1. 25
8 Luglio
2013
Direttore responsabile:
Giovanni Ajassa
tel. 0647028414
giovanni.ajassa@bnlmail.com
Banca Nazionale del Lavoro
Gruppo BNP Paribas
Via Vittorio Veneto 119
00187 Roma
Autorizzazione del Tribunale
di Roma n. 159/2002
del 9/4/2002
Le opinioni espresse
non impegnano la
responsabilità
della banca.
Dall’avvio della crisi il settore famiglie di tutti i paesi dell’area euro ha condiviso
l’andamento debole o negativo dei redditi, dei consumi e degli investimenti nonché
una propensione al risparmio sempre più contenuta. I dati 2012 relativi all’intera Uem
ben sintetizzano le dinamiche prevalenti nelle diverse economie dell’area: in termini
reali i redditi, i consumi e gli investimenti immobiliari delle famiglie sono diminuiti,
rispettivamente, dell’1,9%, dell’1,4% e del 4%; il tasso di risparmio è sceso al 12,8%,
un livello storicamente contenuto.
In Italia le principali voci di reddito e di bilancio delle famiglie riflettono la difficile
congiuntura: nel 2012 in termini reali le entrate delle famiglie sono diminuite del 5%
circa e il valore della ricchezza immobiliare è diminuito del 4,1%. Si tratta del quinto
anno di calo consecutivo per i redditi e del quarto anno di perdita di valore per le
proprietà immobiliari. Indicazioni più favorevoli vengono dall’andamento delle attività
e delle passività finanziarie: le prime sono aumentate del 2,9% e le seconde sono
diminuite dello 0,5%. Nel confronto con i principali partner europei la ricchezza netta
delle famiglie italiane rispetto al reddito disponibile si conferma la più elevata (2,6
volte).
1,7
2,7
1,4
1,0
1,7
1,4
1,9
2,1
0,7
0,1
-0,7
-0,5
-1,9
-2,5
-2,0
-1,5
-1,0
-0,5
0,0
0,5
1,0
1,5
2,0
2,5
3,0
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012
Fonte: elaborazione Servizio Studi Bnl su dati Eurostat
2. 2
8 luglio 2013
Il peso della crisi sulle famiglie dell’eurozona
C. Russo 06-47028418 – carla.russo@bnlmail.com
Dall’avvio della crisi il settore “famiglie” di tutti i paesi dell’area euro ha
condiviso l’andamento debole o negativo dei redditi, dei consumi e degli
investimenti nonché una propensione al risparmio sempre più contenuta. I dati
2012 relativi all’intera Uem ben sintetizzano le dinamiche prevalenti nelle diverse
economie dell’area: in termini reali i redditi, i consumi e gli investimenti delle
famiglie sono diminuiti, rispettivamente, dell’1,9%, dell’1,4% e del 4%; il tasso di
risparmio è sceso al 12,8%, un livello storicamente contenuto.
Non per tutte le famiglie il reddito è diminuito con la stessa intensità: nella
maggior parte dei paesi dell’area euro le fasce di reddito più basse hanno subito
una decurtazione delle entrate relativamente maggiore rispetto alle classi più
abbienti. L’ampliamento della forbice dei redditi nelle classi estreme ha
comportato un aumento dell’indice di disuguaglianza che, nell’area euro, ha
raggiunto il valore di 30,5, un livello record per questo indicatore.
Tra gli effetti negativi della flessione dei redditi è particolarmente importante il
debole andamento dei consumi privati. Nell’approfondire la dinamica
dell’aggregato uno studio della Commissione europea ha integrato l’analisi delle
tradizionali determinanti con il ruolo delle aspettative, indicatore ricavato dalle
periodiche indagini mensili presso i consumatori. Ne emerge come una
evoluzione incerta sia della propria situazione finanziaria sia di quella economica
generale tenda a deprimere le spese delle famiglie mentre il ritorno dell’indice ai
livelli pre-crisi potrebbe far aumentare la dinamica dei consumi fino al 3%.
In Italia le principali voci di reddito e di bilancio delle famiglie riflettono la difficile
congiuntura: nel 2012 in termini reali le entrate delle famiglie sono diminuite del
5% circa e il valore della ricchezza immobiliare è diminuito del 4,1%. Si tratta del
quinto anno di calo consecutivo per i redditi e del quarto anno di perdita di
valore per le proprietà immobiliari. Indicazioni più favorevoli vengono
dall’andamento delle attività e delle passività finanziarie.
Area euro: mali comuni
Il percorso verso una ripresa economica che possa essere diffusa, stabile e duratura
tra i paesi dell’area euro è reso particolarmente difficile dal debole andamento dei
redditi delle famiglie. Nel complesso dell’eurozona nel 2012 il reddito lordo delle
famiglie è stato pari a €6,2 trilioni, importo pressoché invariato rispetto all’anno
precedente (+0,2% in valori correnti); rispetto a cinque anni prima risulta più elevato di
€174 miliardi, meno dell’incremento che, prima della crisi, si realizzava solitamente tra
un anno e l’altro.
Le voci che concorrono positivamente alla formazione del reddito disponibile hanno
registrato nel 2012 una crescita più attenuata o negativa rispetto all’anno precedente: i
redditi da lavoro dipendente, che rappresentano i tre quarti dell’aggregato, sono
aumentati dell’1% (+2,6% nel 2011), il margine operativo lordo e il reddito misto dello
0,2% (+2,6%), gli altri redditi da capitale dello 0,4% (+2,7%) mentre gli interessi attivi
sono diminuiti dell’1% (+13,4%); in crescita invece la dinamica delle prestazioni sociali
nette (+2,3% nel 2012 rispetto al +1,6%), mentre nulla è risultata quella dei
trasferimenti correnti attivi. A limitare la crescita del reddito disponibile delle famiglie
hanno contribuito sia un aumento particolarmente robusto delle imposte (+6,6% nel
2012 rispetto al +3,9%) sia quello dei contributi sociali netti (+2% rispetto al +3%). Al di
là dell’incremento marginale registrato nel 2012 dal reddito nominale, per le famiglie
3. 3
8 luglio 2013
dell’area euro quello passato è stato in termini reali il quinto anno di andamento
decisamente sfavorevole per le entrate: il trend è iniziato nel 2008 con una crescita
contenuta (+0,8%), è proseguito con una variazione nulla nel 2009 ed è terminato con
tre anni consecutivi di flessioni culminate nel -1,9% del 2012. Un confronto tra il 2008 e
il 2011 (ultimo dato disponibile) evidenzia come a livello pro-capite le entrate annuali si
siano ridotte in termini reali in ben nove paesi dell’eurozona con diminuzioni
particolarmente intense in Grecia (-€2.920), Cipro (-€1.121) e Spagna (-€852); per
contro un miglioramento si è registrato in Germania (+€1.700), Finlandia (+€1.100) e
Francia (+€939).
Area euro: reddito delle famiglie
(Var. % a/a; valori concatenati)
Differenziale 2011-2008 del reddito delle
famiglie pro-capite
(Migliaia)
1,7
2,7
1,4
1,0
1,7
1,4
1,9
2,1
0,7
0,1
-0,7
-0,5
-1,9
-2,5
-2,0
-1,5
-1,0
-0,5
0,0
0,5
1,0
1,5
2,0
2,5
3,0
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012
-2.920
1.681
-4000
-3000
-2000
-1000
0
1000
2000
Fonte: elaborazione Servizio Studi BNL su dati Bce Fonte: elab. Servizio Studi BNL su dati Eurostat
Un recente approfondimento dell’Eurostat1
basato sull’indagine sui redditi e le
condizioni di vita dei cittadini europei (Eu-SILC) sottolinea come nell’ambito del
generale impoverimento vi sia stato un più marcato peggioramento della condizione
economica delle famiglie appartenenti alle fasce di reddito più basse: l’osservazione
del reddito mediano ha mostrato come per questa quota di popolazioni in Grecia,
Spagna e Italia la contrazione sia stata particolarmente significativa (-17,3%, -7,7%,
-6,3% rispettivamente), mentre per la fascia di reddito più elevata degli stessi paesi la
corrispondente contrazione è stata di minore intensità (-11,1%, -4,5%, -3%
rispettivamente). Analogo trend si è registrato in Germania, Francia, Olanda, Portogallo
e Slovenia ma con differenze meno marcate tra i decrementi delle varie classi. Nel
caso di Cipro e Slovacchia, dove si è realizzata una crescita delle entrate per ambedue
le fasce di reddito, l’incremento ha favorito gli individui più agiati. In Lussemburgo,
Malta e Austria un miglioramento del reddito si è realizzato solo nella classe di reddito
più bassa al contrario di quanto è invece avvenuto in Finlandia. Nel complesso la
diversa intensità o il divergente andamento dei redditi delle classi estreme hanno
comportato un aumento delle disuguaglianze; il fenomeno è evidenziato nell’indice di
Gini che nell’area euro ha raggiunto nel 2011 un valore di 30,5. Si tratta di un livello
record per questo indicatore (+0,3 p.p. rispetto all’anno precedente) che tra il 2005 e il
2011 ha mostrato leggeri miglioramenti alternati a sensibili inasprimenti.
1
Eurostat, Statistics in focus, Population and social conditions, “Living standards falling in most Member
States”, 8/2013.
4. 4
8 luglio 2013
Area euro: indice di disuguaglianza del reddito
29,2
29,1
29,9
30,2
30,1
30,2
30,5
29,0
29,5
30,0
30,5
2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Fonte: Eurostat
La riduzione delle disponibilità economiche delle famiglie ha avuto ricadute evidenti sul
tenore di vita e sull’andamento dell’economia in generale. Il progressivo assottigliarsi
delle diverse forme di entrate ha infatti comportato nell’intera Uem un indebolimento
dei consumi e degli investimenti immobiliari fenomeni solo parzialmente attenuati dalla
riduzione del tasso di risparmio. Dall’avvio della crisi la crescita reale dei consumi
privati è stata inferiore all’1% con il picco negativo del -1,3% raggiunto nel 2012; gli
acquisti immobiliari delle famiglie hanno subito una contrazione cumulata a doppia cifra
(oltre il 16%) mentre il tasso di risparmio è sceso ad un minimo storico del 12,8%. Nel
2012, in 11 economie dell’area euro le famiglie hanno consumato meno dell’anno
precedente, in 8 hanno diminuito gli investimenti e in quasi tutte è stato limato il tasso
di risparmio.
Area euro: tasso di risparmio delle famiglie
(in rapporto al reddito disponibile)
12,8%
11,5%
12,0%
12,5%
13,0%
13,5%
14,0%
14,5%
15,0%
15,5%
1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012
Fonte: Eurostat
L’assenza di segnali incoraggianti dal mercato del lavoro e aspettative non favorevoli
sui redditi stanno pesando sulle capacità di spesa delle famiglie dell’area euro. Anche
sul fronte della ricchezza arrivano indicazioni contrastanti: nel 2012 è proseguito
5. 5
8 luglio 2013
l’arretramento dello stock della componente reale (scesa a €25,7 tr., -2,9% a/a) che
rappresenta i due terzi del patrimonio complessivo, mentre la ricchezza finanziaria è
aumentata del 4% (a €19 tr.). Le passività delle famiglie sono invece rimaste stabili (a
€6,2 tr., -0,1% a/a), lasciando la ricchezza complessiva netta delle famiglie della Uem
invariata rispetto al 2011 a €38,5 tr.
Area euro: attività e passività delle famiglie
(Consistenze in miliardi)
25.346 25.128 26.025 26.478 25.721
16.866 17.670 18.235 18.261 18.994
-5.806 -5.932 -6.112 -6.199 -6.192
-10.000
0
10.000
20.000
30.000
40.000
50.000
2008 2009 2010 2011 2012
Attività reali Attività finanziarie Passività finanziarie
+757
-733
-7
Fonte: Bce
Alla luce dell’importanza dei consumi privati nell’economia generale uno studio della
Commissione europea2
ha ampliato l’analisi delle determinanti principali delle spese
dei nuclei familiari (reddito, ricchezza finanziaria netta e prezzi degli immobili)
considerando anche il ruolo delle aspettative. La valutazione, basata su alcune risposte
alle indagini sul clima di fiducia dei consumatori in otto paesi dell’area euro,3
ha
confermato come aspettative incerte incidano negativamente sulle intenzioni di spesa.
In Spagna, Italia, Francia e Portogallo, dove nell’attuale congiuntura l’incertezza nel
futuro è particolarmente elevata, il ritorno dell’indicatore ai livelli pre-crisi potrebbe
tradursi in un aumento del 2-3% dei consumi privati su un arco temporale di 18 mesi,
mentre negli altri paesi l’incremento degli acquisti delle famiglie potrebbe essere
nell’ordine dell’1,5-2%.
Italia: minimi multipli
Gli andamenti delle voci che concorrono a definire la condizione economica e
finanziaria dei nuclei familiari italiani non si discostano da quelli riscontrati nella Uem.
Nel 2012 il reddito disponibile nominale delle famiglie consumatrici è diminuito del
2,2%, un calo che in termini reali ha sfiorato il 5%. Si è trattato del quinto anno
consecutivo di flessione del reddito, che ha portato l’ammontare complessivo al di sotto
dei 900 miliardi, un livello mai raggiunto dal 1999, anno di avvio della rilevazione.
All’andamento negativo del reddito nel 2012 hanno contribuito sia la mancata crescita
o diminuzione delle principali poste attive – redditi da lavoro dipendente (0%),
autonomo (-6,8%) e da capitale (-0,4%) – sia l’aumento delle imposte (+5,5%). I
2
Commissione europea, Quarterly Report on the Euro Area, “Assessing the impact of uncertainty on
consumption and investment”, Volume 12, n. 2, luglio 2013.
3
Germania, Grecia, Spagna, Francia, Italia, Austria, Portogallo, Finlandia.
6. 6
8 luglio 2013
consumi sono scesi solo dell’1,6% grazie al sostegno dei risparmi che sono di
conseguenza diminuiti e che per ora risulta difficile reintegrare. Nel 2012 le famiglie
consumatrici italiane hanno risparmiato il 7,6% in meno dell’anno precedente (-€7 mld),
il settimo anno di calo consecutivo con il raggiungimento di un minimo storico in valori
assoluti di €85 mld. Anche il tasso di risparmio ha toccato un nuovo minimo
posizionandosi ad appena l’8,2% del reddito disponibile.
Italia: risparmio e tasso di risparmio delle
famiglie consumatrici
(Miliardi e val. % in rapporto al reddito disponibile)
122
85
23,6
8,2
0
5
10
15
20
25
0
20
40
60
80
100
120
140
160
1990
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
Risparmio(scalasx) Tassodi risparmio (scala dx)
Fonte: elaborazione Servizio Studi BNL su dati Istat
Indicazioni contrastanti provengono dal patrimonio dei nuclei familiari italiani: nel
complesso la ricchezza netta è rimasta pari a circa 8 volte il reddito disponibile ma
soprattutto per il calo di quest’ultimo.
Le diverse componenti hanno evidenziato andamenti divergenti: in termini reali le
proprietà immobiliari hanno perso il 4,1% del loro valore mentre la ricchezza finanziaria
netta è aumentata del 2,9%. Dal lato delle attività finanziarie è da segnalare come nel
2012 gli investimenti netti siano stati pari a €16 mld, risultando più che dimezzati
rispetto al 2011 (€36 mld) e segnando anche in questo caso un picco minimo dall’inizio
della rilevazione (1995); i nuovi acquisti sono stati indirizzati prevalentemente verso i
depositi a scadenza (€51 mld.) e la sottoscrizione di quote di fondi comuni (€17 mld.)
mentre i disinvestimenti più ingenti hanno riguardato i titoli pubblici italiani (-€28 mld.) e
le obbligazioni estere (-€25 mld).
Anche relativamente alle passività finanziarie si registra una novità: nel 2012 per la
prima volta negli ultimi quindici anni i debiti finanziari delle famiglie sono diminuiti
(-0,5% a/a) grazie soprattutto alla flessione dell’indebitamento verso il sistema bancario
(-1,3% a/a) che ne rappresenta i due terzi. In effetti da diversi anni le erogazioni di
nuovi finanziamenti alle famiglie risultano di ammontare sempre più contenuto per tutte
le forme tecniche ma in modo più accentuato quelle destinate all’acquisto di abitazioni.
7. 7
8 luglio 2013
Italia: prestiti alle famiglie per forma tecnica -
erogazioni
(miliardi)
29
15
24
0
10
20
30
40
50
60
70
80
2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012
Acquisto abitazioni
Credito al consumo
Altre operazioni
Fonte: Banca d’Italia
Nel 2012, nel confronto con i principali competitor dell’eurozona, il livello della
ricchezza finanziaria netta delle famiglie rispetto al reddito disponibile è rimasto elevato
(2,6 volte) e in ripresa rispetto all’anno precedente anche se non è stato recuperato il
livello pre-crisi (2,7 volte) come accaduto invece per Francia e Germania.
Ricchezza finanziaria netta delle famiglie
(in rapporto al reddito disponibile)
2,7
2,6
2,1 2,1
1,8 1,9
1,5
1,3
2,1 2,1
20072010 2011201220072010 2011201220072010 2011201220072010 2011201220072010 20112012
Italia Francia Germania Spagna Area euro
Fonte: Banca d’Italia
8. 8
8 luglio 2013
Un cruscotto della congiuntura: alcuni indicatori
Indice Itraxx Eu Financial Indice Vix
0
50
100
150
200
250
300
350
400
gen-11
mar-11
mag-11
lug-11
set-11
nov-11
gen-12
mar-12
mag-12
lug-12
set-12
nov-12
gen-13
mar-13
mag-13
lug-13
IndexItraxx EU Financial Sector
0
10
20
30
40
50
60
gen-11
mar-11
mag-11
lug-11
set-11
nov-11
gen-12
mar-12
mag-12
lug-12
set-12
nov-12
gen-13
mar-13
mag-13
lug-13
Fonte: Thomson Reuters Fonte: Thomson Reuters
I premi al rischio rimangono sotto quota 170
pb.
L’indice Vix nell’ultima settimana resta
stabile a 16.
Cambio euro/dollaro e quotazioni Brent
(Usd per barile)
Prezzo dell’oro
(Usd l’oncia)
1,15
1,2
1,25
1,3
1,35
1,4
1,45
1,5
90
95
100
105
110
115
120
125
130
gen-11 mag-11 set-11 gen-12 mag-12 set-12 gen-13 mag-13
Brentscalasin.(in Usd) Cambio euro/dollarosc.ds.
1.200
1.300
1.400
1.500
1.600
1.700
1.800
1.900
2.000
gen-11
mar-11
mag-11
lug-11
set-11
nov-11
gen-12
mar-12
mag-12
lug-12
set-12
nov-12
gen-13
mar-13
mag-13
lug-13
Fonte: Thomson Reuters Fonte: Thomson Reuters
Il tasso di cambio €/$ a 1,30. Il petrolio di qualità
Brent quota $105 al barile.
Il prezzo dell’oro scende a 1.248 dollari
l’oncia.
9. 9
8 luglio 2013
Borsa italiana: indice Ftse Mib Tassi dei benchmark decennali:
differenziale con la Germania
(punti base)
12.000
14.000
16.000
18.000
20.000
22.000
24.000
gen-11 mag-11 set-11 gen-12 mag-12 set-12 gen-13 mag-13
0
200
400
600
800
1.000
1.200
1.400
gen-11
feb-11
mar-11
apr-11
mag-11
giu-11
lug-11
ago-11
set-11
ott-11
nov-11
dic-11
gen-12
feb-12
mar-12
apr-12
mag-12
giu-12
lug-12
ago-12
set-12
ott-12
nov-12
dic-12
gen-13
feb-13
mar-13
apr-13
mag-13
giu-13
lug-13
Italia Spagna Irlanda Portogallo
Fonte: Thomson Reuters Fonte: elab. Servizio Studi BNL su dati Thomson
Reuters
Il Ftse Mib sale a 15.800. I differenziali con il Bund sono pari a 569 pb
per il Portogallo, 231 pb per l’Irlanda, 305 pb
per la Spagna e 275 pb per l’Italia.
Indice Baltic Dry Euribor 3 mesi
(val. %)
0
2.000
4.000
6.000
8.000
10.000
12.000
gen-08
apr-08
lug-08
ott-08
gen-09
apr-09
lug-09
ott-09
gen-10
apr-10
lug-10
ott-10
gen-11
apr-11
lug-11
ott-11
gen-12
apr-12
lug-12
ott-12
gen-13
apr-13
0
1
2
3
4
5
6
set-06
gen-07
mag-07
set-07
gen-08
mag-08
set-08
gen-09
mag-09
set-09
gen-10
mag-10
set-10
gen-11
mag-11
set-11
gen-12
mag-12
set-12
gen-13
mag-13
Fonte: Thomson Reuters Fonte: Thomson Reuters
L’indice, su valori minimi, nell’ultima
settimana si muove intorno a quota 1.100.
L’euribor 3m resta stabile poco oltre
0,20%.
Il presente documento è stato preparato nell’ambito della propria attività di ricerca economica da BNL-
Gruppo Bnp Paribas. Le stime e le opinioni espresse sono riferibili al Servizio Studi di BNL-Gruppo BNP
Paribas e possono essere soggette a cambiamenti senza preavviso. Le informazioni e le opinioni riportate in
questo documento si basano su fonti ritenute affidabili ed in buona fede. Il presente documento è stato
divulgato unicamente per fini informativi. Esso non costituisce parte e non può in nessun modo essere
considerato come una sollecitazione alla vendita o alla sottoscrizione di strumenti finanziari ovvero come
un’offerta di acquisto o di scambio di strumenti finanziari.