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Scuola secondaria di
  primo grado di
   MONCHIO e
   PALANZANO




                Anno
              scolastico
              2009/2010
Il latte è un alimento completo e nutriente
noto da tempi remoti ed è legato alle
prime forme di addomesticazione e
allevamento condotte sugli animali
latticini. Tuttavia non è conservabile a
lungo.




Si sa che i popoli nomadi
dell’Asia minore erano soliti
trasportare le scorte di latte in             Gli enzimi ancora presenti avrebbero
otri ottenuti con gli stomaci                 reagito con il latte trasformandolo in
degli animali da latte.                       un nuovo alimento facilmente
                                              conservabile: il formaggio
Perché a Parma?




La storia di Parmigiano reggiano e Grana
padano affonda le proprie radici nel          Una tale quantità di latte
medioevo ed è associata all’intensa           non poteva essere
bonifica che i monaci benedettini e           consumata del tutto.
cistercensi hanno operato sulla Pianura       Divenne necessario
padana. I territori bonificati diventarono    trasformare il latte in un
prati ricchi di foraggio a disposizione del   alimento duraturo e
bestiame.                                     conservabile; nascono così il
                                              Parmigiano reggiano e il
                                              Grana padano
8 marzo 2010

 Visita al caseificio di Vairo
per indagare sul Parmigiano
In viaggio verso il caseificio
Ascoltiamo
      e
  impariamo



Ripercorri
con noi
le fasi di
lavorazione
Il latte della sera,
parzialmente scremato
per affioramento
naturale del grasso, è
miscelato nelle caldaie
di rame con il latte intero
del mattino seguente.
Per ogni forma di formaggio
sono necessari circa 550/600 litri
             di latte
Dopo aver scaldato il latte nella caldaia
di rame, si versa il siero innesto, una
coltura di fermenti lattici naturali.
A seguire è aggiunto il caglio (enzima
naturale ottenuto dallo stomaco dei vitelli
lattanti) che determina la coagulazione
del latte.
Un termometro tiene
sotto controllo la
temperatura del latte
che si riscalda nelle
caldaie.




La cottura raggiunge i
55 °C, dopo di che i
granuli caseosi
precipitano sul fondo
della caldaia
formando un’unica
massa.
… si forma la
cagliata, che
viene rotta
con lo
"spino", fino
a ridurla in
piccoli pezzi
della forma di
un chicco di
frumento.
Il casaro compie
azioni vecchie di
millenni ma la
magia si compie
solo se è molto
abile.
Da ogni
caldaia si
ricavano
 2 forme di
formaggio.
FASCE IN
     METALLO PER
     DARE LA FORMA




FASCE IN PLASTCA
PER IMPRIMERE
SULLO SCALZO LA
DICITURA
PARMIGIANO
REGGIANO…
A PUNTINI
Parmigiano
reggiano
in salamoia
Parmigiano reggiano
      in bocca
Parmigiano
                          Reggiano
                          con latte di
                          montagna,
                          Il gusto ci
                          guadagna.




Abbiamo osservato,
abbiamo ascoltato.
Quest’esperienza ci ha
permesso di conoscere
un prodotto “di pregio”
del nostro territorio.
L’esperto,
               consapevole della
               propria
               responsabilità,
               compie gesti antichi
               per controllare che ogni
               forma di Parmigiano-
               Reggiano sia perfetta.




Solo quello
perfetto può
essere
marchiato!
100 grammi di Parmigiano-Reggiano stagionato
                     contengono:
Acqua g 30,8
Proteine totali g 33,0       Vitamina A mcg270
Grasso g 28,4                Vitamina B1mcg 34
Valore energetico Kcal 392   Vitamina B2mcg 370
Cloruro di sodio g 1,39      Vitamina B6 mcg 110
Calcio mg 1160               Vitamina B12 mcg 4,2
Fosforo mg 680               Vitamina PP mcg 55
Sodio mg 650                 Acido pantotenico mcg 320
Potassio mg 100              Colina mg 40
Magnesio mg 43               Biotina mcg 23
Zinco mg 4
Visita alla
latteria sociale
Italia di
Viadana
per indagare
sul Grana
Anche qui
dimostriamo
 interesse e
 attenzione
Comparazione




Grana padano e Parmigiano reggiano sono entrambi
formaggi vaccini a pasta dura, granulosa e ben cotta. Il
tempo di stagionatura parte da un minimo di 9/12 mesi
cosicché il contenuto d’acqua è ridotto a circa il 30% in
peso. Entrambi sono tutelati dalla Denominazione di Origine
Protetta (Prodotti DOP).
Nome e cognome: Parmigiano Reggiano

Data di nascita: nessuno la conosce di
preciso ma probabilmente nel XI
secolo d. C.

Possibili province di nascita: Parma,
Reggio Emilia, Modena, Bologna (ad
ovest del fiume Reno) e Mantova (a
sud del Po)

Cittadinanza: italiana

Dimensioni e peso: diametro da 35 a
45 cm. Peso da 24 a 40 kg.
Nome e cognome: Grana Padano

Data di nascita: secondo alcune fonti
nel 1135 d. C.
Possibili province di nascita:
Alessandria, Asti, Bergamo, Bologna (a
destra del Reno), Brescia, Como Cremona,
Cuneo, Ferrara, Forlì-Cesena, Lodi,
Mantova (a sinistra del Po), Milano, Novara,
Padova, Pavia, Piacenza, Ravenna, Rimini,
Rovigo, Sondrio, Torino, Trento, Treviso,
Varese, Venezia, Vercelli, Verona e Vicenza


Cittadinanza: italiana

Dimensioni e peso: diametro di 35-45
cm e peso di 24-40 Kg in base alla
stagionatura
La lavorazione
Parmigiano Reggiano e         La formaldeide nel Grana Padano non è più
Grana Padano sono             usata dal 1991: da allora si usa il lisozima,
                              come antibatterico: serve per evitare la
prodotti mediante una         proliferazione dei batteri che provocano il
serie di lavorazioni molto    gonfiore tardivo dei formaggi, che sono
simili.                       soprattutto quelli in grado di sviluppare
                              fermentazioni butirriche. Il lisozima è un
                              enzima molto diffuso in natura (è presente
                              anche nelle lacrime umane) ed è innocuo al
                              100%. Il Parmigiano Reggiano non fa utilizzo
                              di lisozima perché le vacche, non
                              alimentandosi con insilati, producono un latte
                              meno contaminato da batteri butirrici, dunque il
                              rischio che si sviluppi il gonfiore tardivo è
                              minore.
Un po’ di storia
•   La nascita del Grana Padano è una storia affascinante, che risale all’anno mille e all’ingegno dei monaci
    benedettini. L’opera di bonifica compiuta dai monaci Cistercensi dell’abbazia di Chiaravalle favorì il diffondersi
    dell’allevamento del bestiame, che generò ben presto una ricca disponibilità di latte, di gran lunga superiore al
    fabbisogno della popolazione.
    Fu così che i monaci misero a punto la “ricetta” del Grana Padano, geniale espediente per la conservazione
    dell’eccedenza di latte.
    Nasce così un formaggio a pasta dura che stagionando, conserva i principi nutritivi del latte e acquista un sapore
    inconfondibile, dolce e saporito allo stesso tempo. Formaggio a cui viene spontaneamente attribuito il nome di
    “grana” per la pasta granulosa che lo caratterizza.
    La fama del Grana Padano si consolida nel tempo e ben presto diviene formaggio pregiato protagonista dei
    banchetti rinascimentali di principi e duchi, ma anche principale alimento di sostentamento delle genti delle
    campagne durante le terribili carestie.
    Un formaggio dalle due anime: ingrediente di spicco delle ricette dell’elaborata cucina nobiliare e caposaldo della
    tradizione gastronomica popolare.
    Con il passare del tempo la pratica della trasformazione del latte in “Grana” si diffonde, tanto da diventare uno dei
    pilastri dell’economia agricola.
    La tradizione produttiva del Grana Padano che si è tramandata nei secoli e assicura ancora oggi al prodotto le
    caratteristiche organolettiche e l’aspetto che lo hanno reso celebre in tutto il mondo.
Un po’ di storia
•   Già nei testi degli antichi autori romani compare il formaggio Parmigiano-Reggiano con riferimento ad una
    specifica zona di produzione, ma sicuramente abbiamo precise notizie di come nel Medioevo nelle abbazie
    dei monaci benedettini e cistercensi della pianura padana si iniziasse la produzione del Parmigiano-
    Reggiano, con le tecniche ancora oggi in uso. In particolare nella pianura Padana tra l'Appennino e la riva
    destra del fiume Po i monaci, abili agricoltori, bonificarono le paludi dissodarono i campi seminando
    foraggiere in quantità sufficienti per allevare numerosi bovini. Con trifoglio ed erba medica iniziò la messa
    a coltura di quei prati tutt'oggi indispensabili per nutrire le mucche e avere un formaggio particolarmente
    sapido, di delicato aroma e ben stagionato, senza dover aggiungere additivi e conservanti che possono
    risultare dannosi alla produzione del Parmigiano-Reggiano. Fu soltanto allora con la disponibilità di
    numerosi capi di bestiame che si poté iniziare la produzione del Parmigiano-Reggiano, che richiedeva circa
    600 litri di latte per la produzione di un'unica forma che allora come oggi può raggiungere il peso di 40 Kg.
    Fu così che accanto ai grandi monasteri e possenti castelli, comparvero i primi caselli, piccoli edifici a
    pianta quadrata o poligonale, ancora visibili nelle nostre campagne, dove avveniva la lavorazione del latte;
    fu questa nel XII secolo la culla del Parmigiano-Reggiano. In quel periodo iniziarono gli scambi merceologici
    tra le varie comunità religiose sorte in Italia e in Europa. I monaci non si limitarono ad avviare i grandi
    allevamenti, ma nelle loro immense cucine e nei loro laboratori realizzarono importanti esperimenti ed
    invenzioni. Scoprirono che con l'impiego di un doppio riscaldamento del latte a temperatura adeguata e
    controllata, si riusciva a produrre una pasta con poco residuo acquoso, condizione ideale per produrre un
    formaggio di lunga conservabilità e con elevato valore nutritivo oltre che di buon gusto. Ben presto le
    grandi forme di Parmigiano-Reggiano lucenti come il sole, attirarono l'attenzione dei mercanti che
    partendo dai monasteri della pianura padana le portarono e le fecero apprezzare in tutto il mondo. Da
    allora ad oggi la produzione del parmigiano non è sostanzialmente cambiata, proprio perché la forza di
    questo inimitabile prodotto sta proprio nel rigoroso rispetto della tradizione.
…et eravi una montagna di
         formaggio Parmigiano
       grattugiato, sopra la quale
      stavan genti, che niuna altra
         cosa facevan, che fare
          maccheroni e ravioli


Non occorre compiere laboriose e defatiganti ricerche nelle nostre
numerose biblioteche per radunare documenti sull'antica origine del
Parmigiano-Reggiano. Una delle citazioni più significative si trova
addirittura nel Decamerone e - per le parole stesse con cui è espressa -
non lascia dubbi che il Parmigiano, a cui Maso si riferisce nel descrivere al
credulo Calandrino, il paese di Bengodi, è esattamente lo stesso
formaggio che oggi si fregia del nome di Parmigiano-Reggiano:
Il Parmigiano Reggiano mette d'accordo
gastronomi e medici, poeti e letterati, virtuosi
e gourmet della mensa e tecnici della                          Presentazione
nutrizione. E' raro che ciò che fa a tavola la              preparata nell’anno
delizia dei gastronomi incontri l'approvazione
del medico e del dietista. Il cuoco viene                  scolastico 2009-2010.
lodato, ma il medico protesta; chi mangia cibi                Progetto Parco
succulenti, spesso " li tiene in bocca pochi                 Docente: Daniele
istanti, nello stomaco alcune ore e nei
                                                                 Giovanelli
depositi di grasso del corpo per sempre".




Il formaggio Parmigiano Reggiano è una delle pochissime felici eccezioni,
nutrientissimo, di sapore pieno e stuzzicante, delizia come condimento e come
formaggio da tavola, nello stesso tempo, soddisfa per la sua digestione ed
assimilazione facilitata; il dietologo lo raccomanda anche nell'alimentazione dei
bambini, delle gestanti, dei convalescenti e dei vecchi. E, naturalmente, è
particolarmente raccomandato per chi desidera mantenere la linea.
Qual è il segreto? O meglio, perché elementi di solito in contrasto - valore nutritivo
e digeribilità - convivono armonicamente nel Parmigiano Reggiano? Perché è un
alimento tutto e solo naturale.
Per produrre un Kilogrammo di Parmigiano Reggiano occorrono ben 16 litri di
latte. 100 grammi di questo formaggio si digeriscono in circa 45 minuti.

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Parmigiano e Grana Padano

  • 1. Scuola secondaria di primo grado di MONCHIO e PALANZANO Anno scolastico 2009/2010
  • 2. Il latte è un alimento completo e nutriente noto da tempi remoti ed è legato alle prime forme di addomesticazione e allevamento condotte sugli animali latticini. Tuttavia non è conservabile a lungo. Si sa che i popoli nomadi dell’Asia minore erano soliti trasportare le scorte di latte in Gli enzimi ancora presenti avrebbero otri ottenuti con gli stomaci reagito con il latte trasformandolo in degli animali da latte. un nuovo alimento facilmente conservabile: il formaggio
  • 3. Perché a Parma? La storia di Parmigiano reggiano e Grana padano affonda le proprie radici nel Una tale quantità di latte medioevo ed è associata all’intensa non poteva essere bonifica che i monaci benedettini e consumata del tutto. cistercensi hanno operato sulla Pianura Divenne necessario padana. I territori bonificati diventarono trasformare il latte in un prati ricchi di foraggio a disposizione del alimento duraturo e bestiame. conservabile; nascono così il Parmigiano reggiano e il Grana padano
  • 4. 8 marzo 2010 Visita al caseificio di Vairo per indagare sul Parmigiano
  • 5. In viaggio verso il caseificio
  • 6. Ascoltiamo e impariamo Ripercorri con noi le fasi di lavorazione
  • 7. Il latte della sera, parzialmente scremato per affioramento naturale del grasso, è miscelato nelle caldaie di rame con il latte intero del mattino seguente.
  • 8. Per ogni forma di formaggio sono necessari circa 550/600 litri di latte
  • 9. Dopo aver scaldato il latte nella caldaia di rame, si versa il siero innesto, una coltura di fermenti lattici naturali. A seguire è aggiunto il caglio (enzima naturale ottenuto dallo stomaco dei vitelli lattanti) che determina la coagulazione del latte.
  • 10. Un termometro tiene sotto controllo la temperatura del latte che si riscalda nelle caldaie. La cottura raggiunge i 55 °C, dopo di che i granuli caseosi precipitano sul fondo della caldaia formando un’unica massa.
  • 11. … si forma la cagliata, che viene rotta con lo "spino", fino a ridurla in piccoli pezzi della forma di un chicco di frumento.
  • 12. Il casaro compie azioni vecchie di millenni ma la magia si compie solo se è molto abile.
  • 13. Da ogni caldaia si ricavano 2 forme di formaggio.
  • 14.
  • 15. FASCE IN METALLO PER DARE LA FORMA FASCE IN PLASTCA PER IMPRIMERE SULLO SCALZO LA DICITURA PARMIGIANO REGGIANO… A PUNTINI
  • 18. Parmigiano Reggiano con latte di montagna, Il gusto ci guadagna. Abbiamo osservato, abbiamo ascoltato. Quest’esperienza ci ha permesso di conoscere un prodotto “di pregio” del nostro territorio.
  • 19. L’esperto, consapevole della propria responsabilità, compie gesti antichi per controllare che ogni forma di Parmigiano- Reggiano sia perfetta. Solo quello perfetto può essere marchiato!
  • 20. 100 grammi di Parmigiano-Reggiano stagionato contengono: Acqua g 30,8 Proteine totali g 33,0 Vitamina A mcg270 Grasso g 28,4 Vitamina B1mcg 34 Valore energetico Kcal 392 Vitamina B2mcg 370 Cloruro di sodio g 1,39 Vitamina B6 mcg 110 Calcio mg 1160 Vitamina B12 mcg 4,2 Fosforo mg 680 Vitamina PP mcg 55 Sodio mg 650 Acido pantotenico mcg 320 Potassio mg 100 Colina mg 40 Magnesio mg 43 Biotina mcg 23 Zinco mg 4
  • 21. Visita alla latteria sociale Italia di Viadana per indagare sul Grana
  • 23. Comparazione Grana padano e Parmigiano reggiano sono entrambi formaggi vaccini a pasta dura, granulosa e ben cotta. Il tempo di stagionatura parte da un minimo di 9/12 mesi cosicché il contenuto d’acqua è ridotto a circa il 30% in peso. Entrambi sono tutelati dalla Denominazione di Origine Protetta (Prodotti DOP).
  • 24. Nome e cognome: Parmigiano Reggiano Data di nascita: nessuno la conosce di preciso ma probabilmente nel XI secolo d. C. Possibili province di nascita: Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna (ad ovest del fiume Reno) e Mantova (a sud del Po) Cittadinanza: italiana Dimensioni e peso: diametro da 35 a 45 cm. Peso da 24 a 40 kg.
  • 25. Nome e cognome: Grana Padano Data di nascita: secondo alcune fonti nel 1135 d. C. Possibili province di nascita: Alessandria, Asti, Bergamo, Bologna (a destra del Reno), Brescia, Como Cremona, Cuneo, Ferrara, Forlì-Cesena, Lodi, Mantova (a sinistra del Po), Milano, Novara, Padova, Pavia, Piacenza, Ravenna, Rimini, Rovigo, Sondrio, Torino, Trento, Treviso, Varese, Venezia, Vercelli, Verona e Vicenza Cittadinanza: italiana Dimensioni e peso: diametro di 35-45 cm e peso di 24-40 Kg in base alla stagionatura
  • 26. La lavorazione Parmigiano Reggiano e La formaldeide nel Grana Padano non è più Grana Padano sono usata dal 1991: da allora si usa il lisozima, come antibatterico: serve per evitare la prodotti mediante una proliferazione dei batteri che provocano il serie di lavorazioni molto gonfiore tardivo dei formaggi, che sono simili. soprattutto quelli in grado di sviluppare fermentazioni butirriche. Il lisozima è un enzima molto diffuso in natura (è presente anche nelle lacrime umane) ed è innocuo al 100%. Il Parmigiano Reggiano non fa utilizzo di lisozima perché le vacche, non alimentandosi con insilati, producono un latte meno contaminato da batteri butirrici, dunque il rischio che si sviluppi il gonfiore tardivo è minore.
  • 27. Un po’ di storia • La nascita del Grana Padano è una storia affascinante, che risale all’anno mille e all’ingegno dei monaci benedettini. L’opera di bonifica compiuta dai monaci Cistercensi dell’abbazia di Chiaravalle favorì il diffondersi dell’allevamento del bestiame, che generò ben presto una ricca disponibilità di latte, di gran lunga superiore al fabbisogno della popolazione. Fu così che i monaci misero a punto la “ricetta” del Grana Padano, geniale espediente per la conservazione dell’eccedenza di latte. Nasce così un formaggio a pasta dura che stagionando, conserva i principi nutritivi del latte e acquista un sapore inconfondibile, dolce e saporito allo stesso tempo. Formaggio a cui viene spontaneamente attribuito il nome di “grana” per la pasta granulosa che lo caratterizza. La fama del Grana Padano si consolida nel tempo e ben presto diviene formaggio pregiato protagonista dei banchetti rinascimentali di principi e duchi, ma anche principale alimento di sostentamento delle genti delle campagne durante le terribili carestie. Un formaggio dalle due anime: ingrediente di spicco delle ricette dell’elaborata cucina nobiliare e caposaldo della tradizione gastronomica popolare. Con il passare del tempo la pratica della trasformazione del latte in “Grana” si diffonde, tanto da diventare uno dei pilastri dell’economia agricola. La tradizione produttiva del Grana Padano che si è tramandata nei secoli e assicura ancora oggi al prodotto le caratteristiche organolettiche e l’aspetto che lo hanno reso celebre in tutto il mondo.
  • 28. Un po’ di storia • Già nei testi degli antichi autori romani compare il formaggio Parmigiano-Reggiano con riferimento ad una specifica zona di produzione, ma sicuramente abbiamo precise notizie di come nel Medioevo nelle abbazie dei monaci benedettini e cistercensi della pianura padana si iniziasse la produzione del Parmigiano- Reggiano, con le tecniche ancora oggi in uso. In particolare nella pianura Padana tra l'Appennino e la riva destra del fiume Po i monaci, abili agricoltori, bonificarono le paludi dissodarono i campi seminando foraggiere in quantità sufficienti per allevare numerosi bovini. Con trifoglio ed erba medica iniziò la messa a coltura di quei prati tutt'oggi indispensabili per nutrire le mucche e avere un formaggio particolarmente sapido, di delicato aroma e ben stagionato, senza dover aggiungere additivi e conservanti che possono risultare dannosi alla produzione del Parmigiano-Reggiano. Fu soltanto allora con la disponibilità di numerosi capi di bestiame che si poté iniziare la produzione del Parmigiano-Reggiano, che richiedeva circa 600 litri di latte per la produzione di un'unica forma che allora come oggi può raggiungere il peso di 40 Kg. Fu così che accanto ai grandi monasteri e possenti castelli, comparvero i primi caselli, piccoli edifici a pianta quadrata o poligonale, ancora visibili nelle nostre campagne, dove avveniva la lavorazione del latte; fu questa nel XII secolo la culla del Parmigiano-Reggiano. In quel periodo iniziarono gli scambi merceologici tra le varie comunità religiose sorte in Italia e in Europa. I monaci non si limitarono ad avviare i grandi allevamenti, ma nelle loro immense cucine e nei loro laboratori realizzarono importanti esperimenti ed invenzioni. Scoprirono che con l'impiego di un doppio riscaldamento del latte a temperatura adeguata e controllata, si riusciva a produrre una pasta con poco residuo acquoso, condizione ideale per produrre un formaggio di lunga conservabilità e con elevato valore nutritivo oltre che di buon gusto. Ben presto le grandi forme di Parmigiano-Reggiano lucenti come il sole, attirarono l'attenzione dei mercanti che partendo dai monasteri della pianura padana le portarono e le fecero apprezzare in tutto il mondo. Da allora ad oggi la produzione del parmigiano non è sostanzialmente cambiata, proprio perché la forza di questo inimitabile prodotto sta proprio nel rigoroso rispetto della tradizione.
  • 29. …et eravi una montagna di formaggio Parmigiano grattugiato, sopra la quale stavan genti, che niuna altra cosa facevan, che fare maccheroni e ravioli Non occorre compiere laboriose e defatiganti ricerche nelle nostre numerose biblioteche per radunare documenti sull'antica origine del Parmigiano-Reggiano. Una delle citazioni più significative si trova addirittura nel Decamerone e - per le parole stesse con cui è espressa - non lascia dubbi che il Parmigiano, a cui Maso si riferisce nel descrivere al credulo Calandrino, il paese di Bengodi, è esattamente lo stesso formaggio che oggi si fregia del nome di Parmigiano-Reggiano:
  • 30. Il Parmigiano Reggiano mette d'accordo gastronomi e medici, poeti e letterati, virtuosi e gourmet della mensa e tecnici della Presentazione nutrizione. E' raro che ciò che fa a tavola la preparata nell’anno delizia dei gastronomi incontri l'approvazione del medico e del dietista. Il cuoco viene scolastico 2009-2010. lodato, ma il medico protesta; chi mangia cibi Progetto Parco succulenti, spesso " li tiene in bocca pochi Docente: Daniele istanti, nello stomaco alcune ore e nei Giovanelli depositi di grasso del corpo per sempre". Il formaggio Parmigiano Reggiano è una delle pochissime felici eccezioni, nutrientissimo, di sapore pieno e stuzzicante, delizia come condimento e come formaggio da tavola, nello stesso tempo, soddisfa per la sua digestione ed assimilazione facilitata; il dietologo lo raccomanda anche nell'alimentazione dei bambini, delle gestanti, dei convalescenti e dei vecchi. E, naturalmente, è particolarmente raccomandato per chi desidera mantenere la linea. Qual è il segreto? O meglio, perché elementi di solito in contrasto - valore nutritivo e digeribilità - convivono armonicamente nel Parmigiano Reggiano? Perché è un alimento tutto e solo naturale. Per produrre un Kilogrammo di Parmigiano Reggiano occorrono ben 16 litri di latte. 100 grammi di questo formaggio si digeriscono in circa 45 minuti.