2. Santa Lucia ha influenzato, negli anni, decine di artisti; in particolar modo i pittori, che hanno
immortalato paesaggi, scorci e vedute del borgo e scene di vita popolare in decine di quadri,
soprattutto prima che la zona fosse trasformata dalla colmata a mare. Fra di essi si annoverano van
Wittel, Bonavia, Fabris, Kiprenskij, Vittozzi, Vervloet, Pitloo, Pistorius, Carelli, Ruspini, Vianelli,
Candido, Achenbach, Solari, Fergola, Dalbono, Richet, Caprile, Pratella, Migliaro, Cangiullo.
Testimonianze dell'antico aspetto emergono anche dalle litografie di C.W. Allers, che raffigurò scorci
ed abitanti del Borgo, inserendone i ritratti nella celebre opera intitolata La bella Napoli. Fra gli
scultori che vennero folgorati da Santa Lucia si ricorda Vincenzo Gemito, che trasse ispirazione
dagli scugnizzi del Borgo per creare Il pescatorello, L'acquaiolo, la Testa di Licco ed altre figure.
La poesia del luogo ha anche ispirato due fra le più celebri melodie della canzone napoletana: la
famosissima Santa Lucia (oggi, tra l'altro, considerata l'inno ufficioso di Svezia) e Santa Lucia
luntana, simbolo, quest'ultima, degli emigranti napoletani che partivano alla volta delle Americhe,
che le davano l'ultimo sguardo mentre affollavano i ponti delle navi appena salpate dal vicino porto.
Più di recente, il brano intitolato 'A Lucìana, scritto nel 1953 per Renato Carosone (e da questi
portato al successo internazionale), ha immortalato nel testo un profilo tipico delle donne lucìane,
che la adottarono quasi come loro inno.A teatro il Borgo è protagonista della commedia Santa Lucia
Nova, due atti in versi, prosa e musica di Raffaele Viviani. La pièce, rappresentata per la prima volta
nel 1919, affronta i temi della trasformazione dei luoghi e dell'illusoria permeabilità del tessuto
sociale, in un momento molto particolare come quello immediatamente seguente alla fine della
Grande Guerra; in tale contesto l'autore mette a confronto il ceto dei vitaioli della media borghesia in
ascesa coi vecchi frequentatori - nobili in via di decadenza - e con gli abitanti del luogo (barcaioli,
pescatori, marinari e acquaioli, che mal si adattano ai nuovi tempi).Sotto il profilo cinematografico
Santa Lucia entrò prestissimo nella storia della settima arte, proprio grazie ai fratelli Lumière, che
decisero di inserire una ripresa della strada fra quelle scelte per un breve filmato sulla città di
3.
4. La nostra guida dott. Angela Catini ci illustra tutto quello che si incontra
sul tragitto
13. La chiesa di Santa Maria Egiziaca a Pizzofalcone è una delle chiese basilicali
di Napoli; si erge nell'omonima via nella zona ovest del centro storico. È
anche nota come Immacolata a Pizzofalcone, essendo sede parrocchiale con
tale titolo.
14. La struttura e l'annesso monastero vennero fondati nel 1616 dalle Monache
Agostiniane che, nel 1639, abbandonarono l'Egiziaca a Forcella aspirando ad
una maggiore clausura.
15. Nel 1648 le suore promossero un rimaneggiamento dell'intero complesso. Il
progetto originario si deve a Cosimo Fanzago, ma nel 1655 la direzione dei
lavori venne assunta da Francesco Antonio Picchiatti, Antonio Galluccio e
Arcangelo Guglielmelli, che mutarono buona parte del programma
fanzaghiano
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23. La nostra guida ci dà tutte le notizie non solo storicoartistiche
24. Due bimbe che giocano nel cortile sono impazienti di mostrarci un
personale ritrovamento archeologico (?)
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26. Questo è il reperto che con grande attenzione e garbo materno la dott.
Angela valuta con grande enfasi-per non deludere le aspettative delle
bimbe-
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31. Alcuni tra i più popolari quartieri del Centro Storico di Napoli sono: il
Pallonetto a Santa Lucia, via Forcella, i Borghi di Loreto, di S.Antonio
Abate e dei Vergini-Sanità.
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33. Sono vicoletti senza luce né aria, un annasparsi di fondaci (detti "Bassi"), di
chiassuoli, di traverse. Le case sono per lo più a 5 o 6 piani, ma senza
simmetria e né stile: un balcone più basso, un altro più alto, due finestre
molto vicine, un finestrino presso un balcone, un terrazzino.
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36. Questi quartieri sono ancora oggi il più grande opificio del sommerso, dove si
lavorano tante cose che vanno a trovare posto nelle vetrine di Chiaia o di
Toledo.
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38. Passeggiando per questi quartieri, qua e là, dopo aver girato per un bel po’,
senza direzione, spinti solo dalla curiosità di un vicolo, si sente il bisogno di
uscire in un largo, per prendere una via spaziosa e diritta, per camminare con
maggiore “libertà”, per sentirsi sulla pelle un po’ d’aria, per guardare un pezzo
di cielo che sia più largo di un metro
39. Il “Basso”, abitazione con unico ambiente per famiglie anche numerose, privo
o quasi dei più elementari servizi igienici, aperto direttamente sulla strada
come una bottega, soffocante d’estate, umido d’inverno, quando era riscaldato
al massimo con un braciere o solo dai fornelli della cucina, aveva ben poco
che lo differenziava da una grotta.
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44. Lo salvano dagli aspetti più tragici l’ottimismo, forse un po’incosciente, la
profonda umanità e la vivacità senza sosta dei suoi abitanti.
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50. La nostra guida continua a raccontare piacevoli aneddoti oltre a notizie
storiche
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88. Ed ecco che si aprono, immediatamente a ridosso dei quartieri popolari,
strade larghe, eleganti,piacevoli da percorrere come via Toledo, via Santa
Lucia o via Partenope.
93. Ormai il compito della cara dott. Angela si è esaurito e tutti noi la ringraziamo
con un fragoroso applauso. Ma non finisce qui
antonio.florino@gmail.com