3. I nuovi riferimenti a livello nazionale
Il recepimento del pacchetto
«Economia Circolare» aveva
introdotto all’art. 184
«classificazione» il comma 5 nel
quale si indicava che il MiTE
avrebbe approvato delle specifiche
Linee guida nazionali per la
classificazione dei rifiuti
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4. SNPAaveva emanato
nel novembre2019 le
proprie linee guida che
tuttavianon avevano
valenzadi norma.
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5. Con il decreto direttoriale n. 47 del 9 Agosto
2021 il MiTE ha approvato le nuove linee
guida approvate da SNPA con delibera 105 del
18 maggio 2021.
Il nuovo testo diviene quindi la Linea Guida
sulla base della quale i produttori devono
classificare i propri rifiuti.
Il nuovo testo ricalca per la maggior parte
le precedenti LG SNPA con alcune
modifiche ed integrazioni
Sono stati corretty alcuni typos ed aggiorna i
riferimenti normativi al pacchetto Economia
Circolare
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6. La struttura:
4 capitoli e 4 appendici
Lo scopo:
Le LG definiscono il quadro normativo in tema di classificazione dei rifiuti e
propongono un approccio metodologico che comprende l'attribuzione del codice EER
e la valutazione della pericolosità
Viene inoltre definito un elenco europeo dei rifiuti commentato che permette una
rapida ed univoca valutazione se il rifiuto sia pericoloso, non pericoloso o un codice
cd. «specchio».
Forniscono inoltre alcuni esempi di classificazione per i rifiuti di particolare importanza
ed individuano i criteri metodologici per la valutazione delle singole caratteristiche di
pericolo e dei POPs
Lo scopo e la struttura
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7. Le indicazioni sul 191212
La nuova LG introduce un paragrafo specifico dedicato
alla procedura per valutare la pericolosità di un rifiuto
prodotti dal TMB ed in particolare il 19.12.12/19.12.11*
Il paragrafo 3.5.9 ribadisce come la classificazione per
la valutazione della pericolosità deve partire dalla
conoscenza della composizione merceologica del
rifiuto. Nel caso del 191212 data la sua natura ed
origine l’analisi merceologica rappresenta un
prerequisito imprescindibile per acquisire le
informazioni per procedere all’identificazione delle
frazioni contenenti sostanze pericolose ed il loro
contributo ponderale all’intera massa.
La LG evidenzia come esistano numerosi fattori che
possono incidere sulla composizione (stagionalità,
turismo, localizzazione) e di come la caratterizzazione
merceologica debba essere ripetuta periodicamente ed
i risultati debbano essere valutati in ottica statistica.
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Gianicolense
216/E
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8. Le indicazioni sul 191212
La LG osserva inoltre come le tecnologie di selezione
applicate negli impianti possano ridurre il rischio di
contaminazioni fino a minimizzarlo.
La LG evidenzia infine come l’eventuale
campionamento ed analisi deve essere condotto
secondo un Programma di Prova e Piano di
Campionamento definito ai sensi della UNI 10802.
Da ultimo si auspica la realizzazione di un database
condiviso delle analisi effettuate al fine di arrivare ad
una classificazione comune e condivisa a livello
nazionale
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9. La LG introduce inoltre uno specifico paragrafo sul
campionamento dei rifiuti analogamente a quanto
descritto all’Allegato D degli Orientamenti tecnici sulla
classificazione dei rifiuti del 2018
Le indicazioni sul campionamento
Il riquadro 2.3 (pg. 43) riporta i riferimenti alla UNI
10802 e alla predisposizione dei piani di
campionamento come definito dalla UNI EN 14899..
La LG evidenzia come oltre alla UNI 10802 ci possano
essere delle norme tecniche specifiche per il
campionamento di particolari frazioni di rifiuti come a.e.
la EN 15442 per il CSS o la CEN 16010 per i rifiuti
plastici
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10. Con riferimento al 150110* di provenienza urbana la
LG sottolinea come le caratteristiche di pericolo da
associare a tale specifica frazione del rifiuto urbano
non possano essere valutate sulla base della sola
presenza di singoli imballaggi etichettati ma potranno
essere identificate attraverso un approccio che tenga
conto dell’intera massa dei rifiuti e della sua
composizione merceologica, determinata utilizzando,
ad esempio, la procedura ANPA RTI CTN_RIF
1/200023 o altre metodiche specificatamente
sviluppate come quella sviluppata da ARPA Veneto.
https://www.arpa.veneto.it/temi-ambientali/rifiuti/rifiuti-
urbani/attribuzione-caratteristiche-di-pericolo-agli-
imballaggi-150110
Un approccio attraverso indicazioni specifiche
sviluppate della CDC RAEE, da SNPA o dalle ARPA è
previsto anche per i RAEE (pg. 81)
Le indicazioni sul 150110 e RAEE
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Circ.
Gianicolense
216/E
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11. La nuova versione corregge un errore di traduzione della
precedente versione:
Viene infatti riportato che:
I metodi analitici per la determinazione del contenuto di
amianto sono riportati nel DM 06/09/1994 (GU n. 288
10/12/1994) che prevede l'applicazione delle tecniche DRX,
SEM o FT-IR, laddove la tecnica DRX è considerata la più
adatta per materiali massivi ed i rifiuti (prima era
per materiali ed i rifiuti ingombranti)
Le LG confemano che «I rifiuti facenti esplicito riferimento
all’amianto sono considerati come voci pericolose
“assolute”. L’elenco EER contiene ulteriori voci che non
menzionano esplicitamente l'amianto, ma che potrebbero
contenere tale sostanza pericolosa (ad esempio, 17 05
03*/17 05 04, 17 09 03*/17 09 04, ecc.) e che si
configurano come voci specchio.
Classificazionerifiuti contenenti
amianto (par. 3.5.6)
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12. Introdotto un capoverso che meglio dettaglia quando è
necessario ricorrere ai test in vitro per la valutazione
delle caratteristiche di pericolo HP4 ed HP8.
La LG osserva infatti come tale possibilità sia da usarsi
quando non è possibile in altro modo determinare la
composizione del rifiuto.
HP4 ed HP8 (par. 4.4 e par. 4.8)
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13. NUOVO TESTO
In relazione a quanto sopra riportato, si
evidenzia che la valutazione di pericolosità
sulla base del pH estremo è da ritenersi una
procedura da adottarsi solo nel caso residuale
in cui non sia possibile svolgere alcun
approfondimento chimico-analitico che
permetta di individuare le specie chimiche
irritanti e/o corrosive che conferiscono al
rifiuto le caratteristiche HP4 o HP8. Come
riportato nel paragrafo 2.1.3, infatti, le analisi
di laboratorio permettono, nella grande
maggioranza dei casi, di determinare i cationi
e gli anioni presenti nel rifiuto e
conseguentemente determinare la presenza
di sostanze, quali ad esempio gli idrossidi
alcalini o la presenza di acidi forti. Tali
informazioni, assieme all’adeguata
conoscenza del ciclo produttivo del rifiuto,
permettono di determinare le sostanze che
portano il rifiuto a manifestare le proprietà
corrosive ed irritanti.
VECCHIO TESTO
In relazione alla procedura sopra
descritta, si evidenzia che la
valutazione di pericolosità sulla base
del pH estremo è da ritenersi una
procedura da adottare solo
nel caso in cui non sia possibile
individuare le specie chimiche irritanti
e/o corrosive che conferiscono al
rifiuto le caratteristiche HP4 o HP8.
14. Il testo delle linee guida è disponibile a questo link:
https://www.slideshare.net/wasteandchemicals/lg-classificazione-rifiuti-ed2021
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