47. CONSEGUENZE ECONOMICHE Crollo del commercio E degli investimenti. I nflazione DEBITI DI GUERRA Francia e Inghilterra sono Indebitati con USA Impongono Alla Germania il pagamento Delle riparazioni di guerra
48.
49. Cessata la guerra la situazione in Italia è disastrosa: Morti Invalidi Fame Interruzione dei commerci Economia in ginocchio Inflazione Questo è il quadro generale.
50. Le industrie di produzione che fino a questo momento hanno prodotto armi e dunque sono state industrie di produzione militare, devono attuare una riconversione industriale, visto che non è più importante produrre armi. La conseguenza di questa riconversione porta ad una serie di licenziamenti in fabbrica, aggravando così una situazione già precaria. Anche nelle campagne la situazione non è positiva. Il governo promette ai contadini una riforma agraria che poi non attua. La riforma comporterebbe l’espropriazione della terra ai latifondisti per distribuirla ai contadini. Questa era stata la promessa fatta ai contadini mandati in trincea, ma i reduci una volta tornati dalla guerra non hanno né lavoro in fabbrica, né terreno. Sotto il profilo politico, i governi liberali appaiono molto deboli ed è per questa ragione che nascono due grandi partiti di massa, siamo nel 1919, il Partito popolare italiano,antenato della democrazia cristiana, partito dei cattolici fondato da don Luigi Sturzo, e il Partito socialista.
51. In questo clima di malcontento generale si svolgono molte manifestazioni contro la dilagante disoccupazione e l’aumento dell’inflazione. Questo periodo che durerà dal 1919 al 1920 è detto “biennio rosso” . Sono anni di scioperi, di proteste, di scontri sociali accesissimi a causa della crisi economica. In questo periodo la CGIL arriva al boom delle iscrizioni da parte dei lavoratori, anche gli imprenditori fondano un proprio sindacato “CONFINDUSTRIA”.
52. La situazione è la seguente: sciopero bianco serrate occupazione in fabbrica occupazioni nelle terre tutto ciò genera un’alta conflittualità e la preoccupazione di una rivoluzione comunista Sia la piccola borghesia che gli imprenditori che i proprietari terrieri, hanno paura della rivoluzione comunista, perché questa comporterebbe l’abolizione della proprietà privata, per questa ragione iniziano ad appoggiare le squadre fasciste di Mussolini, anche perché alla richiesta fatta al governo Giolitti di mandare l’esercito contro i contadini, questi si rifiuta e tentando una mediazione del conflitto che spesso rientra.
53. Nel 1920 sembra che l’Italia sia sull’orlo della rivoluzione. Le agitazioni rientrano ma non le preoccupazioni così gli imprenditori ricorrono alla squadre. In questo clima emerge la figura di Mussolini che espulso dal suo partito aveva fondato già nel 1919 il “movimento dei fasci di combattimento”, spesso formati da reduci, delusi che aderiscono al movimento che ha la caratteristica di essere fortemente nazionalista. È proprio l’ondata di alta conflittualità che vive il paese a favorire il crescere di questo movimento. Subito dopo Mussolini costituisce le “fasce d’azione” deputate a fare violenza e picchiare gli operai in fabbrica che manifestano. La polizia è spesso complice e tutto ciò è giustificato in nome del pericolo della rivoluzione comunista. Ma il grosso dell’appoggio Mussolini lo riceve dal ceto medio, coloro che avrebbero avuto qualcosa da perdere qualora davvero fosse scoppiata la rivoluzione comunista; per avere sempre maggiore consenso da parte del ceto medio Mussolini trasforma il movimento in partito e nel 1921 fonda il Partito nazionale fascista, molti lo sottovalutano, compreso Giolitti che alle elezioni del 1921 inserisce i fascisti nelle liste elettorali. I fascisti entrano in Parlamento.
54. Mussolini continua a crescere costituendo un vero e proprio esercito personale, le “camicie nere”, e nel 1922 decide la marcia su Roma per operare un colpo di Stato. Il Capo del Governo preoccupato sollecita il re Vittorio Emanuele III a firmare il decreto dello stato d’assedio, ma il re si rifiuta di mandare l’esercito contro Mussolini al quale addirittura da l’incarico di formare un nuovo governo: Mussolini diviene così capo del Governo. Dal 1922 al 1924 possiamo definire il I governo Mussolini entro l’ambito più o meno legalitario, il governo è sostenuto dai fascisti, liberali e popolari e rispetta la legge anche se le squadre fasciste continuano a fare spedizioni punitive e addirittura nel 1923 si organizzano per la sicurezza nazionale. Nel 1924 le nuove elezioni si svolgono in clima di violenza, intimidazioni, i leader socialisti vengono picchiati, viene impedito loro di tenere comizi e si arriva fino ai brogli elettorali, i fascisti vincono. Giacomo Matteotti deputato della lista avversa a Mussolini denuncia i brogli elettorali e il clima di violenza in cui si sono svolte le elezioni, pochi giorni dopo viene rapito e ucciso.
55. . Questo delitto segna il passaggio dalla fase legale a quella illegale del governo Mussolini. I rappresentanti dei partiti antifascisti abbandonano l’aula del Parlamento, in segno di protesta contro questo delitto, (secessione dell’Aventino) , tentando in questo modo di fare pressione sul re, ma il re per la seconda volta non fa nulla, consentendo così a Mussolini di continuare la sua politica illegale. Mussolini addirittura tiene un discorso nel quale si assume la responsabilità del delitto Matteotti e dal 1925 avviene la svolta, da questo momento il fascismo si trasforma il dittatura, in stato totalitario, e Mussolini assume su di sé tutti i tre poteri dello Stato
56. Creazione del consenso attraverso propaganda massiccia Istituzione di polizia segreta Istituzioni di tribunali speciali Lo Stato ha il controllo di ogni aspetto della vita del cittadino Negata la libertà di stampa Negata la libertà di parola Polizia usata per mettere a tacere qualsiasi opposizione Vietata qualsiasi forma di opposizione Partito Unico e ideologia dominante Stato totalitario