2. I giorni 8 e 9 marzo dell’anno 2010 sono
stati indimenticabili. Siamo stati in gita
a Mantova, insieme alla III B, alla IIIG e
III H.
Il mattino dell’8 marzo aspettavamo tutti
ansiosamente il momento della
partenza: era la prima volta che
partivamo per una gita di due giorni
tutti insieme.
Salendo sul pullman ci siamo portati,
oltre al bagaglio, mille emozioni:
felicità, ansia, curiosità…
Si parte!
3. Un bel panorama della città,
circondata interamente dall’acqua.
13. PALAZZO TE
Palazzo Te è opera di Giulio Romano, che nel 1525 lo ideò
su commissione del marchese Federico II Gonzaga. Egli lo
utilizzò per i suoi svaghi e vi fece dimorare l'amante
"ufficiale" Isabella Boschetti. Il "Palazzo dei lucidi inganni"
sorgeva al centro di un'isola ricca di boschi e circondata
dalle acque di un lago, ora prosciugato: misterioso, ricco
di simboli e di miti che risaltano nelle sale stupendamente
affrescate anche dallo stesso Giulio Romano, come la
celeberrima sala dei giganti e quella di Amore e Psiche e,
non ultima, la sala dei cavalli che celebra le scuderie
gonzaghesche all'epoca famose in tutta Europa.
30. Castello di San Giorgio
La costruzione della possente mole del Castello ebbe inizio nel 1395 a
opera di Bartolino da Novara. Il Castello sorse in città e unisce la
necessità di creare una valida difesa a quella di manifestare la propria
potenza.
Bartolino decise di far sorgere il Castello presso l'entrata del ponte per
garantirne la sua protezione, per essere un punto di avvistamento
sull'intero bacino lacustre e per diventare un rifugio sicuro in caso di
sommosse interne ed esterne.
Il Castello è stato progettato a pianta quadra, con quattro torri angolari e
controtorri che difendono le tre porte di ingresso munite di ponti levatoi.
Il Castello non fu adibito solo a scopo difensivo, ben presto cominciò a
diventare parte integrante del più ampio Palazzo Ducale
L'architetto fiorentino Luca Fancelli realizzò l'elegante portico
rinascimentale che cinge il Castello sui due lati settentrionali che cingono
il cortile del Castello di San Giorgio.
34. PALAZZO DUCALE
Per il Palazzo Ducale di Mantova è forse più
giusto parlare di città-palazzo, in quanto il
complesso architettonico è costituito da
numerosi edifici collegati tra loro da corridoi e
gallerie, ed arricchito da cortili interni, alcuni
pensili, e vasti giardini. Già prima dell'avvento
al potere dei Gonzaga erano stati edificati i
primi nuclei del Palazzo, ma la storia del
complesso si identifica soprattutto con quella
della famiglia che governò la città fino al 1707.
35. PALAZZO DUCALE
LA CAMERA PICTA
Conosciuta comunemente come “Camera degli
Sposi” si trova nel torrione nord est del Castello
di San Giorgio. Fu dipinta da Andrea Mantegna
negli anni dal 1465 al 1474. Nelle due pareti più
buie sono dipinti dei tendaggi dorati, nelle due
più luminose i finti tendaggi si aprono, rivelando i
personaggi della corte dei Gonzaga.
36. Camera picta: il marchese Ludovico II e la
moglie Barbara di Brandeburgo sono attorniati
da figli, familiari e consiglieri
37. PALAZZO DUCALE
Un particolare della
scena precedente:
Ludovico parla con
il segretario
Raimondo dei Lupi,
che gli sta
consegnando una
lettera.
38. PALAZZO DUCALE
Particolare della
Scena dell’incontro,
che rappresenta un
gruppo di servitori
con cavalli e cani.
39. PALAZZO DUCALE
Scena dell’incontro: ai
due lati Ludovico e
Federico I, al centro, di
fronte, il cardinale
Francesco tiene per mano
il fratello Ludovico, che
tiene per mano
Sigismondo, che a sua
volta diventerà cardinale.
Così è indicata la linea
dei Gonzaga destinata
alla carriera ecclesiastica.
40. L’oculo: per una
illusione ottica,
sembra che il
soffitto sia aperto e
che vari
personaggi
osservino quello
che accade nella
stanza.
46. La casa del
mercante
Nel Quattrocento, Boniforte da
Concorezzo accumulò a Mantova
una notevole fortuna, continuando
nella professione del padre, cioè nel
commercio di lana e tele. In eredità
egli aveva ricevuto la "bèla botega",
nella casa dove aveva sempre
abitato, in Piazza delle Erbe, proprio
nel centro della città. L’ambizioso,
Boniforte volle che la sua bottega
fosse diversa dalle altre e non badò
a spese nella ristrutturazione
dell’edificio. Fu incaricato uno dei
più famosi architetti del tempo: Luca
Fancelli. Il lavoro fu eseguito nel
1455, come attestano due iscrizioni
poste sotto gli architravi della
facciata. La casa divenne il
massimo esempio delle ricche case
di abitazione della Mantova di quel
tempo.