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Il Forestalebimestrale di cultura ambientale
Biodiversità:
Le reti
ecologiche
Aree protette:
Sul Velino
tornano
i grifoni
Le Foreste
della
“Serenissima”
anno I - n. 1 aprile/maggio 2000
SPE
C
IA
LE
Storia
delC
orpo
SPED.INABB.POST.ART.2,COMMA20/C,LEGGE662/96-FILIALEDIROMA-DISTRIBUZIONEGRATUITA-INCASODIMANCATORECAPITORINVIAREALL’UFFICIOPTDIROMA-ROMANINAPERLARESTITUZIONEALMITTENTEPREVIOADDEBITODELLARELATIVATARIFFA.
2
Il Forestale
bimestrale di cultura ambientale
Rivista ufficiale del
Corpo forestale dello Stato
Anno I - n. 1 aprile/maggio 2000
direzione e redazione
Via Giosuè Carducci, 5 - 00187 Roma
Tel. 06.4665.7062 - Fax 06.48904001
E-mail: ilforestale@corpoforestale.it
amministrazione
Via G. Carducci, 5 - 00187 Roma
Tel. 06.4665.6058 - Fax 06.42012596
Cod. Fisc. 97013490582
direttore responsabile
Stefano Cazora
in redazione
Aleandro Sciunzi
hanno collaborato
S. Ardito, G. Bontempo, A. Cerofolini,
L. Colò, C. Di Girolamo, L. Metalli,
E. Palladini, F. Quilici, C. Sanchioli,
F. Scarpellini, G. Spanò
foto
G. Marcoaldi (Panda Photo)
impaginazione, fotolito e stampa
EdAs srl - Via della Fontana, 5
03020 Giuliano di Roma (FR)
proprietà
fondo assistenza, previdenza e premi
per il personale del C.F.S.
registrazione del Tribunale di Roma
n. 586 del 13/12/1999
spedizione in abbonamento postale
art. 2, comma 20/C, legge 662/96
Le idee espresse negli articoli riflettono l’opi-
nione degli autori e non si riferiscono necessa-
riamente ad orientamenti ufficiali. Manoscritti,
foto e disegni, anche se non pubblicati, non
saranno restituiti. Tutti i diritti di proprietà let-
teraria ed artistica sono riservati. Si informa
che i dati utilizzati al fine della spedizione di
questa Rivista, contenuti in elenchi conoscibili
da chiunque, sono trattati a questo solo fine in
conformità a quanto previsto dalla legge n.
675/96. Per esercitare i diritti (aggiornamento,
cancellazione ecc.) di cui all’art. 13 scrivere a:
Fondo ass. prev. e premi per il personale del
C.F.S., Via G. Carducci, 5 - 00187 Roma.
consegnato per la stampa il 10 maggio 2000
distribuzione gratuita
Il Forestalebimestrale di cultura ambientale
Biodiversità:
Le reti
ecologiche
Aree protette:
Sul Velino
tornano
i grifoni
Le Foreste
della
“Serenissima”
anno I - n. 1 aprile/maggio 2000
SPE
C
IA
LE
Storia
delC
orpo
SPED.INABB.POST.ART.2,COMMA20/C,LEGGE662/96-FILIALEDIROMA-DISTRIBUZIONEGRATUITA-INCASODIMANCATORECAPITORINVIAREALL’UFFICIOPTDIROMA-ROMANINAPERLARESTITUZIONEALMITTENTEPREVIOADDEBITODELLARELATIVATARIFFA.
sommario
biodiversità Le reti ecologiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
storia e tradizioni Undici anni in più . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10
viaggi e avventura I Boschi della “Serenissima” . . . . . . . . . . 16
aree protette Sul Velino tornano i grifoni . . . . . . . . . . . 14
rubriche Vita del Corpo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18
Omnibus . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20
Rassegna giuridica . . . . . . . . . . . . . . . . . 22
Questo periodico è associato alla
Unione Stampa Periodica Italiana
Signori, si parte
Come sempre l’emozione di una prima è forte ed è difficile nasconderla. Con essa
ci accompagna però la soddisfazione per quanto è stato fin qui possibile realizzare. È
la prima volta che il Corpo forestale dello Stato intraprende un’esperienza editoriale
pubblicando direttamente un periodico di proprietà dell’Amministrazione con tutte le
novità e le incognite che ciò comporta. Ci perdonerà pertanto il lettore più attento per
le imperfezioni che solo l’esperienza e il tempo potranno sanare. Un cordiale ringrazia-
mento va a quanti, primi fra tutti i vertici del Corpo, hanno voluto coraggiosamente
raccogliere questa sfida e dare un volto ed una voce non solo alle attività istituzionali
dell’Amministrazione, ma soprattutto a quegli uomini e donne che con sacrificio e quo-
tidiano spirito di abnegazione prestano la propria silenziosa opera al servizio della
Nazione in difesa del patrimonio naturale del Paese.
La biodiversità in Europa e nel mondo è in serio pericolo. Molte aree naturali in
questi anni sono andate distrutte e molte altre andranno perdute. Tutto ciò si verifica
purtroppo ad un ritmo sempre più crescene. Per arginare questo impoverimento biolo-
gico sia animale che vegetale sono in atto accordi e progetti internazionali ai quali
aderisce anche l’Italia dove, lungo il territorio nazionale, è stata attivata una rete eco-
logica nazionale a difesa della biodiversità che si inserisce perfettamente nella preesi-
stente maglia di riserve naturali create e gestite dal Corpo forestale. Tra le risorse a
rischio di “estinzione” c’è anche l’acqua sempre più scarsa sia per qualità che per
quantità. Pure in questo caso le sfide per risolvere il problema dovranno essere affron-
tate a livello globale, al di là di ogni confine politico e amministrativo.
Sarà per una strana coincidenza o per quei corsi e ricorsi storici, ma proprio in
un momento così delicato per la vita del Corpo, in un clima di forte incertezza istituzio-
nale e politica, sembra che per una misteriosa forza centrifuga esso venga sospinto
verso una deriva di preunitaria frammentazione. E, come per incanto, riaffiorano dalle
polveri della storia inoppugnabili documenti che retrodatano di ben 11 anni la sua
nascita. Tutto ciò conferma una tradizione e un patrimonio di professionalità ancora più
antico e radicato, quasi una riscossa della storia, un grido accorato di quanti hanno
dedicato la propria esistenza fino ad immolare la vita per il Corpo e per i suoi ideali.
Dalle pieghe della storia e da un giallo risolto passiamo alle emozionanti imma-
gini dei grifoni che, grazie ad una difficilissima ma ben riuscita operazione di reintro-
duzione eseguita dal CFS, sono tornati dopo oltre due secoli di assenza a volteggiare
maestosi sulle cime del Monte Velino. Simboli tangibili di un lavoro di conservazione
ben realizzato gli avvoltoi del Velino sono una magnifica realtà che richiama ormai
sempre più numerosi ammiratori.
E infine le imponenti foreste che un tempo furono della Serenissima Repubblica
veneta. Boschi incantati popolati da fate e gnomi sopra i quali svettano le guglie can-
gianti dei monti pallidi. Luoghi fatati che si sono conservati intatti proprio perché og-
getto millenario di un rispettoso sfruttamento economico e di una oculata gestione fore-
stale che per lunga parte è stata curata direttamente dalla Amministrazione forestale
dello Stato. A riprova che un bosco ben tenuto conserva intatte le sue potenzialità e la
sua bellezza.
Completano la rivista le rubriche che con i suggerimenti dei lettori vorremmo
ampliare ed indirizzare verso gli interessi più diffusi. Per sua peculiare vocazione Il
Forestale si apre sin d’ora alla libera collaborazione di quanti, appartenenti al Corpo
e non, amano la natura e sono pronti a difenderla. Siamo certi che una corale parteci-
pazione a questa iniziativa possa contribuire a rinsaldare non solo i legami di apparte-
nenza, ma a favorire la crescita di una presenza editoriale che vorremmo fosse autore-
vole e sempre più qualificata.
Stampato su carta ecologica
3
editoriale
Il saluto del Ministro
S
ono Ministro delle Politiche Agricole e Forestali da appena un mese e raccolgo con simpatia ed entusiasmo
l’opportunità di presentare il primo numero della rivista “Il Forestale”. Come uomo politico, parlamentare, ma
anche cittadino ho stimato l’attività del Corpo forestale dello Stato ispirata ai principi di tutela e conservazione
della natura e della biodiversità del patrimonio naturalistico del nostro Paese. Ho sempre pensato che il lavoro e i
risultati conseguiti dal Corpo dovessero trovare un ampio risalto nella comunicazione, fatto che
nella realtà non sempre è avvenuto, non posso pertanto che apprezzare e ritenere utile un perio-
dico specializzato che descriva e racconti non solo agli addetti ai lavori ed ai rappresentanti
delle Istituzioni, ma anche agli appassionati di natura, esperienze, attività, conoscenze, curiosità
nel settore ambientale e forestale. Nel formulare a “Il Forestale” i più fervidi auguri ed in bocca
al lupo per traguardi sempre più alti, sono certo che la rivista sarà anche uno strumento autore-
vole ed importante per diffondere la consapevolezza di salvaguardare e rafforzare
l’Amministrazione e per ribadire il mio impegno a guidare il Corpo in un passaggio politico
istituzionale molto complesso e delicato, nella convinzione che con la ragionevolezza e l’equili-
brio si potrà trovare una soluzione nell’interesse del Paese e nell’interesse del Corpo forestale
dello Stato.
Alfonso Pecoraro Scanio
Ministro delle politiche agricole e forestali
Abbiamo ancora molto da fare
I
l forestale abituato agli spazi grandi e silenziosi dei boschi e delle montagne è per carattere un servitore dello
Stato incline alla riservatezza e ad operare con discrezione anche quando gli organi di informazione attribuisco-
no ad altri i meriti per interventi svolti dal CFS perché strettamente connessi al servizio di istituto come gli
incendi boschivi. Oltre che proseguire le azioni con la capacità e la professionalità di sempre, è tempo, ora, di cu-
rare anche l’immagine per creare la necessaria informazione dei cittadini intorno alle attività che l’Amministra-
zione svolge nell’interesse del Paese.
È questo il motivo della pubblicazione della rivista “Il Forestale” ed è anche un atto di fiducia
per le sorti future del Corpo: uno strumento e luogo di comunicazione per diffondere gli impe-
gni e le proposte rispetto ai problemi ambientali che sono stati sempre il principale campo di
lavoro dei forestali anche quando la reale dimensione di queste problematiche non era ancora
avvertita.
Il CFS intende rivendicare questo ambito operativo, recuperando alla propria professionalità il
controllo del territorio ad esso più congeniale come la montagna, gli spazi rurali, il bosco, i
fiumi e i torrenti, le aree protette, la flora e la fauna che costituiscono gli elementi di eccellen-
za dell’ambiente e che richiedono una cura ed una attenzione che possono essere date solo da
coloro i quali questi valori conoscono ed a essi hanno dedicato la propria vita professionale: ne
“Il Forestale” vogliamo raccontare anche questo.
Giuseppe Di Croce
Direttore Generale del Corpo forestale dello Stato
Collaborazione con le associazioni ambientaliste
N
el panorama delle persone e degli enti preposti alla tutela della magnifica natura itali-
ca, accanto alle associazioni ambientaliste e ai parchi nazionali, gioca un ruolo non
secondario di tessuto connettivo il Corpo forestale dello Stato. Un insieme di uomini
e di esperienze che, partendo da scopi più francamente di salvaguardia dei boschi e delle
pendici ha - soprattutto attraverso la creazione e la gestione di riserve naturali - acquisito
negli anni una dimensione più naturalistica e ambientalistica.
La rete di riserve, la presenza nei CTA dei Parchi Nazionali, il controllo sul traffico di piante
ed animali protetti dalla CITES ne fanno una struttura indispensabile che non può e non
deve perdere la sua unitarietà, il suo spirito di corpo e la sua efficienza.
Ed è per questo che la collaborazione tra le associazioni ambientaliste e i forestali deve, pur
nelle rispettive competenze e nella doverosa dialettica, divenire sempre più stretta per salva-
re il salvabile della nostra bella Italia.
Fulco Pratesi
Presidente del WWF Italia
AGF
N
L
a biodiversità in Europa e nel
mondo è in serio pericolo.
Molte aree naturali negli ul-
timiannisonoandatedistrutteemol-
te altre purtroppo scompariranno.
Ecosistemi naturali di elevato valo-
re e vulnerabilità quali le zone co-
stiere, le aree marine, le zone umide,
le foreste, le aree montane, i paesag-
gi semi-naturali e le praterie sono
gravementeminacciati.Eancorapiù
minacciate sono le singole specie
selvatiche di animali e vegetali. Il
problemaèparticolarmentegravoso
se si considera che questo processo
sta viaggiando a grande velocità e
sembra essere giunto ad un punto di
non reversibilità.
Dal 1990 al 1995 nel mondo si sono
persi annualmente 11.269.000 ha di
foreste (una superficie superiore al-
l’intera superficie forestale italiana
di circa 8.000.000 ha!).
Tra le principali cause di perdita di
biodiversità vanno ricordati la con-
tinua distruzione e frammentazione
degli habitat e il deterioramento del-
la qualità ambientale dovuto essen-
zialmente a politiche gestionali e di
sviluppo inappropriate. Gli effetti
vengonopoiamplificatidallapesan-
te azione dell’inquinamento atmo-
sferico e dai cambiamenti climatici
su scala globale.
Durante la Conferenza Ministeriale
“UnAmbienteperl’Europa”tenuta-
si a Sofia nel 1995 i partecipanti de-
cisero di intraprendere al più presto
una serie di azioni comuni a livello
europeo per fermare e invertire il
progressivo processo di distruzione
dell’ambiente naturale. La strategia
adottata fu chiamata “Strategia pan-
europea per la biodiversità e la di-
versità paesaggistica”. I principali
elementi erano già stati individuati
nelcorsodellaConferenza“Conser-
vareilPatrimonioNaturaleEuropeo:
Verso una Rete Ecologica Europea”
tenutosi a Maastricht nel 1993. Du-
rante questa Conferenza 267 parte-
cipanti provenienti da 31 Stati euro-
pei e 26 organizzazioni internazio-
nalidenunciaronolagraveperditadi
diversitàbiologicaepaesaggisticain
Europa ed iniziarono ad individuare
strategie comuni per fermare questo
allarmante fenomeno.
Chiaramente la “Strategia” adottata
a Sofia e la sua applicazione a livel-
lo pan-europeo, fornisce anche
un’importante risposta regionale ai
protocolli di attuazione della Con-
venzione sulla Biodiversità (UN-
CED, 1992).
Nell’ambito della “Strategia”, la
creazione di una rete ecologica pan-
europea appare come un’azione te-
matica prioritaria. Tale azione pre-
vede che tutte le misure adottate nei
diversi Stati europei volte a conser-
varelespecie,learee,glihabitategli
ecosistemidebbanoesserecombina-
te sia a livello nazionale che interna-
zionale e confluire nella creazione
della suddetta rete ecologica.
La creazione di una rete ecologica
nazionale,attraversol’ampliamento
e l’adeguamento di quelle già esi-
stenti (quali ad esempio le Reti CO-
RINE, BIOITALY, NATURA 2000)
rientranelleattivitàprogrammatiche
dell’Italia nel settore ambientale per
i prossimi anni.
Sullascortadeldibattitoavviatoali-
vello internazionale, a seguito della
Conferenza di Rio del 1992, si sono
cominciate a delineare delle impor-
tantistrategieoperative,destinatead
avere serie ripercussioni anche sul
settore forestale.Tra di esse va men-
zionata l’introduzione dei “sistemi
volontari per la certificazione am-
bientale” il cui scopo ultimo è quel-
lodistimolareun’utilizzazioneocu-
LE RETI ECOLOGICHE
I progetti strategici per impedire la crescente estinzione delle specie animali e
vegetali presenti sul pianeta. Il ruolo di precursore svolto dalla Forestale.
“INFRASTRUTTURE AMBIENTALI”
Da un punto di vista strettamente biologico ed ecologico il concetto di “rete ecologica” nasce alla fine degli anni ottanta e a partire
dagli anni novanta soprattutto in Nord America e nei Paesi del Nord e Centro Europa come una nuova proposta di gestione inte-
grata del territorio che, attraverso la tutela degli habitat naturali, promuove la conservazione della biodiversità ai diversi livelli ai qua-
li questa si esplica.
Tale concetto affonda le radici nella disciplina della biologia popolazionistica e si basa sul principio, generalmente riconosciuto, se-
condo cui una specie sia animale che vegetale per sopravvivere deve essere composta da un numero minimo di individui (minimum
population size). Ciò significa, inoltre, che le specie per sopravvivere devono mantenere un certo numero di popolazioni e che de-
ve essere possibile un certo numero di scambi tra queste popolazioni.
Il fenomeno della frammentazione degli habitat naturali rappresenta una delle principali cause di perdita di biodiversità.Tale feno-
meno, provocando delle profonde e spesso vaste fratture all’interno del territorio, comporta la segregazione delle popolazioni ani-
mali e vegetali in vere e proprie isole (fenomeno della insularizzazione).
La creazione di reti ecologiche organizzate in aree di rilevante valore naturalistico (core areas), corridoi ecologici (green ways), zo-
ne cuscinetto (buffer zones) e aree nodali (key areas), costituiscono un valido ed efficace strumento di gestione del territorio e di
conservazione del paesaggio forestale.
Leretiecologiche,inoltre,possonorappresentareoggiunodeipochistrumentipraticabilipercontrastare,attraversoilcontenimento
della frammentazione degli habitat e mediante la creazione di una vera e propria “infrastruttura ambientale”, il fenomeno dell’ero-
sione genetica e forse l’ideale presupposto per conciliare le esigenze antropiche e la conservazione della biodiversità nell’ambito
di ciò che è definito gestione sostenibile del territorio.
4
biodiversità
latadellerisorseforestali,nelrispet-
to dei principi generali della gestio-
ne sostenibile. A tutt’oggi sono già
state certificate in numerosi Paesi e
anche in Italia, vaste superfici fore-
stali (oltre 17 milioni di ettari in ba-
se all’ultimo rapporto del Forest
Stewardship Council).
Lacertificazioneforestaleèdestina-
ta a divenire un utile strumento per
spingerelepopolazionilocaliaduti-
lizzare i boschi cercando di garanti-
relaconvenienzaeconomicaedilri-
spetto della natura. Si tratta di due
concetti conciliabili grazie alla defi-
nizione di regole chiare e stringenti,
sottopostearevisioniperiodicheper
consentire un costante migliora-
mento delle “performance” ambien-
tali degli operatori forestali. La cer-
tificazioneforestalepuò,quindi,co-
stituire una garanzia importante per
l’uso rispettoso del territorio, spe-
cialmentenellezonecuscinettoenei
corridoi ecologici, permettendo,
inoltre, di avviare un processo vir-
tuoso spingendo i consumatori a pri-
vilegiare i prodotti forestali certifi-
cati a discapito di quelli che non for-
niscono adeguate garanzie sulla
provenienza. Il prodotto forestale
certificato, infatti, ha un maggiore
“appeal” per il mercato e può soddi-
sfare le richieste degli “eco-consu-
matori” destinati a giocare un ruolo
decisivo nei prossimi anni.
Leretiecologichenaziona-
lidicompetenzadelCorpo
forestale dello Stato
Se si considera il termine “rete eco-
logica” secondo un’accezione più
ampia, rispetto a quella coniata a li-
vello internazionale (Bennett et al.,
1991), appare corretto menzionare,
oltre alla Rete delle Riserve Natura-
li, anche la Rete di Conservazione
delle Risorse Genetiche Forestali e
laRetediMonitoraggiodeidannial-
le foreste in relazione all’inquina-
mento atmosferico.
Rete delle Riserve Naturali
Il Corpo forestale dello Stato attra-
verso l’exAzienda di Stato delle Fo-
reste Demaniali gestisce attualmen-
te 130 Riserve Naturali distribuite su
granpartedelterritorionazionaleper
unasuperficietotaledipiùdi100.000
ha.IlC.F.S.amministrainoltreilPar-
co nazionale del Circeo e il Parco na-
zionale della Calabria.
Questa rete di aree protette salva-
guarda un patrimonio naturalistico e
ambientale di inestimabile valore
cheèriuscitoamantenerefinoadog-
gi inalterata la propria valenza natu-
ralisticagrazieallescelteoperatenel
corso degli anni. Dagli anni ‘30 fino
alla fine degli anni ‘70 il CFS è stato
l’unico organismo pubblico impe-
gnatoattivamentenellacostituzione
di una rete di aree protette in Italia
nonostante il forte aumento della
pressione sull’ambiente naturale le-
gato in quella fase storica allo svi-
luppo economico e demografico.
Tali scelte del Corpo, precorrendo i
tempi, hanno permesso di comincia-
re a mettere in pratica concetti come
quello di “rete ecologica” che sol-
tanto oggi sono diventati di comune
acquisizione scientifica e culturale.
Tale sforzo ha pertanto permesso
all’Italia di garantire la conservazio-
nediquegliambientinaturaliche,se-
condo le definizioni adottate a livel-
lo internazionale (Bennett, 1991),
rispondono ai criteri identificativi
delle “core areas”, elementi indi-
spensabili per la predisposizione di
un’efficacereteecologicanazionale.
Si tratta di territori rappresentativi
dell’habitat tipicodellarelativazona
biogeografica di appartenenza, ca-
ratterizzatiancoradaprocessiecolo-
gicinaturali,conunaltogradodibio-
diversità e con rilevante presenza di
specie endemiche e minacciate.
Rientrano in tale ambito le aree fon-
damentali per i movimenti migratori
e dispersivi delle specie animali.
Atale proposito va sottolineato che i
nuclei centrali e naturalisticamente
piùinteressantidigranpartedegliat-
tuali parchi nazionali e regionali so-
no costituiti spesso dalle riserve na-
turaliistituitedalCFS.Sipossonoci-
tare le riserve della Val Grande e del
Monte Mottac nell’oggi omonimo
Parco Nazionale; quelle delle Alpi
Bellunesi, del Casentino, del Parco
Nazionale della Majella e del Parco
del Gargano. In Calabria le riserve
delParcoNazionaledelPollino,del-
l’Aspromonte e nel neonato Parco
dellaSila,inSardegnalariservadel-
l’isola di Caprera nel Parco dell’Ar-
cipelago della Maddalena.
Essendo inoltre le riserve oggi in
gran parte classificate «Zone di Pro-
tezione Speciale» ai sensi della Di-
rettiva Comunitaria 79/409/CEE ri-
guardante la tutela degli uccelli e del
loro habitat e/o «Siti di Importanza
Comunitaria» ai sensi della Diretti-
va 92/43/CEE relativa alla conser-
vazione degli habitat naturali e se-
minaturali e della flora e della fauna
selvatiche, esse entreranno a far par-
te della rete europea di aree protette
denominata Natura 2000.
In conformità al concetto di “core
areas” nelle Riserve Naturali dello
5
biodiversità
La Val Tovanella nel Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi
Ag.ecologicaeforestaleCFS
Stato sono rappresentati la maggior
parte degli ambienti naturali dei si-
stemi di paesaggio dell’Italia.
Sulle Alpi, in aree come ad esempio
la Riserva della Val Grande o le Ri-
servedelleDolomitiBellunesi,lana-
tura è stata risparmiata da quegli in-
terventidistruttivi,inparticolarecol-
legati allo sviluppo turistico delle
zonemontane,chehannomanomes-
so purtroppo molte vallate e rilievi.
Nell’area della Valle Padana in par-
ticolare l’agricoltura industriale e
l’antropizzazioneconillorocapilla-
re sfruttamento dei suoli e delle ri-
sorsehannofinitoperrelegarelearee
naturali in territori residuali e mar-
ginali. Proprio tali zone rappresen-
tano quindi testimonianze di fonda-
mentale valore scientifico e conser-
vazionistico. In tal senso le Riserve
Naturali dello Stato della Val Pada-
na costituiscono un patrimonio pre-
zioso e insostituibile laddove hanno
permesso la permanenza di entità
animali e vegetali altrimenti desti-
nate ad una sicura estinzione. Basta
citare il caso del Bosco della Meso-
la e del Bosco Fontana.
L’ambienteappenninicoèrappresen-
tato da una rete di riserve di impor-
tanzanaturalisticainestimabileconla
presenza dei più bei boschi montani
dell’Italia peninsulare come le fag-
gete di Sasso Fratino e dell’Abetone
ogliecosistemi tutelatiinMolisenel-
le Riserve di Collemeluccio e Colle
di Mezzo che godono anche del rico-
noscimento di riserva della biosfera
programma dell’UNESCO.
Nel sud d’Italia, dove si è sviluppata
una maggiore attenzione verso le te-
maticheambientali,leRiserveNatu-
rali dello Stato costituiscono vere e
proprieoasinaturali.Atitolodiesem-
pio possono essere citate le foreste
del Gargano e i boschi di pino laricio
della Sila e dell’Aspromonte. Molte
delle riserve presenti sull’Appenni-
no sono anche famose per la tutela
che garantiscono agli ambienti rupe-
stri. In proposito si ricordino quelle
della Pania di Corfino e dell’Orrido
di Botri in Toscana, la riserva del
MonteVelinoeleriservedellaMajel-
la in Abruzzo, nonché quelle delle
Gole del Raganello e della Valle del
FiumeArgentino in Calabria. Si trat-
ta di ambienti di basilare importanza
perlaconservazionedellespecieani-
mali e vegetali più rare d’Italia con
particolareriferimentoallespecieen-
demiche relitte sopravvissute in tali
habitat esclusivamente per la loro
inaccessibilità garantita appunto da
forme di gestione orientate priorita-
riamente alla tutela.
Particolare importanza hanno le Ri-
serve Naturali dello Stato per la con-
servazione degli ambienti costieri e
delle zone umide. Le zone litoranee
sono tra quelle più minacciate in Ita-
liaacausasoprattuttodellosviluppo
edilizio, in particolare turistico, e
dell’inquinamento.Alcunediqueste
riserveinsistonosutrattidicostaan-
coraincontaminatichesonostatisal-
vati grazie alle assidue attività di vi-
gilanza e tutela svolte, attività que-
stesenzalequalioggimoltideinuovi
parchi nazionali italiani non potreb-
bero vantare le loro aree costiere più
spettacolari e pregiate dal punto di
vista naturalistico come quelle, del-
l’Alto Adriatico, i litorali rocciosi
dell’Isola di Montecristo e dell’Iso-
la di Caprera, le dune di Lesina, del
litorale pontino, di Metaponto, ecc.
In questi ultimi casi va posto in evi-
denza come l’opera di conservazio-
ne non sia stata passiva ma abbia
comportatoingentiinterventidicon-
solidamento delle dune.
Le zone umide infine rappresentano
senzadubbiol’habitatpiùraroepre-
ziosotutelatodalleRiserve.Delle14
aree protette che possono classifi-
carsi nella loro interezza come zone
umide 9 sono riconosciute d’impor-
tanza internazionale ai sensi della
Convenzione di Ramsar. Va rilevato
tuttavia che molte riserve prevalen-
temente forestali, come ad esempio
il Bosco della Mesola o la Foresta di
Sabaudia, presentano al loro interno
ambientiumididiinestimabilevalo-
re naturalistico in quanto relitti del-
le grandi paludi andate perdute nel-
le opere di bonifica ed antropizza-
zione delle pianure. Le zone umide
propriamentedettesonocostituiteda
tratti fluviali con i loro bacini di
espansione (ad esempio le riserve di
Foce Reno e di Frattarolo), da lagu-
ne salmastre costiere (come le Sac-
che di Bellocchio sul Mar Adriatico
o i laghi Pontini sul Mar Tirreno) o
da saline (come Cervia, Tarquinia e
Margherita di Savoia).
L’importanza di queste aree protette
nelquadrodellapredisposizionedel-
laReteEcologicaNazionale,nonché
nelcontestodellaconservazionedel-
labiodiversità,ètestimoniatadaida-
ti riguardanti le specie animali e ve-
getali presenti e tutelate.
Pur costituendo soltanto lo 0,33%
dellasuperficiediterritorionaziona-
le e circa il 5% di quella protetta, es-
se ospitano quasi il 20% delle specie
vegetaliconsiderateavarilivelliari-
schio di conservazione in Italia. Tale
dato è di grande importanza soprat-
tutto dal punto di vista qualitativo
trattandosi in molti casi di entità di
eccezionale valore scientifico per la
peculiarità delle loro caratteristiche
genotipiche. Dal punto di vista fau-
nistico il valore di queste aree pro-
6
biodiversità
Riserva naturale orientata Isola di Caprera
G. Castiglia - Ag. ecologica e forestale CFS
tette è ancor più significativo e rico-
nosciuto.Speciedimammiferid’im-
portanzaprioritariaalivelloeuropeo
sonopresentietraquestel’orso,illu-
po, la lontra, lo stambecco, ecc. Per
quantoriguardal’avifaunabastipen-
sare che delle 88 specie considerate
più a rischio in Italia ben 61, ovvero
il70%,nidificanoall’internodelleri-
serve. Il patrimonio naturale protet-
to è ancora più notevole qualora infi-
ne si prendano in considerazione an-
che gli altri gruppi animali in molti
casiancoranonesaurientementestu-
diati e censiti.
Rete di conservazione del germo-
plasma forestale
Il rischio di perdita di biodiversità
connesso con l’erosione genetica
specifica e intraspecifica è divenuto
semprepiùelevatoacausadallacon-
trazione degli areali di indigenato e
distribuzione, causata dallo svilup-
po urbano, dall’inquinamento e dai
cambiamenti climatici su scala glo-
bale.
Il Corpo forestale dello Stato opera
lasalvaguardiadelpatrimoniogene-
tico forestale negli Stabilimenti di
produzione Sementi Forestali della
Gestione ex A.S.F.D. di Peri (VR) e
Pieve S. Stefano (AR), attraverso la
conservazione in situ ed ex situ del-
le principali specie forestali, nonché
di ecotipi locali e specie ad areale ri-
stretto.
Tale obiettivo viene perseguito at-
traverso azioni, complementari tra
loro, di conservazione in situ, trami-
te la gestione di una rete di riserve
biogenetiche rappresentate dai bo-
schi da seme e da impianti speri-
mentali e arboreti da seme, nonché
da vere e proprie azioni di conserva-
zione ex situ. Queste ultime consi-
stononellaraccolta,nelladiffusione
e nella conservazione del germopla-
sma forestale sotto forma di semen-
ti, talee, piante e tessuti in vitro.
I materiali di propagazione prodotti
in tali strutture hanno una destina-
zione diversificata: rimboschimenti
e ricostituzioni boschive, rinatura-
lizzazione e riqualificazione flori-
sticadiboschimonospecificie/ode-
gradati e recupero di ambienti de-
gradati finalizzato al ripristino del
paesaggio naturale o urbano.
La Gestione ex A.S.F.D. è, inoltre,
impegnata attivamente nella clona-
zione, sia in vivo che in vitro, di spe-
cie forestali, sia arboree che arbusti-
ve, finalizzata essenzialmente alla
istituzione“deimaterialidibase”per
la salvaguardia di specie ed ecotipi
minacciati di estinzione.
La produzione dei materiali di pro-
pagazione è abbastanza differenzia-
ta e comprende gran parte delle spe-
cie appenniniche, sia arboree che ar-
bustive, per un totale di circa 200
specie a Pieve e di circa 250 specie
a Peri .
I materiali di propagazione prodotti
sono garantiti in rapporto alla loro
origine e, se previsto, sono accom-
pagnati dalle prescritte certificazio-
niedalpassaporto.Ciòoffreagliuti-
lizzatori la possibilità di un uso dif-
ferenziato dei materiali e comunque
più idoneo in relazione alle condi-
zioni ecologiche delle zone di im-
piego e alle finalità degli interventi.
PartecipazionealProgrammapan-
Europeo EUFORGEN
L’Italia partecipa dal 1993, attraver-
so la Direzione Generale delle Ri-
sorse Forestali, Montane ed Idriche
ed alcuni Istituti di Ricerca afferenti
al MiPAF, al Programma pan-Euro-
peo per la Conservazione delle Ri-
sorse Genetiche Forestali (EUFOR-
GEN) creato in attuazione della Ri-
soluzione 2 della Conferenza Mini-
steriale di Strasburgo sulla protezio-
ne delle Foreste in Europa (1990) e a
seguito degli impegni presi durante
la seconda Conferenza Ministeriale
tenutasi ad Helsinki nel 1993.
Il Programma è basato sulla creazio-
ne in Europa di 4 reti di conserva-
zione del germoplasma forestale per
le seguenti specie: Abete rosso (Pi-
cea abies), Quercia da sughero
(Quercus suber), Pioppo nero (Po-
pulus nigra) e Latifoglie di pregio.
Il Programma prevede che le reti
debbano provvedere: a predisporre
un inventario della situazione delle
risorse genetiche delle specie sopra
elencate, sviluppare una banca-dati
europea, favorire lo scambio di
informazioni tra i Paesi partecipanti
al Programma, promuovere l’istitu-
zione in ciascun Paese di speciali ri-
serveperlaconservazionedellabio-
diversitàgenetica,costituire,ovene-
cessario, delle banche genetiche ex
situ, mettere a punto delle appro-
priate strategie di conservazione per
le specie sopra elencate.
LaReteNazionale (CONECOFOR)
La Rete Nazionale Integrata per il
Controllo degli Ecosistemi Foresta-
li (CONECOFOR) è stata realizzata
a partire dal 1995 dalla Direzione
Generale delle Risorse Forestali,
MontaneedIdriche,inattuazionedei
Regolamenti Comunitari 3528/86,
1091/94 e 307/97.
La Rete è costituita da 26 aree per-
manenti, distribuite su tutto il terri-
torionazionale, rappresentativedel-
le principali biocenosi forestali (bo-
schidifaggio,9aree;dicerro,5aree;
di abete rosso, 5 aree; di leccio, 4
aree;dirovereofarnia,2aree;difag-
gio e abete bianco, 1 area).
Nelle aree, secondo diversi livelli di
intensità,vengonoeffettuateindagi-
ni scientifiche volte ad investigare i
cambiamenti a livello strutturale e
funzionale degli ecosistemi in rela-
zione a possibili fonti di inquina-
mento o ad altri fattori di perturba-
zione su larga scala.
Tali indagini comprendono la valu-
tazione dello stato delle chiome de-
glialberi,leanalisichimichedeisuo-
li e delle foglie, le analisi delle de-
posizioni atmosferiche, lo studio
degli accrescimenti arborei, le inda-
gini meteorologiche e lo studio del-
la vegetazione arborea, arbustiva ed
erbacea.
GIUSEPPE DI CROCE
Direttore generale del
Corpo forestale dello Stato
7
biodiversità
Una garzetta nel Parco Nazionale del Circeo
U
n quarto della popolazione
mondialenonhaaccessoal-
l’acqua potabile. Più della
metà dell’umanità non è dotata di
sistemi di trattamento con la con-
seguenza che la cattiva qualità del-
la risorsa e la mancanza di igiene
diventano causa di malattie e di
morte. Aumentailnumerodeicon-
flitti per il controllo dei corsi d’ac-
qua trasfontalieri. Le inondazioni
e la siccità, la povertà, l’inquina-
mento e l’assenza di infrastrutture
pesano seriamente sullo sviluppo
economico e sociale dei popoli,
pregiudicanolasaluteumana,lasi-
curezza alimentare mondiale e
l’ambiente.
A questi gravi problemi i governi
di 140 Paesi hanno recentemente
provatoadareconcreterisposteal-
l’Aia, in occasione del 2° Forum
Mondiale sull’acqua.
Per assicurare la sicurezza dell’ac-
qua nel XXI secolo è stato appro-
vato un piano d’azione che dovrà
far fronte a sette grandi sfide:
1) Soddisfare i bisogni fondamen-
tali riconoscendo che l’accesso al-
l’acqua potabile in quantità suffi-
ciente e alla depurazione, sono ne-
cessità umane fondamentali, es-
senziali alla salute e al benessere.
2) Assicurarel’approvvigionamen-
toalimentareinfavoredeipoveriat-
traverso una ripartizione più equa
della risorsa per la stessa produzio-
ne alimentare.
3) Proteggere gli ecosistemi ricor-
rendo a una gestione sostenibile
delle risorse idriche.
4) Ripartire le risorse idriche attra-
verso la cooperazione pacifica e lo
sviluppo delle sinergie e la gestio-
ne integrata dell’acqua all’interno
del bacino idrografico.
5) Gestire i rischi per assicurare la
protezione contro le inondazioni,
la siccità, l’inquinamento ed altri
rischi legati all’acqua.
6)Valorizzarelarisorsainmododa
esaltare il suo valore economico.
Coprireicostidigestioneattraver-
so la tariffa affidando ai singoli
Paesil’elaborazionedipolitichedi
sostegno a favore delle classi più
povere e disagiate. Promuovere lo
sviluppodella“culturadell’acqua”
a tutti i livelli.
7) Gestire le risorse idriche in mo-
do responsabile assicurando la
partecipazione di tutti i soggetti,
promuovendo la trasparenza e la
8
ambiente
LE SETTE SFIDE DELL’ACQUA
Difendere l’ambiente significa anche proteggere la risorsa naturale
più importante che merita una maggiore attenzione internazionale
e scelte politiche globali.
La cascata delle Marmore
Ag.ecologicaeforestaleCFS
9
ambiente
responsabilizzazione delle istitu-
zioni.
Sette enormi sfide, ma enormi so-
no anche le opportunità di cui di-
sponiamo.
Il mondo offre innumerevoli, stra-
ordinarie, efficaci esperienze e
mezzi di ogni genere attraverso i
qualièpossibilevincereognisfida.
Maèindispensabilechel’impegno
politico espresso si traduca in fatti
concreti,dapartedituttiipaesi,so-
prattutto di quelli che soffrono
maggiormente della mancanza di
acqua. C’è bisogno di lavorare as-
sieme,disvilupparelacooperazio-
ne, di scambiarsi le informazioni e
diaiutarsivicendevolmenteperas-
sicurare un avvenire sicuro e so-
stenibile all’acqua nel mondo.
Queste enormi sfide che quasi tutti
i Paesi del Globo si sono impegna-
ti a combattere e vincere, sono tali
anche per noi. L’Italia è un paese
che può vantare risorse abbondan-
tidiacqua,machedevescontare un
passato di frammentazioni e gravi
ineffcienze gestionali. Per lungo
tempo il settore dei servizi idrici si
è dimostrato inadeguato ed ha so-
stanzialmente fallito l’obiettivo di
soddisfare la domanda sociale di
acqua potabile nel meridione e af-
frontare in maniera efficace i pro-
blemi legati all’inquinamento idri-
co nelle zone più industrializzate
del nord, ben sapendo che solo la
metà dei comuni italiani è dotata di
impianti di depurazione.
Allascarsezzadiacquanelmezzo-
giorno,dovutasoprattuttoallaina-
deguatezza delle infrastrutture, si
contrappone in modo speculare,
ma con effetti sostanzialmente op-
posti, il territorio del nord, dove
l’acqua,durantelestagionipiùpio-
vose, non di rado diviene fonte di
morte e distruzione. Le cause dei
disastrichecolpisconol’interoter-
ritorio nazionale hanno origini co-
muni: l’edilizia selvaggia lungo i
corsi d’acqua, l’improprio taglio
dei boschi, il dissennato sfrutta-
mento dei suoli. Questi sono solo
alcuni dei principali fattori che
hanno messo a dura prova l’inco-
lumità di intere popolazione e la
fragilità del nostro straordinario
patrimonio strorico artistico.
Da oltre sei anni è in vigore la leg-
ge n. 36/94 (legge “Galli”) che si
proponediavviareunaradicaletra-
sformazione dei servizi idrici, che
attraverso la gestione integrata del
ciclo dell’acqua, mira, tra l’altro,
adeliminareidescrittiproblemiat-
traverso future gestioni impronta-
te alla massima efficacia ed effi-
cienza,almiglioramentodeiservi-
zi,alraggiungimentodellamiglio-
re qualità della risorsa, alla prote-
zionedegliecosistemi,adunaequa
distribuzione dell’acqua nel ri-
spetto del principio di solidarietà.
Possiamo dunque affermare di es-
sere dotati di strumenti efficaci per
affrontare con successo le sette sfi-
de.Masitrattasolodiavernelapie-
naconsapevolezza,cosanonfacile.
C’èbisognodicompiereunsaltodi
qualità, una svolta culturale che
presuppone una conoscenza piena
dei problemi e che dovrà consenti-
re a tutti, gestori, amministratori
pubblici, industriali, agricoltori e
consumatori, di partecipare a ra-
gion veduta e a pieno titolo al pro-
cesso in atto. Tuttavia non sarà la
mera applicazione della legge di
riforma a prevalere sulle ineffi-
cienze e consentirci così di vince-
re le sfide.
La gestione sostenibile dell’acqua
necessita di una scelta. È vero che
l’acquaèlavitamaèaltrettantove-
ro che la vita dell’acqua è la prote-
zione dell’ecosistema. Proteggen-
do l’ambiente si protegge l’acqua.
È su questo terreno che si gioca il
futurodellapreziosarisorsa,unter-
reno sul quale possono e devono
giuocare tutti un ruolo essenziale
anche promuovendo e sostenendo
politiche di protezione ambientale
efficaci e innovative.
La creazione di parchi nazionali e
regionali e aree protette in genera-
le, sono fattori importanti che van-
no in questa direzione. La armo-
niosa coabitazione tra la foresta,
l’allevamento e l’agricoltura è la
soluzioneidealeperlaprevenzione
degli incendi, per frenare le erosio-
nieladesertificazionedeisuoli,per
favorire la ricarica degli acquiferi.
Dobbiamo sperare che il Paese in
tutte le sue componenenti, inizi ad
avere una diversa visione del pro-
blema, che sta tutto nel saper pro-
teggereegestire,concoerenzaein-
telligenza, un grande e insostitui-
bile patrimonio.
WALTER MAZZITTI
Presidente della Commissione
interministeriale per la politica
dell’acqua nel Mediterraneo
Ag. ecologica e forestale CFS
T
utto cominciò, il 30 novem-
bre 1962, quando l’allora Di-
rettore generale del Corpo fo-
restale dello Stato, Alberto Camaiti,
con una diramazione generale dal ti-
tolo“AnnualedifondazionedelCor-
po forestale dello Stato” annunciava
diaverpredispostounprovvedimen-
to ministeriale con cui veniva rico-
nosciuta, nella data del 1° dicembre
1833, la fondazione del Corpo.
Ma era veramente questa la data del-
la nascita del Corpo forestale dello
Stato?
Una ricerca approfondita sulla na-
scita e sullo sviluppo dell’Ammini-
strazione forestale in Italia, ha per-
messo oggi di accertare, senza om-
bra di dubbio, che esso è nato undici
anni prima di quella data, precisa-
mente il 15 ottobre 1822.
“Abbiamo pure riputato convenien-
te di creare un’Amministrazione per
lacustodia,evigilanzade’boschi...”
Questo brano è tratto dalle Regie Pa-
tenti di Carlo Felice, del 15 ottobre
1822,sull’istituzionediun’Ammini-
strazione forestale.
Come mai i responsabili, della Dire-
zione Generale dell’epoca, incorse-
roinquestagrave“svista”inunama-
teria, la nascita del Corpo, così im-
portante?
Cercando ora di appurare i motivi di
un “lapsus” avvenuto 38
anni fa si vengono a porre
lebasi,convalidatedapro-
ve certe, sulla validità del-
ladatadel1822comeanno
di nascita del Corpo fore-
stale dello Stato.
Escludendo, che la scelta
all’epoca fu dettata dalla
“simpatia”versounsovra-
no,CarloAlberto,promul-
gatore dello Statuto, che
non l’altro, Carlo Felice,
despotaeliberticida,sipuò
iniziareadesaminare,pun-
to per punto, i fatti:
1) Nel 1962 si era a cono-
scenza delle Regie Pa-
tenti del 1822?
2) Seeranoconosciuteper
qualimotivinonvenne-
ro prese in considera-
zione?
Dopo una non facile inda-
gine, dato il tempo passa-
to, si è potuto appurare che:
per il primo punto la risposta era af-
fermativa.
Per il secondo le motivazioni erano
a sua volta essenzialmente due:
1) Le Regie Patenti del 1822 erano
state considerate incomplete.
2) Le Regie Patenti del 1833 aveva-
no abrogato quelle del 1822.
Se apriamo una piccola parentesi,
utile per i non addetti ai lavori, sulla
composizione e l’applicazione delle
RegiePatentinelRegnodiSardegna,
si può affermare che il complesso le-
gislativoeraformatodalleRegiePa-
tentivereeproprieincuiilResupro-
posta (nel nostro caso, del ministro
dell’Azienda Economica dell’Inter-
no da cui dipendeva all’epoca l’Am-
ministrazione delle foreste), spiega-
va le motivazioni per cui egli ema-
nava quel provvedimento e nel
contempoformulavalesuenuovedi-
sposizioni.
Seguiva,quasisempreallegato,ilre-
golamento che era composto da vari
articoli.
In particolare un articolo, quello che
riguardava la foggia dell’uniformi,
demandavaladescrizionedellestes-
se ad un apposito provvedimento a
parte.
Questo provvedimento, che in gene-
re usciva dopo qualche mese, pren-
deva il nome di Regio biglietto.
Delle Regie Patenti del 1833 si ave-
10
storia e tradizioni
UNDICI ANNI IN PIÙ
Recenti e approfondite ricerche fissano in modo certo
la data di nascita del Corpo nel 1822
Carlo Felice (1765-1831)
Le prime uniformi for
vano tutte e tre le componenti, di
quelle del ‘22 solo le Regie Patenti.
Delle altre componenti, neanche do-
po scrupolose ricerche negli archivi
dellaDirezioneenellabibliotecadel
Ministero, ne fu trovata traccia.
Perquestoeranostateconsiderateal-
l’epoca incomplete?
Contattato recentemente l’Archivio
di Stato di Torino, depositario di tut-
ti gli archivi del Regno di Sardegna,
si è richiesta copia di tutta la docu-
mentazione riguardante l’Ammini-
strazione forestale dal 1822 al 1861.
In questo modo, si è potuto venire in
possessodimoltecopiedidocumenti
chesipossonodefinireinteressantie
fondamentali per le ricerche in cor-
so; tra cui il regolamento del 1822 e
il non meno importante Regio bi-
glietto, sulle uniformi, datato 1823.
Dopo anni di incertezze sull’argo-
mentoèfinalmentecompletatalado-
cumentazione, la quale prova che
l’Amministrazione forestale nel ‘22
non è stata solo un’idea rimasta sul-
la carta ma esisté e operò.
Un’altra prova della continuità tra
l’Amministrazionedel‘22
e quella del ‘33 è riportata
in una lettera del 1834 di
presentazionedapartedel-
l’Intendente generale Ma-
rone, del Regio biglietto
sulle uniformi del 1834.
L’intendente Marone, tra
l’altro, richiama l’atten-
zione degli ispettori sul ta-
glio delle uniformi che “...
è simile a quello stabilito
durante il regolamento di
ottobre 1822...”.
Il punto sulla completezza
era risolto.
L’esame del secondo pun-
to lasciava un po’sconcer-
tati.
Cosa vuol dire le Regie Pa-
tenti del ‘33 avevano abro-
gato quelle del ‘22.
Quando si promulga una
leggesuundeterminatoar-
gomento, già regolato da
unaprecedentelegge,ilnuovoprov-
vedimento che si presume migliore
delprimo,ovviamente,abrogailpre-
cedente.
Manonperquestolanuovaleggede-
ve considerarsi la prima che tratta
l’argomento, se così fosse l’Ammi-
nistrazioneforestalesarebbenataso-
lo il 12 marzo 1948, dopo la riforma
repubblicana.
Detto ciò, ci auguriamo che il pros-
simo annuale di fondazione del Cor-
po forestale dello Stato venga cele-
brato il 15 ottobre 2000 e che si fe-
steggino i suoi 178 anni di vita.
CLAUDIO SANCHIOLI
11
storia e tradizioni
RICERCA DI DOCUMENTI STORICI
La Direzione Generale delle Risorse forestali, montane e idriche sta curando la realizzazione di un volume dedicato alla
storia delle uniformi dell’Amministrazione forestale in Italia. È in corso il reperimento e la catalogazione di tutta la docu-
mentazione e delle circolari relative al periodo di tempo che va dal 1822 ad oggi.
Per facilitare ed integrare la ricerca (che ha dato finora buoni frutti) potrebbero essere particolarmente utili documenti
(anche fotografici) o cimeli eventualmente in possesso sia degli uffici periferici del Corpo, sia di forestali in attività e in pen-
sione o di loro familiari.
Qualora gli interessati siano disposti a consentire la sola visione del materiale o eventualmente a devolvere
all’Amministrazione quanto da loro conservato, sono pregati di contattare il dott. Nicolò GIORDANO (tel. 06.46.65.70.86,
fax 06.47.46.416) o il per. sup. Claudio SANCHIOLI (tel. 06.46.65.70.72) presso la Divisione I della Direzione Generale.
L’aiuto e la collaborazione di tutti potranno risultare molto importanti per conservare la memoria di quanti ci hanno prece-
duto ed hanno reso un servizio allo Stato.
Carlo Alberto (1798-1849)
restali nazionali, 1862
12
a casa di...
OTTIMA È LA MISURA
Irrinunciabile amante delle comodità cittadine, lo scrittore partenopeo mette
in guardia dai rischi dell’inquinamento e di uno sviluppo disordinato, propo-
nendo di ricorrere alla sapienza degli antichi greci
INCONTRO CON LUCIANO DE CRESCENZO
Sei nato a Napoli nel sud Italia, ora che vivi pressocché al
centro senti nostalgia della tua terra o ti senti spinto anco-
ra più a nord?
Io, caro Leonardo, ho provato sulla mia pelle il passaggio
nord-sud. Ho lavorato fino a trent’anni a Napoli “in grazia di
Dio”, poi un bel giorno la mia azienda ha chiesto il tresferi-
mento a Milano. Il primo giorno piansi. Uscii la sera per an-
dare a cena da solo in un ristorantino e quando ebbi cenato,
mentre mi incamminavo verso casa, data la fitta nebbia, non
trovaipiùilportone,mifermaiinunangolinoemimisiapian-
gere.Maesistonodeivantaggiedeglisvantaggi,aNapolitut-
ti si interessano di tutto, non puoi fare una cosa che imme-
diatamente lo vengono a sapere, quindi la privacy non esiste.
AMilano invece nessuno si interessa di nessuno, il mio vici-
nodicasacheabitavasullostessopianerottoloungiornomorì
senza farmelo sapere, morì nel week-end, io tornai e non lo
vidi più per molti mesi; poi mi avvertirono. A Napoli il por-
tiere mi avrebbe aspettato dalla mattina presto descrivendo-
mi minuziosamente la morte del mio vicino, e parlandomene
per settimane fino e che avrei dovuto dire basta per pietà.
Diinterpretimodernidellafilosofiacenesonopochimaper
nostra fortuna tu sei fra questi: come è cambiato il rappor-
to fra uomo e natura nel corso della storia?
Se debbo giudicare dalla lunghezza della vita è cambiato in
meglio.All’epoca di Giulio Cesare la vita media era 24 anni,
all’epoca di Dante Alighieri era 33, adesso siamo vicini agli
80, quindi evidentemente l’inquinamento fa bene. Lo so che
stodicendoun’esagerazione,peròcertoècheoggisiviveme-
glio, ma direi di più, siamo anche più belli. Ti vorrei mostra-
re una foto del terzo liceo, noteresti subito come le mie com-
pagne di classe erano bruttine, sciupate, antipatiche e anche
malvestite.AdessoseandiamosottounliceoqualsiasidiRo-
maesconodelleragazzebellissime,simpatiche,allegre.Vuoi
vedere che sono i gas di scarico a renderle così belle? Ovvia-
mente non è così, ma è la qualità della vita che è migliorata,
si mangia meglio, si vive meglio, si sopporta meglio. Viva
l’inquinamento!
Gli italiani sono rispettosi del patrimonio ambientale?
Assolutamente no. Uno dei peggiori mali della terra è l’im-
mondizia. Ti parla un vecchio signore di 70 anni. Quando io
ero ragazzo a Napoli l’operatore ecologico che allora chia-
mavano affettuosamente monnezzaro (che è meglio), saliva
per le scale e suonava alla porta per farsi consegnare la bu-
stina. Che cosa era la mondezza negli anni 40 o 50? Era un
sacchettino, pesava pochissimo e lui con un solo sacco pre-
levava l’immondizia di un intero palazzo. Oggi quel sac-
chettino fa ridere, ci sono i cassonetti e nessuno ti bussa alla
porta,l’immondiziacistainvadendo,forsebisognerebbescri-
vere un libro intitolato “De immondizia”. Chissà se ne usci-
remo vivi!
Questo secolo che è arrivato appartiene alle grandi metro-
poli o alla provincia operosa?
Drammaticamenteèpiùdellegrandimetropoli,iononmime-
raviglierei se da qui a non so quanti anni Torino e Milano di-
ventassero una sola città così come Napoli e Roma, perché a
forza di costruire non ci sarà più un metro di campagna.
Qualèiltuorapportoconlavitafuoridallacittà,tisentipiù
cittadino o più campagnolo?
Sono sicuramente più cittadino, anzi uomo di casa. Quando
arriva agosto io non vado da nessuna parte, resto a casa mia,
mi piace la casa con i miei libri, i miei video; della natura mi
interesso poco, anche se sono molto rispettoso dell’ambien-
te; non ho mai buttato un pezzo di carta a terra. Certo non so-
no fissato come gli svizzeri. Recentemente ho visitato Ber-
na, il mio giudizio è che Berna è grande il doppio del cimite-
ro di Napoli ma ci si diverte la metà. Vuoi vedere che sia il
rispettodell’ambientechefadiventareglisvizzericosìtristi?
Meglio scappare.
Il suo personale significato della parola sviluppo sostenibile.
Figlio mio, il mio filosofo preferito si chiama Creobulo, vis-
suto nel sesto secolo avanti Cristo, lui un giorno disse: “otti-
ma è la misura”. Il problema è quello della misura, ognuno di
noi si deve muovere, produrre e agitare entro un certo limite
perché quando supera questo limite sicuramente invade il
campo dell’altro, e allora so’guai!
LEONARDO METALLI
13
pensieri e spensieri di Licia Colò
Èl’alba di una giornata di sole. Non
amo alzarmi presto ma di fronte alla
luce del mattino mi rendo conto che nel
mio quotidiano perdo qualcosa.
La prossima volta, penso, dopo aver
visto le previsioni, metterò la sveglia
all’alba e andrò a vedere la nascita di un
nuovo giorno al mare...
Ennesima promessa mai mantenuta...
La nostra meta non è una gita di piacere, ma è un piccolo
viaggio di lavoro.
Da Roma, raggiungiamo S. Felice Circeo, dove al porto ab-
biamo appuntamento con alcuni Forestali che ci devono
accompagnare all’isola di Zannone.
In tanti anni di viaggi attorno al mondo è la prima volta che
ho la possibilità di visitare quest’isola che pochi cono-
scono. È novembre avanzato, ma la giornata
è di quelle primaverili. Il mare è un olio
e la visibilità è al massimo di ciò
che possiamo immaginare.
Zannone, Ponza e Palmarola
sono li, ad un palmo di
mano, ma in realtà per arri-
vare impieghiamo circa
un’ora. Il mare è traspa-
rente come quello delle
fotografie delle riviste
turistiche che, inevitabil-
mente, ci fanno sognare.
L’approdo è il disegno di
un luogo protagonista del
nostro immaginario... pratica-
mente non c’è...
Ad accoglierci altri due Forestali
che in questo periodo sono di turno.
Discosta, sulla destra dell’approdo c’è una
peschiera romana, ancora perfettamente conser-
vata, ma le nostre mete sono la vetta dell’isola, l’antico
monastero abbandonato e, possibilmente, l’incontro con gli
altri abitanti che mi risultano essere un gruppo di mufloni,
due asinelli e diverse specie di uccelli.
Il profumo della vegetazione ci inebria e, alla fine, dopo
una lunga salita, arriviamo a quella che viene chiamata
semplicemente la casa, un edificio simile ad un casale
costruito vicino ai resti del monastero. Qui ci fermiamo a
fare delle splendide riprese e ognuno di noi, in autonomia,
inizia a sognare.
È possibile che un viaggio ti faccia riflettere sul significato
del nostro quotidiano? Normalmente non noto neanche... la
macchina, il traffico, lo smog, il telefono cellulare. Sono
entrati di diritto nella nostra vita, e senza farsene accorgere
ce la stanno portando via... Tutto ciò non significa andare
contro le tecnologie, anzi, è la necessità di utilizzare al
meglio tutte le nostre conoscenze senza diventare schiavi.
“Grazie,” risponde Carlo, “ma non abbiamo tempo, dobbia-
mo finire di ‘girare’ se no va giù il sole...”
A proposito di questo, nelle mie riflessioni stavo dimenti-
cando l’orologio, un altro oggetto di culto di cui pochi rie-
scono a fare a meno. Gli si dà tale importanza che ne sono
stati costruiti di tutti i tipi, anche di grande valore, renden-
doli gioielli da milioni, il tutto per ricordarci che dobbiamo
correre per perdere meno momenti possibili, ma intanto
sono già passati...
Non so dire se sia la saggezza che ogni volta credo di
acquistare o il semplice languorino che ho allo stomaco a
farmi intercedere per la pausa spaghetti, sta di fatto che
dopo qualche resistenza riesco a convincere tutti. A
tavola si parla della vita, di viaggi, di lavoro,
le solite cose insomma, si parla dell’im-
portanza della tutela della natura in
un paese dove o si è ambientali-
sti o menefreghisti e, personal-
mente, credo che la bilancia
penda decisamente a favore
della seconda categoria...
Ciò che viene chiaramen-
te fuori dalle nostre
chiacchiere è che queste
persone ci credono, cre-
dono davvero in quello
che fanno, difendono l’in-
tegrità dei parchi nazionali e
forse, solo per ospitalità
accettano anche qualche mia
obiezione.
- È giusto proteggere la natura segre-
gandola in spazi totalmente protetti?
Per farla amare, non sarebbe meglio farla cono-
scere, farne imparare il valore anche attraverso un equili-
brato sfruttamento? -
Il dialogo è molto gradevole, ma a causa dell’orologio è
destinato inevitabilmente a naufragare prima di riuscire a
definire “l’equilibrato sfruttamento”...
Alzandoci da tavola la promessa è quella di ritornare, ma-
gari in primavera e magari per qualche giorno. (Ennesima
promessa che dubito riuscirò a mantenere).
Ma credetemi, mi piacerebbe proprio farlo, tornare lì, su
quell’isola, senza l’orologio, magari senza il telefonino,
oppure, se proprio non ne posso fare a meno, con il com-
promesso di tenerlo spento... Mi piacerebbe continuare a
sognare ad occhi aperti la possibilità di riprendermi la
mia vita...
SOGNO D’AUTUNNONella serenità di un tramonto sull’isola pontina è ancora possibile ritrovare se stessi
VIAGGIO A ZANNONE
Archivio fotografico Parco Naz. Circeo
14
aree protette
SUL VELINO TORNANO I GRIFONI
Alla scoperta del massiccio abruzzese dove, all’interno della
Riserva naturale dello Stato, dopo due secoli di assenza sono
tornati a volteggiare gli immensi avvoltoi
L’OPERA DI REINTRODUZIONE DELLA FORESTALE
D
’inverno le grandi montagne d’Abruzzo si af-
faccianosulcentrodiRoma.BastasalirealGia-
nicolo in una giornata serena per notare un
triangolo bian-
cochefacapoli-
no alle spalle
dell’altare della
Patria. E’ la ci-
ma del Velino,
la terza per quo-
ta dell’intero
A p p e n n i n o .
Un’immagine
che sembra av-
vicinare la me-
tropoli alla na-
tura e alle mon-
tagne.
Ancora più im-
ponente il Veli-
no appare a chi
percorre la con-
ca del Fucino,
occupata in passato dal più grande lago d’Abruzzo.
Rocciosa d’estate, la montagna si trasforma d’inverno
in una piramide che la neve e il ghiaccio rendono an-
cora più vistosa. Una piramide a più punte, dato che al-
lacimapiùaltasiaffaccianoilPizzoCaforniaeilMon-
te Sevice.
Oggi, le autostrade che s’intersecano ai suoi piedi ren-
donoilVelinounadellepiùfrequentatemontagned’A-
bruzzo. Il versante settentrionale, più dolce, digrada
verso l’Altopiano delle Rocche con pianori e faggete e
offre gli itinerari più piacevoli per i camminatori, che
possono ammirare all’inizio dell’estate le ricche fiori-
ture che colorano i ghiaioni e i pascoli.
Più aspra ma altrettanto affascinante, la Valle di Teve
segnailconfineconilLazioeoffreunitinerariopiùlun-
go,aipiedidellamuragliacalcareadelMuroLungo.L’i-
nizio della forra è rivestito da lecci. Più avanti, per ore,
si cammina a piena immersione tra i faggi.
Verso il Fucino l’ambiente è completamente diverso.
Spogli di vegetazione d’alto fusto, interrotti da mode-
ste pareti di roccia, i pendii di erba e ghiaie del Velino,
del Cafornia e del Sevice si alzano ripidi per i 1500 e
più metri di dislivello che separano le cime da Massa
d’Albe e Rosciolo.
Esposti in pieno al sole, questi pendii sono molto caldi
in estate, e consentono d’inverno facili ma spettacola-
ri itinerari con picozza e ramponi. Partire dal Fucino in
IL PROGETTO SI ALLARGA
Diciassette grifoni provenienti dalle province spagnole dell’Extremadura e dal-
la Castilla-La Mancha volteggiano sui cieli di Scanno, un paesino ai confini del
Parco Nazionale d’Abruzzo. Continua in questo modo l’operazione di reintro-
duzione di questo enorme avvoltoio avviata dal Corpo forestale dello Stato nel
1993 nella Riserva Naturale dello Stato del Monte Velino dove vivono in libertà
più di 50 esemplari che hanno ricolonizzato l’ambiente appenninico. Per ospi-
tare gli ultimi arrivati sono state realizzate due capaci voliere circondate da un’ampia recinzione che ha lo sco-
po di evitare vicinanze pericolose con cani randagi, altri animali e curiosi troppo invadenti. Gli uccelli giunti lo
scorso dicembre direttamente dalla Spagna, dopo un periodo di ambientamento, sono stati liberati il loco uti-
lizzando le stesse tecniche già collaudate sulVelino.Sarà particolarmente importante studiare sul piano scien-
tifico le interazioni tra il nucleo già consolidato del Velino e la nuova colonia di Scanno che dista circa 50 chi-
lometri in linea d’aria dalla prima. Ancor più rilievo assume l’operazione di reintroduzione di questi uccelli se
si pensa che il grifone era praticamente scomparso dall’Italia peninsulare da circa 200 anni.
Un grifone nei recinti del Corpo forestale
S.ARDITOS.ARDITO
15
aree protette
IL VELINO IN PRATICA
• La Riserva Naturale Monte Velino si raggiunge comodamente da Magliano de’Marsi (dov’è il Centro Visi-
tatori) e dall’omonimo casello dell’ A25. A piedi si può arrivare anche da Forme, da Cartore o dal Piano di
Pezza.
• La zona pedemontana può essere visitata tutto l’anno, gli itinerari per la cima sono privi di neve e di diffi-
coltà da maggio a ottobre. L’accesso alla Valle Majelama e alla Valle di Teve è vietato da gennaio alla pri-
mavera.
• Informazioni sulla Riserva possono essere richieste al Comando stazione forestale di Magliano de’ Mar-
si/bis - tel.e fax 0863.517297.- Ufficio Foreste Demaniali Castel di Sangro - tel.0864.845938.Per le escur-
sioni sono utili la guida A piedi sul Sirente Velino (Edizioni Iter, 1994) e la carta Velino-Sirente edita dal
Club Alpino Italiano.
unagiornatadinebbia,salireperunaodueorenellaca-
ligine, e poi sbucare sui nevai inondati di sole che con-
ducono alla cima è una delle emozioni più belle del-
l’Appennino invernale.
Chi non vuole sobbarcarsi questa fatica può cimentar-
si in una comoda passeggiata sulle strade sterrate che
collegano Massa d’Albe con Fonte Canale e Rosciolo,
o ammirare il massiccio dal Faro e dall’Anfiteatro di
Alba Fucens, la più famosa città antica della Marsica.
Ma il Velino non è soltanto una mèta o uno sfondo per
escursioniescampagnate.Ilmassiccio,negliultimian-
ni, è stato teatro di un paziente lavoro di restauro am-
bientale compiuto dal Corpo forestale dello Stato. Ri-
sale al 1987, infatti, l’istituzione da parte del neonato
Ministero per l’Ambiente (all’epoca gestito da un fo-
restale “doc” come Mario Pavan) della Riserva Natu-
rale Monte Velino che si estende su
3.550 ettari.
Ilprimoscopodell’areaprotettaeradi
bloccareildegradodelmassiccio,mi-
nacciatodallafuniviacheavrebbedo-
vuto collegare Forme con le piste del-
la Magnola. Fin dall’istituzione della
Riserva, però, sono state avviate ini-
ziative a difesa degli animali e delle
piante.
Dopoaverlimitatol’accessonellezo-
nedinidificazionedell’aquila(laVal-
le Maielama e la Valle di Teve), alcu-
ni sentieri sono stati chiusi per limita-
re i danni alla delicata flora dei
ghiaioni.Poisièprovvedutoallarein-
troduzione del cervo, la cui consi-
stenzasfioraoggiilcentinaiodiesem-
plari.
A partire dal 1993, invece, è stato in-
trodotto sul Velino il grifone. Diffuso
cento anni fa su tutte le sponde del Mediterraneo, que-
stomagnificoavvoltoioèdiventatosemprepiùraronel
Novecento, ed è oggi presente in Spagna, in Croazia e
in Grecia. In Italia gli ultimi nuclei autoctoni sono con-
centrati nel nord-ovest della Sardegna, tra Bosa e Ca-
po Caccia.
Dopo un periodo di acclimatazione in voliera, i primi
uccelli sono stati liberati nel 1994. Oggi i grifoni che
nidificano sulle rocce del Muro Lungo e del Velino so-
nounacinquantina.Avvistarlièfacile,nelleorepiùcal-
dedelgiorno,datuttiisentieridell’areaprotetta.Aipie-
di della montagna, il nuovo Centro Visitatori dell’area
protetta consente di saperne di più sul grifone e sulla
natura della terza montagna d’Abruzzo.
STEFANO ARDITO
Escursionista sul Velino
S.ARDITO
16
viaggi e avventura
I BOSCHI DELLA “SERENISSIMA”
Emozionante itinerario nelle maestose foreste delle Alpi orientali
dove natura e uomini convivono da millenni in un perfetto equilibrio.
Un’importante attività di gestione e tutela:
dai “Capitani della Foresta” all’azione del Corpo forestale
H
o visto le più grandi foreste del mondo. Le ho
viste bruciare, le ho viste devastare con mezzi
d’inaudita potenza. Ma le ho anche viste
sopravvivere all’assalto insensato dell’uomo; ho attra-
versato in America e in Europa decine di chilometri e
sorvolato centinaia di miglia di verde fitto, di tronchi
svettanti, in mondi vegetali ancora intatti. Insomma ho
visto gloria e ferite dei colossi vegetali. In Amazzonia, in
Indonesia, nelle Alpi, in Congo, in Alaska, in Siberia.
Viaggi che ripeto da tempo, per il mio lavoro; e ne rife-
rirò nelle pagine di questa Rivista, con la mia testimo-
nianza e le immagini che la documentano.
La più recente esperienza è ai confini orien-
tali del mondo alpino, dove natura e uomini
convivono da millenni.
Qui - come in molte aree di montagna - gli
anziani sono l’immagine sopravvissuta di
una vita arcaica, difficile. Un contrasto con i
centri dove, tra valli e cime il turismo si svi-
luppa e a volte anche troppo.
Ma dove radici antiche sopravvivono. Dove
le foreste sono state un mare che ha protetto
isole dove ho conosciuto comunità fedeli a
loro stesse.
Tra le tante prove di questo reciproco rap-
porto di difesa (l’uomo ha difeso la foresta;
la foresta ha difeso l’uomo) m’hanno affasci-
nato i boschi-antivalanga. Nel rapporto
remoto e forte tra uomo e alberi, non cono-
scevo l’esistenza di questa tradizione; sono
stato guidato a prenderne conoscenza con
una visita ai pendii ripidi che sovrastano il
piccolo paese di Cleulis, nella Carnia. Sono
boschi piantati artificialmente circa trecento
anni orsono; (età calcolabile, con l’aiuto di
un esperto, dalla base di tronchi fitti e saldi).
Per arrestare una eventuale caduta di neve
accumulata, i boschi antivalanga furono
disposti fittamente, e là sono cresciuti sulle
pendici sovrastanti paesi a fondo valle. E’
proibito qualsiasi intervento dell’uomo; vie-
tata persino la raccolta delle foglie per farne
strame.
Parte del patrimonio verde disteso nelle valli
Carniche e nelle Giulie, appartiene ai
Comuni; e parte a “Consorzi”, le cui origini
risalgono al 1583 quando la Repubblica
Veneta, nelle zone sotto suo dominio,
Ag.ecologicaeforestaleCFS
Le svettanti foreste nelle Alpi orientali
17
“bandì” trenta vasti boschi per uso proprio. Ricordano il
dominio della Serenissima, i suoi simboli; e indirettamen-
te lo ricorda anche lo stile di taluni edifici, là dove le aree
verdi confinavano con le residenze di chi sorvegliava e
amministrava. E curava la raccolta del legname per la
“Serenissima”.
Venezia, era una città affamata di legno.
Indispensabile non solo per alimentare i suoi
mille camini e per l’utilizzo (in numero cal-
colato in oltre sei milioni) come palafitte,
indispensabili sostegni di case, palazzi,
chiese poggiati sulle acque.
Ancor più affamato era il suo Arsenale
ove si rinnovava la flotta del Doge. Si
chiamavano “da remi” i boschi dai tron-
chi alti, perfettamente dritti, i più desi-
derati dai mastri d’ascia.
Ora, da tempo non più tagliati, in tutta
la Carnia e in parte del Veneto alpino,
sono i più alti e svettanti, nelle aree
verdi. Protetti e saldi contro il cielo,
sembrano ancora attendere l’aprirsi di
vele, al vento di mari lontani.
La foresta di Tarvisio, nelle Alpi Giulie, è la
più vasta d’Italia: 20.000 ettari protetti, tra le
valli a corona attorno ai Jôf, le cime, così chia-
mate lassù.
Vanta un’area di “pecceta primaria”, ovvero un
bosco primordiale; selva antica nata dalla fine delle
ultime glaciazioni cento e più secoli fa. Da allora a oggi
cresce fitta di abeti, di faggi, di pini e larici, di ontani, di
frassini, di aceri e forma una massa di oltre tre milioni di
alberi adulti. Intensamente verde d’estate, magicamente
bianca d’inverno.
Scenario perfetto per attori inquieti quali sono camosci e
cervi; di rado, gli stambecchi; e dove comincia a esser
segnalato l’incontro con l’orso. Di casa è l’aquila, nelle
aree più alte: nidifica a primavera e cresce di numero,
ogni anno. A quote più basse il picchio, costruisce i suoi
nidi nei tronchi degli alberi (e questo lo fa - più d’ogni
altro - meritevole dello status di inquilino onorario di
ogni bosco). Attore vanitoso, nella sua acconciatura è il
mitico gallo cedrone. Vero protagonista, qui; tanto da
esser assunto a simbolo della Foresta di Tarvisio.
Una “popolazione” vegetale e animale sulla quale vigila
in ogni stagione il Corpo forestale regionale, al quale è
affidata la tutela dell’intero patrimonio ambientale assie-
me al Corpo forestale dello Stato.
Un altro luogo che mi ha incantato per la sua purezza è la
Val Visdende, nelle Alpi Venete. Anche qui si preserva la
natura di una antica foresta alpina consentendo solo una
discreta presenza dell’uomo; nella foresta di Somadìda, il
Corpo forestale si impegna nel ripopolamento di territori
che erano stati devastati, resi deserti dalla caccia.
“Protezionismo” attento, cui si deve la riapparizione
(dopo 155 anni!) della lynx -lynx, la lince euroasiatica. È
stato un incontro rarissimo quello che con molta fortuna
siamo riusciti a vivere con l’aiuto dei “forestali” del
posto.
Il cervo, a branchi, l’ho visto pascolare in diverse aree
protette; soprattutto nelle faggete del Cansiglio. Anche
qui crescono alberi dal tronco perfetto che Venezia privi-
legiava per attrezzare la sua flotta; lo provano cippi lapi-
dei di confine, sopravvissuti segni dell’antico dominio
dei Dogi. Trovarseli di fronte, nei boschi, con le date e i
nomi dei “Capitani della Foresta” ben incisi e leggibili, è
un’emozione.
Una delle tante che si vive in questo cuore verde delle
Alpi orientali.
Sono passati duecento e più anni, ma scolpiti nella pietra,
i nomi sembrano ancora vigilare sul patrimonio prezioso
che fu della Serenissima.
FOLCO QUILICI
viaggi e avventura
F.DRAGO-Ag.ecologicaeforestaleCFS
La foresta di Tarvisio in inverno
18
vita del corpo
Questa rubrica è a disposizione di tutte le strutture del Corpo.
Chiunque volesse inviare notizie, fotografie ecc. può scrivere a:
Il Forestale - Via G. Carducci, 5 - 00187 Roma - Tel. 06.4665.7062
Fax 06.48904001 - e-mail: ilforestale@corpoforestale.it
A fine stagione è tempo di bilanci per
il Centro Sportivo del Corpo forestale
dello Stato che si è particolarmente
distinto negli sport invernali.
Grossi risultati per l’Ag. Stefania
Belmondo che, nonostante le non per-
fette condizioni di forma, si è aggiu-
dicata due medaglie d’oro, tre d’ar-
gento in altrettante gare di Coppa del
mondo. Nei Campionati italiani di sci
fondo ha vinto la medaglia d’oro
nelle gare 5 e 15 km tecnica classica
e 10 km ad inseguimento. Ottima sta-
gione per l’Ag. Fabio May che ha
conquistato una medaglia d’oro ed
una d’argento in Coppa del mondo ed
una d’oro nella 10 km ai Campionati
italiani e da parte dell’Ag. Sc. Fulvio
Valbusa che dopo aver conquistato la
medaglia d’oro nei Campionati italia-
ni tecnica libera è riuscito ad aggiudi-
carsi la più prestigiosa e spettacolare
gara della “marcialonga” che si svol-
ge nelle Valli di Fiemme e Fassa.
Eccellenti prestazioni per il pattinag-
gio su ghiaccio da parte dell’Ag.
Roberto Sighel e di Maurizio Carnino
che ha conquistato la medaglia di
bronzo nei Campionati mondiali di
Short Track svoltisi in Olanda.
Stupenda doppia affermazione della
più grande fiorettista italiana l’Ag.
Giovanna Trillini in Coppa del mon-
do che le sono valse il vertice della
classifica generale. Nell’atletica legge-
ra dobbiamo registrare il titolo italiano
conquistato dall’Ag. Patrizia Spuri nei
mt 800 Indoor e la prestigiosa vittoria
nella Coppa Europa di marcia della
squadra Forestale composta dalle
Agenti Elisabetta Perrone, Cristiana
Pellino, Gisella Orsini ed Emanuela
Perilli, completata dall’oro individuale
conquistato da Elisabetta Perrone e
dall’argento di Cristiana Pellino.
Chiudiamo questa breve carrellata di
vittorie con l’oro a squadre conqui-
stato nella prima prova di Coppa del
mondo specialità doble trap da parte
dell’Ag. Sc. Emanuele Bernasconi
che ha vinto individualmente la
medaglia di bronzo con punti 182 su
200 a soli 2 punti dall’oro.
Ad inizio febbraio una pattuglia di
forestali ha intercettato un gruppo di
53 Kosovari sul litorale di Vieste
(FG). Gli slavi, tra cui 23 bambini e
una donna incinta, erano stati abban-
donati nella notte nei pressi di alcuni
costoni rocciosi che avevano dovuto
raggiungere a nuoto. Gli uomini della
Forestale del Coordinamento provin-
ciale di Foggia li hanno rifocillati con
viveri, coperte e vestiti asciutti. I
Kosovari sono stati, poi trasferiti
presso il centro di accoglienza di
Foggia, ad eccezione della donna
incinta, trasportata in ospedale per
accertarne lo stato di salute.
All’internodellariservanaturalestata-
le Saline di Margherita di Savoia
(FG)enell’ambitodelleattivitàdicon-
trollo del territorio ai fini della preven-
zione e repressione dei reati ambienta-
li, il nucleo operativo di polizia fore-
stale ha intercettato diversi contrab-
bandieri intenti a trasbordare volumi-
nosi cartoni di sigarette da un gommo-
ne su autocarri e furgoni blindati. Men-
trealcuniriuscivanoadileguarsi,quat-
tro di loro sono stati fermati: di questi,
due sono stati arrestati e due sono stati
denunciati a piede libero. In totale so-
no stati sequestrati un gommone, un
furgone blindato, un autocarro, una ra-
dio rice-trasmittente, nonché più di 3,5
tonnellate di sigarette, per un valore
complessivo di un miliardo di lire.
Duranteunaoperazionedian-
tibracconaggio nell’agro del
comune di Somma Vesuvia-
na (NA) l’agente forestale
Giuseppe Buonopane è stato
ferito al volto da colpi di fuci-
le. Questi i fatti. A seguito di
una telefonata anonima che
segnalavalapresenzadibrac-
conieri nella suindicata loca-
lità, partiva dal Coordina-
mento territoriale per l’Am-
biente del Parco Nazionale
del Vesuvio la pattuglia con
dueforestaliche,giuntisulposto,sen-
tivano alcuni spari di arma da fuoco.
Avvicinatasi alla zona di provenienza
deicolpi,lapattugliaconstatavalapre-
senza di due persone di cui una arma-
ta. Mentre il capopattuglia era intento
ad identificare la persona non armata,
l’agente Buonopane rincorreva quella
armatachenelfrattemposieradataal-
la fuga. Durante l’inseguimento, il
bracconiere si girava ed esplodeva di-
versi colpi di fucile ai quali il foresta-
lerispondevaconl’armadiordinanza.
Nel conflitto il Buonopane rimaneva
feritoalvolto;nelcontempol’Isp.Da-
miano accorrso in aiuto del collega,
riusciva ad arrestare i due bracconieri,
SPORT
CLANDESTINI
CONTRABBANDO
CONFLITTO A FUOCO
che venivano poi tradotti nelle carceri
di Poggioreale da altre pattuglie della
Forestale intervenute sul posto.
Sessanta studenti universitari, che
hanno frequentato un apposito corso
di formazione organizzato dal Corpo
forestale dello Stato, saranno ricevuti
dal Presidente della Repubblica in oc-
casione di una manifestazione che si
svolgerà nella tenuta di Castelporzia-
noil16giugno.Scopodiquestoprimo
corso è quello di sensibilizzare i gio-
vani alle tematiche ambientali in ge-
nere e fornire i contenuti basilari nel-
l’ambito della pianificazione finaliz-
zata alla prevenzione e lotta agli
incendi boschivi. Le giovani sentinel-
le del bosco accompagneranno il Cen-
tro mobile di divulgazione agricola e
forestale in partenza per un tour che
questa estate toccherà i luoghi di vil-
leggiaturapiùsensibilidalpuntodivi-
sta ambientale e maggiormente a ri-
schio di incendi boschivi. In ogni lo-
calitàvisitataigiovanivolontariprov-
vederanno a distribuire materiale di-
vulgativo suggerendo norme di com-
portamento per prevenire gli incendi.
L’iniziativa si svolge a complemento
del Convegno dal titolo: “Un proget-
to globale per la difesa e lo sviluppo
del verde” al quale parteciperanno i
Ministri per le politiche agricole e fo-
restali, dell’ambiente, della pubblica
istruzione, il Presidente della Consul-
ta nazionale per le foreste e il legno e
il Presidente della conferenza dei pre-
sidenti delle regioni.
Èstataresapubblicalagraduatoriade-
gli idonei al Concorso per 1.600 allie-
viagentidelCorpoforestaledelloSta-
to, indetto nel 1997. L’elenco comple-
to è disponibile sul sito internet del
Corpo:www.corpoforestale.it.L’ini-
zio del corso è previsto per il mese di
luglio.Altreinformazionipressol’Uf-
ficio concorsi tel. 06-46657141-2.
Ancheperillegnamecomepericibide-
ve essere possibile stabilirne la prove-
nienza. Lo ha proposto il Ministro delle
politiche agricole e forestali Pecoraro
Scanio intervenendo al CNELnel corso
di un convegno sulla politica forestale
italiana: “È un sistema - ha detto il Mi-
nistro - di tutela dal disboscamento sel-
vaggio di molti paesi del terzo mondo
che rientra nella logica del commercio
equoesolidaleecheconsentirebbediri-
lanciareconforzal’industriaitalianadel
legno”. Circa la situazione delle foreste
italiane il Ministro ha annunciato che si
parlerà di sviluppo della forestazione
nella imminente legge di modernizza-
zione e orientamento dell’agricoltura e
nel prossimo documento di program-
mazione economica. In questo contesto
di riforma si dovrà eliminare l’equivo-
co che l’attività produttiva nel settore
delle foreste sia antiambientale. “Sare-
mo rigidissimi - ha avvertito - contro i
disboscamenti selvaggi che danneggia-
nol’equilibrioidrogeologicomentrein-
centiveremo l’attività intelligente, so-
stenibile ed ecocompatibile.” Pecoraro
Scaniohainfineribaditoilsuoimpegno
per la permanenza dell’unitarietà del
Corpo forestale dello Stato “attraverso
un confronto positivo con le regioni”.
Lieto fine per 116 cavalli ed un mulo
dell’Esercito che, dopo anni di onora-
ta carriera al servizio della Patria, ri-
schiavano di finire al macello. Grazie
al deciso intervento del Ministro delle
politiche agricole e forestali Pecoraro
Scanio, è stato raggiunto un accordo
con il Ministero della Difesa che pre-
vede la rinuncia da parte dell’Esercito
alle aste. Gli anziani quadrupedi ver-
ranno messi a disposizione del Corpo
forestale dello Stato che si è impegna-
to a garantirgli una serena pensione.
IlGruppoDonatoridiSanguedelCor-
po forestale dello Stato si è costituito
volontariamente nel 1977 presso l’O-
spedale pediatrico Bambin Gesù di
Roma.Attualmenteècompostodacir-
ca 250 donatori che contribuiscono a
raccogliere annualmente oltre 100 li-
tri di sangue. Un grande slancio di ge-
nerosità che è stato più volte confer-
mato attraverso numerosi riconosci-
menti ufficiali.
L’invito per tutti co-
lorochefosserointe-
ressati a contribuire
a questa iniziativa è
quellodicontattareil
Capo Gruppo Dona-
tori di sangue CFS
SalvatoreGiaquinta,
tel. 06/4461917.
Centri trasfusione sangue
P.zza Sant’Onofrio, 4
00165 ROMA
Via Torre di Palidoro
00050 Palidoro (RM)
Lungomare G. Marconi, 36
00058 S. Marinella (RM)
Arrivano circa 1 miliardo e 700 milio-
ni di lire per la conservazione dell’or-
so bruno marsicano. La somma è stata
stanziata dal Cipe a favore del Corpo
forestale dello Stato. Se ne è parlato in
unaffollatoConvegnodaltitolo“Con-
servazione dell’Orso Bruno” svoltosi
aRoccarasoil18febbraioscorso.L’in-
controèstatoorganizzatodall’Ufficio
delle Foreste Demaniali di Castel di
Sangro da anni in prima linea nel pro-
getto LIFE a tutela dell’orso nell’ap-
pennino centrale, soprattutto nella zo-
na dell’alto Sangro e del Monte Gen-
zana.NelcorsodelConvegnoèemersa
la necessità di attivare un coordina-
mento fra tutti gli enti che a vario tito-
lo sono preposti alla tutela e alla con-
servazione dell’orso e del suo habitat.
Il Corpo forestale dello Stato si farà
promotorediquestainiziativadicoor-
dinamento in parte già esistente con il
Parco del Sirente-Velino.
Quantiorsivivonorealmentenell’Ap-
pennino tra l’Umbria, il Lazio, l’A-
bruzzo e il Molise? Hanno abbastanza
cibo e spazio? La bassa variabilità ge-
netica che limiti pone alla sua conser-
vazione? Quali sono le forme di eco-
nomia compatibile con la tutela del-
l’ambiente naturale? Queste alcune
delle importanti domande alle quali il
Convegno ha cercato di dare risposte
scientificamente valide e per certi
aspetti innovative. Tra i temi affronta-
ti anche l’utilizzo economico del bo-
sco, la tutela della biodiversità e il ri-
schio sanitario legato al pericolo bru-
cellosi.
SENTINELLE DEL BOSCO
ARRIVANO I NUOVI AGENTI
LEGNO DOC
DONATORI DI SANGUE
ALLA FORESTALE I
CAVALLI RIFORMATI
Perché non resti solo un ricordo
IN DIFESA
DELL’ORSO MARSICANO
19
vita del corpo
20
omnibus
COME CONSERVARLI
L’essiccazione è forse il metodo
più utilizzato per la conservazione
dei funghi. Questo procedimento
ha lo scopo di eliminare l’acqua, di
cui sono ricchissimi i loro tessuti,
per evaporazione, senza quindi al-
terarne la struttura. Il fine è quello
di impedire la vita dei microorga-
nismi che altrimenti produrrebbe-
roalterazionitalidacompromette-
re la edibilità del prodotto. Esisto-
no in particolare alcune specie di
funghi che attraverso l’essiccazio-
ne diventano ancora più profuma-
te. L’assenza di acqua infatti favo-
riscelaconcentrazionedivariprin-
cipi odorosi. L’essiccazione deve
avvenire il più rapidamente possi-
bile, senza interruzione, per evita-
re la decomposizione del fungo. A
completamento del processo di es-
siccazione, il peso dei funghi si ri-
durrà del 90%. I funghi verranno
poi conservati in sacchetti di carta
o di garza in un ambiente ben ven-
tilato. Bisogna fare attenzione ai
sacchetti di plastica e ai vasi di ve-
tro,seifunghinonsonobenasciut-
ti potrebbero ammuffire. Prima di
utilizzarli sarà bene metterli a ba-
gno in acqua per almeno un ora,
meglio se immersi nel latte.
Le specie che sono maggiormente
adatte a questo procedimento di
conservazione sono: Clitopilus
prunulus, Boletus edulis ed affini,
Marasmius oreades, Marasmius
scorodonius, Tricholoma georgii
(Cacybe gambosa), Sarcodon im-
bricatum, Craterellus cornuco-
pioides ed altre ancora.
DUE GUIDE PER LE AREE
NATURALI PROTETTE
Il primo volume “I Parchi nazio-
nali in Italia” è pubblicato a cura
del Ministero dell’Ambiente -
Servizio conservazione natura -
che si è avvalso della collabora-
zione del CFS. Una guida facile e
rapida di consultazione per orien-
tarsi all’interno dei Parchi nazio-
nali. “Lo scopo di questa iniziati-
va - scrive nell’introduzione il
Ministro dell’Ambiente Ronchi -
è documentare in sintesi i nostri
Parchi nazionali perché prima di
decidere di visitarli, amarli e con-
servarli, è assolutamente indispen-
sabile conoscerli”.
L’altra opera “Parchi e aree pro-
tette d’Italia” è una guida del
Touring Club Italiano completa di
tutte le aree verdi protette compre-
si i parchi marini e archeologici.
L’elenco comprende 1160 aree
tutelate e oltre 800 fotografie.
Moltissime le proposte e gli itine-
rari turistici. Uno strumento utile
non solo per gli escursionisti ma
anche per i naturalisti attenti e per
gli specialisti del settore. Benché
non manchino riferimenti di que-
sto tipo, sarebbe stato utile soffer-
marsi maggiormente su quelle
aree protette cosiddette minori
solo perché meno conosciute.
I PIATTI DEL BOSCO
È l’ultimo volume della Collana
Verde, edita dal Corpo forestale
dello Stato, che ha ormai raggiun-
to il numero 100, e ha deciso di
celebrare il traguardo di questa
raccolta avviata nel 1953 con un
opera davvero appetibile. L’autore
è Augusto Verando Tocci, diretto-
re dell’Istituto Sperimentale per la
Selvicoltura e profondo conosci-
tore del mondo silvestre.
Si può iniziare con un antipasto di
fiori di albero di giuda, proseguire
con un piatto di tagliatelle alle pri-
mule e viole, per secondo cotolet-
te di radici di bardana e frittelle
con fiori di sambuco e chiudere
con una crostata di fragoline di
bosco, il tutto innaffiato con vino
aromatico all’asperula. Questo è
solo uno dei tanti pranzi a base di
prodotti del bosco descritti in que-
sto libro ricco di sapori e profumi
che per molti sono del tutto sco-
nosciuti. In tempi di ipermercati e
di fastfood, quest’opera induce
alla riscoperta di prodotti naturali,
non solo di funghi e tartufi, ma
anche di varietà e di ricchezze
povere mai assurte agli onori del-
l’alta cucina: ortiche, betulle, rovi,
prugnoli, borraggine e tante altre
piante che un tempo facevano
parte della dieta di boscaioli, con-
tadini e pastori e che oggi possono
costituire un’alternativa ai gusti
appiattiti e ripetitivi della civiltà
dei consumi.
LE FORESTE VISTE DALL’ALTO
Da oggi è più facile controllare lo
stato di conservazione delle fore-
ste. Nato dalla tecnologia della
NASA lo scanner iperspettrale
serve per riprese aeree di grande
F U N G H I L I B R I
NUOVE TECNOLOGIE
21
omnibus
qualità. È in grado di distinguere
un pino da un abete. Può ricono-
scere addirittura lo stato di salute
delle piante. Se viene abbinato ai
dati raccolti a terra questo stru-
mento di rilevamento a distanza è
in grado di redigere un inventario
forestale di altissima precisione e
completezza. Può dare indicazioni
agli agricoltori sui campi da ferti-
lizzare. Può costituire una stru-
mento importante nella lotta agli
incendi boschivi e rilevare anche
dati sull’inquinamento. Una tecno-
logia avanzatissima che si avvale
di ben 128 bande di colore con una
definizione di gran lunga superiore
al vecchio sistema landsat.
DI CAPRIO STRONCATO DALLE
ECO-PROTESTE
Discusso dai critici e letteralmente
messo al rogo dagli ambientalisti.
The beach, ultimo film che vede
come protagonista Leonardo Di
Caprio, si è rivelato un vero tonfo.
Gli ambientalisti sostengono
infatti che le riprese del film di
Danny Boyle abbiano distrutto la
spiaggia di Maya bay sull’isola
thailandese di Phi Phi. La Fox
produttrice del lungometraggio e
lo stesso Di Caprio sono dovuti
scendere direttamente in campo
più volte per difendere la pellico-
la. Intanto i gruppi ambientalisti si
stanno organizzando per mostrare
al pubblico un filmato che dimo-
strerebbe come sia stato irrimedia-
bilmente alterato l’ecosistema
della baia dove non si è esitato a
piantare palme e a realizzare altri
interventi che hanno modificato il
paesaggio. Un tribunale thailande-
se, intanto, sembra intenzionato a
dare seguito alla denuncia presen-
tata dall’amministrazione locale
contro la Fox e contro il Diparti-
mento forestale. Nella denuncia si
sostiene che l’autorizzazione alle
riprese sia stata data nonostante
l’impatto sociale e gli studi
ambientali lo sconsigliassero.
LA FORESTALE IN RETE
www.corpoforestale.it: queste le
coordinate per collegarsi con il si-
to internet ufficiale del Corpo fo-
restale dello Stato. Oltre 40 pagine
a colori con relative sottopagine
piene di informazioni riguardanti
leprincipaliattivitàsvoltedalCor-
poeiservizioffertiall’utenza.Sto-
ria, organigramma del Corpo, re-
capiti degli Uffici periferici, sche-
de su parchi nazionali e circa 120
aree protette, dati statistici sull’at-
tività operativa, accesso ai ruoli,
concorsi, informazioni sul com-
mercio e la detenzione di specie
animali e vegetali protette.
Un particolare spazio è dedicato al
1515, il numero di pronto interven-
todelCorpoforestaledelloStato.Il
sito è corredato dai consigli utili
qualoracisitroviindifficoltàacau-
sadiunincendioboschivo,diunin-
cidente in montagna, ecc. Presenti
anchealcuniservizidipubblicauti-
lità come il Bollettino Meteomont
cheininvernofornisceinformazio-
ni in tempo reale sulle condizioni
delmantonevosoedelrischiodiva-
langhe in circa 120 località monta-
ne della penisola. Sul sito potrete
trovare pubblicati interamente tutti
i numeri de “Il forestale”.
VIAGGIARE ON-LINE
Viaggiarenonspostandosidacasa.
Il viaggio virtuale non è un’inven-
zione del 2000. Lo praticavano già
pensatori e scrittori famosi come
Jules Verne e Emilio Salgari che in
libri d’avventura rimasti celebri
viaggiavano con la fantasia. Con
internet è possibile non solo viag-
giaresullaterraeraggiungerequal-
siasi destinazione ma si può addi-
rittura mettere il naso anche al di
fuori del pianeta e vedere lo spazio
con l’occhio dei satelliti. Si posso-
no organizzare viaggi e avventure
di tutti i generi. Grazie a particola-
ri telecamerine web è possibile gi-
rare le capitali del mondo e in mil-
le altri posti, perfino sulle piste da
scidellepiùrinomatelocalitàmon-
tane. Segnaliamo:
www.lonelyplanet.com
Un servizio messo a disposizione
dai parchi sudafricani permette in-
vece di godersi comodamente se-
dutiinpoltronatuttiglianimalidel-
la savana: leoni, antilopi, elefanti
in presa diretta. Ovviamente biso-
gna avere la fortuna che gli anima-
li passino davanti alla telecamera
web durante il periodo del collega-
mento. Completa il sito una rasse-
gnadiinteressantiinformazionied
anche un mercatino on line di sou-
venir locali. L’indirizzo è:
www.africam.com/
VISTI SU INTERNET
C I N E M A
22
diritto
Rassegna giuridico-legislativa di interesse ambientale
a cura di Alessandro Cerofolini
DALLA GAZZETTA UFFICIALE
DISTINTIVI. D.M. del 7.10.1999 su G.U. n. 253/99. Il D.M. istituisce il distintivo di riconosci-
mento per il personale del CFS in possesso delle qualifiche di polizia che svolge servizio d’istitu-
to in abiti civili. L’applicazione del distintivo sull’abito civile è obbligatoria laddove si renda
necessaria l’immediata individuazione dell’operatore di polizia, in relazione all’ambiente in cui
opera. Sono previsti due tipi di distintivi: uno di colore oro per gli U.P.G., uno di colore argento
per gli A.P.G.
TESSERINI. D.M. del 28.12.1999 su G.U. n. 28/2000 recante la proroga della validità dei tesse-
rini di polizia attualmente in uso agli appartenenti ai ruoli degli ufficiali, ispettori, sovrintendenti,
agenti ed assistenti del C.F.S. al 31.12.2000.
DEPENALIZZAZIONE. D.LGS. n. 507 del 30.12.99 su G.U. n. 233-L/1999. Sono trasformate
in illeciti amministrativi, con conseguente previsione della sanzione amministrativa pecuniaria in
luogo della sanzione penale, le violazioni previste come reato da alcuni articoli del codice penale
e da alcune leggi speciali. Sono, altresì, previste diverse modifiche del sistema sanzionatorio in
materia di alimenti, di circolazione stradale, di norme finanziarie e bancarie. Per ogni violazione
depenalizzata vengono, inoltre, individuate le autorità competenti a ricevere il rapporto e ad
applicare le nuove sanzioni amministrative previste dal presente decreto. Vengono, infine, appor-
tate significative modifiche alla legge n. 689/1981, in particolare per ciò che concerne la reitera-
zione delle violazioni, il principio di specialità, il limite minimo delle sanzioni amministrative
pecuniarie, l’opposizione all’ordinanza-ingiunzione, la competenza e la disciplina per il giudizio
di opposizione all’ordinanza-ingiunzione.
BENI AMBIENTALI. D.LGS. n. 490 del 29.10.1999 su G.U. n. 302/1999 contenente il testo
unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali ed ambientali. In particolare il tito-
lo II, titolato “Beni paesaggistici ed ambientali” rielabora e disciplina la materia connessa alla
tutela ambientale sotto l’aspetto estetico e biologico. Va segnalato che il nuovo T.U. non presenta
elementi normativi di rilevante novità legislativa. Ossia, le leggi precedenti in materia di tutela
paesaggistico-ambientale sono state rielaborate in modo coordinato da costituire un unico corpo
normativo. Pertanto, la disciplina prevista dalla cosiddetta Legge Galasso è stata ricostruita ed
armonizzata con le leggi pregresse e le successive modifiche: dunque risulta più agevole l’appli-
cazione delle norme da osservare e dar far rispettare. Lo spazio di questa rubrica non consente un
approfondimento tecnico-operativo del nuovo T.U., che invece meriterebbe; tuttavia si segnala
che questo Decreto evolve ulteriormente il concetto di vincolo, trasformandolo da vincolo pura-
mente paesaggistico a vincolo paesaggistico-ambientale, facendovi rientrare il più vasto concetto
di ambiente, cioè fauna, flora, boschi e foreste, zone umide, fiumi e torrenti, laghi, coste, monta-
gne, aree naturali protette e tutte quelle zone di territorio elencate nell’art. 146. La precisazione è
di estrema importanza, sotto il profilo della repressione delle violazioni al vincolo, in quanto
secondo il nuovo T.U. viene violato non solo quando vi è un deturpamento estetico del bene natu-
rale del paesaggio, ma anche quando vi è un danno ambientale, seppur questo non incide sull’a-
spetto estetico. Le conseguenze, per l’operatore di polizia, sono radicalmente diverse, perché si
introduce nella violazione del vincolo tutta una serie di deturpamenti dell’ambiente che non vi
sarebbero rientrati se il vincolo fosse rimasto allo stato originario. Anche se la funzione di vigi-
lanza spetta al Ministero per i Beni C.A. ed alle Regioni, bisogna sottolineare che trattasi esclusi-
vamente di vigilanza amministrativa e gestionale del vincolo; pertanto, non bisogna confondere
questo significato di vigilanza con la vigilanza repressiva della polizia giudiziaria ambientale
sugli illeciti penali (ma anche amministrativi) commessi in materia di vincoli paesaggistico-
ambientali e di edilizia abusiva in generale. L’agente forestale ha, quindi, il diritto-dovere di eser-
citare la vigilanza relativamente al sistema sanzionatorio. Nel T.U., all’art. 140, è, inoltre, prevista
la partecipazione di un rappresentante del CFS presso la commissione istituita in ogni provincia
con provvedimento regionale. Infine, nel T.U. non vengono, purtroppo, risolte le questioni, di
estrema rilevanza sotto il profilo sanzionatorio, inerenti la contemporanea presenza del vincolo
paesaggistico-ambientale con quello forestale-idrogeologico.
CODICE PROCEDURA PENALE. Legge n. 479 del 16.12.1999 su G.U. n. 296/1999 recante
modifiche alle disposizioni sul procedimento davanti al tribunale in composizione monocratica ed
23
diritto
altre modifiche al codice di procedura penale, al codice penale e all’ordinamento giudiziario. In
particolare è prevista l’istituzione del giudice unico (monocratico) competente a giudicare per i
reati la cui pena massima edittale prevede dieci anni di reclusione, scompare la figura classica del
pretore, le regole di ripartizione (10 anni di pena) fra giudice monocratico e collegiale sostituisco-
no il criterio della competenza, vengono concessi maggiori poteri al difensore, nei confronti della
polizia giudiziaria e nel controllo sulla competenza dell’accusa, relativamente ai limiti territoriali
per i pubblici ministeri (richiesta alla c.d. giusta procura) e viene vietata la pubblicazione dell’im-
magine di persona privata della libertà personale ripresa mentre la stessa si trova sottoposta all’u-
so delle manette ai polsi o altro mezzo di coercizione fisica, salvo il suo consenso.
PARCO NAZIONALE. DPR del 6.10.1999 su G.U. n. 295/1999 che prevede l’istituzione del
Parco nazionale delle Cinque Terre, all’interno del territorio della provincia di La Spezia. Il parco
nazionale è gestito dall’Ente Parco nazionale delle Cinque Terre che ha personalità di diritto pub-
blico ed è sottoposto alla vigilanza del Ministero dell’ambiente. Il territorio del parco nazionale è
delimitato in via definitiva dalla perimetrazione riportata nella cartografia ufficiale allegata al
presente decreto del quale costituisce parte integrante. Ai sensi dell’art. 10 dell’allegata disciplina
di tutela, di cui all’art. 1 comma 6 del DPR in questione, la sorveglianza del territorio ricadente
nel parco nazionale è affidata al C.F.S..
FORESTE. Delib. CIPE del 5.11.1999 su G.U. n. 17/2000. Ai fini della protezione delle foreste
contro l’inquinamento atmosferico, è disposto per l’anno 1999 un finanziamento in favore del
C.F.S. di 2,391 miliardi di lire a valere sul fondo di rotazione ex legge n. 183/1987. A tal fine il
C.F.S. adotta tutte le iniziative necessarie per utilizzare entro le scadenze previste i finanziamenti
relativi ai progetti ed effettua i controlli di competenza.
AGRICOLTURA E FORESTE. Legge n. 499 del 23.12.1999 su G.U. n. 305/1999 contenente
norme di razionalizzazione degli interventi nei settori agricolo, agroalimentare e forestale.
MONTAGNA. D.M. del 27.5.1998 su G.U. n. 265/1998. Il D.M. istituisce presso il Mi.P.A.F.
l’albo dei prodotti di montagna, autorizzati a fregiarsi della menzione aggiuntiva “prodotto nella
montagna italiana”. Al C.F.S. è demandato il compito di vigilare sul corretto utilizzo della men-
zione aggiuntiva, di cui al presente decreto, e di contrastare eventuali abusi; le relative azioni di
tutela e di controllo sono coordinate dal Mi.P.A.F..
BONIFICA SITI INQUINATI. D.M. n. 471 del 25.10.1999 su G.U. 218-L/1999. Con questo
regolamento, emanato ai sensi dell’art. 17 del D.LGS. n. 22/1997 e successive modificazioni, il
Ministero dell’Ambiente disciplina i criteri, le procedure e le modalità per la messa in sicurezza,
la bonifica ed il ripristino ambientale dei siti inquinati. Tale D.M., comunque, non pregiudica né
abolisce l’obbligo di ripristino dello stato dei luoghi e di risarcimento del danno ambientale, ai
sensi dell’art. 18 della legge n. 349/1986.
CLONI FORESTALI. D.M. del 27.9.1999 su G.U. n. 17/2000. Tale D.M. disciplina l’iscrizione
provvisoria dei cloni di pioppo al registro nazionale dei cloni forestali, ai sensi della legge n.
269/1973, recante la disciplina della produzione e del commercio di sementi e piante da rimbo-
schimento e del DPR n. 494/1982 modificativo della legge suindicata ed attuativo della Direttiva
75/445/CEE.
VEICOLI ABBANDONATI. D.M. n. 460 del 22.10.1999 su G.U. n. 287/1999. Il D.M. contiene
il regolamento recante la disciplina dei casi e delle procedure di conferimento ai centri di raccolta
dei veicoli a motore o rimorchi rinvenuti dalle forze di polizia o non reclamati dai proprietari. In
sostanza, gli organi di polizia, allorché rinvengono su aree ad uso pubblico (per es. un bosco o
una strada di montagna, ...) un veicolo a motore o un rimorchio in condizioni da far presumere lo
stato di abbandono e, cioè, privo della targa di immatricolazione o del contrassegno di identifica-
zione, ovvero di parti essenziali per l’uso, oltre a procedere alla rilevazione di eventuali violazio-
ni alle norme del codice della strada o delle prescrizioni di massima e di polizia forestale, danno
atto in separato verbale di constatazione, dello stato d’uso e di conservazione del veicolo e delle
parti mancanti e, dopo aver accertato che nei riguardi del veicolo non sia pendente denuncia di
furto, contestualmente alla procedura di notificazione al proprietario del veicolo, se identificabile,
ne dispongono, anche eliminando gli ostacoli che ne impediscono le rimozione, il conferimento
provvisorio, secondo la procedura fissata dal presente D.M., ad uno dei centri di raccolta indivi-
duati annualmente dai prefetti.
VITTIME DELLA CRIMINALITÀ. DPR n. 510 del 28.7.1999 su G.U. n. 4/200. Il presente
regolamento riunisce e coordina le disposizioni riguardanti le attribuzioni delle speciali elargizio-
ni, dell’assegno vitalizio, dell’esenzione IRPEF e dei contributi per spese funerarie previsti dalle
leggi n. 466/1980 e seguenti, in favore dei superstiti di forestali vittime del dovere o in favore
degli stessi forestali che abbiano riportato le invalidità indicate dalle citate leggi nell’adempimen-
to del dovere. La domanda deve essere presentata al prefetto del luogo in cui si è verificato l’e-
vento o della provincia di residenza dei beneficiari, secondo le modalità previste dall’art. 4.
G.MARCOALDI-PandaPhoto
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Emergenza Ambientale
Corpo forestale dello Stato
Corpo forestale dello Stato
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Rivista "Il Forestale"

  • 1. Il Forestalebimestrale di cultura ambientale Biodiversità: Le reti ecologiche Aree protette: Sul Velino tornano i grifoni Le Foreste della “Serenissima” anno I - n. 1 aprile/maggio 2000 SPE C IA LE Storia delC orpo SPED.INABB.POST.ART.2,COMMA20/C,LEGGE662/96-FILIALEDIROMA-DISTRIBUZIONEGRATUITA-INCASODIMANCATORECAPITORINVIAREALL’UFFICIOPTDIROMA-ROMANINAPERLARESTITUZIONEALMITTENTEPREVIOADDEBITODELLARELATIVATARIFFA.
  • 2. 2 Il Forestale bimestrale di cultura ambientale Rivista ufficiale del Corpo forestale dello Stato Anno I - n. 1 aprile/maggio 2000 direzione e redazione Via Giosuè Carducci, 5 - 00187 Roma Tel. 06.4665.7062 - Fax 06.48904001 E-mail: ilforestale@corpoforestale.it amministrazione Via G. Carducci, 5 - 00187 Roma Tel. 06.4665.6058 - Fax 06.42012596 Cod. Fisc. 97013490582 direttore responsabile Stefano Cazora in redazione Aleandro Sciunzi hanno collaborato S. Ardito, G. Bontempo, A. Cerofolini, L. Colò, C. Di Girolamo, L. Metalli, E. Palladini, F. Quilici, C. Sanchioli, F. Scarpellini, G. Spanò foto G. Marcoaldi (Panda Photo) impaginazione, fotolito e stampa EdAs srl - Via della Fontana, 5 03020 Giuliano di Roma (FR) proprietà fondo assistenza, previdenza e premi per il personale del C.F.S. registrazione del Tribunale di Roma n. 586 del 13/12/1999 spedizione in abbonamento postale art. 2, comma 20/C, legge 662/96 Le idee espresse negli articoli riflettono l’opi- nione degli autori e non si riferiscono necessa- riamente ad orientamenti ufficiali. Manoscritti, foto e disegni, anche se non pubblicati, non saranno restituiti. Tutti i diritti di proprietà let- teraria ed artistica sono riservati. Si informa che i dati utilizzati al fine della spedizione di questa Rivista, contenuti in elenchi conoscibili da chiunque, sono trattati a questo solo fine in conformità a quanto previsto dalla legge n. 675/96. Per esercitare i diritti (aggiornamento, cancellazione ecc.) di cui all’art. 13 scrivere a: Fondo ass. prev. e premi per il personale del C.F.S., Via G. Carducci, 5 - 00187 Roma. consegnato per la stampa il 10 maggio 2000 distribuzione gratuita Il Forestalebimestrale di cultura ambientale Biodiversità: Le reti ecologiche Aree protette: Sul Velino tornano i grifoni Le Foreste della “Serenissima” anno I - n. 1 aprile/maggio 2000 SPE C IA LE Storia delC orpo SPED.INABB.POST.ART.2,COMMA20/C,LEGGE662/96-FILIALEDIROMA-DISTRIBUZIONEGRATUITA-INCASODIMANCATORECAPITORINVIAREALL’UFFICIOPTDIROMA-ROMANINAPERLARESTITUZIONEALMITTENTEPREVIOADDEBITODELLARELATIVATARIFFA. sommario biodiversità Le reti ecologiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4 storia e tradizioni Undici anni in più . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10 viaggi e avventura I Boschi della “Serenissima” . . . . . . . . . . 16 aree protette Sul Velino tornano i grifoni . . . . . . . . . . . 14 rubriche Vita del Corpo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18 Omnibus . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20 Rassegna giuridica . . . . . . . . . . . . . . . . . 22 Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana Signori, si parte Come sempre l’emozione di una prima è forte ed è difficile nasconderla. Con essa ci accompagna però la soddisfazione per quanto è stato fin qui possibile realizzare. È la prima volta che il Corpo forestale dello Stato intraprende un’esperienza editoriale pubblicando direttamente un periodico di proprietà dell’Amministrazione con tutte le novità e le incognite che ciò comporta. Ci perdonerà pertanto il lettore più attento per le imperfezioni che solo l’esperienza e il tempo potranno sanare. Un cordiale ringrazia- mento va a quanti, primi fra tutti i vertici del Corpo, hanno voluto coraggiosamente raccogliere questa sfida e dare un volto ed una voce non solo alle attività istituzionali dell’Amministrazione, ma soprattutto a quegli uomini e donne che con sacrificio e quo- tidiano spirito di abnegazione prestano la propria silenziosa opera al servizio della Nazione in difesa del patrimonio naturale del Paese. La biodiversità in Europa e nel mondo è in serio pericolo. Molte aree naturali in questi anni sono andate distrutte e molte altre andranno perdute. Tutto ciò si verifica purtroppo ad un ritmo sempre più crescene. Per arginare questo impoverimento biolo- gico sia animale che vegetale sono in atto accordi e progetti internazionali ai quali aderisce anche l’Italia dove, lungo il territorio nazionale, è stata attivata una rete eco- logica nazionale a difesa della biodiversità che si inserisce perfettamente nella preesi- stente maglia di riserve naturali create e gestite dal Corpo forestale. Tra le risorse a rischio di “estinzione” c’è anche l’acqua sempre più scarsa sia per qualità che per quantità. Pure in questo caso le sfide per risolvere il problema dovranno essere affron- tate a livello globale, al di là di ogni confine politico e amministrativo. Sarà per una strana coincidenza o per quei corsi e ricorsi storici, ma proprio in un momento così delicato per la vita del Corpo, in un clima di forte incertezza istituzio- nale e politica, sembra che per una misteriosa forza centrifuga esso venga sospinto verso una deriva di preunitaria frammentazione. E, come per incanto, riaffiorano dalle polveri della storia inoppugnabili documenti che retrodatano di ben 11 anni la sua nascita. Tutto ciò conferma una tradizione e un patrimonio di professionalità ancora più antico e radicato, quasi una riscossa della storia, un grido accorato di quanti hanno dedicato la propria esistenza fino ad immolare la vita per il Corpo e per i suoi ideali. Dalle pieghe della storia e da un giallo risolto passiamo alle emozionanti imma- gini dei grifoni che, grazie ad una difficilissima ma ben riuscita operazione di reintro- duzione eseguita dal CFS, sono tornati dopo oltre due secoli di assenza a volteggiare maestosi sulle cime del Monte Velino. Simboli tangibili di un lavoro di conservazione ben realizzato gli avvoltoi del Velino sono una magnifica realtà che richiama ormai sempre più numerosi ammiratori. E infine le imponenti foreste che un tempo furono della Serenissima Repubblica veneta. Boschi incantati popolati da fate e gnomi sopra i quali svettano le guglie can- gianti dei monti pallidi. Luoghi fatati che si sono conservati intatti proprio perché og- getto millenario di un rispettoso sfruttamento economico e di una oculata gestione fore- stale che per lunga parte è stata curata direttamente dalla Amministrazione forestale dello Stato. A riprova che un bosco ben tenuto conserva intatte le sue potenzialità e la sua bellezza. Completano la rivista le rubriche che con i suggerimenti dei lettori vorremmo ampliare ed indirizzare verso gli interessi più diffusi. Per sua peculiare vocazione Il Forestale si apre sin d’ora alla libera collaborazione di quanti, appartenenti al Corpo e non, amano la natura e sono pronti a difenderla. Siamo certi che una corale parteci- pazione a questa iniziativa possa contribuire a rinsaldare non solo i legami di apparte- nenza, ma a favorire la crescita di una presenza editoriale che vorremmo fosse autore- vole e sempre più qualificata. Stampato su carta ecologica
  • 3. 3 editoriale Il saluto del Ministro S ono Ministro delle Politiche Agricole e Forestali da appena un mese e raccolgo con simpatia ed entusiasmo l’opportunità di presentare il primo numero della rivista “Il Forestale”. Come uomo politico, parlamentare, ma anche cittadino ho stimato l’attività del Corpo forestale dello Stato ispirata ai principi di tutela e conservazione della natura e della biodiversità del patrimonio naturalistico del nostro Paese. Ho sempre pensato che il lavoro e i risultati conseguiti dal Corpo dovessero trovare un ampio risalto nella comunicazione, fatto che nella realtà non sempre è avvenuto, non posso pertanto che apprezzare e ritenere utile un perio- dico specializzato che descriva e racconti non solo agli addetti ai lavori ed ai rappresentanti delle Istituzioni, ma anche agli appassionati di natura, esperienze, attività, conoscenze, curiosità nel settore ambientale e forestale. Nel formulare a “Il Forestale” i più fervidi auguri ed in bocca al lupo per traguardi sempre più alti, sono certo che la rivista sarà anche uno strumento autore- vole ed importante per diffondere la consapevolezza di salvaguardare e rafforzare l’Amministrazione e per ribadire il mio impegno a guidare il Corpo in un passaggio politico istituzionale molto complesso e delicato, nella convinzione che con la ragionevolezza e l’equili- brio si potrà trovare una soluzione nell’interesse del Paese e nell’interesse del Corpo forestale dello Stato. Alfonso Pecoraro Scanio Ministro delle politiche agricole e forestali Abbiamo ancora molto da fare I l forestale abituato agli spazi grandi e silenziosi dei boschi e delle montagne è per carattere un servitore dello Stato incline alla riservatezza e ad operare con discrezione anche quando gli organi di informazione attribuisco- no ad altri i meriti per interventi svolti dal CFS perché strettamente connessi al servizio di istituto come gli incendi boschivi. Oltre che proseguire le azioni con la capacità e la professionalità di sempre, è tempo, ora, di cu- rare anche l’immagine per creare la necessaria informazione dei cittadini intorno alle attività che l’Amministra- zione svolge nell’interesse del Paese. È questo il motivo della pubblicazione della rivista “Il Forestale” ed è anche un atto di fiducia per le sorti future del Corpo: uno strumento e luogo di comunicazione per diffondere gli impe- gni e le proposte rispetto ai problemi ambientali che sono stati sempre il principale campo di lavoro dei forestali anche quando la reale dimensione di queste problematiche non era ancora avvertita. Il CFS intende rivendicare questo ambito operativo, recuperando alla propria professionalità il controllo del territorio ad esso più congeniale come la montagna, gli spazi rurali, il bosco, i fiumi e i torrenti, le aree protette, la flora e la fauna che costituiscono gli elementi di eccellen- za dell’ambiente e che richiedono una cura ed una attenzione che possono essere date solo da coloro i quali questi valori conoscono ed a essi hanno dedicato la propria vita professionale: ne “Il Forestale” vogliamo raccontare anche questo. Giuseppe Di Croce Direttore Generale del Corpo forestale dello Stato Collaborazione con le associazioni ambientaliste N el panorama delle persone e degli enti preposti alla tutela della magnifica natura itali- ca, accanto alle associazioni ambientaliste e ai parchi nazionali, gioca un ruolo non secondario di tessuto connettivo il Corpo forestale dello Stato. Un insieme di uomini e di esperienze che, partendo da scopi più francamente di salvaguardia dei boschi e delle pendici ha - soprattutto attraverso la creazione e la gestione di riserve naturali - acquisito negli anni una dimensione più naturalistica e ambientalistica. La rete di riserve, la presenza nei CTA dei Parchi Nazionali, il controllo sul traffico di piante ed animali protetti dalla CITES ne fanno una struttura indispensabile che non può e non deve perdere la sua unitarietà, il suo spirito di corpo e la sua efficienza. Ed è per questo che la collaborazione tra le associazioni ambientaliste e i forestali deve, pur nelle rispettive competenze e nella doverosa dialettica, divenire sempre più stretta per salva- re il salvabile della nostra bella Italia. Fulco Pratesi Presidente del WWF Italia AGF N
  • 4. L a biodiversità in Europa e nel mondo è in serio pericolo. Molte aree naturali negli ul- timiannisonoandatedistrutteemol- te altre purtroppo scompariranno. Ecosistemi naturali di elevato valo- re e vulnerabilità quali le zone co- stiere, le aree marine, le zone umide, le foreste, le aree montane, i paesag- gi semi-naturali e le praterie sono gravementeminacciati.Eancorapiù minacciate sono le singole specie selvatiche di animali e vegetali. Il problemaèparticolarmentegravoso se si considera che questo processo sta viaggiando a grande velocità e sembra essere giunto ad un punto di non reversibilità. Dal 1990 al 1995 nel mondo si sono persi annualmente 11.269.000 ha di foreste (una superficie superiore al- l’intera superficie forestale italiana di circa 8.000.000 ha!). Tra le principali cause di perdita di biodiversità vanno ricordati la con- tinua distruzione e frammentazione degli habitat e il deterioramento del- la qualità ambientale dovuto essen- zialmente a politiche gestionali e di sviluppo inappropriate. Gli effetti vengonopoiamplificatidallapesan- te azione dell’inquinamento atmo- sferico e dai cambiamenti climatici su scala globale. Durante la Conferenza Ministeriale “UnAmbienteperl’Europa”tenuta- si a Sofia nel 1995 i partecipanti de- cisero di intraprendere al più presto una serie di azioni comuni a livello europeo per fermare e invertire il progressivo processo di distruzione dell’ambiente naturale. La strategia adottata fu chiamata “Strategia pan- europea per la biodiversità e la di- versità paesaggistica”. I principali elementi erano già stati individuati nelcorsodellaConferenza“Conser- vareilPatrimonioNaturaleEuropeo: Verso una Rete Ecologica Europea” tenutosi a Maastricht nel 1993. Du- rante questa Conferenza 267 parte- cipanti provenienti da 31 Stati euro- pei e 26 organizzazioni internazio- nalidenunciaronolagraveperditadi diversitàbiologicaepaesaggisticain Europa ed iniziarono ad individuare strategie comuni per fermare questo allarmante fenomeno. Chiaramente la “Strategia” adottata a Sofia e la sua applicazione a livel- lo pan-europeo, fornisce anche un’importante risposta regionale ai protocolli di attuazione della Con- venzione sulla Biodiversità (UN- CED, 1992). Nell’ambito della “Strategia”, la creazione di una rete ecologica pan- europea appare come un’azione te- matica prioritaria. Tale azione pre- vede che tutte le misure adottate nei diversi Stati europei volte a conser- varelespecie,learee,glihabitategli ecosistemidebbanoesserecombina- te sia a livello nazionale che interna- zionale e confluire nella creazione della suddetta rete ecologica. La creazione di una rete ecologica nazionale,attraversol’ampliamento e l’adeguamento di quelle già esi- stenti (quali ad esempio le Reti CO- RINE, BIOITALY, NATURA 2000) rientranelleattivitàprogrammatiche dell’Italia nel settore ambientale per i prossimi anni. Sullascortadeldibattitoavviatoali- vello internazionale, a seguito della Conferenza di Rio del 1992, si sono cominciate a delineare delle impor- tantistrategieoperative,destinatead avere serie ripercussioni anche sul settore forestale.Tra di esse va men- zionata l’introduzione dei “sistemi volontari per la certificazione am- bientale” il cui scopo ultimo è quel- lodistimolareun’utilizzazioneocu- LE RETI ECOLOGICHE I progetti strategici per impedire la crescente estinzione delle specie animali e vegetali presenti sul pianeta. Il ruolo di precursore svolto dalla Forestale. “INFRASTRUTTURE AMBIENTALI” Da un punto di vista strettamente biologico ed ecologico il concetto di “rete ecologica” nasce alla fine degli anni ottanta e a partire dagli anni novanta soprattutto in Nord America e nei Paesi del Nord e Centro Europa come una nuova proposta di gestione inte- grata del territorio che, attraverso la tutela degli habitat naturali, promuove la conservazione della biodiversità ai diversi livelli ai qua- li questa si esplica. Tale concetto affonda le radici nella disciplina della biologia popolazionistica e si basa sul principio, generalmente riconosciuto, se- condo cui una specie sia animale che vegetale per sopravvivere deve essere composta da un numero minimo di individui (minimum population size). Ciò significa, inoltre, che le specie per sopravvivere devono mantenere un certo numero di popolazioni e che de- ve essere possibile un certo numero di scambi tra queste popolazioni. Il fenomeno della frammentazione degli habitat naturali rappresenta una delle principali cause di perdita di biodiversità.Tale feno- meno, provocando delle profonde e spesso vaste fratture all’interno del territorio, comporta la segregazione delle popolazioni ani- mali e vegetali in vere e proprie isole (fenomeno della insularizzazione). La creazione di reti ecologiche organizzate in aree di rilevante valore naturalistico (core areas), corridoi ecologici (green ways), zo- ne cuscinetto (buffer zones) e aree nodali (key areas), costituiscono un valido ed efficace strumento di gestione del territorio e di conservazione del paesaggio forestale. Leretiecologiche,inoltre,possonorappresentareoggiunodeipochistrumentipraticabilipercontrastare,attraversoilcontenimento della frammentazione degli habitat e mediante la creazione di una vera e propria “infrastruttura ambientale”, il fenomeno dell’ero- sione genetica e forse l’ideale presupposto per conciliare le esigenze antropiche e la conservazione della biodiversità nell’ambito di ciò che è definito gestione sostenibile del territorio. 4 biodiversità
  • 5. latadellerisorseforestali,nelrispet- to dei principi generali della gestio- ne sostenibile. A tutt’oggi sono già state certificate in numerosi Paesi e anche in Italia, vaste superfici fore- stali (oltre 17 milioni di ettari in ba- se all’ultimo rapporto del Forest Stewardship Council). Lacertificazioneforestaleèdestina- ta a divenire un utile strumento per spingerelepopolazionilocaliaduti- lizzare i boschi cercando di garanti- relaconvenienzaeconomicaedilri- spetto della natura. Si tratta di due concetti conciliabili grazie alla defi- nizione di regole chiare e stringenti, sottopostearevisioniperiodicheper consentire un costante migliora- mento delle “performance” ambien- tali degli operatori forestali. La cer- tificazioneforestalepuò,quindi,co- stituire una garanzia importante per l’uso rispettoso del territorio, spe- cialmentenellezonecuscinettoenei corridoi ecologici, permettendo, inoltre, di avviare un processo vir- tuoso spingendo i consumatori a pri- vilegiare i prodotti forestali certifi- cati a discapito di quelli che non for- niscono adeguate garanzie sulla provenienza. Il prodotto forestale certificato, infatti, ha un maggiore “appeal” per il mercato e può soddi- sfare le richieste degli “eco-consu- matori” destinati a giocare un ruolo decisivo nei prossimi anni. Leretiecologichenaziona- lidicompetenzadelCorpo forestale dello Stato Se si considera il termine “rete eco- logica” secondo un’accezione più ampia, rispetto a quella coniata a li- vello internazionale (Bennett et al., 1991), appare corretto menzionare, oltre alla Rete delle Riserve Natura- li, anche la Rete di Conservazione delle Risorse Genetiche Forestali e laRetediMonitoraggiodeidannial- le foreste in relazione all’inquina- mento atmosferico. Rete delle Riserve Naturali Il Corpo forestale dello Stato attra- verso l’exAzienda di Stato delle Fo- reste Demaniali gestisce attualmen- te 130 Riserve Naturali distribuite su granpartedelterritorionazionaleper unasuperficietotaledipiùdi100.000 ha.IlC.F.S.amministrainoltreilPar- co nazionale del Circeo e il Parco na- zionale della Calabria. Questa rete di aree protette salva- guarda un patrimonio naturalistico e ambientale di inestimabile valore cheèriuscitoamantenerefinoadog- gi inalterata la propria valenza natu- ralisticagrazieallescelteoperatenel corso degli anni. Dagli anni ‘30 fino alla fine degli anni ‘70 il CFS è stato l’unico organismo pubblico impe- gnatoattivamentenellacostituzione di una rete di aree protette in Italia nonostante il forte aumento della pressione sull’ambiente naturale le- gato in quella fase storica allo svi- luppo economico e demografico. Tali scelte del Corpo, precorrendo i tempi, hanno permesso di comincia- re a mettere in pratica concetti come quello di “rete ecologica” che sol- tanto oggi sono diventati di comune acquisizione scientifica e culturale. Tale sforzo ha pertanto permesso all’Italia di garantire la conservazio- nediquegliambientinaturaliche,se- condo le definizioni adottate a livel- lo internazionale (Bennett, 1991), rispondono ai criteri identificativi delle “core areas”, elementi indi- spensabili per la predisposizione di un’efficacereteecologicanazionale. Si tratta di territori rappresentativi dell’habitat tipicodellarelativazona biogeografica di appartenenza, ca- ratterizzatiancoradaprocessiecolo- gicinaturali,conunaltogradodibio- diversità e con rilevante presenza di specie endemiche e minacciate. Rientrano in tale ambito le aree fon- damentali per i movimenti migratori e dispersivi delle specie animali. Atale proposito va sottolineato che i nuclei centrali e naturalisticamente piùinteressantidigranpartedegliat- tuali parchi nazionali e regionali so- no costituiti spesso dalle riserve na- turaliistituitedalCFS.Sipossonoci- tare le riserve della Val Grande e del Monte Mottac nell’oggi omonimo Parco Nazionale; quelle delle Alpi Bellunesi, del Casentino, del Parco Nazionale della Majella e del Parco del Gargano. In Calabria le riserve delParcoNazionaledelPollino,del- l’Aspromonte e nel neonato Parco dellaSila,inSardegnalariservadel- l’isola di Caprera nel Parco dell’Ar- cipelago della Maddalena. Essendo inoltre le riserve oggi in gran parte classificate «Zone di Pro- tezione Speciale» ai sensi della Di- rettiva Comunitaria 79/409/CEE ri- guardante la tutela degli uccelli e del loro habitat e/o «Siti di Importanza Comunitaria» ai sensi della Diretti- va 92/43/CEE relativa alla conser- vazione degli habitat naturali e se- minaturali e della flora e della fauna selvatiche, esse entreranno a far par- te della rete europea di aree protette denominata Natura 2000. In conformità al concetto di “core areas” nelle Riserve Naturali dello 5 biodiversità La Val Tovanella nel Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi Ag.ecologicaeforestaleCFS
  • 6. Stato sono rappresentati la maggior parte degli ambienti naturali dei si- stemi di paesaggio dell’Italia. Sulle Alpi, in aree come ad esempio la Riserva della Val Grande o le Ri- servedelleDolomitiBellunesi,lana- tura è stata risparmiata da quegli in- terventidistruttivi,inparticolarecol- legati allo sviluppo turistico delle zonemontane,chehannomanomes- so purtroppo molte vallate e rilievi. Nell’area della Valle Padana in par- ticolare l’agricoltura industriale e l’antropizzazioneconillorocapilla- re sfruttamento dei suoli e delle ri- sorsehannofinitoperrelegarelearee naturali in territori residuali e mar- ginali. Proprio tali zone rappresen- tano quindi testimonianze di fonda- mentale valore scientifico e conser- vazionistico. In tal senso le Riserve Naturali dello Stato della Val Pada- na costituiscono un patrimonio pre- zioso e insostituibile laddove hanno permesso la permanenza di entità animali e vegetali altrimenti desti- nate ad una sicura estinzione. Basta citare il caso del Bosco della Meso- la e del Bosco Fontana. L’ambienteappenninicoèrappresen- tato da una rete di riserve di impor- tanzanaturalisticainestimabileconla presenza dei più bei boschi montani dell’Italia peninsulare come le fag- gete di Sasso Fratino e dell’Abetone ogliecosistemi tutelatiinMolisenel- le Riserve di Collemeluccio e Colle di Mezzo che godono anche del rico- noscimento di riserva della biosfera programma dell’UNESCO. Nel sud d’Italia, dove si è sviluppata una maggiore attenzione verso le te- maticheambientali,leRiserveNatu- rali dello Stato costituiscono vere e proprieoasinaturali.Atitolodiesem- pio possono essere citate le foreste del Gargano e i boschi di pino laricio della Sila e dell’Aspromonte. Molte delle riserve presenti sull’Appenni- no sono anche famose per la tutela che garantiscono agli ambienti rupe- stri. In proposito si ricordino quelle della Pania di Corfino e dell’Orrido di Botri in Toscana, la riserva del MonteVelinoeleriservedellaMajel- la in Abruzzo, nonché quelle delle Gole del Raganello e della Valle del FiumeArgentino in Calabria. Si trat- ta di ambienti di basilare importanza perlaconservazionedellespecieani- mali e vegetali più rare d’Italia con particolareriferimentoallespecieen- demiche relitte sopravvissute in tali habitat esclusivamente per la loro inaccessibilità garantita appunto da forme di gestione orientate priorita- riamente alla tutela. Particolare importanza hanno le Ri- serve Naturali dello Stato per la con- servazione degli ambienti costieri e delle zone umide. Le zone litoranee sono tra quelle più minacciate in Ita- liaacausasoprattuttodellosviluppo edilizio, in particolare turistico, e dell’inquinamento.Alcunediqueste riserveinsistonosutrattidicostaan- coraincontaminatichesonostatisal- vati grazie alle assidue attività di vi- gilanza e tutela svolte, attività que- stesenzalequalioggimoltideinuovi parchi nazionali italiani non potreb- bero vantare le loro aree costiere più spettacolari e pregiate dal punto di vista naturalistico come quelle, del- l’Alto Adriatico, i litorali rocciosi dell’Isola di Montecristo e dell’Iso- la di Caprera, le dune di Lesina, del litorale pontino, di Metaponto, ecc. In questi ultimi casi va posto in evi- denza come l’opera di conservazio- ne non sia stata passiva ma abbia comportatoingentiinterventidicon- solidamento delle dune. Le zone umide infine rappresentano senzadubbiol’habitatpiùraroepre- ziosotutelatodalleRiserve.Delle14 aree protette che possono classifi- carsi nella loro interezza come zone umide 9 sono riconosciute d’impor- tanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar. Va rilevato tuttavia che molte riserve prevalen- temente forestali, come ad esempio il Bosco della Mesola o la Foresta di Sabaudia, presentano al loro interno ambientiumididiinestimabilevalo- re naturalistico in quanto relitti del- le grandi paludi andate perdute nel- le opere di bonifica ed antropizza- zione delle pianure. Le zone umide propriamentedettesonocostituiteda tratti fluviali con i loro bacini di espansione (ad esempio le riserve di Foce Reno e di Frattarolo), da lagu- ne salmastre costiere (come le Sac- che di Bellocchio sul Mar Adriatico o i laghi Pontini sul Mar Tirreno) o da saline (come Cervia, Tarquinia e Margherita di Savoia). L’importanza di queste aree protette nelquadrodellapredisposizionedel- laReteEcologicaNazionale,nonché nelcontestodellaconservazionedel- labiodiversità,ètestimoniatadaida- ti riguardanti le specie animali e ve- getali presenti e tutelate. Pur costituendo soltanto lo 0,33% dellasuperficiediterritorionaziona- le e circa il 5% di quella protetta, es- se ospitano quasi il 20% delle specie vegetaliconsiderateavarilivelliari- schio di conservazione in Italia. Tale dato è di grande importanza soprat- tutto dal punto di vista qualitativo trattandosi in molti casi di entità di eccezionale valore scientifico per la peculiarità delle loro caratteristiche genotipiche. Dal punto di vista fau- nistico il valore di queste aree pro- 6 biodiversità Riserva naturale orientata Isola di Caprera G. Castiglia - Ag. ecologica e forestale CFS
  • 7. tette è ancor più significativo e rico- nosciuto.Speciedimammiferid’im- portanzaprioritariaalivelloeuropeo sonopresentietraquestel’orso,illu- po, la lontra, lo stambecco, ecc. Per quantoriguardal’avifaunabastipen- sare che delle 88 specie considerate più a rischio in Italia ben 61, ovvero il70%,nidificanoall’internodelleri- serve. Il patrimonio naturale protet- to è ancora più notevole qualora infi- ne si prendano in considerazione an- che gli altri gruppi animali in molti casiancoranonesaurientementestu- diati e censiti. Rete di conservazione del germo- plasma forestale Il rischio di perdita di biodiversità connesso con l’erosione genetica specifica e intraspecifica è divenuto semprepiùelevatoacausadallacon- trazione degli areali di indigenato e distribuzione, causata dallo svilup- po urbano, dall’inquinamento e dai cambiamenti climatici su scala glo- bale. Il Corpo forestale dello Stato opera lasalvaguardiadelpatrimoniogene- tico forestale negli Stabilimenti di produzione Sementi Forestali della Gestione ex A.S.F.D. di Peri (VR) e Pieve S. Stefano (AR), attraverso la conservazione in situ ed ex situ del- le principali specie forestali, nonché di ecotipi locali e specie ad areale ri- stretto. Tale obiettivo viene perseguito at- traverso azioni, complementari tra loro, di conservazione in situ, trami- te la gestione di una rete di riserve biogenetiche rappresentate dai bo- schi da seme e da impianti speri- mentali e arboreti da seme, nonché da vere e proprie azioni di conserva- zione ex situ. Queste ultime consi- stononellaraccolta,nelladiffusione e nella conservazione del germopla- sma forestale sotto forma di semen- ti, talee, piante e tessuti in vitro. I materiali di propagazione prodotti in tali strutture hanno una destina- zione diversificata: rimboschimenti e ricostituzioni boschive, rinatura- lizzazione e riqualificazione flori- sticadiboschimonospecificie/ode- gradati e recupero di ambienti de- gradati finalizzato al ripristino del paesaggio naturale o urbano. La Gestione ex A.S.F.D. è, inoltre, impegnata attivamente nella clona- zione, sia in vivo che in vitro, di spe- cie forestali, sia arboree che arbusti- ve, finalizzata essenzialmente alla istituzione“deimaterialidibase”per la salvaguardia di specie ed ecotipi minacciati di estinzione. La produzione dei materiali di pro- pagazione è abbastanza differenzia- ta e comprende gran parte delle spe- cie appenniniche, sia arboree che ar- bustive, per un totale di circa 200 specie a Pieve e di circa 250 specie a Peri . I materiali di propagazione prodotti sono garantiti in rapporto alla loro origine e, se previsto, sono accom- pagnati dalle prescritte certificazio- niedalpassaporto.Ciòoffreagliuti- lizzatori la possibilità di un uso dif- ferenziato dei materiali e comunque più idoneo in relazione alle condi- zioni ecologiche delle zone di im- piego e alle finalità degli interventi. PartecipazionealProgrammapan- Europeo EUFORGEN L’Italia partecipa dal 1993, attraver- so la Direzione Generale delle Ri- sorse Forestali, Montane ed Idriche ed alcuni Istituti di Ricerca afferenti al MiPAF, al Programma pan-Euro- peo per la Conservazione delle Ri- sorse Genetiche Forestali (EUFOR- GEN) creato in attuazione della Ri- soluzione 2 della Conferenza Mini- steriale di Strasburgo sulla protezio- ne delle Foreste in Europa (1990) e a seguito degli impegni presi durante la seconda Conferenza Ministeriale tenutasi ad Helsinki nel 1993. Il Programma è basato sulla creazio- ne in Europa di 4 reti di conserva- zione del germoplasma forestale per le seguenti specie: Abete rosso (Pi- cea abies), Quercia da sughero (Quercus suber), Pioppo nero (Po- pulus nigra) e Latifoglie di pregio. Il Programma prevede che le reti debbano provvedere: a predisporre un inventario della situazione delle risorse genetiche delle specie sopra elencate, sviluppare una banca-dati europea, favorire lo scambio di informazioni tra i Paesi partecipanti al Programma, promuovere l’istitu- zione in ciascun Paese di speciali ri- serveperlaconservazionedellabio- diversitàgenetica,costituire,ovene- cessario, delle banche genetiche ex situ, mettere a punto delle appro- priate strategie di conservazione per le specie sopra elencate. LaReteNazionale (CONECOFOR) La Rete Nazionale Integrata per il Controllo degli Ecosistemi Foresta- li (CONECOFOR) è stata realizzata a partire dal 1995 dalla Direzione Generale delle Risorse Forestali, MontaneedIdriche,inattuazionedei Regolamenti Comunitari 3528/86, 1091/94 e 307/97. La Rete è costituita da 26 aree per- manenti, distribuite su tutto il terri- torionazionale, rappresentativedel- le principali biocenosi forestali (bo- schidifaggio,9aree;dicerro,5aree; di abete rosso, 5 aree; di leccio, 4 aree;dirovereofarnia,2aree;difag- gio e abete bianco, 1 area). Nelle aree, secondo diversi livelli di intensità,vengonoeffettuateindagi- ni scientifiche volte ad investigare i cambiamenti a livello strutturale e funzionale degli ecosistemi in rela- zione a possibili fonti di inquina- mento o ad altri fattori di perturba- zione su larga scala. Tali indagini comprendono la valu- tazione dello stato delle chiome de- glialberi,leanalisichimichedeisuo- li e delle foglie, le analisi delle de- posizioni atmosferiche, lo studio degli accrescimenti arborei, le inda- gini meteorologiche e lo studio del- la vegetazione arborea, arbustiva ed erbacea. GIUSEPPE DI CROCE Direttore generale del Corpo forestale dello Stato 7 biodiversità Una garzetta nel Parco Nazionale del Circeo
  • 8. U n quarto della popolazione mondialenonhaaccessoal- l’acqua potabile. Più della metà dell’umanità non è dotata di sistemi di trattamento con la con- seguenza che la cattiva qualità del- la risorsa e la mancanza di igiene diventano causa di malattie e di morte. Aumentailnumerodeicon- flitti per il controllo dei corsi d’ac- qua trasfontalieri. Le inondazioni e la siccità, la povertà, l’inquina- mento e l’assenza di infrastrutture pesano seriamente sullo sviluppo economico e sociale dei popoli, pregiudicanolasaluteumana,lasi- curezza alimentare mondiale e l’ambiente. A questi gravi problemi i governi di 140 Paesi hanno recentemente provatoadareconcreterisposteal- l’Aia, in occasione del 2° Forum Mondiale sull’acqua. Per assicurare la sicurezza dell’ac- qua nel XXI secolo è stato appro- vato un piano d’azione che dovrà far fronte a sette grandi sfide: 1) Soddisfare i bisogni fondamen- tali riconoscendo che l’accesso al- l’acqua potabile in quantità suffi- ciente e alla depurazione, sono ne- cessità umane fondamentali, es- senziali alla salute e al benessere. 2) Assicurarel’approvvigionamen- toalimentareinfavoredeipoveriat- traverso una ripartizione più equa della risorsa per la stessa produzio- ne alimentare. 3) Proteggere gli ecosistemi ricor- rendo a una gestione sostenibile delle risorse idriche. 4) Ripartire le risorse idriche attra- verso la cooperazione pacifica e lo sviluppo delle sinergie e la gestio- ne integrata dell’acqua all’interno del bacino idrografico. 5) Gestire i rischi per assicurare la protezione contro le inondazioni, la siccità, l’inquinamento ed altri rischi legati all’acqua. 6)Valorizzarelarisorsainmododa esaltare il suo valore economico. Coprireicostidigestioneattraver- so la tariffa affidando ai singoli Paesil’elaborazionedipolitichedi sostegno a favore delle classi più povere e disagiate. Promuovere lo sviluppodella“culturadell’acqua” a tutti i livelli. 7) Gestire le risorse idriche in mo- do responsabile assicurando la partecipazione di tutti i soggetti, promuovendo la trasparenza e la 8 ambiente LE SETTE SFIDE DELL’ACQUA Difendere l’ambiente significa anche proteggere la risorsa naturale più importante che merita una maggiore attenzione internazionale e scelte politiche globali. La cascata delle Marmore Ag.ecologicaeforestaleCFS
  • 9. 9 ambiente responsabilizzazione delle istitu- zioni. Sette enormi sfide, ma enormi so- no anche le opportunità di cui di- sponiamo. Il mondo offre innumerevoli, stra- ordinarie, efficaci esperienze e mezzi di ogni genere attraverso i qualièpossibilevincereognisfida. Maèindispensabilechel’impegno politico espresso si traduca in fatti concreti,dapartedituttiipaesi,so- prattutto di quelli che soffrono maggiormente della mancanza di acqua. C’è bisogno di lavorare as- sieme,disvilupparelacooperazio- ne, di scambiarsi le informazioni e diaiutarsivicendevolmenteperas- sicurare un avvenire sicuro e so- stenibile all’acqua nel mondo. Queste enormi sfide che quasi tutti i Paesi del Globo si sono impegna- ti a combattere e vincere, sono tali anche per noi. L’Italia è un paese che può vantare risorse abbondan- tidiacqua,machedevescontare un passato di frammentazioni e gravi ineffcienze gestionali. Per lungo tempo il settore dei servizi idrici si è dimostrato inadeguato ed ha so- stanzialmente fallito l’obiettivo di soddisfare la domanda sociale di acqua potabile nel meridione e af- frontare in maniera efficace i pro- blemi legati all’inquinamento idri- co nelle zone più industrializzate del nord, ben sapendo che solo la metà dei comuni italiani è dotata di impianti di depurazione. Allascarsezzadiacquanelmezzo- giorno,dovutasoprattuttoallaina- deguatezza delle infrastrutture, si contrappone in modo speculare, ma con effetti sostanzialmente op- posti, il territorio del nord, dove l’acqua,durantelestagionipiùpio- vose, non di rado diviene fonte di morte e distruzione. Le cause dei disastrichecolpisconol’interoter- ritorio nazionale hanno origini co- muni: l’edilizia selvaggia lungo i corsi d’acqua, l’improprio taglio dei boschi, il dissennato sfrutta- mento dei suoli. Questi sono solo alcuni dei principali fattori che hanno messo a dura prova l’inco- lumità di intere popolazione e la fragilità del nostro straordinario patrimonio strorico artistico. Da oltre sei anni è in vigore la leg- ge n. 36/94 (legge “Galli”) che si proponediavviareunaradicaletra- sformazione dei servizi idrici, che attraverso la gestione integrata del ciclo dell’acqua, mira, tra l’altro, adeliminareidescrittiproblemiat- traverso future gestioni impronta- te alla massima efficacia ed effi- cienza,almiglioramentodeiservi- zi,alraggiungimentodellamiglio- re qualità della risorsa, alla prote- zionedegliecosistemi,adunaequa distribuzione dell’acqua nel ri- spetto del principio di solidarietà. Possiamo dunque affermare di es- sere dotati di strumenti efficaci per affrontare con successo le sette sfi- de.Masitrattasolodiavernelapie- naconsapevolezza,cosanonfacile. C’èbisognodicompiereunsaltodi qualità, una svolta culturale che presuppone una conoscenza piena dei problemi e che dovrà consenti- re a tutti, gestori, amministratori pubblici, industriali, agricoltori e consumatori, di partecipare a ra- gion veduta e a pieno titolo al pro- cesso in atto. Tuttavia non sarà la mera applicazione della legge di riforma a prevalere sulle ineffi- cienze e consentirci così di vince- re le sfide. La gestione sostenibile dell’acqua necessita di una scelta. È vero che l’acquaèlavitamaèaltrettantove- ro che la vita dell’acqua è la prote- zione dell’ecosistema. Proteggen- do l’ambiente si protegge l’acqua. È su questo terreno che si gioca il futurodellapreziosarisorsa,unter- reno sul quale possono e devono giuocare tutti un ruolo essenziale anche promuovendo e sostenendo politiche di protezione ambientale efficaci e innovative. La creazione di parchi nazionali e regionali e aree protette in genera- le, sono fattori importanti che van- no in questa direzione. La armo- niosa coabitazione tra la foresta, l’allevamento e l’agricoltura è la soluzioneidealeperlaprevenzione degli incendi, per frenare le erosio- nieladesertificazionedeisuoli,per favorire la ricarica degli acquiferi. Dobbiamo sperare che il Paese in tutte le sue componenenti, inizi ad avere una diversa visione del pro- blema, che sta tutto nel saper pro- teggereegestire,concoerenzaein- telligenza, un grande e insostitui- bile patrimonio. WALTER MAZZITTI Presidente della Commissione interministeriale per la politica dell’acqua nel Mediterraneo Ag. ecologica e forestale CFS
  • 10. T utto cominciò, il 30 novem- bre 1962, quando l’allora Di- rettore generale del Corpo fo- restale dello Stato, Alberto Camaiti, con una diramazione generale dal ti- tolo“AnnualedifondazionedelCor- po forestale dello Stato” annunciava diaverpredispostounprovvedimen- to ministeriale con cui veniva rico- nosciuta, nella data del 1° dicembre 1833, la fondazione del Corpo. Ma era veramente questa la data del- la nascita del Corpo forestale dello Stato? Una ricerca approfondita sulla na- scita e sullo sviluppo dell’Ammini- strazione forestale in Italia, ha per- messo oggi di accertare, senza om- bra di dubbio, che esso è nato undici anni prima di quella data, precisa- mente il 15 ottobre 1822. “Abbiamo pure riputato convenien- te di creare un’Amministrazione per lacustodia,evigilanzade’boschi...” Questo brano è tratto dalle Regie Pa- tenti di Carlo Felice, del 15 ottobre 1822,sull’istituzionediun’Ammini- strazione forestale. Come mai i responsabili, della Dire- zione Generale dell’epoca, incorse- roinquestagrave“svista”inunama- teria, la nascita del Corpo, così im- portante? Cercando ora di appurare i motivi di un “lapsus” avvenuto 38 anni fa si vengono a porre lebasi,convalidatedapro- ve certe, sulla validità del- ladatadel1822comeanno di nascita del Corpo fore- stale dello Stato. Escludendo, che la scelta all’epoca fu dettata dalla “simpatia”versounsovra- no,CarloAlberto,promul- gatore dello Statuto, che non l’altro, Carlo Felice, despotaeliberticida,sipuò iniziareadesaminare,pun- to per punto, i fatti: 1) Nel 1962 si era a cono- scenza delle Regie Pa- tenti del 1822? 2) Seeranoconosciuteper qualimotivinonvenne- ro prese in considera- zione? Dopo una non facile inda- gine, dato il tempo passa- to, si è potuto appurare che: per il primo punto la risposta era af- fermativa. Per il secondo le motivazioni erano a sua volta essenzialmente due: 1) Le Regie Patenti del 1822 erano state considerate incomplete. 2) Le Regie Patenti del 1833 aveva- no abrogato quelle del 1822. Se apriamo una piccola parentesi, utile per i non addetti ai lavori, sulla composizione e l’applicazione delle RegiePatentinelRegnodiSardegna, si può affermare che il complesso le- gislativoeraformatodalleRegiePa- tentivereeproprieincuiilResupro- posta (nel nostro caso, del ministro dell’Azienda Economica dell’Inter- no da cui dipendeva all’epoca l’Am- ministrazione delle foreste), spiega- va le motivazioni per cui egli ema- nava quel provvedimento e nel contempoformulavalesuenuovedi- sposizioni. Seguiva,quasisempreallegato,ilre- golamento che era composto da vari articoli. In particolare un articolo, quello che riguardava la foggia dell’uniformi, demandavaladescrizionedellestes- se ad un apposito provvedimento a parte. Questo provvedimento, che in gene- re usciva dopo qualche mese, pren- deva il nome di Regio biglietto. Delle Regie Patenti del 1833 si ave- 10 storia e tradizioni UNDICI ANNI IN PIÙ Recenti e approfondite ricerche fissano in modo certo la data di nascita del Corpo nel 1822 Carlo Felice (1765-1831) Le prime uniformi for
  • 11. vano tutte e tre le componenti, di quelle del ‘22 solo le Regie Patenti. Delle altre componenti, neanche do- po scrupolose ricerche negli archivi dellaDirezioneenellabibliotecadel Ministero, ne fu trovata traccia. Perquestoeranostateconsiderateal- l’epoca incomplete? Contattato recentemente l’Archivio di Stato di Torino, depositario di tut- ti gli archivi del Regno di Sardegna, si è richiesta copia di tutta la docu- mentazione riguardante l’Ammini- strazione forestale dal 1822 al 1861. In questo modo, si è potuto venire in possessodimoltecopiedidocumenti chesipossonodefinireinteressantie fondamentali per le ricerche in cor- so; tra cui il regolamento del 1822 e il non meno importante Regio bi- glietto, sulle uniformi, datato 1823. Dopo anni di incertezze sull’argo- mentoèfinalmentecompletatalado- cumentazione, la quale prova che l’Amministrazione forestale nel ‘22 non è stata solo un’idea rimasta sul- la carta ma esisté e operò. Un’altra prova della continuità tra l’Amministrazionedel‘22 e quella del ‘33 è riportata in una lettera del 1834 di presentazionedapartedel- l’Intendente generale Ma- rone, del Regio biglietto sulle uniformi del 1834. L’intendente Marone, tra l’altro, richiama l’atten- zione degli ispettori sul ta- glio delle uniformi che “... è simile a quello stabilito durante il regolamento di ottobre 1822...”. Il punto sulla completezza era risolto. L’esame del secondo pun- to lasciava un po’sconcer- tati. Cosa vuol dire le Regie Pa- tenti del ‘33 avevano abro- gato quelle del ‘22. Quando si promulga una leggesuundeterminatoar- gomento, già regolato da unaprecedentelegge,ilnuovoprov- vedimento che si presume migliore delprimo,ovviamente,abrogailpre- cedente. Manonperquestolanuovaleggede- ve considerarsi la prima che tratta l’argomento, se così fosse l’Ammi- nistrazioneforestalesarebbenataso- lo il 12 marzo 1948, dopo la riforma repubblicana. Detto ciò, ci auguriamo che il pros- simo annuale di fondazione del Cor- po forestale dello Stato venga cele- brato il 15 ottobre 2000 e che si fe- steggino i suoi 178 anni di vita. CLAUDIO SANCHIOLI 11 storia e tradizioni RICERCA DI DOCUMENTI STORICI La Direzione Generale delle Risorse forestali, montane e idriche sta curando la realizzazione di un volume dedicato alla storia delle uniformi dell’Amministrazione forestale in Italia. È in corso il reperimento e la catalogazione di tutta la docu- mentazione e delle circolari relative al periodo di tempo che va dal 1822 ad oggi. Per facilitare ed integrare la ricerca (che ha dato finora buoni frutti) potrebbero essere particolarmente utili documenti (anche fotografici) o cimeli eventualmente in possesso sia degli uffici periferici del Corpo, sia di forestali in attività e in pen- sione o di loro familiari. Qualora gli interessati siano disposti a consentire la sola visione del materiale o eventualmente a devolvere all’Amministrazione quanto da loro conservato, sono pregati di contattare il dott. Nicolò GIORDANO (tel. 06.46.65.70.86, fax 06.47.46.416) o il per. sup. Claudio SANCHIOLI (tel. 06.46.65.70.72) presso la Divisione I della Direzione Generale. L’aiuto e la collaborazione di tutti potranno risultare molto importanti per conservare la memoria di quanti ci hanno prece- duto ed hanno reso un servizio allo Stato. Carlo Alberto (1798-1849) restali nazionali, 1862
  • 12. 12 a casa di... OTTIMA È LA MISURA Irrinunciabile amante delle comodità cittadine, lo scrittore partenopeo mette in guardia dai rischi dell’inquinamento e di uno sviluppo disordinato, propo- nendo di ricorrere alla sapienza degli antichi greci INCONTRO CON LUCIANO DE CRESCENZO Sei nato a Napoli nel sud Italia, ora che vivi pressocché al centro senti nostalgia della tua terra o ti senti spinto anco- ra più a nord? Io, caro Leonardo, ho provato sulla mia pelle il passaggio nord-sud. Ho lavorato fino a trent’anni a Napoli “in grazia di Dio”, poi un bel giorno la mia azienda ha chiesto il tresferi- mento a Milano. Il primo giorno piansi. Uscii la sera per an- dare a cena da solo in un ristorantino e quando ebbi cenato, mentre mi incamminavo verso casa, data la fitta nebbia, non trovaipiùilportone,mifermaiinunangolinoemimisiapian- gere.Maesistonodeivantaggiedeglisvantaggi,aNapolitut- ti si interessano di tutto, non puoi fare una cosa che imme- diatamente lo vengono a sapere, quindi la privacy non esiste. AMilano invece nessuno si interessa di nessuno, il mio vici- nodicasacheabitavasullostessopianerottoloungiornomorì senza farmelo sapere, morì nel week-end, io tornai e non lo vidi più per molti mesi; poi mi avvertirono. A Napoli il por- tiere mi avrebbe aspettato dalla mattina presto descrivendo- mi minuziosamente la morte del mio vicino, e parlandomene per settimane fino e che avrei dovuto dire basta per pietà. Diinterpretimodernidellafilosofiacenesonopochimaper nostra fortuna tu sei fra questi: come è cambiato il rappor- to fra uomo e natura nel corso della storia? Se debbo giudicare dalla lunghezza della vita è cambiato in meglio.All’epoca di Giulio Cesare la vita media era 24 anni, all’epoca di Dante Alighieri era 33, adesso siamo vicini agli 80, quindi evidentemente l’inquinamento fa bene. Lo so che stodicendoun’esagerazione,peròcertoècheoggisiviveme- glio, ma direi di più, siamo anche più belli. Ti vorrei mostra- re una foto del terzo liceo, noteresti subito come le mie com- pagne di classe erano bruttine, sciupate, antipatiche e anche malvestite.AdessoseandiamosottounliceoqualsiasidiRo- maesconodelleragazzebellissime,simpatiche,allegre.Vuoi vedere che sono i gas di scarico a renderle così belle? Ovvia- mente non è così, ma è la qualità della vita che è migliorata, si mangia meglio, si vive meglio, si sopporta meglio. Viva l’inquinamento! Gli italiani sono rispettosi del patrimonio ambientale? Assolutamente no. Uno dei peggiori mali della terra è l’im- mondizia. Ti parla un vecchio signore di 70 anni. Quando io ero ragazzo a Napoli l’operatore ecologico che allora chia- mavano affettuosamente monnezzaro (che è meglio), saliva per le scale e suonava alla porta per farsi consegnare la bu- stina. Che cosa era la mondezza negli anni 40 o 50? Era un sacchettino, pesava pochissimo e lui con un solo sacco pre- levava l’immondizia di un intero palazzo. Oggi quel sac- chettino fa ridere, ci sono i cassonetti e nessuno ti bussa alla porta,l’immondiziacistainvadendo,forsebisognerebbescri- vere un libro intitolato “De immondizia”. Chissà se ne usci- remo vivi! Questo secolo che è arrivato appartiene alle grandi metro- poli o alla provincia operosa? Drammaticamenteèpiùdellegrandimetropoli,iononmime- raviglierei se da qui a non so quanti anni Torino e Milano di- ventassero una sola città così come Napoli e Roma, perché a forza di costruire non ci sarà più un metro di campagna. Qualèiltuorapportoconlavitafuoridallacittà,tisentipiù cittadino o più campagnolo? Sono sicuramente più cittadino, anzi uomo di casa. Quando arriva agosto io non vado da nessuna parte, resto a casa mia, mi piace la casa con i miei libri, i miei video; della natura mi interesso poco, anche se sono molto rispettoso dell’ambien- te; non ho mai buttato un pezzo di carta a terra. Certo non so- no fissato come gli svizzeri. Recentemente ho visitato Ber- na, il mio giudizio è che Berna è grande il doppio del cimite- ro di Napoli ma ci si diverte la metà. Vuoi vedere che sia il rispettodell’ambientechefadiventareglisvizzericosìtristi? Meglio scappare. Il suo personale significato della parola sviluppo sostenibile. Figlio mio, il mio filosofo preferito si chiama Creobulo, vis- suto nel sesto secolo avanti Cristo, lui un giorno disse: “otti- ma è la misura”. Il problema è quello della misura, ognuno di noi si deve muovere, produrre e agitare entro un certo limite perché quando supera questo limite sicuramente invade il campo dell’altro, e allora so’guai! LEONARDO METALLI
  • 13. 13 pensieri e spensieri di Licia Colò Èl’alba di una giornata di sole. Non amo alzarmi presto ma di fronte alla luce del mattino mi rendo conto che nel mio quotidiano perdo qualcosa. La prossima volta, penso, dopo aver visto le previsioni, metterò la sveglia all’alba e andrò a vedere la nascita di un nuovo giorno al mare... Ennesima promessa mai mantenuta... La nostra meta non è una gita di piacere, ma è un piccolo viaggio di lavoro. Da Roma, raggiungiamo S. Felice Circeo, dove al porto ab- biamo appuntamento con alcuni Forestali che ci devono accompagnare all’isola di Zannone. In tanti anni di viaggi attorno al mondo è la prima volta che ho la possibilità di visitare quest’isola che pochi cono- scono. È novembre avanzato, ma la giornata è di quelle primaverili. Il mare è un olio e la visibilità è al massimo di ciò che possiamo immaginare. Zannone, Ponza e Palmarola sono li, ad un palmo di mano, ma in realtà per arri- vare impieghiamo circa un’ora. Il mare è traspa- rente come quello delle fotografie delle riviste turistiche che, inevitabil- mente, ci fanno sognare. L’approdo è il disegno di un luogo protagonista del nostro immaginario... pratica- mente non c’è... Ad accoglierci altri due Forestali che in questo periodo sono di turno. Discosta, sulla destra dell’approdo c’è una peschiera romana, ancora perfettamente conser- vata, ma le nostre mete sono la vetta dell’isola, l’antico monastero abbandonato e, possibilmente, l’incontro con gli altri abitanti che mi risultano essere un gruppo di mufloni, due asinelli e diverse specie di uccelli. Il profumo della vegetazione ci inebria e, alla fine, dopo una lunga salita, arriviamo a quella che viene chiamata semplicemente la casa, un edificio simile ad un casale costruito vicino ai resti del monastero. Qui ci fermiamo a fare delle splendide riprese e ognuno di noi, in autonomia, inizia a sognare. È possibile che un viaggio ti faccia riflettere sul significato del nostro quotidiano? Normalmente non noto neanche... la macchina, il traffico, lo smog, il telefono cellulare. Sono entrati di diritto nella nostra vita, e senza farsene accorgere ce la stanno portando via... Tutto ciò non significa andare contro le tecnologie, anzi, è la necessità di utilizzare al meglio tutte le nostre conoscenze senza diventare schiavi. “Grazie,” risponde Carlo, “ma non abbiamo tempo, dobbia- mo finire di ‘girare’ se no va giù il sole...” A proposito di questo, nelle mie riflessioni stavo dimenti- cando l’orologio, un altro oggetto di culto di cui pochi rie- scono a fare a meno. Gli si dà tale importanza che ne sono stati costruiti di tutti i tipi, anche di grande valore, renden- doli gioielli da milioni, il tutto per ricordarci che dobbiamo correre per perdere meno momenti possibili, ma intanto sono già passati... Non so dire se sia la saggezza che ogni volta credo di acquistare o il semplice languorino che ho allo stomaco a farmi intercedere per la pausa spaghetti, sta di fatto che dopo qualche resistenza riesco a convincere tutti. A tavola si parla della vita, di viaggi, di lavoro, le solite cose insomma, si parla dell’im- portanza della tutela della natura in un paese dove o si è ambientali- sti o menefreghisti e, personal- mente, credo che la bilancia penda decisamente a favore della seconda categoria... Ciò che viene chiaramen- te fuori dalle nostre chiacchiere è che queste persone ci credono, cre- dono davvero in quello che fanno, difendono l’in- tegrità dei parchi nazionali e forse, solo per ospitalità accettano anche qualche mia obiezione. - È giusto proteggere la natura segre- gandola in spazi totalmente protetti? Per farla amare, non sarebbe meglio farla cono- scere, farne imparare il valore anche attraverso un equili- brato sfruttamento? - Il dialogo è molto gradevole, ma a causa dell’orologio è destinato inevitabilmente a naufragare prima di riuscire a definire “l’equilibrato sfruttamento”... Alzandoci da tavola la promessa è quella di ritornare, ma- gari in primavera e magari per qualche giorno. (Ennesima promessa che dubito riuscirò a mantenere). Ma credetemi, mi piacerebbe proprio farlo, tornare lì, su quell’isola, senza l’orologio, magari senza il telefonino, oppure, se proprio non ne posso fare a meno, con il com- promesso di tenerlo spento... Mi piacerebbe continuare a sognare ad occhi aperti la possibilità di riprendermi la mia vita... SOGNO D’AUTUNNONella serenità di un tramonto sull’isola pontina è ancora possibile ritrovare se stessi VIAGGIO A ZANNONE Archivio fotografico Parco Naz. Circeo
  • 14. 14 aree protette SUL VELINO TORNANO I GRIFONI Alla scoperta del massiccio abruzzese dove, all’interno della Riserva naturale dello Stato, dopo due secoli di assenza sono tornati a volteggiare gli immensi avvoltoi L’OPERA DI REINTRODUZIONE DELLA FORESTALE D ’inverno le grandi montagne d’Abruzzo si af- faccianosulcentrodiRoma.BastasalirealGia- nicolo in una giornata serena per notare un triangolo bian- cochefacapoli- no alle spalle dell’altare della Patria. E’ la ci- ma del Velino, la terza per quo- ta dell’intero A p p e n n i n o . Un’immagine che sembra av- vicinare la me- tropoli alla na- tura e alle mon- tagne. Ancora più im- ponente il Veli- no appare a chi percorre la con- ca del Fucino, occupata in passato dal più grande lago d’Abruzzo. Rocciosa d’estate, la montagna si trasforma d’inverno in una piramide che la neve e il ghiaccio rendono an- cora più vistosa. Una piramide a più punte, dato che al- lacimapiùaltasiaffaccianoilPizzoCaforniaeilMon- te Sevice. Oggi, le autostrade che s’intersecano ai suoi piedi ren- donoilVelinounadellepiùfrequentatemontagned’A- bruzzo. Il versante settentrionale, più dolce, digrada verso l’Altopiano delle Rocche con pianori e faggete e offre gli itinerari più piacevoli per i camminatori, che possono ammirare all’inizio dell’estate le ricche fiori- ture che colorano i ghiaioni e i pascoli. Più aspra ma altrettanto affascinante, la Valle di Teve segnailconfineconilLazioeoffreunitinerariopiùlun- go,aipiedidellamuragliacalcareadelMuroLungo.L’i- nizio della forra è rivestito da lecci. Più avanti, per ore, si cammina a piena immersione tra i faggi. Verso il Fucino l’ambiente è completamente diverso. Spogli di vegetazione d’alto fusto, interrotti da mode- ste pareti di roccia, i pendii di erba e ghiaie del Velino, del Cafornia e del Sevice si alzano ripidi per i 1500 e più metri di dislivello che separano le cime da Massa d’Albe e Rosciolo. Esposti in pieno al sole, questi pendii sono molto caldi in estate, e consentono d’inverno facili ma spettacola- ri itinerari con picozza e ramponi. Partire dal Fucino in IL PROGETTO SI ALLARGA Diciassette grifoni provenienti dalle province spagnole dell’Extremadura e dal- la Castilla-La Mancha volteggiano sui cieli di Scanno, un paesino ai confini del Parco Nazionale d’Abruzzo. Continua in questo modo l’operazione di reintro- duzione di questo enorme avvoltoio avviata dal Corpo forestale dello Stato nel 1993 nella Riserva Naturale dello Stato del Monte Velino dove vivono in libertà più di 50 esemplari che hanno ricolonizzato l’ambiente appenninico. Per ospi- tare gli ultimi arrivati sono state realizzate due capaci voliere circondate da un’ampia recinzione che ha lo sco- po di evitare vicinanze pericolose con cani randagi, altri animali e curiosi troppo invadenti. Gli uccelli giunti lo scorso dicembre direttamente dalla Spagna, dopo un periodo di ambientamento, sono stati liberati il loco uti- lizzando le stesse tecniche già collaudate sulVelino.Sarà particolarmente importante studiare sul piano scien- tifico le interazioni tra il nucleo già consolidato del Velino e la nuova colonia di Scanno che dista circa 50 chi- lometri in linea d’aria dalla prima. Ancor più rilievo assume l’operazione di reintroduzione di questi uccelli se si pensa che il grifone era praticamente scomparso dall’Italia peninsulare da circa 200 anni. Un grifone nei recinti del Corpo forestale S.ARDITOS.ARDITO
  • 15. 15 aree protette IL VELINO IN PRATICA • La Riserva Naturale Monte Velino si raggiunge comodamente da Magliano de’Marsi (dov’è il Centro Visi- tatori) e dall’omonimo casello dell’ A25. A piedi si può arrivare anche da Forme, da Cartore o dal Piano di Pezza. • La zona pedemontana può essere visitata tutto l’anno, gli itinerari per la cima sono privi di neve e di diffi- coltà da maggio a ottobre. L’accesso alla Valle Majelama e alla Valle di Teve è vietato da gennaio alla pri- mavera. • Informazioni sulla Riserva possono essere richieste al Comando stazione forestale di Magliano de’ Mar- si/bis - tel.e fax 0863.517297.- Ufficio Foreste Demaniali Castel di Sangro - tel.0864.845938.Per le escur- sioni sono utili la guida A piedi sul Sirente Velino (Edizioni Iter, 1994) e la carta Velino-Sirente edita dal Club Alpino Italiano. unagiornatadinebbia,salireperunaodueorenellaca- ligine, e poi sbucare sui nevai inondati di sole che con- ducono alla cima è una delle emozioni più belle del- l’Appennino invernale. Chi non vuole sobbarcarsi questa fatica può cimentar- si in una comoda passeggiata sulle strade sterrate che collegano Massa d’Albe con Fonte Canale e Rosciolo, o ammirare il massiccio dal Faro e dall’Anfiteatro di Alba Fucens, la più famosa città antica della Marsica. Ma il Velino non è soltanto una mèta o uno sfondo per escursioniescampagnate.Ilmassiccio,negliultimian- ni, è stato teatro di un paziente lavoro di restauro am- bientale compiuto dal Corpo forestale dello Stato. Ri- sale al 1987, infatti, l’istituzione da parte del neonato Ministero per l’Ambiente (all’epoca gestito da un fo- restale “doc” come Mario Pavan) della Riserva Natu- rale Monte Velino che si estende su 3.550 ettari. Ilprimoscopodell’areaprotettaeradi bloccareildegradodelmassiccio,mi- nacciatodallafuniviacheavrebbedo- vuto collegare Forme con le piste del- la Magnola. Fin dall’istituzione della Riserva, però, sono state avviate ini- ziative a difesa degli animali e delle piante. Dopoaverlimitatol’accessonellezo- nedinidificazionedell’aquila(laVal- le Maielama e la Valle di Teve), alcu- ni sentieri sono stati chiusi per limita- re i danni alla delicata flora dei ghiaioni.Poisièprovvedutoallarein- troduzione del cervo, la cui consi- stenzasfioraoggiilcentinaiodiesem- plari. A partire dal 1993, invece, è stato in- trodotto sul Velino il grifone. Diffuso cento anni fa su tutte le sponde del Mediterraneo, que- stomagnificoavvoltoioèdiventatosemprepiùraronel Novecento, ed è oggi presente in Spagna, in Croazia e in Grecia. In Italia gli ultimi nuclei autoctoni sono con- centrati nel nord-ovest della Sardegna, tra Bosa e Ca- po Caccia. Dopo un periodo di acclimatazione in voliera, i primi uccelli sono stati liberati nel 1994. Oggi i grifoni che nidificano sulle rocce del Muro Lungo e del Velino so- nounacinquantina.Avvistarlièfacile,nelleorepiùcal- dedelgiorno,datuttiisentieridell’areaprotetta.Aipie- di della montagna, il nuovo Centro Visitatori dell’area protetta consente di saperne di più sul grifone e sulla natura della terza montagna d’Abruzzo. STEFANO ARDITO Escursionista sul Velino S.ARDITO
  • 16. 16 viaggi e avventura I BOSCHI DELLA “SERENISSIMA” Emozionante itinerario nelle maestose foreste delle Alpi orientali dove natura e uomini convivono da millenni in un perfetto equilibrio. Un’importante attività di gestione e tutela: dai “Capitani della Foresta” all’azione del Corpo forestale H o visto le più grandi foreste del mondo. Le ho viste bruciare, le ho viste devastare con mezzi d’inaudita potenza. Ma le ho anche viste sopravvivere all’assalto insensato dell’uomo; ho attra- versato in America e in Europa decine di chilometri e sorvolato centinaia di miglia di verde fitto, di tronchi svettanti, in mondi vegetali ancora intatti. Insomma ho visto gloria e ferite dei colossi vegetali. In Amazzonia, in Indonesia, nelle Alpi, in Congo, in Alaska, in Siberia. Viaggi che ripeto da tempo, per il mio lavoro; e ne rife- rirò nelle pagine di questa Rivista, con la mia testimo- nianza e le immagini che la documentano. La più recente esperienza è ai confini orien- tali del mondo alpino, dove natura e uomini convivono da millenni. Qui - come in molte aree di montagna - gli anziani sono l’immagine sopravvissuta di una vita arcaica, difficile. Un contrasto con i centri dove, tra valli e cime il turismo si svi- luppa e a volte anche troppo. Ma dove radici antiche sopravvivono. Dove le foreste sono state un mare che ha protetto isole dove ho conosciuto comunità fedeli a loro stesse. Tra le tante prove di questo reciproco rap- porto di difesa (l’uomo ha difeso la foresta; la foresta ha difeso l’uomo) m’hanno affasci- nato i boschi-antivalanga. Nel rapporto remoto e forte tra uomo e alberi, non cono- scevo l’esistenza di questa tradizione; sono stato guidato a prenderne conoscenza con una visita ai pendii ripidi che sovrastano il piccolo paese di Cleulis, nella Carnia. Sono boschi piantati artificialmente circa trecento anni orsono; (età calcolabile, con l’aiuto di un esperto, dalla base di tronchi fitti e saldi). Per arrestare una eventuale caduta di neve accumulata, i boschi antivalanga furono disposti fittamente, e là sono cresciuti sulle pendici sovrastanti paesi a fondo valle. E’ proibito qualsiasi intervento dell’uomo; vie- tata persino la raccolta delle foglie per farne strame. Parte del patrimonio verde disteso nelle valli Carniche e nelle Giulie, appartiene ai Comuni; e parte a “Consorzi”, le cui origini risalgono al 1583 quando la Repubblica Veneta, nelle zone sotto suo dominio, Ag.ecologicaeforestaleCFS Le svettanti foreste nelle Alpi orientali
  • 17. 17 “bandì” trenta vasti boschi per uso proprio. Ricordano il dominio della Serenissima, i suoi simboli; e indirettamen- te lo ricorda anche lo stile di taluni edifici, là dove le aree verdi confinavano con le residenze di chi sorvegliava e amministrava. E curava la raccolta del legname per la “Serenissima”. Venezia, era una città affamata di legno. Indispensabile non solo per alimentare i suoi mille camini e per l’utilizzo (in numero cal- colato in oltre sei milioni) come palafitte, indispensabili sostegni di case, palazzi, chiese poggiati sulle acque. Ancor più affamato era il suo Arsenale ove si rinnovava la flotta del Doge. Si chiamavano “da remi” i boschi dai tron- chi alti, perfettamente dritti, i più desi- derati dai mastri d’ascia. Ora, da tempo non più tagliati, in tutta la Carnia e in parte del Veneto alpino, sono i più alti e svettanti, nelle aree verdi. Protetti e saldi contro il cielo, sembrano ancora attendere l’aprirsi di vele, al vento di mari lontani. La foresta di Tarvisio, nelle Alpi Giulie, è la più vasta d’Italia: 20.000 ettari protetti, tra le valli a corona attorno ai Jôf, le cime, così chia- mate lassù. Vanta un’area di “pecceta primaria”, ovvero un bosco primordiale; selva antica nata dalla fine delle ultime glaciazioni cento e più secoli fa. Da allora a oggi cresce fitta di abeti, di faggi, di pini e larici, di ontani, di frassini, di aceri e forma una massa di oltre tre milioni di alberi adulti. Intensamente verde d’estate, magicamente bianca d’inverno. Scenario perfetto per attori inquieti quali sono camosci e cervi; di rado, gli stambecchi; e dove comincia a esser segnalato l’incontro con l’orso. Di casa è l’aquila, nelle aree più alte: nidifica a primavera e cresce di numero, ogni anno. A quote più basse il picchio, costruisce i suoi nidi nei tronchi degli alberi (e questo lo fa - più d’ogni altro - meritevole dello status di inquilino onorario di ogni bosco). Attore vanitoso, nella sua acconciatura è il mitico gallo cedrone. Vero protagonista, qui; tanto da esser assunto a simbolo della Foresta di Tarvisio. Una “popolazione” vegetale e animale sulla quale vigila in ogni stagione il Corpo forestale regionale, al quale è affidata la tutela dell’intero patrimonio ambientale assie- me al Corpo forestale dello Stato. Un altro luogo che mi ha incantato per la sua purezza è la Val Visdende, nelle Alpi Venete. Anche qui si preserva la natura di una antica foresta alpina consentendo solo una discreta presenza dell’uomo; nella foresta di Somadìda, il Corpo forestale si impegna nel ripopolamento di territori che erano stati devastati, resi deserti dalla caccia. “Protezionismo” attento, cui si deve la riapparizione (dopo 155 anni!) della lynx -lynx, la lince euroasiatica. È stato un incontro rarissimo quello che con molta fortuna siamo riusciti a vivere con l’aiuto dei “forestali” del posto. Il cervo, a branchi, l’ho visto pascolare in diverse aree protette; soprattutto nelle faggete del Cansiglio. Anche qui crescono alberi dal tronco perfetto che Venezia privi- legiava per attrezzare la sua flotta; lo provano cippi lapi- dei di confine, sopravvissuti segni dell’antico dominio dei Dogi. Trovarseli di fronte, nei boschi, con le date e i nomi dei “Capitani della Foresta” ben incisi e leggibili, è un’emozione. Una delle tante che si vive in questo cuore verde delle Alpi orientali. Sono passati duecento e più anni, ma scolpiti nella pietra, i nomi sembrano ancora vigilare sul patrimonio prezioso che fu della Serenissima. FOLCO QUILICI viaggi e avventura F.DRAGO-Ag.ecologicaeforestaleCFS La foresta di Tarvisio in inverno
  • 18. 18 vita del corpo Questa rubrica è a disposizione di tutte le strutture del Corpo. Chiunque volesse inviare notizie, fotografie ecc. può scrivere a: Il Forestale - Via G. Carducci, 5 - 00187 Roma - Tel. 06.4665.7062 Fax 06.48904001 - e-mail: ilforestale@corpoforestale.it A fine stagione è tempo di bilanci per il Centro Sportivo del Corpo forestale dello Stato che si è particolarmente distinto negli sport invernali. Grossi risultati per l’Ag. Stefania Belmondo che, nonostante le non per- fette condizioni di forma, si è aggiu- dicata due medaglie d’oro, tre d’ar- gento in altrettante gare di Coppa del mondo. Nei Campionati italiani di sci fondo ha vinto la medaglia d’oro nelle gare 5 e 15 km tecnica classica e 10 km ad inseguimento. Ottima sta- gione per l’Ag. Fabio May che ha conquistato una medaglia d’oro ed una d’argento in Coppa del mondo ed una d’oro nella 10 km ai Campionati italiani e da parte dell’Ag. Sc. Fulvio Valbusa che dopo aver conquistato la medaglia d’oro nei Campionati italia- ni tecnica libera è riuscito ad aggiudi- carsi la più prestigiosa e spettacolare gara della “marcialonga” che si svol- ge nelle Valli di Fiemme e Fassa. Eccellenti prestazioni per il pattinag- gio su ghiaccio da parte dell’Ag. Roberto Sighel e di Maurizio Carnino che ha conquistato la medaglia di bronzo nei Campionati mondiali di Short Track svoltisi in Olanda. Stupenda doppia affermazione della più grande fiorettista italiana l’Ag. Giovanna Trillini in Coppa del mon- do che le sono valse il vertice della classifica generale. Nell’atletica legge- ra dobbiamo registrare il titolo italiano conquistato dall’Ag. Patrizia Spuri nei mt 800 Indoor e la prestigiosa vittoria nella Coppa Europa di marcia della squadra Forestale composta dalle Agenti Elisabetta Perrone, Cristiana Pellino, Gisella Orsini ed Emanuela Perilli, completata dall’oro individuale conquistato da Elisabetta Perrone e dall’argento di Cristiana Pellino. Chiudiamo questa breve carrellata di vittorie con l’oro a squadre conqui- stato nella prima prova di Coppa del mondo specialità doble trap da parte dell’Ag. Sc. Emanuele Bernasconi che ha vinto individualmente la medaglia di bronzo con punti 182 su 200 a soli 2 punti dall’oro. Ad inizio febbraio una pattuglia di forestali ha intercettato un gruppo di 53 Kosovari sul litorale di Vieste (FG). Gli slavi, tra cui 23 bambini e una donna incinta, erano stati abban- donati nella notte nei pressi di alcuni costoni rocciosi che avevano dovuto raggiungere a nuoto. Gli uomini della Forestale del Coordinamento provin- ciale di Foggia li hanno rifocillati con viveri, coperte e vestiti asciutti. I Kosovari sono stati, poi trasferiti presso il centro di accoglienza di Foggia, ad eccezione della donna incinta, trasportata in ospedale per accertarne lo stato di salute. All’internodellariservanaturalestata- le Saline di Margherita di Savoia (FG)enell’ambitodelleattivitàdicon- trollo del territorio ai fini della preven- zione e repressione dei reati ambienta- li, il nucleo operativo di polizia fore- stale ha intercettato diversi contrab- bandieri intenti a trasbordare volumi- nosi cartoni di sigarette da un gommo- ne su autocarri e furgoni blindati. Men- trealcuniriuscivanoadileguarsi,quat- tro di loro sono stati fermati: di questi, due sono stati arrestati e due sono stati denunciati a piede libero. In totale so- no stati sequestrati un gommone, un furgone blindato, un autocarro, una ra- dio rice-trasmittente, nonché più di 3,5 tonnellate di sigarette, per un valore complessivo di un miliardo di lire. Duranteunaoperazionedian- tibracconaggio nell’agro del comune di Somma Vesuvia- na (NA) l’agente forestale Giuseppe Buonopane è stato ferito al volto da colpi di fuci- le. Questi i fatti. A seguito di una telefonata anonima che segnalavalapresenzadibrac- conieri nella suindicata loca- lità, partiva dal Coordina- mento territoriale per l’Am- biente del Parco Nazionale del Vesuvio la pattuglia con dueforestaliche,giuntisulposto,sen- tivano alcuni spari di arma da fuoco. Avvicinatasi alla zona di provenienza deicolpi,lapattugliaconstatavalapre- senza di due persone di cui una arma- ta. Mentre il capopattuglia era intento ad identificare la persona non armata, l’agente Buonopane rincorreva quella armatachenelfrattemposieradataal- la fuga. Durante l’inseguimento, il bracconiere si girava ed esplodeva di- versi colpi di fucile ai quali il foresta- lerispondevaconl’armadiordinanza. Nel conflitto il Buonopane rimaneva feritoalvolto;nelcontempol’Isp.Da- miano accorrso in aiuto del collega, riusciva ad arrestare i due bracconieri, SPORT CLANDESTINI CONTRABBANDO CONFLITTO A FUOCO
  • 19. che venivano poi tradotti nelle carceri di Poggioreale da altre pattuglie della Forestale intervenute sul posto. Sessanta studenti universitari, che hanno frequentato un apposito corso di formazione organizzato dal Corpo forestale dello Stato, saranno ricevuti dal Presidente della Repubblica in oc- casione di una manifestazione che si svolgerà nella tenuta di Castelporzia- noil16giugno.Scopodiquestoprimo corso è quello di sensibilizzare i gio- vani alle tematiche ambientali in ge- nere e fornire i contenuti basilari nel- l’ambito della pianificazione finaliz- zata alla prevenzione e lotta agli incendi boschivi. Le giovani sentinel- le del bosco accompagneranno il Cen- tro mobile di divulgazione agricola e forestale in partenza per un tour che questa estate toccherà i luoghi di vil- leggiaturapiùsensibilidalpuntodivi- sta ambientale e maggiormente a ri- schio di incendi boschivi. In ogni lo- calitàvisitataigiovanivolontariprov- vederanno a distribuire materiale di- vulgativo suggerendo norme di com- portamento per prevenire gli incendi. L’iniziativa si svolge a complemento del Convegno dal titolo: “Un proget- to globale per la difesa e lo sviluppo del verde” al quale parteciperanno i Ministri per le politiche agricole e fo- restali, dell’ambiente, della pubblica istruzione, il Presidente della Consul- ta nazionale per le foreste e il legno e il Presidente della conferenza dei pre- sidenti delle regioni. Èstataresapubblicalagraduatoriade- gli idonei al Concorso per 1.600 allie- viagentidelCorpoforestaledelloSta- to, indetto nel 1997. L’elenco comple- to è disponibile sul sito internet del Corpo:www.corpoforestale.it.L’ini- zio del corso è previsto per il mese di luglio.Altreinformazionipressol’Uf- ficio concorsi tel. 06-46657141-2. Ancheperillegnamecomepericibide- ve essere possibile stabilirne la prove- nienza. Lo ha proposto il Ministro delle politiche agricole e forestali Pecoraro Scanio intervenendo al CNELnel corso di un convegno sulla politica forestale italiana: “È un sistema - ha detto il Mi- nistro - di tutela dal disboscamento sel- vaggio di molti paesi del terzo mondo che rientra nella logica del commercio equoesolidaleecheconsentirebbediri- lanciareconforzal’industriaitalianadel legno”. Circa la situazione delle foreste italiane il Ministro ha annunciato che si parlerà di sviluppo della forestazione nella imminente legge di modernizza- zione e orientamento dell’agricoltura e nel prossimo documento di program- mazione economica. In questo contesto di riforma si dovrà eliminare l’equivo- co che l’attività produttiva nel settore delle foreste sia antiambientale. “Sare- mo rigidissimi - ha avvertito - contro i disboscamenti selvaggi che danneggia- nol’equilibrioidrogeologicomentrein- centiveremo l’attività intelligente, so- stenibile ed ecocompatibile.” Pecoraro Scaniohainfineribaditoilsuoimpegno per la permanenza dell’unitarietà del Corpo forestale dello Stato “attraverso un confronto positivo con le regioni”. Lieto fine per 116 cavalli ed un mulo dell’Esercito che, dopo anni di onora- ta carriera al servizio della Patria, ri- schiavano di finire al macello. Grazie al deciso intervento del Ministro delle politiche agricole e forestali Pecoraro Scanio, è stato raggiunto un accordo con il Ministero della Difesa che pre- vede la rinuncia da parte dell’Esercito alle aste. Gli anziani quadrupedi ver- ranno messi a disposizione del Corpo forestale dello Stato che si è impegna- to a garantirgli una serena pensione. IlGruppoDonatoridiSanguedelCor- po forestale dello Stato si è costituito volontariamente nel 1977 presso l’O- spedale pediatrico Bambin Gesù di Roma.Attualmenteècompostodacir- ca 250 donatori che contribuiscono a raccogliere annualmente oltre 100 li- tri di sangue. Un grande slancio di ge- nerosità che è stato più volte confer- mato attraverso numerosi riconosci- menti ufficiali. L’invito per tutti co- lorochefosserointe- ressati a contribuire a questa iniziativa è quellodicontattareil Capo Gruppo Dona- tori di sangue CFS SalvatoreGiaquinta, tel. 06/4461917. Centri trasfusione sangue P.zza Sant’Onofrio, 4 00165 ROMA Via Torre di Palidoro 00050 Palidoro (RM) Lungomare G. Marconi, 36 00058 S. Marinella (RM) Arrivano circa 1 miliardo e 700 milio- ni di lire per la conservazione dell’or- so bruno marsicano. La somma è stata stanziata dal Cipe a favore del Corpo forestale dello Stato. Se ne è parlato in unaffollatoConvegnodaltitolo“Con- servazione dell’Orso Bruno” svoltosi aRoccarasoil18febbraioscorso.L’in- controèstatoorganizzatodall’Ufficio delle Foreste Demaniali di Castel di Sangro da anni in prima linea nel pro- getto LIFE a tutela dell’orso nell’ap- pennino centrale, soprattutto nella zo- na dell’alto Sangro e del Monte Gen- zana.NelcorsodelConvegnoèemersa la necessità di attivare un coordina- mento fra tutti gli enti che a vario tito- lo sono preposti alla tutela e alla con- servazione dell’orso e del suo habitat. Il Corpo forestale dello Stato si farà promotorediquestainiziativadicoor- dinamento in parte già esistente con il Parco del Sirente-Velino. Quantiorsivivonorealmentenell’Ap- pennino tra l’Umbria, il Lazio, l’A- bruzzo e il Molise? Hanno abbastanza cibo e spazio? La bassa variabilità ge- netica che limiti pone alla sua conser- vazione? Quali sono le forme di eco- nomia compatibile con la tutela del- l’ambiente naturale? Queste alcune delle importanti domande alle quali il Convegno ha cercato di dare risposte scientificamente valide e per certi aspetti innovative. Tra i temi affronta- ti anche l’utilizzo economico del bo- sco, la tutela della biodiversità e il ri- schio sanitario legato al pericolo bru- cellosi. SENTINELLE DEL BOSCO ARRIVANO I NUOVI AGENTI LEGNO DOC DONATORI DI SANGUE ALLA FORESTALE I CAVALLI RIFORMATI Perché non resti solo un ricordo IN DIFESA DELL’ORSO MARSICANO 19 vita del corpo
  • 20. 20 omnibus COME CONSERVARLI L’essiccazione è forse il metodo più utilizzato per la conservazione dei funghi. Questo procedimento ha lo scopo di eliminare l’acqua, di cui sono ricchissimi i loro tessuti, per evaporazione, senza quindi al- terarne la struttura. Il fine è quello di impedire la vita dei microorga- nismi che altrimenti produrrebbe- roalterazionitalidacompromette- re la edibilità del prodotto. Esisto- no in particolare alcune specie di funghi che attraverso l’essiccazio- ne diventano ancora più profuma- te. L’assenza di acqua infatti favo- riscelaconcentrazionedivariprin- cipi odorosi. L’essiccazione deve avvenire il più rapidamente possi- bile, senza interruzione, per evita- re la decomposizione del fungo. A completamento del processo di es- siccazione, il peso dei funghi si ri- durrà del 90%. I funghi verranno poi conservati in sacchetti di carta o di garza in un ambiente ben ven- tilato. Bisogna fare attenzione ai sacchetti di plastica e ai vasi di ve- tro,seifunghinonsonobenasciut- ti potrebbero ammuffire. Prima di utilizzarli sarà bene metterli a ba- gno in acqua per almeno un ora, meglio se immersi nel latte. Le specie che sono maggiormente adatte a questo procedimento di conservazione sono: Clitopilus prunulus, Boletus edulis ed affini, Marasmius oreades, Marasmius scorodonius, Tricholoma georgii (Cacybe gambosa), Sarcodon im- bricatum, Craterellus cornuco- pioides ed altre ancora. DUE GUIDE PER LE AREE NATURALI PROTETTE Il primo volume “I Parchi nazio- nali in Italia” è pubblicato a cura del Ministero dell’Ambiente - Servizio conservazione natura - che si è avvalso della collabora- zione del CFS. Una guida facile e rapida di consultazione per orien- tarsi all’interno dei Parchi nazio- nali. “Lo scopo di questa iniziati- va - scrive nell’introduzione il Ministro dell’Ambiente Ronchi - è documentare in sintesi i nostri Parchi nazionali perché prima di decidere di visitarli, amarli e con- servarli, è assolutamente indispen- sabile conoscerli”. L’altra opera “Parchi e aree pro- tette d’Italia” è una guida del Touring Club Italiano completa di tutte le aree verdi protette compre- si i parchi marini e archeologici. L’elenco comprende 1160 aree tutelate e oltre 800 fotografie. Moltissime le proposte e gli itine- rari turistici. Uno strumento utile non solo per gli escursionisti ma anche per i naturalisti attenti e per gli specialisti del settore. Benché non manchino riferimenti di que- sto tipo, sarebbe stato utile soffer- marsi maggiormente su quelle aree protette cosiddette minori solo perché meno conosciute. I PIATTI DEL BOSCO È l’ultimo volume della Collana Verde, edita dal Corpo forestale dello Stato, che ha ormai raggiun- to il numero 100, e ha deciso di celebrare il traguardo di questa raccolta avviata nel 1953 con un opera davvero appetibile. L’autore è Augusto Verando Tocci, diretto- re dell’Istituto Sperimentale per la Selvicoltura e profondo conosci- tore del mondo silvestre. Si può iniziare con un antipasto di fiori di albero di giuda, proseguire con un piatto di tagliatelle alle pri- mule e viole, per secondo cotolet- te di radici di bardana e frittelle con fiori di sambuco e chiudere con una crostata di fragoline di bosco, il tutto innaffiato con vino aromatico all’asperula. Questo è solo uno dei tanti pranzi a base di prodotti del bosco descritti in que- sto libro ricco di sapori e profumi che per molti sono del tutto sco- nosciuti. In tempi di ipermercati e di fastfood, quest’opera induce alla riscoperta di prodotti naturali, non solo di funghi e tartufi, ma anche di varietà e di ricchezze povere mai assurte agli onori del- l’alta cucina: ortiche, betulle, rovi, prugnoli, borraggine e tante altre piante che un tempo facevano parte della dieta di boscaioli, con- tadini e pastori e che oggi possono costituire un’alternativa ai gusti appiattiti e ripetitivi della civiltà dei consumi. LE FORESTE VISTE DALL’ALTO Da oggi è più facile controllare lo stato di conservazione delle fore- ste. Nato dalla tecnologia della NASA lo scanner iperspettrale serve per riprese aeree di grande F U N G H I L I B R I NUOVE TECNOLOGIE
  • 21. 21 omnibus qualità. È in grado di distinguere un pino da un abete. Può ricono- scere addirittura lo stato di salute delle piante. Se viene abbinato ai dati raccolti a terra questo stru- mento di rilevamento a distanza è in grado di redigere un inventario forestale di altissima precisione e completezza. Può dare indicazioni agli agricoltori sui campi da ferti- lizzare. Può costituire una stru- mento importante nella lotta agli incendi boschivi e rilevare anche dati sull’inquinamento. Una tecno- logia avanzatissima che si avvale di ben 128 bande di colore con una definizione di gran lunga superiore al vecchio sistema landsat. DI CAPRIO STRONCATO DALLE ECO-PROTESTE Discusso dai critici e letteralmente messo al rogo dagli ambientalisti. The beach, ultimo film che vede come protagonista Leonardo Di Caprio, si è rivelato un vero tonfo. Gli ambientalisti sostengono infatti che le riprese del film di Danny Boyle abbiano distrutto la spiaggia di Maya bay sull’isola thailandese di Phi Phi. La Fox produttrice del lungometraggio e lo stesso Di Caprio sono dovuti scendere direttamente in campo più volte per difendere la pellico- la. Intanto i gruppi ambientalisti si stanno organizzando per mostrare al pubblico un filmato che dimo- strerebbe come sia stato irrimedia- bilmente alterato l’ecosistema della baia dove non si è esitato a piantare palme e a realizzare altri interventi che hanno modificato il paesaggio. Un tribunale thailande- se, intanto, sembra intenzionato a dare seguito alla denuncia presen- tata dall’amministrazione locale contro la Fox e contro il Diparti- mento forestale. Nella denuncia si sostiene che l’autorizzazione alle riprese sia stata data nonostante l’impatto sociale e gli studi ambientali lo sconsigliassero. LA FORESTALE IN RETE www.corpoforestale.it: queste le coordinate per collegarsi con il si- to internet ufficiale del Corpo fo- restale dello Stato. Oltre 40 pagine a colori con relative sottopagine piene di informazioni riguardanti leprincipaliattivitàsvoltedalCor- poeiservizioffertiall’utenza.Sto- ria, organigramma del Corpo, re- capiti degli Uffici periferici, sche- de su parchi nazionali e circa 120 aree protette, dati statistici sull’at- tività operativa, accesso ai ruoli, concorsi, informazioni sul com- mercio e la detenzione di specie animali e vegetali protette. Un particolare spazio è dedicato al 1515, il numero di pronto interven- todelCorpoforestaledelloStato.Il sito è corredato dai consigli utili qualoracisitroviindifficoltàacau- sadiunincendioboschivo,diunin- cidente in montagna, ecc. Presenti anchealcuniservizidipubblicauti- lità come il Bollettino Meteomont cheininvernofornisceinformazio- ni in tempo reale sulle condizioni delmantonevosoedelrischiodiva- langhe in circa 120 località monta- ne della penisola. Sul sito potrete trovare pubblicati interamente tutti i numeri de “Il forestale”. VIAGGIARE ON-LINE Viaggiarenonspostandosidacasa. Il viaggio virtuale non è un’inven- zione del 2000. Lo praticavano già pensatori e scrittori famosi come Jules Verne e Emilio Salgari che in libri d’avventura rimasti celebri viaggiavano con la fantasia. Con internet è possibile non solo viag- giaresullaterraeraggiungerequal- siasi destinazione ma si può addi- rittura mettere il naso anche al di fuori del pianeta e vedere lo spazio con l’occhio dei satelliti. Si posso- no organizzare viaggi e avventure di tutti i generi. Grazie a particola- ri telecamerine web è possibile gi- rare le capitali del mondo e in mil- le altri posti, perfino sulle piste da scidellepiùrinomatelocalitàmon- tane. Segnaliamo: www.lonelyplanet.com Un servizio messo a disposizione dai parchi sudafricani permette in- vece di godersi comodamente se- dutiinpoltronatuttiglianimalidel- la savana: leoni, antilopi, elefanti in presa diretta. Ovviamente biso- gna avere la fortuna che gli anima- li passino davanti alla telecamera web durante il periodo del collega- mento. Completa il sito una rasse- gnadiinteressantiinformazionied anche un mercatino on line di sou- venir locali. L’indirizzo è: www.africam.com/ VISTI SU INTERNET C I N E M A
  • 22. 22 diritto Rassegna giuridico-legislativa di interesse ambientale a cura di Alessandro Cerofolini DALLA GAZZETTA UFFICIALE DISTINTIVI. D.M. del 7.10.1999 su G.U. n. 253/99. Il D.M. istituisce il distintivo di riconosci- mento per il personale del CFS in possesso delle qualifiche di polizia che svolge servizio d’istitu- to in abiti civili. L’applicazione del distintivo sull’abito civile è obbligatoria laddove si renda necessaria l’immediata individuazione dell’operatore di polizia, in relazione all’ambiente in cui opera. Sono previsti due tipi di distintivi: uno di colore oro per gli U.P.G., uno di colore argento per gli A.P.G. TESSERINI. D.M. del 28.12.1999 su G.U. n. 28/2000 recante la proroga della validità dei tesse- rini di polizia attualmente in uso agli appartenenti ai ruoli degli ufficiali, ispettori, sovrintendenti, agenti ed assistenti del C.F.S. al 31.12.2000. DEPENALIZZAZIONE. D.LGS. n. 507 del 30.12.99 su G.U. n. 233-L/1999. Sono trasformate in illeciti amministrativi, con conseguente previsione della sanzione amministrativa pecuniaria in luogo della sanzione penale, le violazioni previste come reato da alcuni articoli del codice penale e da alcune leggi speciali. Sono, altresì, previste diverse modifiche del sistema sanzionatorio in materia di alimenti, di circolazione stradale, di norme finanziarie e bancarie. Per ogni violazione depenalizzata vengono, inoltre, individuate le autorità competenti a ricevere il rapporto e ad applicare le nuove sanzioni amministrative previste dal presente decreto. Vengono, infine, appor- tate significative modifiche alla legge n. 689/1981, in particolare per ciò che concerne la reitera- zione delle violazioni, il principio di specialità, il limite minimo delle sanzioni amministrative pecuniarie, l’opposizione all’ordinanza-ingiunzione, la competenza e la disciplina per il giudizio di opposizione all’ordinanza-ingiunzione. BENI AMBIENTALI. D.LGS. n. 490 del 29.10.1999 su G.U. n. 302/1999 contenente il testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali ed ambientali. In particolare il tito- lo II, titolato “Beni paesaggistici ed ambientali” rielabora e disciplina la materia connessa alla tutela ambientale sotto l’aspetto estetico e biologico. Va segnalato che il nuovo T.U. non presenta elementi normativi di rilevante novità legislativa. Ossia, le leggi precedenti in materia di tutela paesaggistico-ambientale sono state rielaborate in modo coordinato da costituire un unico corpo normativo. Pertanto, la disciplina prevista dalla cosiddetta Legge Galasso è stata ricostruita ed armonizzata con le leggi pregresse e le successive modifiche: dunque risulta più agevole l’appli- cazione delle norme da osservare e dar far rispettare. Lo spazio di questa rubrica non consente un approfondimento tecnico-operativo del nuovo T.U., che invece meriterebbe; tuttavia si segnala che questo Decreto evolve ulteriormente il concetto di vincolo, trasformandolo da vincolo pura- mente paesaggistico a vincolo paesaggistico-ambientale, facendovi rientrare il più vasto concetto di ambiente, cioè fauna, flora, boschi e foreste, zone umide, fiumi e torrenti, laghi, coste, monta- gne, aree naturali protette e tutte quelle zone di territorio elencate nell’art. 146. La precisazione è di estrema importanza, sotto il profilo della repressione delle violazioni al vincolo, in quanto secondo il nuovo T.U. viene violato non solo quando vi è un deturpamento estetico del bene natu- rale del paesaggio, ma anche quando vi è un danno ambientale, seppur questo non incide sull’a- spetto estetico. Le conseguenze, per l’operatore di polizia, sono radicalmente diverse, perché si introduce nella violazione del vincolo tutta una serie di deturpamenti dell’ambiente che non vi sarebbero rientrati se il vincolo fosse rimasto allo stato originario. Anche se la funzione di vigi- lanza spetta al Ministero per i Beni C.A. ed alle Regioni, bisogna sottolineare che trattasi esclusi- vamente di vigilanza amministrativa e gestionale del vincolo; pertanto, non bisogna confondere questo significato di vigilanza con la vigilanza repressiva della polizia giudiziaria ambientale sugli illeciti penali (ma anche amministrativi) commessi in materia di vincoli paesaggistico- ambientali e di edilizia abusiva in generale. L’agente forestale ha, quindi, il diritto-dovere di eser- citare la vigilanza relativamente al sistema sanzionatorio. Nel T.U., all’art. 140, è, inoltre, prevista la partecipazione di un rappresentante del CFS presso la commissione istituita in ogni provincia con provvedimento regionale. Infine, nel T.U. non vengono, purtroppo, risolte le questioni, di estrema rilevanza sotto il profilo sanzionatorio, inerenti la contemporanea presenza del vincolo paesaggistico-ambientale con quello forestale-idrogeologico. CODICE PROCEDURA PENALE. Legge n. 479 del 16.12.1999 su G.U. n. 296/1999 recante modifiche alle disposizioni sul procedimento davanti al tribunale in composizione monocratica ed
  • 23. 23 diritto altre modifiche al codice di procedura penale, al codice penale e all’ordinamento giudiziario. In particolare è prevista l’istituzione del giudice unico (monocratico) competente a giudicare per i reati la cui pena massima edittale prevede dieci anni di reclusione, scompare la figura classica del pretore, le regole di ripartizione (10 anni di pena) fra giudice monocratico e collegiale sostituisco- no il criterio della competenza, vengono concessi maggiori poteri al difensore, nei confronti della polizia giudiziaria e nel controllo sulla competenza dell’accusa, relativamente ai limiti territoriali per i pubblici ministeri (richiesta alla c.d. giusta procura) e viene vietata la pubblicazione dell’im- magine di persona privata della libertà personale ripresa mentre la stessa si trova sottoposta all’u- so delle manette ai polsi o altro mezzo di coercizione fisica, salvo il suo consenso. PARCO NAZIONALE. DPR del 6.10.1999 su G.U. n. 295/1999 che prevede l’istituzione del Parco nazionale delle Cinque Terre, all’interno del territorio della provincia di La Spezia. Il parco nazionale è gestito dall’Ente Parco nazionale delle Cinque Terre che ha personalità di diritto pub- blico ed è sottoposto alla vigilanza del Ministero dell’ambiente. Il territorio del parco nazionale è delimitato in via definitiva dalla perimetrazione riportata nella cartografia ufficiale allegata al presente decreto del quale costituisce parte integrante. Ai sensi dell’art. 10 dell’allegata disciplina di tutela, di cui all’art. 1 comma 6 del DPR in questione, la sorveglianza del territorio ricadente nel parco nazionale è affidata al C.F.S.. FORESTE. Delib. CIPE del 5.11.1999 su G.U. n. 17/2000. Ai fini della protezione delle foreste contro l’inquinamento atmosferico, è disposto per l’anno 1999 un finanziamento in favore del C.F.S. di 2,391 miliardi di lire a valere sul fondo di rotazione ex legge n. 183/1987. A tal fine il C.F.S. adotta tutte le iniziative necessarie per utilizzare entro le scadenze previste i finanziamenti relativi ai progetti ed effettua i controlli di competenza. AGRICOLTURA E FORESTE. Legge n. 499 del 23.12.1999 su G.U. n. 305/1999 contenente norme di razionalizzazione degli interventi nei settori agricolo, agroalimentare e forestale. MONTAGNA. D.M. del 27.5.1998 su G.U. n. 265/1998. Il D.M. istituisce presso il Mi.P.A.F. l’albo dei prodotti di montagna, autorizzati a fregiarsi della menzione aggiuntiva “prodotto nella montagna italiana”. Al C.F.S. è demandato il compito di vigilare sul corretto utilizzo della men- zione aggiuntiva, di cui al presente decreto, e di contrastare eventuali abusi; le relative azioni di tutela e di controllo sono coordinate dal Mi.P.A.F.. BONIFICA SITI INQUINATI. D.M. n. 471 del 25.10.1999 su G.U. 218-L/1999. Con questo regolamento, emanato ai sensi dell’art. 17 del D.LGS. n. 22/1997 e successive modificazioni, il Ministero dell’Ambiente disciplina i criteri, le procedure e le modalità per la messa in sicurezza, la bonifica ed il ripristino ambientale dei siti inquinati. Tale D.M., comunque, non pregiudica né abolisce l’obbligo di ripristino dello stato dei luoghi e di risarcimento del danno ambientale, ai sensi dell’art. 18 della legge n. 349/1986. CLONI FORESTALI. D.M. del 27.9.1999 su G.U. n. 17/2000. Tale D.M. disciplina l’iscrizione provvisoria dei cloni di pioppo al registro nazionale dei cloni forestali, ai sensi della legge n. 269/1973, recante la disciplina della produzione e del commercio di sementi e piante da rimbo- schimento e del DPR n. 494/1982 modificativo della legge suindicata ed attuativo della Direttiva 75/445/CEE. VEICOLI ABBANDONATI. D.M. n. 460 del 22.10.1999 su G.U. n. 287/1999. Il D.M. contiene il regolamento recante la disciplina dei casi e delle procedure di conferimento ai centri di raccolta dei veicoli a motore o rimorchi rinvenuti dalle forze di polizia o non reclamati dai proprietari. In sostanza, gli organi di polizia, allorché rinvengono su aree ad uso pubblico (per es. un bosco o una strada di montagna, ...) un veicolo a motore o un rimorchio in condizioni da far presumere lo stato di abbandono e, cioè, privo della targa di immatricolazione o del contrassegno di identifica- zione, ovvero di parti essenziali per l’uso, oltre a procedere alla rilevazione di eventuali violazio- ni alle norme del codice della strada o delle prescrizioni di massima e di polizia forestale, danno atto in separato verbale di constatazione, dello stato d’uso e di conservazione del veicolo e delle parti mancanti e, dopo aver accertato che nei riguardi del veicolo non sia pendente denuncia di furto, contestualmente alla procedura di notificazione al proprietario del veicolo, se identificabile, ne dispongono, anche eliminando gli ostacoli che ne impediscono le rimozione, il conferimento provvisorio, secondo la procedura fissata dal presente D.M., ad uno dei centri di raccolta indivi- duati annualmente dai prefetti. VITTIME DELLA CRIMINALITÀ. DPR n. 510 del 28.7.1999 su G.U. n. 4/200. Il presente regolamento riunisce e coordina le disposizioni riguardanti le attribuzioni delle speciali elargizio- ni, dell’assegno vitalizio, dell’esenzione IRPEF e dei contributi per spese funerarie previsti dalle leggi n. 466/1980 e seguenti, in favore dei superstiti di forestali vittime del dovere o in favore degli stessi forestali che abbiano riportato le invalidità indicate dalle citate leggi nell’adempimen- to del dovere. La domanda deve essere presentata al prefetto del luogo in cui si è verificato l’e- vento o della provincia di residenza dei beneficiari, secondo le modalità previste dall’art. 4.
  • 24. G.MARCOALDI-PandaPhoto 1515 www.corpoforestale.it Emergenza Ambientale Corpo forestale dello Stato Corpo forestale dello Stato al servizio della natura