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S.P.R.12_Addetto alla trafilatura
Che cos’è la scheda denominata “Profilo di Rischio”?
Questa scheda è stata realizzata sulla base del modello delle Schede Internazionali sui Rischi delle Professioni
(ILO, IIOSH, CIS) integrandolo con indicazioni sulle macchine/impianti e le buone prassi laddove individuate. Il
materiale in oggetto non può essere considerato esaustivo al fine della Valutazione dei Rischi di ogni realtà, ma
può essere utilizzato come supporto. Sono rivolte a tutte le figure coinvolte nel processo indirizzato alla tutela
della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. In questa scheda sono illustrati, secondo un formato
standard, i rischi di infortunio e malattia ai quali possono essere esposti “GLI ADDETTI ALLA TRAFILATURA”
durante lo svolgimento delle proprie attività. Le informazioni contenute rappresentano uno strumento informativo
di ausilio alla identificazione delle cause principali degli infortuni e delle malattie professionali ed una base di
partenza (indicazioni di MPP e buone prassi) per la programmazione degli interventi nella direzione del
miglioramento continuo.
Ciascuna scheda è composta da cinque punti:
Punto 1: Contiene informazioni relative ai maggiori pericoli connessi alla professione ed alle macchine
utilizzate.
Punto 2: Illustra con la “tabella profilo di rischio”, in modo più dettagliato e sistematico, i rischi connessi
alla mansione/macchina utilizzata con i rispettivi indicatori per le misure di prevenzione e protezione
(contrassegnati da un numero e commentati al terzo punto).
Punto 3: Contiene l’elenco dei suggerimenti per le misure di prevenzione e protezione relative ai rischi
individuati.
Punto 4: Contiene l’elenco delle buone prassi laddove individuate.
Punto 5: Fornisce informazioni specialistiche rivolte ai professionisti in materia di salute e sicurezza sul
lavoro.
Punto 1
Chi è l’addetto alla trafilatura?
Un lavoratore specializzato nella gestione della linea di trafilatura, oppure delle singole macchine impiegate
per ottenere un prodotto trafilato finito. Generalmente è anche l’addetto che segue gli interventi di messa a
punto (attrezzaggio) della linea o delle singole macchine, avvia o ferma la linea o le macchine e le
attrezzature di lavoro che gli competono, controlla affinché queste svolgano correttamente il proprio compito;
in caso di anomalia o guasto avvisa il superiore, se del caso, interviene per ristabilire la situazione di
normalità; può fare funzionare in modalità manuale le macchine e i singoli strumenti a funzionamento
meccanico che normalmente lavorano in automatico.
Nella maggior parte dei casi assolve direttamente anche ai compiti del gruista e dell'addetto alla
movimentazione dei carichi, eseguendo personalmente il caricamento in linea del materiale da lavorare ed il
successivo scarico del prodotto finito.
Quali sono i fattori di rischio connessi alla professione?
- L’addetto alla trafilatura può essere soggetto a caduta o scivolamento in piano.
- L’addetto alla trafilatura può essere investito dai carichi che vengono movimentati con carroponte
oppure che sono depositati nelle aree di stoccaggio provvisorie o definitive.
- L’addetto alla trafilatura può essere vittima di urti, tagli e schiacciamenti durante la movimentazione
manuale delle barre.
- L’addetto alla trafilatura può essere vittima di urti, tagli e schiacciamenti se viene a contatto con gli
organi in movimento delle macchine e delle attrezzature di lavoro.
- L’addetto alla trafilatura può essere esposto a livelli di rumore prodotto principalmente dalle
macchine/impianti e attrezzature di lavoro impiegate o presenti nell’area.
2
Le principali macchine/impianti utilizzate nel processo sono raccolte nella seguente tab. 1:
N Macchine/impianti Lavorazione
1 Apparecchio di sollevamento (Carroponte o carrello
elevatore);
Movimentazione/trasporto materie prime,
semilavorati e prodotti finiti
2 Accessori per imbracatura (catene, fasce, funi); Imbracatura materiale da movimentare
3 Linea di trafilatura Preparazione trafilatura
4 Sabbiatrice Sabbiatura prodotto da trafilare
5 Trafilatrice Trafilatura
6 Raddrizzatrice Raddrizzatura
7 Rullatrice Rullatura
8 Impacchettatrice/fasciatrice Confezionamento
Le principali materie/sostanze utilizzate o sviluppate nel processo sono raccolte nella seguente tab. 2:
N Materie/Sostanze Lavorazione
1 Polveri metalliche Tutte
2 Olii lubro refigeranti Trafilatura
3
4
5
3
Punto 2: Tabella profilo di rischio
TIPOLOGIA
DI RISCHIO
M/A DESCRIZIONE MPP
Rischi di
infortunio
Cadute al piano:
- Pavimentazione sconnessa, superfici scivolose
- presenza di ingombri ed ostacoli
- mancanza di visibilità per illuminazione insufficiente
 Contusioni, fratture, abrasioni, ferite.
1,2,3,
18,40
42,43
Tutte
Caduta materiale
- carico e scarico dei materiali
- strutture inadeguate allo stoccaggio
- trasferimento dei materiali ai reparti e interferenza fra le lavorazioni
- attrezzaggio impianti e macchine e manutenzioni
 Schiacciamento, contusioni, fratture, ferite,ecc.
6-9
9 bis
18,40
42-44
Investimenti o possibili incidenti tra mezzi in movimento all’interno e all’esterno
3,4,8
18,40
42-44
4-7
Movimentazione barre
 Schiacciamento
9 ter
40
42-44
1,2,4
Contatto con organi in movimento
 Tagli, ferite, abrasioni, schiacciamento
3 9bis
10-16
18
39,40
42-44
Proiezioni di materiali
 Lesioni agli occhi, traumi, lacerazioni, contusioni, ferite, bruciature e ustioni del corpo
39
Contatto con apparecchiature elettriche difettose, cavi, ecc.
 Elettrocuzione e/o ustioni
12,16
18,19
40,42
Rischi fisici
3-8
Esposizione a livelli di rumore eccessivo prodotto principalmente dalle attrezzature
meccaniche, a cui si somma quello di fondo dovuto a impianti in genere.
 Effetti uditivi - Lesioni a carico dell’apparato uditivo permanenti o temporanei (ipoacusia,
perdita dell’udito,ecc);
 Effetti extrauditivi - insonnia, facile irritabilità, diminuzione della capacità di concentrazione
sino a giungere ad una sindrome ansioso-depressiva, aumento della pressione arteriosa,
difficoltà digestiva.
39,
20,21
40-44
Esposizione a vibrazioni sistema mano-braccio
- Utilizzo di utensili di tipo percussorio (avvitatori, cesoie,ecc.)
- Utilizzo di utensili di tipo rotativo (levigatrici, smerigliatrici,ecc.)
 Sindrome da vibrazioni mano-braccio (neuropatia–osteoartopatia–angiopatia)
39
3-8
Esposizione a vibrazioni corpo intero
- Trasmesse dalle attrezzature al suolo
- Attività svolta a bordo di sistemi di trasporto
- Attività svolta a bordo di sistemi di movmentazione
 Disturbi e lesioni a carico del rachide lombare, alterazioni del distretto cervico-brachiale,
apparato gastroenterico, sistema venoso periferico, apparato riproduttivo femminile.
39,24
40-43
Microclima:
 Ambienti con temperature alte : Stress termico, colpo da calore, sincope da calore, collasso
da calore, crampi da calore, fatica da calore, ustioni
 Ambienti con temperature basse: assideramento, congelamento, acrocianosi
 Sbalzi di temperatura: stress termico
39,28
29,42
4
Rischi chimici
Esposizione a sostanze o preparati potenzialmente pericolosi per la salute e/o per
la sicurezza dell’operatore.
 Cancerogeni, mutageni, teratogeni – Rispettivamente possono causare tumori,
interferenza nella sintesi del DNA ed effetti dannosi sulle capacità riproduttive
 Tossici, altamente tossici, nocivi, corrosivi, irritanti,sensibilizzanti – Sostanze che
possono provocare gravi danni alla salute ed in alcuni casi la morte
 Sostanze chimiche prodotte durante esplosioni e incendi
39,
30-32
40-44
Esposizione a polveri metalliche inalabili potenzialmente pericolose
39,
30-32
40-44
3,4
6,7
Esposizione a polveri inalabili e/o respirabili provenienti dalle lavorazioni
39,
30-32
40-44
3,5
Utilizzo di olii minerali
 Se contengono IPA: cancerogeni
 Se contengono dietanolammina, durante l’utilizzo è possibile la formazione di N-
Nitrosodietanolammina: cancerogena
 Se nella formulazione iniziale contengono battericidi ed antifungini, qualora tali
sostanze vengono consumate può svilupparsi una flora batterica pericolosa:
dermatiti, allergie, patologie respiratorie
39,
30-32
40-44
Esposizione a nebbie di olii lubrificanti/refrigeranti generati dalle macchine operatrici
e dai centri di lavoro durante il normale funzionamento
 Intossicazione acuta o cronica, dermatosi, cancerogenesi
39,
30-32
40-44
Rischi
biologici
Non è previsto “uso deliberato dell’agente biologico”. Esposizione a spore tetaniche
in caso di presenza di ferite o lesioni sull’epidermide dell’operatore durante la
manipolazione di materiali metallici
39,33
40-42
3,5 Proliferazione batterica negli olii emulsionabili se sostituiti con bassa frequenza 39
Fattori
ergonomici,
psicosociali ed
organizzativi
Movimentazione manuale dei carichi
 Disturbi a carico dell’apparato muscolo-scheletrico
39,35
40-42
Posture incongrue – sforzi eccessivi
 Disturbi a carico dell’apparato muscolo-scheletrico
40-42
45
Movimenti ripetitivi
Disturbi a carico dell’apparato muscolo-scheletrico
39,36
40-42
Stress lavoro-correlato dovuto a possibili turni di lavoro, microclima, carico di lavoro
39,37
40-42
Lavoratori stranieri 40-45
Disagio e problemi di natura psicologica causati da indumenti e calzature di
protezione indossati per lunghi periodi
39,35
40-42
5
Punto 3: Misure di prevenzione e protezione
N Misure di Prevenzione e Protezione
RISCHI INFORTUNISTICI
1 I pavimenti dei luoghi di lavoro devono essere fissi, stabili ed antisdrucciolevoli, nonché esenti da
cavità o piani inclinati pericolosi. Eliminare lungo le vie di circolazione evidenti ostacoli
2 Mantenere l’area di lavoro in ordine ed evitare l’accumulo di materiale che possa intralciare i
movimenti dell’operatore;
3 Dotare gli ambienti di lavoro di sufficiente illuminazione naturale e/o artificiale e garantire idoneo
fattore di uniformità dell’illuminazione;
4 Dotare l’ambiente di lavoro di idonea segnaletica di sicurezza e vietare l’accesso alle persone non
autorizzate e progettare in modo adeguato le vie di circolazione per veicoli e pedoni al fine di evitare
investimenti, incidenti tra mezzi e ribaltamenti;
5 Nei lavori in quota devono essere adottati idonei parapetti o altre precauzione adatte ad eliminare il
pericolo di caduta dall’alto
6 Prevedere idonee procedure ed istruzioni operative per lo scarico e lo stoccaggio in magazzino di
materie prime;
7 Utilizzare scaffalature, bancali, ecc. idonei a sostenere e trattenere il carico da immagazzinare;
8 Prevedere idonee procedure ed istruzioni operative per l’approvigionamento del materiale dal
magazzino ai reparti di produzione al fine di evitare un’interferenza con le attività di reparto e
ribaltamenti;
9
Prevedere idonei sistemi di trattenuta e idonei accessori per imbracatura (catene, fasce, funi)
9
bis
Le zone di lavoro pericolose devono essere protette o provviste o provviste di sistemi protettivi che ne
impediscano l’accesso
9
ter
Prevedere idonei dispositivi o sistemi che impediscano il rotolamento o la caduta delle barre durante la
loro movimentazione
10
Prevedere idonee procedure ed istruzioni operative per l’attrezzaggio di impianti e macchine;
11 In caso di inceppamento della macchina, vietare la rimozione delle protezioni per intervenire e
attendere l’intervento di personale specializzato;
12 Verificare che le macchine e attrezzature siano dotate dei RES di cui alla Direttiva Macchine o alla
specifica Direttiva di Prodotto;
13 Verificare che le macchine/impianti immesse sul mercato dopo il 21/09/1996 siano corredate da:
- Marcatura CE
- Manuale d’istruzione
- Dichiarazione di conformità
14
Verificare che le attrezzature di lavoro di cui all’Art. 70 co.2 del D.Lgs. 81/2008 siano conformi ai
requisiti di sicurezza di cui all’Allegato V del medesimo decreto
15
Verificare che nel corso della valutazione dei rischi siano stati individuati i rischi palesi
16
Eseguire manutenzione periodica e programmata delle macchine e delle attrezzature di lavoro al fine
di mantenere l’efficienza dei RES
17 Prevedere specifiche procedure o Istruzioni Operative per svolgere tutte le attività che comportano lo
stoccaggio,il trasporto e la manipolazione di agenti chimici pericolosi per la salute e la sicurezza dei
lavoratori;
18 Prevedere procedure di emergenza da attuare in caso di primo soccorso, lotta antincendio ed
evacuazione dei lavoratori e di pericolo grave ed immediato
19 Verificare la sicurezza di apparecchiature elettriche prima del loro utilizzo. Sottoporre attrezzature
elettriche difettose o che presentano anomalie sospette ad ispezione ed eventuale riparazione da
parte di un tecnico elettricista qualificato e mantenere i cavi elettrici in ordine;
6
RUMORE
20 Se dalle misurazioni strumentali risulta esserci un’esposizione provvedere ad applicare misure
preventive:
- Ridurre il rumore alla fonte, cioè progettare ed acquistare macchine con la più bassa emissione di
rumore;
- Limitare la propagazione delle onde sonore, isolando la sorgente sonora utilizzando per le pareti,
i muri ed i soffitti degli ambienti di lavoro dei materiali assorbenti;
- Limitare il tempo di esposizione del lavoratore;
21 Utilizzo di idonei D.P.I. otoprotettori (cuffie o tappi), come definiti dall’analisi strumentale e VDR;
VIBRAZIONI SISTEMA MANO-BRACCIO
22 Se dalle misurazioni strumentali risulta esserci un’esposizione provvedere ad applicare misure
preventive:
- Adozione di sistemi di lavoro ergonomici che consentano di ridurre al minimo la forza di prensione
o spinta da applicare all’utensile (impugnature e prolunghe).
- Sostituzione dei macchinari che producono elevati livelli di vibrazioni con macchinari che
espongano a minori livelli di vibrazioni
- Effettuazione di manutenzione regolare e periodica degli utensili;
- Adozione di cicli di lavoro che consentano di alternare periodi di esposizione a vibrazioni a periodi
in cui il lavoratore non sia esposto a vibrazioni.
23 Impiego di DPI (guanti antivibranti);
VIBRAZIONI CORPO INTERO
24 Se dalle misurazioni strumentali risulta esserci un’esposizione provvedere ad applicare misure
preventive:
- Pianificare una regolare manutenzione dei macchinari, con particolare riguardo alle sospensioni,
ai sedili ed al posto di guida degli automezzi;
- Identificare le condizioni operative o i veicoli che espongono ai più alti livelli di vibrazioni ed
organizzare laddove possibile turni di lavoro tra operatori e conducenti idonei a ridurre le
esposizioni individuali;
- Pianificare laddove possibile i percorsi di lavoro scegliendo quelli meno accidentati oppure, dove
possibile, effettuare lavori di livellamento stradale.
- Pianificazione di una politica aziendale di aggiornamento del parco macchine, che privilegi
l'acquisto di macchinari a basso livello di vibrazioni e rispondenti a criteri generali di ergonomia
del posto di guida.
CAMPI ELETTROMAGNETICI (CEM)
25 Se dalle misurazioni strumentali risulta esserci un’esposizione provvedere ad applicare misure
preventive:
- Utilizzare metodi di lavoro che comportano una minore esposizione;
- Verificare l’esistenza di attrezzature di lavoro alternative progettate per ridurre i livelli di
esposizione;
- Utilizzare altre soluzioni tecniche come protezioni fisse o analoghi sistemi di sicurezza;
- Minimizzare la durata e l’intensità dell’ esposizione;
- Effettuazione di manutenzione regolare e periodica degli utensili;
RADIAZIONI OTTICHE ARTIFICIALI (ROA)
26 Se dalle misurazioni strumentali risulta esserci un’esposizione provvedere ad applicare misure
preventive
- Utilizzare metodi di lavoro che comportano una minore esposizione;
- Verificare l’esistenza di attrezzature di lavoro alternative progettate per ridurre i livelli di
esposizione;
- Utilizzare altre soluzioni tecniche come schermature fisse o analoghi sistemi di sicurezza;
- Minimizzare la durata e l’intensità dell’ esposizione;
- Risanare l'ambiente di lavoro per minimizzare i livelli di esposizione;
- Effettuazione di manutenzione regolare e periodica degli utensili;
27 Proteggere il lavoratore mediante dispositivi di protezioni individuali (occhiali e indumenti idonei);
7
MICROCLIMA
28 Mantenere un corretto quantitativo di aria salubre nei luoghi di lavoro chiusi:
- Aerare sufficientemente l’ambiente di lavoro anche tramite l’ausilio di impianti di aerazione;
- Controllo, manutenzione, sanificazione e pulizia degli impianti di condizionamento quando
presenti.
29 Mantenere un’adeguata temperatura dei locali di lavoro:
- Modificare la temperatura dell’ambiente o se non è possibile utilizzare tecniche localizzate per
difendere il lavoratore da temperature troppo alte o troppo basse;
- Proteggere il lavoratore mediante dispositivi di protezioni individuale;
- Interrompere l’attività lavorativa frequentemente e svolgere altre lavorazioni;
- Prevedere idonee aree ristoro con clima adeguato e bevande fredde e calde.
RISCHIO CHIMICO
30 Se sono presenti e/o utilizzati e/o si generano agenti chimici pericolosi, oltre a oltre ad una corretta
valutazione dei rischi da esposizione e da incidente (metodi semiquantitativi e/o quantitativi),
provvedere ad applicare, quando appropriate, le seguenti misure:
 Misure generali di prevenzione:
- Riduzione al minimo del n° di lavoratori esposti (limitazione dell’accesso a determinate zone;
separazione fisica delle zone per l’effettuazione di detrminate operazioni).
- Riduzione al minimo della durata e intensità dell’esposizione (prevedere una ventilazione
sufficiente dei locali; adeguare le variabili di processo senza ridurre il rendimento).
- Riduzione della quantità di agenti chimici (disporre della quantità di agenti chimici,
indispensabili per il lavoro, sul luogo di lavoro).
- Fornitura di attrezzature idonee, oltre a procedure di manutenzione sicure (stabilire i requisiti
che devono possedere le attrezzature di lavoro prima di procedere al loro acquisto;
programmare e protocollare gli interventi di manutenzione).
- Concezione e organizzazione dei sistemi di lavoro sul luogo di lavoro(eliminazione o
adeguamento delle operazioni in cui, pur non essendo necessario, può esservi contatto con
agenti chimici pericolosi).
- Procedure di lavoro idonee (istruzioni scritte per lo svolgimento della mansione, descrivendo
passo a passo i requisiti di sicurezza di cui tenere conto).
 Misure specifiche di prevenzione(da attuare in base ai risultati della valutazione dei rischi):
- Eliminazione del rischio:
- Sostituzione totale dell’agente chimico pericoloso
- Modifica del processo / utilizzo di attrezzature intrinsecamente sicure / automazione
- Riduzione / controllo del rischio:
- Sostituzione parziale dell’agente chimico pericoloso
- Cambiamento di forma o di stato fisico
- Processo chiuso
- Estrazione localizzata (LEV: local exhaust ventilation)
- Segregazione reparti “sporchi”
- Stoccaggio sicuro
- Metodi di lavoro corretti (manipolazione sicura; trasporto interno sicuro)
- Protezione del lavoratore
- Unità lavaocchi e docce
- Prevenzione e protezione da esplosione / incendio
31 Proteggere il lavoratore mediante dispositivi di protezioni individuali (maschere, respiratori, guanti,
scarpe,tute,ecc.);
32 Nel caso in cui gli agenti chimici pericolosi a cui il lavoratore è esposto sono cancerogeni o mutageni è
necessario adottare anche le seguenti misure:
- Utilizzo di agenti cancerogeni/mutageni in quantitativi non superiori alle necessità delle
lavorazioni;
- Divieto di accumulo sul luogo di lavoro in quantitativi superiori alle necessità della lavorazione;
- Evitare emissioni di agenti nell’aria, e se non è possibile l’eliminazione deve avvenire il più vicino
possibile mediante aspirazione localizzata;
- Pulizia accurata dei locali, attrezzature, impianti e dispositivi di protezione individuale;
- Prevedere armadietti separati per gli indumenti civili e quelli da lavoro;
- La raccolta e l’immagazzinamento ai fini dello smaltimento deve essere effettuato in sicurezza.
- Attivare registro degli esposti
RISCHIO BIOLOGICO
33 Profilassi medica adeguata
8
34 Sostituzione periodica degli olii emulsionabili
MMC
35 Se dalla Valutazione risulta una possibile esposizione al rischio è necessario adottare le seguenti
misure:
- Adottare le misure organizzative necessarie e ricorrere ai mezzi appropriati, in particolare
attrezzature meccaniche, per evitare la necessità di una movimentazione manuale dei carichi da
parte dei lavoratori;
- Intervenire dal punto di vista tecnico/organizzativo per ridurre il rischio dovuto a:
 Caratteristiche del carico (peso, ingombro, equilibrio, posizione)
 Sforzo fisico richiesto (eccessivo, torsione tronco, movimenti bruschi, posizione instabile)
 Caratteristiche dell’ambiente di lavoro (spazio insufficiente, pavimentazione, microclima)
 Fattori individuali di rischio
- Se necessario eseguire l’attività con due o più operatori ed elaborare procedura relativa;
LAVORO RIPETITIVO
36 Se dalla Valutazione risulta una possibile esposizione al rischio è necessario adottare le seguenti
misure:
- Adottare interventi a livello strutturale con il fine di migliorare le posture e i movimenti incongrui, la
compressione degli arti superiori e l’uso della forza:
 interventi sul lay-out, ergonomia postazione di lavoro, ergonomia attrezzature.
- Interventi a livello organizzativo con il fine di migliorare la frequenza e la ripetitività dei gesti
lavorativi e la carenza dei tempi di recupero:
 ritmi, pause, rotazione delle mansioni
9
STRESS-LAVORO CORRELATO
37 Se dalla Valutazione risulta una possibile esposizione al rischio è necessario adottare le seguenti
misure:
- Soluzioni che intervengono sull’organizzazione, attraverso misure tecniche (potenziamento degli
automatismi tecnologici…);
- Misure organizzative sull’attività lavorativa (orario sostenibile, alternanza di mansioni nei limiti di
legge e contratti, riprogrammazione attività…);
- Misure procedurali (definizione di procedure di lavoro…), misure ergonomiche (progettazione
ergonomica dell’ambiente e dei processi di lavoro);
- Misure di revisione della politica aziendale (azioni di miglioramento della comunicazione interna,
della gestione, delle relazioni, ecc.).
VDT
38 Se dalla Valutazione risulta una possibile esposizione al rischio è necessario adottare le seguenti
misure:
- Accurata sistemazione dell’area di lavoro e delle attrezzature da lavoro (spazi tra postazioni,
monitor, tastiera, mouse, piano di lavoro, sedile di lavoro, ecc.);
- Porre attenzione all’illuminazione, all’igiene e al microclima (aerazione, temperatura e umidità);
- Pause frequenti con cambio attività.
PROCEDURE GESTIONALI FONDAMENTALI
39 Valutazione del rischio specifica per valutare l’entità dell’esposizione;
40 Formazione/informazione ed eventuale addestramento;
41 Sorveglianza sanitaria svolta dal medico competente nominato;
42 Prevedere specifiche procedure o istruzioni operative per svolgere l’attività;
43 I luoghi di lavoro in cui le lavorazioni comportano un'esposizione al rischio sono provvisti di apposita
segnaletica ed eventualmente delimitati per regolarne l'accesso;
44 Proteggere il lavoratore mediante dispositivi di protezioni individuali;
45 Programmazione dell’attività lavorativa dal punto di vista tecnico/organizzativo che tenga conto della
comprensione delle procedure e istruzioni da parte dei lavoratori stranieri;
46 Prevedere pause frequenti con cambio di attività.
10
Punto 4: BUONE PRASSI
N Buone Prassi
1
Punto 5: Informazioni specialistiche
ASPETTI DI SICUREZZA MINIMI RICHIESTI DALL’ORGANO DI CONTROLLO
(GUIDA AL SOPRALLUOGO DGR 7629 REGIONE LOMBARDIA 10 AGOSTO 2011)
APPARECCHI DI SOLLEVAMENTO
o E’ presente stata inviata la denuncia all’ISPESL competente per territorio per richiedere la prima verifica? (in mancanza del libretto delle
verifiche)
o Sono stati effettuati sia la prima verifica ISPESL sia le successive verifiche periodiche ASL?
o Sono state effettuate le verifiche trimestrali di funi/catene per gli apparecchi non marcati CE?
o Sono state effettuate le manutenzioni previste dal costruttore e riportate nel registro di controllo per gli apparecchi CE?
o È presente sulla pulsantiera di comando l’arresto di emergenza?
o Il gancio di sollevamento è provvisto di dispositivo di sicurezza contro la fuoriuscita di funi/catene?
o Gli apparecchi di sollevamento sono dotati di dispositivi di fine corsa (salita-discesa gancio, traslazione carrello e traslazioni varie)?
o È presente l’indicazione della portata massima (o diagramma delle portate) sull’apparecchio di sollevamento?
o Sono presenti sulla pulsantiera di comando e sulla struttura dell’apparecchio di sollevamento le indicazioni di manovra?
o L’organo di presa del carico gancio semplice, gancio doppio, (ad ancora) , è provvisto di regolare certificato di conformità?
o Gli organi di tenuta del carico al gancio (fasce di imbraco funi metalliche, tessili o catene) sono provvisti di regolare certificato di
conformità o regolare targa di identificazione?
o Il quadro elettrico è provvisto di dispositivo di blocco porta all’atto dell’apertura del quadro stesso?
o Il sistema di comando del tipo “radiocomando” è provvisto di regolare certificato di conformità?
o Altro

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230 scheda 12 add.trafilatura

  • 1. 1 S.P.R.12_Addetto alla trafilatura Che cos’è la scheda denominata “Profilo di Rischio”? Questa scheda è stata realizzata sulla base del modello delle Schede Internazionali sui Rischi delle Professioni (ILO, IIOSH, CIS) integrandolo con indicazioni sulle macchine/impianti e le buone prassi laddove individuate. Il materiale in oggetto non può essere considerato esaustivo al fine della Valutazione dei Rischi di ogni realtà, ma può essere utilizzato come supporto. Sono rivolte a tutte le figure coinvolte nel processo indirizzato alla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. In questa scheda sono illustrati, secondo un formato standard, i rischi di infortunio e malattia ai quali possono essere esposti “GLI ADDETTI ALLA TRAFILATURA” durante lo svolgimento delle proprie attività. Le informazioni contenute rappresentano uno strumento informativo di ausilio alla identificazione delle cause principali degli infortuni e delle malattie professionali ed una base di partenza (indicazioni di MPP e buone prassi) per la programmazione degli interventi nella direzione del miglioramento continuo. Ciascuna scheda è composta da cinque punti: Punto 1: Contiene informazioni relative ai maggiori pericoli connessi alla professione ed alle macchine utilizzate. Punto 2: Illustra con la “tabella profilo di rischio”, in modo più dettagliato e sistematico, i rischi connessi alla mansione/macchina utilizzata con i rispettivi indicatori per le misure di prevenzione e protezione (contrassegnati da un numero e commentati al terzo punto). Punto 3: Contiene l’elenco dei suggerimenti per le misure di prevenzione e protezione relative ai rischi individuati. Punto 4: Contiene l’elenco delle buone prassi laddove individuate. Punto 5: Fornisce informazioni specialistiche rivolte ai professionisti in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Punto 1 Chi è l’addetto alla trafilatura? Un lavoratore specializzato nella gestione della linea di trafilatura, oppure delle singole macchine impiegate per ottenere un prodotto trafilato finito. Generalmente è anche l’addetto che segue gli interventi di messa a punto (attrezzaggio) della linea o delle singole macchine, avvia o ferma la linea o le macchine e le attrezzature di lavoro che gli competono, controlla affinché queste svolgano correttamente il proprio compito; in caso di anomalia o guasto avvisa il superiore, se del caso, interviene per ristabilire la situazione di normalità; può fare funzionare in modalità manuale le macchine e i singoli strumenti a funzionamento meccanico che normalmente lavorano in automatico. Nella maggior parte dei casi assolve direttamente anche ai compiti del gruista e dell'addetto alla movimentazione dei carichi, eseguendo personalmente il caricamento in linea del materiale da lavorare ed il successivo scarico del prodotto finito. Quali sono i fattori di rischio connessi alla professione? - L’addetto alla trafilatura può essere soggetto a caduta o scivolamento in piano. - L’addetto alla trafilatura può essere investito dai carichi che vengono movimentati con carroponte oppure che sono depositati nelle aree di stoccaggio provvisorie o definitive. - L’addetto alla trafilatura può essere vittima di urti, tagli e schiacciamenti durante la movimentazione manuale delle barre. - L’addetto alla trafilatura può essere vittima di urti, tagli e schiacciamenti se viene a contatto con gli organi in movimento delle macchine e delle attrezzature di lavoro. - L’addetto alla trafilatura può essere esposto a livelli di rumore prodotto principalmente dalle macchine/impianti e attrezzature di lavoro impiegate o presenti nell’area.
  • 2. 2 Le principali macchine/impianti utilizzate nel processo sono raccolte nella seguente tab. 1: N Macchine/impianti Lavorazione 1 Apparecchio di sollevamento (Carroponte o carrello elevatore); Movimentazione/trasporto materie prime, semilavorati e prodotti finiti 2 Accessori per imbracatura (catene, fasce, funi); Imbracatura materiale da movimentare 3 Linea di trafilatura Preparazione trafilatura 4 Sabbiatrice Sabbiatura prodotto da trafilare 5 Trafilatrice Trafilatura 6 Raddrizzatrice Raddrizzatura 7 Rullatrice Rullatura 8 Impacchettatrice/fasciatrice Confezionamento Le principali materie/sostanze utilizzate o sviluppate nel processo sono raccolte nella seguente tab. 2: N Materie/Sostanze Lavorazione 1 Polveri metalliche Tutte 2 Olii lubro refigeranti Trafilatura 3 4 5
  • 3. 3 Punto 2: Tabella profilo di rischio TIPOLOGIA DI RISCHIO M/A DESCRIZIONE MPP Rischi di infortunio Cadute al piano: - Pavimentazione sconnessa, superfici scivolose - presenza di ingombri ed ostacoli - mancanza di visibilità per illuminazione insufficiente  Contusioni, fratture, abrasioni, ferite. 1,2,3, 18,40 42,43 Tutte Caduta materiale - carico e scarico dei materiali - strutture inadeguate allo stoccaggio - trasferimento dei materiali ai reparti e interferenza fra le lavorazioni - attrezzaggio impianti e macchine e manutenzioni  Schiacciamento, contusioni, fratture, ferite,ecc. 6-9 9 bis 18,40 42-44 Investimenti o possibili incidenti tra mezzi in movimento all’interno e all’esterno 3,4,8 18,40 42-44 4-7 Movimentazione barre  Schiacciamento 9 ter 40 42-44 1,2,4 Contatto con organi in movimento  Tagli, ferite, abrasioni, schiacciamento 3 9bis 10-16 18 39,40 42-44 Proiezioni di materiali  Lesioni agli occhi, traumi, lacerazioni, contusioni, ferite, bruciature e ustioni del corpo 39 Contatto con apparecchiature elettriche difettose, cavi, ecc.  Elettrocuzione e/o ustioni 12,16 18,19 40,42 Rischi fisici 3-8 Esposizione a livelli di rumore eccessivo prodotto principalmente dalle attrezzature meccaniche, a cui si somma quello di fondo dovuto a impianti in genere.  Effetti uditivi - Lesioni a carico dell’apparato uditivo permanenti o temporanei (ipoacusia, perdita dell’udito,ecc);  Effetti extrauditivi - insonnia, facile irritabilità, diminuzione della capacità di concentrazione sino a giungere ad una sindrome ansioso-depressiva, aumento della pressione arteriosa, difficoltà digestiva. 39, 20,21 40-44 Esposizione a vibrazioni sistema mano-braccio - Utilizzo di utensili di tipo percussorio (avvitatori, cesoie,ecc.) - Utilizzo di utensili di tipo rotativo (levigatrici, smerigliatrici,ecc.)  Sindrome da vibrazioni mano-braccio (neuropatia–osteoartopatia–angiopatia) 39 3-8 Esposizione a vibrazioni corpo intero - Trasmesse dalle attrezzature al suolo - Attività svolta a bordo di sistemi di trasporto - Attività svolta a bordo di sistemi di movmentazione  Disturbi e lesioni a carico del rachide lombare, alterazioni del distretto cervico-brachiale, apparato gastroenterico, sistema venoso periferico, apparato riproduttivo femminile. 39,24 40-43 Microclima:  Ambienti con temperature alte : Stress termico, colpo da calore, sincope da calore, collasso da calore, crampi da calore, fatica da calore, ustioni  Ambienti con temperature basse: assideramento, congelamento, acrocianosi  Sbalzi di temperatura: stress termico 39,28 29,42
  • 4. 4 Rischi chimici Esposizione a sostanze o preparati potenzialmente pericolosi per la salute e/o per la sicurezza dell’operatore.  Cancerogeni, mutageni, teratogeni – Rispettivamente possono causare tumori, interferenza nella sintesi del DNA ed effetti dannosi sulle capacità riproduttive  Tossici, altamente tossici, nocivi, corrosivi, irritanti,sensibilizzanti – Sostanze che possono provocare gravi danni alla salute ed in alcuni casi la morte  Sostanze chimiche prodotte durante esplosioni e incendi 39, 30-32 40-44 Esposizione a polveri metalliche inalabili potenzialmente pericolose 39, 30-32 40-44 3,4 6,7 Esposizione a polveri inalabili e/o respirabili provenienti dalle lavorazioni 39, 30-32 40-44 3,5 Utilizzo di olii minerali  Se contengono IPA: cancerogeni  Se contengono dietanolammina, durante l’utilizzo è possibile la formazione di N- Nitrosodietanolammina: cancerogena  Se nella formulazione iniziale contengono battericidi ed antifungini, qualora tali sostanze vengono consumate può svilupparsi una flora batterica pericolosa: dermatiti, allergie, patologie respiratorie 39, 30-32 40-44 Esposizione a nebbie di olii lubrificanti/refrigeranti generati dalle macchine operatrici e dai centri di lavoro durante il normale funzionamento  Intossicazione acuta o cronica, dermatosi, cancerogenesi 39, 30-32 40-44 Rischi biologici Non è previsto “uso deliberato dell’agente biologico”. Esposizione a spore tetaniche in caso di presenza di ferite o lesioni sull’epidermide dell’operatore durante la manipolazione di materiali metallici 39,33 40-42 3,5 Proliferazione batterica negli olii emulsionabili se sostituiti con bassa frequenza 39 Fattori ergonomici, psicosociali ed organizzativi Movimentazione manuale dei carichi  Disturbi a carico dell’apparato muscolo-scheletrico 39,35 40-42 Posture incongrue – sforzi eccessivi  Disturbi a carico dell’apparato muscolo-scheletrico 40-42 45 Movimenti ripetitivi Disturbi a carico dell’apparato muscolo-scheletrico 39,36 40-42 Stress lavoro-correlato dovuto a possibili turni di lavoro, microclima, carico di lavoro 39,37 40-42 Lavoratori stranieri 40-45 Disagio e problemi di natura psicologica causati da indumenti e calzature di protezione indossati per lunghi periodi 39,35 40-42
  • 5. 5 Punto 3: Misure di prevenzione e protezione N Misure di Prevenzione e Protezione RISCHI INFORTUNISTICI 1 I pavimenti dei luoghi di lavoro devono essere fissi, stabili ed antisdrucciolevoli, nonché esenti da cavità o piani inclinati pericolosi. Eliminare lungo le vie di circolazione evidenti ostacoli 2 Mantenere l’area di lavoro in ordine ed evitare l’accumulo di materiale che possa intralciare i movimenti dell’operatore; 3 Dotare gli ambienti di lavoro di sufficiente illuminazione naturale e/o artificiale e garantire idoneo fattore di uniformità dell’illuminazione; 4 Dotare l’ambiente di lavoro di idonea segnaletica di sicurezza e vietare l’accesso alle persone non autorizzate e progettare in modo adeguato le vie di circolazione per veicoli e pedoni al fine di evitare investimenti, incidenti tra mezzi e ribaltamenti; 5 Nei lavori in quota devono essere adottati idonei parapetti o altre precauzione adatte ad eliminare il pericolo di caduta dall’alto 6 Prevedere idonee procedure ed istruzioni operative per lo scarico e lo stoccaggio in magazzino di materie prime; 7 Utilizzare scaffalature, bancali, ecc. idonei a sostenere e trattenere il carico da immagazzinare; 8 Prevedere idonee procedure ed istruzioni operative per l’approvigionamento del materiale dal magazzino ai reparti di produzione al fine di evitare un’interferenza con le attività di reparto e ribaltamenti; 9 Prevedere idonei sistemi di trattenuta e idonei accessori per imbracatura (catene, fasce, funi) 9 bis Le zone di lavoro pericolose devono essere protette o provviste o provviste di sistemi protettivi che ne impediscano l’accesso 9 ter Prevedere idonei dispositivi o sistemi che impediscano il rotolamento o la caduta delle barre durante la loro movimentazione 10 Prevedere idonee procedure ed istruzioni operative per l’attrezzaggio di impianti e macchine; 11 In caso di inceppamento della macchina, vietare la rimozione delle protezioni per intervenire e attendere l’intervento di personale specializzato; 12 Verificare che le macchine e attrezzature siano dotate dei RES di cui alla Direttiva Macchine o alla specifica Direttiva di Prodotto; 13 Verificare che le macchine/impianti immesse sul mercato dopo il 21/09/1996 siano corredate da: - Marcatura CE - Manuale d’istruzione - Dichiarazione di conformità 14 Verificare che le attrezzature di lavoro di cui all’Art. 70 co.2 del D.Lgs. 81/2008 siano conformi ai requisiti di sicurezza di cui all’Allegato V del medesimo decreto 15 Verificare che nel corso della valutazione dei rischi siano stati individuati i rischi palesi 16 Eseguire manutenzione periodica e programmata delle macchine e delle attrezzature di lavoro al fine di mantenere l’efficienza dei RES 17 Prevedere specifiche procedure o Istruzioni Operative per svolgere tutte le attività che comportano lo stoccaggio,il trasporto e la manipolazione di agenti chimici pericolosi per la salute e la sicurezza dei lavoratori; 18 Prevedere procedure di emergenza da attuare in caso di primo soccorso, lotta antincendio ed evacuazione dei lavoratori e di pericolo grave ed immediato 19 Verificare la sicurezza di apparecchiature elettriche prima del loro utilizzo. Sottoporre attrezzature elettriche difettose o che presentano anomalie sospette ad ispezione ed eventuale riparazione da parte di un tecnico elettricista qualificato e mantenere i cavi elettrici in ordine;
  • 6. 6 RUMORE 20 Se dalle misurazioni strumentali risulta esserci un’esposizione provvedere ad applicare misure preventive: - Ridurre il rumore alla fonte, cioè progettare ed acquistare macchine con la più bassa emissione di rumore; - Limitare la propagazione delle onde sonore, isolando la sorgente sonora utilizzando per le pareti, i muri ed i soffitti degli ambienti di lavoro dei materiali assorbenti; - Limitare il tempo di esposizione del lavoratore; 21 Utilizzo di idonei D.P.I. otoprotettori (cuffie o tappi), come definiti dall’analisi strumentale e VDR; VIBRAZIONI SISTEMA MANO-BRACCIO 22 Se dalle misurazioni strumentali risulta esserci un’esposizione provvedere ad applicare misure preventive: - Adozione di sistemi di lavoro ergonomici che consentano di ridurre al minimo la forza di prensione o spinta da applicare all’utensile (impugnature e prolunghe). - Sostituzione dei macchinari che producono elevati livelli di vibrazioni con macchinari che espongano a minori livelli di vibrazioni - Effettuazione di manutenzione regolare e periodica degli utensili; - Adozione di cicli di lavoro che consentano di alternare periodi di esposizione a vibrazioni a periodi in cui il lavoratore non sia esposto a vibrazioni. 23 Impiego di DPI (guanti antivibranti); VIBRAZIONI CORPO INTERO 24 Se dalle misurazioni strumentali risulta esserci un’esposizione provvedere ad applicare misure preventive: - Pianificare una regolare manutenzione dei macchinari, con particolare riguardo alle sospensioni, ai sedili ed al posto di guida degli automezzi; - Identificare le condizioni operative o i veicoli che espongono ai più alti livelli di vibrazioni ed organizzare laddove possibile turni di lavoro tra operatori e conducenti idonei a ridurre le esposizioni individuali; - Pianificare laddove possibile i percorsi di lavoro scegliendo quelli meno accidentati oppure, dove possibile, effettuare lavori di livellamento stradale. - Pianificazione di una politica aziendale di aggiornamento del parco macchine, che privilegi l'acquisto di macchinari a basso livello di vibrazioni e rispondenti a criteri generali di ergonomia del posto di guida. CAMPI ELETTROMAGNETICI (CEM) 25 Se dalle misurazioni strumentali risulta esserci un’esposizione provvedere ad applicare misure preventive: - Utilizzare metodi di lavoro che comportano una minore esposizione; - Verificare l’esistenza di attrezzature di lavoro alternative progettate per ridurre i livelli di esposizione; - Utilizzare altre soluzioni tecniche come protezioni fisse o analoghi sistemi di sicurezza; - Minimizzare la durata e l’intensità dell’ esposizione; - Effettuazione di manutenzione regolare e periodica degli utensili; RADIAZIONI OTTICHE ARTIFICIALI (ROA) 26 Se dalle misurazioni strumentali risulta esserci un’esposizione provvedere ad applicare misure preventive - Utilizzare metodi di lavoro che comportano una minore esposizione; - Verificare l’esistenza di attrezzature di lavoro alternative progettate per ridurre i livelli di esposizione; - Utilizzare altre soluzioni tecniche come schermature fisse o analoghi sistemi di sicurezza; - Minimizzare la durata e l’intensità dell’ esposizione; - Risanare l'ambiente di lavoro per minimizzare i livelli di esposizione; - Effettuazione di manutenzione regolare e periodica degli utensili; 27 Proteggere il lavoratore mediante dispositivi di protezioni individuali (occhiali e indumenti idonei);
  • 7. 7 MICROCLIMA 28 Mantenere un corretto quantitativo di aria salubre nei luoghi di lavoro chiusi: - Aerare sufficientemente l’ambiente di lavoro anche tramite l’ausilio di impianti di aerazione; - Controllo, manutenzione, sanificazione e pulizia degli impianti di condizionamento quando presenti. 29 Mantenere un’adeguata temperatura dei locali di lavoro: - Modificare la temperatura dell’ambiente o se non è possibile utilizzare tecniche localizzate per difendere il lavoratore da temperature troppo alte o troppo basse; - Proteggere il lavoratore mediante dispositivi di protezioni individuale; - Interrompere l’attività lavorativa frequentemente e svolgere altre lavorazioni; - Prevedere idonee aree ristoro con clima adeguato e bevande fredde e calde. RISCHIO CHIMICO 30 Se sono presenti e/o utilizzati e/o si generano agenti chimici pericolosi, oltre a oltre ad una corretta valutazione dei rischi da esposizione e da incidente (metodi semiquantitativi e/o quantitativi), provvedere ad applicare, quando appropriate, le seguenti misure:  Misure generali di prevenzione: - Riduzione al minimo del n° di lavoratori esposti (limitazione dell’accesso a determinate zone; separazione fisica delle zone per l’effettuazione di detrminate operazioni). - Riduzione al minimo della durata e intensità dell’esposizione (prevedere una ventilazione sufficiente dei locali; adeguare le variabili di processo senza ridurre il rendimento). - Riduzione della quantità di agenti chimici (disporre della quantità di agenti chimici, indispensabili per il lavoro, sul luogo di lavoro). - Fornitura di attrezzature idonee, oltre a procedure di manutenzione sicure (stabilire i requisiti che devono possedere le attrezzature di lavoro prima di procedere al loro acquisto; programmare e protocollare gli interventi di manutenzione). - Concezione e organizzazione dei sistemi di lavoro sul luogo di lavoro(eliminazione o adeguamento delle operazioni in cui, pur non essendo necessario, può esservi contatto con agenti chimici pericolosi). - Procedure di lavoro idonee (istruzioni scritte per lo svolgimento della mansione, descrivendo passo a passo i requisiti di sicurezza di cui tenere conto).  Misure specifiche di prevenzione(da attuare in base ai risultati della valutazione dei rischi): - Eliminazione del rischio: - Sostituzione totale dell’agente chimico pericoloso - Modifica del processo / utilizzo di attrezzature intrinsecamente sicure / automazione - Riduzione / controllo del rischio: - Sostituzione parziale dell’agente chimico pericoloso - Cambiamento di forma o di stato fisico - Processo chiuso - Estrazione localizzata (LEV: local exhaust ventilation) - Segregazione reparti “sporchi” - Stoccaggio sicuro - Metodi di lavoro corretti (manipolazione sicura; trasporto interno sicuro) - Protezione del lavoratore - Unità lavaocchi e docce - Prevenzione e protezione da esplosione / incendio 31 Proteggere il lavoratore mediante dispositivi di protezioni individuali (maschere, respiratori, guanti, scarpe,tute,ecc.); 32 Nel caso in cui gli agenti chimici pericolosi a cui il lavoratore è esposto sono cancerogeni o mutageni è necessario adottare anche le seguenti misure: - Utilizzo di agenti cancerogeni/mutageni in quantitativi non superiori alle necessità delle lavorazioni; - Divieto di accumulo sul luogo di lavoro in quantitativi superiori alle necessità della lavorazione; - Evitare emissioni di agenti nell’aria, e se non è possibile l’eliminazione deve avvenire il più vicino possibile mediante aspirazione localizzata; - Pulizia accurata dei locali, attrezzature, impianti e dispositivi di protezione individuale; - Prevedere armadietti separati per gli indumenti civili e quelli da lavoro; - La raccolta e l’immagazzinamento ai fini dello smaltimento deve essere effettuato in sicurezza. - Attivare registro degli esposti RISCHIO BIOLOGICO 33 Profilassi medica adeguata
  • 8. 8 34 Sostituzione periodica degli olii emulsionabili MMC 35 Se dalla Valutazione risulta una possibile esposizione al rischio è necessario adottare le seguenti misure: - Adottare le misure organizzative necessarie e ricorrere ai mezzi appropriati, in particolare attrezzature meccaniche, per evitare la necessità di una movimentazione manuale dei carichi da parte dei lavoratori; - Intervenire dal punto di vista tecnico/organizzativo per ridurre il rischio dovuto a:  Caratteristiche del carico (peso, ingombro, equilibrio, posizione)  Sforzo fisico richiesto (eccessivo, torsione tronco, movimenti bruschi, posizione instabile)  Caratteristiche dell’ambiente di lavoro (spazio insufficiente, pavimentazione, microclima)  Fattori individuali di rischio - Se necessario eseguire l’attività con due o più operatori ed elaborare procedura relativa; LAVORO RIPETITIVO 36 Se dalla Valutazione risulta una possibile esposizione al rischio è necessario adottare le seguenti misure: - Adottare interventi a livello strutturale con il fine di migliorare le posture e i movimenti incongrui, la compressione degli arti superiori e l’uso della forza:  interventi sul lay-out, ergonomia postazione di lavoro, ergonomia attrezzature. - Interventi a livello organizzativo con il fine di migliorare la frequenza e la ripetitività dei gesti lavorativi e la carenza dei tempi di recupero:  ritmi, pause, rotazione delle mansioni
  • 9. 9 STRESS-LAVORO CORRELATO 37 Se dalla Valutazione risulta una possibile esposizione al rischio è necessario adottare le seguenti misure: - Soluzioni che intervengono sull’organizzazione, attraverso misure tecniche (potenziamento degli automatismi tecnologici…); - Misure organizzative sull’attività lavorativa (orario sostenibile, alternanza di mansioni nei limiti di legge e contratti, riprogrammazione attività…); - Misure procedurali (definizione di procedure di lavoro…), misure ergonomiche (progettazione ergonomica dell’ambiente e dei processi di lavoro); - Misure di revisione della politica aziendale (azioni di miglioramento della comunicazione interna, della gestione, delle relazioni, ecc.). VDT 38 Se dalla Valutazione risulta una possibile esposizione al rischio è necessario adottare le seguenti misure: - Accurata sistemazione dell’area di lavoro e delle attrezzature da lavoro (spazi tra postazioni, monitor, tastiera, mouse, piano di lavoro, sedile di lavoro, ecc.); - Porre attenzione all’illuminazione, all’igiene e al microclima (aerazione, temperatura e umidità); - Pause frequenti con cambio attività. PROCEDURE GESTIONALI FONDAMENTALI 39 Valutazione del rischio specifica per valutare l’entità dell’esposizione; 40 Formazione/informazione ed eventuale addestramento; 41 Sorveglianza sanitaria svolta dal medico competente nominato; 42 Prevedere specifiche procedure o istruzioni operative per svolgere l’attività; 43 I luoghi di lavoro in cui le lavorazioni comportano un'esposizione al rischio sono provvisti di apposita segnaletica ed eventualmente delimitati per regolarne l'accesso; 44 Proteggere il lavoratore mediante dispositivi di protezioni individuali; 45 Programmazione dell’attività lavorativa dal punto di vista tecnico/organizzativo che tenga conto della comprensione delle procedure e istruzioni da parte dei lavoratori stranieri; 46 Prevedere pause frequenti con cambio di attività.
  • 10. 10 Punto 4: BUONE PRASSI N Buone Prassi 1 Punto 5: Informazioni specialistiche ASPETTI DI SICUREZZA MINIMI RICHIESTI DALL’ORGANO DI CONTROLLO (GUIDA AL SOPRALLUOGO DGR 7629 REGIONE LOMBARDIA 10 AGOSTO 2011) APPARECCHI DI SOLLEVAMENTO o E’ presente stata inviata la denuncia all’ISPESL competente per territorio per richiedere la prima verifica? (in mancanza del libretto delle verifiche) o Sono stati effettuati sia la prima verifica ISPESL sia le successive verifiche periodiche ASL? o Sono state effettuate le verifiche trimestrali di funi/catene per gli apparecchi non marcati CE? o Sono state effettuate le manutenzioni previste dal costruttore e riportate nel registro di controllo per gli apparecchi CE? o È presente sulla pulsantiera di comando l’arresto di emergenza? o Il gancio di sollevamento è provvisto di dispositivo di sicurezza contro la fuoriuscita di funi/catene? o Gli apparecchi di sollevamento sono dotati di dispositivi di fine corsa (salita-discesa gancio, traslazione carrello e traslazioni varie)? o È presente l’indicazione della portata massima (o diagramma delle portate) sull’apparecchio di sollevamento? o Sono presenti sulla pulsantiera di comando e sulla struttura dell’apparecchio di sollevamento le indicazioni di manovra? o L’organo di presa del carico gancio semplice, gancio doppio, (ad ancora) , è provvisto di regolare certificato di conformità? o Gli organi di tenuta del carico al gancio (fasce di imbraco funi metalliche, tessili o catene) sono provvisti di regolare certificato di conformità o regolare targa di identificazione? o Il quadro elettrico è provvisto di dispositivo di blocco porta all’atto dell’apertura del quadro stesso? o Il sistema di comando del tipo “radiocomando” è provvisto di regolare certificato di conformità? o Altro