2. Lateoria della conoscenza, che ha i
propri presupposti nell’immortalità
dell’anima e nell’innatismo da un lato ,
nel dualismo tra mondo visibile (cose) e
mondo intelligibile (idee), viene esposta
dal filosofo attraverso un dialogo , nel
quale racconta il mito della caverna e
spiega ulteriormente la sua teoria
mediante la similitudine della retta.
3. Secondo Platone l’uomo arriva alla conoscenza delle idee, attraverso
l’anima, con la metempsicosi , ovvero nell’intervallo di tempo che
percorre dalla morte alla reincarnazione.
L’uomo arriva a conoscere il mondo visibile o illusorio attraverso i
sensi .
L’uomo arriva a conoscere il mondo intelligibile attraverso le idee ,
le quali costituiscono gli aspetti universali della realtà.
L’uomo ha accesso alla conoscenza mediante l’anamnesi nella quale
ricorda ciò che ha contemplato durante il ciclo della reincarnazione.
4. La teoria della conoscenza , come detto
sopra, può essere spiegata mediante una
retta. Platone immagina di dividere in 2 parti ,
di cui una più piccola e una più grande ,una
retta. Questi segmenti rappresentano la dòxa
(segmento più piccolo = conoscenza
sensoriale) e l’epìsteme(segmento più grande
= conoscenza intellettuale).
5. doxa episteme
Eikasia pistis dianoi noesis
a
mondo visibile mondo intelligibile
sensazione individuale ragione e intelletto universale
dualismo
6. DOXA: EPISTEME:
Conoscenza sensoriale Conoscenza intellettuale
PISTIS: DIANOIA:
Credenza. Conoscenza deduttiva o
matematica.
EIKASIA: NOESIS:
Congetture. La visione diretta delle idee
o conoscenza intellettiva.
7.
8. Immaginiamo che alcuni schiavi vivano incatenati in una caverna,
con le spalle all'uscita e con la faccia rivolta verso la parete di fondo.
Immaginiamo poi che fuori della caverna ci sia un muro, oltre il quale
passano degli uomini, che portano sulle spalle delle statue
raffiguranti tutti i generi di cose e che dietro di loro arda un fuoco,
mentre in alto splende il sole.
Gli schiavi nella caverna, vedendo proiettate sul fondo della stessa le
"ombre" delle statue e udendo - per effetto dell'eco - le voci di chi
passa di fuori, crederanno - non avendo mai visto altro - che questa
sia la vera realtà.
Ma se uno di loro riuscisse a "liberarsi" dalle catene, cambierebbe la
sua opinione. Prima, vedendo le statue, crederebbe che esse - e non
le ombre - siano la vera realtà; poi, procedendo verso l'esterno,
attribuirebbe agli "uomini" che portano le statue il carattere di vera
realtà, e infine, abituatosi alla luce del sole, capirebbe che esso, con
la sua luce, è la causa di tutte le cose visibili.
9. Innanzitutto rappresenta i vari livelli della realtà: le ombre sono le pure
apparenze; le statue sono le cose sensibili; gli uomini e gli oggetti al di
là del muro sono le idee e il Sole simboleggia l'Idea del Bene.
Rappresenta l'aspetto mistico-religioso del platonismo: durante la vita
umana, l'anima è come incatenata in una caverna, dalla quale aspira ad
uscire per raggiungere la sua vera patria, a contatto con le realtà
intellegibili.
Infine, il mito della caverna rappresenta la concezione politica di
Platone: egli parla di un "ritorno nella caverna", da parte dello schiavo
liberatosi, per aiutare anche i suoi compagni di una volta a liberarsi dalle
catene. In tal modo Platone sottolinea l'impegno del filosofo a non
ritenersi pago, una volta raggiunta la visione della verità, ma anzi ad
impegnarsi (politicamente) per indicare anche agli altri uomini la via
della verità e del Bene.
10. In questo mito le simbologie che si riscontrano sono numerose:
la caverna oscura = il nostro mondo;
gli schiavi incatenati = gli uomini;
le catene = l'ignoranza e le passioni che ci inchiodano a questa vita;
le ombre delle statuette = l'immagine superficiale delle cose, corrispondente al grado
gnoseologico dell'immaginazione;
le statuette = le cose del mondo sensibile corrispondenti al grado della credenza;
il fuoco = il principio fisico con cui i primi filosofi spiegarono le cose;
la liberazione dello schiavo = l'azione della conoscenza e della filosofia;
il mondo fuori della caverna = le idee;
le immagini delle cose riflesse nell'acqua = le idee matematiche che preparano alla filosofia;
il sole = l'idea del Bene che tutto rende possibile e conoscibile; la contemplazione assorta delle
cose e del sole = la filosofia ai suoi massimi livelli;
lo schiavo che vorrebbe starsene «sempre là» = la tentazione del filosofo di chiudersi in una
torre d'avorio;
lο schiavo che ritorna nella caverna = il dovere del filosofo di far partecipi gli altri delle proprie
conoscenze;
l'ex schiavo che non riesce più a vedere le ombre = il filosofo che per essersi troppo concentrato
sulle idee si è disabituato alle cose;
lo schiavo deriso = la sorte dell'uomo di pensiero di venir scambiato per pazzo da coloro che sono
attaccati ai pregiudizi e ai modi di vita volgari;
i grandi onori attribuiti a coloro che sanno vedere le ombre = il premio offerto dalla società ai
falsi sapienti;
l'uccisione del filosofo = la sorte toccata a Socrate.