1. Poste, Il Tesoro chiude ai sindacati in cda e
alle azioni gratis per i dipendenti
di Laura Serafini - 27 maggio 2014
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La privatizzazione di Poste Italiane è ancora in bilico tra un'accelerazione per chiudere l'operazione
di quotazione entro la fine dell'anno e il rinvio alla seconda metà del 2015. È in corso da qualche
settimana un confronto tra il nuovo amministratore delegato, Francesco Caio, e l'azionista ministero
dell'Economia su tempi e modalità dell'Ipo: il nuovo manager, come anticipato da IlSole24Ore il 17
maggio scorso, sarebbe orientato a un rinvio. Caio ha già cominciato a rimettere mano al piano
industriale sul quale aveva lavorato il predecessore, Massimo Sarmi, e ha individuato margini di
miglioramento delle prospettive di crescita proprio grazie a un maggiore ricorso all'innovazione
tecnologica, tema del quale il manager è profondo conoscitore.
L'ad vorrebbe, però, avere più tempo: oltre a rielaborare il piano industriale deve prendere
confidenza con la struttura organizzativa interna e con il management di Poste. È probabile che,
come sta accadendo in Eni e in Enel, anche nella società dei ricapiti si proceda a una
semplificazione della struttura e in questo contesto Caio potrebbe decidere di portare qualche
manager di fiducia. Un altro aspetto significativo riguarda il bilancio: il nuovo ad potrebbe infatti
decidere una pulizia dei dati contabili con qualche svalutazione da applicare al bilancio 2014.
Un'operazione che vorrebbe fare prima dell'Ipo e questo inevitabilmente sposterebbe la tabella di
marcia all'autunno 2015.
In attesa di capire quale sarà l'orientamento a prevalere, e dunque l'effettiva tempistica
dell'operazione, alcune certe cominciano a emergere. In particolare quelle che riguardano il
coinvolgimento dei dipendenti nella privatizzazione e nell'eventuale partecipazione agli organi
amministrativi. Il governo Letta era affascinato da questa prospettiva ed era stato possibilista, tanto
che si era arrivati a parlare di un modello gestionale alla tedesca con rappresentanti dei sindacati
all'intero del board. L'orientamento con il governo Renzi è cambiato: il segnale evidente è arrivato
con la sostituzione dell'ad e del presidente, Giovanni Ialongo, quest'ultimo a lungo esponente della
Cisl che più volte ha perorato la causa di un coinvolgimento dei dipendenti nella gestione. Il
ministero dell'Economia non aprirà il board di Poste ai lavoratori. Di più: non saranno previste, in
occasione della vendita di azioni, attenzioni particolari per i dipendenti, arrivando addirittura a
ipotizzazione la distribuzione di titoli gratis. Quest'ultima opzione, in particolare, è impraticabile
perchè farebbe configurare a carico del Tesoro venditore un danno erariale. Le agevolazioni
previste per i dipendenti saranno dunque quelle classiche sinora contemplate in altre operazioni di
privatizzazione: una quota azionaria riservata, incentivi quali l'anticipo del Tfr per finanziare
l'acquisto, bonus share per fidelizzare l'azionista.
Oggi nel frattempo scadono i termini per la presentazione delle offerte da parte delle banche d'affari
e degli studi legali per il ruolo di advisor per conto del Tesoro nella privatizzazione di Enav. Se,
come probabile, il ministero dell'Economia opterà per la quotazione, questa potrebbe avvenire in
tempi rapidi e già entro la fine dell'anno. Qualcosa in più si saprà dopo l'assemblea per la nomina
del nuovo cda, prevista il 12 giugno.