno
Faraone, l’Economia mondiale che ha
provocato questo fenomeno? Ci sarà
una purificazione del monoteismo
(ebrei, musulmani e cristiani per una
forte testimonianza che Dio esiste di
fronte alle nazioni atee?) Certo è che
in questi fatti Cristo sta compiendo la
sua opera di salvezza per quanti sono
chiamati alla fede. La meta finale è, e
rimane per tutti la Gerusalemme ce-
leste, ma chi può prevedere per quali
strade e a quali condizioni questi nos-
tri fratelli e noi con loro ci troveremo
a cantare il cantico di Mosè, prima di
cantarlo, avvolti in bianche vesti, tutti
insieme, davanti all’Agnello che fu
immolato?
Da: La Stampa
( ANTONIO SERGIANNI )
3. 310 COMUNICATI //////////////////////////////////// Goffredo Palmerini //////////////////////// Britalyca News Londra Feb. 2016 Note Editoriali ///////////////////////////////// SOCIOPOLITISMO ////////////////// Britalyca News Londra N: 20 Feb. 2016
QUESTA E' LA REALTA' DEI FATTI
Con L' Italicum e il monocameralismo imperfetto siamo passati da una sociademocrazia indirizzata dal costituente a una repubbica
semidemocratica populista voluta dal legistatore di turno, il Popolo italiano ne prenda atto
Qual e' il ruolo del politico e del citta-
dino sovranoi in una democrazia
compiuta ?
Secondo il dettame e principio fonda-
mentale costituzionale, e’ compito
della Repubblica, rimuovere gli
ostacoli di ordine economico e so-
ciale, che limitanno la libertà e la
uguaglianza dei cittadini. E fin qui
sfido ciunque a dimostrarmi il con-
trario.
E veniamo al mio aforisma e titolo !
In ogni paese a sovranita’ popolare,
come quello italiano, ogni qualvolta
che la politica fallisce nei suoi dettami
e principi, la colpa ricade sempre sui
cittadini. Spetta al cittadino vuoi con
il voto, vuoi con la partecipadione
diretta, indirizzare e sensibilizzare il
legislatore. Lo so, a qualcuno questo
potrebbe apparire antidemocratico,
perche’ siamo stati “abituati” a pensa-
re che e’ solo la politica a gestire la
Res Pubblica. niente di piu’ sbagliato
Il dettame signori non dice la Politi-
ca , i partiti, il governo o il parlamen-
to, nossignore dice la Repubblica d ail
compito di rimuovere gli ostacoli.
Questo viene meno solo quamndo
viene a mancare l’ equilibro legisla-
tive tra il cittadino e il legislatore.
Detto a la carlona, se i cittadini vota-
no o eleggono un pazzo e poi durante
la legislature non si interessano piu’
di Lui, questi e ovvia che distrugge la
Repubblica.Questo bilanciamento di
ruoli si chiama sociopolitismo
L' ITALICUM E'
INCOSTITUZIONALE A
PRESCINDERE
Anche se per il legislatore truffaldino
il voto resta a suffragio universale ma
con i capolisti bloccati non e' diretto.
Anche se le riforme dovessero
passare, il voto non e' eguale, mentre
l' articolo 48 ne sancisce il diritto a
tutti. E qui sorge una domanda:" Con
il libero mandato dei parlamentari
quale garanzia ha il legislatore di
turno, che anche in futuro non ci siano
trasformismi all' interno della propria
maggioranza ?
LA COSTITUZIONE INDIRIZZA
NON DETTA
E’ uno sbaglio che facciamo un po’
tutti quando parliamo di dettami cos-
tituzionali, la Costituzione indirizza
non detta. Ma l’ errore piu’ grande lo
fanno i nostri politici quando legifera-
no a nome della Costituzione senza
nessuna cognizione, quando un polit-
ico afferma :” Lo dice la Cos-
tituzione:, senza menzionare l’ artico-
lo o la parte, statene certi che vi sta
truffando.
Detto cio’, veniamo agli emen-
damenti ! Quello che ...
Nel nostro Stato di Diritto, nella
formazione delle leggi si parla di
articoli e non di emendamenti,
canguri e gligliottine varie:
” Ogni disegno di legge, presentato ad
una Camera è, secondo le norme del
suo regolamento, esaminato da una
commissione e poi dalla Camera
stessa, che l'approva articolo per
articolo e con votazione finale.”
“Secondo le norme del suo
regolamento”, badate bene che l’
attuale regolamento sui disegni di
legge, prevede anche che un Calderoli
qualunque possa presentare migliaia
di ementamenti su ogni articolo e su
suoi stessi emendamenti. Una vera
porcheria legislativa, lasciatemelo
dire, pura anarchia, che spesso
conduce alla non legiferazione e
spesso anche alla non formazione
delle leggi. Io ho letto alcuni
emendamenti che sono da pschiatria,
fatti da malati mentali, eppure gli
autori se la ridono e se la cantano,
come pagliacci. Dico io, non bastano
gli articoli ci vogliono anche gli
ementamenti fai da te, come se fosse
un gioco. L’ alternativa potrebbe
essere quella di garantire un
emendamento per ogni articolo da
parte di ogni parlamentare, vuoi dall’
opposizione se la legge e’ presentata
dal governo, vuoi dal governo se la
legge e’ presentata dall’ opposizione,
ovviamente spettera’ alle commissioni
competenti fare i dovuti conquagli. In
questo modo non solo gli
emendamenti vengono tutti discussi e
votati, ma le leggi vengono lefiferati
in tempi brevi. Questa e’ solo
fantapolitica ( o no ?)
IL ITALIA E’ UNA
REPUBBLICA
DEMOCRATICA FONDATA
SULLA SOVRANITA’ POPO-
LARE, ESERCITATA NEI
DETTAMI
COSTITUZIONALI
Sono piu; di 10 anni che leggo la
Costittuzione italiana e’ sono ancora
fermo al primo principio fondamen-
tale. Dico questo perche’, solo nelle
dittature vengono posti dei limiti alla
sovranita’ popolare.
Andiamo per ordine
In ogni sicieta’ umana, tutto e’ basato
sul lavoro, senza non ci sarebbe
nessuna dignita’ sociale e morale
Quando invece veniamo ai limiti
sovrani, allora il discorso cambia. I
limiti nel nostro caso non sono posti
dalla Costituzione ma dal legislatore.
Faccio alcuni esempi:” Il voto e’ a
suffragio universale, diretto,
personale, libero ed eguale” Ma e’
realmente cosi? I limiti ancora una
volta sono posti dal legislatore di
turno, con le varie leggi elettorali non
in Costituzione, Sappiamo che il
voto non eguale tra un cittadino
italiano in Madre Patria ed uno oltre
confini e tra le elezioni nazionali e
quelle locali. l voto non e’ libero,
perche’ non e’ il cittadino che sceglie
le liste elettorali bensi’ i partiti e i
loro capi, quindi neache piu’
personale, Altro esempio: “ Il
popolo esercita l'iniziativa delle
leggi, mediante la proposta, da parte
di almeno cinquantamila elettori, di
un progetto redatto in articoli” Qui il
limite non solo le 50 mila firme, ma
la mancanza d’ equiparazione dell’
iter-parlamtare tra i disegni di leggi
presentati dal legislatore e quelle dei
cittadini. Anche nei referendum
abrogrativi le firme e i quorum non
sono limiti, il limite reale invece e’ la
mancanza di partecipazione da parte
della politica, al che il quorum venga
raggiunto. In altre parole il
legislatore non dovrebbe nemmeno
pensare di suggerire ai suoi elettori di
non andare a votare, come spesso e’
accaduto e accade ancor oggi. Ultimo
ma non il meno importante, il limite
per il cittadino di seguire il proprio
mandante durante la legislatura, ossia
il voto segreto legislativo in
Parlamento non contempato dalla
Costituzione. Invitiamo come al
solito ad una riflessione razionale...
DAL PLURALISMO
SOCIOPOLITICO
REPUBBLICANO Al
POLISMO
PARTITOCRATICO
POPULISTA
Chi votera’ si al referendum
confermativo, votera’ per il proprio
suicidio !!!
Dicevo ..
In un Paese, dove si attacca il partito
o i suoi membri e non il suo pro-
gramma legislativo, non ci potra' mai
essere democrazia (da: Autaforismo
2016)
Se io dovessi sintetizzare le riforme
renziboshiane, mi basterebbe il titolo:
“ Dal pluralismo sociopolitico repub-
blicano al polismo partitocratico
populista”. Detto cio’, e’ da alcuni
decenni che il legislatore italiano sta
cercando in tutti i modi per limitare
ulteriolmente la sovranita’ popolare e
la democrazia rappresentativa, par-
tecipativa e diretta in Costituzione.
Guardiamola” sta riforma nei dettagli
Con il monocameralismo imperfetto
ed il nuovo sistema elettorale, il po-
tere legislativo cambiera realmente ?
La democrazia rappresentativa vera’
abolita. I menbri del parlamento dov-
ranno per forza maggiore mettere il
loro mandato, ricevuto ( si fa per
dire) dal cittano, nelle mani del suo
leader e partito, pena il ritorno alle
urne. E si, perche con il ballottaggio e
il premio di maggioranza, non vi
saranno piu’ governi bis o tecnici,
perche sara’ solo la Camera, a dare o
revocare la fiducia al governo, che
come tutti sappiamo sara’ composto
da un solo partito o da un polo, ergo
polismo partitocratico populista. Tut-
tavia, finche’ resta il libero mandato
irregolamentato, anche dopo le ri-
forme si correrra’ il risco di trasform-
ismi politici e non solo nei poli ma
anche nei partiti. E fin qui, nel potere
legislativo non cambia assolutamente
nulla, ma si potrebbe correre il rischio
di ricorrere alle urne circa ogni due
anni. Ecco questa potrebbe essere un
altra riforma truffaldina che io sugger-
irei al legislatore, visto che da che
Repubblica e Repubblica, i governi
hanno avuto una media di vita di circa
due anni, perche’ non adeguare anche
la durata della legislatura ? Io scherzo
ovviamente, ma potrebbe essre la
prossima mossa del legislatore di
turno !
I veri cambiamenti pero avverrano
nella riforma della cosidetta democra-
zia partecipativa e all’ articolo 71 e
75. Ecco come saranno questi due
articolo di democrazia diretta. Art. 71:
“ Il popolo esercita l'iniziativa delle
leggi, mediante la proposta, da parte
di almeno 150 mila elettori, di un
progetto redatto in articoli” Art, 75:”
E' indetto referendum popolare per
deliberare l'abrogazione, totale o par-
ziale, di una legge o di un atto avente
valore di legge, quando lo richiedono
800 mila elettori o cinque Consigli
regionali. Diciamolo, con l’ astension-
ismo al piu’ del 30% degli aventi
diritto, innalzare la soglia di firme,
non solo e’ truffaldino, ma anche
incostituzionale, visto che i consigli
regionali restano cinque. Non preuc-
cupatevi dei cinque consigli regionali,
storicamente non hanno mai chiesto
un referendum abrogativo, per far
risparmiare il cittadino. Questo sta a
dimostrare che i politici sono sempre
stati avversi alla cosidetta sovranita’
popolare e nel caso specifico
democrazia diretta, Chi votera’ si al
referendum confermativo, votera’ per
il proprio suicidio !!!
(Continua a pagina 9)
La poesia visiva di Magdalo Mussio
in mostra a Macerata, Palazzo Buonaccorsi e Galleria Galeotti
E' COMPITO DI OGNI
CITTADINO INDIRIZZARE E
SENSIBILIZZARE IL
LEGISLATORE
(da: Autaforismo 2016)
MACERATA - La "poesia
visiva" di Magdalo Mussio
protagonista a Macerata dal 5
marzo al 5 aprile grazie a una
importante retrospettiva allestita
nei Musei civici di Palazzo
Buonaccorsi e alla Galleria
Galeotti. Il progetto è curato da
Antonello Tolve, teorico e critico
d'arte, studioso delle esperienze
artistiche del Novecento, e nasce
dalla collaborazione tra
Accademia delle Belle Arti,
Fondazione Filiberto Menna e
Comune di Macerata. Vernissage
sabato 5 marzo alle 18 alla
Galleria Galeotti e alle 19 a
Palazzo Buonaccorsi.
"E' una straordinaria occasione
che l'Accademia delle Belle Arti di
Macerata in collaborazione con
Macerata Musei offre ai suoi
studenti, alla città, a tutto il
territorio, ai turisti, mostrando di
essere un importante centro di
produzione culturale”, afferma
Stefania Monteverde, assessore
alla cultura. “Ricordare Magdalo
Mussio a 10 anni dalla sua
scomparsa significa rinnovare la
memoria di un grande artista del
Novecento che ha saputo
inventare nuovi linguaggi. La
mostra sulle due prestigiose sedi,
Palazzo Buonaccorsi e Galleria
Galeotti, crea un itinerario
artistico che attraversa il centro
storico di Macerata, al centro di
una città che ancora una volta sa
essere colta città d'arte e di
cultura."
"Con più di cento opere che
coprono l'intero percorso artistico
di Mussio, la mostra vuole
evidenziare l'attitudine
multidisciplinare di un
intellettuale totale che ha spaziato
con disinvoltura dall'editoria alla
grafica creativa, dalla poesia alla
prosa, dalla pittura alla
scenografia, dal teatro alla
videoanimazione" spiega
Antonello Tolve, curatore della
mostra. L'idea di organizzare una
mostra bipolare, dislocata in due
luoghi diversi, è frutto di un
proficuo dialogo tra l'Accademia
di Belle Arti, Macerata Musei e il
Comune di Macerata e nasce dal
desiderio di costruire un percorso
espositivo che parte dai nuovi
spazi dell'Accademia e giunge in
un luogo storico (già sede
dell'Accademia) dove l'artista ha
insegnato per anni incisione.
Con più di cento opere che
coprono l'intero percorso artistico
di Mussio, la mostra vuole
evidenziare l'attitudine
multidisciplinare di un
intellettuale totale che ha spaziato
con disinvoltura dall'editoria alla
grafica creativa, dalla poesia alla
prosa, dalla pittura alla
scenografia, dal teatro alla
videoanimazione. Si tratta di un
momento espositivo e assieme
riflessivo che rende omaggio non
solo a una ricerca straordinaria
«svoltasi all'insegna dei rapporti
fra scrittura e pittura, fra parola e
immagine» (Pignotti), ma anche
ad un uomo la cui curiosità e il cui
senso del fare hanno costruito,
negli anni, un caleidoscopio
allusivo e illusivo legato alla eco
del passato, alla memoria del
presente, alla nostalgia del futuro
«ricca di intimi supplizi e
embrione di immaginazione
operante, sommersa e prensile,
quasi musica penetrante» (Villa).
Accanto ad una serie di opere in
cui è possibile leggere la
sperimentazione miocinetica di un
equilibrista che cammina sul filo
della trasparenza, la mostra
propone la visione dei film Il
potere del drago, Il reale dissoluto
e Umanomeno realizzati da
Mussio nel triennio 1971-1973 e il
documentario Detto tra noi -
firmato da Alessandro Sartori nel
1986 - che disegna l'artista nella
sua casa di Pollenza. Conclude la
mostra una sezione documentaria
di libri e una biografia dettagliata
dell'artista a firma di Ilaria
Tamburro.
Magdalo Mussio, morto nel 2006,
ha esposto in molte prestigiose
sedi internazionali, dal Finch
Museum di New York alla Casa
della Cultura di Tokio, dal Museo
Municipale di Montreal al Centre
Pompidou di Parigi, dal Ministère
de la Culture de France
all’Università di Sidney. E’ stato
direttore di riviste d'arte,
scenografo e docente d'incisione
all'Accademia alle Belle Arti di
Macerata.
Info su www.maceratamusei.it,
www.comune.macerata.it,
www.abamc.it
4. 4 ITALIANI ALL’ ESTERO E IN ITALIA /////////////// Giorgio Brignola /////////////////////// Britalyca News Londra N: 20 Feb. 2016 VARIE ////////////////////////////////////// Politica ////////////////////////////////////////////////////////// Britalyca News Londra N; 20 Gen 2016 9
Non scordiamo che ci siano
stati Connazionali affermati
oltre frontiera. Ma la
maggioranza vive con i
problemi che ben conosciamo
e parecchi hanno le loro origini
in Patria. Quindi, prima
d’evidenziare i doveri, gli
obblighi, sarebbe opportuno
promuovere anche quei diritti
che nulla priverebbero a chi ha
avuto la possibilità di vivere e
lavorare nel suo Paese.
LA POLITICA DEL DOPO
Il “peggio” sembra essere
passato. Lo scriviamo con
obiettività. Il Governo ritiene
d’aver raggiunto alcuni obiettivi
efficaci. Ma l’anno è ancora
“giovane”. Il 2016 potrebbe,
però, essere l’anno dei
mutamenti.
Tra polemiche antiche e
rivendicazioni recenti, l’Esecutivo
ha fatto il suo mestiere.
L’Opposizione è, però, tornata più
vigile. Ne andava della sua
sopravvivenza politica. Ora alcune
proposte parlamentari sembrano
più percorribili. Nonostante certi
“attriti” di natura morale, più che
politica, il Potere Legislativo è
prolifico.
Renzi continua per la sua strada
con la speranza, non sempre
condivisibile, d’arrivare al
traguardo del 2018. Intanto, i
problemi del Paese si evolvono e
si modificano. Ancora una volta,
quando la politica s’imbatte con la
realtà economica, gli effetti non
sono sempre positivi. Meglio,
quindi, essere meno possibilisti
per il bene del Paese.
Le riforme istituzionali si faranno.
Anche se non trascuriamo alcuni
segnali d’intolleranza che ci
hanno messo sul chi vive.
L’Esecutivo resterà, comunque, al
suo posto. Anche se qualche
“aggiornamento” lo vediamo già
in programma. Il PD intende
mantenere ben salda la sua
egemonia anche con la sua
minoranza interna.
Dato che numeri ci sono, la
Legislatura non corre imminenti
pericoli. Intorno al quadro
politico, c’è un Paese che tenta la
ripresa. La produttività è tornata
attiva; anche se l’occupazione
registrerà ancora fasi in
diminuzione.
I DIRITTI
Scrivere dei Connazionali
all’estero non fa più notizia. Già
da qualche tempo, i milioni
d’italiani nel mondo hanno
sempre meno contatti socio/
politici col Bel Paese. Quasi che
le nuove generazioni d’italiani si
siano dimenticate di quelle nate
e vissute oltre frontiera.
Neppure il diritto di voto, tanto
per scriverla tutta, ha cambiato
la nostra oggettiva sensazione.
Se, poi, si tiene conto che la
maggioranza dei Connazionali
all’estero vive nel Vecchio
Continente, allora la nostra
sensazione si fa amarezza. Cioè,
pur se tanto
geograficamente”vicini”,
politicamente ancora più
“lontani”.
Nonostante la storia, il nostro
idioma è il meno diffuso. Anche
a livello ufficiale UE. Insomma,
per i Connazionali che vivono
oltre confine, sono più i doveri
che la Patria pretende rispetto ai
diritti; pur se previsti.
La stessa rappresentatività
politica è condizionata da un
meccanismo che non facilita il
ruolo degli eletti nella
Circoscrizione Estero. Ogni
iniziativa, pur se valida, resta
ovattata tra le tante che non
trovano collocazione tra quelle
da dibattere in Parlamento.
Eppure, non abbiamo mai scritto
o sostenuto “privilegi”. Ci siamo
sempre impegnati nel fare
presente, a chi spetta, lo status
effettivo degli italiani all’estero.
E’ restato, comunque, lo scarso
apprezzamento per chi ha
dovuto cercare altrove pane e
lavoro che ci amareggia.
La primavera ci porterà gualche
altra novità. Insomma, il Governo
non ha perso popolarità. Ma,
francamente, non ne ha acquisita
di nuova.
IL “NUOVO” CGIE
Il nuovo Consiglio Generale degli
italiani all’Estero (CGIE), eletto dai
rappresentanti dei Com. It.Es. e
delle Associazioni, è stato ridotto
nei numeri e, probabilmente, nelle
sue finalità istitutive. Lo prevede il
D.L. 24/04/2014 (art.19 bis). I
ventinove Membri di nomina
governativa restano tutti. Solo i
Membri eletti all’estero sono
quarantatrè (erano
sessantacinque). Con buona
approssimazione, il 56% dei
Membri saranno in Europa, il 32%
in America meridionale, il 7% in
Nord e America centrale, il 5% in
Australia. D’Africa e Asia non c’è
riferimento.
Questi sono dati assodati. A questo
punto, se, per il passato, il CGIE
non aveva una discrezione analitica
importante a livello decisionale sul
fronte dell’Esecutivo nazionale,
ancor meno l’avrà nella nuova
formulazione.
Se queste sono le volontà dei
politici, torniamo a proporre di
cambiare il CGIE con l’UPSIM
(Ufficio per le Politiche Sociale degli
Italiani nel Mondo). La natura e le
finalità di questa struttura, tutta
composta di Membri eletti
all’estero, che dovrebbe dipendere
direttamente dalla Presidenza del
Consiglio dei Ministri e non più dal
MAECI, sono già note, ai Lettori
che ci seguono su questo periodico
internazionale.
Al momento, la strada che
avevamo ipotizzato ci sembra
percorribile e realistica; anche a
fronte dei provvedimenti normativi
che abbiamo riportato. Ora sono i
politici che devono rendersene
conto. Ogni loro segnale di
coerenza, al di fuori dalle “cordate,
” sarà esaminato e reso pubblico.
FLUSSI
Nel vocabolario della lingua italiana
si legge “Emigrazione”: flusso di
genti da uno Stato a un altro per
una serie di molteplici problemi. Lo
stesso temine può identificare
anche uno spostamento di cittadini
all’interno del loro Paese. Ma
quello che sta capitando esula da
quest’ultima possibilità.
Il termine, quindi, resta una
definizione apparentemente
asettica che, però, racchiude, oggi
come ieri, drammi umani non
sempre solo correlati alla ricerca di
un lavoro. Dati i tempi, preferiamo
scrivere di Migrazioni.
Distinguendo, se del caso, le
“Emigrazioni” dalle “Immigrazioni”.
Anche se i seguiti finali cambiano
di poco.
In quest’ultimo decennio, l’Italia è
terra di “esodo”. Il significato, però,
si allontana dai termini che
abbiamo esposto in apertura.
L’Esodo è correlato alle guerre, ai
genocidi al prevalere di una Fede
su di un’altra. Insomma, senza tanti
preamboli, le differenze ci sono e
l’Italia è il Paese più esposto alle
migrazioni che, attraversi il
Mediterraneo, interessano le coste
della Penisola.
Ci sono, perciò, delle realtà che
non è possibile trascurare e che, a
ben riflettere, non dovrebbero
essere confuse con le correlate
posizioni politiche che continuano a
“sbocciare” nel Bel Paese in
materia. L’Asilo è un diritto che,
però, ha da essere disciplinato da
norme socio/umanitarie
internazionali.
L’Italia non può essere un
“contenitore” di gente che ha
bisogno di tutto. Il carico umanitario
ha da essere internazionale.
Soprattutto a livello UE. Il
Parlamento Europeo è nelle
condizioni per proporre una serie di
normative che consentano ai
Migranti una sistemazione,
temporanea o definitiva, nel
Vecchio Continente. La nostra
Penisola non ha i requisiti per
essere porto finale per un’Umanità
che ha bisogno di tutto e che, ora,
si trova in un Paese che può offrire
ben poco anche ai suoi cittadini. A
questo livello, ogni polemica è
denaturata dal suo significato.
Ci sono, per di più, delle regole non
scritte che, tuttavia, dovrebbero
essere dettate dal buon senso.
Quello che, secondo noi, sembra
essere venuto meno
LE RIFORME INDIRIZZATE DAL COSTITUENTE
MAI MATERIALIZZATE DAL LEGISLATORE
Il voto legislativo
deve essere
sempre palese
E’ semplice (anche per essere
sintetico, altrimente qualcuno si
annoierebbe) Il voto palese e’
quello legislativo, a differenza di
quello attivo nelle urne. In
nessun articolo della prima o
seconda parte della Costituzione
repubblicana e’ previsto il voto
segreto legislativo. La ragione di
base del perche’ il costituente
non ha previsto il voto segreto
legislativo e per due motivi
semplici (1) si sarebbe trattato di
lesa sovranita’ da parte del
mandatario. Diciamola alla
carlona se l’ elettore manda un
suo concittadino a rappresentarlo
in parlamento, “vendendo i suoi
fagioli”, come fa a sapere se
questo li vende realmente. (2)
Badate bene che a stabilire che il
voto legisaltivo deve essere
sempre palese, overossia libero
da ogni forzatura, non e’ solo per
il libero mandato, ma c’e’ anche l’
articolo 68: “I membri del
Parlamento non possono essere
chiamati a rispondere delle
opinioni espresse e dei voti dati
nell'esercizio delle loro funzioni.”
Qui il lettore usi discrezione, in
base a questo articolo ( primo
comma) le sue funzioni il
parlamentare le esercita in
Parlamento, fuori e’ un cittadino
come tanti altri e se
“indisciplinato” ( art. Cost. 54)
puo’ essere anche preso a calci
nel sedere.
Leggi
elettorali ...
Tutti i cittadini hanno diritto di
associarsi liberamente per
concorrere con metodo
democratico a determinare la
politica nazionale.(Art. Cost. 49
bis)
“Al mondo esistono solo due
sistemi eltoralii democratici, il
maggioritario e il proporzionale,
gli altri sono solo dei derivati
inefficaci , perche’ in essi
viene meno ii rapporto diretto
tra cittadino e legislatore”
Nel nostro stato di diritto
( oserei costittuzionale ) per
quel che riguarda il sistema
elettorale, i nostri legislatori di
ieri e di oggi, si sono sempre
concentrati piu’ sulla parola
“partito” e non sul libero As-
sociazionismo Sociopolitico
Partecipativo di tutti i cittadini,
il prodotto e alla portata di
tutti (1) Partito della Nazione e (2)
Monocameralismo imperfetto (1)
Una legge elttorale che vede an-
cora il “partito” farla da padre e
padrone.
In Costituzione leggiamo spesso
che il voto e’ libero, personale ed
uguale e il legislatore e eltto a
suffragio universale e diretto. Nell’
articolo 49 della Costituzione ci
sono tutti gli ingredienti per indi-
rizzare o meglio elaborare un
sistema elettorale degno di una
democrazia compiuta ( si fa per
dire), basterebbe spostare il parti-
to all’ ultimo posto o eliminarlo
completamente e non cambirebbe
assolutamente niente, perche’ l’
essenza non sono mai stati i partiti
ma le libere associazioni socio-
politiche e il metodo democratico.:
( questo e’ un giocetto che cari
bambini potreste fare anche a
casa)
Tutti i cittadini hanno diritto di
associarsi liberamente per concor-
rere con metodo democratico a
determinare la politica nazional”
Anche se togliamo il partito, il
senso compiuto non cambia,
perche’ il metodo democratico
elettorale e’ gia’ in Costituzione
E ancora una volta andremo per
ordine..
Il voto e’ eguale. Ne siamo sicuri
con l’ Italicum ? Se c’e’ il premio di
maggioranza non e’ piu’ eguale,
poiche’ il voto dato a chi vince le
elezioni e si aggiudica il premio,
vale di piu’ di quello dato agli altri
e questa e’ matematica.
Il voto e’ personale e diretto.
Diretto verso chi ? E’ ovvio al
partito e non piu’ al cittadino.
Il voto e’ libero. Con l’ Italicum
signori l’ unica liberta’ che ha il
cittadino durante e dopo le elzioni
e’ quello di porre una crocetta su
di un foglio di carta. L’ Italicum e’
un po’ come firmare un’ assegno
in bianco al legislatore.
Libero mandato
“Occorre che il libero mandato
individuale venisse regolarizzato
per salvare il pluralismo politico”
Art. Cost. 67-Bis “Ogni membro
del Parlamento rappresenta la
Nazione ed esercita le sue funzio-
ni senza vincolo di mandato, nei
casi di violazione del programma
legislativo stipulato con l’ elettore
del partito o lista d’ appartenenza,
e’ prevista la mozione di sfiducia
personale”
E’ un ventennio o piu’ che in Italia
si pensa che il trasformismo politi-
co , sia dovuto al plural-
ismo.sociopolitico e andava ri-
formato. Niente di piu’ sbagliato Il
pluralismo politico e’il sale di ogni
democrazia avanzata e compiuta.
Se i nostri padri costittuenti aves-
sero immaginato, che nel tempo di
due anni circa 250 parlamentari
interpretando ovviamente male il
loro mandato e cambiato casacca
politica, avrebbero posto dei limiti
al libero mandato. Qui non stiamo
dicendo i re-introdurre il mandato
imperiale fascista, ma semplicem-
ete di regolarizzare il pluralismo
politico. La domanda che io mi
sono sempre posto, quando un
parlamentare dall’ oggi al domani
cambia casacca politica e’
“perche’”. Adesso se il parlamen-
tare e’ libero di votare secondo
coscienza, che tra l’ altro non sig-
nifica libero mandato individiuale,
altrimenti avremmo l’ anarchia
legislativa, (anche se a volte pen-
so che ci sia gia’) questo significa
che e’ libero di votare ma nell’
interesse esclusivo della Nazione.
Il famoso giuramente che vuoi il
Capo dello Stato che il Governo fa
e’ appunto nell’ interesse esclu-
sivo della Nazione tutta. Un libero
mandato senza regole come e’
adesso porta all’ anarchia legisla-
tiva. Abbiamo sempre ribadito che
rappresentare la Nazione significa
non libero mandato, ma legiferare
per il bene della Nazione. Il legis-
latore truffaldino nel corso dei de-
cenni si e’ concentrato di piu’ sul
senza “vincolo di mandato “ che
sul “rappresentare le istanze e
tematiche sociopolitiche dei cit-
tadini. Il libero mandato e’ stato
nel corso dei decenni contemplato
in modo errato dal legislatore,
questi ci ha fatto credere che una
volta eletti potevano fare i co-
modacci loro ( come sta avven-
endo attualmente) senza onore
ne’ disciplina. Con ’ Onore e Dis-
ciplina narra la Costituzione: “I
cittadini cui sono affidate funzioni
pubbliche hanno il dovere di
adempierle, con disciplina ed on-
ore, prestando giuramento nei casi
stabiliti dalla legge. E quando da
parte del parlamentare viene me-
no sia l’ “onore “ e sia “la
discplina” e viola il mandato popo-
lare e la sua rappresentativita’,
che facciamo gli diamo una
medaglia o lo mandiam a casa ?
Con la mozione di sfiducia person-
ale sara’ il parlamento a mandarlo
a casa e il gli subentra il primo dei
non eletti !
Ovviamente, siamo consci che l’
attuale classe politica non cam-
bierebbe mai l’ articolo 67,
sarebbe come darsi la zappa sui
propri piedi. Quindi ci vorrebbe ( e
qui entriamo nel reame della fan-
tapolitica) un referendum consulti-
vo, che introduca la mozione di
sfiducia personale a tutti i par-
lamentari, sono nei casi di lesa
sovranita, vverossia nei casi di
violazione del programma legisla-
tivo stipulato con l’ elettore del
partito o lista d’ appartenenza.
Aggiungo..
Con il parlamentarismo, occorreva
passare da un potere legislativo
ad un organo legislativo rappre-
sentativo e partecipativo, questo
passaggio a nostro modesto avvi-
vo in Italia non c’e’ mai stato, il
potere e’ rimasto nelle mani dell’
esecutivo, cosi come lo era duran-
te il periodo fascista e il mono-
cameralismo imperfetto e l’ Itali-
cum, inchiodera’ il coperchio sulla
bara
Il “cosidetto” potere legislativo, nel
corso dei decenni non ha saputo
autoregolamentarsi. Il libero man-
dato e’ ancora una foresta vergine
concentrato piu’ sul singolo par-
lamentare che sul’ intera Nazione.
Le decretazioni restano nelle mani
dell’ esecutivo, senza il controllo
degli organi di garanzia, vuoi il
Quirinale, vuoi la Corte
Cosrituzionale, ergo la nostra
democrazia e’ ancora una “ditta” a
sovranita’ limitata, dove il Popolo
e’ il mezzo e non il fine. ( detto all’
Nicolo’
Solo alcuni spunti....
“Mentre il popolo se unito
puo’ riformare qualsiasi
potere, il potere avra’ sempre
e comunque bisogno del
popolo per mantenere il suo
status quo nella societa’ “
(Da: Autaforismo 2016)
5. Riceviamo & Pubblichiamo //////////////////////////// //////////////////////// Britalyca News Londra N: 20 Feb. 20168 Cronaca ///////////////////////////////////// Doriana Goracci //////////////////////// Britalyca News Londra Feb 2016 5
REFERENDUM
TRIVELLE: SI VO-
TA "Sì" IL 17
APRILE (PER
DIRE "NO" ALLE
TRIVELLAZIONI
PETROLIFERE)
l 95% degli italiani sa che il 17 aprile si vota
(Sì) per il referendum contro le trivelle? "Il
Consiglio dei ministri ha fissato il referendum
sullo stop alle trivelle e la consultazione si
terrà il 17 aprile".
Quindi ci sarà un referendum non affiancato
alle elezioni amministrative, come era stato
proposto e richiesto nella speranza di far
risparmiare all'erario 300 milioni di euro, per-
ché il presidente della Repubblica, Sergio
Mattarella, ha ufficialmente firmato il decreto
che conferma il referendum sulle attività pe-
trolifere a mare - entro le 12 miglia dalla
costa - per i titoli abilitativi già rilasciati, "per
tutta la durata di vita utile del giacimento". A
volte certe foto possono molto, come quella
degli attivisti di Greenpeace, entrati in azione
a Roma, a piazza Venezia davanti all'Altare
della Patria, per protestare pacificamente con-
tro la strategia energetica del governo e invi-
tare gli italiani a votare al referendum sulle
trivelle del prossimo 17 aprile. Gli attivisti
hanno disseminato la piazza con una trentina
di piccole trivelle e aperto un lungo striscione:
"L'Italia non si trivella". Greenpeace tramite
Andrea Boraschi, responsabile della campa-
gna Energia e Clima diGreenpeace, dichiara:
"Siamo in questo luogo così simbolico per il
Paese per ricordare ai cittadini che il referen-
dum del prossimo 17 aprile riguarda
l'Italia nella sua interezza.
«Le trivelle sono una grave minaccia per i
nostri mari, e già questo sarebbe motivo suffi-
ciente per respingerle. Ma esse rappresentano
anche un indirizzo energetico insensato, che
condanna l'Italia alla dipendenza dalle fonti
fossili. Un favore alle lobby del petrolio che
espone a rischi enormi economie importanti
come il turismo e la pesca», dicono da Green-
Peace
.
«Sotto i nostri fondali c'è una quantitativo di
petrolio che, se potessimo estrarlo in un colpo
solo, corrisponderebbe a meno di due mesi dei
consumi dell'Italia. Andrebbe poco meglio col
gas: circa sei mesi. Vale la pena deturpare i
padre, Sunil Takhur, la matrigna, Poonam Devi,
e altri parenti, per il momento tutti latitanti.
Ha aggiunto che il padre aveva sposato Poonam
nel 2001, dopo la morte della madre: in quel
momento lui era andato a vivere con il nonno
materno a Dhanarua, quando era un bambino,
sua sorella è rimasta a casa con il padre e la
matrigna, costretta a fare tutte le faccende do-
mestiche. Pur non avendo il permesso di studi-
are, utilizzava ogni pausa dei lavori di casa per
la scuola, con risultati brillanti.
Noi donne dobbiamo chiedere a viva voce e
con determinazione assoluta parità di diritti e
certezza delle pene, e tanta tanta educazione
sentimentale e sessuale, oltre che giuridica e
civile, a partire dalla scuola che è un diritto
fondamentale per chiunque.
Scriveva Rabindranath Tagore
"Una vera educazione non può essere inculcata
a forza dal di fuori; essa deve invece aiutare a
trarre spontaneamente alla superficie i tesori di
saggezza nascosti sul fondo"
Namaste e gli innamorati gridino a viva voce la
grandezza dell'amore, e lo difendano sempre
non solo in una giornata di febbraio...
nostri mari per così poche risorse che non
sarebbero neppure dell'Italia ma delle com-
pagnie petrolifere?».Altre reazioni,
il M5s: "Il governo è rimasto sordo agli ap-
pelli di tutte le associazioni ambientaliste e ha
tirato dritto per la sua strada. Si voterà il 17
aprile per il referendum su alcune trivellazioni
offshore e non insieme alle amministrative, in
un election day che avrebbe tra l'altro fatto
risparmiare centinaia di milioni di euro ai cit-
tadini. Un referendum nato già azzoppato nei
contenuti e che con questa decisione il gov-
erno vuole definitivamente affos-
sare". Univerde con l'ex ministro Alfonso
Pecoraro Scanio: la decisione del governo di
fissare il referendum sulle trivellazioni è
"antidemocratica e scellerata, una truffa paga-
ta coi soldi degli italiani. Il governo ha fissato
la data truffa del 17 aprile, per impedire vera
informazione e boicottare la partecipazione al
voto sprecando oltre 300 milioni di euro , è
una vergogna cui il presidente della Repubbli-
ca della Repubblica, Sergio Mattarella, può
porre rimedio accogliendo la richiesta delle
Regioni che sono una fondamentale articola-
zione della Repubblica italiana di cui Mat-
tarella è il supremo garante. E' assurdo che il
Governo ancora difenda scelte petrolifere dan-
nose e di retroguardia mentre le società pe-
trolifere rinunciano alle domande di ricerca
perché non economicamente convenienti.
Siano quindi gli italiani a decidere con il voto
se vogliono un futuro di fossili o di energie
rinnovabili''
.
Ancora Greenpeace aggiunge: "L'Italia non si
trivella, il 17 aprile possiamo votare per allon-
tanare le trivelle dai nostri mari. Estrarre il
pochissimo gas, il pochissimo petrolio che ci
sono sotto i nostri fondali avrebbe ricadute
insignificanti per l'occupazione, le casse pub-
bliche, la bolletta energetica del paese. Ma
sarebbe invece un rischio enorme, un danno
per i nostri mari e con essi per la bellezza
dell'Italia, per il turismo, la pesca, le comunità
costiere"
.
Vogliamo un diverso futuro energetico e ci
rimane solo di farlo sapere a più persone
possibili: "IL 17 APRILE VOTA Sì per
dire No alle trivelle".
India: arsa viva a
16 anni, voleva
studiare e non
sposarsi. Come
legna da ardere
Viene ancora una volta dall'India la storia di
una sedicenne bruciata viva dal padre e dalla
matrigna, perché si era rifiutata di sposare un
uomo anziano e voleva continuare a studiare:
si chiamava Khushboo Kumari.
Il suo povero corpo ricoperto di ustioni per il
90% è volato via dall'ospedale di Patna nel
Bihar.
Il fratello maggiore della vittima, Amrit
Raj, ha accusato apertamente di omicidio suo
Prendendo spunto dai titoli dei
giornali britannici tra il 1930 ed il
1940, appunto “Fog in Channel,
Europe cut off! – Nebbia nella
Manica, Europa isolata!”, la notizia
della settimana scorsa sull’accordo tra
Gran Bretagna ed Unione Europea,
dimostra ancora una volta quale sia
l’obiettivo del capitalismo
internazionale in questo momento
storico: confondere, isolare, il
proletariato nascondendo le proprie
responsabilità nell’attuale crisi
economica.
Dopo la vittoria elettorale del partito
conservatore nel maggio scorso, una
vittoria inaspettata da parte di tutti in
Gran Bretagna [1], ma fortemente
spalleggiata dalla City (la Borsa di
Londra), dalle banche, e dalle
compagnie di assicurazione, divenne
chiaro che le politiche di austerità
volute dalla Troika (Fondo Monetario
Internazionale-FMI, Banca Cetrale
Europea-BCE, Unione Europea-UE), a
partire dalla crisi delle banche
britanniche nel 2007-2008, trovarono
in David Cameron il loro migliore
esecutore .
Oggi, a nove mesi dal voto nazionale,
gli accordi firmati la settimana scorsa
tra Londra e Bruxelles seguono infatti
la linea politico-economica sopra
citata: tagli allo stato sociale (in
inglese welfare state); privatizzazioni
dei servizi pubblici [2] (dopo le Poste,
si prepara la privatizzazione del
sistema sanitario nazionale - NHS);
una minima indipendenza per il settore
finanziario britannico dall’UE (il
Governo continua a nazionalizzare le
proprie banche se in crisi, evitando il
prelievo ai correntisti col bail-in, ma
non nazionalizza l’acciaio o le miniere
[3], [4]); un piccolo margine di
controllo sull’immigrazione che arriva
dall’Unione Europea con la clausola
dei 7 anni di residenza prima di
usufruire di diritti e dello stato sociale
(gli immigrati del Sud Europa vegono
rappresentati dal sistema mediatico
britannico come “pigri e
truffaldini” [5], mentre quelli dell’Est
Europa come “originari di nazioni
ancora comuniste”); continuità per
quanto riguarda lo sfruttamento dei
lavoratori con bassi salari, e contratti
precari, lasciando immutati i contratti a
zero-ore (le statistiche ufficiali dicono
che in Gran Bretagna ci siano almeno
2.000.000 di lavoratori con tali
contratti che non garantiscono un
minimo ed un massimo di ore
giornaliere di lavoro, e non danno
accesso ai servizi minimi dello stato
sociale [6]).
In pratica, l’accordo di due settimane
fa che i lavoratori autonomi e
dipendenti, che arriveranno d’ora in
poi nel Regno Unito dai 27 Paesi
membri, devono aspettare 7 anni prima
di richiedere un sussidio di
disoccupazione nel caso di perdita del
posto di lavoro (quello che la stampa
capitalista britannica etichetta in
chiave classista come benefits o
turismo del benefit), 7 anni prima di
accedere alla sanità pubblica che al
contrario pagheranno, sperimentando
quindi l’uso delle assicurazioni
sanitarie private sul modello USA e
Svizzera, 7 anni prima di accedere
alle case popolari, ed, infine, assegni
famigliari (Child tax credit) ridotti,
se non addirittura cancellati, per i
figli che sono o non sono residenti
con i genitori per almeno 7 anni in
Gran Bretagna.
Sul fronte politico, il dibattito in
Gran Bretagna riguardante la
questione Unione Europea, così
come per le politiche d’austerità, per
le privatizzazioni, per i diritti dei
lavoratori, è pressoché uniformato
sulla solita retorica di un ipotetico
beneficio nazionale, se si è a favore
dell’uscita dall’UE – centro-destra, o
sull’illusione di una possibilità di
riforma in chiave solidarista, se si è a
favore della permanenza nell’UE per
creare “l’Europa dei popoli” – centro
-sinistra. Per noi comunisti in Gran
Bretagna, le ragioni dei principali
partiti a favore o non a favore
dell’UE rispecchiano quelle che da
circa 10 anni vengono usate dalla
politica italiana asservita alla Troika:
ci sono due schieramenti che
sembrano dichiararsi apertamente
guerra con feroci liti in Parlamento
ed in televisione, borghesia nazionale
e social-democrazia, ma nessuno dei
due schieramenti mette poi in
discussione la perdita di sovranità
popolare ed economica che i diktat
della Troika capitalista impongono
alla classe lavoratrice, ai pensionati,
ai piccoli artigiani e commercianti,
ed agli agricoltori. Si usa quella che è
la strategia del consenso-dissenso del
capitalismo di oggi, per manipolare e
distrarre i ceti medio-bassi e popolari
dai propri fallimenti socio-economici
in Europa, dopo la scomparsa del
blocco socialista ad Est.
Proprio secondo tale strategia, con
l’annuncio del referendum del
prossimo 23 giugno, i mezzi di
comunicazione britannici, pubblici o
privati, pura espressione del
capitalismo monopolistico europeo
ed internazionale, hanno già messo in
atto il teatrino mediatico della
divisione all’interno del Governo di
centro-destra, di David Cameron, tra
chi è per il recente accordo Londra-
Bruxelles, e si dice favorevole alla
permanenza nell’UE per la difesa
degli interessi economici britannici
[7], e chi non ritiene soddisfacente
l’accordo in chiave nazionale, e
perciò favorevole all’uscita dall’UE
per ragioni di sovranità, come
afferma il sindaco conservatore di
Londra, Boris Johnson [8].
Nell’altro schieramento, il partito
laburista, uscito letteralmente senza
una linea politica alternativa al
capitalismo degna di tale nome, dopo
le elezioni del maggio 2015, rimane
tuttora su posizioni confusionate: se a
luglio dello scorso anno si parlava di
una chiara volontà di uscita
dall’Unione Europea per rompere la
gabbia delle politiche d’austerità,
seguendo la linea Tsipras [9], a
gennaio di quest’anno, invece, si
assiste ad un vero e proprio cambio
ufficiale di rotta allineando
nuovamente i laburisti alla social-
democrazia europea, proponendo le
stesse illusorie politiche keynesiane
[10] da sempre annunciate ma mai
messe in pratica in Grecia, con Syriza,
in Spagna, con Podemos, ed in Italia,
col PD e la sinistra radicale.
Proprio come in Spagna, con Pablo
Iglesias, ed in Grecia, con Alexis
Tsipras, l’esponente laburista social-
democratico Jeremy Corbyn, detto il
“rosso”, cerca di far suo il controllo
del dissenso popolare in Gran
Bretagna con temi e proposte oggi non
più praticabili: aumentare la spesa
pubblica per lo stato sociale, la sanità,
e le pensioni; nazionalizzare le
ferrovie, il gas, e l’elettricità, lasciando
però tuttavia le principali leve del
potere economico in mano al Mondo
della finanza britannica ed
internazionale. Nonostante gli ovvii
fallimenti politici di Tsipras in Grecia,
i mezzi di comunicazione dimostrano
anche in Gran Bretagna che il
capitalismo è abile a nascondere le
proprie responsabilità nell’attuale crisi
economica.
Il referendum allora. Il 23 giugno
2016, in Gran Bretagna la vittoria del
“sì” o del “no” non metterà in
discussione i privilegii della borghesia
capitalista britannica e dei suoi
monopolii privati (le grandi aziende
private). Un’improbabile vittoria del
“sì” per l’uscita dall’UE confermerà in
ogni modo le politiche di austerità del
Governo Cameron, asservito alla
Troika, non migliorando quindi le
condizioni di vita e lavorative della
classe lavoratrice locale ed immigrata.
Col voto “sì” al referendum, si
aggiungerebbe anche la questione del
permesso di soggiorno obbligatorio per
i lavoratori e le lavoratrici dei 27 Paesi
dell’unione, ai quali verrebbe meno la
possibilità di risiedere nel Regno
Unito, se non in possesso del
documento.
Ci pare ovvio, come lavoratori
marxisti-leninisti in Gran Bretagna,
che con il voto del giugno prossimo,
così come avvenne in Grecia lo scorso
anno, o per l’indipendenza della
Scozia nel 2014, oppure come in Italia
coi referenda del 2011 (acqua
pubblica, servizi locali, e nucleare), il
capitalismo altro non faccia che dare
semplici illusioni di partecipazione
diretta del popolo alla politica di una
nazione, condizionando però a suo
favore l’esito del voto. In altre parole,
se il capitalismo vince con le sue
regole, esiste la democrazia, se perde
con le sue regole, si verifica
un’espressione di volontà popolare che
poi viene ignorata completamente,
ingnorando quindi la partecipazione
diretta del popolo alla vita politica del
Paese: si veda appunto il caso
dell’acqua pubblica in Italia dopo il
2011.
Negli ultimi giorni, all’interno della
comunità italiana nel Regno Unito, i
partiti di centro-destra e della finta
sinistra radical chic, PD e SEL in testa,
stanno già lanciando il loro personale
allarme contro la vittoria del “sì” al
referendum. In particolare, la finta
sinistra opportunista del PD e di SEL
sembra essere spaventata più
dall’obbligo di avere un permesso di
soggiorno nel caso la Gran Bretagna
dovesse uscire dall’UE, piuttosto che
dalle reali possibilità di peggioramento
delle condizioni di vita e salariali dei
lavoratori italiani, a prescindere
dall’esito referendario. Su questo
aspetto, il nostro parere rimane quello
che non ci può essere democrazia,
riscatto popolare, o progresso
economico e sociale fin quando la
sovrastruttura del capitalismo (FMI,
BCE, UE, e NATO), e la sua struttura
(la politica asservita al capitalismo,
cioè il centro-destra ed il centro-
sinistra) non verranno sostituite con
una società basata sul socialismo-
comunismo.
In Gran Bretagna, il principale
sconfitto del referendum di Cameron
sarà comunque la classe lavoratrice ed
il piccolo ceto medio, immigrato o
non. Col capitalismo, fuori o dentro
l’UE, varrà sempre l’allarme “Nebbia
nella Manica, proletariato isolato!”
Alain Fissore
– Insegnante precario scuola superiore
e coordinatore per il Partito Comunista
in Gran Bretagna
Stefano Rosatelli –
Servizi sociali e coordinatore per il
Partito Comunista a Londra.
“Brexit ovvero l’uscita della Gran Bretagna dall’UE:
fog in Channel, Proletariat isolated! –
nebbia nella Manica, proletariato isolato!”
6. 76 Cultura & Societa’ /////////////////////////////// Nino Bellinvia //////////////////////// Britalyca News Londra Feb. 2016 Cultura & Societa’ ////////////////////////// Nino Bellinvia /////////////////////// Britalyca News Londra Feb. 2016
Il 2 aprile al Teatro Comunale “Nicola Resta” di Massafra /TA)
“Gran Galà d’Operetta”
Orchestra da Camera “V. Martina” - Corale Polifonica “S. Binetti”
Dopo l’eccezionale successo
ottenuto al Circolo Unione del
Petruzzelli di Bari e al Teatro
Politeama Italia di Bisceglie, il 2
aprile giunge presso il Teatro
Comunale “Nicola Resta” di
Massafra lo spettacolo “Gran
Galà d’Operetta”, viaggio
musicale attraverso i classici
Monopoli, l’orchestra “N. Rota” di
Monopoli accompagnando solisti
d’eccezione come Michael
Godard.
E’ fondatrice e direttrice stabile
(dal 2002 ad oggi) dell’Orchestra
da camera “Valeria Martina” alla
guida della quale ha vinto
numerosi premi. E’ anche
fondatrice e direttrice
dell’Orchestra “Luigi Capotorti” di
Molfetta (BA) alla cui guida ha
vinto il 1° premio al 3° concorso
nazionale “N. Van Westerhout” di
Mola di Bari e il 1° premio
assoluto al 1° concorso
internazionale “G. da Venosa” di
Sannicandro di Bari.
Ha studiato composizione,
inizialmente, sotto la guida del M°
O. De Lillo (allievo prediletto di
Nino Rota) e si è diplomata col
massimo dei voti presso il
Conservatorio “N.Rota” di
spettacolo dallo spirito spensierato,
ideato in omaggio alla Belle
Époque, è organizzato con il
patrocinio del Comune di Massafra,
dalla nota Associazione Culturale
“Valeria Martina” che presenta un
compendio delle arie più famose e
più divertenti tratte dai capolavori
della “piccola lirica” con costumi
d’epoca, che ricrea sul
palcoscenico l’atmosfera raffinata
del mondo austro-ungarico
dell’epoca. “La Vedova Allegra”, “Il
Paese dei Campanelli”, “Al
Cavallino Bianco”, “Cin Ci Là” sono
alcune delle operette che saranno
eseguite.
Ingresso previa prenotazione al
numero 3385916414. Porta ore
20.00; inizio ore 20,30.
E’ con tanto piacere che
presentiamo ai nostri lettori
l’Associazione Culturale “Valeria
Martina” e il suo direttore M° Maria
Sasso. L’Associazione spicca nel
panorama musicale internazionale
per dinamismo, innovazione e
qualità. Caratteristiche che hanno
sempre costituito l’attività artistica e
organizzativa dell’Associazione in
seno alla quale nel 2003, per
volontà del direttore artistico Maria
(Mirella) Sasso e del presidente
Vita Torelli, è nata l’Orchestra da
Camera “Valeria Martina”, che ha
legato il suo nome alla figura della
pianista Valeria Martina,
prematuramente scomparsa,
concertista e docente che con
grande passione si è dedicata alla
formazione di numerosi giovani
della provincia di Taranto.
L’orchestra, inizialmente nata come
gruppo di sole donne quasi tutte di
Massafra, in seguito si è arricchita
di oltre 30 musicisti provenienti da
tutta la Regione Puglia.
Sin dalla fondazione l’associazione
ha centrato e organizzato la sua
attività artistica su alcuni punti
fondamentali: concorsi e orchestra.
Concorsi pluridisciplinari di musica
nazionali e internazionali, che
hanno visto la partecipazione a
Massafra di centinaia di musicisti
provenienti da tutto il mondo. I
Concorsi nelle diverse edizioni
sono stati finanziati dalla Provincia
di Taranto, Comune di Massafra,
Regione Puglia.
L’Orchestra oggi è molto
apprezzata nei vari generi di
repertorio (sacro-sinfonico-
operistico, etc) ed ha collezionato
vari primi premi e assoluti in vari
concorsi. Da ricordare, tra l’altro: il
1° Premio al 4° e 5° Concorso
Europeo "Città di Altamura"; il 1°
Premio al 5° Concorso Nazionale
"I. Strawinsky" di Bari"; il 1° Premio
al 2° Concorso Nazionale "E.
Paone" di Formia; il 1° Premio al 3°
Concorso Naz.le "N. Van
Westerhout " di Mola di Bari; il 1°
dell’operetta.
Interpreti: l’orchestra da Camera
“Valeria Martina” di Massafra,
diretta dal M° Mirella Sasso, la
Corale Polifonica “Sergio Binetti” di
Molfetta e i soprani Lucia De Bari,
Erika Mezzina e Antonella Binetti, il
tenore Emanuele Cicciomessere e
il baritono Onofrio Salvemini. Lo
il M° F. Mezzena ai corsi di Alto
Perfezionamento dell’Accademia
Musicale Pescarese, in formazione
orchestrale con i Maestri G.
Prencipe, C. Pozzi, G. Caramia
presso la scuola superiore di studi
musicali della Regione Siciliana,
affrontando contemporaneamente
lo studio della didattica della
musica.
Violinista dell’Orchestra
Internazionale Giovanile,
dell’Orchestra Siciliana, della
Junge Schweizer Philarmonie,
dell’Orchestra Sinfonica “M.
Gusella” di Pescara, 1° violino
dell’Orchestra da Camera “Prisma”
di Napoli, ha suonato sotto la
direzione di Maestri quali: D.
Renzetti, M. Andeae, G. Serembe,
A. Faja, J. Meszaros, R. Duarte, M.
Marvulli.
Per altre informazioni:
assoc.valeria.martina@gmail.com
Nelle foto: il M° Mirella Sasso e
l'Orchestra "Valeria Martina" dopo
un concerto in Turchia; l'orchestra
"V. Martina" nello spettacolo
replicato una ventina di volte su
"Puccini e le sue donne",
nell'esecuzione all'Anfiteatro di
Molfetta; Tournèe concertistica a
Cipro (concerto per l'ambasciatore
Italiano a Nicosia); Vita Torelli,
presidente dell'Associazione "V.
Martina"; M: Sasso.
effettiva del corso per direzione di
fiati del M° olandese Jakob De
Haan.
Ha studiato musica corale e
direzione di coro con la prof.ssa
C. Cannito presso il
Conservatorio “Nino Rota” di
Monopoli diplomandosi col
massimo dei voti. Docente
esperta nei PON di coro ha
diretto numerosi cori tra cui il coro
“N. Andria” di Massafra, il coro “L.
Capotorti” di Molfetta, il coro “S.
Binetti” di Molfetta.
Come violinista ha svolto intensa
attività concertistica e vinto
numerosi concorsi tra i quali il 1°
premio assoluto al 9° concorso
europeo AMLE Città di Monopoli
in formazione di trio.
Diplomatasi nel 1989 presso il
Conservatorio “N. Piccinni” di
Bari, si è in seguito perfezionata
in violino e musica da camera con
Monopoli sotto la guida del M° Vito
Liturri. Ha al suo attivo numerose
composizioni cameristiche, vocali,
orchestrali. Sue composizioni sono
pubblicate dalle case editrici
Academy a.m.s., Salatino ed.
musicali, Asa Classical Production
Numerosi gli arrangiamenti,
revisioni e trascrizioni eseguite per
vari organici in tutto il mondo.
Diplomata col massimo dei voti in
Strumentazione e Direzione di
banda presso il Conservatorio “N.
Rota” di Monopoli sotto la guida del
M° V. Anselmi, è stata allieva
effettiva per tre anni dei corsi di
direzione e concertazione per
banda del Maestro Maurizio Billi
(direttore della Banda Nazionale
della Polizia di Stato)dirigendo
l’orchestra di fiati “G. Ligonzo” di
Conversano, l’orchestra di fiati di
Cisternino e la Fanfara della III
Regione Aerea di Bari. Allieva
Premio Assoluto al Festival
artistico “I Colori dell’arte” edizione
2011.
L’orchestra ha al suo attivo
centinaia di concerti, molti dei quali
finalizzati ad importanti scopi
umanitari (Associazione Trapiantati
Organi, Ambasciata di Tirana,
Croce Rossa Italiana, Medici senza
Frontiere) in Italia e all’estero
(Cipro, Bulgaria, Romania,
Inghilterra, Croazia, Turchia,
Polonia,…).
Da ricordare i Progetti finanziati
dalla Comunità Europea, il
Progetto GRUNDTVIG “Wecan”
approvato nel 2012 che ha visto
l’associazione e la sua orchestra
collaborare artisticamente con
partner della Romania, di Cipro,
della Turchia, della Polonia e della
Bulgaria. Inoltre il Progetto
Erasmus plus “Learning Paths
Across Traditions History Society”
approvato a settembre 2014 che
vede l’associazione collaborare
artisticamente con Crozia,
Bulgaria, Turchia e l’Isola di Wight
(Inghilterra).
Il M° Maria (Mirella) Sasso è
direttore dell’orchestra sin dalla sua
fondazione. Diplomata in violino,
composizione, direzione
d’orchestra, strumentazione per
banda, musica corale e direzione di
coro col massimo dei voti, ha
conseguito la laurea di II° livello in
direzione d’orchestra con 110 e
lode. E’ docente di composizione e
di violino presso il Liceo Musicale
di Monopoli.
Dal 2003 è direttore artistico del
Concorso Internazionale di musica
“Valeria Martina” – Città di
Massafra e membro di
commissione in numerosi concorsi
nazionali ed internazionali.
Direttore artistico, direttore
musicale e compositrice nell’ambito
del progetto GRUNDTVIG della
Comunità Europea per gli anni
2012-2013 ha collaborato e diretto
cori e orchestre di Polonia,
Bulgaria, Turchia, Cipro e
Romania.
Ha studiato direzione d’orchestra
conseguendo la laurea di II° livello,
sotto la guida del M° Daniele
Belardinelli, presso il conservatorio
di Matera e perfezionandosi col M°
Nicola Samale, Ovidiu Balan col
quale ha conseguito il diploma di
perfezionamento della European
ars academy, col M° Deyan Pavlov
in Bulgaria, col M° Mariano Patti.
Ha diretto tra le altre, più volte
l’orchestra filarmonica “M. Jora” di
Bacau (Romania), l’orchestra
sinfonica di stato di Vidin
(Bulgaria), il Coro e Orchestra
“Jubileum” di Lublin (Polonia), il
Coro e Orchestra di Sevlievo
(Bulgaria), l’OBA di Bari,
l’orchestra sinfonica “Carlo V” di