L’educazione è il primo fattore di trasformazione verso lo sviluppo sostenibile, poiché accresce le capacità delle persone di trasformare le loro visioni della società nella realtà.
L’educazione promuove i valori, i comportamenti e gli stili di vita richiesti per un futuro sostenibile. Parliamo quindi di Pedagogia Trasformativa che attraverso percorsi educativi formativi(UDA) aiuta le persone ad acquisire quegli strumenti (social Skills) che muovono le persone ad andare nella direzione che desiderano.
Presentzione Matematica similitudini circonferenze e omotetie.pptx
Educare per lo Sviluppo Sostenibile
1. Educare per lo sviluppo sostenibile
L’educazione civica trasversale nella scuola dell’autonomia
Pedagogista Formatore
21 Aprile 2021
cambiamento
2. Contenuti
L’educazione fattore strategico
Cosa significa «sviluppo sostenibile»
Educare per lo sviluppo sostenibile(ESS)
Educare allo sviluppo sostenibile
Competenze per la sostenibilità
Promuovere l’ESS
Linee guida educazione ambientale e allo sviluppo sostenibile
3. “È necessario un cambiamento fondamentale
del modo in cui pensiamo al ruolo
dell’educazione nello sviluppo globale, perché
essa ha un impatto catalitico sul benessere degli
individui e sul futuro del nostro pianeta. Ora, più
che mai, l’educazione ha la responsabilità
di essere in grado di affrontare le sfide e le
aspirazioni del XXI secolo e di promuovere i
giusti tipi di valori e capacità che
condurranno a una crescita sostenibile e
inclusiva e a un’esistenza collettiva pacifica.”
Irina Bokova, Direttrice Generale dell’UNESCO
4. L’educazione
L'educazione è un'azione esercitata in
modo consapevole e intenzionale da
un soggetto educatore, volta a
produrre nell'educando un mutamento
duraturo e profondo.
5. L’educazione
Ci sono diversi modi per trasformare un soggetto, attraverso:
Apprendimento.
Cambiamento di se stessi e della propria condotta. Non tutti gli
apprendimenti sono duraturi, al contrario dell'educazione che
provoca un cambiamento stabile nell'individuo.
Condizionamento
Attraverso l'influenza sociale condiziona e trasforma un
individuo indipendentemente dalla sua consapevolezza.
Addestramento: un'azione volta a far acquisire abilità pratiche a
un certo soggetto (es. animali)
6. L’educazione
Educazione
Attività duratura e voluta da chi la intraprende.
Significa trarre fuori le qualità interiori e non è da
confondere con la formazione che invece
modella qualcosa. L'Educazione non si limita a
trasmettere solo nozioni e informazioni sul sapere
come l'istruzione ma si occupa anche dello
sviluppo armonioso della persona.
7. L’educazione
Rendere consapevoli gli individui e le comunità dei
cambiamenti che spesso inconsapevolmente stanno
subendo.
Promuovere le competenze necessarie per mettere in
discussione i modelli esistenti, per migliorarli e per
costruirne insieme di nuovi.
8. Finalità dell’educazione
L’accento cade sui valori etici dell’educazione o
sui contenuti del sapere da trasmettere e
acquisire, sulla necessità di promuovere la
formazione del soggetto, la sua autonomia e
libertà ovvero di assicurare l’integrazione
dell’individuo nella società tramite l’assimilazione
di modelli e comportamenti che ne garantiscono
la conservazione e lo sviluppo.
9. L’educazione fattore strategico
- l’educazione deve ispirare la convinzione che ognuno di noi ha sia il potere che la responsabilità di effettuare un
cambiamento positivo su scala globale;
- l’educazione è il primo fattore di trasformazione verso lo sviluppo sostenibile, poiché accresce le capacità delle
persone di trasformare le loro visioni della società nella realtà;
- l’educazione promuove i valori, i comportamenti e gli stili di vita richiesti per un futuro sostenibile;
- l’educazione per uno sviluppo sostenibile è un processo attraverso il quale si impara a
prendere decisioni che tengono conto del futuro a lungo termine, dell’equità,
dell’economia e dell’ecologia di tutte le comunità;
- l’educazione costruisce questa capacità di ragionamento orientato al futuro.
10. L’educazione fattore strategico
L’educazione pertanto è cruciale per il raggiungimento dello
sviluppo sostenibile.
Intraprendere il cammino dello sviluppo sostenibile richiederà
una profonda trasformazione del modo in cui pensiamo e
agiamo.
• gli individui devono diventare agenti del cambiamento verso
la sostenibilità.
• servono conoscenza, abilità, valori e attitudini che li rendano
più forti in vista del contributo allo sviluppo sostenibile.
• approccio dell’Educazione allo Sviluppo Sostenibile (ESS)
rende i discenti capaci di prendere decisioni informate e
agire responsabilmente per l’integrità ambientale, la
sostenibilità economica e una società giusta per le
generazioni presenti e future.
11. L’ educazione fattore strategico
L’educazione attraversa tutti i 17 obiettivi “di sviluppo
sostenibile”. Ma richiede una pedagogia trasformativa e
orientata all’azione, che sia l’anima critica e propositiva del
sistema sociale
All’educazione spetta il compito di modificare più in
profondità atteggiamenti, stili di vita, e valori. Come sostiene
l’UNESCO (2015): l’educazione può e deve contribuire a una
nuova visione dello sviluppo sostenibile globale.
12. Cosa significa «sviluppo sostenibile»
Secondo la definizione proposta nel rapporto “Our Common Future”
pubblicato nel 1987 dalla Commissione mondiale per
l’ambiente e lo sviluppo (Commissione Bruntland) del
Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, per sviluppo
sostenibile si intende uno sviluppo in grado di assicurare « il
soddisfacimento dei bisogni della generazione presente
senza compromettere la possibilità delle generazioni future
di realizzare i propri ».
13. Sviluppo sostenibile
Nella normativa italiana è stato introdotto il concetto di
sviluppo sostenibile nel decreto legislativo n.152 del 3 aprile
2006, laddove si legge (art. 3-quater) che “ogni attività umana
giuridicamente rilevante deve conformarsi al principio dello
sviluppo sostenibile al fine di garantire all’uomo che il
soddisfacimento dei bisogni delle generazioni attuali non possa
compromettere la qualità della vita e le possibilità delle
generazioni future.
14. Definizione : WWF
Lo sviluppo sostenibile si può definire come quella capacità
dell’essere umano di vivere in modo dignitoso e con
uguaglianza per tutti, senza andare a distruggere i sistemi
naturali oggi presenti e dai quali traiamo le risorse. Si tratta
della capacità di vivere nei limiti del pianeta che ci è stato
offerto.
15. Sostenibilità nei fatti
Nei fatti, la sostenibilità è intesa da molti come un driver di
crescita.
Di fronte alla possibilità dell’autodistruzione e della
catastrofe, l’umanità deve imparare il futuro.
Individui e società sono impreparati di fronte alle sfide
poste dai problemi globali. E la capacità di decidere e
agire è strettamente correlata all’informazione,
all’istruzione, all’educazione lungo tutto l’arco della vita.
16. Sviluppo Sostenibile: principi
La Conferenza di Johannesburg del 2002, delinea una
configurazione del principio dello sviluppo sostenibile
fondata su tre fattori interdipendenti: tutela
dell’ambiente, crescita economica e sviluppo sociale
18. Sviluppo Sostenibile: le 3 E
SOSTENIBILITÀ
AMBIENTALE
SOSTENIBILITÀ
ECONOMICA
SOSTENIBILITÀ
SOCIALE
SOSTENIBILITÀ
ISTITUZIONALE
✓ Capacità di mantenere
nel tempo qualità e
riproducibilità delle
risorse naturali.
✓ Mantenimento
dell’integrità
dell’ecosistema per
evitare che l’insieme
degli elementi da cui
dipende la vita sia
alterato.
✓ Preservazione della
diversità biologica.
✓ Capacità di generare in
modo duraturo reddito
e lavoro per il
sostentamento della
popolazione.
✓ Eco-efficienza
dell’economia intesa, in
particolare come uso
razionale ed efficiente
delle risorse, con la
riduzione dell’impiego
di quelle non
rinnovabili.
✓ Capacità di garantire
condizioni di benessere
umano e accesso alle
opportunità (sicurezza,
salute, istruzione…)
distribuite in modo
equo tra strati sociali,
età e generi, ed in
particolare tra le
comunità attuali e
quelle future.
✓ Capacità di assicurare
condizioni di stabilità,
democrazia,
partecipazione,
informazione,
formazione, giustizia,
dialogo, assunzione di
responsabilità,
coinvolgimento degli
stakeholders.
INTEGRAZIONE/ CO- DETERMINAZIONE
20. • Sostenibilità ambientale (integrità dell’ecosistema terrestre e
qualità dell’ambiente che deve essere difesa dagli inquinamenti,
dalla produzione di rifiuti, e dalle emissioni di gas nocivi)
•Sostenibilità economica (capacità di generare reddito e
lavoro per il sostentamento della popolazione; perseguire l’efficienza
economica attraverso un’attenta gestione delle risorse non
rinnovabili che sono quelle naturali (i combustibili fossili, i metalli
ecc…) ma anche quelle derivanti dall’antropizzazione dello spazio (i
patrimoni storico - artistici delle città, i paesaggi agricoli, i parchi)
•Sostenibilità demografica (capacità di carico di ciascun
territorio in relazione alla popolazione per raggiungere livelli di vita
equo; numero di abitanti che è in grado di ospitare un territorio
mantenendo una qualità della vita accettabile)
Forme di Sostenibilità
21. •Sostenibilità sociale (equità, empowerment,
accessibilità, partecipazione, stabilità
istituzionale)
•Sostenibilità geografica (evitare gli squilibri
territoriali nella distribuzione della popolazione,
degli insediamenti umani, delle attività
economiche, dello sfruttamento del suolo e
delle risorse)
• Sostenibilità culturale (capacità di mantenere
inalterate le diversità, le identità locali)
Forme di Sostenibilità
22. Educare per lo sviluppo
sostenibile(ESS)
L’educazione alla sostenibilità riguarda i valori e presuppone la capacità di acquisirne
consapevolezza e saperli mettere in discussione e negoziare.
A questo si collega la capacità di agire, in conseguenza dei valori riconosciuti,
assumendosi la responsabilità delle proprie azioni.
Riguardo alle ͞forme in cui l’educazione allo sviluppo sostenibile potrà essere declinata,
c ͛è da considerare quindi che questa riguarda diverse sfere dell’apprendimento
complessivo dell’individuo e quindi può essere intesa come:
-educazione del pensiero e quindi l’educazione alla comprensione profonda degli
strumenti con cui risolvere i problemi ambientali e per individuare i canali e le modalità
da attuare a riguardo.
-educazione al sentire in quanto per intervenire sull’ ambiente è necessario stabilire un
legame con esso anche da un punto di vista emotivo e dunque con le nostre parti più
profonde;
-educazione all’agire perché l’educazione per dirsi tale necessita di una ricaduta
concreta e diretta, in termini di azione e di comportamento.
23. Educare per lo sviluppo
sostenibile(ESS)
L’educazione mira a sviluppare competenze
che permettano agli individui di riflettere sulle
loro azioni, prendendo in considerazione il loro
attuale e futuro impatto sociale, culturale,
economico e ambientale, da una prospettiva
sia locale, sia globale
24. Educare per lo sviluppo
sostenibile(ESS)
L’ESS deve essere inteso come parte integrante
di un’educazione di qualità, inerente al
concetto di un apprendimento permanente.
25. Educare per lo sviluppo
sostenibile(ESS)
L’ESS è un’educazione olistica e
trasformazionale che prende in considerazione
il contenuto e i risultati di apprendimento, la
pedagogia e l’ambiente di apprendimento.
26. Educare per lo sviluppo
sostenibile(ESS)
In questo modo l’ESS non solo integra nel programma di studi contenuti
quali il cambiamento climatico, la povertà e il consumo sostenibile; ma
crea anche contesti di apprendimento e di insegnamento interattivi e
centrati sull’allievo.
Ciò che l’ESS richiede è un passaggio dall’insegnamento
all’apprendimento.
Essa richiede una pedagogia trasformazionale, orientata all’azione, che
supporti un apprendimento autogestito, la partecipazione e la
collaborazione, un approccio alla soluzione dei problemi, l’inter- e la trans-
disciplinarietà e il collegamento dell’apprendimento formale con quello
informale. Solo tali approcci pedagogici rendono possibile lo sviluppo
delle competenze chiave necessarie alla promozione dello sviluppo
sostenibile.
27. Educare per lo sviluppo
sostenibile(ESS)
Un “cambiamento” positivo e dinamico, osservabile, frutto
intenzionale di specifici programmi, piani, azioni che
successivamente evolvono, secondo un andamento aperto e
spiraliforme, in nuove appropriate proposte progettuali che
ridefiniscono oggetti, soggetti e processi d’innovazione in
relazione agli esiti raggiunti, al contesto, a nuovi vincoli e risorse, ai
bisogni emergenti.
Tali dinamiche trasformative e generative, ineluttabilmente
“infinite” rispetto alle loro ipotetiche possibilità (Bertolini, 1988),
particolarmente esigenti sul piano della coerenza pedagogica e
del rigore metodologico-didattico, sono tipiche di un’educazione
di qualità: per questa ragione, la qualità dell’educazione per tutti
e per ciascuno si configura come condizione necessaria dello
sviluppo sostenibile.
28. Educare per lo sviluppo
sostenibile(ESS)
Il focus sull’educazione attesta lo spostamento
dell’obiettivo politico dall’ambito della
sensibilizzazione a quello della trasformazione
di atteggiamenti e comportamenti
29. Senza educazione non c'è
sviluppo sostenibile
L'educazione svolge un ruolo centrale in materia di sviluppo
sostenibile.
Per promuovere l'ESS, nell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite sono perciò
stati fissati i seguenti obiettivi:
Obiettivo 4: "Garantire un’istruzione di qualità inclusiva ed equa e
promuovere opportunità di apprendimento continuo per tutti."
Sotto-obiettivo 4.7: "Garantire entro il 2030 che tutti i discenti
acquisiscano la conoscenza e le competenze necessarie a
promuovere lo sviluppo sostenibile, anche tramite un'educazione
volta ad uno sviluppo e uno stile di vita sostenibile e (...), alla
cittadinanza globale (...)."
30. PRESUPPOSTO:
insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo.
OBIETTIVO:
sottolineato dal carattere fortemente
innovativo dell’Agenda 2030, per cui viene
definitivamente superata l’idea che la
sostenibilità sia unicamente una questione
ambientale e si afferma una visione integrata
delle diverse dimensioni dello sviluppo.
31. Per creare un mondo più
sostenibile…
…gli individui devono diventare agenti del
cambiamento, dotandosi di conoscenza,
abilità, valori e attitudini che li rendano
capaci di prendere decisioni informate e di
agire responsabilmente per l’integrità
ambientale, la sostenibilità economica e
una società più giusta per le presenti e
future generazioni.
QUINDI…..
32. …
…occorre valorizzare il ruolo dell’educazione,
e più in generale degli strumenti di
“apprendimento” (istruzione scolastica,
campagne informative, formazione
professionale, attività del tempo libero,
messaggi dei media…) nella diffusione di
valori e competenze orientati a uno sviluppo
sostenibile.
33. …
uno sviluppo di cui possano beneficiare tutte
le popolazioni del pianeta, presenti e future,
e in cui le tutele di natura sociale, quali la
lotta alla povertà, il rispetto dei diritti umani,
la tutela della salute, possano integrarsi con
le esigenze di conservazione delle risorse
naturali trovando sostegno reciproco.
35. L’educazione allo sviluppo
sostenibile: ELEMENTI / 1
Interdisciplinarietà: lo sviluppo sostenibile deve
inserirsi nell’intero programma didattico – non
costituisce materia di insegnamento a sé;
Acquisizione di valori: più che trasmettere
passivamente nozioni, è importante in via
prioritaria puntare a far comprendere i valori
che sono alla base dello sviluppo sostenibile;
36. L’educazione allo sviluppo
sostenibile: ELEMENTI / 2
Sviluppo del pensiero critico e ricerca della risoluzione
dei problemi: portare l’individuo a credere in se stesso di
fronte ai problemi e alle sfide sempre nuove poste dallo
sviluppo sostenibile, e in questo modo fornirgli gli
strumenti per ricercare risposte concrete da applicare
nella vita quotidiana e professionale;
Molteplicità di metodologie: è necessario utilizzare
metodologie didattiche stimolanti e innovative, e
soprattutto interattive, quali le esperienze pratiche, le
attività all’aria aperta, i giochi, e far uso di materiali
multi-mediali, artistici…tutti strumenti a supporto di
un’educazione che sia davvero di qualità;
37. L’educazione allo sviluppo
sostenibile: ELEMENTI / 3
Decisioni condivise e partecipate: i discenti
devono essere invitati a partecipare attivamente
non solo nella pratica, ma anche nella
programmazione dell’apprendimento;
Importanza del contesto locale: attenzione
particolare va riservata alle problematiche locali;
ed anche le questioni globali vanno trattate
utilizzando il linguaggio più familiare al discente.
38. Pensiero sistemico:
Saper riconoscere e capire le relazioni.
Saper analizzare sistemi complessi.
Pensare a come i sistemi siano
incorporati entro domini differenti e scale
diverse e di gestire l’incertezza.
Competenze fondamentali per la
sostenibilità
39. Capacità di previsione
Saper comprendere e valutare gli scenari
futuri nelle accezioni del possibile, del
probabile e del desiderabile.
Saper regolare le proprie azioni in maniera
precauzionale rispetto a tali scenari.
Prevedere le conseguenze delle proprie
azioni e saper gestire rischi e
cambiamenti.
40. Competenza normativa
Saper interpretare le norme ed i valori
che presiedono le azioni dell’uomo.
Saper negoziare valori, obiettivi e
target in un contesto in cui
confliggono molteplici interessi e
necessitano compromessi.
41. Competenza strategica
Saper implementare in sinergia con gli
stakeholders azioni innovative di sostenibilità.
Spirito collaborativo
Saper agire empaticamente in un gruppo,
sapersi relazionare anche con leadership
empatica, saper comprendere le prospettive
altrui ed imparare da queste.
Saper gestire i conflitti di gruppo.
42. Pensiero critico
Saper riflettere sul proprio operato e
ridiscuterlo in ottica migliorativa.
Autoconsapevolezza
Sapersi promuovere e saper motivare
le proprie azioni.
43. Problem solving
Saper applicare diversi quadri di
problem-solving a problemi complessi di
sostenibilità e sviluppare opzioni risolutive
valide, inclusive ed eque, che
promuovano lo sviluppo sostenibile.
44. Competenze in azione
Competenze che non si costruiscono tramite semplice trasmissione, ma tramite
apprendimento dall’esperienza in situazioni significative.
Servono quindi contesti e percorsi educativi in cui costruire tali competenze-in azione.
Come dice il filosofo polacco Kolakowski: le virtù non si imparano sui libri, ma si imparano
nella vita di tutti i giorni in contesti dove esse vengono praticate [L. Kolakowsk, 2000i].
Non si può insegnare la democrazia, la cittadinanza attiva, la sostenibilità, ad alimentarsi in
modo sano, a spostarsi in modo sostenibile, a non sprecare acqua ed energia, se negli
ambienti in cui viviamo tutto va in altra direzione.
È necessario che si possano ravvisare tentativi, prime esperienze, disponibilità, impegni. È
necessario poter contare su sintonie e su alleanze. Pur nelle contraddizioni di ogni tipo e
genere.
Per costruire action competences è necessario allestire palestre di democrazia in cui sia
possibile affrontare problemi insieme, facendo esperienza che ciò si può fare ed in modo
efficace. In cui sia possibile imparare a vivere la complessità delle relazioni con gli altri, l’arte
dell’ascolto, la capacità di “apprendimento riparativo” [M. Klein, 69], ad imparare a dire “noi”
pur affermandoci come Soggetti [A. Touraine, 1998].
È importante oggi avere luoghi che consentano di ritessere legami, costruire comprensioni.
45. Il modello attuale è insostenibile dal punto di vista sociale, ambientale, economico.
Serve una transizione, l’Agenda 2030 è lo strumento per guidarla.
PROMUOVERE L’ESS
“La nuova Agenda è una promessa fatta dai leader a tutti i popoli. È
un’Agenda per le persone, per porre fine alla povertà in tutte le sue
forme, un’Agenda per il pianeta, la nostra casa comune”
Ban Ki-Moon
46. L’Agenda 2030
Impegna Governi, società civile e singoli verso un nuovo modello di
sviluppo sostenibile.
‣ 17 obiettivi (obiettivo 4: Istruzione di qualità)
‣ 169 target
‣ +240 indicatori
L’Agenda 2030 è stata firmata il 25 settembre 2015 da tutti i Paesi delle Nazioni Unite.
Si basa sui Sustainable Development Goals (SDGs) e si articola in:
47. ONU Agenda 2030
I 17 obiettivi dell’Agenda per lo sviluppo sostenibile
48. Nel dettaglio…
Goal e Target: obiettivi e traguardi per il 2030 - Alleanza Italiana per lo
Sviluppo Sostenibile (asvis.it)
49. L’Agenda 2030 è basata su cinque concetti chiave:
Persone.
Eliminare fame e povertà in tutte le forme, garantire dignità e uguaglianza. Garantire le condizioni per lo
sviluppo del potenziale umano
Promuovere la salute e il benessere
Pianeta.
Proteggere le risorse naturali e il clima del pianeta per le generazioni future. Arrestare la perdita di biodiversità
Garantire una gestione sostenibile delle risorse naturali
Creare comunità e territori resilienti, custodire i paesaggi e i beni culturali
Prosperità.
Finanziare e promuovere ricerca e innovazione sostenibili
Garantire piena occupazione e formazione di qualità
Affermare modelli sostenibili di produzione e consumo
Pace.
Promuovere una società non violenta e inclusiva
Eliminare ogni forma di discriminazione
Assicurare la legalità e la giustizia
Partnership.
Implementare l’Agenda attraverso solide
partnership.
Il settore privato
Governance, diritti e lotta alle disuguaglianze
Migrazione e Sviluppo
Salute
Istruzione
Agricoltura sostenibile e sicurezza alimentare
Ambiente, cambiamenti climatici ed energia per lo sviluppo
La salvaguardia del patrimonio culturale e naturale
Agenda 2030: le 5 P
50. L’agenda educativa
L'agenda educativa rinnovata racchiusa
nell'obiettivo 4 è completa, olistica,
ambiziosa, aspirazionale e universale e ispirata da
una visione dell'educazione che trasforma la vita
degli individui, delle comunità e delle società,
senza lasciare indietro nessuno
52. “Linee guida per l’educazione
ambientale
e allo sviluppo sostenibile” MIUR
L’educazione allo sviluppo sostenibile diventa oggi un obiettivo
strategico per il presente e per il futuro del nostro Paese.
La sfida ambientale, legata alla conservazione delle risorse del nostro
Pianeta, rappresenta una sfida non più eludibile per le future
generazioni.
Il processo partecipativo messo in atto dall’iniziativa “la Buona
Scuola” del MIUR parte dall’assunto che “l’istruzione è l’unica risposta
alla nuova domanda di competenze espresse dai mutamenti
economici e sociali” e che è necessario sviluppare negli studenti “la
curiosità per il mondo e il pensiero critico”.
nell’individuare il tragitto educativo allo sviluppo sostenibile, affinché
questo sia sempre più integrato e convergente nei percorsi curricolari
specifici dei diversi ordini e gradi di istruzione
53. PARTE PRIMA
EDUCAZIONE ALLO SVILUPPO SOSTENIBILE
• Il nuovo modello di educazione
ambientale e allo sviluppo sostenibile;
• Riferimenti culturali e normativi del MIUR;
• Indicazioni per la progettazione di
itinerari formativi e didattici.
56. Un nuovo modello
di economia che rispetti l'ambiente,
una società che non produca solo rifiuti
ma sappia creare ricchezza e
benessere con il riutilizzo e la
rigenerazione delle risorse.
E’ necessario un profondo cambio di
mentalità che coinvolga le istituzioni, le
imprese e le singole persone.
E LA SCUOLA, i bambini, i ragazzi.
57. I NATIVI AMBIENTALI
Le nuove generazioni vivono nei
comportamenti quotidiani la
prospettiva del rispetto dell’ambiente.
Occorre attivare e incentivare i
processi virtuosi di cambiamento
complessivo dei comportamenti e
degli stili di vita. Un nuovo approccio
all’ambiente fondato sulla sfera
valoriale prima che su quella cognitiva.
58. Gli otto percorsi didattici proposti
riguardano i seguenti temi, declinati
per ordini e gradi di istruzione:
1. “Tutela delle acque e del mare” (Infanzia, Primaria)
2. “Tutela della biodiversità: Flora e Fauna” (Infanzia, Primaria)
3. “Alimentazione sostenibile” (Infanzia, Primaria, Secondaria primo
grado, Secondaria secondo grado)
4. “Gestione dei rifiuti” (Infanzia, Primaria, Secondaria primo grado)
5. “Tutela della biodiversità: servizi ecosistemici” (Secondaria primo
grado, Secondaria secondo grado)
6. “ Green economy: green jobs & green talent” (Secondaria secondo
grado)
7. “La città sostenibile: inquinamento, consumo di suolo e rifiuti”
(Secondaria secondo grado)
8. “Adattamento ai cambiamenti climatici: dissesto idrogeologico”
(Secondaria secondo grado)
59. Metodologia per la
progettazione
L’impianto metodologico-operativo di seguito proposto comporta la presenza di una
attenta e ricca interazione degli allievi tra di loro, con i docenti, dei docenti tra di loro ed
anche con esperti esterni, coinvolti quali “risorse” nel progetto e con i rappresentanti delle
Istituzioni e/o Associazioni presenti sul territorio comunale, provinciale e regionale.
Il laboratorio didattico rappresenta la modalità operativa maggiormente utilizzata, senza
escludere momenti di informazione da parte dei docenti, attività di studio personale e di
gruppo, indagini e/o ricerche in archivi storici e biblioteche, comunali e/o del territorio
provinciale sulla base di situazioni di compito
60. Fasi metodologiche
Le fasi metodologiche che dovrebbero essere seguite
nella realizzazione di eventuali progetti possono essere
indicate nei seguenti momenti:
a) problematizzazione: attraverso la formulazione di
domande e/o questioni ricavate dall’esperienza di vita
quotidiana e/o dalle informazioni selezionate dalla lettura
dei quotidiani e/o dall’ascolto dei notiziari televisivi e
radiofonici oppure da scambi di messaggi tramite reti
multimediali o altre tecnologie dell’informazione;
b) presentazione di un compito di realtà, su cui far
convergere le risorse interne ed esterne;
61. Fasi metodologiche
c) selezione degli ambiti di conoscenze da apprendere per la realizzazione
del compito: il criterio di selezione è rapportato al compito, all’età e alla
classe, allo scopo di dare organicità e sistematicità alle questioni affrontate;
d) definizione della strategia formativa in relazione alla classe: vengono
privilegiati i metodi attivi e le strategie formative in grado di coinvolgere in
maniera personale e responsabile gli allievi rispetto a situazioni a loro vicine;
e) individuazione e selezione delle “risorse” da attivare e da utilizzare nel
progetto; risorse interne e/o esterne; presa di contatto e coinvolgimento
degli esperti nelle varie fasi del progetto; a tal fine è necessario poter
riconoscere le competenze necessarie dentro la scuola e fuori dalla scuola;
f) definizione delle caratteristiche del “prodotto” inteso sia come esito
formativo sia come risultato spendibile nella scuola e in contesti diversi
dall’istituto scolastico (es. video; CD-Rom; manifesti; giornali;
rappresentazione teatrale, concerti, etc.).
62. I percorsi didattici indirizzano i docenti alla
progettazione e realizzazione di programmi ed
attività sui temi elencati e sono stati strutturati in
due parti.
La prima parte consiste in un inquadramento della
tematica trattata.
La seconda parte intende fornire spunti ai docenti
sulla possibile declinazione della
tematica nell’ambito dei curriculi; suggerire le
finalità didattiche, le competenze (trasversali) da
raggiungere, le metodologie e gli strumenti.
63. La scuola
Riconoscendo l'importante ruolo dell'istruzione, l'Agenda 2030
per lo sviluppo sostenibile evidenzia l'istruzione come obiettivo
autonomo (OSS 4) e comprende anche obiettivi in materia di
istruzione nell'ambito di diversi altri OSS, in particolare quelli in
materia di salute; crescita e occupazione; consumo e
produzione sostenibili; e il cambiamento climatico. In effetti,
l'istruzione può accelerare i progressi verso il conseguimento di
tutti gli OSS e pertanto dovrebbe far parte delle strategie per
raggiungere ciascuno di essi.
64. La scuola
In che modo lo sviluppo sostenibile riguarda il vostro
istituto? Tutto quel che fate nel contesto scolastico può
essere messo in relazione con lo sviluppo sostenibile:
andare a scuola a piedi o in auto, scegliere determinati
contenuti didattici e utilizzare diversi strumenti tecnologici,
organizzare gite scolastiche, scegliere cosa mangiare
durante le pause e determinare il menù del mezzogiorno,
ecc.. Tutte le attività di un istituto scolastico lasciano delle
tracce nell’ambiente circostante e nel mondo.
Nell’educazione allo sviluppo sostenibile si tratta di
riconoscere queste correlazioni e di interessarsi in modo
attivo agli effetti del nostro pensare quotidiano e delle
nostre azioni sulla società e sull’ambiente che ci circonda.
65. La scuola
Nel contesto scolastico, questo si traduce nel
sostegno agli allievi affinché sviluppino delle
competenze che tengano conto della
sostenibilità. La scuola dovrebbe essere al
tempo stesso un luogo d’apprendimento, di
lavoro e di vita in cui tutti possano sperimentare
ed esercitare lo sviluppo sostenibile.
66. La scuola
L’urgenza assoluta di un impegno per “l’educazione allo sviluppo
sostenibile” da parte della scuola è dichiarato nella premessa del
documento alla luce di una responsabilità globale non più
rinviabile: “E questa nuova consapevolezza nazionale non può
che iniziare dalle scuole e dagli studenti, di tutte le età.
Soprattutto dai più giovani, quelli che potremmo chiamare ‘nativi
ambientali’: una generazione che nella quotidianità dei
comportamenti trova già come prospettiva naturale il rispetto
dell’ambiente in cui vive”
Ciò che viene proposto è un “tragitto educativo allo sviluppo
sostenibile, affinché questo sia sempre più integrato e
convergente nei percorsi curricolari.
67. …..
Il sistema educativo può contribuire molto alla comprensione e
alla trasformazione dell’attuale sistema di sviluppo se accetta il
suo ruolo trasformativo, se si propone di costituire l’anima critica
e propositiva del sistema sociale, di non accettare per scontati
saperi e discipline, di saperle rimettere in discussione per una
nuova rivoluzione scientifica, e pedagogica, quella della
sostenibilità.
68. "Siamo determinati a fare
i passi audaci e trasformativi
che sono
urgentemente necessari per
portare il mondo sulla strada
della sostenibilità e della
resilienza.
Nell’intraprendere questo
grande viaggio
collettivo, promettiamo che
nessuno verrà lasciato
indietro".
(Onu, Agenda 2030)
69. »Agisci sempre come se le tue azioni
facessero la differenza. La fanno.»
(William James, 1842-1910)
70. Bibliografia e sitografia
Linee_guida_ScuolaxAmbiente_e_Leg
alitx_aggiornato.pdf (minambiente.it)
Unesco (2017), Educazione agli obiettivi per lo
sviluppo sostenibile
Educazione per la crescita di valore
Criteri di qualità per « per lo sviluppo
sostenibile»scuole
17 obiettivi per trasformare il nostro
mondo
Strategia UNECE per l’educazione per
lo sviluppo sostenibile
Piano per L’Educazione alla Sostenibilità
siglato da MIUR e ASviS.
Educare allo sviluppo sostenibile, Pensare il
futuro, agire oggi, 2017, Eriksson
Kocher U., (2017), Educare allo sviluppo
sostenibile, Trento, Erickson
Miur (2012), Indicazioni nazionali per il curricolo
della scuola dell’infanzia e del primo ciclo
dell’istruzione
Miur (2018), Indicazioni nazionali e nuovi scenari
Morin E., (2015), Insegnare a vivere. Manifesto
per cambiare l'educazione, Milano, Raffaello
Cortina
Education 2030: Incheon Declaration and Framework for Action for
the implementation of Sustainable Development Goal
4: Ensure inclusiveand equitable quality education and promote lifelong l
earning...