2. La chiamano Montagna questa collina con questa casa dove ritorno
talvolta e comunque più di quanto vorrei e avrei voluto …
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3. “La colomba. Il bacio colombino. Già. Proibito. Come
quasi tutto che sapesse di amore ..." 3
4. Chi ha detto che la morte è lo spegnersi della vita? E se fosse invece
l’uscita da una visione per entrare in un’altra? Lasciare un peso, una
fatica e uscire verso una nuova partenza che ti fa rimanere fermo
pur partendo ….
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5. "Si amavano ‘Zulu e Nardina. Ma di quell’amore silenzioso che non ha
bisogno non dico di ragionamenti d’amore, ma neppure di frasi
compiute, omologate dalla quotidianità. ‘Nzulu e Nardina. Chissà dove
sono ora ‘Nzulu e Nardina, chissà che fine hanno fatto.
Continuavano ad amarsi ‘Nzulu e Nardina. E Nakona ne rideva.
L’amore può essere cieco, ma non scemo. " 5
6. "Il paese vive una vita perfetta. O, almeno, così credono i nakonesi.
Qui la devianza non è tale se si accetta quell'ordine che la comunità
tutta di solito accetta. Ma lui era sempre stato un ribelle...."
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7. "Beata ignoranza in cui le autorità epistemiche complici i
preti e i sacristi dal capo perennemente piegato non a Dio,
ma a chi regna in questa terra."
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9. "Non si parte se non si abbandona." C'è una Sicily fuori
dalla Sicilia che non possiamo dimenticare. La vita è
memoria.
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10. E a Nakona puoi trovare tutto tranne che la
verità nelle parole. Devi cercarla nel silenzio.
Anzi: nei silenzi. 10
11. Perché se Nakona è il paese delle stelle, la
montagna ne è la regina. Stanotte era stata
un’esplosione, sembrava …
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12. Alta nel cielo, sola e
solitaria, candida
come un giglio.
Immacolata e senza
peccato. Così appare
la luna che mangia le
nubi e crea
licantropi. La luna
piena si sgonfia e il
lupo ritorna uomo.
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13. Stamattina né freddo né
caldo. La pioggia non
smette, trasparente e
opaca. Inutile come il suo
essere qui di cui non
avverte neanche l’esserci.
Anche l’uomo della
Montagna non sente più la
propria consistenza: né
ossa, né muscoli, né nervi.
Ma l’uomo non è solubile
in acqua. Si, si bagna, ma
non c’è rischio di liquefarsi.
Anzi più sente la pioggia
più la indossa.
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14. Passeggiata
Lo scopo della mutua
esibizione non è più il
matrimonio, ma la
disponibilità che
prima era un mezzo e
ora è solo un fine. La
forma è uguale:
esibire ed esibirsi,
guardare ed essere
guardati, spettegolare
sapendo di essere
spettegolati.
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15. Il sogno. Qui. Ora. Narrare. Raccontare nel silenzio, cioè
raccontarsi nel vuoto.
Stava sognando.
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16. "Eppure la strana sensazione saliva come un formicolìo dalla
punta dei piedi fino alle dita delle mani, una sensazione per
cui non trovava una collocazione: non era angoscia, non era
ansia, non si trattava di emozioni distruttive, anzi, non era
nemmeno sicuro che si trattasse di emozioni.
Era immobilità. Uno spazio allo stato puro, geometrico,
infinito."
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19. Sarebbe sceso dalla Montagna. Del resto non stava lì perché la Montagna era
l’ombelico del mondo. Non aveva scelto quel luogo perché fosse un osservatorio
privilegiato, ma perché era un luogo, un luogo come un ponte dall’alto del quale
vedi l’acqua scorrere bagnandoti il meno possibile.
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22. "Ma allora perché le
saracinesche erano
coperte di
ragnatele?
Scorrendo la strada
maestra sotto i
piedi come un tapis
roulant accumulava
negli occhi le bande
nere appese ad
ogni porta in segno
di lutto con la
scritta bianca: SI
DISPENSA DALLE
VISITE.
No.
Non poteva
essere."
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23. "...il più grande,
il più tormentato,
il più carico di
voci e di sussurri
malevoli,
quell’albero così
pieno di storia e
di storie, era
crollato, le radici
fuori esposte e
piene di vermi
come fossero le
interiora di uno
sbudellato,
colpito alla
pancia, i rami
secchi e
rinsecchiti, le
foglie morte, la
chioma caduta
sui tavolini del
bar..."
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24. In cielo un nugolo di corvi neri che oscuravano le case e queste come
inghiottite dall’ombra provocata da i neri uccelli portatori di morti."
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25. No. Non aveva assistito al proprio funerale.
… di chi?
Che differenza fa?
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