2. Tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta l'Italia subisce un grande rinnovamento destinato a trasformarla radicalmente: il miracolo economico o boom economico . Due fatti (la nascita dell'ENI nel 1953 e il primo governo di centrosinistra nel 1963) costituiscono i riferimenti per quel percorso ideale dell'Italia dalla civiltà contadina, e la sua conseguente fine, alla modernità industriale.
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5. Il risultato di questo processo fu un imponente processo migratorio avutosi negli anni ‘60 e ‘70. Nel periodo tra il 1955 e il 1971, più di 9.000.000 di italiani sono stati coinvolti nella grande migrazione interna: tra il 1960 e il 1963, il flusso migratorio dalle regioni del sud a quelle del nord Italia fu di non meno di ottocentomila persone all’anno. I motivi strutturali che convinsero la popolazione meridionale ad abbandonare i luoghi d’origine furono vari, ma tutti sono riconducibili all’assetto fondiario del Sud, caratterizzato da un’agricoltura arretrata, con caratteri propri dell’agricoltura di sussistenza. Ai fattori strutturali si aggiunse l’inevitabile attrazione che le migliori condizioni di vita del nord Italia esercitavano nei confronti delle nuove generazioni.
6. Nel ‘54 il governo varò un piano per lo sviluppo economico controllato per attuare il sostanziale superamento degli squilibri tra nord e sud. Il piano si rivelò un fallimento e il processo d’espansione economica fu molto più grande di quanto stimato, cosa questa che provocò un aggravarsi degli squilibri che si volevano attenuare: il risultato fu la distorsione dei consumi. La crescita economica finalizzata all’esportazione favorì una spinta produttiva orientata sui beni di consumo privati senza un corrispettivo sviluppo dei consumi pubblici. Il sistema dell’istruzione, la sanità, l’edilizia, le infrastrutture rimasero sostanzialmente indietro rispetto alla veloce crescita della produzione di beni di consumo privati. Si determinò in definitiva una vera e propria corsa al benessere individuale, non bilanciato dalle necessarie risposte ai bisogni collettivi ed alle esigenze di una moderna società industriale.
7. Questa corsa al benessere determinò importanti trasformazioni degli stili di vita, del linguaggio e dei costumi e la televisione entrò prepotentemente nella vita delle famiglie italiane, favorendo un utilizzo passivo e familiare del tempo libero. A questo fenomeno si accompagnò anche un deciso aumento del tenore di vita delle famiglie italiane. Nelle case facevano la loro comparsa le prime lavatrici e i frigoriferi, prodotti da piccole e medie imprese nazionali. Ma il vero indicatore della corsa al benessere fu la diffusione sulle strade italiane dell’automobile: la FIAT 600 e la FIAT 500 sostituirono progressivamente la lambretta, determinando una vera e propria motorizzazione di massa. Ciò provocò una notevole crescita della FIAT e con essa di tutto il settore metalmeccanico.
8. La massiccia motorizzazione portò con sé anche un ammodernamento delle infrastrutture viarie. Tuttavia, come per tutta la fase del boom economico , lo sviluppo della rete viaria risultò disordinato con importanti realizzazioni come l’Autostrada del Sole, senza che però ci fosse un adeguato ammodernamento delle strade urbane.
9. Un altro rilevante mutamento degli anni del miracolo economico fu la profonda trasformazione della struttura di classe della società italiana: l’indicatore che dimostrava come l’Italia fosse ormai da considerare un paese sviluppato, fu il rapido incremento del numero di addetti nel settore terziario, sia pubblico che privato, mentre il settore primario vedeva diminuire vertiginosamente il numero di addetti. Inevitabilmente gli stili di vita subirono grandi modificazioni, uniformandosi a quelli dei paesi europei più avanzati.
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12. realizzato nell'ambito del progetto Cinema e Storia Il secolo breve italiano a cura del Prof. Pietro Volpones 2009 Le slide e la conversione nel formato pdf sono state realizzate con OpenOffice 3.1