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Le tendenze nella green economy Valentina Durante
1. ECO-TRASPARENZA
RADICALE
2. INNOVAZIONE
COLLABORATIVA
3. PROGETTARE CON
CRITERI ECOATTIVI
4. GREEN RE-
THINKING
5. EFFICENZA
ENERGETICA
6. GREEN DRIVING
7. RIDURRE, RIUSARE,
RICICLARE
8. LOW IMPACT
PACKAGING
9. GREEN FOOD
10. TOXIC FREE
Appare logico pensare che
durante un periodo di
recessione – dominato da un
aumento del tasso di
disoccupazione e dalla
contrazione dei salari – i
consumatori ripieghino su
acquisti basici: prodotti ben
conosciuti e dal costo
contenuto.
Questo costituirebbe un
problema per molti prodotti
green, con i loro marchi spesso
mai sentiti e con i loro prezzi
mediamente più elevati
INTRODUZIONE: GREEN MARKETING E RECESSIONE
INTRODUZIONE
Tuttavia da numerose ricerche
di mercato effettuate nell’ultimo
anno emerge un consumatore
parecchio incline agli acquisti di
prodotti verdi, purchè questi
rispettino delle precise
caratteristiche.
INTRODUZIONE: GREEN MARKETING E RECESSIONE
INTRODUZIONE
Cosa chiedono dunque i
consumatori?
Innanzitutto dei prodotti verdi
che offrano dei benefici
personali, non solo delle
ricadute positive per l’ambiente
(da sole queste non sono
sufficienti).
C’è dunque un crescente
interesse per tutti quei prodotti
e servizi che aiutano a tagliare
le spese energetiche.
INTRODUZIONE: GREEN MARKETING E RECESSIONE
INTRODUZIONE
Ma non va trascurato l’effetto
rebound: alcune ricerche
mostrano come i consumatori
sprechino dal 5 al 12% del
potenziale risparmio energetico
proveniente dalle lampadine a
basso consumo poichè le
lasciano accese più a lungo
(tanto consumano meno no?).
Anche un sistema di
riscaldamento più efficiente
spinge ad alzare i termostati,
facendo andare in fumo dal 10
al 30% del risparmio previsto.
INTRODUZIONE: GREEN MARKETING E RECESSIONE
INTRODUZIONE
Questo significa che anche la
comunicazione di brand di
prodotti ecofriendly non deve
più limitarsi al solo aspetto
ambientale.
I consumatori vogliono prodotti
che non siano solo “verdi” ma
anche migliori – perchè offrono
un qualche vantaggio
personale, perchè fanno
risparmiare, perchè hanno
prestazioni elevate, perchè
sono più salutari o
semplicemente perchè sono
esteticamente accattivanti.
INTRODUZIONE: GREEN MARKETING E RECESSIONE
INTRODUZIONE
1. ECO-TRASPARENZA
RADICALE
Per “TRASPARENZA
RADICALE” si intende un ciclo
virtuoso che si sviluppa quando
delle informazioni dettagliate a
proposito di aziende, prodotti o
ingredienti diventano
istantaneamente e
diffusamente disponibili ai
consumatori, rendendoli così in
grado di fare scelte più
consapevoli e di dirottare quindi
il mercato verso prodotti meno
dannosi e più sostenibili.
TRASPARENZA RADICALE
1. ECO-TRASPARENZA RADICALE
La trasparenza radicale
assume forme diverse.
La prima ha origine dal boom
del social networking e si
concretizza in una nuova
generazione di blog, widget, siti
web e applicazioni.
Esempi sono GoodGuide.com
e HealthyStuff.org, assieme
alle lore app per cellulare, che
permettono ai consumatori di
confrontare l’impatto
ambientale e sulla salute di
svariati prodotti e marchi.
TRASPARENZA RADICALE
1. ECO-TRASPARENZA RADICALE
La seconda si concretizza nella
quantità di informazioni
dettagliate a proposito di
aziende e prodotti che vengono
rese disponibili da enti noprofit
come l’Interfaith Center on
Corporate Responsibility e
Climate Counts: entrambi
indicizzano le aziende
relativamente al loro impegno e
ai risultati ottenuti sul fronte
della lotta al cambiamento
climatico.
TRASPARENZA RADICALE
1. ECO-TRASPARENZA RADICALE
La terza proviene dai media
mainstream, come Newsweek
ad esempio.
Ma non solo: le stesse aziende
decidono di uscire allo
scoperto, in alcuni casi
volontariamente, in altri in
seguito a pressioni da parte di
gruppi di attivisti.
Lo scorso anno Apple, Clorox
e SC Johnson hanno
acconsentito a pubblicare la
lista completa degli
ingredienti/componenti dei loro
prodotti.
TRASPARENZA RADICALE
1. ECO-TRASPARENZA RADICALE
2. INNOVAZIONE
COLLABORATIVA
L’evoluzione della green
economy è costellata da una
quantità considerevole di
innovazioni spesso non sempre
così plateali e visibili/percepite
dai consumatori.
Le lattine di alluminio, ad
esempio, contengono circa un
terzo di alluminio in meno
rispetto a quelle di una decina
d’anni fa, ma di certo la
maggior parte dei consumatori
non se n’è mai accorta.
2. INNOVAZIONE COLLABORATIVA
GREEN INNOVATION
Tradizionalmente queste eco-
innovazioni sono risultati
conseguiti da singole aziende.
Ma negli ultimi 2-3 anni sono
nati numerosi consorzi o gruppi
che si propongono di
condividere e diffondere
soluzioni ed innovazioni.
Uno di questi è l’Eco Patent
Commons lanciato nel 2008 da
IBM, Nokia, Pitney Bowes e
Sony, con la regia del World
Business Council for
Sustainable Developments
(WBCSD).
2. INNOVAZIONE COLLABORATIVA
GREEN INNOVATION
Questo gruppo si propone di
rendere di pubblico dominio e
liberamente utilizzabili una
serie di brevetti utili per ridurre
l’impatto ambientale di processi
e prodotti.
Nel sito del WBCSD è
disponibile un database dove
sono raccolte le informazioni
riguardanti al momento più di
100 tecnologie.
2. INNOVAZIONE COLLABORATIVA
GREEN INNOVATION
Questa apertura alla
collaborazione, oltre a
dimostrare un diverso
approccio culturale delle
aziende al green business, può
essere particolarmente
importante per le piccole e
medie imprese, generalmente
restie a sviluppare progetti
innovativi di eco design per gli
investimenti necessari e i ritorni
difficili da calcolare.
2. INNOVAZIONE COLLABORATIVA
GREEN INNOVATION
Altro gruppo è GreenXchange,
fondato con l’obiettivo di
consentire alle aziende di
condividere la proprietà
intellettuale per il design, il
packaging e la manifattura di
prodotti verdi.
L’iniziativa viene da realtà
come Nike e Best Buy e il
gruppo ha stabilito una
partnership con Creative
Commons, un'organizzazione
non profit dedicata
all'espansione della portata
delle opere di creatività offerte
alla condivisione e all'utilizzo
pubblici.
2. INNOVAZIONE COLLABORATIVA
GREEN INNOVATION
L’ Environmental Defense Fund
ha fondato invece Innovation
Exchange per incoraggiare le
imprese a condividere best
practices collegate a risparmio
energetico, idrico e numerose
altre problematiche.
2. INNOVAZIONE COLLABORATIVA
GREEN INNOVATION
Tutte queste iniziative
utilizzano modelli differenti, ma
con un unico scopo: stimolare e
accelerare l’innovazione verde
e offrire un nuovo modello di
condivisione – la
consapevolezza che ciò che ha
funzionato in un settore
potrebbe essere applicato, con
modalità del tutto differenti,
anche in un altro.
2. INNOVAZIONE COLLABORATIVA
GREEN INNOVATION
3. PROGETTARE
CON CRITERI
ECOATTIVI
Vivere e produrre a impatto
zero non è più sufficiente: è
necessario che i nuovi edifici si
facciano carico anche della
produzione di energia e della
riduzione del tasso di
inquinamento dell’ambiente.
Questo significa progettare
con criteri ecoattivi: utilizzare
tecniche e materiali non solo
ecosostenibili ma anche in
grado di giovare all’ambiente.
CRITERI ECOATTIVI
> architettura
3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
Il Solar Drop Anti-Smog di
Vincent Callebaut è un nuovo
complesso museale realizzato
a Parigi.
Mentre il grande impianto
fotovoltaico produce energia
elettrica, il rivestimento in
biossido di titanio lavora con
le radiazioni ultraviolette
facendole interagire con le
particelle d'aria e abbattendo
così alcune sostanze inquinanti
e contaminanti.
CRITERI ECOATTIVI
> architettura
3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
Il Pearl River Tower in
costruzione a Guangzhou è
stato definito uno degli edifici
più ecologicamente sostenibili
al mondo.
La progettazione è dello studio
Skidmore, Owings & Merrill.
CRITERI ECOATTIVI
> architettura
3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
Il Cor Building (Oppenheim
Architecture + Design) in
costruzione a Miami è rivestito
di una seconda pelle a maxi-
oblò che ripara dal freddo
durante l’inverno, scherma
l’eccesso di calore in estate e
include una corona di pale
eoliche per la gestione carbon-
free dell’edificio.
CRITERI ECOATTIVI
> architettura
3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
La Hearst Tower (Foster &
Partners) a Manhattan è il
primo grattacielo verde di New
York.
È stato progettato per un
consumo energetico inferiore
del 25% rispetto agli standard
della città.
CRITERI ECOATTIVI
> architettura
3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
La Phare Tower (Thom
Mayne) verrà costruita a Parigi
è sarà ultimata entro il 2014.
Sarà un “edificio verde” con
una centrale eolica che
provvederà al riscaldamento e
una “doppia pelle” in acciaio e
vetro che innescherà un
meccanismo di auto-
raffreddamento nei mesi più
caldi.
CRITERI ECOATTIVI
> architettura
3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
In costruzione a Dubai, la
Rotating Tower di David
Fisher è un grattacielo in cui
ogni piano è indipendente da
quelli inferiori e superiori ed è in
grado di ruotare su se stesso.
Inoltre sarà in grado di
provvedere non solo al proprio
fabbisogno energetico, ma
anche a quello degli edifici
vicini grazie all’installazione di
48 turbine eoliche e di celle
fotovoltaiche sui tetti di ogni
piano
CRITERI ECOATTIVI
> architettura
3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
L’architetto Vahan Misakyan ha
progettato per la città di
Yerevan, in Armenia, un
“grattacielo in evoluzione”: è un
gruppo di tre torri geodetiche
assemblate insieme mediante
ponti.
Una serie di dispositivi
controllano la quantità e
l’incidenza della luce in
ingresso per ridurre al minimo
gli sprechi. Inoltre una facciata
fotovoltaica e un insieme di
turbine eoliche provvedono al
fabbisogno energetico
dell’intero complesso.
CRITERI ECOATTIVI
> architettura
3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
Il masterplan per Zira Island di
studio Big è un complesso
residenziale da un milione di
metri quadrati, pensato come
un habitat energeticamente
autonomo che sfrutta
geotermia, vento e raggi
solari.
Sorgerà sul mar Caspio, poco
lontano dalla capitale Baku.
CRITERI ECOATTIVI
> architettura
3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
E continua anche il trend dei
progetti finalizzati a catturare e
utilizzare l’energia cinetica
prodotta dal movimento umano.
Dopo il Temple Nightclub e il
Watt di Rotterdam è stato
aperto un eco-nighclub anche a
Londra. La pista da ballo è in
grado di produrre il 60%
dell’energia necessaria
all’edificio.
L’iniziativa è dell’associazione
Club4Climate.
CRITERI ECOATTIVI
> architettura
3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
Lo stesso principio è alla base
di River Gym.
Si tratta di una barca-palestra
che viaggia avanti e indietro per
l’Hudson e l’East River di New
York.
L’alimentazione è fornita
dall’energia cinetica catturata
dalle apparecchiature per gli
esercizi.
CRITERI ECOATTIVI
> architettura
3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
A Parigi un edificio residenziale
a basso impatto viene
alimentato grazie all’energia
raccolta dai cittadini che
transitano nella stazione della
metro sottostante.
Ogni passeggero rilascia infatti
circa 100 vatt sotto forma di
calore disperso ogni volta che
entra e aspetta che arrivi il
treno.
CRITERI ECOATTIVI
> architettura
3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
Un garage sotterraneo che si
autoalimenta sfruttando
l’energia prodotta dalle raffiche
di vento che soffiano a
Chicago.
CRITERI ECOATTIVI
> architettura
3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
Noon Solar è un’azienda di
Chicago che produce borse
dotate di pannelli solari in
grado di ricaricare cellulari e
mp3 player.
CRITERI ECOATTIVI
> fashion & design
3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
Solar Power Necktie: realizzata
dai ricercatori della Iowa
State University con un
sottile film fotovoltaico.
CRITERI ECOATTIVI
> fashion & design
3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
Sakku Solar Bag è una borsa
dotata di pannelli fotovoltaici
e realizzata con vele da
barca riciclate.
CRITERI ECOATTIVI
> fashion & design
3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
Il prof. Ville Kaajakari della
Louisiana Tech University ha
sviluppato una tecnologia
che raccoglie l’energia
sviluppata camminando
grazie a un piccolo
generatore inserito nella
suola di una scarpa.
Questa può essere utilizzata per
ricaricare delle batterie o
alimentare device elettronici.
CRITERI ECOATTIVI
> fashion & design
3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
Power Wellies, degli stivali che
trasformano il calore
sviluppato dai piedi
camminando in energia
elettrica utile per ricaricare –
ad esempio – il cellulare.
CRITERI ECOATTIVI
> fashion & design
3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
Ideato dagli studenti di Harvard,
sOccket è un pallone da
calcio che immagazzina
energia.
E’ pensato per i bambini che
vivono in aree disagiate:
l’energia raccolta quando
giocano a calcio viene poi
utilizzata per alimentare la
lampada con cui fanno i
compiti alla sera.
CRITERI ECOATTIVI
> fashion & design
3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
Ogni anno vengono gettate
51mila tonnellate di batterie
scariche di telefoni cellulari.
Patrick Hyland sta lavorando a
un cellulare (Nokia E-Cu) che
– grazie alla cover in rame
che trasmette calore a un
termogeneratore interno – si
ricarica mettendolo su un
termosifone o tenendolo
nella tasca dei pantaloni.
CRITERI ECOATTIVI
> fashion & design
3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
Ecooler di Mey Kahn e Boaz
Kahn, due designer
israeliani, offre un’alternativa
al condizionamento e
raffreddamento di ambienti
interni, solitamente ad
elevato consumo di energia
elettrica. Ecooler, che utilizza
l’acqua fredda come sistema
refrigerante, si ispira alla
tradizione architettonica
mediorientale.
E’ il terzo classificato al concorso
iida awards 2010 organizzato
da designboom.
CRITERI ECOATTIVI
> fashion & design
3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
4. GREEN RE-
THINKING
Ripensare gli spazi urbani in
chiave ecofriendly o nell’ottica
di favorire una maggiore
integrazione fra città e natura.
Shinjuku Gardens, a Tokyo, è
un parcheggio le cui pareti in
tradizionale cemento pieno
sono sostituite da una serie di
balaustre che fungono da base
per la crescita di erba.
Gli spazi interni sono decorati
dagli street artist locali.
RIPENSARE GLI SPAZI
URBANI
4. GREEN RE-THINKING
Il progetto dello studio di
Boston Choi + Shine Architects
per il governo islandese…
4. GREEN RE-THINKING
RIPENSARE GLI SPAZI
URBANI
Moksha Tower, un progetto
per la città di Mumbai, è un
cimitero verticale che ottimizza
lo spazio urbano e soddisfa le
necessità degli abitanti di culto
cristiano, islamico, hindu e
parsi.
Inoltre garantisce la presenza
di un’area verde che aiuta a
contenere la produzione di
Co2.
4. GREEN RE-THINKING
RIPENSARE GLI SPAZI
URBANI
Edifici che si fondono con
l’ambiente circostante, quasi
mimetizzandosi in esso.
Esempi:
I tetti verdi del Lycee Jean
Moulin a Revin (Off
Architecture).
ARCHITETTURA
MIMETICA
4. GREEN RE-THINKING
La School of Art, Design & Media
nel campus Nanyang
Technological University,
Singapore.
ARCHITETTURA
MIMETICA
4. GREEN RE-THINKING
La New Norwegian National
Opera and Ballet a Oslo
(Snøhetta), a forma di
iceberg.
ARCHITETTURA
MIMETICA
4. GREEN RE-THINKING
5. EFFICENZA
ENERGETICA
Quello dell’efficienza
energetica è un tema sempre
più rilevante per le aziende.
Alcune delle opportunità più
interessanti riguardano
ottimizzazioni e
implementazioni basiche –
illuminazione, riscaldamento,
climatizzazione…
Coca-Cola ad esempio è
riuscita a tagliare il suo
consumo di elettricità di 5.6
milioni di kilowattora
semplicemente razionalizzando
il suo sistema di illuminazione.
5. EFFICENZA ENERGETICA
ENERGY MANAGEMENT
Gestire il risparmio energetico è
diventato sempre più semplice,
grazie all’utilizzo di nuovi
software e tecnologie di energy
management che consentono
alle aziende di ottenere
informazioni in tempo reale sul
loro consumo e/o di
razionalizzarlo.
5. EFFICENZA ENERGETICA
ENERGY MANAGEMENT
Engenuity Systems, ad
esempio, sta aiutando
McDonald’s a risparmiare il
13,6% di ciò che viene speso
ogni anno per illuminazione,
riscaldamento,
condizionamento e cottura (si
tratta di 1,5 mld di dollari).
Sono stati insallate delle
apparecchiature che spengono
le luci a certe ore del giorno e
che monitorano e controllano
costantemente la temperatura
ambientale regolando il
riscaldamento/condizionamento
di conseguenza.
5. EFFICENZA ENERGETICA
ENERGY MANAGEMENT
L’IT ha certo un impatto non
trascurabile sull’ambiente – 2%
delle emissioni totali di gas
serra, 3% nel 2020 – ma è
altresì fonte inesauribile di
soluzioni atte a rendere
aziende e privati più
energeticamente efficienti.
Un caso è quello della
sostituzione di attività ad alto
impatto energetico con
surrogati hi-tech più
ecocompatibili.
GREEN IT
5. EFFICENZA ENERGETICA
Esempi sono l’utilizzo della
telepresenza e dei meeting
virtuali per sostituire i
tradizionali viaggi di lavoro, o il
telelavoro al posto della
presenza costante dei
dipendenti in ufficio.
Applicazioni come
GoToMeeting e GoToWebinar
stanno diventando ormai una
realtà consolidata a livello
internazionale.
5. EFFICENZA ENERGETICA
GREEN IT
Benchè tutti siamo ormai
consapevoli dell’importanza di
adottare comportamenti
ecosostenibili, c’è ancora molta
confusione circa l’impatto che
le nostre azioni quotidiane
hanno sulla produzione di CO2
e sullo spreco di energia
Ecco perchè una delle
tendenze attualmente più
promettenti nella green
economy è quello dei
apparecchiature, software e
applicazioni che aiutano a
monitorare il consumo di
energia di privati e aziende.
DATA VISUALIZATION
5. EFFICENZA ENERGETICA
Consumo personale
Sono svariati i siti web dotati di
calcolatori che permettono di
misurare la propria impronta
energetica individuale.
Un esempio lo si trova su
Nature.org.
5. EFFICENZA ENERGETICA
DATA VISUALIZATION
Toyota è stata la prima a
dimostrare come la
visulizzazione dei consumi –
presente nella sua Prius –
condizionasse in modo positivo
il comportamento del guidatore
nell’ottica di una maggiore
ecosostenibilità.
5. EFFICENZA ENERGETICA
DATA VISUALIZATION
Con il suo SmartGuage Ford
trasforma la guida intelligente
in un videogame (maggiore
efficienza = punteggio più
elevato).
5. EFFICENZA ENERGETICA
DATA VISUALIZATION
Consumo domestico
Google PowerMeter tiene il
conto del consumo di elettricità
giornaliero, settimanale e
mensile, e dà anche consigli su
come fare per ridurre il nostro
utilizzo di energia.
5. EFFICENZA ENERGETICA
DATA VISUALIZATION
Wattson rappresenta l’energia
consumata in valuta corrente
(euro, dollari, sterline o yen) ed
enfatizza il tutto attraverso
variazioni cromatiche.
Home Joule invia le
informazioni relative all’impatto
economico acquisendole
direttamente dall’azienda
fornitrice.
5. EFFICENZA ENERGETICA
DATA VISUALIZATION
Shower Time by Efergy rileva
la quantità d’acqua consumata
quando si fa la doccia.
Si imposta la quantità massima
d’acqua che si intende
utilizzare e quando questo
limite viene raggiunto si viene
avvisati con un segnale
acustico.
5. EFFICENZA ENERGETICA
DATA VISUALIZATION
Tendril Vision monitora i
consumi energetici domestici e
li confronta con quelli dei vicini
di casa.
Aiuta anche a sfruttare le tariffe
migliori a seconda dei momenti
della giornata.
5. EFFICENZA ENERGETICA
DATA VISUALIZATION
Tio è un prodotto che si
propone di sensibilizzare i
bambini sull’importanza del
rispramio energetico.
Il fantasmino cambia colore (da
verde a rosso) ed espressione
(da contento ad arrabbiato)
quando la luce viene lasciata
accesa troppo a lungo.
5. EFFICENZA ENERGETICA
DATA VISUALIZATION
Power Aware di Static! è un
cavo che rende visibile il
consumo di energia: è blu
appena la luce viene accesa e
diventa sempre più chiaro con il
passare delle ore.
5. EFFICENZA ENERGETICA
DATA VISUALIZATION
Conserve Insight di Belkin
mostra il reale impatto
energetico di svariate
apparecchiature domestiche (è
sufficiente attaccare la spina
nel rilevatore).
Viene presentato un rendiconto
del consumo annuo in termini
di watt consumati, denaro
speso e produzione di CO2.
5. EFFICENZA ENERGETICA
DATA VISUALIZATION
Non solo tecnologia…
Stop The Water While Using
Me è una linea di prodotti per
l’igiene personale che invita a
chiudere il rubinetto dell’acqua
quando ci si sta insaponando o
lavando i denti.
5. EFFICENZA ENERGETICA
DATA VISUALIZATION
Water Displacement di Rochus
Jacob è un set di pietre per
vasca che riducono lo spreco di
acqua quando si fa il bagno.
E’ uno dei progetti selezionati
al concorso iida awards 2010
organizzato da designboom.
5. EFFICENZA ENERGETICA
DATA VISUALIZATION
Consumo aziendale
Tririga ha lanciato un software
che aiuta le grandi
organizzazioni a gestire e
ridurre la loro emissione di gas
serra.
5. EFFICENZA ENERGETICA
DATA VISUALIZATION
Hara Software propone
un’applicazione corporate che
consente alle aziende di
monitorare il proprio uso di
risorse energetiche a livello di
sistema, offrendo poi delle
indicazioni per ridurre il
consumo.
5. EFFICENZA ENERGETICA
DATA VISUALIZATION
Webcor Builders e Climate
Earth hanno sviluppato in
partnership un database delle
emissioni di gas serra
caratteristiche di ogni materiale
da costruzione per aiutare a
progettare edifici con il minor
impatto ambientale.
5. EFFICENZA ENERGETICA
DATA VISUALIZATION
6. GREEN DRIVING
Se a causa della crisi i
consumatori si sono tenuti
distanti dagli autosaloni, un
segnale positivo e orientato alla
sostenibiltà è arrivato –
perlomeno negli USA - dal
mondo corporate e
istituzionale.
Quella delle flotte verdi è infatti
una realtà in crescita, come si
può constatare da una serie di
esempi.
6. GREEN DRIVING
FLOTTE VERDI
Negli Stati Uniti sei grandi
società hanno accettato di
utilizzare i nuovi veicoli Smith
Newton, i più grandi camion
elettrici del mondo: si tratta di
Pacific Gas and Electric, Coca-
Cola, Staples, Frito-Lay, AT & T
e Kansas City Power & Light.
AT & T distribuirà 15.000
veicoli a combustibile
alternativo alle sue filiali entro il
2019.
6. GREEN DRIVING
FLOTTE VERDI
Coca-Cola invece si prefigge di
ridurre le proprie emissioni
globali del 15% entro il 2020.
Nel lungo termine, un
partenariato con Smith
potrebbe diventare molto
redditizio. La Smith Electric
Vehicles abbatte anche i costi
di consumo, con un costo
medio di 8 centesimi/miglia,
rispetto ai 40 centesimi/miglia
per il diesel. La società si
aspetta che il ciclo di vita dei
costi dei veicoli elettrici scenda
al di sotto dei veicoli tradizionali
entro il 2011.
6. GREEN DRIVING
FLOTTE VERDI
Il mercato dei veicoli elettrici è
probabilmente il campo del
futuro. Se oggi i costi sono
quasi competitivi, nei prossimi
anni lo saranno molto di più,
visti i finanziamenti (si parla di
2 miliardi di dollari) che
arriveranno per la ricerca dei
veicoli batteria dal Governo
americano, il che fa
presupporre una diminuzione
dei prezzi in maniera
significativa nei prossimi due
anni.
6. GREEN DRIVING
FLOTTE VERDI
Già da tempo UPS sta
investendo
nell’ammodernamento della
sua flotta di veicoli in chiave
verde. Attualmente l’azienda
utilizza nel mondo circa 2.200
veicoli ecologici, alimentati a
gas naturale, Gpl, ibridi o
elettrici.
In Italia la flotta è composta in
tutto da 1.300 mezzi, dei quali i
Free Duck (mini-flotta di veicoli
elettrici-ibridi, forniti da Ducati
Energia) costituiscono i primi a
emissioni zero.
6. GREEN DRIVING
FLOTTE VERDI
E non si tratta solo di scegliere
il veicolo più sostenibile: anche
il modo in cui si guida può fare
la differenza
A esempio, PHH Arval, una
delle più grandi realtà
statunitensi di noleggio di flotte
aziendali, ha lanciato il
programma a GreenFleet che
unisce alla scelta del veicolo
anche una fase di training del
guidatore e una manutenzione
accurata del mezzo. Questo
consente di tagliare i costi del
7% annuo.
6. GREEN DRIVING
FLOTTE VERDI
Sul fronte consumer la
diffusione di veicoli ibridi è
ancora limitata. Si cerca
dunque di puntare du
comportamenti alternativi di
risparmio.
NuRide ricompensa con premi
gli automobilisti che riducono
l’uso della propria auto
(andando a piedi, in autobus, in
metropolitana o in bicicletta) o
che lo razionalizzano di
concerto con altri che fanno lo
stesso percorso (car pooling).
NuRide
6. GREEN DRIVING
I premi, forniti dalle aziende
sponsor di NuRide, consistono
in buoni da spendere in prodotti
e biglietti per eventi e
spettacoli.
Si calcola che un utente
regolare di NuRide arrivi a
“guadagnare” circa 350 $ in un
anno.
Dal canto loro, gli sponsor
ricevono (oltre alla visibilità)
informazioni sulle abitudini
degli utenti iscritti. Questi infatti
sono chiamati ad inserire sul
sito le informazioni circa le loro
abitudini “verdi”.
NuRide
6. GREEN DRIVING
7. RIDURRE, RIUSARE,
RICICLARE
Abteil realizza accessori con
borse dell’acqua calda utilizzate
dall’esercito tedesco.
7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE
RICICLAGGIO FASHION
Softwalker ritira i vecchi jeans e li
riconsegna al consumatore sotto
forma di sandali.
7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE
RICICLAGGIO FASHION
Nike ha cavalcato il trend con il
modello Trash Talk, prodotto
utilizzando gli scarti delle
lavorazioni.
7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE
RICICLAGGIO FASHION
Reaburn Design, una collezione
realizzata utilizzando paracaduti
e altri tessuti militari riciclati.
7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE
RICICLAGGIO FASHION
Acorn Studios trasforma scarti
dell’industria elettronica e
informatica in gioielli e accessori
per geek eco-friendly.
7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE
RICICLAGGIO FASHION
Ornj Bag, borse realizzate con
recinzioni in plastica per cantieri
abbandonate.
7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE
RICICLAGGIO FASHION
Branch, una linea di borse
realizzate con palloni da calcio
riciclati.
7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE
RICICLAGGIO FASHION
WiTHiNTENT recupera le
migliaia di tende abbandonate
dai ravers che partecipano agli
svariati festival musicali che si
tengono ogni anno in Inghilterra.
Con questi realizza impermeabili
e altri accessori, sempre
destinati al mercato dei festival.
7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE
RICICLAGGIO FASHION
Fullcolourform Ball è una
lampada a sospensione
realizzata dal designer
sudafricano Heath Nash con
bottiglie di plastica riciclate.
Nash ha coinvolto la comunità
locale nella raccolta e selezione
dei materiali di scarto da
utilizzare.
7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE
RICICLAGGIO FASHION
From Somewhere, brand
inglese di abbigliamento
ecosostenibile ricavato da scarti
industriali, ha realizzato
quest’abito utilizzando parti del
costume Speedo LZR Racer,
bandito recentemente dalle
competizioni agonistiche (come
tutti gli altri modelli di costumi
full-body).
La decisione della FINA aveva
lasciato Speedo con uno stock di
pezzi da smaltire.
7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE
RICICLAGGIO FASHION
La designer francese Katell
Gélébart con il suo progetto art
d'eco vuole sottolineare le
potenzialità del riciclaggio come
forma di impegno sociale.
7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE
RICICLAGGIO FASHION
8. LOW IMPACT
PACKAGING
Il packaging è uno di quegli
aspetti su cui decisamente si
può lavorare per ridurre
l’impatto ambientale dei
prodotti.
Le azioni in questo campo
vanno dall’utilizzo di materiali
più ecocompatibili, alla
riduzione degli imballaggi sia
come peso che come ingombro
alla riconcettualizzazione delle
confezioni.
RIPENSARE IL PACKAGING
8. LOW IMPACT PACKAGING
Coca-Cola ha sviluppato una
nuova bottiglia in plastica fatta
con materiali derivanti in parte
da prodotti vegetali.
La PlantBottle utilizza infatti un
30% di bioetanolo ricavato da
canna da zucchero e melassa.
La nuova bottiglia sarebbe così
completamente riciclabile nei
normali impianti PET, senza
rischi di contaminazione, ma
offrirebbe una riduzione del
25% delle emissioni di CO2 in
atmosfera, grazie alla natura in
parte vegetale delle materie
prime.
RIPENSARE IL PACKAGING
8. LOW IMPACT PACKAGING
Amazon ha lanciato il brand
AmazonBasics associato a
prodotti spediti in quello che
viene chiamato Frustration-
Free Packaging: confezioni
minimali, facili da aprire e
riciclabili.
RIPENSARE IL PACKAGING
8. LOW IMPACT PACKAGING
Kraft Foods UK ha introdotto
delle confezioni in plastica per il
suo caffè Kenco che sono il
97% più leggere delle
precedenti in vetro e richiedono
l’81% di energia in meno per
essere fabbricate.
RIPENSARE IL PACKAGING
8. LOW IMPACT PACKAGING
HP utilizza come packaging per i
suoi laptop una messenger bag
che:
a) consente di ridurre gli scarti
del 97%;
b) permette di spedire più pezzi
per carico;
c) diventa uno strumento di
marketing virale poiché viene
utilizzata ed esibita dal
consumatore.
RIPENSARE IL PACKAGING
8. LOW IMPACT PACKAGING
Nel packaging delle Newton
Running la scatola è in cartone
per le uova riciclato. All’interno
delle scarpe, al posto della carta
velina, ci sono un paio di calzini
e il sacchetto per contenerle.
RIPENSARE IL PACKAGING
8. LOW IMPACT PACKAGING
E i vantaggi non sono solo per
le aziende…
Il packaging ecofriendly
introdotto da Sprint consentirà
all’azienda di telecomunicazioni
di risparmiare ogni anno circa
2,1 milioni di dollari, evitando di
produrre 647 tonnellate di rifiuti.
RIPENSARE IL PACKAGING
8. LOW IMPACT PACKAGING
Sviluppata da Planet People, la
linea di prodotti per la casa iQ
utilizza cartucce che contengono
un detergente comcentrato a
base di piante.
E’ sufficiente inserire la cartuccia
in una bottiglia a spruzzo da
riempire con acqua del rubinetto.
RIPENSARE IL PACKAGING
8. LOW IMPACT PACKAGING
9. GREEN FOOD
La sostenibilità della catena
produttiva dell’industria
agroalimentare non ha mai
catalizzato più di tanto
l’interesse dei consumatori, più
inclini a soffermarsi su aspetti
quali l’utilizzo di pesticidi (di qui
il boom del biologico), le frodi
alimentari o la spinosa
questione degli OGM.
Ma, anche qui, non sono
mancate forti prese di
posizione da parte degli
attivisti, fattore che contribuisce
a sensibilizzare l’opinione
pubblica e a spingere le
aziende al cambiamento.
9. GREEN FOOD
IPER-LOCALE
Così anche in questo settore le
aziende stanno lavorando per
eliminare sprechi e inefficienze
e per contenere la produzione
di CO2.
Un trend in crescita negli ultimi
anni è quello della
rilocalizzazione dell’agricoltura,
con un’enfasi sulle coltivazioni
locali e – su scala minore – sul
giardinaggio urbano.
Termini come km 0, mercati
agricoli e locavore sono ormai
entrati nel linguaggio comune.
E ormai si parla di iper-
locale…
9. GREEN FOOD
IPER-LOCALE
Molte città iniziano a
considerare l’oppurtunità di
recuperare gli spazi urbani
dismessi e inutilizzati per
riconvertirli all’agricoltura.
E i centri a grande densità
abitativa che possono contare
su pochi spazi verdi stanno
puntando su tetti e terrazze per
orti, alveari e piccoli
allevamenti che riforniscono
ristoranti e mercati cittadini.
Quello degli orti cittadini è un
trend in crescita ormai da più di
qualche anno…
9. GREEN FOOD
IPER-LOCALE
Not Far from the Tree
(Toronto) è un’associazione di
volontari che raccolgono i frutti
dagli alberi di tutti coloro che –
per mancanza di tempo o
voglia – finirebbero per lasciarli
marcire.
Un terzo del raccolto va al
proprietario, un terzo ai
volontari che hanno eseguito il
lavoro e un terzo ad
associazioni locali che prestano
aiuto a persone bisognose.
9. GREEN FOOD
IPER-LOCALE
Il negozio di alimentari
britannico Thornton's Budgens,
ubicato a Londra, ha lanciato il
progetto Food from the Sky,
che prevede la costruzione di
un orto-frutteto biologico sul
tetto del suo locale. La
costruzione dell’orto è
realizzata con l’appoggio del
Positive Earth Project,
un’associazione londinese che
promuove la produzione di
frutta e verdura prodotta
localmente per la
commercializzazione.
9. GREEN FOOD
IPER-LOCALE
Otarian è la prima catena di
ristoranti a basso impatto
ambientale.
L’arredo è interamente
realizzato in materiali riciclati,
l’energia utilizzata proviene da
fonti alternative e sul menu
(rigorosamente vegetariano) è
stampato il quantitativo di CO2
associato ad ogni pietanza.
9. GREEN FOOD
IPER-LOCALE
Sharing Backyards è un sito
che mette in contatto coloro
che possiedono dei fazzoletti di
terra ma non sono interessati a
coltivarli con persone che
invece hanno il pollice verde
ma non gli spazi per dare sfogo
alla propria passione.
9. GREEN FOOD
IPER-LOCALE
Nato da una provocazione di
Dickson Despommier, il
concetto dello skyfarming o
vertical farming sta prendendo
sempre più piede in America,
sollecitando la fantasia di
architetti, ingegneri edili e
ambientalisti.
Lo skyfarming è un nuovo
modo di concepire l’agricoltura
e l’allevamento, che prevede
l’inserimento di edifici o
grattacieli all’interno delle città,
i quali garantirebbero
l’approvvigionamento di generi
alimentari localmente, con il
minimo impatto ambientale.
9. GREEN FOOD
IPER-LOCALE
Sono numerosi i centri urbani
che hanno dimostrato interesse
per questo progetto: Toronto,
Seattle, New York (è stato
calcolato che basterebbero 160
di questi edifici per garantire
l’approvvigionamento di tutta la
Grande Mela), Los Angeles,
Las Vegas, Shangai, Abu Dabi
e altri ancora.
Al momento è stata
sperimentata in piccoli edifici in
Arizona e in California,
cavalcando l’onda della crisi
immobiliare negli USA.
9. GREEN FOOD
IPER-LOCALE
Spiral Garden System di
Benet e Saida Dalmau, Anna
Julibert e Carmen Vilar è un
progetto di urban gardening
che incoraggia l’interazione
sociale fra i cittadini e funge
anche da posteggio collettivo
per le biciclette.
E’ il secondo classificato al
concorso iida awards 2010
organizzato da designboom.
9. GREEN FOOD
IPER-LOCALE
Growingcity è un centro di
ricerca e sviluppo americano
che si focalizza sulle
potenzialità dell’agricoltura
urbana
Nell’immagine un progetto di
edificio residenziale che integra
spazi condivisi per il
giardinaggio e alloggi a prezzi
popolari. L’idea è quella di
incoraggiare la connettività
sociale attraverso l’uso
funzionale di spazi solitamente
inutilizzati come il tetto.
9. GREEN FOOD
IPER-LOCALE
Dalla coltivazione urbana a
quella indoor domestica.
Arthur Kemp e François
Hurtaud hanno sviluppato il
concept per una futuristica
mini-serra casalinga.
I semi sono contenuti in una
capsula che viene inserita nel
canale di crescita. Una volta
che il frutto è maturo cade nella
zona sottostante dove viene
mantenuto a temperatura
ottimale di conservazione.
9. GREEN FOOD
IPER-LOCALE
10. TOXIC FREE
Sempre più spesso si evitano
certi prodotti per la paura di
sostanze e ingredienti percepiti
come poco sicuri.
I consumatori sono sempre
meno tolleranti nei confronti di
ciò che percepiscono come
dannoso per la propria salute (e
questa scarsa tolleranza si
estende alle aziende produttrici).
10. TOXIC FREE
SAI COSA TI SPALMI?
Il consumatore, a differenza di
un tempo, ha a disposizione
database online (si veda il
concetto di trasparenza radicale)
come Skin Deep, sviluppato
dall’Environmental Working
Group, che analizza gli INCI di
oltre 41mila prodotti segnalando
sicurezza e tossicità dei
componenti.
10. TOXIC FREE
SAI COSA TI SPALMI?
I consumatori sono sempre più
attenti al modo in cui i prodotti
sono stati realizzati: trasparenza
e tracciabilità dei materiali e del
ciclo produttivo sono un asset
fondamentale.
Rassicurare il consumatore è
diventato uno dei driver principali
nella costruzione del proprio
brand.
10. TOXIC FREE
SAI COSA TI SPALMI?
Un esempio è il boom dei
cosmetici naturali che sta
caratterizzando i Paesi Asiatici:
questo non sembra essere
legato tanto a motivazioni di
ecosostenibilità quando al
crescente sospetto che aleggia
fra i consumatori in relazione agli
ingredienti di origine sintetica.
Ha contribuito una serie di
recenti scandali, dalla linea
taiwanese di cosmetici
contenente clindamicina al talco
per bambini NUK contenente
asbesto.
10. TOXIC FREE
SAI COSA TI SPALMI?
Questo picco nell’attenzione
dei consumatori è anche legato
agli scandali scoppiati negli
ultimi anni riguardanti sostanze
tossiche rinvenute in una serie
di prodotti, dai giocattoli alle
bottiglie d’acqua, realizzati in
Cina e in altri Paesi sedi di
delocalizzazione produttiva.
L’attenzione riservata dai
media a questi eventi ha spinto
governi e associazioni di
consumatori ad esercitare
maggiori pressioni sulle
aziende.
10. TOXIC FREE
SAI COSA TI SPALMI?
Anche i retailer sono sempre
più sensibili al problema.
Walmart ha lanciato il
GreenWERCS Chemical
Screening Tool per analizzare a
valutare l’impatto ambientale
delle sostanze chimiche
presenti nei prodotti (quanto
permangono nell’ambiente, se
contaminano esseri viventi, se
sono correlati a un aumento del
rischio di cancro, mutazioni
genetiche o disordini
riproduttivi...)
10. TOXIC FREE
SAI COSA TI SPALMI?
Nel 2009 la Johnson &
Johnson ha dovuto soddisfare
la richiesta proveniente da un
gruppo di organizzazioni di
rimuovere due componenti
presenti nei suoi prodotti
(shampoo per bambini e altri)
poichè potenzialmente
cancerogeni.
10. TOXIC FREE
SAI COSA TI SPALMI?
Gli attivisti di Greenpeace
hanno condotto un’azione di
teatro-guerrilla nella sede
centrale della Hewlett-
Packard, scalando l’edificio e
scrivendo “Prodotti nocivi” sul
tetto.
10. TOXIC FREE
SAI COSA TI SPALMI?
Sia Canada che Stati Uniti
hanno bandito l’uso di ftalati nei
prodotti per bambini.
Chicago è diventata la prima
città statunitense a bandire il
bisfenolo A.
Prese di posizione come
queste hanno stimolato un
atteggiamento proattivo in
diverse aziende, che stanno
dunque apportando modifiche
ai propri prodotti anche
anticipando eventuali prese di
posizione da parte delle
amministrazioni.
10. TOXIC FREE
SAI COSA TI SPALMI?
Sony Ericsson, ad esempio,
ha dichiarato che i suoi prodotti
dalla fine del 2009 sono al
99,9% privi di ritardanti di
fiamma brominati e al 100%
privi di polivinil-cloride.
Nike, HP e SC Johnson hanno
lavorato a lungo per eliminare i
materiali tossici dai loro
prodotti.
10. TOXIC FREE
SAI COSA TI SPALMI?
www.valentinadurante.com

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Le nuove tendenze nel marketing
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Nuove tendenze nella green economy

  • 1. Le tendenze nella green economy Valentina Durante
  • 2. 1. ECO-TRASPARENZA RADICALE 2. INNOVAZIONE COLLABORATIVA 3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI 4. GREEN RE- THINKING 5. EFFICENZA ENERGETICA 6. GREEN DRIVING 7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE 8. LOW IMPACT PACKAGING 9. GREEN FOOD 10. TOXIC FREE
  • 3. Appare logico pensare che durante un periodo di recessione – dominato da un aumento del tasso di disoccupazione e dalla contrazione dei salari – i consumatori ripieghino su acquisti basici: prodotti ben conosciuti e dal costo contenuto. Questo costituirebbe un problema per molti prodotti green, con i loro marchi spesso mai sentiti e con i loro prezzi mediamente più elevati INTRODUZIONE: GREEN MARKETING E RECESSIONE INTRODUZIONE
  • 4. Tuttavia da numerose ricerche di mercato effettuate nell’ultimo anno emerge un consumatore parecchio incline agli acquisti di prodotti verdi, purchè questi rispettino delle precise caratteristiche. INTRODUZIONE: GREEN MARKETING E RECESSIONE INTRODUZIONE
  • 5. Cosa chiedono dunque i consumatori? Innanzitutto dei prodotti verdi che offrano dei benefici personali, non solo delle ricadute positive per l’ambiente (da sole queste non sono sufficienti). C’è dunque un crescente interesse per tutti quei prodotti e servizi che aiutano a tagliare le spese energetiche. INTRODUZIONE: GREEN MARKETING E RECESSIONE INTRODUZIONE
  • 6. Ma non va trascurato l’effetto rebound: alcune ricerche mostrano come i consumatori sprechino dal 5 al 12% del potenziale risparmio energetico proveniente dalle lampadine a basso consumo poichè le lasciano accese più a lungo (tanto consumano meno no?). Anche un sistema di riscaldamento più efficiente spinge ad alzare i termostati, facendo andare in fumo dal 10 al 30% del risparmio previsto. INTRODUZIONE: GREEN MARKETING E RECESSIONE INTRODUZIONE
  • 7. Questo significa che anche la comunicazione di brand di prodotti ecofriendly non deve più limitarsi al solo aspetto ambientale. I consumatori vogliono prodotti che non siano solo “verdi” ma anche migliori – perchè offrono un qualche vantaggio personale, perchè fanno risparmiare, perchè hanno prestazioni elevate, perchè sono più salutari o semplicemente perchè sono esteticamente accattivanti. INTRODUZIONE: GREEN MARKETING E RECESSIONE INTRODUZIONE
  • 9. Per “TRASPARENZA RADICALE” si intende un ciclo virtuoso che si sviluppa quando delle informazioni dettagliate a proposito di aziende, prodotti o ingredienti diventano istantaneamente e diffusamente disponibili ai consumatori, rendendoli così in grado di fare scelte più consapevoli e di dirottare quindi il mercato verso prodotti meno dannosi e più sostenibili. TRASPARENZA RADICALE 1. ECO-TRASPARENZA RADICALE
  • 10. La trasparenza radicale assume forme diverse. La prima ha origine dal boom del social networking e si concretizza in una nuova generazione di blog, widget, siti web e applicazioni. Esempi sono GoodGuide.com e HealthyStuff.org, assieme alle lore app per cellulare, che permettono ai consumatori di confrontare l’impatto ambientale e sulla salute di svariati prodotti e marchi. TRASPARENZA RADICALE 1. ECO-TRASPARENZA RADICALE
  • 11. La seconda si concretizza nella quantità di informazioni dettagliate a proposito di aziende e prodotti che vengono rese disponibili da enti noprofit come l’Interfaith Center on Corporate Responsibility e Climate Counts: entrambi indicizzano le aziende relativamente al loro impegno e ai risultati ottenuti sul fronte della lotta al cambiamento climatico. TRASPARENZA RADICALE 1. ECO-TRASPARENZA RADICALE
  • 12. La terza proviene dai media mainstream, come Newsweek ad esempio. Ma non solo: le stesse aziende decidono di uscire allo scoperto, in alcuni casi volontariamente, in altri in seguito a pressioni da parte di gruppi di attivisti. Lo scorso anno Apple, Clorox e SC Johnson hanno acconsentito a pubblicare la lista completa degli ingredienti/componenti dei loro prodotti. TRASPARENZA RADICALE 1. ECO-TRASPARENZA RADICALE
  • 14. L’evoluzione della green economy è costellata da una quantità considerevole di innovazioni spesso non sempre così plateali e visibili/percepite dai consumatori. Le lattine di alluminio, ad esempio, contengono circa un terzo di alluminio in meno rispetto a quelle di una decina d’anni fa, ma di certo la maggior parte dei consumatori non se n’è mai accorta. 2. INNOVAZIONE COLLABORATIVA GREEN INNOVATION
  • 15. Tradizionalmente queste eco- innovazioni sono risultati conseguiti da singole aziende. Ma negli ultimi 2-3 anni sono nati numerosi consorzi o gruppi che si propongono di condividere e diffondere soluzioni ed innovazioni. Uno di questi è l’Eco Patent Commons lanciato nel 2008 da IBM, Nokia, Pitney Bowes e Sony, con la regia del World Business Council for Sustainable Developments (WBCSD). 2. INNOVAZIONE COLLABORATIVA GREEN INNOVATION
  • 16. Questo gruppo si propone di rendere di pubblico dominio e liberamente utilizzabili una serie di brevetti utili per ridurre l’impatto ambientale di processi e prodotti. Nel sito del WBCSD è disponibile un database dove sono raccolte le informazioni riguardanti al momento più di 100 tecnologie. 2. INNOVAZIONE COLLABORATIVA GREEN INNOVATION
  • 17. Questa apertura alla collaborazione, oltre a dimostrare un diverso approccio culturale delle aziende al green business, può essere particolarmente importante per le piccole e medie imprese, generalmente restie a sviluppare progetti innovativi di eco design per gli investimenti necessari e i ritorni difficili da calcolare. 2. INNOVAZIONE COLLABORATIVA GREEN INNOVATION
  • 18. Altro gruppo è GreenXchange, fondato con l’obiettivo di consentire alle aziende di condividere la proprietà intellettuale per il design, il packaging e la manifattura di prodotti verdi. L’iniziativa viene da realtà come Nike e Best Buy e il gruppo ha stabilito una partnership con Creative Commons, un'organizzazione non profit dedicata all'espansione della portata delle opere di creatività offerte alla condivisione e all'utilizzo pubblici. 2. INNOVAZIONE COLLABORATIVA GREEN INNOVATION
  • 19. L’ Environmental Defense Fund ha fondato invece Innovation Exchange per incoraggiare le imprese a condividere best practices collegate a risparmio energetico, idrico e numerose altre problematiche. 2. INNOVAZIONE COLLABORATIVA GREEN INNOVATION
  • 20. Tutte queste iniziative utilizzano modelli differenti, ma con un unico scopo: stimolare e accelerare l’innovazione verde e offrire un nuovo modello di condivisione – la consapevolezza che ciò che ha funzionato in un settore potrebbe essere applicato, con modalità del tutto differenti, anche in un altro. 2. INNOVAZIONE COLLABORATIVA GREEN INNOVATION
  • 22. Vivere e produrre a impatto zero non è più sufficiente: è necessario che i nuovi edifici si facciano carico anche della produzione di energia e della riduzione del tasso di inquinamento dell’ambiente. Questo significa progettare con criteri ecoattivi: utilizzare tecniche e materiali non solo ecosostenibili ma anche in grado di giovare all’ambiente. CRITERI ECOATTIVI > architettura 3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
  • 23. Il Solar Drop Anti-Smog di Vincent Callebaut è un nuovo complesso museale realizzato a Parigi. Mentre il grande impianto fotovoltaico produce energia elettrica, il rivestimento in biossido di titanio lavora con le radiazioni ultraviolette facendole interagire con le particelle d'aria e abbattendo così alcune sostanze inquinanti e contaminanti. CRITERI ECOATTIVI > architettura 3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
  • 24. Il Pearl River Tower in costruzione a Guangzhou è stato definito uno degli edifici più ecologicamente sostenibili al mondo. La progettazione è dello studio Skidmore, Owings & Merrill. CRITERI ECOATTIVI > architettura 3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
  • 25. Il Cor Building (Oppenheim Architecture + Design) in costruzione a Miami è rivestito di una seconda pelle a maxi- oblò che ripara dal freddo durante l’inverno, scherma l’eccesso di calore in estate e include una corona di pale eoliche per la gestione carbon- free dell’edificio. CRITERI ECOATTIVI > architettura 3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
  • 26. La Hearst Tower (Foster & Partners) a Manhattan è il primo grattacielo verde di New York. È stato progettato per un consumo energetico inferiore del 25% rispetto agli standard della città. CRITERI ECOATTIVI > architettura 3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
  • 27. La Phare Tower (Thom Mayne) verrà costruita a Parigi è sarà ultimata entro il 2014. Sarà un “edificio verde” con una centrale eolica che provvederà al riscaldamento e una “doppia pelle” in acciaio e vetro che innescherà un meccanismo di auto- raffreddamento nei mesi più caldi. CRITERI ECOATTIVI > architettura 3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
  • 28. In costruzione a Dubai, la Rotating Tower di David Fisher è un grattacielo in cui ogni piano è indipendente da quelli inferiori e superiori ed è in grado di ruotare su se stesso. Inoltre sarà in grado di provvedere non solo al proprio fabbisogno energetico, ma anche a quello degli edifici vicini grazie all’installazione di 48 turbine eoliche e di celle fotovoltaiche sui tetti di ogni piano CRITERI ECOATTIVI > architettura 3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
  • 29. L’architetto Vahan Misakyan ha progettato per la città di Yerevan, in Armenia, un “grattacielo in evoluzione”: è un gruppo di tre torri geodetiche assemblate insieme mediante ponti. Una serie di dispositivi controllano la quantità e l’incidenza della luce in ingresso per ridurre al minimo gli sprechi. Inoltre una facciata fotovoltaica e un insieme di turbine eoliche provvedono al fabbisogno energetico dell’intero complesso. CRITERI ECOATTIVI > architettura 3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
  • 30. Il masterplan per Zira Island di studio Big è un complesso residenziale da un milione di metri quadrati, pensato come un habitat energeticamente autonomo che sfrutta geotermia, vento e raggi solari. Sorgerà sul mar Caspio, poco lontano dalla capitale Baku. CRITERI ECOATTIVI > architettura 3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
  • 31. E continua anche il trend dei progetti finalizzati a catturare e utilizzare l’energia cinetica prodotta dal movimento umano. Dopo il Temple Nightclub e il Watt di Rotterdam è stato aperto un eco-nighclub anche a Londra. La pista da ballo è in grado di produrre il 60% dell’energia necessaria all’edificio. L’iniziativa è dell’associazione Club4Climate. CRITERI ECOATTIVI > architettura 3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
  • 32. Lo stesso principio è alla base di River Gym. Si tratta di una barca-palestra che viaggia avanti e indietro per l’Hudson e l’East River di New York. L’alimentazione è fornita dall’energia cinetica catturata dalle apparecchiature per gli esercizi. CRITERI ECOATTIVI > architettura 3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
  • 33. A Parigi un edificio residenziale a basso impatto viene alimentato grazie all’energia raccolta dai cittadini che transitano nella stazione della metro sottostante. Ogni passeggero rilascia infatti circa 100 vatt sotto forma di calore disperso ogni volta che entra e aspetta che arrivi il treno. CRITERI ECOATTIVI > architettura 3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
  • 34. Un garage sotterraneo che si autoalimenta sfruttando l’energia prodotta dalle raffiche di vento che soffiano a Chicago. CRITERI ECOATTIVI > architettura 3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
  • 35. Noon Solar è un’azienda di Chicago che produce borse dotate di pannelli solari in grado di ricaricare cellulari e mp3 player. CRITERI ECOATTIVI > fashion & design 3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
  • 36. Solar Power Necktie: realizzata dai ricercatori della Iowa State University con un sottile film fotovoltaico. CRITERI ECOATTIVI > fashion & design 3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
  • 37. Sakku Solar Bag è una borsa dotata di pannelli fotovoltaici e realizzata con vele da barca riciclate. CRITERI ECOATTIVI > fashion & design 3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
  • 38. Il prof. Ville Kaajakari della Louisiana Tech University ha sviluppato una tecnologia che raccoglie l’energia sviluppata camminando grazie a un piccolo generatore inserito nella suola di una scarpa. Questa può essere utilizzata per ricaricare delle batterie o alimentare device elettronici. CRITERI ECOATTIVI > fashion & design 3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
  • 39. Power Wellies, degli stivali che trasformano il calore sviluppato dai piedi camminando in energia elettrica utile per ricaricare – ad esempio – il cellulare. CRITERI ECOATTIVI > fashion & design 3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
  • 40. Ideato dagli studenti di Harvard, sOccket è un pallone da calcio che immagazzina energia. E’ pensato per i bambini che vivono in aree disagiate: l’energia raccolta quando giocano a calcio viene poi utilizzata per alimentare la lampada con cui fanno i compiti alla sera. CRITERI ECOATTIVI > fashion & design 3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
  • 41. Ogni anno vengono gettate 51mila tonnellate di batterie scariche di telefoni cellulari. Patrick Hyland sta lavorando a un cellulare (Nokia E-Cu) che – grazie alla cover in rame che trasmette calore a un termogeneratore interno – si ricarica mettendolo su un termosifone o tenendolo nella tasca dei pantaloni. CRITERI ECOATTIVI > fashion & design 3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
  • 42. Ecooler di Mey Kahn e Boaz Kahn, due designer israeliani, offre un’alternativa al condizionamento e raffreddamento di ambienti interni, solitamente ad elevato consumo di energia elettrica. Ecooler, che utilizza l’acqua fredda come sistema refrigerante, si ispira alla tradizione architettonica mediorientale. E’ il terzo classificato al concorso iida awards 2010 organizzato da designboom. CRITERI ECOATTIVI > fashion & design 3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI
  • 44. Ripensare gli spazi urbani in chiave ecofriendly o nell’ottica di favorire una maggiore integrazione fra città e natura. Shinjuku Gardens, a Tokyo, è un parcheggio le cui pareti in tradizionale cemento pieno sono sostituite da una serie di balaustre che fungono da base per la crescita di erba. Gli spazi interni sono decorati dagli street artist locali. RIPENSARE GLI SPAZI URBANI 4. GREEN RE-THINKING
  • 45. Il progetto dello studio di Boston Choi + Shine Architects per il governo islandese… 4. GREEN RE-THINKING RIPENSARE GLI SPAZI URBANI
  • 46. Moksha Tower, un progetto per la città di Mumbai, è un cimitero verticale che ottimizza lo spazio urbano e soddisfa le necessità degli abitanti di culto cristiano, islamico, hindu e parsi. Inoltre garantisce la presenza di un’area verde che aiuta a contenere la produzione di Co2. 4. GREEN RE-THINKING RIPENSARE GLI SPAZI URBANI
  • 47. Edifici che si fondono con l’ambiente circostante, quasi mimetizzandosi in esso. Esempi: I tetti verdi del Lycee Jean Moulin a Revin (Off Architecture). ARCHITETTURA MIMETICA 4. GREEN RE-THINKING
  • 48. La School of Art, Design & Media nel campus Nanyang Technological University, Singapore. ARCHITETTURA MIMETICA 4. GREEN RE-THINKING
  • 49. La New Norwegian National Opera and Ballet a Oslo (Snøhetta), a forma di iceberg. ARCHITETTURA MIMETICA 4. GREEN RE-THINKING
  • 51. Quello dell’efficienza energetica è un tema sempre più rilevante per le aziende. Alcune delle opportunità più interessanti riguardano ottimizzazioni e implementazioni basiche – illuminazione, riscaldamento, climatizzazione… Coca-Cola ad esempio è riuscita a tagliare il suo consumo di elettricità di 5.6 milioni di kilowattora semplicemente razionalizzando il suo sistema di illuminazione. 5. EFFICENZA ENERGETICA ENERGY MANAGEMENT
  • 52. Gestire il risparmio energetico è diventato sempre più semplice, grazie all’utilizzo di nuovi software e tecnologie di energy management che consentono alle aziende di ottenere informazioni in tempo reale sul loro consumo e/o di razionalizzarlo. 5. EFFICENZA ENERGETICA ENERGY MANAGEMENT
  • 53. Engenuity Systems, ad esempio, sta aiutando McDonald’s a risparmiare il 13,6% di ciò che viene speso ogni anno per illuminazione, riscaldamento, condizionamento e cottura (si tratta di 1,5 mld di dollari). Sono stati insallate delle apparecchiature che spengono le luci a certe ore del giorno e che monitorano e controllano costantemente la temperatura ambientale regolando il riscaldamento/condizionamento di conseguenza. 5. EFFICENZA ENERGETICA ENERGY MANAGEMENT
  • 54. L’IT ha certo un impatto non trascurabile sull’ambiente – 2% delle emissioni totali di gas serra, 3% nel 2020 – ma è altresì fonte inesauribile di soluzioni atte a rendere aziende e privati più energeticamente efficienti. Un caso è quello della sostituzione di attività ad alto impatto energetico con surrogati hi-tech più ecocompatibili. GREEN IT 5. EFFICENZA ENERGETICA
  • 55. Esempi sono l’utilizzo della telepresenza e dei meeting virtuali per sostituire i tradizionali viaggi di lavoro, o il telelavoro al posto della presenza costante dei dipendenti in ufficio. Applicazioni come GoToMeeting e GoToWebinar stanno diventando ormai una realtà consolidata a livello internazionale. 5. EFFICENZA ENERGETICA GREEN IT
  • 56. Benchè tutti siamo ormai consapevoli dell’importanza di adottare comportamenti ecosostenibili, c’è ancora molta confusione circa l’impatto che le nostre azioni quotidiane hanno sulla produzione di CO2 e sullo spreco di energia Ecco perchè una delle tendenze attualmente più promettenti nella green economy è quello dei apparecchiature, software e applicazioni che aiutano a monitorare il consumo di energia di privati e aziende. DATA VISUALIZATION 5. EFFICENZA ENERGETICA
  • 57. Consumo personale Sono svariati i siti web dotati di calcolatori che permettono di misurare la propria impronta energetica individuale. Un esempio lo si trova su Nature.org. 5. EFFICENZA ENERGETICA DATA VISUALIZATION
  • 58. Toyota è stata la prima a dimostrare come la visulizzazione dei consumi – presente nella sua Prius – condizionasse in modo positivo il comportamento del guidatore nell’ottica di una maggiore ecosostenibilità. 5. EFFICENZA ENERGETICA DATA VISUALIZATION
  • 59. Con il suo SmartGuage Ford trasforma la guida intelligente in un videogame (maggiore efficienza = punteggio più elevato). 5. EFFICENZA ENERGETICA DATA VISUALIZATION
  • 60. Consumo domestico Google PowerMeter tiene il conto del consumo di elettricità giornaliero, settimanale e mensile, e dà anche consigli su come fare per ridurre il nostro utilizzo di energia. 5. EFFICENZA ENERGETICA DATA VISUALIZATION
  • 61. Wattson rappresenta l’energia consumata in valuta corrente (euro, dollari, sterline o yen) ed enfatizza il tutto attraverso variazioni cromatiche. Home Joule invia le informazioni relative all’impatto economico acquisendole direttamente dall’azienda fornitrice. 5. EFFICENZA ENERGETICA DATA VISUALIZATION
  • 62. Shower Time by Efergy rileva la quantità d’acqua consumata quando si fa la doccia. Si imposta la quantità massima d’acqua che si intende utilizzare e quando questo limite viene raggiunto si viene avvisati con un segnale acustico. 5. EFFICENZA ENERGETICA DATA VISUALIZATION
  • 63. Tendril Vision monitora i consumi energetici domestici e li confronta con quelli dei vicini di casa. Aiuta anche a sfruttare le tariffe migliori a seconda dei momenti della giornata. 5. EFFICENZA ENERGETICA DATA VISUALIZATION
  • 64. Tio è un prodotto che si propone di sensibilizzare i bambini sull’importanza del rispramio energetico. Il fantasmino cambia colore (da verde a rosso) ed espressione (da contento ad arrabbiato) quando la luce viene lasciata accesa troppo a lungo. 5. EFFICENZA ENERGETICA DATA VISUALIZATION
  • 65. Power Aware di Static! è un cavo che rende visibile il consumo di energia: è blu appena la luce viene accesa e diventa sempre più chiaro con il passare delle ore. 5. EFFICENZA ENERGETICA DATA VISUALIZATION
  • 66. Conserve Insight di Belkin mostra il reale impatto energetico di svariate apparecchiature domestiche (è sufficiente attaccare la spina nel rilevatore). Viene presentato un rendiconto del consumo annuo in termini di watt consumati, denaro speso e produzione di CO2. 5. EFFICENZA ENERGETICA DATA VISUALIZATION
  • 67. Non solo tecnologia… Stop The Water While Using Me è una linea di prodotti per l’igiene personale che invita a chiudere il rubinetto dell’acqua quando ci si sta insaponando o lavando i denti. 5. EFFICENZA ENERGETICA DATA VISUALIZATION
  • 68. Water Displacement di Rochus Jacob è un set di pietre per vasca che riducono lo spreco di acqua quando si fa il bagno. E’ uno dei progetti selezionati al concorso iida awards 2010 organizzato da designboom. 5. EFFICENZA ENERGETICA DATA VISUALIZATION
  • 69. Consumo aziendale Tririga ha lanciato un software che aiuta le grandi organizzazioni a gestire e ridurre la loro emissione di gas serra. 5. EFFICENZA ENERGETICA DATA VISUALIZATION
  • 70. Hara Software propone un’applicazione corporate che consente alle aziende di monitorare il proprio uso di risorse energetiche a livello di sistema, offrendo poi delle indicazioni per ridurre il consumo. 5. EFFICENZA ENERGETICA DATA VISUALIZATION
  • 71. Webcor Builders e Climate Earth hanno sviluppato in partnership un database delle emissioni di gas serra caratteristiche di ogni materiale da costruzione per aiutare a progettare edifici con il minor impatto ambientale. 5. EFFICENZA ENERGETICA DATA VISUALIZATION
  • 73. Se a causa della crisi i consumatori si sono tenuti distanti dagli autosaloni, un segnale positivo e orientato alla sostenibiltà è arrivato – perlomeno negli USA - dal mondo corporate e istituzionale. Quella delle flotte verdi è infatti una realtà in crescita, come si può constatare da una serie di esempi. 6. GREEN DRIVING FLOTTE VERDI
  • 74. Negli Stati Uniti sei grandi società hanno accettato di utilizzare i nuovi veicoli Smith Newton, i più grandi camion elettrici del mondo: si tratta di Pacific Gas and Electric, Coca- Cola, Staples, Frito-Lay, AT & T e Kansas City Power & Light. AT & T distribuirà 15.000 veicoli a combustibile alternativo alle sue filiali entro il 2019. 6. GREEN DRIVING FLOTTE VERDI
  • 75. Coca-Cola invece si prefigge di ridurre le proprie emissioni globali del 15% entro il 2020. Nel lungo termine, un partenariato con Smith potrebbe diventare molto redditizio. La Smith Electric Vehicles abbatte anche i costi di consumo, con un costo medio di 8 centesimi/miglia, rispetto ai 40 centesimi/miglia per il diesel. La società si aspetta che il ciclo di vita dei costi dei veicoli elettrici scenda al di sotto dei veicoli tradizionali entro il 2011. 6. GREEN DRIVING FLOTTE VERDI
  • 76. Il mercato dei veicoli elettrici è probabilmente il campo del futuro. Se oggi i costi sono quasi competitivi, nei prossimi anni lo saranno molto di più, visti i finanziamenti (si parla di 2 miliardi di dollari) che arriveranno per la ricerca dei veicoli batteria dal Governo americano, il che fa presupporre una diminuzione dei prezzi in maniera significativa nei prossimi due anni. 6. GREEN DRIVING FLOTTE VERDI
  • 77. Già da tempo UPS sta investendo nell’ammodernamento della sua flotta di veicoli in chiave verde. Attualmente l’azienda utilizza nel mondo circa 2.200 veicoli ecologici, alimentati a gas naturale, Gpl, ibridi o elettrici. In Italia la flotta è composta in tutto da 1.300 mezzi, dei quali i Free Duck (mini-flotta di veicoli elettrici-ibridi, forniti da Ducati Energia) costituiscono i primi a emissioni zero. 6. GREEN DRIVING FLOTTE VERDI
  • 78. E non si tratta solo di scegliere il veicolo più sostenibile: anche il modo in cui si guida può fare la differenza A esempio, PHH Arval, una delle più grandi realtà statunitensi di noleggio di flotte aziendali, ha lanciato il programma a GreenFleet che unisce alla scelta del veicolo anche una fase di training del guidatore e una manutenzione accurata del mezzo. Questo consente di tagliare i costi del 7% annuo. 6. GREEN DRIVING FLOTTE VERDI
  • 79. Sul fronte consumer la diffusione di veicoli ibridi è ancora limitata. Si cerca dunque di puntare du comportamenti alternativi di risparmio. NuRide ricompensa con premi gli automobilisti che riducono l’uso della propria auto (andando a piedi, in autobus, in metropolitana o in bicicletta) o che lo razionalizzano di concerto con altri che fanno lo stesso percorso (car pooling). NuRide 6. GREEN DRIVING
  • 80. I premi, forniti dalle aziende sponsor di NuRide, consistono in buoni da spendere in prodotti e biglietti per eventi e spettacoli. Si calcola che un utente regolare di NuRide arrivi a “guadagnare” circa 350 $ in un anno. Dal canto loro, gli sponsor ricevono (oltre alla visibilità) informazioni sulle abitudini degli utenti iscritti. Questi infatti sono chiamati ad inserire sul sito le informazioni circa le loro abitudini “verdi”. NuRide 6. GREEN DRIVING
  • 82. Abteil realizza accessori con borse dell’acqua calda utilizzate dall’esercito tedesco. 7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE RICICLAGGIO FASHION
  • 83. Softwalker ritira i vecchi jeans e li riconsegna al consumatore sotto forma di sandali. 7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE RICICLAGGIO FASHION
  • 84. Nike ha cavalcato il trend con il modello Trash Talk, prodotto utilizzando gli scarti delle lavorazioni. 7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE RICICLAGGIO FASHION
  • 85. Reaburn Design, una collezione realizzata utilizzando paracaduti e altri tessuti militari riciclati. 7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE RICICLAGGIO FASHION
  • 86. Acorn Studios trasforma scarti dell’industria elettronica e informatica in gioielli e accessori per geek eco-friendly. 7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE RICICLAGGIO FASHION
  • 87. Ornj Bag, borse realizzate con recinzioni in plastica per cantieri abbandonate. 7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE RICICLAGGIO FASHION
  • 88. Branch, una linea di borse realizzate con palloni da calcio riciclati. 7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE RICICLAGGIO FASHION
  • 89. WiTHiNTENT recupera le migliaia di tende abbandonate dai ravers che partecipano agli svariati festival musicali che si tengono ogni anno in Inghilterra. Con questi realizza impermeabili e altri accessori, sempre destinati al mercato dei festival. 7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE RICICLAGGIO FASHION
  • 90. Fullcolourform Ball è una lampada a sospensione realizzata dal designer sudafricano Heath Nash con bottiglie di plastica riciclate. Nash ha coinvolto la comunità locale nella raccolta e selezione dei materiali di scarto da utilizzare. 7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE RICICLAGGIO FASHION
  • 91. From Somewhere, brand inglese di abbigliamento ecosostenibile ricavato da scarti industriali, ha realizzato quest’abito utilizzando parti del costume Speedo LZR Racer, bandito recentemente dalle competizioni agonistiche (come tutti gli altri modelli di costumi full-body). La decisione della FINA aveva lasciato Speedo con uno stock di pezzi da smaltire. 7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE RICICLAGGIO FASHION
  • 92. La designer francese Katell Gélébart con il suo progetto art d'eco vuole sottolineare le potenzialità del riciclaggio come forma di impegno sociale. 7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE RICICLAGGIO FASHION
  • 94. Il packaging è uno di quegli aspetti su cui decisamente si può lavorare per ridurre l’impatto ambientale dei prodotti. Le azioni in questo campo vanno dall’utilizzo di materiali più ecocompatibili, alla riduzione degli imballaggi sia come peso che come ingombro alla riconcettualizzazione delle confezioni. RIPENSARE IL PACKAGING 8. LOW IMPACT PACKAGING
  • 95. Coca-Cola ha sviluppato una nuova bottiglia in plastica fatta con materiali derivanti in parte da prodotti vegetali. La PlantBottle utilizza infatti un 30% di bioetanolo ricavato da canna da zucchero e melassa. La nuova bottiglia sarebbe così completamente riciclabile nei normali impianti PET, senza rischi di contaminazione, ma offrirebbe una riduzione del 25% delle emissioni di CO2 in atmosfera, grazie alla natura in parte vegetale delle materie prime. RIPENSARE IL PACKAGING 8. LOW IMPACT PACKAGING
  • 96. Amazon ha lanciato il brand AmazonBasics associato a prodotti spediti in quello che viene chiamato Frustration- Free Packaging: confezioni minimali, facili da aprire e riciclabili. RIPENSARE IL PACKAGING 8. LOW IMPACT PACKAGING
  • 97. Kraft Foods UK ha introdotto delle confezioni in plastica per il suo caffè Kenco che sono il 97% più leggere delle precedenti in vetro e richiedono l’81% di energia in meno per essere fabbricate. RIPENSARE IL PACKAGING 8. LOW IMPACT PACKAGING
  • 98. HP utilizza come packaging per i suoi laptop una messenger bag che: a) consente di ridurre gli scarti del 97%; b) permette di spedire più pezzi per carico; c) diventa uno strumento di marketing virale poiché viene utilizzata ed esibita dal consumatore. RIPENSARE IL PACKAGING 8. LOW IMPACT PACKAGING
  • 99. Nel packaging delle Newton Running la scatola è in cartone per le uova riciclato. All’interno delle scarpe, al posto della carta velina, ci sono un paio di calzini e il sacchetto per contenerle. RIPENSARE IL PACKAGING 8. LOW IMPACT PACKAGING
  • 100. E i vantaggi non sono solo per le aziende… Il packaging ecofriendly introdotto da Sprint consentirà all’azienda di telecomunicazioni di risparmiare ogni anno circa 2,1 milioni di dollari, evitando di produrre 647 tonnellate di rifiuti. RIPENSARE IL PACKAGING 8. LOW IMPACT PACKAGING
  • 101. Sviluppata da Planet People, la linea di prodotti per la casa iQ utilizza cartucce che contengono un detergente comcentrato a base di piante. E’ sufficiente inserire la cartuccia in una bottiglia a spruzzo da riempire con acqua del rubinetto. RIPENSARE IL PACKAGING 8. LOW IMPACT PACKAGING
  • 103. La sostenibilità della catena produttiva dell’industria agroalimentare non ha mai catalizzato più di tanto l’interesse dei consumatori, più inclini a soffermarsi su aspetti quali l’utilizzo di pesticidi (di qui il boom del biologico), le frodi alimentari o la spinosa questione degli OGM. Ma, anche qui, non sono mancate forti prese di posizione da parte degli attivisti, fattore che contribuisce a sensibilizzare l’opinione pubblica e a spingere le aziende al cambiamento. 9. GREEN FOOD IPER-LOCALE
  • 104. Così anche in questo settore le aziende stanno lavorando per eliminare sprechi e inefficienze e per contenere la produzione di CO2. Un trend in crescita negli ultimi anni è quello della rilocalizzazione dell’agricoltura, con un’enfasi sulle coltivazioni locali e – su scala minore – sul giardinaggio urbano. Termini come km 0, mercati agricoli e locavore sono ormai entrati nel linguaggio comune. E ormai si parla di iper- locale… 9. GREEN FOOD IPER-LOCALE
  • 105. Molte città iniziano a considerare l’oppurtunità di recuperare gli spazi urbani dismessi e inutilizzati per riconvertirli all’agricoltura. E i centri a grande densità abitativa che possono contare su pochi spazi verdi stanno puntando su tetti e terrazze per orti, alveari e piccoli allevamenti che riforniscono ristoranti e mercati cittadini. Quello degli orti cittadini è un trend in crescita ormai da più di qualche anno… 9. GREEN FOOD IPER-LOCALE
  • 106. Not Far from the Tree (Toronto) è un’associazione di volontari che raccolgono i frutti dagli alberi di tutti coloro che – per mancanza di tempo o voglia – finirebbero per lasciarli marcire. Un terzo del raccolto va al proprietario, un terzo ai volontari che hanno eseguito il lavoro e un terzo ad associazioni locali che prestano aiuto a persone bisognose. 9. GREEN FOOD IPER-LOCALE
  • 107. Il negozio di alimentari britannico Thornton's Budgens, ubicato a Londra, ha lanciato il progetto Food from the Sky, che prevede la costruzione di un orto-frutteto biologico sul tetto del suo locale. La costruzione dell’orto è realizzata con l’appoggio del Positive Earth Project, un’associazione londinese che promuove la produzione di frutta e verdura prodotta localmente per la commercializzazione. 9. GREEN FOOD IPER-LOCALE
  • 108. Otarian è la prima catena di ristoranti a basso impatto ambientale. L’arredo è interamente realizzato in materiali riciclati, l’energia utilizzata proviene da fonti alternative e sul menu (rigorosamente vegetariano) è stampato il quantitativo di CO2 associato ad ogni pietanza. 9. GREEN FOOD IPER-LOCALE
  • 109. Sharing Backyards è un sito che mette in contatto coloro che possiedono dei fazzoletti di terra ma non sono interessati a coltivarli con persone che invece hanno il pollice verde ma non gli spazi per dare sfogo alla propria passione. 9. GREEN FOOD IPER-LOCALE
  • 110. Nato da una provocazione di Dickson Despommier, il concetto dello skyfarming o vertical farming sta prendendo sempre più piede in America, sollecitando la fantasia di architetti, ingegneri edili e ambientalisti. Lo skyfarming è un nuovo modo di concepire l’agricoltura e l’allevamento, che prevede l’inserimento di edifici o grattacieli all’interno delle città, i quali garantirebbero l’approvvigionamento di generi alimentari localmente, con il minimo impatto ambientale. 9. GREEN FOOD IPER-LOCALE
  • 111. Sono numerosi i centri urbani che hanno dimostrato interesse per questo progetto: Toronto, Seattle, New York (è stato calcolato che basterebbero 160 di questi edifici per garantire l’approvvigionamento di tutta la Grande Mela), Los Angeles, Las Vegas, Shangai, Abu Dabi e altri ancora. Al momento è stata sperimentata in piccoli edifici in Arizona e in California, cavalcando l’onda della crisi immobiliare negli USA. 9. GREEN FOOD IPER-LOCALE
  • 112. Spiral Garden System di Benet e Saida Dalmau, Anna Julibert e Carmen Vilar è un progetto di urban gardening che incoraggia l’interazione sociale fra i cittadini e funge anche da posteggio collettivo per le biciclette. E’ il secondo classificato al concorso iida awards 2010 organizzato da designboom. 9. GREEN FOOD IPER-LOCALE
  • 113. Growingcity è un centro di ricerca e sviluppo americano che si focalizza sulle potenzialità dell’agricoltura urbana Nell’immagine un progetto di edificio residenziale che integra spazi condivisi per il giardinaggio e alloggi a prezzi popolari. L’idea è quella di incoraggiare la connettività sociale attraverso l’uso funzionale di spazi solitamente inutilizzati come il tetto. 9. GREEN FOOD IPER-LOCALE
  • 114. Dalla coltivazione urbana a quella indoor domestica. Arthur Kemp e François Hurtaud hanno sviluppato il concept per una futuristica mini-serra casalinga. I semi sono contenuti in una capsula che viene inserita nel canale di crescita. Una volta che il frutto è maturo cade nella zona sottostante dove viene mantenuto a temperatura ottimale di conservazione. 9. GREEN FOOD IPER-LOCALE
  • 116. Sempre più spesso si evitano certi prodotti per la paura di sostanze e ingredienti percepiti come poco sicuri. I consumatori sono sempre meno tolleranti nei confronti di ciò che percepiscono come dannoso per la propria salute (e questa scarsa tolleranza si estende alle aziende produttrici). 10. TOXIC FREE SAI COSA TI SPALMI?
  • 117. Il consumatore, a differenza di un tempo, ha a disposizione database online (si veda il concetto di trasparenza radicale) come Skin Deep, sviluppato dall’Environmental Working Group, che analizza gli INCI di oltre 41mila prodotti segnalando sicurezza e tossicità dei componenti. 10. TOXIC FREE SAI COSA TI SPALMI?
  • 118. I consumatori sono sempre più attenti al modo in cui i prodotti sono stati realizzati: trasparenza e tracciabilità dei materiali e del ciclo produttivo sono un asset fondamentale. Rassicurare il consumatore è diventato uno dei driver principali nella costruzione del proprio brand. 10. TOXIC FREE SAI COSA TI SPALMI?
  • 119. Un esempio è il boom dei cosmetici naturali che sta caratterizzando i Paesi Asiatici: questo non sembra essere legato tanto a motivazioni di ecosostenibilità quando al crescente sospetto che aleggia fra i consumatori in relazione agli ingredienti di origine sintetica. Ha contribuito una serie di recenti scandali, dalla linea taiwanese di cosmetici contenente clindamicina al talco per bambini NUK contenente asbesto. 10. TOXIC FREE SAI COSA TI SPALMI?
  • 120. Questo picco nell’attenzione dei consumatori è anche legato agli scandali scoppiati negli ultimi anni riguardanti sostanze tossiche rinvenute in una serie di prodotti, dai giocattoli alle bottiglie d’acqua, realizzati in Cina e in altri Paesi sedi di delocalizzazione produttiva. L’attenzione riservata dai media a questi eventi ha spinto governi e associazioni di consumatori ad esercitare maggiori pressioni sulle aziende. 10. TOXIC FREE SAI COSA TI SPALMI?
  • 121. Anche i retailer sono sempre più sensibili al problema. Walmart ha lanciato il GreenWERCS Chemical Screening Tool per analizzare a valutare l’impatto ambientale delle sostanze chimiche presenti nei prodotti (quanto permangono nell’ambiente, se contaminano esseri viventi, se sono correlati a un aumento del rischio di cancro, mutazioni genetiche o disordini riproduttivi...) 10. TOXIC FREE SAI COSA TI SPALMI?
  • 122. Nel 2009 la Johnson & Johnson ha dovuto soddisfare la richiesta proveniente da un gruppo di organizzazioni di rimuovere due componenti presenti nei suoi prodotti (shampoo per bambini e altri) poichè potenzialmente cancerogeni. 10. TOXIC FREE SAI COSA TI SPALMI?
  • 123. Gli attivisti di Greenpeace hanno condotto un’azione di teatro-guerrilla nella sede centrale della Hewlett- Packard, scalando l’edificio e scrivendo “Prodotti nocivi” sul tetto. 10. TOXIC FREE SAI COSA TI SPALMI?
  • 124. Sia Canada che Stati Uniti hanno bandito l’uso di ftalati nei prodotti per bambini. Chicago è diventata la prima città statunitense a bandire il bisfenolo A. Prese di posizione come queste hanno stimolato un atteggiamento proattivo in diverse aziende, che stanno dunque apportando modifiche ai propri prodotti anche anticipando eventuali prese di posizione da parte delle amministrazioni. 10. TOXIC FREE SAI COSA TI SPALMI?
  • 125. Sony Ericsson, ad esempio, ha dichiarato che i suoi prodotti dalla fine del 2009 sono al 99,9% privi di ritardanti di fiamma brominati e al 100% privi di polivinil-cloride. Nike, HP e SC Johnson hanno lavorato a lungo per eliminare i materiali tossici dai loro prodotti. 10. TOXIC FREE SAI COSA TI SPALMI?