Draghi si dichiara pronto a comprare i titoli di Stato, sostenendo così la speculazione e l'aspettativa di un imminente QE. Una speranza alimentata anche dall'inusuale silenzio dal presidente della Bundesbank, Jens Weidmann.
1. 28 | SPECIALI | LUNEDÌ 24 NOVEMBRE 2014
L’ANALISI Draghi si dichiara pronto a comprare titoli di Stato ma in Germania le banche fuggono dai BTP
L’aspettativadiunimminenteQEsostienelaspeculazione
L’evidentesfiduciadelsistemabancariotedescodovrebbeperòallertareirisparmiatori
Pocheparoleel’effettoDra-
ghi è stato più che soddi-
sfacente per i mercati finan-
ziari globali ed in particolar
modo per quelli dell’eurozo-
na. Le sue dichiarazioni sono
state capaci di spingere il tas-
so dei BTP decennali ad un
nuovo minimo assoluto e pari
ad un rendimento del 2,21%,
con relativa compressione
dello spread rispetto al Bund
tedesco. Una discesa manife-
stataancheneirendimentide-
gli altri titoli dei paesi euro-
pei, con la Spagna al suo nuo-
vo minimo storico del 2,01% e
l'omologo titolo tedesco
schiacciato allo 0,77%. Una ta-
le compressione dei rendi-
menti è merito del discorso
fatto durante un congresso
che si è tenuto a Francoforte
venerdì scorso in cui Mario
Draghi ha fatto riemergere
negli operatori la possibilità
di un quantitative easing mol-
topiùconcretorispettoaisuoi
passati interventi.
ASPETTATIVE DI QE
Il presidente della BCE, par-
lando del problema di bassa
inflazione che affligge l'Euro-
pa e di quelle che potrebbero
essere le ripercussioni sull'e-
conomia, ha affermato che se
le politiche già avviate non si
riveleranno sufficienti a ri-
portare "senza ritardi" l'infla-
zione verso il noto target del
2% "aumenteremmo la pres-
sione e allargheremmo anco-
ra di più i canali attraverso i
quali interveniamo, modifi-
cando di conseguenza la di-
mensione, il ritmo e la compo-
sizione dei nostri acquisti".
Un concetto subito tradotto
daglioperatorifinanziariina-
spettative di azioni straordi-
narie a breve termine, essen-
do le ordinarie sui tassi ormai
esaurite e quelle "semi-straor-
dinarie" ed annunciate in e-
state, in completamento. In-
fattidopol'avvioadottobrede-
gli acquisti di covered bond e
da settimana scorsa anche de-
gli Asset Backed Securities da
parte della BCE ed in attesa
dell'ultima asta TLTRO di me-
tà dicembre, gli investitori
hannolettonelleparoledelgo-
vernatore un solo possibile ed
ulteriore passaggio, da realiz-
zarsi già nel 2015, ovvero un
QE sulla falsa riga della FED
americana o della più recente
BOJ giapponese. Una speran-
za alimentata anche dall'inu-
suale silenzio dal presidente
della Bundesbank, Jens Weid-
mann. L'assenza di critiche e
commenti da parte del ban-
chiere centrale tedesco è stata
dai più interpretata come u-
n'indiretta approvazione o
quantomeno, un'accondiscen-
denza al nuovo e potenziale
corso dell'Eurotower.
SCOMMESSE RISCHIOSE
Gli investitori sono dunque
tornati a scommettere in mo-
do deciso sulle obbligazioni
dei paesi periferici ma in que-
sta euforia collettiva sembra
esservi qualcuno non proprio
così innamorato dei PIIGS e
dei loro bond. Il guastafeste di
turnosarebbecomealsolitola
Germania ma stavolta in un
modo ben più concreto delle
semplici critiche verbali che
puntualmente sono state e-
spresse dalla banca centrale
tedesca nei confronti di Dra-
ghi a partire da quel "whate-
verittakes"pronunciatonella
drammatica estate del 2012.
Critiche che fino ad ora sono
state interpretate dagli opera-
tori finanziari solo come pura
ortodossia accademica e die-
tro le quali non vi sarebbe sta-
tanessunarealeconseguenza.
Fino ad ora i mercati hanno
considerato la Bundesbank
come una semplice "bacchet-
tona", essendo una crisi sul
debito italiano ritenuto come
un evento troppo negativo per
il sistema bancario tedesco.
Su tale assioma le scommesse
sono state prese sempre e con
maggiore intensità ed hanno
consentito ad oggi di vedere
ad esempio i
b o n o s s p a-
gnoli offrire
rendimenti
similari ai
d e c e n n a l i
della più vir-
tuosa Norve-
gia o quelli i-
taliani rag-
giungere tas-
si inferiori al
treasury a-
mericanoa10
a n n i e b e n
più bassi del
periodo pre
crisi.
GERMANIA IN USCITA
Seppur ad oggi le maggiori
scommesse vengono palesate
nei comportamenti a dir poco
azzardati di tanti piccoli ri-
sparmiatori, intenti a sotto-
scrivere BTP con scadenze fi-
no a 20 o 30 anni pur di ambire
ad un 3% annuo, è indubbio
cheiverigiocatorisonoravvi-
sabili all'interno del sistema
bancario nazionale, il quale
dal 2011-12 ha raddoppiato la
posta sugli investimenti in ti-
toli di Stato (quasi 400 miliar-
di) grazie alle aste Ltro della
BCE. In questi ultimi anni è
perciò costantemente dimi-
nuitoilpesodeicreditorieste-
ri, ormai prossimi ad un mo-
desto 35% e dunque è sempre
meno determinante l'alibi di
uncreditoreesterodiultimai-
stanza, vedi Germania, dispo-
sto a qualunque cosa pur di
non lasciare andare a fondo il
nostrodebito.Analizzandoin-
fatti l'ultimo report della Ban-
ca dei Regolamenti Interna-
zionali (BRI) si evince che le
banche tedesche, trimestre
dopotrimestreinvestonosem-
pre meno in Italia, così come
nel resto del Sud Europa e ciò
nonostanteiltantosbandiera-
to supporto della BCE, ovvero
quel potenziale "bazooka" in
grado di offrire pasti gratis a
tutti. A metà dell'anno le ban-
chetedescherisultavanoinve-
ce esposte verso l'Italia per po-
co meno di 100 miliardi di eu-
ro, ovvero a livelli minimi ed
addirittura inferiori al dram-
matico periodo del 2012 o agli
albori della moneta unica, nel
lontano 2002. La loro esposi-
zione complessiva è ormai ad
un misero 4% degli investi-
menti esteri effettuati ed è co-
stantemente diminuita men-
tre tutti si buttavano sui
PIIGS.
QUALI IMPLICAZIONI
Adesso, l’Italia è solo la se-
sta destinazione negli investi-
menti delle banche tedesche e
questo significa che per la
Germania non siamo più un
motivo di grande preoccupa-
zione e molto probabilmente
lo saremo ancora meno nel
2015, se da qui a fine anno ver-
rà confermato un tale trend. Il
grafico allegato e pubblicato
dal sito Risparmiamocelo mo-
stra come la fiducia tedesca
nei nostri confronti sia co-
stantemente scemata dal 2008
e sia ai minimi da 15 anni a
questa parte, guarda caso alla
vigilia di un importante anno
di scadenze. Infatti tra rim-
borso del debito ed interessi
da pagare, l'Italia dovrà far
fronte al rinnovo di quasi 320
miliardi di titoli ed al paga-
mento di circa 58 miliardi di
interessi, come evidenziato
dal grafico pubblicato dal sito
Intermarket & More. Un giro
di boa non forse così facile co-
me credono i mercati e che si
aspettano possibile grazie ad
un potenziale e provvidenzia-
le QE della BCE. Una politica
che però non è propriamente
gradita alla Bundesbank e nei
fatti neppure più supportata
dalle banche tedesche.
Inaltritermini,seanchedo-
vessimodichiarareundefault
o più verosimilmente una ri-
strutturazione del debito, fino
all'impensabile uscita dalla
moneta unica i tedeschi po-
trebbero facilmente contene-
re i danni. E se ciò fosse vero,
significherebbe palesemente
cheilpoterediricattoimplici-
toespressopiùvoltedalgover-
no italiano, apparirebbe or-
mai un’arma sempre più
spuntata. I tedeschi lo sanno
bene e forse, nell'inusuale si-
lenzio di Weidmann, potrebbe
nascondersi un pericoloso
monito piuttosto che la sem-
plicistica conferma al piano
tanto auspicato dagli euforici
mercati. Avvertimenti che po-
trebbero arrivare anche dal-
l'osservazione del sistema dei
pagamenti interbancari Tar-
get2 dell'eurozona, ovvero da
quel sistema che lo stesso pre-
sidente della Bundesbank os-
servò con preoccupazione a fi-
ne febbraio 2012, quando tra-
pelò dalla stampa una lettera
indirizzata a Draghi ed ine-
rente gli eccessivi saldi a favo-
re della Germania, conse-
guenti dalla fuga di capitali
provenienti da Spagna ed Ita-
lia.Unasituazionechedaallo-
ra è gradualmente rientrata
dopoildiscorsodelgovernato-
redellaBCEnelluglio2012ma
che da qualche mese è sini-
stramente riapparsa solo sul
fronte italiano.
COSA FARE
Sia come sia, è fuor di dub-
bio che la situazione italiana
con i dati fondamentali dell’e-
conomia che mostrano PIL in
discesa,disoccupazioneinau-
mento, debito pubblico in e-
spansione,sistemadelcredito
bancario in crescente soffe-
renza, difficilmente giustifi-
cano un tasso di rendimento
sui BTP ai minimi storici. Il
rischio è dunque di una im-
provvisa inversione del senti-
mentfavorevolecreatoadarte
dallesoleparolediDraghi.Un
fenomeno in grado di intensi-
ficarsiconl'approssimarsidel
febbraio 2015, ovvero quando
saranno da rimborsare anche
i prestiti triennali ricevuti
dalle banche italiane nell'asta
LTROdel2012eguardacasoin
prossimità delle vociferate di-
missioni del presidente della
Repubblica. In ogni caso ed a
prescinderedalsemprepiùin-
certo scenario politico nazio-
nale futuro, fino a quando il
mercato crederà che il debito
italiano sia sostenibile e si fi-
derà più che altro degli an-
nuncidallaBCE,lasituazione
potràforsereggeremalascar-
sa ed evidente sfiducia del si-
stema bancario tedesco do-
vrebbe però portare i rispar-
miatori a chiedersi se il ri-
schio che assumono acqui-
stando un titolo italiano o le
stesse obbligazioni bancarie,
siano correttamente remune-
rate e quindi se valga ancora
la pena rischiare. La Germa-
niadel2015èunarealtàbendi-
versa e meno condizionabile
diquelladel2011-12enonsila-
scerà ricattare facilmente da
un’economia del Sud che nel
frattempo si è legata in vita u-
na cintura esplosiva di debito
crescenteedacuilebanchete-
desche si sono sganciate per
tempo, dopo la passata e com-
plicata esperienza greca.
(Rubens Ligabue)
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La pagina settimanale del lu-
nedì “Risparmio, i conti in
tasca”, è a cura del nostro
consulente Rubens Ligabue,
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European Financial Advisor,
associato SIAT - Società I-
taliana Analisi Tecnica, iscritto
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