Progetto: Io ed in collaborazione col LIONS Club Faenza -Valli Faentine abbiamo implementato un progetto screening per la popolazione locale che ha come obiettivo il riconoscimento dei soggetti ad elevato rischio per lo sviluppo di Ictus cerebrale
3. Per ictus cerebrale (ictus cerebri) si intende
l’esordio improvviso di un deficit neurologico,
come la debolezza o il disturbo della
sensibilità di una metà o di una parte del
corpo, la difficoltà a parlare o a vedere una
parte del campo visivo, in assenza di dolore
delle parti interessate.
4. La maggior parte degli ictus (circa l’85% dei
casi) sono dovuti all’occlusione di un vaso
cerebrale (ISCHEMIA) da parte di un piccolo
frammento (embolo) originato dal cuore o dai
grossi vasi come l’aorta o le carotidi, oppure
dal danno prodotto dalla pressione arteriosa
elevata o dal diabete sui piccoli vasi cerebrali.
5. Nel restante 15% dei casi, l’ictus consiste
nella rottura di un vaso cerebrale
(EMORRAGIA) a causa di un aneurisma
cerebrale o della fragilità dei piccoli vasi del
cervello, dovuta ancora una volta
prevalentemente all’effetto deleterio
dell’ipertensione arteriosa di lunga durata su
di essi.
6. TIA è l’acronimo dell’inglese “Transient
Ischemic Attack”, ovvero attacco ischemico
transitorio. Si riferisce a quei segni e sintomi
sovrapponibili a quelli di un ictus, che però
hanno una durata molto limitata nel tempo,
per definizione inferiore cioè alle 24 ore, ma
spesso non superiore a qualche minuto.
7. I TIA si manifestano in circa un terzo dei
soggetti che in seguito presentano un ictus
ischemico e sono pertanto da considerarsi
uno dei più importanti fattori di rischio per
l’ictus. Non sono quindi da considerarsi degli
ictus “benigni” ma delle condizioni ad elevato
rischio.
8. Ipertensione arteriosa (il controllo della PA
riduce l` ictus dal 30-50%)
Le malattie cardiache e specialmente la
fibrillazione atriale (il 20-30% dell` ictus è di
origine cardioembolica). Cioè un coagulo di
sangue parte dal cuore e raggiunge il
cervello, occludendone un'arteria.
Quindi riconoscerla il prima possibile è molto
importante.
9. È un disturbo del ritmo cardiaco in cui le
cellule dell'atrio si contraggono in maniera
caotica e scoordinata, non potendo, quindi,
dar luogo ad uno svuotamento efficace
dell'atrio stesso nel ventricolo; di
conseguenza, il sangue ristagna nell'atrio e
tende a formare coaguli (trombi), i quali, a
loro volta, possono passare nel circolo
sanguigno (diventando quindi “emboli”) e
fermarsi nei vasi più piccoli, occludendoli. Se
il vaso è nel cervello, la conseguenza è l'ictus.
10.
11. La fibrillazione atriale è associata ad un
rischio di ictus ischemico 5 volte maggiore
rispetto alla popolazione generale.
Il 20-25% dei pazienti con ictus ha una FA,
spesso di recente insorgenza;
Inoltre la FA è responsabile dell'85% degli
ictus dovuti ad aritmie cardiache e di oltre il
50% delle forme di ictus legate a malattie del
cuore in generalee,
Oltre il 50% degli ictus associati a fibrillazione
atriale si manifesta in pazienti di età
superiore a 75 anni.
12. RICONOSCERE PRESTO I PAZIENTI CON
FIBRILLAZIONE ATRIALE E CON LA TERAPIA
ADEGUATA EVITARE LA COMPARSA DELL’
ICΤUS CEREBRALE.
QUINDI: