IL CHIAMATO ALLA CONVERSIONE - catechesi per candidati alla Cresima
Psicologia sintesi
1. L’evoluzione del concetto di
intelligenza nel quadro dello
sviluppo delle teorie
dell’apprendimento: riflessi
sull’azione formativa
2. I PRINCIPALI APPROCCI ALLO SVILUPPO INTELLETTIVO E AL
RAPPORTO FRA QUESTO E L’APPRENDIMENTO
Teorie di tipo associazionista e comportamentista:
Identificazione di apprendimento e sviluppo intellettivo e concezione
di quest’ultimo come un processo lineare e cumulativo.
Teorie di tipo cognitivista:
Ruolo centrale nello sviluppo intellettivo delle risorse attenzionali e delle
procedure di elaborazione e di controllo (strategie) nei processi cognitivi
(Brown e Campione).
Teorie di tipo “costruttivista”:
Piaget: Concezione stadiale dello sviluppo intellettivo. Predominio dello
sviluppo, considerato come un processo evolutivo, contraddistinto da
rotture e discontinuita` qualitative, sull’apprendimento.
Vygotsky: Interazione tra sviluppo mentale e apprendimento. Concetto di
zona di sviluppo prossimale. Carattere culturalmente e socialmente mediato
dell’apprendimento.
3. CARATTERI DEL COMPORTAMENTISMO
Individuazione dell’oggetto di studio della psicologia scientifica nel
comportamento osservabile, in polemica aperta con l’introspezionismo della
psicologia tradizionale di derivazione wundtiana
Centralita` dell’apprendimento, inteso nella piu` ampia accezione e non in
senso solo formale, nella spiegazione del comportamento umano, con
conseguente negazione di ogni innatismo e di ogni fattore non direttamente
riconducibile all’esperienza, attuale o pregressa
Interpretazione dell’apprendimento come formazione di “abitudini”, vale a
dire di nessi fra gli “stimoli” forniti dall’ambiente e le “risposte” manifeste
degli individui, lasciando del tutto da parte quanto avviene nella mente del
soggetto, considerata alla stregua di una “scatola nera” entro cui non e`
possibile per definizione penetrare
Preferenza metodologica per lo studio dei processi di apprendimento in
situazione sperimentale di laboratorio e su soggetti animali, dando per
scontata la generalizzabilita` delle conclusioni cosi` raggiunte a contesti
naturali e a soggetti umani
Interpretazione delle differenze fra individui come dovute esclusivamente a
differenze nell’ampiezza del patrimonio di conoscenze accumulato
attraverso l’esperienza e l’apprendimento precedenti
4. CARATTERI DEL COGNITIVISMO
Considerazione della psicologia come scienza della mente, con la conseguente legittimità e
necessità di porre un livello di analisi - quello delle rappresentazioni - del tutto distinto e
autonomo sia dalla base fisiologica che supporta i processi mentali sia dal contesto sociale e
culturale
Compito della psicologia cognitiva è di costruire “modelli” dei processi mentali.
Analogia fra “mente” e computer per cui quest’ultimo costituisce sia un modello dei processi
cognitivi sia uno strumento di ricerca insostituibile consentendo la simulazione delle fasi e dei
passaggi attraverso cui l’uomo elabora l’informazione
Interpretazione dell’apprendimento come processo attivo e costruttivo, organizzato e
teleologicamente orientato, che porta alla formazione di strutture cognitive complesse
Focalizzazione dell’attenzione sull’analisi delle prestazioni rispetto ad abilità cognitive già
acquisite, a livelli maggiori o minori di padronanza, e conseguente spostamento d’interesse
dall’apprendimento - il cui ruolo viene a perdere centralità rispetto al Behaviorismo – ai
processi di elaborazione dell’informazione e di controllo dell’attivita` cognitiva (strategie), che
differenziano i soggetti “esperti” dai “novizi”
Tolleranza metodologica e orientamento interdisciplinare con conseguente apertura agli
apporti di altre discipline: Etologia, Cibernetica, Linguistica, neuroscienze, teorie
dell’informazione e della decisione, ecc.
5. COSTRUTTIVISMO E COSTRUTTIVISMI
a
Il cosiddetto “costruttivismo” non costituisce – a differenza del
comportamentismo o anche in parte del cognitivismo – una scuola con un
approccio teorico definito ai problemi dell’apprendimento e dello sviluppo
cognitivo, ma piuttosto una tendenza che riunisce sotto una comune etichetta
approcci diversi e anche decisamente contrastanti, caratterizzata dal ricorrere di
alcune tematiche e principi:
-il carattere di costruzione personale dell’apprendimento
-il ruolo attivo del soggetto che apprende
-il ruolo dell’insegnante essenzialmente come facilitatore e organizzatore di
ambienti di apprendimento adeguati alle peculiarità, cognitive e affettive, dello
studente
-l’importanza del contesto situazionale in cui l’apprendimento ha luogo e delle
interazioni con i compagni e l’insegnante
-l’importanza del più ampio contesto culturale e storico-sociale, che costituisce il
medium entro cui e per mezzo di cui l’apprendimento si sviluppa
Due correnti principali:
Costruttivismo cognitivo (Jean Piaget)
Costruttivismo sociale (Lev Vygotsky)
6. L’APPROCCIO PSICOMETRICO-QUANTITATIVO ALLO STUDIO
DELL’INTELLIGENZA
Definizione di test:
osservazione di un campione significativo del comportamento di un soggetto, in una
situazione definita, allo scopo di trarne una qualche inferenza
Classificazione dei test (dal punto di vista metodologico):
1.tests proiettivi (interpretazione)
2.tests psicometrici (misurazione)
I test come strumenti psicometrici sono scale di misura, che consentono di
differenziare gli individui lungo un continuum sulla base del grado di possesso di un
determinato attributo o caratteristica, assegnandogli un valore numerico
Classificazione dei test psicometrici (secondo l'oggetto d'osservazione):
1. test di personalita’
a) test di “attitudine”
2. test di efficienza
b) test di acquisizione
7. TEST DI “ATTITUDINE” E TEST DI “PROFITTO”
test culture test non verbali test verbali test di profitto test
specifici
free/fair e di performance di attitudine ad ampio raggio di profitto
massima generalità massima
specificità
Test di attitudine:
test che misura una capacità il cui sviluppo non è riferibile ad una esperienza
formale d’apprendimento (corso d’istruzione o training specifico)
Test di profitto o d’acquisizione:
test che misura il grado in cui un soggetto, che sia stato esposto a un ben
preciso programma d’istruzione, ha acquisito le abilità e conoscenze che ne
hanno formato oggetto
8. LA CONCEZIONE DELL’INTELLIGENZA COME SINGOLO
“TRATTO” O INSIEME DI TRATTI
1^FASE: fine del XIX sec.-inizio del XX sec.
Galton e la ricerca sulle differenze individuali nei processi percettivi e sensoriali
Il test di Binet-Simon e la misurazione del quoziente d’intelligenza (QI)
2^FASE: anni 20-40
Thurstone e la concezione multifattoriale dell’abilita` intellettiva: le 7 “abilita`mentali
primarie” (comprensione verbale, fluidita` verbale, abilita` numerica, abilita`spaziale,
memoria associativa, rapidita` percettiva, ragionamento generale)
La concezione monofattoriale di C.Spearman: il fattore “G”; fattori specifici e di
gruppo
3^FASE: anni 60
Il modello tridimensionale della struttura dell’intelletto di Guilford (Operazioni,
Prodotti, Contenuti)
I modelli di organizzazione gerarchica delle abilita` mentali (Burt, Vernon)
La crisi dell’approccio psicometrico e l’emergere di nuove concezioni dell’intelligenza
9. VERSO UNA CONCEZIONE “COMPLESSA” DI INTELLIGENZA
Emergere della consapevolezza dei limiti dei test di QI e del concetto di
intelligenza da essi presupposto
Riconoscimento della impossibilita` di ottenere una misura “pura” dell’intelligenza
che possa fare astrazione dall’esperienza in senso lato di un soggetto, con
conseguente riformulazione della distinzione tra test di acquisizione (achievement)
e test di attitudine (aptitude)
Relativizzazione dello stesso concetto di intelligenza, la cui definizione non puo`
prescindere dal contesto socio-culturale complessivo e dai valori in esso impliciti.
L’intelligenza non e` una singola capacita` o un insieme di capacita` astratte ma una
capacita` in un medium (D.Olson)
Spostamento dell’interesse dal problema della natura dell’intelligenza al
comportamento intelligente nella sua relazione all’ambiente in cui si esprime
10. NUOVE LINEE DI RICERCA: CREATIVITA` E PROBLEM-SOLVING
La distinzione fra pensiero convergente e divergente
I tentativi di definire e misurare la creatività (le batterie di Guilford e
Torrance)
Alcuni caratteri del pensiero “creativo”: fluidità, flessibilità, originalità,
capacità di elaborazione
I test di pensiero critico
I test di soluzione di problemi
11. NUOVE LINEE DI RICERCA: GLI STILI COGNITIVI
Lo stile cognitivo è una caratteristica personale, costante e ben stabilita, che
contraddistingue la modalità prevalente con cui ciascun individuo organizza,,
elabora e si rappresenta le informazioni e conoscenze. Esso è indipendente dal
livello di abilità intellettiva.
Gli stili cognitivi si differenziano soprattutto rispetto a due polarità fondamentali:
VERBALE VISUALE
GLOBALE
ANALITICO
12. LE INTELLIGENZE MULTIPLE DI H. GARDNER
L’intelligenza e` la capacita` di risolvere problemi o di costruire prodotti aventi un
valore in uno o piu` ambiti culturalmente definiti. Originariamente un potenziale
biologico, si esprime come risultato dell’interazione tra fattori genetici e ambientali.
Non e` una, ma molteplice e la si incontra inclusa in diversi tipi di sistemi simbolici.
Essa comporta:
•un ambito (domain), ossia una specifica area di conoscenza/competenza strutturata
secondo i canoni stabiliti in un certo momento storico (livello epistemologico);
•un campo (field), ossia la gamma dei ruoli e delle istituzioni che costituiscono gli
ambiti culturalmente definiti in cui l’apprendimento e la prestazione relativa hanno
luogo (livello sociologico);
•un sistema simbolico, ossia un insieme organizzato di segni, di primo o secondo
livello;
•uno stadio finale, ossia il riferimento a un modello normativo quale puo` esser dato
dalla prestazione di un adulto esperto e professionalmente affermato in un
determinato campo.
13. LA POLEMICA DI GARDNER VERSO I TEST FORMALI
-Misurano capacita’ o prestazioni potenziali, che non possono esser rapidamente
modificate attraverso l’educazione, anziche’ capacita’ maturate mediante un lungo
“apprendistato”
-Non sono sensibili alle differenze qualitative fra uno stadio e l’altro di sviluppo
-Presuppongono una considerazione gerarchica delle discipline e una concezione
uniforme dell’intelligenza, privilegiando due sole forme di essa, quella linguistica e
quella logico-matematica e dando in ogni caso un peso eccessivo alla abilita’ nel
maneggiare sistemi simbolici del secondo ordine
-Sono buoni predittori del successo scolastico e accademico, ma sono meno validi nel
predire il successo nel mondo “reale”, lavorativo e professionale
-Sono iniqui nei confronti delle minoranze, degli appartenenti ai gruppi sociali piu’
marginali e talvolta degli appartenenti a sessi diversi
-Non sono in grado di individuare gli individui autenticamente creativi in un dato
settore, ne’ vi riescono i test appositamente escogitati a questo scopo
-I vantaggi in termini di tempi e di costi legati ai test hanno portato ad un loro
eccessivo uso spesso sconfinante nell’abuso
14. LA RISPOSTA DI E.D. HIRSCH
1)L’uso di prove standardizzate e’ il solo modo per ottenere valutazioni “obiettive”
(vale a dire indipendenti dal particolare esaminatore) e comparabili dei livelli di
apprendimento degli studenti
2)I test sono uno strumento indispensabile per monitorare i risultati cui le scuole e il
sistema scolastico o le sue articolazioni mettono capo
Vanno tuttavia evitati due gravi abusi nell’uso dei test:
1)l’insegnamento in funzione del test
2)Il ricorso ai test come strumento di valutazione delle scuole e del sistema scolastico
al di fuori di un quadro chiaramente ed esplicitamente definito delle finalita’ e degli
obiettivi dell’educazione, all’interno del quale soltanto i loro esiti possono esser
interpretati
15. PRINCIPI DIDATTICI RICAVABILI DALLE TEORIE
ASSOCIAZIONISTE E COGNITIVISTE
ASSOCIAZIONISMO-COMPORTAMENTISMO:
•Importanza dell’attivita` in prima persona di chi apprende
•Importanza della frequenza della ripetizione (esercizio)
•Importanza del rinforzo positivo
•Importanza dell’esercizio di una abilita` in contesti diversi per favorire la
generalizzazione e la discriminazione
•Importanza delle condizioni motivazionali e di intervenire per ridurre o evitare le
situazioni di conflitto o frustrazione
COGNITIVISMO:
•Le caratteristiche percettive che contraddistinguono la presentazione di un compito
a un soggetto sono condizioni rilevanti per l’apprendimento; quindi essa va
strutturata in modo da facilitare la possibilità di apprendimento
•Importanza dell’organizzazione delle conoscenze e di una elaborazione profonda
•L’apprendimento accompagnato da comprensione è più permanente e trasferibile a
contesti diversi di un apprendimento meccanico o per formule
•Ruolo del feed-back cognitivo – distinto dal rinforzo – per confermare le cognizioni
corrette e correggere quelle errate
•Importanza della metacognizione
•Importanza della fissazione degli obiettivi da parte del soggetto
•Esigenza di stimolare il pensiero “divergente” accanto a quello “convergente” e di
insegnare ad apprendere (learning to learn)
16. PRINCIPI DI DIDATTICA COSTRUTTIVISTA
•Superamento della pianificazione rigidamente strutturata e sequenziale
dell’insegnamento che caratterizzava l’approccio comportamentista ma spesso
anche quello cognitivista
•Ruolo dell’insegnante come organizzatore di contesti ed ambienti di
apprendimento e come facilitatore
•Centralità e autonomia del soggetto che apprende nella costruzione della propria
conoscenza
•Esigenza di adeguarsi alle caratteristiche cognitive dell’alunno e di tener conto
degli aspetti affettivi ed emozionali della personalità di ciascuno
•Capacità di saper orientare – non dirigere - l’alunno offrendogli occasioni e
stimoli per:
-divenire consapevole dei propri schemi mentali e delle proprie rappresentazioni
(teorie ingenue) della realtà in modo da poterle decostruire per ricostruirne di
nuove
-sviluppare modelli formalizzati (frames, script, mappe concettuali) di pensiero
-saper interagire e negoziare con gli altri e con il contesto nell’attività di
apprendimento (valorizzazione del lavoro di gruppo, dell’apprendimento
cooperativo e delle pratiche in situazione)