Il voto di povertà nella Sacra Scrittura e nella storia
«Raccomando che sempre più
fiorisca ... lo spirito della
povertà»
INDICE
1. Il nostro voto di povertà
è ancora credibile oggi?
Condivisione fraterna
2. Ritorniamo al fondamento
della nostra scelta
Appunti provvisori sulla povertà
3. Questioni aperte
Alcune domande per continuare a riflettere
CASTEGNARO A., DAL PIAZ G., BIEMMI E.,
Fuori dal Recinto, Milano 2013.
«C’è un velo di porpora dunque che oscura
e deforma l’immagine della Chiesa agli occhi
dei giovani e ne fa perdere la realtà, la
significatività, l’attrattiva. […] Si tratta di un
tema antico, quello delle ricchezze e della
povertà della Chiesa, che periodicamente
riaffiora e che nemmeno il Vaticano II riuscì
ad affrontare in tutta la sua portata».
DOMANDE
1. Che cosa pensi dei giudizi sulla Chiesa
riportati nel testo?
2. Immagina di dover spiegare il senso del
voto di povertà a un giovane d'oggi. Che
cosa gli diresti?
3. Nel suo testamento, San Paolo della Croce
ci ha chiesto di far fiorire nella
congregazione lo spirito di povertà. Come
possiamo mantenerlo vivo nel nostro istituto
a livello personale e comunitario?
LA POVERTÀ NELLA PAROLA DI DIO 1
JHWH, un Dio dalla parte dei poveri
«Sono preda dei leoni
gli asini selvatici nel
deserto, così pascolo
dei ricchi sono i
poveri.»
(Sir 13, 19)
Nella Bibbia i poveri si
trovano in una situazione
assai dolorosa, perché si
trovano in balia dei ricchi
che li possono ridurre in
schiavitù per debiti.
La vedova, l’orfano
e lo straniero sono
le tre categorie più
esposte alla povertà,
perché non hanno
nessuno che li possa
riscattare.
LA POVERTÀ NELLA PAROLA DI DIO 1
JHWH, un Dio dalla parte dei poveri
L’evento dell’Esodo
rappresenta una
svolta nella
percezione della
povertà: Dio viene in
soccorso del suo
popolo che si trova in
miseria in Egitto.
JHWH si manifesta
come il protettore
dei poveri, che
ordina nella Legge di
tutelarli.
«Non lederai il diritto dello straniero e
dell’orfano e non prenderai in pegno la
veste della vedova. Ricordati che sei
stato schiavo in Egitto e che di là ti ha
liberato il Signore, tuo Dio; perciò ti
comando di fare questo».
LA POVERTÀ NELLA PAROLA DI DIO 1
JHWH, un Dio dalla parte dei poveri
I profeti sono inviati
da Dio per ricordare
al popolo i diritti dei
poveri che sono
calpestati dai ricchi.
«Così dice il Signore:
“Per tre misfatti d’Israele e per quattro
non revocherò il mio decreto di
condanna,
perché hanno venduto il giusto per
denaro
e il povero per un paio di sandali”».
(Am 2, 6)
Nei Salmi, l’orante
si descrive come il
povero che vede
nel Signore la sua
unica speranza su
cui appoggiarsi.
«Questo povero
grida
e il Signore lo
ascolta,
lo salva da tutte le
sue angosce. ».
(Sl 34, 7)
LA POVERTÀ NELLA PAROLA DI DIO 2
La novità del Regno di Dio
Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il
rotolo
e trovò il passo dove era scritto:
“Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto
annuncio (Lc 4, 17-18)
La predicazione di Gesù
rilegge i temi dell’Antico
Testamento, alla luce del
Regno di Dio: il Signore
ha deciso di riaffermare
la sua sovranità sul
mondo.
Gesù, alzati gli
occhi verso i suoi
discepoli, diceva:
“Beati voi, poveri,
perché vostro è il
regno di Dio”
(Lc 6, 20 cfr. Mt 5, 3)
I poveri sono i
primi destinatari di
questo nuovo
mondo, perché sono
i protetti di Dio e
hanno riposto la
loro fiducia solo in
Lui.
LA POVERTÀ NELLA PAROLA DI DIO 2
La novità del Regno di Dio
IDOLATRIA
“Nessuno può servire due
padroni, perché o odierà
l’uno e amerà l’altro […] Non
potete servire Dio e la
ricchezza”.
(Mt 6, 24)
La venuta del
Regno esige una
decisione netta
per ogni persona:
o si accoglie con
fede il Vangelo o
lo si rifiuta. La
ricchezza è uno
degli ostacoli più
grandi
all’accoglienza
del Regno per
quattro motivi:
FALSA SICUREZZA
“Fate attenzione e tenetevi
lontani da ogni cupidigia
perché, anche se uno è
nell’abbondanza,
la sua vita non dipende da
ciò che egli possiede”
(Lc 12, 15)
INDIFFERENZA
“Un povero, di nome
Lazzaro, stava alla sua
porta, coperto di piaghe,
bramoso di sfamarsi con
quello che cadeva dalla
tavola del ricco; ma erano i
cani che venivano a leccare
le sue piaghe.”
(Lc 16,20-21)
SFIDUCIA
NELLA PAROLA
“Quello caduto in mezzo ai
rovi sono coloro che, dopo
aver ascoltato, strada
facendo si lasciano
soffocare da
preoccupazioni, ricchezze
e piaceri della vita”
(Lc 12, 15)
LA POVERTÀ NELLA PAROLA DI DIO 2
La novità del Regno di Dio
Per questo motivo
Gesù propone a chi
lo segue di dare
tutte le ricchezze ai
poveri e di dedicarsi
all’annunzio del
Vangelo.
Il discepolo vivrà,
dunque, di quello che
il Padre gli donerà di
giorno in giorno,
senza l’affanno di
accumulare beni.
“Una cosa sola ti
manca: va’, vendi quello
che hai e dallo ai
poveri, e avrai un
tesoro in cielo; e vieni!
Seguimi!”.
(Mc 10, 21)
“Guardate gli uccelli del
cielo: non séminano e non
mietono, né raccolgono
nei granai; eppure il
Padre vostro celeste li
nutre. Non valete forse
più di loro?”
(Mt 6, 26)
LA POVERTÀ NELLA PAROLA DI DIO 3
Il Crocifisso, fondamento della povertà
La Pasqua di Gesù è l’evento
su cui si fonda la fede cristiana.
Il Regno, annunciato durante la
predicazione, si compie
inaspettatamente attraverso lo
scandalo della croce. La
risurrezione del Crocifisso è,
infatti, l’inizio del nuovo mondo
voluto da Dio. Alla luce di questo
evento, comprendiamo il senso
profondo di tutta la storia di
Gesù e della sua scelta di
povertà.
LA POVERTÀ NELLA PAROLA DI DIO 3
Il Crocifisso, fondamento della povertà
«Pur essendo nella condizione di Dio,
non ritenne un privilegio
l’essere come Dio,
ma svuotò se stesso
assumendo una condizione di servo,
diventando simile agli uomini»
(Fil 2, 6-7)
A differenza di Adamo, che
aveva considerato la
creazione come un possesso
proprio, Gesù Cristo ha
rinunciato a tutti i suoi
privilegi in obbedienza al
Padre.
Facendo propria
la nostra povertà,
Gesù ci ha dunque
arricchiti con la
sua divinità.
«Conoscete infatti la
grazia del Signore
nostro Gesù Cristo: da
ricco che era, si è
fatto povero per voi,
perché voi diventaste
ricchi per mezzo della
sua povertà.»
(2 Cor 8, 9)
LA POVERTÀ NELLA PAROLA DI DIO 3
Il Crocifisso, fondamento della povertà
L’uomo giunge alla salvezza rivivendo
in sé lo stesso mistero pasquale, in
ogni aspetto della sua vita:
In quanto figlio, il cristiano scopre
che tutti i beni sono un dono del
Padre.
Non li trattiene per sé come un
possesso, ma li offre generosamente
per il bene dei fratelli
Li gestisce in modo pienamente
sovrano perché li usa nella libertà
dei figli di Dio.
«tutto è vostro:
Paolo, Apollo, Cefa, il
mondo, la vita, la morte,
il presente, il futuro:
tutto è vostro! Ma voi
siete di Cristo e Cristo
è di Dio»
(1 Cor 3, 22-23)
LA POVERTÀ NELLA PAROLA DI DIO 4
La prima Chiesa, modello di comunità povera
«Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in
comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le
dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno.»
(At 2, 44-45)
La nuova
condizione di
risorti con Cristo
segna
profondamente la
prima comunità
cristiana.
Essi vivono
pienamente la
koinonia, la
comunione nello
Spirito del Risorto,
che diventa anche
piena condivisione
dei beni.
LA POVERTÀ NELLA PAROLA DI DIO 4
La prima Chiesa, modello di comunità povera
Una forma particolare di povertà è
vissuta dai primi missionari
itineranti, di cui Paolo apostolo è
l’esempio:
Essi abbandonavano ogni cosa
per dedicarsi alla predicazione
nelle diverse città.
Offrivano gratuitamente il
Vangelo.
Vivevano di quello che
ricevevano in dono oppure si
sostenevano con il lavoro
manuale.
«Fino a questo momento
soffriamo la fame, la
sete, la nudità, veniamo
percossi, andiamo vagando
di luogo in luogo, ci
affatichiamo lavorando con
le nostre mani. »
(1 Cor 4, 11-12)
LA POVERTÀ NELLA PAROLA DI DIO 4
La prima Chiesa, modello di comunità povera
«l’adempimento di
questo servizio sacro
non provvede solo alle
necessità dei santi, ma
deve anche suscitare
molti ringraziamenti a
Dio. »
Le prime chiese mantenevano
viva fra loro la comunione
fraterna attraverso la pratica
dell’elemosina, che era
percepita come un’offerta
sacra fatta a Dio stesso.
LA POVERTÀ NELLA PAROLA DI DIO 5
Alcuni punti fermi
1. La povertà cristiana non è mai scelta per se stessa, ma
come manifestazione dell’unione con Cristo crocifisso
avvenuta nel battesimo.
2. Essa non è mai soltanto un’esperienza puramente
interiore, ma coincide con un preciso stile di vita.
3. Nella Sacra Scrittura coniuga insieme questi quattro
aspetti:
Rinuncia dei beni che sono offerti ai poveri
Distacco dalle ricchezze
Affidamento a Dio nelle necessità di ogni giorno
Comunione dei beni
IL VOTO DI POVERTÀ NELLA STORIA 1
La radicalità evangelica del monachesimo
«Antonio entrò in chiesa, proprio mentre si leggeva il vangelo e
sentì che il Signore aveva detto a quel ricco: «Se vuoi essere
perfetto, va', vendi quello che possiedi, dallo ai poveri, poi vieni e
seguimi e avrai un tesoro nei cieli». Allora, come se il racconto
della vita dei santi gli fosse stato presentato dalla Provvidenza
e quelle parole fossero state lette proprio per lui, uscì subito dalla
chiesa, diede in dono agli abitanti del paese le proprietà che
aveva ereditato dalla sua famiglia »
Con la fine delle
persecuzione, il
cristianesimo diventa
una religione di
stato, che molti
accettano per
convenzione
In reazione a questo
processo, molti
riscoprono la
radicalità evangelica,
scegliendo di vivere
nel deserto in
preghiera e penitenza.
IL VOTO DI POVERTÀ NELLA STORIA 1
La radicalità evangelica del monachesimo
"Nel monastero questo vizio
(della proprietà) deve essere
assolutamente stroncato fin
dalle radici, .... «Tutto sia
comune a tutti», come dice la
Scrittura, e «nessuno dica o
consideri propria qualsiasi
cosa».“
REGOLA DI SAN BENEDETTO XXXIII
Per i monaci la povertà
consisteva
nella rinuncia delle
proprietà
nella dipendenza dall’abate
nella condivisione dei beni
IL VOTO DI POVERTÀ NELLA STORIA 2
Gli ordini mendicanti del XIII secolo
Con lo sviluppo economico
iniziato nell’anno mille,
riprende la vita delle città. Si
diffonde il benessere
economico, ma aumentano
anche le disuguaglianze sociali
In questo periodo sorgono gli ordini
mendicanti, che rivedono in maniera radicale
il voto di povertà.
• S’impegnano nella predicazione itinerante
del Vangelo in modo gratuito.
• Non possiedono nulla, né in privato né in
comune.
• Vivono di elemosine e del proprio lavoro
confidando nella bontà di Dio Padre.
IL VOTO DI POVERTÀ NELLA STORIA 3
San Paolo della Croce
«mi ha dato Iddio maggior desiderio ed impulso di congregare
compagni, e con la permissione di Santa Madre Chiesa fondare una
Congregazione intitolata: I Poveri di Gesù »
San Paolo della Croce, PREFAZIONE ALLE PRIME REGOLE.
Gli ordini mendicanti
consideravano il loro
stile come un ritorno
allo stile di vita dei
primi apostoli, che si
era perso nella Chiesa.
Era considerata la via
privilegiata per entrare
in comunione con
Cristo crocifisso.
San Paolo della Croce
riprende il tema della
povertà proprio per
mantenere l’unione con
Gesù Crocifisso. Nella
sua vita insisterà molto
perché i passionisti vivano
di sola provvidenza,
senza rendite fisse e senza
l’uso della pratica della
questua.
IL VOTO DI POVERTÀ NELLA STORIA 4
Alla ricerca di una fedeltà creativa
1. Da questi brevi accenni è chiaro che non è mai esistito un solo
modo di vivere la povertà. Nelle diverse epoche e nei diversi
ambienti i cristiani si sono impegnati a rendere concreta la
rinuncia dei beni e la vita comune secondo lo stile del Vangelo.
2. La ricerca di fedeltà si è mossa sempre su due binari:
Una fedeltà alle origini apostoliche.
L’inculturazione del vangelo nei diversi contesti.
3. Come ogni organismo vivente, anche la vita religiosa è
chiamata ad assimilare gli impulsi esterni, mantenendo intatta
l’originalità evangelica. Questa fedeltà creativa ci chiama a
riformare le strutture perché siano più corrispondenti
all’annuncio del Vangelo.
QUESTIONI APERTE
Come il voto di povertà
interroga il nostro stile di vita
Come gestire la comunione dei beni all’interno della
provincia, salvaguardando la solidarietà e la sussidiarietà?
Come gestire i tanti conventi che, in futuro, non occuperemo?
Quali forme di risparmio e di investimento corrispondono al
voto di povertà?
In che modo siamo veramente solidali con i poveri di oggi,
senza cadere nell’assistenzialismo assolutorio?
Come dobbiamo porci di fronte alla questione ambientale? È
solo una questione ideologica o ci chiede di cambiare il
nostro stile di vita?