FORZA E CORAGGIO - COME TRASFORMARE UNA CRISI IN OPPORTUNITA'
I linguaggi e i temi della comunicazione sociale
1. Linguaggi, azioni
e strumen0 della
COMUNICAZIONE
SOCIALE
STEFANO MARIA CIANCIOTTA
30/04/2016
S C U O L A U M B R A D I A M M I N I S T R A Z I O N E P U B B L I C A
4. La comunicazione sociale è uno
strumento di conoscenza e di
persuasione u3lizzato da sogge5
pubblici e priva3 per coinvolgere
la persona (ci9adino, consumatore,
donatore) e spingerla all’azione,
rendendola partecipe dei problemi
ma anche delle soluzioni.
la COMUNICAZIONE
SOCIALE
6. La comunicazione sociale s3mola l’assunzione di
responsabilità: per le organizzazioni è importante
dimostrare reale a9enzione alla qualità delle vita
delle persone e al futuro del pianeta.
Le campagne sociali hanno la funzione di presentare
problemi globali e locali ma anche di proporre
possibili soluzioni.
La comunicazione sociale può contribuire a creare
una nuova cultura:
per esempio s3molare la riflessione, suggerire
modifiche negli s3li di vita e di consumo,
promuovere comportamen3 sostenibili etc.
7. l’ESPERIENZA DI PUBBLICITA’
PROGRESSO Le campagne di comunicazione sociale sono
realizzate da organizzazioni non profit, en3
pubblici, imprese.
In Italia la prima campagna sociale è stata
promossa da Pubblicità Progresso nel 1971.
Gli obie5vi della comunicazione sociale sono
diversi: per esempio, portare all’a9enzione del
pubblico un problema, valorizzare un proge9o
sociale, proporre un nuovo modello di
comportamento, s3molare un’azione des3nata a
contribuire ad una causa sociale, a5vare una
raccolta fondi, promuovere il volontariato,
modificare preconce5, comba9ere stereo3pi
etc.
19. Il linguaggio commovente, a volte pate3co quando non
dramma3co, è quello più u3lizzato nelle campagne di
comunicazione sociale in Italia.
SU COSA GIOCA
In questa categoria, una delle tecniche più comuni è la
presentazione dei drammi delle popolazioni o delle persone.
Si u3lizzano immagini e parole che si presume possano
commuovere e quindi arrivare al cuore dello spe9atore o del
le9ore.
A volte la comunicazione gioca sulla pietà per cercare di muovere
la coscienza delle persone e per invitare all’azione (che spesso si
traduce in una donazione in denaro).
COSA INTENDE OTTENERE
Questo linguaggio cerca di entrare in un rapporto empa3co con
lo spe9atore e di commuoverlo: molto spesso il vero obie5vo è
la donazione. Per esempio, il linguaggio dramma3co viene
u3lizzato nelle raccolte fondi legate alle emergenze umanitarie.
DRAMMATICO
20.
21.
22.
23.
24. In passato erano molto più numerose le campagne sociali che
nascevano con l’obie5vo di denunciare un problema e di
accusare i sogge5 responsabili del problema o della situazione
nega3va. Hanno u3lizzato il tono accusatorio le prime campagne
ambientali e di difesa dei diri5 umani.
SU COSA GIOCA
Questo linguaggio u3lizza spesso toni aggressivi perché vuole
creare un senso di colpa nei des3natari della campagna.
Le immagini e i tes3 sono for3 e implicitamente me9ono so9o
accusa chi non ha preso la decisione giusta o non ha voluto
contribuire alla soluzione del problema.
COSA INTENDE OTTENERE
Le campagne che u3lizzano il linguaggio accusatorio cercano di
o9enere l’a9enzione delle persone su determina3 problemi.
Spesso l’obie5vo è s3molare gli en3 pubblici, i governi, le
organizzazioni poli3che a cambiare le regole, prendere posizione,
a dare vita a nuove leggi.
ACCUSATORIO
28. Il linguaggio scioccante, più u3lizzato nei Paesi Anglosassoni
che non in Italia, è quello più lontano dalla pubblicità commerciale.
Se nelle campagne di prodo9o si tende, per esempio, a presentare
situazioni idilliache (s3le Mulino Bianco) nelle campagne sociali
che u3lizzano il linguaggio scioccante si sceglie di presentare un
aspe9o dramma3co della realtà e di me9ere in evidenza le
conseguenze nega3ve di un determinato comportamento.
SU COSA GIOCA
Si gioca spesso sull’appello alla paura (fear appeal) cercando di
colpire il des3natario con immagini impressionan3. Il messaggio
ha toni impietosi, dire5, crudi e tende ad accentuare gli aspe5
più dramma3ci. A volte l’immagine ha l’obie5vo di provocare
quasi un senso di orrore.
COSA SI INTENDE OTTENERE
L’obie5vo è o9enere l’a9enzione del pubblico, s3molare un
cambiamento nelle opinioni ma sopra9u9o nei comportamen3.
L’u3lizzo di questo 3po di linguaggio è par3colarmente delicato:
è necessaria quindi cautela.
SCIOCCANTE
31. Poco u3lizzata in Italia, questa 3pologia di linguaggio ha l’intento di
evidenziare i problemi u3lizzando però un tono divertente (anche
se non so9ovaluta l’importanza o l’urgenza del problema).
SU COSA GIOCA
Questo linguaggio invita alla riflessione: a differenza del linguaggio
dramma3co, che fa a volte appello alla paura, è presente un forte
richiamo all’azione senza però far leva sul senso di colpa.
In alcuni casi viene u3lizzato un tes3monial in grado di proporre i
problemi in modo ironico (Giobbe Cova9a o Paola Cortellesi per
AMREF).
COSA SI INTENDE OTTENERE
A volte l’obie5vo è la presa di coscienza del problema: per
esempio nel caso di alcune campagne sulla sicurezza stradale.
In altri casi si intende o9enere un cambiamento di s3li di vita o di
semplici ges3: per esempio nel caso delle campagne ambientali.
In altri casi ancora la partecipazione a5va perla soluzione del
problema.
IRONICO
32.
33. In questo caso i problemi vengono presenta3 in modo “dida5co”
con l’obie5vo più o meno dichiarato di insegnare alle persone
come comportarsi.
In Italia spesso l’approccio dida5co viene u3lizzato dall’ente
pubblico in molte campagne sociali per comba9ere le dipendenze,
per promuovere la sicurezza stradale etc.
SU COSA GIOCA
Questo linguaggio fa leva sulla responsabilità individuale con un
esplicito appello al rispe9o delle regole.
Spesso u3lizza immagini posi3ve che dimostrano come il nuovo
comportamento porta vantaggio a chi lo ado9a.
COSA SI INTENDE OTTENERE
Grazie all’informazione presentata, questo linguaggio intende
s3molare non solo la riflessione, ma sopra9u9o il cambiamento
suggerendo modifiche nel proprio modo di agire.
DIDATTICO
36. Secondo il rapporto Brundtland, lo sviluppo sostenibile impone
di soddisfare i bisogni fondamentali di tu5 e di estendere a
tu5 la possibilità di a9uare le proprie aspirazioni ad una vita
migliore.
In sintesi è la capacità dell’umanità di rispondere alle esigenze
del presente senza pregiudicare la capacità delle future
generazioni di soddisfare le loro necessità.
La sostenibilità è oggi un’emergenza: per la sopravvivenza del
pianeta è indispensabile pensare a un nuovo modello di
sviluppo.
COSA SI INTENDE CON
SOSTENIBILITÀ
37. _ 1 Riscaldamento del pianeta
_ 2 Fusione dei ghiacciai
_ 3 Deforestazione
_ 4 Deser<ficazione
_ 5 Consumo del suolo
_ 6 Sovrappopolazione
_ 7 Perdita della biodiversità
_ 8 Inquinamento di aria, acqua e suolo
_ 9 Aumento del consumo di acqua, energia, materie prime
_ 10 Aumento dei rifiu<
ALCUNI DEI PROBLEMI
PIÙ URGENTI
39. Bad news
I ricercatori della NASA hanno rilevato le temperature sul pianeta nel
2015 e hanno concluso che è stato il nono anno più caldo nella serie
storica di da3 raccol3 a par3re dal 1880.
La temperatura media nel 2015 è stata pari a 14,6°C, circa 0,55°C più
alta rispe9o alla media del periodo di riferimento del Novecento.
Mediamente, la temperatura del pianeta è aumentata di 0,8°C dal
1880 a oggi, e buona parte del cambiamento si è verificato negli ul3mi
40 anni.
(
40. Good news
Aumentano gli inves3men3 delle imprese per trovare soluzioni per
diminuire l’impa9o ambientale non solo nella produzione di beni e di
servizi ma anche nell’u3lizzo quo3diano dei prodo5.
Sono quasi 328mila le imprese dell’industria e dei servizi che hanno
inves3to nel periodo 2001-‐2015 in tecnologie green in grado di
assicurare un maggior risparmio energe3co e/o un minor impa9o
ambientale: più di una su cinque, esa9amente pari al 22% dell’intera
imprenditoria extra-‐agricola.
Una percentuale che sale al 29,7%
nell’industria manifa9uriera (81mila).
Ques3 i da3 di GreenItaly 2015 -‐ Nutrire il futuro: il rapporto annuale
di Unioncamere e Fondazione Symbola.
(
42. Bad news
La fusione dei ghiacci ar3ci comporterebbe cos3 al3ssimi, al pari del
PIL globale raggiunto nel 2012: è quanto affermato da due esper3
sulla rivista Nature.
La causa sarebbe dovuta al metano che a9ualmente è intrappolato nel
ghiaccio perenne ma che verrebbe rilasciato in atmosfera qualora i
ghiacci iniziassero a fondere.
L'impa9o economico su scala planetaria ammonterebbe a 60.000
miliardi di dollari, quasi quanto il Prodo9o Interno Lordo globale del
2012, che è stato pari a 70.000 miliardi di dollari.
Se il metano intrappolato so9o il mare della Siberia orientale dovesse
essere rilasciato per 10 anni in atmosfera, a causa dello scioglimento
dei ghiacci, si è calcolato che verrebbero immesse nell'aria 50 miliardi
di tonnellate di metano con un inesorabile aumento dell'effe9o serra.
(
43. Good news
E’ stato recentemente creato un Catasto dei ghiacciai che perme9e
di rispondere a domande non solo di cara9ere scien3fico, ma anche
pra3co e divulga3vo, evidenziando quan3 sono i ghiacciai presen3
in Italia, quan3 se ne sono es3n3 negli ul3mi cinquant'anni e com'è
cambiata la loro superficie.
Il proge9o è sostenuto anche da aziende che intendono dare un
contributo alla comunità scien3fica internazionale e alla diffusione
nel pubblico di una maggiore consapevolezza sull'evoluzione di un così
importante indicatore dal punto di vista clima3co, idrico, energe3co e
turis3co.
(
45. Bad news
Il fenomeno della deforestazione è aumentato sensibilmente negli
ul3mi anni. A livello mondiale, nel decennio 2000-‐2010, ogni anno
circa 13 milioni di e9ari di foreste sono sta3 conver33 ad altro uso
o sono anda3 perdu3 per cause naturali.
Secondo la FAO la superficie forestale totale nel mondo copre poco
più di qua9ro miliardi di e9ari, vale a dire il 31 per cento del totale
della superficie terrestre, e la perdita ne9a annuale di foreste è stata
equivalente ad un'area grande quanto il Costarica.
(
46. Good news
Aumenta il numero di organizzazioni che u3lizzano prodo5 cer3fica3
FSC. Il Forest Stewardship Council è una ONG che rappresenta un
sistema di cer3ficazione forestale riconosciuto a livello internazionale.
La cer3ficazione ha come scopo la corre9a ges3one forestale e la
tracciabilità dei prodo5 deriva3.
Il logo di FSC garan3sce che il prodo9o è stato realizzato con materie
prime derivan3 da foreste corre9amente ges3te secondo i principi dei
due principali standard: ges3one forestale e catena di custodia.
Oggi l’organizzazione conta su 820 membri di cui 10 italiani.
(
48. Bad news
Secondo la definizione della Convenzione delle Nazioni Unite contro
la deser3ficazione (UNCCD), il termine “deser3ficazione” fa
riferimento alla degradazione delle terre nelle zone aride, semi-‐aride e
subumide secche. Queste regioni rappresentano circa il 40% della
superficie emersa del pianeta.
Dagli ul3mi da3 dell’UNCCD emerge che il fenomeno si è
considerevolmente accentuato.
I Paesi che si dichiarano tocca3 dalla deser3ficazione sono oggi 168,
mentre erano 110 negli anni Novanta e le persone che ne subiscono
dire9amente le conseguenze sono s3mate in 850 milioni.
(
49. Good news
In Africa, un ambizioso proge9o cerca di opporsi alla deser3ficazione:
si tra9a del Great Green Wall.
Il proge9o Grande Muraglia Verde, lanciato nel 2008 dall’Unione
Africana, mira a sconfiggere la deser3ficazione piantando un “muro” di
vegetazione, lungo 7000 km e largo 15, che interessa 11 Paesi
a9raversando il Sahel da costa a costa.
Gli alberi e arbus3 pianta3 impediscono l’erosione del territorio e lo
riparano dai ven3. Inoltre la vegetazione selezionata fornisce fru9a e
verdura alla popolazione di una regione che soffre in modo
dramma3co la scarsità di cibo: secondo il Food Program dell’ONU, 11
milioni di persone, nel Sahel, sono denutrite. Per valutare se il
proge9o funzionerà davvero (cioè se la “muraglia” riuscirà ad arginare
l’avanzata del deserto) bisognerà però a9endere 10 -‐ 15 anni.
(
51. Bad news
Il 7% del consumo giornaliero di suolo in Italia è concentrato in 51
ci9à analizzate dal IX Rapporto Ispra del 2015: in testa Napoli e
Milano che hanno consumato più del 60% del proprio territorio
comunale. Le 51 aree comunali sogge9e a monitoraggio hanno
cemen3ficato un territorio pari a quasi 220.000 e9ari (35.000 solo a
Roma). Un consumo di suolo giornaliero pari a quasi 5 e9ari di nuovo
territorio perso ogni giorno (circa 70 a livello nazionale).
Dal 1956 questo processo non ha conosciuto ba9ute d’arresto.
Si è passa3 dal 2,8% del 1956 al 6,9% del 2010. Sono sta3 consuma3,
in media, più di 7 m2 al secondo per oltre 50 anni. In termini assolu3,
l’Italia è passata da poco più di 8.000 km2 di consumo di suolo del
1956 ad oltre 20.500 km2 nel 2010, un aumento che non si può
spiegare solo con la crescita demografica: se nel 1956 erano
irreversibilmente persi 170 m2 per ogni italiano, nel 2010 il valore
raddoppia, passando a più di 340 m2.
(
52. Good news
Negli ul3mi 20 anni il patrimonio forestale italiano ha fa9o registrare
un incremento di circa 1,7 milioni di e9ari, raggiungendo oltre 10
milioni e 400 mila e9ari di superficie con 12 miliardi di alberi che
ricoprono un terzo dell'intero territorio nazionale. Una risorsa che
perme9e di tra9enere 1,2 miliardi di tonnellate di carbonio, pari a 4
miliardi di tonnellate di CO2. Ques3 sono i principali da3 emersi
dall'ul3mo "Inventario Nazionale delle Foreste e dei serbatoi forestali
di carbonio” del Corpo Forestale dello Stato, presentato nel 2012.
Nel 2015 le presenze turis3che nei parchi italiani sono state oltre 101
milioni, con una crescita del 2% l'anno, quasi il doppio dell'aumento
registrato dal turismo in Italia. Il valore del turismo natura nel nostro
Paese è stato pari a 10,9 miliardi di euro, con una crescita del 3%
rispe9o al 2014.
(
54. Bad news
Secondo le previsioni di mol3 scienzia3 la popolazione mondiale nel
2030 arriverà a oltre 8 miliardi di persone con un indice di crescita mai
visto.
Il problema della sovrappopolazione è quindi allarmante: è necessario
pensare a come sarà possibile alimentare un numero così elevato di
persone. Servono non solo nuove poli3che alimentari ed energe3che,
ma anche nuovi modelli di sviluppo economico e sociale, rinnovate
metodologie per lo sfru9amento delle risorse naturali etc.
(
55. Good news
Secondo un recente studio del Fraunhofer Ins-tute for systems and
innova-on research se i ci9adini europei, seguendo l'esempio
norvegese, rinunciassero per un giorno alla se5mana a mangiare
carne, nel 2020 si sarebbero prodo9e 50 milioni di tonnellate di
emissioni di CO2 in meno.
Alcuni governi stanno prendendo provvedimen3. Per esempio in
Norvegia, un giorno alla se5mana l’esercito si nutrirà solo con un
menu vegetariano. Secondo i da3 del Ministero della difesa norvegese
questo dovrebbe comportare un risparmio pari a 150 tonnellate
all'anno di carne.
(
57. Bad news
Da 100 a 1000 volte più veloce del passato: è il ritmo con cui la terra
sta perdendo il suo patrimonio di diversità di specie animali e vegetali,
secondo i da3 divulga3 nel 2014 dall’Unione Internazionale per la
Conservazione della Natura. Non intervenire subito potrebbe costare
molto anche in termini economici: se non si porrà un freno entro il
2050 il costo della perdita di biodiversità potrebbe essere pari al 7%
del PIL globale.
(
58. Good news
Per arrestare l’es3nzione delle specie e frenare la perdita di
biodiversità, l’Europa ha approvato nel 2012 una nuova strategia che
si concentra in par3colare su sei obie5vi prioritari con le rela3ve
misure d’a9uazione: a9uare la norma3va dell'UE sulla protezione degli
uccelli e degli habitat; preservare e migliorare gli ecosistemi,
ripris3nando almeno il 15% delle aree danneggiate; ricorrere al se9ore
agricolo e forestale per migliorare la biodiversità; assicurare l'uso
sostenibile della pesca riducendo le ca9ure ai limi3 determina3
scien3ficamente entro il 2015; contrastare le specie eso3che che
invadono gli habitat e che oggi minacciano il 22% delle specie
indigene dell'UE; intensificare l'azione dell'UE per scongiurare la
perdita di biodiversità a livello mondiale. (vedi proge9o LIFE).
(
60. Bad news
Italia, Polonia, Slovacchia, Turchia e la regione dei Balcani sono le
aree più cri3che per gli eleva3 livelli di PM10 e PM2,5. Cri3ca la
situazione in Italia anche per i livelli di ozono e ossidi di azoto. È
quanto emerge dal rapporto Air Quality in Europe 2013 dell’EEA,
l’Agenzia dell’ambiente europea, sullo stato di salute della qualità
dell’aria di Europa e Italia.
I da3 al 2015 indicano che la maggior parte della popolazione è
esposta a livelli di inquinamento superiori ai valori stabili3
dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
(
61. Good news
La Commissione Europea ha presentato nuove misure per
comba9ere l’inquinamento dell’aria stanziando un budget di 40
miliardi di euro all’anno, nel periodo dal 2014 al 2030.
Il pacche9o punta a ridurre le emissioni nocive provenien3 da
industria, traffico, centrali energe3che e agricoltura, con la speranza di
ridurre il loro impa9o ed o9enere benefici per salute e ambiente.
Tra gli interven3 di maggiore portata troviamo la volontà di redigere
una nuova Dire5va per gli impian3 di combus3one fra 1 e 50 MW;
una proposta di ra3fica del nuovo protocollo di Gothenburg sulle
emissioni inquinan3 e, di fondamentale importanza, la revisione della
Dire5va sui te5 nazionali delle emissioni con impegni per alcuni
inquinan3 chiave per il 2020, 2025 e 2030.
(
63. Bad news
I da3 sulla corsa verso l’energia a basso prezzo della ricerca World
Energy Outlook (Weo 2013) dell’Interna3onal energy agency (Iea)
indicano che le azioni per ridurre l’impa9o dei prezzi eleva3
dell’energia non determinano una diminuzione degli sforzi per
affrontare i cambiamen3 clima3ci.
Per il 2035 si prevede un innalzamento del 20% delle emissioni di
anidride carbonica legate all’energia, nonostante alcune inizia3ve
recen3, come il Piano clima3co Usa lanciato da Barack Obama, o la
limitazione dell’u3lizzo del carbone in Cina.
(
64. Good news
Molte persone hanno compreso che possono contribuire a fermare o
limitare il cambiamento clima3co, con ges3 quo3diani per i quali basta
un po' di a9enzione. Per esempio, usare in maniera efficiente
l'energia, fare a9enzione al consumo idrico, preferire e favorire una
mobilità sostenibile.
Anche alcune imprese contribuiscono con una poli3ca di
contenimento dell’u3lizzo delle risorse.
(
66. Bad news
Secondo l'ul3mo rapporto della Banca Mondiale la quan3tà di rifiu3
solidi urbani (RSU) prodo9a crescerà dalle a9uali 1,3 miliardi di
tonnellate a 2,2 miliardi di tonnellate all'anno, con un incremento
maggiore nei Paesi in via di sviluppo. Lo smal3mento dei rifiu3 urbani
che ora costa alle comunità 205 miliardi di dollari, potrebbe arrivare a
raddoppiare. Già ora la ges3one dei rifiu3 è una delle voci di costo di
maggior peso nei bilanci delle amministrazioni pubbliche e con3nua a
crescere con l'aumentare della popolazione.
L'aumento maggiore si è avuto in Cina dove la produzione di rifiu3 ha
superato gli Sta3 Uni3 già dal 2004. E la produzione di RSU aumenta
anche in Asia orientale, nell'Europa dell'est e nel Medio Oriente.
Secondo la Banca Mondiale i rifiu3 solidi urbani rappresentano 12%
delle emissioni mondiali di metano ed il 5% della produzione totale di
gas serra.
(
67. Good news
Il Consorzio Nazionale Imballaggi, CONAI ha messo a disposizione un
nuovo servizio des3nato alle aziende che desiderano proge9are e
realizzare imballaggi ecostenibili. Il Consorzio fornisce alle aziende
anche un contributo economico.
Gli interven3 u3li a ridurre l’impa9o ambientale degli imballaggi
possono essere di vario 3po: minor impiego di materia prima, u3lizzo
di materiale riciclato, o5mizzazione della logis3ca ecc.
(
69. La comunicazione di successo è quella a rete, 3pica della
comunità, all’interno delle quali le persone condividono
valori, interessi e conoscenza: il web 2.0 e il marke3ng non
convenzionale stanno cambiando il modo di fare
comunicazione, anche sociale.
Oggi non esiste un media che perme9a un’interazione pari
a quella dei social network. L’utente ha sempre più potere
così come lo hanno le relazioni.
Chiunque può esprimere il proprio pensiero, la propria
crea3vità: chiunque, a cos3 contenu3, può realizzare una
web TV, il proprio blog, la propria radio in podcast. A
differenza dei vecchi media, sul web le relazioni nascono
dal presupposto che non siamo mai soli.
71. Il principio di McLuhan “Il medium è il
messaggio” sembra essersi capovolto.
Non sono solo i cellulari e internet a fare la
differenza: è cambiato l’uso dei media da parte
delle persone come dimostrano, esempio, i da3
in con3nua crescita dei social network.
Anche se i nuovi strumen3 non sos3tuiscono i
vecchi, le persone oggi cercano i contenu3 che
interessano, scegliendo il momento e
u3lizzando il medium che preferiscono (si è
registrato un grande aumento delle campagne
su tablet, smartphone etc.).
72. Secondo il Rapporto Royal Pingdom 2015 sono 2,2 miliardi gli
internau3 a livello mondiale.
Email
144 miliardi – Traffico totale di e-‐mail al giorno in tu9o il mondo.
61% -‐ Quota dei messaggi di posta ele9ronica che sono sta3
considera3 non essenziali.
4,3 miliardi -‐ Numero di account di posta ele9ronica nel mondo.
425 milioni -‐ Numero di uten3 Gmail a5vi a livello globale
(è il principale fornitore di posta ele9ronica in tu9o il mondo).
68,8% -‐ Percentuale di spam in tu9o il traffico e-‐mail.
50,76% -‐ Percentuale di tu9o lo spam rela3vo a prodo5
farmaceu3ci
0,22% -‐ Quota dei messaggi di posta ele9ronica in tu9o il mondo
che comprendeva qualche forma di phishing.
73. o 2,4 miliardi -‐ Numero di uten3 Internet in tu9o il mondo.
o 1,1 miliardi -‐ Numero di uten3 Internet in Asia.
o 519 milioni -‐ Numero di uten3 Internet in Europa.
o 274 milioni -‐ Numero di uten3 Internet in Nord America.
o 255 milioni -‐ Numero di uten3 Internet in America La3na / Caraibi.
o 167 milioni -‐ Numero di uten3 Internet in Africa.
o 90 milioni -‐ Numero di uten3 Internet in Medio Oriente.
o 24,3 milioni -‐ Numero di uten3 Internet in Oceania.
o 565 milioni -‐ Numero di uten3 Internet in Cina, più di ogni altro
paese al mondo.
o 42,1% -‐ la penetrazione di Internet in Cina.
o 634 milioni – Numero di si3 web.
Internet users
74. o 1,5 miliardi -‐ Numero di uten3 mensili a5vi su Facebook (il 1 miliardo
superato nel mese di o9obre 2012).
o 47 % -‐ Percentuale di uten3 di Facebook di sesso femminile.
o 40,5 anni -‐ Età media di un utente di Facebook.
o 2,7 miliardi -‐ Numero di “like” su Facebook ogni giorno.
o 300 milioni – numero di uten3 mensili a5vi su Twi9er (superato a
dicembre 2012).
o 819.000 + -‐ Numero di retweet di tweet di Barack Obama "Four
more years", il maggior numero dii retweet di sempre.
o 327.452 -‐ Numero di tweets al minuto, quando Barack Obama è
stato riele9o.
Social media
75. o 9,6 milioni -‐ Numero di tweets durante la cerimonia di apertura
delle Olimpiadi di Londra 2012.
o 175 milioni -‐ Numero medio di tweet invia3 ogni giorno nel 2015.
o 37,3 anni -‐ Età media di un utente Twi9er .
o 307 -‐ Numero di tweets da parte dell'utente medio Twi9er
all’anno.
o 51 -‐ Numero medio di “follower” per utente Twi9er .
o 163 miliardi -‐ il numero di tweet “twe9a3” dalla nascita di Twi9er
(mese di luglio 2012).
o 123 -‐ Numero di capi di stato che hanno un account Twi9er.
o 187 milioni -‐ Numero di iscri5 su LinkedIn (se9embre).
o 44,2 anni -‐ Età media di un utente Linkedin.
o 135 milioni -‐ Numero di uten3 a5vi mensilmente su Google+.
Social media
76. o 1,1 miliardi -‐ Numero di abbona3 globali a smartphone.
o 6,7 miliardi -‐ Numero di abbonamen3 mobili.
o 5 miliardi -‐ Numero di uten3 di telefonia mobile.
o 5,3 miliardi -‐ Numero di telefoni cellulari.
o 1,3 miliardi -‐ Numero di smartphone in uso in tu9o il mondo alla
fine del 2015.
o 465 milioni -‐ Numero di smartphone Android vendu3 nel 2015, una
quota di mercato del 66%.
o 31% -‐ Percentuale della popolazione Internet degli Sta3 Uni3 che
ha u3lizzato un tablet o e-‐reader.
o 13% -‐ quota Mobile di traffico Internet globale.
o 500 megabyte -‐ Traffico da3 medio
mensile di uno smartphone.
Mobile
77. o 2,5 milioni -‐ Numero di ore di video carica3 su YouTube nel 2015.
o 4 miliardi -‐ Numero di ore di video che sono state visualizzate su
YouTube.
Ricerche
o 1,2 trilioni -‐ Numero di ricerche su Google nel 2015.
o 67% -‐ Quota di mercato di Google, leader della ricerca.
Immagini
o 7 petabyte (7168 Terabyte -‐ 7168000 Gigabyte) -‐ “Peso” delle foto
postate su Facebook ogni mese.
o 300 milioni -‐ Numero di nuove foto aggiunte ogni giorno su
Facebook.
o 5 miliardi -‐ Il numero di foto caricate su Instagram dalla sua nascita.
o 58 -‐ Numero di foto caricate ogni secondo su Instagram.
Video
81. Ciò che oggi non è
convenzionale,
domani
semplicemente,
lo diventerà.
82. Se i tempi stanno cambiando, deve cambiare anche il mezzo per
comunicare: la pubblicità esce dal circuito tradizionale dei media
per scendere tra la gente. Partendo da questa considerazione
sono state create diverse tecniche alterna3ve ai media classici:
marke3ng tribale, guerrilla, ambient… sono alcune delle definizioni
che vengono u3lizzate quando si parla di strumen3 diversi.
Il principio a cui rispondono queste tecniche è il coinvolgimento
a5vo del consumatore in proge5 di comunicazione meno invasivi
e più piacevoli dell’adver3sing.
Il consumatore – o meglio il neo consumatore – non è più
individuato secondo s3li di vita defini3 ma a9raverso i momen3 di
consumo.
Per strada, sui mezzi pubblici, nel punto vendita viene raggiunto da
messaggi diversi veicola3 anche in modo diverso.
83. Lo street marke3ng si sviluppa a9raverso a5vità non
convenzionali organizzate per strada con il solo supporto di mezzi
e persone (spesso anche a9ori o character).
Quando si parla invece di guerrilla marke3ng si fa riferimento ad
una tecnica specifica che u3lizza le modalità dei guerriglieri,
sogge5 imprevedibili che a9accano quando gli altri dormono, si
ri3rano quando gli altri contra9accano, conoscono le insidie del
terreno, sanno come o9enere grandi risulta3 con pochi mezzi.
I vantaggi di questa tecnica sono molteplici: cos3 contenu3,
personalizzazione del messaggio, possibilità di “creare la no3zia”,
feedback immediato sul gradimento dell’operazione. Tra gli
svantaggi, il numero limitato dei conta5 e la necessità di rinnovare
costantemente la modalità di a9uazione.
84.
85.
86.
87.
88. ALCUNE
CONCLUSIONI
Verso la crescita
intelligente , sostenibile,
inclusiva
90. Di fronte a una sensibilità ambientale in
crescita il mercato sta cambiando: le imprese
trasformano il proprio modo di produrre,
approvvigionarsi e vendere, i consumatori
modificano le loro scelte di acquisto.
In questo processo di transizione, regole e
comportamen3 non sono ancora
chiaramente defini3 e uniforma3.
Un elemento che tende a generare
confusione, sopra9u9o in chi acquista,
spesso disorientato dal flusso di informazioni
non comparabili e diversificate.
92. Secondo la ricerca GreenItaly 2015, sono in
aumento i green jobs, i lavori verdi.
328mila aziende italiane (il 22%) dell’industria
e dei servizi con almeno un dipendente che
dal 2008 hanno inves3to, o lo faranno
quest’anno, in tecnologie green per ridurre
l’impa9o ambientale e risparmiare energia.
Dalle quali quest’anno arriverà il 38% di tu9e
le assunzioni programmate nell’industria e nei
servizi: 216.500 su un totale di 563.400. I
green jobs diventano protagonis3
dell’innovazione e copriranno il 61,2% di
tu9e le assunzioni des3nate alle a5vità di
ricerca e sviluppo delle aziende.
Ricerca e l’innovazione che, dunque, parlano
green.
94. La crisi degli ul3mi anni ha riportato l’a9enzione
sull’importanza di definire un nuovo modello di
crescita. Tra is3tuzioni, imprese, ci9adini e
tu5 gli a9ori sociali è aumentata la consapevolezza
della necessità di una crescita più intelligente,
sostenibile e inclusiva.
Questo nuovo modello ha bisogno di inves3men3
pubblici e priva3 per infrastru9ure, riqualificazione
urbana, mobilità sostenibile, riduzione dell’impa9o
ambientale, difesa del territorio, ricerca e
innovazione.
96. Meditate, oculate, verificate: le nostre scelte stanno
rapidamente cambiando.
Dall’acquisto di detersivi alla spina, alla ricerca di
prodo5 che garan3scono il rispe9o dei diri5 umani
e dell’ambiente, sono in diminuzione gli acquis3
d’impulso e le persone si danno il tempo necessario
per rifle9ere prima di comprare.
Il tema della sostenibilità ambientale è sempre più
centrale e termini nuovi come bioliving -‐ che
riguardano non solo l’alimentazione ma anche
se9ori come beauty, energia, turismo etc.-‐ stanno
entrando nel vocabolario se non di tu5 certamente
delle persone più sensibili e a9ente.
Il consumatore sta cambiando per l’effe9o
temporaneo della crisi oppure è in corso una
mutazione antropologica?