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1 
Relatore: ALESSANDRO ANGELONI. 
Incontro di Formazione 
Sicurezza sul luogo di lavoro 
Decreto Legislativo 81/08 
Principali rischi per la Sicurezza e la Salute 
SCUOLA: 
Principali rischi
2 
Il rumore 
Ai sensi del D.Lgs. 195/06, che prevede l’obbligo della 
valutazione del rumore nei luoghi di lavoro,vengono 
individuati i seguenti livelli di esposizione al rumore: 
• Livello >80 dB (A) (livello di attenzione al rischio) 
Obblighi del Datore di lavoro: informazione su rischi, misure 
di protezione, funzione ed uso dei mezzi di protezione, 
significato del controllo sanitario (facoltativo) e risultato 
delle valutazioni eseguite. 
• Livello >85 dB(A) (livello di rischio) 
Obblighi del Datore di lavoro: dotazione dei mezzi di 
protezione, visite mediche periodiche per i lavoratori 
Il rumore
3 
Il rumore 
VALORI INFERIORI DI AZIONE: LEX,8h = 80 dB(A) e PPEAK a 135 dB(C) 
(effettivi livelli di rumorosità misurati nella postazione lavoro) 
VALORI SUPERIORI DI AZIONE: LEX,8h = 85 dB(A) e PPEAK a 137 dB(C) 
(effettivi livelli di rumorosità misurati nella postazione lavoro) 
VALORI LIMITE DI ESPOSIZIONE:LEX,8h = 87 dB(A) e PPEAK a 140 dB(C) 
(i valori limite tengono conto dell’attenuazione prodotta dai d.p.i. per l’udito 
indossati dal lavoratore) 
EFFETTI EXTRA-UDITIVI DEL RUMORE 
IL RUMORE PUO’ PROVOCARE DANNI ALL’ORGANISMO 
L’eccessiva esposizione a livelli di rumore elevato provoca non solo 
la perdita dell’udito, ma anche altri effetti come: 
• l’aumento della 
pressione 
sanguigna, 
• problemi 
cardiaci, 
• insonnia, 
• nervosismo, 
• senso di 
affaticamento, 
• ansia, 
• stress.
4 
Le attrezzature di lavoro 
Attrezzatura di lavoro: qualsiasi 
macchina, apparecchio, utensile 
od impianto destinato ad essere 
usato durante il lavoro 
Le attrezzature di lavoro messe a disposizione dei 
lavoratori devono essere conformi alle disposizioni 
legislative e regolamentari in materia di sicurezza. 
Laddove necessario devono essere: 
•Dotate di marcatura CE di conformità; 
•Provviste di libretto di uso e manutenzione; 
•Sottoposte a regolare manutenzione. 
Il rischio elettrico
5 
Il rischio elettrico 
ELETTROCUZIONE 
Il fenomeno meglio 
conosciuto come "scossa" 
elettrica”: condizione di 
contatto tra corpo umano 
ed elementi in tensione con 
attraversamento del corpo 
da parte della corrente 
Il rischio elettrico 
Effetti della corrente elettrica sul corpo umano 
Il passaggio della corrente nel corpo umano può determinare 
varie alterazioni nel funzionamento dell’organismo; di 
queste, le più importanti sono: 
1. la tetanizzazione 
2. l’arresto respiratorio 
3. la fibrillazione ventricolare 
4. le ustioni dovute all’energia termica associata al 
passaggio della corrente.
6 
Il rischio elettrico 
Conseguenze 
del passaggio 
della corrente 
elettrica 
alternata nel 
corpo umano 
Il rischio elettrico 
• contatto diretto 
• contatto indiretto 
Il contatto diretto si ha quando si viene a contatto con una parte 
dell'impianto normalmente in tensione, come ad es. un conduttore, un 
morsetto, l'attacco di una lampada, ecc.
7 
Il rischio elettrico 
Si parla invece di contatto 
indiretto quando si viene a 
contatto con una parte 
dell'impianto elettrico 
normalmente non in tensione 
che accidentalmente ha assunto 
una tensione pericolosa a 
causa di un guasto 
Il rischio elettrico
8 
Il rischio elettrico 
Il rischio elettrico 
Iter di un impianto elettrico DPR 462/2001 
e della messa a terra 
Omologazione, certificato di conformità rilasciato da 
soggetti abilitati prima della messa in esercizio 
Denuncia all’ISPESL o ARPAM inviando il certificato di 
conformità entro 30 gg dalla messa in esercizio dell’impianto 
Verifica da parte dell’ARPAM o altri soggetti abilitati con 
cadenza quinquennale o biennale (a spese del datore di 
lavoro)
9 
Il rischio elettrico 
In tutti gli ambienti è presente il rischio di 
infortuni connessi all’utilizzo dell’energia 
elettrica in quanto ci si trova in presenza di 
apparecchi, macchine e impianti elettrici. 
A TUTTO IL PERSONALE 
viene richiesta particolare attenzione 
Cavi elettrici: evitare attorcigliamenti e grovigli 
Prese multiple: utilizzare solo quelle in dotazione e limitarne 
l’uso 
Interruttori: segnalare qualsiasi manomissione, deformazione 
o cattivo funzionamento degli stessi 
Spine: non strappare il cavo dalla presa ma rimuovere la spina 
I lavoratori non addestrati sono semplici utilizzatori, 
non sono autorizzati a fare interventi di manutenzione. 
Il rischio elettrico 
18
10 
La Movimentazione Manuale dei Carichi 
Impossibile visualizzare l'immagine. Impossibile visualizzare l'immagine. 
Per Movimentazione Manuale dei Carichi la 81/08 
intende le azioni di trasporto o di sostegno di 
un carico ad opera di uno o più lavoratori. 
si tratta delle azioni del sollevare, deporre, 
spingere, tirare, portare o spostare un carico, 
qualora tali azioni, per le loro caratteristiche 
o in conseguenza delle condizioni ergonomiche 
sfavorevoli, comportino tra l’altro rischi di 
lesioni dorso-lombari 
Devono essere osservati i limiti di peso, norme generali di 
comportamento, ed una corretta analisi dei rischi 
La Movimentazione Manuale dei Carichi 
Obblighi dei datori di lavoro 
• Il datore di lavoro adotta tutte le misure 
organizzative necessarie, che sono nelle sue 
possibilità, per evitare la necessità di una 
movimentazione manuale dei carichi da parte dei 
lavoratori 
• Sottopone alla sorveglianza sanitaria gli addetti 
a tali attività
11 
La Movimentazione Manuale dei Carichi 
VALORI LIMITE 
Il D.Lgs 81/2008 non definisce un valore limite del peso 
sollevabile dal singolo lavoratore, ma indica unicamente il valore 
che, se superato, crea le condizioni di rischio 
(3 Kg limite minimo/25 Kg limite massimo per gli uomini, 20 
Kg per le donne secondo metodo NIOSH). 
Tale valore deve essere valutato alla luce di altri fattori: 
 dimensioni, forma e caratteristiche del carico; 
 altezza di sollevamento, distanza da percorrere, possibilità o 
meno di ripartire il carico; 
 caratteristiche dell’ambiente di lavoro (spazio disponibile, ..); 
 tipo di mansione (temporanea o ripetitiva). 
La Movimentazione Manuale dei Carichi
12 
La Movimentazione Manuale dei Carichi 
AZIONI DA INTRAPRENDERE 
Se il carico risulta troppo pesante o se richiede un notevole sforzo 
fisico per sollevarlo, è opportuno optare per una delle seguenti 
soluzioni: 
 utilizzare mezzi ausiliari (carrelli 
a mano, carrello elevatore, etc.; 
 se possibile, suddividere il 
carico e fare due o più volte il 
percorso; 
 trasportare il carico in due. 
La Movimentazione Manuale dei Carichi 
• È molto pericoloso sollevare un peso da terra 
piegando il busto a gambe estese. Bisogna 
invece: 
- abbassarsi flettendo le ginocchia; 
- sollevare il peso mantenendolo quanto più 
vicino possibile al corpo; 
raddrizzarsi con l’uso esclusivo delle gambe. 
• Bisogna evitare pericolose rotazioni del busto. 
• Quando si trasportano pesi ai lati del corpo 
(borse, ecc.), questi vanno distribuiti in modo 
equilibrato su entrambi i lati.
13 
La Movimentazione Manuale dei Carichi / Rischio Posturale 
RISCHIO POSTURALE 
Le cattive abitudini nell’esecuzione dei lavori perpetuano 
comportamenti sbagliati 
COMEFARE 
Sollevare i pesi 
piegando le gambe ed 
evitando di curvare la 
schiena. 
SOLLEVAMENTO 
Tenere le braccia 
tese e vicino al corpo. 
TRASPORTO 
Distribuire il peso su 
entrambe le braccia
14 
La Movimentazione Manuale dei Carichi / Rischio Posturale 
RISCHIO POSTURALE 
La colonna vertebrale deve essere mantenuta il più 
possibile eretta durante l’esecuzione dei lavori. 
COMEFARE 
Evitare torsioni della 
colonna, è consigliabile 
ruotare tutto il corpo. 
TORSIONI 
Eseguire i lavori in 
basso piegando le 
ginocchia e mantenendo 
eretta la schiena. 
LAVORI in 
BASSO 
Utilizzare manici di 
lunghezza opportuna 
per mantenere una 
posizione eretta. 
LAVORI 
con 
ATTREZZI 
La Movimentazione Manuale dei Carichi / Rischio Posturale 
RISCHIO POSTURALE 
La colonna vertebrale deve essere mantenuta il più 
possibile eretta durante l’esecuzione dei lavori. 
ESEMPI 
Se possibile 
bilanciare il 
carico 
Se 
possibile 
suddividere 
il carico 
Tenere il 
carico 
vicino al 
corpo 
Se 
possibile 
non piegare 
la schiena
15 
AZIONI DA EVITARE ASSOLUTAMENTE 
1 
Visuale ridotta! 
CADUTE PER SCIVOLAMENTO 
Cadere significa perdere il controllo dell’equilibrio 
Calzare scarpe con suola leggera in gomma, 
allacciate e senza tacchi 
Segnalare le zone trattate con un cartello per 
evitare attraversamenti 
Riporre attrezzi e prodotti sui carrelli in modo da 
non intralciare il passaggio 
Strizzare adeguatamente il Mop nell’apposito 
sito del carrello. 
Durante il lavaggio a umido procedere dal fondo 
verso la porta del locale.
16 
CADUTE PER SCIVOLAMENTO 
Cadere significa perdere il controllo dell’equilibrio 
COSA NON FARE 
Non calzare ciabatte, sandali o 
calzature aperte in punta. 
Evitare pozze sul pavimento 
Non correre su superfici trattate ad 
umido o a cera 
Non ingombrare vie di esodo con 
carrelli o strumenti di lavoro. 
Operazioni di spolvero 
possono sorgere problemi legati alla grande quantità di polvere sollevata, 
irritazioni alle vie respiratorie e, in soggetti sensibili, reazioni 
allergiche (riniti, congiuntiviti, asma, ...) 
bagnare preventivamente le superfici da pulire con acqua nebulizzata o usare stracci umidi. 
Per ambienti molto polverosi sono comunque obbligatori mascherina, occhiali a tenuta, guanti di 
gomma, grembiuli o tute. 
L’uso di mascherina e grembiule consigliabile anche durante il comune spolvero e la comune pulizia 
dei pavimenti. 
Raccolta rifiuti 
Prudenza 
(non si può escludere a priori la presenza di oggetti taglienti e di siringhe) 
Contenuto: direttamente rovesciato nei sacchi grandi senza mettere le mani nei contenitori 
i sacchi grandi non vanno pressati con le mani ma solo scossi 
usare sempre guanti e grembiule, tenendo recipienti e sacchi lontani dal corpo
17 
Pulizia dei luoghi alti 
IN OGNI CASO: 
NON ESEGUIRE LAVORI IN ALTO SALENDO SU 
APPOGGI INSTABILI O IMPROPRI 
(SCATOLONI, PILE DI LIBRI, TAZZE DEI WATER), 
PER IL GRAVE RISCHIO DI 
SCIVOLAMENTO E CADUTA 
EVITARE IL GOCCIOLAMENTO DI LIQUIDI NEGLI 
OCCHI DOVUTO A SPUGNE O ALTRI MATERIALI 
TROPPO BAGNATI TENUTI VERSO L’ALTO 
Pulizia dei luoghi alti 
Usi di scale portatili: 
RISCHI: cadute per scivolamento – squilibri – vertigini – caduta materiali 
•utilizzate solo quando è indispensabile 
•NO se si soffre di vertigini o quando ci si sente stanchi 
•(Preferibile) non usarle quando si è soli 
•∗ Nella salita e nella discesa, il viso va rivolto verso la scala e il corpo va tenuto vicino alla scala 
•mani libere 
•durante la salita non guardare i piedi 
•usare calzature chiuse, non scivolose 
•posizione di lavoro comoda e sicura 
• non sporgersi
18 
NORME da RISPETTARE sull’USO delle SCALE 
Controllare la presenza di 
dispositivi atti ad impedire 
l’apertura oltre il limite di 
sicurezza nelle scale doppie 
dispositivi antisdrucciolevoli 
alla base. ganci di 
trattenuta o appoggi 
antisdrucciolevoli 
all’estremità superiori 
Prima di usare la scala il 
lavoratore deve sempre 
controllarne l’idoneità e 
segnalare eventuali 
problemi. 
Controllare la presenza di 
Prima di usare la scala il 
lavoratore deve sempre 
controllare l’idoneità 
dell’equipaggiamento. 
Accertandosi se 
Le scarpe sono chiuse e allacciate 
Cadute di livello 
NORME da RISPETTARE sull’USO delle SCALE 
Prima di iniziare un’attività in 
altezza il lavoratore deve sempre 
pianificare le operazioni da 
svolgere 
Accertandosi se 
la scala scelta consenta di eseguire il 
lavoro non superando gli ultimi due 
gradini della piattaforma. 
esiste la possibilità di 
sbandamento e far trattenere la 
scala da altra persona. 
Cadute di livello
19 
NORME da RISPETTARE sull’USO delle SCALE 
Rispetto alla verticale non deve avere una 
inclinazione maggiore di 30° 
E’ bene evitare l’uso della scala dietro o 
nelle vicinanze di una porta se non segnalata. 
Non si deve lavorare oltre un metro al di 
sopra del livello di appoggio della scala. 
Mai sporgersi lateralmente per raggiungere 
punti spostati a lato. 
Il lavoratore non deve salire sulla scala 
con le mani impegnate con attrezzi 
Nessun lavoratore deve trovarsi sulla 
scala durante uno spostamento laterale 
E’ vietata la contemporanea presenza 
di più lavoratori sulla scala 
Gli utensili devono essere assicurati in 
modo da impedirne la caduta. 
Posizionamento 
della scala 
Lavoro sulla 
scala 
Cadute di livello 
SCALE PORTATILI 
UNI EN 131 
Allegato IV Luoghi di Lavoro – punto 1.7 
SCALE PORTATILI 
LE SCALE PORTATILI DI 
NUOVA COSTRUZIONE 
(SUCCESSIVA AL 15 
MAGGIO 2000 ) DEVONO 
ESSERE CONFORMI ALLA 
NORMA UNI EN 131
20 
VIDEOTERMINALISTA 
UN LAVORATORE 
CHE UTILIZZA IN 
MODO SISTEMATICO 
O ABITUALE PER 
ALMENO 20 ORE 
SETTIMANALI 
UN’ATTREZZATURA 
MUNITA DI 
VIDEOTERMINALI 
Videoterminali 
n.b.: un impiegato non è necessariamente è un 
videoterminalista come inteso nel d.Lgs.81. 
Videoterminali 
Obblighi dei datori di lavoro: 
• Il datore di lavoro, all’atto della valutazione 
dei rischi, analizza i posti di lavoro con 
particolare riguardo: 
– ai rischi per la vista e per gli occhi 
– ai problemi legati alla postura e 
all’affaticamento fisico o mentale 
– alle condizioni di igiene ambientale
21 
Videoterminali 
COME DEVE ESSERE UNA POSTAZIONE VDT? 
Videoterminali 
LA POSTAZIONE VIDEOTERMINALE DEVE ESSERE: 
POSTAZIONE OPERATORE 
ERGONOMICA (sedia, piano 
di lavoro, Vdt, etc.)
22 
LA POSTAZIONE VIDEOTERMINALE DEVE ESSERE: 
- IN UN AMBIENTE 
ADEGUATAMENTE 
CLIMATIZZATO, 
ILLUMINATO, AREATO E 
SPAZIOSO 
Videoterminali 
LA POSTAZIONE VIDEOTERMINALE DEVE ESSERE: 
PRIVO DI IMPEDIMENTI 
ED ELEMENTI 
PERICOLOSI (es. cavi di 
intralcio, infissi 
pericolosi, etc.) 
Videoterminali
23 
Videoterminali 
I LAVORATORI 
VIDEOTERMINALISTI EFFETTUANO 
VISITA MEDICA PREVENTIVA AL 
FINE DI ESSERE CLASSIFICATI IN: 
- IDONEI (con o senza prescrizioni) 
- NON IDONEI 
PERIODICITA’ VISITE MEDICHE: 
- BIENNALE PER I LAVORATORI IDONEI CON PRESCRIZIONI 
- BIENNALE PER I LAVORATORI CHE ABBIANO COMPIUTO IL 
CINQUANTESIMO ANNO DI ETA’ 
- QUINQUENNALE PER TUTTI GLI ALTRI CASI 
IL LAVORATORE IN CASO DI SOSPETTA ALTERAZIONE DELLA FUNZIONE 
VISIVA PUO’ RICHIEDERE VISITA OFTALMOLOGICA (oculistica). 
Videoterminali 
INDICAZIONI ATTE AD EVITARE L’INSORGENZA DI DISTURBI 
MUSCOLO-SCHELETRICI 
- Postura: piedi ben appoggiati al 
pavimento e schiena appoggiata allo 
schienale nel tratto lombare 
(regolando l’altezza e l’inclinazione 
della sedia) 
- Schermo: lo spigolo superiore dello 
schermo sia posto un po’ più in basso 
dell’orizzonte che passa per gli occhi 
dell’operatore, a distanza dagli occhi 
pari a circa 50-70 cm 
- tastiera e mouse sullo stesso piano 
di lavoro (salvo uso saltuario del vdt)
24 
Videoterminali 
INDICAZIONI ATTE AD EVITARE L’INSORGENZA DI DISTURBI 
MUSCOLO-SCHELETRICI 
- Tenere gli avambracci appoggiati sul 
piano di lavoro in modo da alleggerire 
la tensione dei muscoli del collo e 
delle spalle 
- Evitare, nel limite del possibile, 
posizioni di lavoro fisse per tempi 
prolungati. Si raccomanda la pratica di 
frequenti esercizi di rilassamento per 
collo, schiena, arti superiori ed 
inferiori. 
Videoterminali 
INDICAZIONI ATTE AD EVITARE L’INSORGENZA DI PROBLEMI 
VISIVI 
- Illuminazione corretta (possibilmente 
naturale), utilizzando sistemi di regolazione 
dell’illuminazione naturale 
- Orientare ed inclinare lo schermo per 
evitare la presenza di riflessi sulla sua 
superficie 
- Distanza occhi-schermo: pari a circa 50-70 
cm dagli occhi 
- Eventuale porta-documenti alla stessa 
distanza ed altezza del monitor 
- Distogliere periodicamente lo sguardo dal 
video per guardare gli oggetti lontani, al fine 
di poter ridurre l’affaticamento visivo
25 
Videoterminali 
INDICAZIONI ATTE AD EVITARE L’INSORGENZA DI PROBLEMI 
VISIVI 
IL LAVORATORE 
HA DIRITTO 
ALMENO AD UNA 
PAUSA OVVERO 
CAMBIAMENTO DI 
ATTIVITA’ DI 15 
min. OGNI 120 min. 
DI APPLICAZIONE 
CONTINUATIVA AL 
VIDEOTERMINALE 
Videoterminali 
- I MINUTI DI PAUSA NON SONO ACCUMULABILI 
- LA PAUSA E’ PARTE INTEGRANTE DELL’ORARIO DI LAVORO
26 
Campi elettromagnetici 
ESPOSIZIONE A CAMPI ELETTROMAGNETICI 
D.Lgs. 81/08 TITOLO VIII 
(AGENTI FISICI) 
Campi elettromagnetici 
A causa dell’avvento di tecnologie sempre più evolute, che sfruttano le correnti elettriche e le 
radiazioni elettromagnetiche, l’uomo risulta immerso in una grande quantità di onde e campi 
elettromagnetici. 
Gli effetti dei campi elettromagnetici sugli organismi viventi sono di varia natura e dipendono 
dalla frequenza del campo. 
TIPO CAMPO FREQUENZA EFFETTO PRINCIPALE 
CAMPI MAGNETICI A 
BASSA FREQUENZA 
INFERIORE A 300 
Hz 
Induzione di correnti all’interno 
dell’organismo 
CAMPI MAGNETICI AD 
ALTA FREQUENZA 
300 kHz – 300 MHz 
Assorbimento di energia – 
innalzamento della temperatura
27 
Campi elettromagnetici 
I campi ELF sono quelli a frequenza inferiore a 300 Hz (bassa frequenza). La frequenza 
industriale di 50 Hz è quella tipica della produzione, distribuzione e impiego dell’energia 
elettrica in Italia e in Europa. 
Le sorgenti presenti all’interno degli edifici sono il cablaggio elettrico e gli apparecchi 
utilizzatori (elettrodomestici e apparecchi elettrici in genere; le sorgenti esterne 
all’edificio sono essenzialmente le linee di distribuzione della corrente elettrica ad alta 
tensione e le cabine di trasformazione della corrente elettrica. Oltre agli effetti indiretti 
che questi campi possono avere (per esempio disturbi sul funzionamento di pace-maker), 
sono riscontrabili anche effetti diretti, sia acuti che cronici. Le esposizioni elevate a 
campi elettrici e magnetici di alta intensità inducono stimoli del sistema nervoso che 
possono comportare a complicazioni cardiache come l’extrasistole o la fibrillazione 
ventricolare. Le esposizioni di bassa intensità ma a lungo (dovute per esempio all’uso 
prolungato di elettrodomestici o alla vicinanza di elettrodotti o cabine di trasformazione) 
sono invece meno chiare, in quanto mancano ancora indagini epidemiologiche 
universalmente accettate. 
Campi elettromagnetici 
I campi elettromagnetici da radiofrequenze hanno frequenze variabile da 300 
kHz a 300 GHz (tra questi sono comprese le microonde). Le sorgenti sono di 
vario genere: processi produttivi industriali e artigianali, applicazioni 
mediche, telecomunicazioni e radiolocalizzazione. Oltre agli effetti indiretti 
che interessano anche in questo caso soprattutto i pace-maker, vi sono 
numerosi effetti diretti, di natura termica e non. Gli effetti termici causano un 
innalzamento della temperatura all’interno dell’organismo umano, dovuto 
all’assorbimento di energia elettromagnetica. Elevate o prolungate 
esposizioni possono portare danni localizzati agli organi più sensibili al 
calore, come il cristallino (cataratta) e i testicoli (infertilità). Gli effetti 
termici si verificano di solito per campi ad intensità piuttosto elevate e per 
tempi di esposizione prolungati. Il settore delle telecomunicazioni 
rappresenta una delle principali fonti di emissione. Le sorgenti in questo caso 
sono essenzialmente le antenne televisive di trasmissione e ripetizione, i 
ponti radio, i radar, le antenne della telefonia cellulare, i telefonini cellulari.
28 
Lo Stress 
•rapporto conflittuale uomo - macchina 
•lavoro arido, monotono (es. data-entry); 
•accentuazione della solitudine del lavoro 
•carico troppo elevato o troppo poco elevato 
•responsabilità eccessiva o nulla 
•conflitti interpersonali, di carriera 
•spazio inadeguato, rumore, affollamento 
•software inadeguato al lavoro 
•senso di inadeguatezza, inutilità del lavoratore 
che non ha seguito un adeguato iter formativo 
•demotivazione e ruolo 
•scarsa partecipazione a decisioni 
•mancanza di concentrazione 
•precarietà e sicurezza del lavoro 
•lavoro notturno e turnazioni 
Lo Stress 
CHE COS’E’ LO STRESS? 
Lo stress non è una malattia ma una modalità fisiologica di 
adattamento. 
Tuttavia una esposizione prolungata allo stress può ridurre l’efficienza 
sul lavoro e causare problemi di salute. 
Lo stress è una reazione tipica di adattamento del corpo ad un generico 
cambiamento fisico o psichico; è una condizione che può essere 
accompagnata da disturbi o disfunzioni di natura fisica, psicologica o 
sociale ed è conseguenza del fatto che taluni individui non si sentono in 
grado di corrispondere alle richieste o alle aspettative riposte in loro.
29 
Lo Stress 
EFFETTI DELLO STRESS 
SINTOMI: 
 Senso di affaticamento mentale, stanchezza, bisogno di 
maggior riposo; 
 Modificazioni dell’umore (irrequietezza, aggressività, ansia, 
isolamento …); 
 Fame nervosa o inappetenza; 
 Insonnia, cefalea; 
 Colite, gastrite, spasmi intestinali; 
 Modificazioni cutanee, dolori specifici. 
Lo Stress 
VALUTAZIONE STRESS LAVORO-CORRELATO 
Previste due fasi per la valutazione: 
- Prima fase preliminare (obbligatoria), serve a rilevare “indicatori 
oggettivi e verificabili” di stress lavoro-correlato per “gruppi 
omogenei” di lavoratori; 
Al termine della valutazione preliminare il datore di lavoro è tenuto a 
redigere il Documento di Valutazione del Rischio (DVR), nel quale 
dichiarare l'eventuale assenza di elementi di rischio, e prevedere un 
piano di monitoraggio. 
- Seconda fase: va invece attivata solo nel caso in cui la valutazione 
preliminare riveli elementi di rischio e le misure di correzione 
adottate dal datore di lavoro si rivelino inefficaci.
30 
Lo Stress 
Prima fase: si analizzano tre tipi di indicatori: 
1. EVENTI SENTINELLA (indice degli infortuni; numero di 
assenze per malattia; periodicità del turnover; eventuali lamentele 
formalizzate da parte dei lavoratori); 
2. CONTENUTO DEL LAVORO (ambiente di lavoro e 
attrezzature presenti; ritmi di lavoro; orario e turnazione; coerenza 
tra le competenze dei lavoratori e i requisiti professionali 
richiesti); 
3. CONTESTO DEL LAVORO (ruolo nell’azienda, grado di 
autonomia decisionale, conflittualità con i colleghi e/o superiori). 
Seconda fase: il datore di lavoro è tenuto ad effettuare una 
valutazione approfondita attraverso questionari, focus group e 
interviste semi-strutturate. 
Lo Stress 
RISCHIO BASSO (PUNTEGGIO DA 0 A 17) 
L’analisi degli indicatori non evidenzia particolari condizioni organizzative che 
possono determinare la presenza di stress correlato al lavoro (periodicità 
aggiornamento valutazione: 2 anni) 
RISCHIO MEDIO (PUNTEGGIO DA 18 A 34) 
L’analisi degli indicatori evidenzia condizioni organizzative che possono determinare 
la presenza di stress correlato al lavoro. Adozione di azioni di miglioramento mirate. 
Riduzione a “rischio BASSO” entro un anno, altrimenti FASE 2 (coinvolgimento dei 
lavoratori). 
RISCHIO ALTO (PUNTEGGIO DA 35 A 67) 
L’analisi degli indicatori evidenzia condizioni organizzative con sicura presenza di 
stress correlato al lavoro. FASE 2 (coinvolgimento dei lavoratori e verifica del 
miglioramento entro 1 anno dalla valutazione).
31 
Ergonomia della VOCE 
Fra le categorie di lavoratori maggiormente esposte a rischi di 
patologie professionali a carico delle corde vocali, compaiono 
gli insegnanti 
Ergonomia della VOCE 
Disturbi vocali: 
Gli effetti variano da lieve disturbo qualitativo della voce alla 
completa perdita dell’emissione sonora: DISFONIE 
Cause: 
Uso professionale accompagnato da abitudini non corrette: 
- modalità scorretta di produrre il segnale vocale, 
- utilizzo eccessivamente prolungato della voce 
-Abitudini non corrette a livello posturale, respiratorio, e 
muscolo-tensivo 
- Inadeguate condizioni acustiche degli ambienti
32 
La normativa 
Ad oggi i disturbi vocali professionali non sono riconosciuti 
come vere e proprie malattie professionali . L’unico richiamo 
alle patologie vocali compare nella LISTA II (“malattie la cui 
origine è di limitata probabilità”) del D.M. 14/1/2008, in 
particolare come causa degli “sforzi prolungati delle corde 
vocali” vengono citati i “noduli alle corde vocali” 
In Italia nel 2007 è stato riconosciuto un 
ristretto numero di malattie professionali 
che coinvolgono la laringe 
La prevenzione dei disturbi della voce 
Ad oggi l’argomento relativo ai disturbi professionali degli 
insegnanti derivanti da un uso scorretto della voce, non è ancora 
affrontato in termini di prevenzione, nonostante diversi studi 
internazionali confermino l’alta frequenza, fra gli insegnanti, di 
alterazioni foniche disfunzionali con importanti conseguenze sulla 
idoneità lavorativa e sulle qualità della vita dei soggetti 
PREVENZIONE PRIMARIA: comprende la valutazione e la 
riduzione del rischio 
PREVENZIONE SECONDARIA: sorveglianza sanitaria 
Ad oggi negli ambienti scolastici non sono ancora state applicate
33 
La prevenzione dei disturbi della voce 
L’obiettivo principale deve essere PREVENIRE L’INSORGENZA DI 
DISTURBI E PATOLOGIE 
Attraverso: 
formazione: igiene posturale, igiene vocale, 
insegnamenti tecnico-pratici ed esercizi mirati 
corretta respirazione 
ergonomia – foniatria – logopedia – fisioterapia – educazione alla 
vocalità 
RISCHIO CHIMICO NELLA SCUOLA 
Come usare in sicurezza le sostanze chimiche nella 
scuola 
•Per le operazioni di pulizia degli ambienti scolastici in genere si usano in 
genere prodotti detergenti, alcool, prodotti disincrostanti, ecc.. 
•I rischi correlati consistono nella possibilità di un contatto accidentale con 
le sostanze ed una esposizione ai vapori per cui occorre che gli addetti 
adottino le opportune misure di prevenzione e protezione nonché i 
dispositivi di protezione individuale (D.P.I.).
34 
RISCHIO CHIMICO CONNESSO ALLA 
MANSIONE DI COLLABORATORE 
SCOLASTICO 
Rischi di salute connessi alle 
operazioni di pulizia. Essi non 
risultano di particolare intensità e 
sono sostanzialmente analoghi a 
quelli che si corrono per l’uso degli 
stessi prodotti e macchine impiegati 
per l’uso domestico; 
proprio per questa apparente facilità e 
usualità delle mansioni svolte la 
sottovalutazione complessiva del 
rischio può causare incidenti. 
Prodotti per le pulizie 
Tra i rischi, derivanti dall’uso di prodotti contenenti determinate sostanze, possiamo 
elencare: 
• le intossicazioni acute per ingestioni accidentali; 
• le ustioni o le serie irritazioni della cute e delle mucose; 
• le dermatiti allergiche da contatto; 
• le reazioni allergiche a carico dell’apparato respiratorio con forme asmatiche; 
• le lesioni oculari di tipo irritativo; 
• le irritazioni delle vie aeree e le cefalee [mal di testa].
35 
POSSIBILI DANNI 
I DANNI POSSIBILI, A LIVELLO DI RISCHIO CHIMICO, SONO 
RAPPRESENTATI DA: 
- danni determinati da contatto, irritative e/o allergiche 
ESISTONO POI CAUSE CHIMICHE SENSIBILIZZANTI: 
- nichel 
- coloranti 
- additivi in saponi e detersivi 
- sostanze contenute in guanti di gomma 
POSSIBILI DANNI 
DANNI DA ERRATO USO DI SOSTANZE: 
- reazioni allergiche a carico dell’apparato respiratorio o riniti e 
congiuntiviti per prodotti utilizzati per la pulizia; 
- lesioni oculari di tipo irritativo in caso di contatto; 
- irritazione delle vie aeree e cefalee, per inalazione di prodotti 
contenenti solventi organici.
36 
RISCHIO CHIMICO NELLA SCUOLA 
• Gli addetti al servizio di fotocopisteria devono essere 
opportunamente istruiti sulle modalità con cui fare le sostituzioni 
del toner. 
• Qualora i programmi didattici prevedano l’uso di laboratori 
chimici dovrà essere fatta una valutazione specifica del rischio 
derivante dall’impiego delle sostanze previste, a cui seguirà la 
formazione necessaria ai lavoratori. 
RISCHIO CHIMICO NELLA SCUOLA 
Durante l’impiego di agenti chimici occorre 
osservare alcune fondamentali precauzioni: 
• tenere aperti i recipienti che contengono 
prodotti pericolosi per pochissimo tempo; 
• analizzare con attenzione la scheda di 
sicurezza che accompagna il prodotto; 
• evitare il travaso di prodotti pericolosi in 
contenitori non idonei e privi di indicazioni; 
• indossare sempre i D.P.I. consigliati; 
• evitare di utilizzare contemporaneamente 
sostanze tra loro incompatibili e che danno 
luogo a reazioni pericolose (es. ammoniaca/cloro); 
• evitare di porsi in corrispondenza del 
flusso di gas, fumi, polveri e vapori.
37 
NO!!! 
L’ETICHETTATURA
38 
Protezione da Agenti Chimici 
E a) esplosivi: le sostanze ed i preparati solidi, liquidi, pastose e gelatinosi che, anche 
senza l’azione dell’ossigeno atmosferico, possono provocare una reazione esotermica 
con rapida formazione di gas e che, in determinate condizioni di prova, detonano, 
deflagrano rapidamente o esplodono in seguito a riscaldamento in condizioni di parziale 
contenimento; O 
b) comburenti: le sostanze ed i preparati che a contatto con altre sostanze, soprattutto 
se infiammabili, provocano una forte reazione esotermica; 
F+ c) estremamente infiammabili : le sostanze ed i preparati liquidi con i punto di 
infiammabilità estremamente basso ed un punto di ebollizione basso e le sostanze ed i 
preparati gassosi che a temperatura e pressione ambiente si infiammano a contato con 
l’aria; 
d) facilmente infiammabili: 1) le sostanze ed i preparati che, a contatto con l'aria, a F 
temperatura ambiente e senza apporto di energia, possono subire innalzamenti termici 
e da ultimo infiammarsi; 
2) le sostanze ed i preparati solidi che possono facilmente infiammarsi dopo un breve 
contatto con una sorgente di accensione e che continuano a bruciare o a consumarsi 
anche topo il distacco della sorgente di accensione; 
3) le sostanze ed i preparati liquidi il cui punto d'infiammabilità e' molto basso; 
4) le sostanze ed i preparati che, a contatto con l'acqua o l'aria umida, sprigionano gas 
estremamente infiammabili in quantità pericolose; 
Protezione da Agenti Chimici 
T+ 
f) molto tossici: le sostanze ed i preparati che, in caso di inalazione, ingestione o 
assorbimento cutaneo, in piccolissime quantità, possono essere letali oppure provocare 
lesioni acute o croniche; 
T 
g) tossici: le sostanze ed i preparati che, in caso di inalazione, ingestione o 
assorbimento cutaneo, in piccole quantità, possono essere letali oppure provocare 
lesioni acute o croniche; 
Xn 
h) nocivi: le sostanze ed i preparati che, in caso di inalazione, ingestione o 
assorbimento cutaneo, possono essere letali oppure provocare lesioni acute o 
croniche; 
C 
i) corrosivi: le sostanze ed i preparati che, a contatto con i tessuti vivi, possono 
esercitare su di essi un'azione distruttiva; 
Xi l) irritanti: le sostanze ed i preparati non corrosivi, il cui contatto diretto, 
prolungato o ripetuto con la pelle o le mucose può provocare una reazione 
infiammatoria;
39 
LA SCHEDA DI SICUREZZA 
Ogni produttore è obbligato a fornire una scheda di sicurezza delle sostanze e 
dei preparati pericolosi che contiene, per legge (Decreto Legge 52/97 e D.M. 
04/04/97), una serie di informazioni: 
1) identificazione della sostanza o del preparato e della società/impresa; 
2) composizione/informazione sugli ingredienti; 
3) identificazione dei pericoli; 
4) misure di primo soccorso; 
5) misure antincendio; 
6) misure in caso di fuoriuscita accidentale; 
7) manipolazione e stoccaggio; 
8) controllo dell’esposizione/protezione individuale; 
9) proprietà chimiche e fisiche; 
10) stabilità e reattività; 
11) informazioni tossicologiche; 
12) informazioni ecologiche; 
13) considerazioni sullo smaltimento; 
14) informazioni sul trasporto; 
15) informazioni sulla regolamentazione; 
16) altre informazioni. 
LA SCHEDA DI SICUREZZA 
È BUONA NORMA TENERE LE SCHEDE DI SICUREZZA IN ORDINE E IN 
LUOGO FACILMENTE ACCESSIBILE ANCHE IN CASO DI EMERGENZA 
Misure di prevenzione per sostanze chimiche: 
-stilare le PROCEDURE di comportamento durante l’impiego di tali sostanze in 
base alle informazioni contenute nelle schede di sicurezza; 
- leggere attentamente le FRASI DI RISCHIO e i CONSIGLI DI PRUDENZA 
indicate nell’etichetta; 
Misure di protezione per sostanze chimiche: 
- uso costante dei DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (es. guanti 
antiacido, camici, occhiali o maschere facciali, mascherine per vapori o fumi).
40 
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AGGIORNAMENTO R.S.P.P. e A.S.P.P. - Lezione del 05-11-14

  • 1. 1 Relatore: ALESSANDRO ANGELONI. Incontro di Formazione Sicurezza sul luogo di lavoro Decreto Legislativo 81/08 Principali rischi per la Sicurezza e la Salute SCUOLA: Principali rischi
  • 2. 2 Il rumore Ai sensi del D.Lgs. 195/06, che prevede l’obbligo della valutazione del rumore nei luoghi di lavoro,vengono individuati i seguenti livelli di esposizione al rumore: • Livello >80 dB (A) (livello di attenzione al rischio) Obblighi del Datore di lavoro: informazione su rischi, misure di protezione, funzione ed uso dei mezzi di protezione, significato del controllo sanitario (facoltativo) e risultato delle valutazioni eseguite. • Livello >85 dB(A) (livello di rischio) Obblighi del Datore di lavoro: dotazione dei mezzi di protezione, visite mediche periodiche per i lavoratori Il rumore
  • 3. 3 Il rumore VALORI INFERIORI DI AZIONE: LEX,8h = 80 dB(A) e PPEAK a 135 dB(C) (effettivi livelli di rumorosità misurati nella postazione lavoro) VALORI SUPERIORI DI AZIONE: LEX,8h = 85 dB(A) e PPEAK a 137 dB(C) (effettivi livelli di rumorosità misurati nella postazione lavoro) VALORI LIMITE DI ESPOSIZIONE:LEX,8h = 87 dB(A) e PPEAK a 140 dB(C) (i valori limite tengono conto dell’attenuazione prodotta dai d.p.i. per l’udito indossati dal lavoratore) EFFETTI EXTRA-UDITIVI DEL RUMORE IL RUMORE PUO’ PROVOCARE DANNI ALL’ORGANISMO L’eccessiva esposizione a livelli di rumore elevato provoca non solo la perdita dell’udito, ma anche altri effetti come: • l’aumento della pressione sanguigna, • problemi cardiaci, • insonnia, • nervosismo, • senso di affaticamento, • ansia, • stress.
  • 4. 4 Le attrezzature di lavoro Attrezzatura di lavoro: qualsiasi macchina, apparecchio, utensile od impianto destinato ad essere usato durante il lavoro Le attrezzature di lavoro messe a disposizione dei lavoratori devono essere conformi alle disposizioni legislative e regolamentari in materia di sicurezza. Laddove necessario devono essere: •Dotate di marcatura CE di conformità; •Provviste di libretto di uso e manutenzione; •Sottoposte a regolare manutenzione. Il rischio elettrico
  • 5. 5 Il rischio elettrico ELETTROCUZIONE Il fenomeno meglio conosciuto come "scossa" elettrica”: condizione di contatto tra corpo umano ed elementi in tensione con attraversamento del corpo da parte della corrente Il rischio elettrico Effetti della corrente elettrica sul corpo umano Il passaggio della corrente nel corpo umano può determinare varie alterazioni nel funzionamento dell’organismo; di queste, le più importanti sono: 1. la tetanizzazione 2. l’arresto respiratorio 3. la fibrillazione ventricolare 4. le ustioni dovute all’energia termica associata al passaggio della corrente.
  • 6. 6 Il rischio elettrico Conseguenze del passaggio della corrente elettrica alternata nel corpo umano Il rischio elettrico • contatto diretto • contatto indiretto Il contatto diretto si ha quando si viene a contatto con una parte dell'impianto normalmente in tensione, come ad es. un conduttore, un morsetto, l'attacco di una lampada, ecc.
  • 7. 7 Il rischio elettrico Si parla invece di contatto indiretto quando si viene a contatto con una parte dell'impianto elettrico normalmente non in tensione che accidentalmente ha assunto una tensione pericolosa a causa di un guasto Il rischio elettrico
  • 8. 8 Il rischio elettrico Il rischio elettrico Iter di un impianto elettrico DPR 462/2001 e della messa a terra Omologazione, certificato di conformità rilasciato da soggetti abilitati prima della messa in esercizio Denuncia all’ISPESL o ARPAM inviando il certificato di conformità entro 30 gg dalla messa in esercizio dell’impianto Verifica da parte dell’ARPAM o altri soggetti abilitati con cadenza quinquennale o biennale (a spese del datore di lavoro)
  • 9. 9 Il rischio elettrico In tutti gli ambienti è presente il rischio di infortuni connessi all’utilizzo dell’energia elettrica in quanto ci si trova in presenza di apparecchi, macchine e impianti elettrici. A TUTTO IL PERSONALE viene richiesta particolare attenzione Cavi elettrici: evitare attorcigliamenti e grovigli Prese multiple: utilizzare solo quelle in dotazione e limitarne l’uso Interruttori: segnalare qualsiasi manomissione, deformazione o cattivo funzionamento degli stessi Spine: non strappare il cavo dalla presa ma rimuovere la spina I lavoratori non addestrati sono semplici utilizzatori, non sono autorizzati a fare interventi di manutenzione. Il rischio elettrico 18
  • 10. 10 La Movimentazione Manuale dei Carichi Impossibile visualizzare l'immagine. Impossibile visualizzare l'immagine. Per Movimentazione Manuale dei Carichi la 81/08 intende le azioni di trasporto o di sostegno di un carico ad opera di uno o più lavoratori. si tratta delle azioni del sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o spostare un carico, qualora tali azioni, per le loro caratteristiche o in conseguenza delle condizioni ergonomiche sfavorevoli, comportino tra l’altro rischi di lesioni dorso-lombari Devono essere osservati i limiti di peso, norme generali di comportamento, ed una corretta analisi dei rischi La Movimentazione Manuale dei Carichi Obblighi dei datori di lavoro • Il datore di lavoro adotta tutte le misure organizzative necessarie, che sono nelle sue possibilità, per evitare la necessità di una movimentazione manuale dei carichi da parte dei lavoratori • Sottopone alla sorveglianza sanitaria gli addetti a tali attività
  • 11. 11 La Movimentazione Manuale dei Carichi VALORI LIMITE Il D.Lgs 81/2008 non definisce un valore limite del peso sollevabile dal singolo lavoratore, ma indica unicamente il valore che, se superato, crea le condizioni di rischio (3 Kg limite minimo/25 Kg limite massimo per gli uomini, 20 Kg per le donne secondo metodo NIOSH). Tale valore deve essere valutato alla luce di altri fattori: dimensioni, forma e caratteristiche del carico; altezza di sollevamento, distanza da percorrere, possibilità o meno di ripartire il carico; caratteristiche dell’ambiente di lavoro (spazio disponibile, ..); tipo di mansione (temporanea o ripetitiva). La Movimentazione Manuale dei Carichi
  • 12. 12 La Movimentazione Manuale dei Carichi AZIONI DA INTRAPRENDERE Se il carico risulta troppo pesante o se richiede un notevole sforzo fisico per sollevarlo, è opportuno optare per una delle seguenti soluzioni: utilizzare mezzi ausiliari (carrelli a mano, carrello elevatore, etc.; se possibile, suddividere il carico e fare due o più volte il percorso; trasportare il carico in due. La Movimentazione Manuale dei Carichi • È molto pericoloso sollevare un peso da terra piegando il busto a gambe estese. Bisogna invece: - abbassarsi flettendo le ginocchia; - sollevare il peso mantenendolo quanto più vicino possibile al corpo; raddrizzarsi con l’uso esclusivo delle gambe. • Bisogna evitare pericolose rotazioni del busto. • Quando si trasportano pesi ai lati del corpo (borse, ecc.), questi vanno distribuiti in modo equilibrato su entrambi i lati.
  • 13. 13 La Movimentazione Manuale dei Carichi / Rischio Posturale RISCHIO POSTURALE Le cattive abitudini nell’esecuzione dei lavori perpetuano comportamenti sbagliati COMEFARE Sollevare i pesi piegando le gambe ed evitando di curvare la schiena. SOLLEVAMENTO Tenere le braccia tese e vicino al corpo. TRASPORTO Distribuire il peso su entrambe le braccia
  • 14. 14 La Movimentazione Manuale dei Carichi / Rischio Posturale RISCHIO POSTURALE La colonna vertebrale deve essere mantenuta il più possibile eretta durante l’esecuzione dei lavori. COMEFARE Evitare torsioni della colonna, è consigliabile ruotare tutto il corpo. TORSIONI Eseguire i lavori in basso piegando le ginocchia e mantenendo eretta la schiena. LAVORI in BASSO Utilizzare manici di lunghezza opportuna per mantenere una posizione eretta. LAVORI con ATTREZZI La Movimentazione Manuale dei Carichi / Rischio Posturale RISCHIO POSTURALE La colonna vertebrale deve essere mantenuta il più possibile eretta durante l’esecuzione dei lavori. ESEMPI Se possibile bilanciare il carico Se possibile suddividere il carico Tenere il carico vicino al corpo Se possibile non piegare la schiena
  • 15. 15 AZIONI DA EVITARE ASSOLUTAMENTE 1 Visuale ridotta! CADUTE PER SCIVOLAMENTO Cadere significa perdere il controllo dell’equilibrio Calzare scarpe con suola leggera in gomma, allacciate e senza tacchi Segnalare le zone trattate con un cartello per evitare attraversamenti Riporre attrezzi e prodotti sui carrelli in modo da non intralciare il passaggio Strizzare adeguatamente il Mop nell’apposito sito del carrello. Durante il lavaggio a umido procedere dal fondo verso la porta del locale.
  • 16. 16 CADUTE PER SCIVOLAMENTO Cadere significa perdere il controllo dell’equilibrio COSA NON FARE Non calzare ciabatte, sandali o calzature aperte in punta. Evitare pozze sul pavimento Non correre su superfici trattate ad umido o a cera Non ingombrare vie di esodo con carrelli o strumenti di lavoro. Operazioni di spolvero possono sorgere problemi legati alla grande quantità di polvere sollevata, irritazioni alle vie respiratorie e, in soggetti sensibili, reazioni allergiche (riniti, congiuntiviti, asma, ...) bagnare preventivamente le superfici da pulire con acqua nebulizzata o usare stracci umidi. Per ambienti molto polverosi sono comunque obbligatori mascherina, occhiali a tenuta, guanti di gomma, grembiuli o tute. L’uso di mascherina e grembiule consigliabile anche durante il comune spolvero e la comune pulizia dei pavimenti. Raccolta rifiuti Prudenza (non si può escludere a priori la presenza di oggetti taglienti e di siringhe) Contenuto: direttamente rovesciato nei sacchi grandi senza mettere le mani nei contenitori i sacchi grandi non vanno pressati con le mani ma solo scossi usare sempre guanti e grembiule, tenendo recipienti e sacchi lontani dal corpo
  • 17. 17 Pulizia dei luoghi alti IN OGNI CASO: NON ESEGUIRE LAVORI IN ALTO SALENDO SU APPOGGI INSTABILI O IMPROPRI (SCATOLONI, PILE DI LIBRI, TAZZE DEI WATER), PER IL GRAVE RISCHIO DI SCIVOLAMENTO E CADUTA EVITARE IL GOCCIOLAMENTO DI LIQUIDI NEGLI OCCHI DOVUTO A SPUGNE O ALTRI MATERIALI TROPPO BAGNATI TENUTI VERSO L’ALTO Pulizia dei luoghi alti Usi di scale portatili: RISCHI: cadute per scivolamento – squilibri – vertigini – caduta materiali •utilizzate solo quando è indispensabile •NO se si soffre di vertigini o quando ci si sente stanchi •(Preferibile) non usarle quando si è soli •∗ Nella salita e nella discesa, il viso va rivolto verso la scala e il corpo va tenuto vicino alla scala •mani libere •durante la salita non guardare i piedi •usare calzature chiuse, non scivolose •posizione di lavoro comoda e sicura • non sporgersi
  • 18. 18 NORME da RISPETTARE sull’USO delle SCALE Controllare la presenza di dispositivi atti ad impedire l’apertura oltre il limite di sicurezza nelle scale doppie dispositivi antisdrucciolevoli alla base. ganci di trattenuta o appoggi antisdrucciolevoli all’estremità superiori Prima di usare la scala il lavoratore deve sempre controllarne l’idoneità e segnalare eventuali problemi. Controllare la presenza di Prima di usare la scala il lavoratore deve sempre controllare l’idoneità dell’equipaggiamento. Accertandosi se Le scarpe sono chiuse e allacciate Cadute di livello NORME da RISPETTARE sull’USO delle SCALE Prima di iniziare un’attività in altezza il lavoratore deve sempre pianificare le operazioni da svolgere Accertandosi se la scala scelta consenta di eseguire il lavoro non superando gli ultimi due gradini della piattaforma. esiste la possibilità di sbandamento e far trattenere la scala da altra persona. Cadute di livello
  • 19. 19 NORME da RISPETTARE sull’USO delle SCALE Rispetto alla verticale non deve avere una inclinazione maggiore di 30° E’ bene evitare l’uso della scala dietro o nelle vicinanze di una porta se non segnalata. Non si deve lavorare oltre un metro al di sopra del livello di appoggio della scala. Mai sporgersi lateralmente per raggiungere punti spostati a lato. Il lavoratore non deve salire sulla scala con le mani impegnate con attrezzi Nessun lavoratore deve trovarsi sulla scala durante uno spostamento laterale E’ vietata la contemporanea presenza di più lavoratori sulla scala Gli utensili devono essere assicurati in modo da impedirne la caduta. Posizionamento della scala Lavoro sulla scala Cadute di livello SCALE PORTATILI UNI EN 131 Allegato IV Luoghi di Lavoro – punto 1.7 SCALE PORTATILI LE SCALE PORTATILI DI NUOVA COSTRUZIONE (SUCCESSIVA AL 15 MAGGIO 2000 ) DEVONO ESSERE CONFORMI ALLA NORMA UNI EN 131
  • 20. 20 VIDEOTERMINALISTA UN LAVORATORE CHE UTILIZZA IN MODO SISTEMATICO O ABITUALE PER ALMENO 20 ORE SETTIMANALI UN’ATTREZZATURA MUNITA DI VIDEOTERMINALI Videoterminali n.b.: un impiegato non è necessariamente è un videoterminalista come inteso nel d.Lgs.81. Videoterminali Obblighi dei datori di lavoro: • Il datore di lavoro, all’atto della valutazione dei rischi, analizza i posti di lavoro con particolare riguardo: – ai rischi per la vista e per gli occhi – ai problemi legati alla postura e all’affaticamento fisico o mentale – alle condizioni di igiene ambientale
  • 21. 21 Videoterminali COME DEVE ESSERE UNA POSTAZIONE VDT? Videoterminali LA POSTAZIONE VIDEOTERMINALE DEVE ESSERE: POSTAZIONE OPERATORE ERGONOMICA (sedia, piano di lavoro, Vdt, etc.)
  • 22. 22 LA POSTAZIONE VIDEOTERMINALE DEVE ESSERE: - IN UN AMBIENTE ADEGUATAMENTE CLIMATIZZATO, ILLUMINATO, AREATO E SPAZIOSO Videoterminali LA POSTAZIONE VIDEOTERMINALE DEVE ESSERE: PRIVO DI IMPEDIMENTI ED ELEMENTI PERICOLOSI (es. cavi di intralcio, infissi pericolosi, etc.) Videoterminali
  • 23. 23 Videoterminali I LAVORATORI VIDEOTERMINALISTI EFFETTUANO VISITA MEDICA PREVENTIVA AL FINE DI ESSERE CLASSIFICATI IN: - IDONEI (con o senza prescrizioni) - NON IDONEI PERIODICITA’ VISITE MEDICHE: - BIENNALE PER I LAVORATORI IDONEI CON PRESCRIZIONI - BIENNALE PER I LAVORATORI CHE ABBIANO COMPIUTO IL CINQUANTESIMO ANNO DI ETA’ - QUINQUENNALE PER TUTTI GLI ALTRI CASI IL LAVORATORE IN CASO DI SOSPETTA ALTERAZIONE DELLA FUNZIONE VISIVA PUO’ RICHIEDERE VISITA OFTALMOLOGICA (oculistica). Videoterminali INDICAZIONI ATTE AD EVITARE L’INSORGENZA DI DISTURBI MUSCOLO-SCHELETRICI - Postura: piedi ben appoggiati al pavimento e schiena appoggiata allo schienale nel tratto lombare (regolando l’altezza e l’inclinazione della sedia) - Schermo: lo spigolo superiore dello schermo sia posto un po’ più in basso dell’orizzonte che passa per gli occhi dell’operatore, a distanza dagli occhi pari a circa 50-70 cm - tastiera e mouse sullo stesso piano di lavoro (salvo uso saltuario del vdt)
  • 24. 24 Videoterminali INDICAZIONI ATTE AD EVITARE L’INSORGENZA DI DISTURBI MUSCOLO-SCHELETRICI - Tenere gli avambracci appoggiati sul piano di lavoro in modo da alleggerire la tensione dei muscoli del collo e delle spalle - Evitare, nel limite del possibile, posizioni di lavoro fisse per tempi prolungati. Si raccomanda la pratica di frequenti esercizi di rilassamento per collo, schiena, arti superiori ed inferiori. Videoterminali INDICAZIONI ATTE AD EVITARE L’INSORGENZA DI PROBLEMI VISIVI - Illuminazione corretta (possibilmente naturale), utilizzando sistemi di regolazione dell’illuminazione naturale - Orientare ed inclinare lo schermo per evitare la presenza di riflessi sulla sua superficie - Distanza occhi-schermo: pari a circa 50-70 cm dagli occhi - Eventuale porta-documenti alla stessa distanza ed altezza del monitor - Distogliere periodicamente lo sguardo dal video per guardare gli oggetti lontani, al fine di poter ridurre l’affaticamento visivo
  • 25. 25 Videoterminali INDICAZIONI ATTE AD EVITARE L’INSORGENZA DI PROBLEMI VISIVI IL LAVORATORE HA DIRITTO ALMENO AD UNA PAUSA OVVERO CAMBIAMENTO DI ATTIVITA’ DI 15 min. OGNI 120 min. DI APPLICAZIONE CONTINUATIVA AL VIDEOTERMINALE Videoterminali - I MINUTI DI PAUSA NON SONO ACCUMULABILI - LA PAUSA E’ PARTE INTEGRANTE DELL’ORARIO DI LAVORO
  • 26. 26 Campi elettromagnetici ESPOSIZIONE A CAMPI ELETTROMAGNETICI D.Lgs. 81/08 TITOLO VIII (AGENTI FISICI) Campi elettromagnetici A causa dell’avvento di tecnologie sempre più evolute, che sfruttano le correnti elettriche e le radiazioni elettromagnetiche, l’uomo risulta immerso in una grande quantità di onde e campi elettromagnetici. Gli effetti dei campi elettromagnetici sugli organismi viventi sono di varia natura e dipendono dalla frequenza del campo. TIPO CAMPO FREQUENZA EFFETTO PRINCIPALE CAMPI MAGNETICI A BASSA FREQUENZA INFERIORE A 300 Hz Induzione di correnti all’interno dell’organismo CAMPI MAGNETICI AD ALTA FREQUENZA 300 kHz – 300 MHz Assorbimento di energia – innalzamento della temperatura
  • 27. 27 Campi elettromagnetici I campi ELF sono quelli a frequenza inferiore a 300 Hz (bassa frequenza). La frequenza industriale di 50 Hz è quella tipica della produzione, distribuzione e impiego dell’energia elettrica in Italia e in Europa. Le sorgenti presenti all’interno degli edifici sono il cablaggio elettrico e gli apparecchi utilizzatori (elettrodomestici e apparecchi elettrici in genere; le sorgenti esterne all’edificio sono essenzialmente le linee di distribuzione della corrente elettrica ad alta tensione e le cabine di trasformazione della corrente elettrica. Oltre agli effetti indiretti che questi campi possono avere (per esempio disturbi sul funzionamento di pace-maker), sono riscontrabili anche effetti diretti, sia acuti che cronici. Le esposizioni elevate a campi elettrici e magnetici di alta intensità inducono stimoli del sistema nervoso che possono comportare a complicazioni cardiache come l’extrasistole o la fibrillazione ventricolare. Le esposizioni di bassa intensità ma a lungo (dovute per esempio all’uso prolungato di elettrodomestici o alla vicinanza di elettrodotti o cabine di trasformazione) sono invece meno chiare, in quanto mancano ancora indagini epidemiologiche universalmente accettate. Campi elettromagnetici I campi elettromagnetici da radiofrequenze hanno frequenze variabile da 300 kHz a 300 GHz (tra questi sono comprese le microonde). Le sorgenti sono di vario genere: processi produttivi industriali e artigianali, applicazioni mediche, telecomunicazioni e radiolocalizzazione. Oltre agli effetti indiretti che interessano anche in questo caso soprattutto i pace-maker, vi sono numerosi effetti diretti, di natura termica e non. Gli effetti termici causano un innalzamento della temperatura all’interno dell’organismo umano, dovuto all’assorbimento di energia elettromagnetica. Elevate o prolungate esposizioni possono portare danni localizzati agli organi più sensibili al calore, come il cristallino (cataratta) e i testicoli (infertilità). Gli effetti termici si verificano di solito per campi ad intensità piuttosto elevate e per tempi di esposizione prolungati. Il settore delle telecomunicazioni rappresenta una delle principali fonti di emissione. Le sorgenti in questo caso sono essenzialmente le antenne televisive di trasmissione e ripetizione, i ponti radio, i radar, le antenne della telefonia cellulare, i telefonini cellulari.
  • 28. 28 Lo Stress •rapporto conflittuale uomo - macchina •lavoro arido, monotono (es. data-entry); •accentuazione della solitudine del lavoro •carico troppo elevato o troppo poco elevato •responsabilità eccessiva o nulla •conflitti interpersonali, di carriera •spazio inadeguato, rumore, affollamento •software inadeguato al lavoro •senso di inadeguatezza, inutilità del lavoratore che non ha seguito un adeguato iter formativo •demotivazione e ruolo •scarsa partecipazione a decisioni •mancanza di concentrazione •precarietà e sicurezza del lavoro •lavoro notturno e turnazioni Lo Stress CHE COS’E’ LO STRESS? Lo stress non è una malattia ma una modalità fisiologica di adattamento. Tuttavia una esposizione prolungata allo stress può ridurre l’efficienza sul lavoro e causare problemi di salute. Lo stress è una reazione tipica di adattamento del corpo ad un generico cambiamento fisico o psichico; è una condizione che può essere accompagnata da disturbi o disfunzioni di natura fisica, psicologica o sociale ed è conseguenza del fatto che taluni individui non si sentono in grado di corrispondere alle richieste o alle aspettative riposte in loro.
  • 29. 29 Lo Stress EFFETTI DELLO STRESS SINTOMI: Senso di affaticamento mentale, stanchezza, bisogno di maggior riposo; Modificazioni dell’umore (irrequietezza, aggressività, ansia, isolamento …); Fame nervosa o inappetenza; Insonnia, cefalea; Colite, gastrite, spasmi intestinali; Modificazioni cutanee, dolori specifici. Lo Stress VALUTAZIONE STRESS LAVORO-CORRELATO Previste due fasi per la valutazione: - Prima fase preliminare (obbligatoria), serve a rilevare “indicatori oggettivi e verificabili” di stress lavoro-correlato per “gruppi omogenei” di lavoratori; Al termine della valutazione preliminare il datore di lavoro è tenuto a redigere il Documento di Valutazione del Rischio (DVR), nel quale dichiarare l'eventuale assenza di elementi di rischio, e prevedere un piano di monitoraggio. - Seconda fase: va invece attivata solo nel caso in cui la valutazione preliminare riveli elementi di rischio e le misure di correzione adottate dal datore di lavoro si rivelino inefficaci.
  • 30. 30 Lo Stress Prima fase: si analizzano tre tipi di indicatori: 1. EVENTI SENTINELLA (indice degli infortuni; numero di assenze per malattia; periodicità del turnover; eventuali lamentele formalizzate da parte dei lavoratori); 2. CONTENUTO DEL LAVORO (ambiente di lavoro e attrezzature presenti; ritmi di lavoro; orario e turnazione; coerenza tra le competenze dei lavoratori e i requisiti professionali richiesti); 3. CONTESTO DEL LAVORO (ruolo nell’azienda, grado di autonomia decisionale, conflittualità con i colleghi e/o superiori). Seconda fase: il datore di lavoro è tenuto ad effettuare una valutazione approfondita attraverso questionari, focus group e interviste semi-strutturate. Lo Stress RISCHIO BASSO (PUNTEGGIO DA 0 A 17) L’analisi degli indicatori non evidenzia particolari condizioni organizzative che possono determinare la presenza di stress correlato al lavoro (periodicità aggiornamento valutazione: 2 anni) RISCHIO MEDIO (PUNTEGGIO DA 18 A 34) L’analisi degli indicatori evidenzia condizioni organizzative che possono determinare la presenza di stress correlato al lavoro. Adozione di azioni di miglioramento mirate. Riduzione a “rischio BASSO” entro un anno, altrimenti FASE 2 (coinvolgimento dei lavoratori). RISCHIO ALTO (PUNTEGGIO DA 35 A 67) L’analisi degli indicatori evidenzia condizioni organizzative con sicura presenza di stress correlato al lavoro. FASE 2 (coinvolgimento dei lavoratori e verifica del miglioramento entro 1 anno dalla valutazione).
  • 31. 31 Ergonomia della VOCE Fra le categorie di lavoratori maggiormente esposte a rischi di patologie professionali a carico delle corde vocali, compaiono gli insegnanti Ergonomia della VOCE Disturbi vocali: Gli effetti variano da lieve disturbo qualitativo della voce alla completa perdita dell’emissione sonora: DISFONIE Cause: Uso professionale accompagnato da abitudini non corrette: - modalità scorretta di produrre il segnale vocale, - utilizzo eccessivamente prolungato della voce -Abitudini non corrette a livello posturale, respiratorio, e muscolo-tensivo - Inadeguate condizioni acustiche degli ambienti
  • 32. 32 La normativa Ad oggi i disturbi vocali professionali non sono riconosciuti come vere e proprie malattie professionali . L’unico richiamo alle patologie vocali compare nella LISTA II (“malattie la cui origine è di limitata probabilità”) del D.M. 14/1/2008, in particolare come causa degli “sforzi prolungati delle corde vocali” vengono citati i “noduli alle corde vocali” In Italia nel 2007 è stato riconosciuto un ristretto numero di malattie professionali che coinvolgono la laringe La prevenzione dei disturbi della voce Ad oggi l’argomento relativo ai disturbi professionali degli insegnanti derivanti da un uso scorretto della voce, non è ancora affrontato in termini di prevenzione, nonostante diversi studi internazionali confermino l’alta frequenza, fra gli insegnanti, di alterazioni foniche disfunzionali con importanti conseguenze sulla idoneità lavorativa e sulle qualità della vita dei soggetti PREVENZIONE PRIMARIA: comprende la valutazione e la riduzione del rischio PREVENZIONE SECONDARIA: sorveglianza sanitaria Ad oggi negli ambienti scolastici non sono ancora state applicate
  • 33. 33 La prevenzione dei disturbi della voce L’obiettivo principale deve essere PREVENIRE L’INSORGENZA DI DISTURBI E PATOLOGIE Attraverso: formazione: igiene posturale, igiene vocale, insegnamenti tecnico-pratici ed esercizi mirati corretta respirazione ergonomia – foniatria – logopedia – fisioterapia – educazione alla vocalità RISCHIO CHIMICO NELLA SCUOLA Come usare in sicurezza le sostanze chimiche nella scuola •Per le operazioni di pulizia degli ambienti scolastici in genere si usano in genere prodotti detergenti, alcool, prodotti disincrostanti, ecc.. •I rischi correlati consistono nella possibilità di un contatto accidentale con le sostanze ed una esposizione ai vapori per cui occorre che gli addetti adottino le opportune misure di prevenzione e protezione nonché i dispositivi di protezione individuale (D.P.I.).
  • 34. 34 RISCHIO CHIMICO CONNESSO ALLA MANSIONE DI COLLABORATORE SCOLASTICO Rischi di salute connessi alle operazioni di pulizia. Essi non risultano di particolare intensità e sono sostanzialmente analoghi a quelli che si corrono per l’uso degli stessi prodotti e macchine impiegati per l’uso domestico; proprio per questa apparente facilità e usualità delle mansioni svolte la sottovalutazione complessiva del rischio può causare incidenti. Prodotti per le pulizie Tra i rischi, derivanti dall’uso di prodotti contenenti determinate sostanze, possiamo elencare: • le intossicazioni acute per ingestioni accidentali; • le ustioni o le serie irritazioni della cute e delle mucose; • le dermatiti allergiche da contatto; • le reazioni allergiche a carico dell’apparato respiratorio con forme asmatiche; • le lesioni oculari di tipo irritativo; • le irritazioni delle vie aeree e le cefalee [mal di testa].
  • 35. 35 POSSIBILI DANNI I DANNI POSSIBILI, A LIVELLO DI RISCHIO CHIMICO, SONO RAPPRESENTATI DA: - danni determinati da contatto, irritative e/o allergiche ESISTONO POI CAUSE CHIMICHE SENSIBILIZZANTI: - nichel - coloranti - additivi in saponi e detersivi - sostanze contenute in guanti di gomma POSSIBILI DANNI DANNI DA ERRATO USO DI SOSTANZE: - reazioni allergiche a carico dell’apparato respiratorio o riniti e congiuntiviti per prodotti utilizzati per la pulizia; - lesioni oculari di tipo irritativo in caso di contatto; - irritazione delle vie aeree e cefalee, per inalazione di prodotti contenenti solventi organici.
  • 36. 36 RISCHIO CHIMICO NELLA SCUOLA • Gli addetti al servizio di fotocopisteria devono essere opportunamente istruiti sulle modalità con cui fare le sostituzioni del toner. • Qualora i programmi didattici prevedano l’uso di laboratori chimici dovrà essere fatta una valutazione specifica del rischio derivante dall’impiego delle sostanze previste, a cui seguirà la formazione necessaria ai lavoratori. RISCHIO CHIMICO NELLA SCUOLA Durante l’impiego di agenti chimici occorre osservare alcune fondamentali precauzioni: • tenere aperti i recipienti che contengono prodotti pericolosi per pochissimo tempo; • analizzare con attenzione la scheda di sicurezza che accompagna il prodotto; • evitare il travaso di prodotti pericolosi in contenitori non idonei e privi di indicazioni; • indossare sempre i D.P.I. consigliati; • evitare di utilizzare contemporaneamente sostanze tra loro incompatibili e che danno luogo a reazioni pericolose (es. ammoniaca/cloro); • evitare di porsi in corrispondenza del flusso di gas, fumi, polveri e vapori.
  • 38. 38 Protezione da Agenti Chimici E a) esplosivi: le sostanze ed i preparati solidi, liquidi, pastose e gelatinosi che, anche senza l’azione dell’ossigeno atmosferico, possono provocare una reazione esotermica con rapida formazione di gas e che, in determinate condizioni di prova, detonano, deflagrano rapidamente o esplodono in seguito a riscaldamento in condizioni di parziale contenimento; O b) comburenti: le sostanze ed i preparati che a contatto con altre sostanze, soprattutto se infiammabili, provocano una forte reazione esotermica; F+ c) estremamente infiammabili : le sostanze ed i preparati liquidi con i punto di infiammabilità estremamente basso ed un punto di ebollizione basso e le sostanze ed i preparati gassosi che a temperatura e pressione ambiente si infiammano a contato con l’aria; d) facilmente infiammabili: 1) le sostanze ed i preparati che, a contatto con l'aria, a F temperatura ambiente e senza apporto di energia, possono subire innalzamenti termici e da ultimo infiammarsi; 2) le sostanze ed i preparati solidi che possono facilmente infiammarsi dopo un breve contatto con una sorgente di accensione e che continuano a bruciare o a consumarsi anche topo il distacco della sorgente di accensione; 3) le sostanze ed i preparati liquidi il cui punto d'infiammabilità e' molto basso; 4) le sostanze ed i preparati che, a contatto con l'acqua o l'aria umida, sprigionano gas estremamente infiammabili in quantità pericolose; Protezione da Agenti Chimici T+ f) molto tossici: le sostanze ed i preparati che, in caso di inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, in piccolissime quantità, possono essere letali oppure provocare lesioni acute o croniche; T g) tossici: le sostanze ed i preparati che, in caso di inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, in piccole quantità, possono essere letali oppure provocare lesioni acute o croniche; Xn h) nocivi: le sostanze ed i preparati che, in caso di inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, possono essere letali oppure provocare lesioni acute o croniche; C i) corrosivi: le sostanze ed i preparati che, a contatto con i tessuti vivi, possono esercitare su di essi un'azione distruttiva; Xi l) irritanti: le sostanze ed i preparati non corrosivi, il cui contatto diretto, prolungato o ripetuto con la pelle o le mucose può provocare una reazione infiammatoria;
  • 39. 39 LA SCHEDA DI SICUREZZA Ogni produttore è obbligato a fornire una scheda di sicurezza delle sostanze e dei preparati pericolosi che contiene, per legge (Decreto Legge 52/97 e D.M. 04/04/97), una serie di informazioni: 1) identificazione della sostanza o del preparato e della società/impresa; 2) composizione/informazione sugli ingredienti; 3) identificazione dei pericoli; 4) misure di primo soccorso; 5) misure antincendio; 6) misure in caso di fuoriuscita accidentale; 7) manipolazione e stoccaggio; 8) controllo dell’esposizione/protezione individuale; 9) proprietà chimiche e fisiche; 10) stabilità e reattività; 11) informazioni tossicologiche; 12) informazioni ecologiche; 13) considerazioni sullo smaltimento; 14) informazioni sul trasporto; 15) informazioni sulla regolamentazione; 16) altre informazioni. LA SCHEDA DI SICUREZZA È BUONA NORMA TENERE LE SCHEDE DI SICUREZZA IN ORDINE E IN LUOGO FACILMENTE ACCESSIBILE ANCHE IN CASO DI EMERGENZA Misure di prevenzione per sostanze chimiche: -stilare le PROCEDURE di comportamento durante l’impiego di tali sostanze in base alle informazioni contenute nelle schede di sicurezza; - leggere attentamente le FRASI DI RISCHIO e i CONSIGLI DI PRUDENZA indicate nell’etichetta; Misure di protezione per sostanze chimiche: - uso costante dei DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (es. guanti antiacido, camici, occhiali o maschere facciali, mascherine per vapori o fumi).
  • 40. 40 GRAZIE PER L’ATTENZIONE