Marisa Grande - Geodinamiche e rischi del territorio salentino
1.
2. TEORIA DELLA TETTONICA A ZOLLE
ALFRED WEGENER (nel 1912) e JOHN T. WILSON (nel 1963 “ La deriva dei continenti” )
Il Salento è parte integrante del sistema complesso delle placche litiche della Terra, che, secondo la teoria della
“TETTONICA A ZOLLE”, elaborata da WEGENER nel 1912 e completata da WILSON nel 1963, si spostano con una
velocità' di 2 - 10 cm. l'anno.
Il loro moto varia da DISTENSIVO a COMPRESSIVO, a TRASCORRENTE.
Ne conseguono movimenti tettonici, sismici, orogenetici, vulcanici, franosi di superficie e sottomarini, i quali
provocano terremoti, tsunami, frane, faglie, eruzioni vulcaniche.
Sono tutti fenomeni naturali che derivano dall'attività del pianeta, ma che si rivelano distruttivi quando coinvolgono
l'ambiente organizzato dagli esseri viventi che lo abitano, insediati spesso proprio nei luoghi ad alto rischio .
3. GEO-DINAMICA DELLE ZOLLE
LA COMPRESSIONE DELLA ZOLLA AFRICANA VERSO LA ZOLLA EUROPEA.
La ZOLLA AFRICANA, nella sua deriva verso nord, comprime la ZOLLA EUROASIATICA .
La ZOLLA ADRIATICA, un tempo appartenuta alla ZOLLA AFRICANA, insinuandosi nella zolla
europea, fu causa dell'orogenesi delle Catene delle Alpi e degli Appennini.
4. COMPORTAMENTO CINEMATICO DELLA ZOLLA ADRIATICA
TARDO MIOCENE (6-7 MILIONI DI ANNI FA):
- Distacco della Zolla Adriatica, propaggine nord della Zolla Africana, per la compressione
esercitata verso ovest dall'Arabia contro il sistema anatolico-egeo.
- Inversione del moto di rotazione della zolla adriatica: da antioraria ad oraria, con polo
collocato nel Bacino Pannonico settentrionale.
Da 2 MILIONI DI ANNI :
moto antiorario della Zolla Adriatica, con polo nel mar Ligure, a causa della sutura della sua
subduzione al di sotto della Catena Appenninica.
.
5. INTERAZIONE GEODINAMICA DELLE ZOLLE: AFRICANA, EUROPEA E ADRIATICA
La Zolla Africana e la Zolla Adriatica comprimono la Zolla Europea, creando vasti fronti
di subduzione, dove si verificano frequenti terremoti.
La Puglia appartiene per intero alla zolla adriatica e per questo , secondo la teoria della
tettonica a zolle risulta essere un territorio stabile e quindi a basso rischio sismico.
6. ITALIA: MAPPE INGV
PERICOLOSITA' SISMICA
Nella mappa INGV il grado di pericolosità sismica della penisola pugliese risulta bassissimo.
Ciò deriva dalla sua appartenenza alla ZOLLA ADRIATICA, che segue una dinamica di
movimento indipendente dal resto della penisola italica, appartenente alla ZOLLA EUROPEA.
7. CARTINA LITOLOGICA DELL'ITALIA: la Puglia appartiene alla placca adriatica ed è separata
dall'Italia per mezzo della Fossa Bradanica.
CARTINA DELLA PLACCA ADRIATICA MERIDIONALE SOLCATA DA FAGLIE ORIZZONTALI:
La placca adriatica è spinta verso nord dalla placca africana, a cui un tempo è appartenuta.
La sua azione corrisponde ad un moto di compressione sui due fronti Appenninico e Dinarico.
La Puglia si estende dalla Faglia delle Tremiti (a nord) e la Faglia Sud-Salentina (a sud).
Il Salento si estende tra la Faglia Nord Salentina e la faglia Sud Salentina.
8. SALENTO: EVOLUZIONE GEOLOGICA E MOVIMENTI TETTONICI E SISMICI
La penisola salentina ha subito molte trasformazioni durante le ere geologiche passate.
Secondo gli studi di M. Tozzi et alii (1998), nel Tardo Miocene, quando la Placca Adriatica si staccò dalla Placca
Africana e invertì la sua rotazione in senso orario, la penisola salentina subì un movimento obliquo in rotazione di 25
gradi, che la separò dalle Murge con una frattura compresa tra il Golfo di Taranto e il porto di Brindisi, al livello delle
Faglia Nord-Salento, che assunse caratteristiche di dorsale.
Il Salento ha attraversato anche fasi in cui era un arcipelago costituito da isole corrispondenti alle sue Serre, con
caratteristiche carsiche .
I depositi marini terrazzati, non permeabili, fino alla fine del Pleistocene costituivano il fondo marino di acque poco
profonde, come indicano molte paleo-coste interne al territorio.
Il terremoto di M. 3.1 della scala Richter del 27 giugno 2011 nel Canale dì Otranto indica che all'interno della
geodinamica che interessa il contesto tettonico cui appartiene, il Salento non è comunque esente da movimenti
tettonici e sismici, che interessano soprattutto il fondale marino.
9. SALENTO: FENOMENI CARSICI
La penisola salentina è interessata dal fenomeno del carsismo
poiché le rocce calcarenitiche si sgretolano e si sciolgono
sotto l'azione dell'acqua, creando grotte e voragini ai limiti
dei depositi marini terrazzati, come quella aperta solo
qualche anno fa in un terreno agricolo coltivato di Surano.
PREVENZIONE : individuare luoghi a rischio carsico
per prevenire crolli improvvisi di aree abitate o di terreni
agricoli frequentati.
10. FENOMENI CARSICI
Inghiottitoi , detti “vore”, assorbono le acque meteoriche o quelle dei solchi idrici di
superficie che scorrono sui depositi marini terrazzati, i quali fino alla fine del Pleistocene
costituivano il fondo marino di acque poco profonde, che separavano le rocce carsiche delle
Serre o Murge Salentine.
PREVENZIONE: apporre avvisi di non frequenza delle grotte di smaltimento acque
meteoriche nei periodi di piogge intense.
11. FENOMENI DI ALLAGAMENTO
Interessano le aree della penisola salentina in cui la superficie è composta dai depositi
marini terrazzati pleistocenici, che per la loro scarsa permeabilità non assorbono le
acque meteoriche.
12. FENOMENI DI ALLAGAMENTO
Interessano le aree della Penisola Salentina la cui superficie è composta dai depositi marini
terrazzati pleistocenici, che per la loro natura di scarsa permeabilità non assorbono le acque
meteoriche. I solchi artificiali che incanalano le acque verso le vore trovano spesso
impedimento allo smaltimento delle acque, poiché gli inghiottitoi naturali vengono ostruiti dai
detriti o dai rifiuti.
PREVENZIONE: controllare l'efficienza delle vore di smaltimento delle
acque per prevenirne l'ostruzione.
13. FENOMENI DI CROLLI COSTIERI
L'attività carsica costiera, congiunta con l'azione marina ed eolica, provocano l'erosione
delle rocce costiere e i crolli in mare di massi lungo le coste a falesia.
PREVENZIONE: controllo delle coste e recinzione delle aree a rischio.
14. MOVIMENTI RECENTI E PASSATI
- 7 ottobre 2007: frana in mare sulla costa adriatica di Torre Ruggeri.
- Area costiera ionica di Nardò: mesopiega, fenomeno paleo-
geologico di deformazione duttile dovuto a compressione per movimenti
orizzontali e obliqui.
15. FENOMENI STORICI DISTRUTTIVI
TRA IL SEC.XV E IL SEC.XVIII: 3 TSUNAM I
- Gli studi condotti dai geologi MASTRONUZZI & SANSO' (2000-2004)
e Alii (2007) dimostrano che la costa pugliese è stata investita da
tre tsunami nel periodo compreso tra il sec. XV e il sec. XVIII.
GARGANO: 1627.
SALENTO: 1456 - 1743
- Nel SALENTO vi sono tracce visibili nei grossi massi di calcareniti pleistoceniche depositati
sulla costa sulla costa ionica di TORRE SQUILLACE (terremoto con tsunami nel 1456 ?) e
sulla costa adriatica di TORRE SANT'EMILIANO (terremoto con tsunami nel 1743).
16. COSTA ADRIATICA, TORRE SANT'EMILIANO:
onde alte fino a 11 metri il 20 febbraio 1743 trasportarono
massi pesanti fino a 80 tonnellate.
(Escursione SpeloTrekkingSalento in foto di Ezio Sarcinella)
17. COSTA ADRIATICA, TORRE SANT'EMILIANO 1743:
onde alte anche fino a 11 metri trasportarono massi
pesanti fino a 80 tonnellate.
(Foto di Ezio Sarcinella)
18. COSTA IONICA DI TORRE SQUILLACE colpita dal
maremoto del 1456 (?)
Nello stesso anno vi fu un terremoto devastante di M. 6.5 o 7, che colpì Irpinia,
Beneventano, Maiella
(Foto di Ezio Sarcinella)
19. COSTA IONICA DI TORRE SQUILLACE
Massi depositati da onde di tsunami che colpì il Salento nel sec. XV
(Foto di Ezio Sarcinella)
PREVENZIONE: SISTEM I DI ALLARME TSUNAM I E M ISURAZIONE DELL'ENERGIA IN HERZ
SEGUENDO LA TEORIA DELLA GEODINAM ICA RISPONDENTE AL MODELLO DELLE CELLE
GEOMORFOLOGICHE ELABORATO DA MARISA GRANDE.
20. TEORIA DELLE “CELLE GEOMORFOLOGICHE” PRESENTATA DA
MARISA GRANDE ALLA CONFERENZA NAZIONALE di “GEOMITOLOGIA” 2010
DELL' ISPRA (ISTITUTO SUPERIORE PER LA RICERCA AMBIENTALE)
Configurazione del territorio secondo celle
geomorfologiche circolari, modulari e frattali.
Interazione delle celle su precisi modelli geometrici
riferibile alla simbologia della geometria sacra.
I centri corrispondono a luoghi di forte conduzione
magnetica di flussi provenienti dall'interno della terra.
Le circonferenze concentriche rappresentano le aree a
maggiore rischio di manifestazioni geodinamiche,
tettoniche e sismiche, essendo composte da minerali a
minore conduzione magnetica, più friabili e rinnovabili
attraverso le faglie periferiche.
PREVENZIONE storica: gli antichi geomanti
impiegavano megaliti e metalli a buona conduzione
magnetica per modulare i flussi dell'elettromagnetismo,
causa di fenomeni distruttivi.
PREVENZIONE ATTUALE POSSIBILE:
Impiego di trasformatori di armoniche e di accumulatori
di energia.
21. LINEE DI FAGLIA CHE SOLCANO LA PENISOLA SALENTINA
- FAGLIE NNW-SSE
Una serie di faglie, prevalentemente di contatto e scorrenti, solcano la penisola con
andamento parallelo alla direzione delle Murge Salentine.
La loro direzione è tale da poterle collegare in gruppi convergenti in punti, come quello di
Santa Cesarea Terme, nel quale convergono tanto un gruppo di faglie terresti (Monteroni-
Martano, Serra di Martignano,Serra di Monte Vergine, Melendugno, Cerfignano) quanto un
gruppo di faglie marine del Canale d'Otranto.
Pertanto le aree interessate dalle faglie, ma soprattutto quelle comprese nelle aree di
collegamento tra loro, possono ritenersi a “ rischio tettonico e simico”
PREVENZIONE: monitorare con test in herz (così come fa Stefano delle Rose) l'attività
vibrazionale che interessa i centri di celle geomorfologiche circolari che configurano il Salento
(secondo il modello di Marisa Grande)
22. PUGLIA:CARTINA DELLE FAGLIE ORIZZONTALI TRASCORRENTI DELLA PLACCA SUD-ADRIATICA, COMPRESA
TRA LA FOSSA BRADANICA (FRONTE DELLA CATENA APPENNINICA) AD OVEST E IL FRONTE DELLA CATENA
DINARICA AD EST.
L'ATTIVITA' E LA MANIFESTAZIONE GEODINAMICA DELLE FAGLIE E' CORRELATA ALLA QUANTITA' DI ENERGIA
EMESSA DAI CENTRI DELLE CELLE GEOMORFOLOGICHE CHE SI ESPANDONO E CHE INTERAGISCONO TRA LORO
COME TUTTI I SISTEMI COMPLESSI IN STATO DI EQUILIBRIO DINAMICO-PRECARIO
Recenti aggiornamenti degli studi condotti da MANTOVANI et Alii (2010) hanno elaborato dati basati sulla TEORIA
DETERMINISTICA, che stabilisce correlazioni tra movimenti sismici distanti tra loro, individuando i precursori
ricorrenti in alcune aree ad alto rischio sismico.
PREVISIONE E PREVENZIONE: Comparazione di dati basati sulle teorie:
-TETTONICA A ZOLLE
-DETERMINISTICA
-STATISTICA
-CELLE GEOMORFOLOGICHE
25. SUD SALENTO: CARTINA LITOLOGICA
configurazione del territorio secondo centri di espansione energetica che creano celle
geomorfologiche circolari interagenti tra loro.
I centri corrispondono a luoghi di forte conduzione magnetica, le cui onde
di flusso erano rese coerenti anche con l'apporto delle specchie megalitiche.
Le circonferenze concentriche, imbrigliate in una rete “a tela di ragno” di menhir e dolmen,
rappresentano le aree a maggiore rischio di manifestazioni geodinamiche, tettoniche e
sismiche, essendo composte da minerali a minore conduzione magnetica, più friabili e
rinnovabili attraverso le faglie.
26. IL MODELLO MODULARE DELLE CELLE GEOMORFOLOGICHE CIRCOLARI di
MARISA GRANDE
conferma la collocazione della
SORGENTE DEL TERREMOTO DEL 20 FEBBRAIO 1743,
ipotizzata con modelli matematici e simulazioni numeriche nello “Studio preliminare” delle
Università di Bologna, Bari e del Salento,
presentato al
26° Convegno Nazionale GNGTS, Roma- 13-15 novembre 2007.
27. IL MODELLO MODULARE DELLE CELLE GEOMORFOLOGICHE CIRCOLARI di
MARISA GRANDE
CONFERMA LA COLLOCAZIONE DELLE SORGENTI DEI TERREMOTI IN PUGLIA
del 1627, del 1731, del 1889, del 1743
ipotizzata, con modelli matematici e simulazioni numeriche, nello “Studio preliminare” delle
Università di Bologna, Bari e del Salento, presentato al 26° Convegno Nazionale GNGTS,
Roma- 13-15 novembre 2007.
28. IL MODELLO MODULARE E FRATTALE DELLE CELLE GEOMORFOLOGICHE
CIRCOLARI E A “TELA DI RAGNO” di
MARISA GRANDE
CONFERMA LA COLLOCAZIONE DELLE SORGENTI DEI TERREMOTI IN PUGLIA
del 1627, del 1731, del 1889, del 1743
ipotizzata, con modelli matematici e simulazioni numeriche, nello “Studio preliminare” delle
Università di Bologna, Bari e del Salento, presentato al 26° Convegno Nazionale GNGTS,
Roma- 13-15 novembre 2007.
29. ATTIVITA' DI PREVENZIONE DELL'ASSOCIAZIONE
“SPORT&TOUR”:
MONITORARE, CON TEST IN HERZ, I CENTRI DELLE CELLE GEOMORFOLOGICHE CHE
INTERAGISCONO CON LA LORO ENERGIA IN ESPANSIONE SUL TERRITORIO DA
SALVAGUARARE, UTILIZZANDO IL MODELLO MODULARE DELLE CELLE
GEOMORFOLOGICHE CIRCOLARI AD “ARMONICA SEI”, CHE INDICA LA DINAMICA DI
CIRCOLAZIONE DELL'ENERGIA SISMICA ALLE DIVERSE SCALE GEOGRAFICHE.
30. COMPARAZIONE IN AREA MEDITERRANEA -SU CARTINE SISMICHE INGV- TRA LA TEORIA
DELLA TETTONICA A ZOLLE e la TEORIA DELLE CELLE GEOMORFOLOGICHE
Il modello ad “armonica sei” , che indica la dinamica con la quale si sviluppano i terremoti
SECONDO LA TEORIA DELLE CELLE GEOMORFOLOGICHE coincide con la TEORIA DELLA
TETTONICA A ZOLLE, in quanto le faglie si collocano nelle aree periferiche delle celle, anche
alle diverse scale dimensionali.
31. COMPARAZIONE IN AREA EUROASIATICA
-SU CARTINE SISMICHE INGV-
TRA LA TEORIA DELLA TETTONICA A ZOLLE e la
TEORIA DELLE CELLE GEOMORFOLOGICHE
Il modello ad “armonica sei” , che indica la dinamica con la quale si sviluppano i terremoti
SECONDO LA TEORIA DELLE CELLE GEOMORFOLOGICHE
coincide con la TEORIA DELLA TETTONICA A ZOLLE
in quanto le faglie si collocano nelle aree periferiche delle celle
alle diverse scale dimensionali.
32. COMPARAZIONE IN AREA MONDIALE SU CARTINE SISMICHE INGV- TRA LA TEORIA DELLA
TETTONICA A ZOLLE e la TEORIA DELLE CELLE GEOMORFOLOGICHE
Il modello ad “armonica sei” , che indica la dinamica con la quale si sviluppano i terremoti
SECONDO LA TEORIA DELLE CELLE GEOMORFOLOGICHE coincide con la TEORIA DELLA
TETTONICA A ZOLLE, in quanto le faglie si collocano nelle aree periferiche delle celle alle
diverse scale dimensionali.
IL MODELLO, APPLICATO ALLA “CINTURA DI FUOCO” DEL PACIFICO GIUSTIFICA ANCHE I
PIU' FORTI TERREMOTI DI QUESTI ULTIMI ANNI, COMPRESI GLI TSUNAMI IN INDONESIA
NEL 2004 E IN GIAPPONE NEL 2011.
33. COMPARAZIONE IN AREA MONDIALE SU CARTINE SISMICHE INGV- TRA LA TEORIA DELLA
TETTONICA A ZOLLE e la TEORIA DELLE CELLE GEOMORFOLOGICHE
Il modello ad “armonica sei” e a ”tela di ragno”, che indica la dinamica con la quale si
sviluppano i terremoti SECONDO LA TEORIA DELLE CELLE GEOMORFOLOGICHE coincide
con la TEORIA DELLA TETTONICA A ZOLLE, in quanto le faglie si collocano nelle aree
periferiche delle celle, anche alle diverse scale dimensionali.
PREVENZIONE: MONITORAGGIO DELLE AREE SORGENTI DELL'ENERGIA SISMICA, COME I CENTRI DELLE
CELLE GEOMORFOLOGICHE COLLOCATI SULLA DORSALE ATLANTICA (CON RILEVAZIONE IN HERZ)
DALLA CUI ESPANSIONE DERIVANO TERREMOTI E VULCANISMO.