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Giotto di
Bondone
Lavoro di Amina
Moussa
La Vita
• Sebbene molte storie e leggende siano circolate su
Giotto e sulla sua vita, ben poco può essere
confermato come un fatto. Nacque a Colle di
Vespignano, vicino a Firenze in una data incerta tra
il 1266 e il 1267. La sua famiglia era probabilmente
contadina.
• La leggenda narra che mentre si occupava delle
capre disegnò un quadro su una roccia e che
l'artista Cimabue, di passaggio, lo vide all'opera e
colpito dal talento del ragazzo lo portò nel suo studio
come apprendista. Quali che siano gli eventi reali,
Giotto sembra essere stato formato da un artista di
grande abilità, e il suo lavoro è chiaramente
influenzato da Cimabue
• Nei suoi settant’anni di vita è uno dei maggiori
protagonisti della scena pittorica italiana,
divenendo di fatto il punto di riferimento per la
grande evoluzione artistica toscana che porterà
al Rinascimento. I personaggi dei suoi affreschi
infatti esprimono esplicitamente sentimenti,
sono sempre abitati da un atteggiamento
psicologico ben delineato. La gioia, il dolore,
l'invidia si mostrano sui volti dei personaggi
dipinti con grande espressività, a differenza di
quanto accadeva nel medioevo. Anche lo
spazio e la natura non sono più simbolici,
idealizzati, bidimensionali, ma cercano nel
naturalismo, un cammino di avvicinamento alla
nostra percezione visive.
Le innovazioni
Il ciclo di Assisi
Il ciclo di Assisi
• La grande opera pittorica è il ciclo con le Storie di San
Francesco che si snoda, con ventotto scene. Il ciclo si conclude
sulla volta con la rappresentazione di Francesco e di cinque santi
appartenenti all’Ordine in gloria tra gli angeli; sull'intradosso
compare nuovamente il Santo, effigiato nell'atto di mostrare le
stimmate e circondato dai suoi primi dodici compagni.
Gli episodi raccontati non rispettano, volutamente, una sequenza
cronologica; tale modalità descrittiva era stata ufficialmente
autorizzata da san Bonaventura (biografo ufficiale di Francesco)
per favorire un approccio tematico alla vicenda terrena del
poverello.
Con questo ciclo si poneva l'accento sulla vita di Francesco, in
particolare sulle analogie tra il suo modo di vivere e quello di
Gesù Cristo. Allo scopo di renderle più comprensibili per i
contemporanei, Benozzo attualizzò queste antiche storie
ambientandole in un contesto ‘moderno’, fatto di architetture e di
paesaggi caratteristici della sua epoca.
Cappella degli
Scrovegni
• Giotto incominciò la decorazione della “Cappella
degli Scrovegni” verso il 1303-1305.
• Prese come tema principale la storia di Cristo
cominciando con la nascita, e finendo con la sua
morte con la conseguente resuscita.
• Si svolge in tre fasce con inizio in alto a destra. In
basso c’è una balza decorata in monocromo con
allegorie della Virtù dei Vizi e le loro conseguenze.
• La parte interna della facciata è occupata dal
“Giudizio Universale”. E’ come un grande poema
cristiano che inizia con la venuta di Cristo e alla fine si
pone fine a tutto con il Giudizio Universale
Cappella degli Scrovegni
Crocifisso di santa maria novella
L’opera spicca per la sua distanza dall’immobile spiritualità della pittura
bizantina, Giotto rappresenta la dimensione umana del Cristo con un nuovo
linguaggio pittorico attento alla plasticità delle forme. Il corpo di Gesù cede
alla forza di gravità, cade pesantemente verso il basso e abbandona
l’innaturale posa arcuata del busto propria dei crocifissi di Pisano e
Cimabue.
La figura acquisisce tridimensionalità, concretezza, volume. Le mani, ormai
prive di forza, sono dipinte con grande naturalezza e senso della profondità
spaziale. I piedi, sovrapposti e fissati alla croce con un unico chiodo,
indicano una moderna sensibilità prospettica ancora sconosciuta a
Cimabue, che nella sua croce del 1270 dipinge i piedi disgiunti e fissati con
due chiodi. Un getto di sangue schizza con forza dalla ferita nel costato,
accentuando così l’intensità drammatica della scena. Alle estremità della
tavola orizzontale sono raffigurati la Vergine e San Giovanni. Il loro sguardo
diagonale segue la direzione delle braccia di Gesù contribuendo all’equilibrio
compositivo della costruzione spaziale.
Madonna di Ognissanti
• Quest’opera è nota anche con il nome di ”Madonna col Bambino in
Maestà”. Essa raffigura la Madonna sul trono con in braccio Gesù,
circondata da santi e angeli.
• Il trono è una costruzione architettonica tridimensionale, alleggerita da
aperture laterali che lasciano intravedere le figure di due santi e
contribuiscono ad aumentare la profondità dello spazio. La Maestà di
Giotto segna anche la fine della frontalità propria delle figure bizantine.
La Madonna posa quasi di tre quarti mentre i santi e gli angeli che
offrono i gigli sono di profilo. Lo sguardo della Vergine non è più dritto e
immobile ma leggermente rivolto verso sinistra. La gravità dei volti è
addolcita da un uso nuovo del colore: Giotto abbandona l’illuminazione
diffusa e irreale e sceglie variazioni di tono più naturali. La luce
ambientale contribuisce alla costruzione dei volumi e delinea il corpo
della Vergine sotto le vesti, esaltandone la femminilità
Cappella Peruzzi
Cappella Peruzzi
• La cappella Peruzzi è la seconda cappella a destra
del coro nella basilica di Santa Croce a Firenze.
Contiene un ciclo di pitture a secco su parete databile
al 1318-1322 circa. Vi sono rappresentate Scene
della vita di san Giovanni Evangelista e di san
Giovanni Battista Nell'archivolto sono raffigurati otto
busti di Profeti, mentre i pennacchi della volta
presentano i quattro simboli degli Evangelisti.
• In questi affreschi si nota un'evoluzione dello stile di
Giotto, con panneggi ampi e debordanti che esaltano
la monumentalità delle figure. Le architetture sono
inoltre disposte in maniera più espressiva, con vivi
spigoli che forzano alcune caratteristiche delle scene;
dilatandosi in prospettiva che continuano oltre le
cornici delle scene fornendo un'istantanea dello stile
urbanistico del tempo di Giotto.
Cappella Bardi
Cappella di Bardi
• La cappella Bardi è la prima a destra della
Cappella Maggiore della basilica di Santa Croce a
Firenze. Contiene un ciclo di pitture a secco su
parete, realizzato attorno al 1325 circa e dedicato a
San Francesco d'Assisi.
• Realizzata una decina d'anni dopo la vicina
cappella. Gli scomparti appartenenti a questo ciclo
sono sette, disposti lungo le pareti laterali, di cui
una lunetta e due rettangolari per lato, e sul grande
arco d’entrata. Gli episodi raffigurano la vita di San
Francesco.

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Giotto

  • 2. La Vita • Sebbene molte storie e leggende siano circolate su Giotto e sulla sua vita, ben poco può essere confermato come un fatto. Nacque a Colle di Vespignano, vicino a Firenze in una data incerta tra il 1266 e il 1267. La sua famiglia era probabilmente contadina. • La leggenda narra che mentre si occupava delle capre disegnò un quadro su una roccia e che l'artista Cimabue, di passaggio, lo vide all'opera e colpito dal talento del ragazzo lo portò nel suo studio come apprendista. Quali che siano gli eventi reali, Giotto sembra essere stato formato da un artista di grande abilità, e il suo lavoro è chiaramente influenzato da Cimabue
  • 3. • Nei suoi settant’anni di vita è uno dei maggiori protagonisti della scena pittorica italiana, divenendo di fatto il punto di riferimento per la grande evoluzione artistica toscana che porterà al Rinascimento. I personaggi dei suoi affreschi infatti esprimono esplicitamente sentimenti, sono sempre abitati da un atteggiamento psicologico ben delineato. La gioia, il dolore, l'invidia si mostrano sui volti dei personaggi dipinti con grande espressività, a differenza di quanto accadeva nel medioevo. Anche lo spazio e la natura non sono più simbolici, idealizzati, bidimensionali, ma cercano nel naturalismo, un cammino di avvicinamento alla nostra percezione visive. Le innovazioni
  • 4. Il ciclo di Assisi
  • 5. Il ciclo di Assisi • La grande opera pittorica è il ciclo con le Storie di San Francesco che si snoda, con ventotto scene. Il ciclo si conclude sulla volta con la rappresentazione di Francesco e di cinque santi appartenenti all’Ordine in gloria tra gli angeli; sull'intradosso compare nuovamente il Santo, effigiato nell'atto di mostrare le stimmate e circondato dai suoi primi dodici compagni. Gli episodi raccontati non rispettano, volutamente, una sequenza cronologica; tale modalità descrittiva era stata ufficialmente autorizzata da san Bonaventura (biografo ufficiale di Francesco) per favorire un approccio tematico alla vicenda terrena del poverello. Con questo ciclo si poneva l'accento sulla vita di Francesco, in particolare sulle analogie tra il suo modo di vivere e quello di Gesù Cristo. Allo scopo di renderle più comprensibili per i contemporanei, Benozzo attualizzò queste antiche storie ambientandole in un contesto ‘moderno’, fatto di architetture e di paesaggi caratteristici della sua epoca.
  • 7. • Giotto incominciò la decorazione della “Cappella degli Scrovegni” verso il 1303-1305. • Prese come tema principale la storia di Cristo cominciando con la nascita, e finendo con la sua morte con la conseguente resuscita. • Si svolge in tre fasce con inizio in alto a destra. In basso c’è una balza decorata in monocromo con allegorie della Virtù dei Vizi e le loro conseguenze. • La parte interna della facciata è occupata dal “Giudizio Universale”. E’ come un grande poema cristiano che inizia con la venuta di Cristo e alla fine si pone fine a tutto con il Giudizio Universale Cappella degli Scrovegni
  • 8. Crocifisso di santa maria novella L’opera spicca per la sua distanza dall’immobile spiritualità della pittura bizantina, Giotto rappresenta la dimensione umana del Cristo con un nuovo linguaggio pittorico attento alla plasticità delle forme. Il corpo di Gesù cede alla forza di gravità, cade pesantemente verso il basso e abbandona l’innaturale posa arcuata del busto propria dei crocifissi di Pisano e Cimabue. La figura acquisisce tridimensionalità, concretezza, volume. Le mani, ormai prive di forza, sono dipinte con grande naturalezza e senso della profondità spaziale. I piedi, sovrapposti e fissati alla croce con un unico chiodo, indicano una moderna sensibilità prospettica ancora sconosciuta a Cimabue, che nella sua croce del 1270 dipinge i piedi disgiunti e fissati con due chiodi. Un getto di sangue schizza con forza dalla ferita nel costato, accentuando così l’intensità drammatica della scena. Alle estremità della tavola orizzontale sono raffigurati la Vergine e San Giovanni. Il loro sguardo diagonale segue la direzione delle braccia di Gesù contribuendo all’equilibrio compositivo della costruzione spaziale.
  • 9. Madonna di Ognissanti • Quest’opera è nota anche con il nome di ”Madonna col Bambino in Maestà”. Essa raffigura la Madonna sul trono con in braccio Gesù, circondata da santi e angeli. • Il trono è una costruzione architettonica tridimensionale, alleggerita da aperture laterali che lasciano intravedere le figure di due santi e contribuiscono ad aumentare la profondità dello spazio. La Maestà di Giotto segna anche la fine della frontalità propria delle figure bizantine. La Madonna posa quasi di tre quarti mentre i santi e gli angeli che offrono i gigli sono di profilo. Lo sguardo della Vergine non è più dritto e immobile ma leggermente rivolto verso sinistra. La gravità dei volti è addolcita da un uso nuovo del colore: Giotto abbandona l’illuminazione diffusa e irreale e sceglie variazioni di tono più naturali. La luce ambientale contribuisce alla costruzione dei volumi e delinea il corpo della Vergine sotto le vesti, esaltandone la femminilità
  • 11. Cappella Peruzzi • La cappella Peruzzi è la seconda cappella a destra del coro nella basilica di Santa Croce a Firenze. Contiene un ciclo di pitture a secco su parete databile al 1318-1322 circa. Vi sono rappresentate Scene della vita di san Giovanni Evangelista e di san Giovanni Battista Nell'archivolto sono raffigurati otto busti di Profeti, mentre i pennacchi della volta presentano i quattro simboli degli Evangelisti. • In questi affreschi si nota un'evoluzione dello stile di Giotto, con panneggi ampi e debordanti che esaltano la monumentalità delle figure. Le architetture sono inoltre disposte in maniera più espressiva, con vivi spigoli che forzano alcune caratteristiche delle scene; dilatandosi in prospettiva che continuano oltre le cornici delle scene fornendo un'istantanea dello stile urbanistico del tempo di Giotto.
  • 13. Cappella di Bardi • La cappella Bardi è la prima a destra della Cappella Maggiore della basilica di Santa Croce a Firenze. Contiene un ciclo di pitture a secco su parete, realizzato attorno al 1325 circa e dedicato a San Francesco d'Assisi. • Realizzata una decina d'anni dopo la vicina cappella. Gli scomparti appartenenti a questo ciclo sono sette, disposti lungo le pareti laterali, di cui una lunetta e due rettangolari per lato, e sul grande arco d’entrata. Gli episodi raffigurano la vita di San Francesco.