2. Il canto degli italiani, impropriamente conosciuto anche come
Fratelli d'Italia, Inno di Mameli, Canto nazionale o Inno d'Italia, è
un canto risorgimentale scritto dai genovesi Goffredo Mameli
(testo) e Michele Novaro (musica), inno nazionale de facto della
Repubblica Italiana, sancito implicitamente dalla legge 23 novembre
2012 .
3. Nell'autunno del 1847 Goffredo Mameli, allora giovane studente e
patriota iscritto alla Massoneria, scrisse il testo de Il Canto degli
Italiani. Dopo aver scartato l'idea di adattarlo a musiche già
esistenti, nel settembre 1847 lo inviò a Torino nella casa del
patriota Lorenzo Valerio, dove si trovava anche il maestro genovese
Michele Novaro, il quale ne fu subito conquistato.
4. Questo inno, scritto da un Massone per i "fratelli" della
Massoneria, debuttò il 10 dicembre, quando a Oregina fu
presentato ai cittadini genovesi in occasione del centenario della
cacciata degli austriaci suonato dalla Filarmonica Sestrese
5. Mancavano pochi mesi al celebre 1848, che era già nell'aria: era
stata abolita una legge che vietava assembramenti di più di dieci
persone, così oltre 30.000 persone ascoltarono l'inno e l'impararono;
nel frattempo Nino Bixio sulle montagne organizzava i falò della
notte dell'Appennino. Dopo pochi giorni, tutti conoscevano l'inno.
6. Durante le Cinque giornate di Milano, gli insorti lo intonavano a
squarciagola. Gli inni patriottici come l'inno di Mameli furono un
importante strumento di propaganda degli ideali del Risorgimento e
di incitamento all'insurrezione, che contribuì significativamente
alla svolta storica che portò all'emanazione dello Statuto albertino,
ed all'impegno del re nel rischioso progetto di riunificazione
nazionale.
7. Quando l'inno si diffuse, le autorità cercarono di vietarlo,
considerandolo eversivo. Visto il totale fallimento, tentarono di
censurare almeno l'ultima parte, ma neppure in questo si ebbe
successo.
8. Dopo la dichiarazione di guerra all'Austria, persino le bande
militari lo suonarono tanto che re Carlo Alberto fu costretto a
ritirare ogni censura del testo. In seguito fu proprio intonando
l'inno di Mameli che Garibaldi, con i "Mille", intraprese la conquista
dell'Italia meridionale e la riunificazione nazionale.
9. Nel 1862 Giuseppe Verdi, nel suo Inno delle Nazioni, composto per
l'Esposizione Universale di Londra, affidò proprio al Canto degli
Italiani il compito di simboleggiare l'Italia, ponendolo accanto a
God Save the Queen e alla Marsigliese.
10. Mameli era già morto, ma le parole del suo inno, che invocava
un'Italia unita, erano più vive che mai. Anche la presa di Roma del
1870, fu accompagnata da cori che lo cantavano accompagnati dagli
ottoni dei bersaglieri. Per tutta la fine dell'Ottocento e oltre,
Fratelli d'Italia rimase molto popolare.
11. Il documento sonoro più antico conosciuto del Canto degli Italiani
è datato 1901 e venne inciso dalla Banda Municipale del Comune di
Milano sotto la direzione del Maestro Pio Nevi. Un'altra antica
incisione pervenuta ad oggi è quella della Banda del Grammofono,
registrata a Londra il 23 gennaio 1918.
12. Dopo la marcia su Roma, assunsero grande importanza i canti più
prettamente fascisti, che, pur non essendo degli inni ufficiali, erano
diffusi e pubblicizzati molto capillarmente. I canti risorgimentali
furono comunque incoraggiati, tranne quelli "sovversivi" oltre a quelli
di popoli stranieri non simpatizzanti col fascismo.
13. Furono istituiti il Sindacato nazionale fascista dei musicisti. Il
fascismo giunse a governare le attività di tutte le istituzioni
musicali, dalle scuole ai conservatori, ai teatri, ai festival ed ai
concorsi. La politica fascista non modificò i programmi di istruzione
scolastica e professionale dei musicisti.
14. Nella seconda guerra mondiale, dopo l'armistizio dell'8 settembre
1943, l'inno di Mameli e molti altri vecchi canti assieme a quelli
nuovi dei partigiani risuonarono per tutta Italia dando coraggio agli
italiani. In questo periodo di transizione, il governo adottò
provvisoriamente come inno nazionale La canzone del Piave.
15. Nel 1945, dopo la fine della guerra, a Londra Toscanini diresse
l'esecuzione dell'Inno delle Nazioni, composto da Verdi nel 1862 e
comprendente anche l'inno di Mameli, che vide così riconosciuta
l'importanza che gli spettava.
16. La Costituzione sancì l'uso del tricolore come bandiera nazionale,
ma non stabilì quale sarebbe stato l'inno, e nemmeno il simbolo
della Repubblica.
17. Per molti decenni si è dibattuto a livello politico e parlamentare
circa la necessità di rendere Fratelli d'Italia l'inno ufficiale della
Repubblica Italiana, ma senza che si arrivasse mai all'approvazione
di una legge o di una modifica costituzionale che sancisse lo stato di
fatto riconosciuto peraltro anche in tutte le sedi istituzionali.
18. Altre iniziative analoghe sono state adottate in sede parlamentare
peraltro senza mai portare a termine l'ufficializzazione nella
Costituzione dell'inno che attualmente perciò resta provvisorio e
adottato ad interim.
19. Nel giugno 2012 è stato approvato il disegno di legge che prevede
l'obbligo di insegnare nelle scuole italiane l'Inno di Mameli.
20. In alcuni manifestazioni sportive attuali, come le corse
motociclistiche, l'inno viene spesso tagliato, mentre negli altri
sport, compreso il calcio, viene oggi suonato integralmente.
21. Lo spartito dell'inno è di proprietà della casa editrice Sanzogno. Il
manoscritto autografo che Michele Novaro inviò all'editore
Francesco Lucca è conservato presso l'Archivio Storico Ricordi.
22. Nel 2010, la SIAE ha stabilito di non riscuoterne più in modo
diretto i diritti di noleggio sugli spartiti musicali mentre, come
ovvio, i diritti d'autore sono già decaduti poiché l'opera è di
pubblico dominio, essendo i due autori morti da più di 70 anni.