2. La basilica di San Biagio si trova nel comune di Maratea sulla costa tirrenica della Basilicata ed è un santuario antichissimo. Tradizione vuole sia sorta sul sito di un tempio pagano dedicato a Minerva . Si trova fabbricata nel punto più alto della città vecchia di Maratea , detta Castello , e ne è la chiesa parrocchiale. Nel 1940 è stata elevata a dignità di basilica pontificia.È il cuore religioso della comunità marateota, custode delle reliquie del santo patrono Biagio .StoriaLeggenda e tradizione popolare vuole che la chiesa sia nata riadattando al culto cristiano un tempio pagano, di origine incerte, dedicato alla dea Minerva . Sebbene finora non siano state ufficialmente riscontrate prove dell’esistenza di tale tempio, il sito è conforme alla localizzazione di un santuario costiero pagano, nonché una breve campagna archeologica condotta nelle vicinanze ha restituito materiale di età romana . È opinione comune che la primitiva chiesa consistesse solo nell’attuale presbiterio , e la memoria popolare ricorda fosse dedicata in origine alla Madonna delle Grazie . [1] Quando, nel 732 , ricevette le reliquie del santo armeno, divenne il santuario del santo, eletto patrono della città.Nel 1324 , la parrocchia di San Biagio estendeva la sua giurisdizione sulla parrocchia della vicina Castrocucco , e risultava essere l’arcipretura del territorio nei documenti della diocesi di Cassano allo Ionio , a cui le due parrocchie appartenevano dall’anno 1098 .Nel 1562 fu interessata da alcuni lavori di restauro ad opera della locale confraternita di San Biagio. Nello stesso anno, il giorno 4 marzo , il papa Pio IV concesse un tesoro d’ indulgenze alla chiesa e riconobbe il miracolo della Santa Manna . Per quanto riguarda l’architettura, non si conoscono per certo né l’epoca né le modalità con la chiesa primitiva fu ampliata con la costruzione del corpo che ospita le tre navate, decorate con massicce volte in stile romanico .Nel 1618 (secondo altre fonti nel 1619 ) la suddetta confraternita fece costruire una cappella per ospitare l’urna con le reliquie del santo. La chiesa, nello stesso secolo, fu poi seriamente danneggiata da un incendio scaturito da un fulmine caduto nella notte del 16 ottobre 1624 , che distrusse i documenti storici custoditi nell’archivio parrocchiale.La cappella con le reliquie fu poi posta sotto la tutela della Regia Curia dal re Filippo IV d’Asburgo con lettera reale datata 23 dicembre 1629 : da allora è nota popolarmente con il nome di Regia Cappella.Nella prima metà del XVIII secolo il parroco Gaetano Ventapane spese molte sue sostanze per abbellire la chiesa, facendo costruire l’attuale piazzale antistante la chiesa, sostenuto da poderose sostruzioni a secco, e realizzando il loggione a tre arcate. Nel 1741 fu costruito il campanile , di stile vagamente bizantino.Nel 1878 la chiesa fu nuovamente restaurata dal parroco Gennaro Buraglia, che ricoprì la Regia Cappella di nuovi marmi di Carrara .Il 10 agosto 1940 il santuario fu elevato a dignità di basilica pontificia da Pio XII , che fece comunicare la notizia al vescovo Federico Pezzullo, titolare della cattedra vescovile della diocesi di Policastro Bussentino , in cui Maratea era rientrata dall’anno 1898 Tra il 1963 e il 1969 la chiesa fu oggetto di un massiccio lavoro di restauro, che cancellò le stratificazioni architettoniche della chiesa, modificandone parzialmente la struttura interna ed eliminando quasi tutte le opere d’arte presenti.Quest’ultime, insieme con gli altari marmorei, furono ricollocati nella chiesa tra il 1976 e il 1982 per opera del locale centro culturale. La facciata della chiesa presenta un portico a tre arcate di stile neoclassico, con quattro colonne che sorreggono un timpano triangolare, in cui trova posto una nicchia con una piccola statua di San Biagio in marmo bianco.La navata settentrionale della chiesa è sorretta da tre massicci contrafforti, mentre quella meridionale poggia in parte La chiesa è divisa in quattro ambienti: tre navate e il presbiterio , grande quasi quanto la navata centrale. La chiesa oggi appare ornata con arcate in stile romanico, sebbene prima dei lavori del 1963 - 69 le volte avevano disegno vario, dal toscano al gotico . La chiesa oggi non ospita opere d’arte in quantità copiosa.L’opera più antica presente nella chiesa è l’ affresco che rappresenta la Madonna con il Bambino , comunemente chiamato Madonna del Melograno, datato al tardo XV secolo , posto sul primo pilastro a sinistra della navata centrale.Segue il tabernacolo in marmo, datato 1519 , donato alla chiesa da Guglielmo Diodato. L’opera rappresenta un’arca, completa di oranti che contemplano il SS. Sacramento.L'antico fonte battesimale in pietra, posto tra una navata laterale e quella centrale, è datato al XV - XVI secolo .Risalgono al XVIII secolo gli altari marmorei policromi, il bassorilievo dell’ Annunciazione , che rappresenta la scena canonica con la Madonna e l' Arcangelo Gabriele , e quello della cosiddetta Madonna della Sapienza o Madonna del Rosario , la cui base è datata 1755 .Di pregevole fattura è la statua della Madonna delle Grazie , in legno, del XVIII secolo .Risalgono al XVIII - XIX secolo i due bei dipinti di San Biagio in Gloria, che rappresenta il santo su una nuvola accompagnato da angeli in atto di proteggere la città vecchia rappresentata come un grande castello , e quello di San Macario, che rappresenta il santo eremita.La Regia CappellaLa cappella fu costruita nel 1618 o 1619 . Fu poi rifabbricata nel 1621 , con beneplacito vescovile, e dichiarata regia nel 1629 .Originariamente posta sul lato destro della navata centrale, la cappella fu spostata al centro del presbiterio nel 1940 , e sopraelevata su un piedistallo molto alto. Durante i lavori del 1963 - 69 fu prima collocata nella navata sinistra, poi alloggiata nella sistemazione attuale, cioè fabbricata a terra in fondo al presibiterio.La Regia Cappella e la statua argentea di San Biagio .Fino ai recenti lavori l’esterno della cappellina era adornato con una cupoletta in marmo e con piccoli angeli in stucco, oggi scomparsi. Attualmente la cappella è sormontata da una cupola in stucco bianco. L’interno, oggi coperto da un fondo di marmo giallo, era ornato di stucchi in oro. La suddetta statua, in argento, fu cesellata da Domenico De Blasio nel 1706 . Nel 1873 subì il furto della croce processionale, fino ad essere strappata per sempre dalla vista dei fedeli da ignoti ladri la notte del 28 ottobre 1976 .La statua che è oggi conservata nella Regia Cappella è una fedele copia dell’originale, opera del veneziano Romano Vio