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Maggio 2011
In questo numero:
  • L’invenzione più dolce del mondo




      • Curiosità




       • Curiosità
•Pandemia Silenziosa




• Cibi del futuro




 •Tricolore non solo la nostra bandiera!
• Analogie tra allattamento dei cuccioli e dei neonati




 • Maternità sempre più precoci. Ragazzine consapevoli o
 incoscienti?




•Maria che brutta mania!
• Il suicidio è una scelta? Non sempre!




• Il fenomeno delle smart drugs




• Un mega puzzle
• La bellezza




              • Oroscopo




•Giochi




          L’INVENZIONE Più DOLCE DEL MONDO
COS’E’ IL GELATO?
Il gelato è un dolce ottenuto congelando una soluzione acquosa di sciroppo di frutta, o creme di latte
e uova, con zucchero. Originariamente la fabbricazione era fatta in un gelatiere o sorbettiere,
contenuto in un secchio cilindrico refrigerante e da un motore elettrico che mescolava continuamente
                il composto, staccandolo dalle pareti per mezzo di spatole. L’impasto, dopo la
                congelazione, poteva essere posto in stampi di svariate forme conservati in grandi
                frigoriferi. Negli impianti moderni, invece, essi sono dapprima emulsionati e
                pastorizzati; la miscela viene, quindi, omogeneizzata per rompere le particelle di grasso
                contenute nel latte e nella panna, raffreddata e posta in un mantecatore, in cui viene
                rapidamente congelata e al tempo stesso continuamente sbattuta, per ottenere una
consistenza soffice; a questo punto si possono aggiungere frutta, fresca o essiccata, cacao, vaniglia e
altri aromi o ingredienti. Il gelato viene estratto dal mantecatore parzialmente congelato e viene,
infine, messo in contenitori che vengono a loro volta posti in celle frigorifere a una temperatura
compresa tra 14 e -16 °C finché il preparato non si indurisce.




              CHI FURONO I PRIMI A CREARLO?


Pare che il gelato abbia origini molto antiche: sembra che i Greci e i Turchi lo realizzassero con il
succo di limone, e che a farlo conoscere agli Italiani siano stati gli Arabi,importando in Sicilia la
ricetta di una bevanda fredda chiamata Sharbat.
Sembra anche che l'imperatore Nerone non potesse rinunciare a gustarsi un delizioso composto di
miele, succo di frutta e neve. Caterina de' Medici ne era così golosa, da condurre in Francia un
                                    gelatiere italiano, un certo Ruggeri di Firenze, macellaio e
                                    appassionato di cucina, che grazie a un
                                    preparato che comprendeva panna, zabaione e
                                    frutta divenne ben presto famoso alla corte del
                                    re Enrico II di Francia.
                                    Altre notizie riguardo al gelato si hanno su
                                    Francesco Procopio dei Coltelli, un cuoco
                                    siciliano, che nel 1686 riuscì a preparare la
                                    miscela che tutti noi conosciamo oggi. Egli riuscì
                                    a introdurre alcune tecniche di refrigerazione
                                    presso le cucine dei re di Francia prima, e in
                                    seguito presso il Café Procope di Parigi, dove veniva servita una
                                    grande varietà di gelati, "acque gelate", (la granita), gelati di frutta,
"fiori d’anice", "fiori di cannella", "gelato al succo di limone", "gelato al succo d'arancio", "sorbetto di
fragola", quel Cafè, ancora oggi uno dei vanti di Parigi. In America, nello stesso periodo, un emigrato
italiano aprì la prima gelateria.
Nacque l'usanza di servire durante i banchetti, dopo i primi piatti, il "sorbetto" in quanto considerato
benefico per la digestione.
A quei tempi, ovviamente, il gelato era un semplice composto di frutta e ghiaccio: solo con
l'introduzione di latte, panna, zucchero e uova si è arrivati a realizzare quel prodotto che oggi è
universalmente conosciuto come "gelato artigianale".
COME SI FACEVA IL GELATO?


Alla fine dell’ottocento, e ai primi del novecento, la lavorazione del gelato artigianale, sia nella
versione al latte che all’uovo, si svolgeva secondo una modalità che prevedeva che gli ingredienti
(zucchero, latte e panna) venissero miscelati in una pentola, portati sin quasi ad ebollizione ed il
                               composto così ottenuto, ancora caldo, fosse versato nella gelatiera,
                               realizzando di fatto un processo di pastorizzazione.
                               Nel caso del gelato all’uovo, in fase di miscelazione degli ingredienti
                               venivano aggiunte le uova precedentemente amalgamate in un altro
                               recipiente con una parte dello zucchero.
                               Mediante un movimento rotatorio della gelatiera, la miscela si
                               raffreddava venendo a contatto con le pareti gelate ed incorporava
                               naturalmente dell’aria.
                               L’impasto così ottenuto assumeva la consistenza e la cremosità
necessarie per essere lavorato con una spatola ed in grado di sostenersi su un cono.
Per quanto riguarda invece il gelato alla frutta gli ingredienti (zucchero, acqua e frutta) venivano
frullati a freddo in un recipiente e lasciati riposare per alcuni minuti. Dopo di che la miscela così
ottenuta veniva versata nella gelatiera e seguiva lo stesso procedimento del gelato al latte.




               IL GELATO ARTIGIANALE … E QUELLO INDUSTRIALE

Il gelato artigianale è caratterizzato dall'uso di materie prime fresche. Rispetto a quello industriale
può presentare le seguenti differenze:
        Prodotto "fresco" quasi sempre tutti i giorni, chi lo vende
        è di solito lo stesso che lo produce
        Distanza tra luogo di produzione e vendita pochi metri,
        viene consumato entro alcuni giorni
        Minor quantità di grassi
        Minor quantità d'aria

Nel gelato artigianale propriamente detto, l'ingrediente presente
in maggiore quantità è il latte seguito dagli zuccheri e dalla
panna. La ricetta di un buon gelato artigianale, oltre alla selezione
di ingredienti di alta qualità, dovrà presentare un corretto
bilanciamento dei componenti solidi dei vari ingredienti. L'Italia è
l'unica nazione al mondo dove il gelato artigianale copre il 55% del mercato, grazie alla copertura
capillare, la storia, la tradizione, l'abitudine del gelato da passeggio e la professionalità degli addetti;
ciò si traduce in serietà e qualità del prodotto. In fin dei conti, la qualità del prodotto dipende dagli
ingredienti utilizzati, dalla freschezza, dai macchinari.




                              Il gelato industriale è caratterizzato dal fatto di essere prodotto molti
                              mesi prima del consumo, con l'impiego preparati e di materie prime come
                              latte in polvere, succhi di frutta concentrati, e di additivi come coloranti,
                              emulsionanti, stabilizzanti e aromi. I gelati industriali vengono detti anche
                              soffiati, perché prodotti con l'introduzione di aria, durante la fase di
gelatura, fino al 100-130 per cento, per cui diventano molto soffici e leggeri. Poiché vengono distribuiti
anche in zone lontane dal luogo di produzione, i gelati industriali necessitano il supporto di una efficace
catena del freddo. La mantecazione consente la trasformazione di una miscela liquida in gelato tramite
l'azione del freddo, l'inclusione di aria, e la continua agitazione. I gelati "mantecati" vengono proposti al
consumatore nel classico cono, in coppette o in coppe, e i principali tipi sono alla frutta (incluso il
sorbetto), alle creme, allo zabaione e allo yogurt.


QUANDO POSSIAMO MANGIARE IL GELATO?

Il Gelato è un alimento ideale in ogni momento dell’anno ed indicato a ogni età: per i bambini è una sana
              merenda in quanto ricco di calcio e fosforo; per i ragazzi che
              studiano è ideale perché nutre senza appesantire; per le persone
              anziane è uno stimolo del palato; per gli sportivi è molto utile grazie
              agli zuccheri di rapida assimilazione; infine per le donne in dolce
              attesa è un gradito aiuto poiché contrasta le nausee dei primi mesi.
Sostenere che “Il gelato fa ingrassare” è un’affermazione del tutto falsa.
Il gelato è un alimento e come tale può essere consumato nel pieno rispetto delle
regole di una alimentazione sana ed equilibrata.




                                                                Giorgia Marino

                                                                 Gloria Maccarone
ECONOMICO E SALUTARE: VALE ANCHE PER I NOSTRI
                          AMICI A QUATTRO ZAMPE?

Avere un animale domestico in molti casi può far
piacere, sopratutto per quanto riguarda i cani, gli
amici più fedeli dell’uomo. Ma un cane, come un
gatto, o anche un animaletto più piccolo, porta via
tanto tempo, e soprattutto tanti soldi. Infatti tra
veterinari, cure specifiche e mangiare, sopratutto
di questi tempi, chi vuole comprare un’animale deve
riflettere per bene prima dell’eventuale acquisto.



Per chi ha già un cane o un gatto, o comunque lo vuole acquistare, sarebbe importante risparmiare
su una parte essenziale, ovvero l’alimentazione. Premettendo che accade che per quanto possa
sembrare ottimo, il cibo per animali,      spesso presentato con tanto di certificazioni, non è
veramente il massimo; ne è un esempio “Purina”, solitamente considerato il top del top, rivelatosi
però, peggiore delle merci presenti nei discount. Quindi come fare per garantire al nostro cane un
cibo di qualità ad un prezzo contenuto? Va detto innanzitutto che non necessariamente spendere
molto significa spendere bene. Un altro consiglio è scegliere sempre cibi secchi rispetto a quelli
umidi, i      croccantini sono il cibo ideale, perché contengono tutte le qualità nutritive che
necessitano per alimentare i vostri fedeli amici. Lo stesso discorso è valido per i gatti; difatti
questi hanno il vantaggio di non guastarsi nella ciotola e si adattano alla loro ricerca di cibo per
più pasti al giorno. È essenziale leggere gli ingredienti, chiedendo consiglio al veterinario ed
evitare gli alimenti che contengono conservanti.Detto questo, il più delle volte il cibo acquistato
dal supermercato sotto casa non conviene. L’ideale sarebbe trovare          un ingrosso di cibi per
animale che venda anche al dettaglio. Se si ha assolutamente idea di dove cercare, l’unica
soluzione è quella di acquistare tutto online. Ovviamente provate i nuovi prodotti che vi sembrano
adatti in piccole quantità; poi, se al nostro amico a quattro (o due) zampe piace, prendetene in
quantitativi maggiori. I siti che offrono un miglior rapporto qualità/prezzo sono senza dubbio:
www.pacopetshop.it, www.arcadelmasi.it dove con un ordine di 50 euro non si pagano le spese di
spedizione.



                                                              Celeste Amoroso

                                                               Valentina Rulli




                        CURIOSANDO CURIOSANDO                            …
Sul cibo le leggende metropolitane ed i miti sono tantissimi, ma non tutti sono veri. Oggi
proveremo a fare luce su alcuni di questi, o meglio ci proverete voi: nella prima parte vi
elencheremo una serie di curiosità relative a diversi stati; nella seconda vi diremo quali sono vere
e quali sono false, così potrete mettervi alla prova.

1.   In Cina si mangiano i cani.
2.   Esiste un liquore fatto con il veleno della vipera.
3.   E’ stata creata e allevata un’anguria quadrata.
4.   Le mucche allevate per gli hamburger del Mc Donald’s sono geneticamente modificate in modo
da   avere zampe cortissime e corpo molto grande, così, da evitare gli sprechi.


Siete capaci di distinguere le leggende metropolitane vere da quelle false?




                                               1.In Cina si mangiano i cani: vero, anche se non in
                                               tutte le zone. Il filetto del San Bernardo,ad
                                               esempio,    è   ritenuto     molto   prelibato,     anche   se
                                               generalmente      esistono     razze    di   cani    allevate
                                               appositamente per questo scopo. Sono molte le
                                               associazioni animaliste che,però, protestano contro
                                               questa     pratica,   che     noi    occidentali    riteniamo
                                               aberrante.




2. Esiste un liquore fatto con il veleno della vipera: vero in
parte; infatti è fatto con la vipera stessa, non con il suo
veleno. Sulle nostre montagne, in Trentino ed in Friuli, è
possibile “gustare” grappe alla vipera, distinguibili per la
presenza della vipera nella bottiglia stessa.La ricetta per
prepararla è tramandata di generazione in generazione e chi
ha avuto modo e soprattutto coraggio di assaggiarla ha
ammesso di averla apprezzata.




                                         3. Esistono i cocomeri quadrati: vero, ma non sono il
                                         risultato di una modifica genetica, bensì sono stati
                                         semplicemente fatti crescere in vasi quadrati. Peccato
che siano venduti in Giappone e che abbiano un costo molto più alto delle classiche angurie
rotonde.




4. Mc Donald’s e le mucche dalle zampe corte:
falso. La leggenda voleva che le mucche avessero gli
arti corti, per occupare meno spazio nelle stalle in
cui alloggiavano cosi che ci fosse più rendita di
carne. Questo, però, non è vero: negli Stati Uniti
l’allevamento, non solo delle mucche, è estremamente
intensivo. È probabile, quindi, che le mucche abbiano
più carne in modo tale da appartenere a razze con
ridotto materiale di scarto, alimentati 24 ore su 24
con un ciclo di ingrasso abbreviato e ridotto. Le
mucche,       così    come    i   polli,   spesso   non   hanno
possibilità          di      muoversi        e      gli    arti
appesantiti,dall’enorme mole di grasso, tendono ad
essere fragili.




                                                                           Celeste Amoroso
                                                                          Valentina Rulli




                     Secondo una statistica nel mondo ci sono 264 milioni diabetici.
PANDEMIA SILENZIOSA

      Polo Cavallo Perin: “La prevenzione incomincia sedendosi a tavola”.

Il diabete è una malattia cronica in cui si ha un aumento della glicemia, ovvero, livelli di zucchero nel
                                                                 sangue che l’organismo non è in grado di
                                                                 riportare      alla    normalità.       Questa
                                                                 condizione     può     dipendere     da    una
                                                                 ridotta      produzione    dell’insulina,cioè
                                                                 dell’ormone prodotto dal pancreas per
                                                                 utilizzare     gli     zuccheri     e     altri
                                                                 componenti       del      cibo      per    poi
                                                                 trasformarli in energia.

                                                                 L’iperglicemia, cioè l’elevata presenza di
                                                                 glucosio nel sangue,se non corretta con
                                                                 una terapia adeguata,durante il corso
                                                                 degli anni può comportare la perdita
                                                                 della vista, della funzione del rene fino
                                                                 alla necessità di dialisi o di trapianto e
                                                                 ci si espone a un maggior rischio
d’infarto cardiaco, ictus e cancrena alle gambe. Nonostante ciò, è possibile convivere con questa
malattia, ma è fondamentale conoscere cosa causa un aumento o una diminuzione della glicemia in modo
da mantenerla stabile evitando o ritardando così la ricomparsa e la progressione delle complicanze
croniche che peggiorano la qualità della vita.

Il diabete può essere invalidante ,e purtroppo è in forte crescita a livello mondiale, almeno in parte a
causa dell’aumento dell’obesità oppure della sedentarietà delle popolazioni.




In Italia è una malattia comune che interessa 3-5%
                                                 della
popolazione generale, mentre nei paesi nordici può arrivare ad interessare circa il 6-8% della
popolazione. E’ una delle patologie più diffuse al mondo, e nel 2025, secondo le stime degli esperti, sarà
tra le maggiori “piaghe della salute” insieme a malattie cardiovascolari e tumorali: oggi il diabete
interessa circa 264 milioni di persone e fra 16 anni, secondo una statistica, ne colpirà altri 380.Nel
nostro paese , ogni anno si registrano più di ventimila bambini affetti da diabete infantile e giovanile.
Tanto che l’Organizzazione mondiale della sanità parla di una “pandemia silenziosa” e dai grandi numeri,
che fanno riflettere, bisognerebbe partire per conoscere, prevenire e curare in modo appropriato una
malattia dalle mille sfaccettature.




Il professore Paolo Cavallo Perin, presidente della Società italiana di diabetologia e di Diabete Italia in
uno dei suoi libri scrive che i fattori più a rischio sono meglio conosciuti per il diabete di tipo 2: avere
un parente di primo grado ( genitore, fratello, figlio) con diabete di tipo 2, essere obesi, avere
l’ipertensione o la dislipidemia , aver partorito un bambino alla nascita con peso superiore ai 4
chilogrammi.

La guarigione da questa malattia è possibile solo in rari casi con il diabete tipo 2. Però ,esso è curabile
in tutti i casi con il miglioramento dello stile di vita insieme all’assunzione di determinati farmaci che
tengono sotto controllo la glicemia.

Un consiglio fondamentale che il nostro professore offre a coloro che sono a rischio, è quello di
limitare le dosi di zuccheri semplici, come ad esempio; mezzo cucchiaino di zucchero nel caffè a fine
pasto, 150-200 grammi di frutta a fine pranzo e cena e inoltre i carboidrati devono essere controllati.
Devono essere molto ridotti il fumo e il consumo di grassi di origine animale, come i formaggi e i salumi.
La massima attenzione deve essere rivolta alla quantità del cibo di cui ci nutriamo.

                                                                                            Angelica Iunius




      IL CIBO DEL
           FUTURO
Le   modifiche   genetiche    non      sono
qualcosa di estraneo all’agricoltura o
alla natura stessa, in quanto per millenni l’uomo ha alterato il genoma delle piante selvatiche, rendendole
adatte al consumo dell’uomo. Se noi oggi in natura trovassimo ortaggi selvatici, probabilmente
finiremmo per non riconoscerli. Gli incroci effettuati per eliminare nelle piante caratteristiche non
favorevoli all’uomo hanno portato un vantaggio evolutivo alla pianta in quanto sacrificando una parte del
DNA, è riuscita ad assicurarsi la sua propagazione. Ci sono piante che invece non si sono “servite”
dell’aiuto dell’uomo per la rigenerazione della specie,bensì hanno maturato da sole una “strategia
naturale” come ad esempio la pianta Oxalis Corniculata che, se si cerca di estirparla, “spara” i suoi semi
fino ad un metro di distanza. È proprio quella che si potrebbe definire “strategia evolutiva” che
consente alla pianta di non estinguersi. Ogni anno si effettuano esperimenti in campo aperto, ossia in
vere condizioni ambientali, affinché si verifichino le giuste priorità dei vegetali.

Spesso però ci sono degli errori nel modificare il DNA dell’organismo vivente, in quanto è possibile che
la sequenza inserita possa aver modificato il comportamento di altri geni o addirittura averli resi
inattivi.

Nel mondo industrializzato una tecnica standard per costruire un organismo geneticamente modificato
consiste nell’usare come mediatore un batterio.

Tra le moltissime malattie diffuse nel mondo c’è il diabete; nel diabetico il pancreas non è in grado di
produrre l’insulina, piccola proteina che permette al glucosio nel sangue di entrare nella cellula che
produce energia.

Ma, nel 1978 alcuni scienziati riuscirono a far produrre insulina umana al batterio Escherichia Coli,
inserendo nel DNA il gene per codificare la proteina.

I batteri geneticamente modificati non vengono usati solo per il diabete ma anche nell’industria
alimentare.

Infatti da sempre il formaggio si ottiene utilizzando il caglio animale ottenuto dal cosiddetto quarto
stomaco dei ruminanti, ma bisogna uccidere vitelli, capre e agnelli per ottenerlo mentre negli ultimi anni
si è iniziato a produrre in laboratorio la chimosina, ossia un enzima che induce la coagulazione del latte
e lo trasforma in formaggio invece di estrarla dallo stomaco dell’animale.

In altre parole, non si può parlare di cibi geneticamente modificati esclusivamente come alimenti
pericolosi per la nostra salute.

Le multinazionali delle biotecnologie hanno ideato una nuova dieta a base di alimenti che hanno la stessa
funzionalità degli antibiotici. Per rimanere in forma e nello stesso tempo curare problemi cardiaci, è
ottima un’insalatina di riso supervitaminizzata con aggiunta di ferro ,un piatto di pomodori transgenici
agli antiossidanti con un cucchiaino d’olio d’oliva dal DNA ritoccato e per finire un bicchiere di vino
senza alcol.

                                                                    Sulle    confezioni       dei   cibi   vegetali
                                                                    modificati ci sarà scritto “ Attenzione,
                                                                    è un farmaco. Leggere le avvertenze
                                                                    prima di cucinare” . Inoltre se si
                                                                    volesse partire in tutta tranquillità
                                                                    per     un    viaggio       oltre      oceanico
                                                                    basterebbe        mangiare      uno    speciale
                                                                    contorno     di    purè     modificato     per
vaccinarsi contro il colera. Si finirà così di non sapere più se sarà il fruttivendolo a vendere medicine o
se si dovrà andare in farmacia per fare la spesa.

Nel futuro potremmo avere spaghetti agli antibiotici, melanzane che producono pesticidi naturali e
latte per curare gli emofiliaci.

Un Consorzio di Avezzano si è interessato della ricerca applicata alle biotecnologie e ha scoperto il
vino senz’alcol (i polifenoli vengono estratti e separati dalla parte alcolica), una nuova bevanda perfetta
per chi ha problemi cardiovascolari.

Così come chi vuole cucinare i funghi deve imparare a riconoscere le specie prelibate da quelle tossiche,
anche chi vuole consumare organismi geneticamente modificati deve saper giudicare caso per caso, solo
così possiamo capire se sono utili o dannosi e se valga davvero la pena di produrli e usarli.




IN ITALIA MANGIAMO CIBI GENETICAMENTE MODIFICATI

Da molto tempo tutti gli italiani mangiano il grano
Creso, creato inducendo mutazioni genetiche nelle
piante mediante l’esposizioni alle radiazioni. La legge
attuale non considera OGM le piante create con
questa tecnica anche se il genoma di quel grano è stato
modificato.




IN ITALIA LA LEGGE VIETA DI UTILIZZARE GLI OGM?

No, in Italia non è vietato di utilizzare gli OGM ma a differenza è vietato utilizzarli. In Italia oggi
esportiamo dall’estero grandi quantità di cibi geneticamente modificati come ad esempio soia, vacche,
maiali e anche produzioni tipiche.




                                                            L’AGRICOLTURA   OGM    E’  MENO
                                                            DANNOSA DI QUELLA CONVENZIONALE

                                                            L’agricoltura convenzionale non biologica, cioè
                                                            tutta l’agricoltura non-OGM, utilizza un gran
                                                            numero di pesticidi che il più delle volte sono
                                                            molto tossici per l’ambiente che di quelli
                                                            utilizzati    per   le   colture    geneticamente
                                                            modificati.




                                                            I GENI ANIMALE E VEGETALI HANNO
UNA STESSA ORIGINE
Tutti gli organismi presenti sulla terra hanno un’origine comune ovvero si è evoluta da qualche
semplicissimo organismo primordiale. Proprio per questo motivo animali, vegetali e batteri hanno in
comune moltissimi geni. Infatti non si può parlare di geni animale e geni vegetali come organismi
intrinsecamente diversi.



VERITA’ SULLA FRAGOLA-PESCE!

La fragola-pesce ovvero la fragola OGM capace di
resistere ai climi più freddi grazie ad ai geni innestati
provenienti da un pesce artico, non è mai esistita.
Nessuna università si è mai interessata di questo
infatti tutto ciò è solo una “leggenda metropolitana”.




Federica Cirillo



Ilaria d’Annibale



Chiara D’Aurelio




     All’interno del regno dei felini, è stato possibile
                        riscontrare una particolarità curiosa: gatti femmina a tre colori.


                      Tricolore non solo la nostra bandiera!
   Come dimostrano recentissimi studi biologici,esiste solo un caso su tremila di gatto maschio a tre colori.




Il gatto,dall’antico latino “catus”, è un mammifero carnivoro appartenente alla famiglia dei
“felidi” e al genere “Felis”.

Come tutti gli esseri viventi, è costituito da una membrana cellulare contenente il citoplasma,
nel cui nucleo, si trovano i cromosomi, costituiti da DNA, e presenti nei gatti in 19 coppie
omologhe di 38 cromosomi. Essi contengono i geni, responsabili delle caratteristiche
strutturali del soggetto e tra di essi ricoprono un ruolo importante i cromosomi sessuali, che
determinano il sesso degli individui (cromosomi XX per le femmine e XY per i maschi).

All’interno di un processo chiamato meiosi ogni coppia di cromosomi si separa dando origine a
spermatozoi e ociti di diciannove cromosomi, in modo che, al momento della fecondazione, il
nuovo individuo possa avere un corredo genetico perfetto,di 38 cromosomi.

Tra i geni alcuni possono definirsi come “dominanti” poiché tendono ad esprimersi anche
quando presenti su un unico cromosoma, altri invece chiamati “recessivi” sono latenti. Ce ne
sono poi alcuni che vengono definiti come “concatenati” perché passano di generazione in
generazione sullo stesso cromosoma; questo è il caso del
gene “orange O”, ovvero del carattere rosso dominante il
quale è “legato al sesso” ed è presente solo sul cromosoma
                                                                           SINDROME DI DOWN
sessuale X. Dato che il cromosoma Y manca completamente
di gene rosso dominante, solo il cromosoma X può
trasmetterlo.

Ebbene,se un gatto avrà il colore rosso dominante questo
gene dominerà su tutti, a eccezione del bianco,nel caso del
rosso recessivo il gatto erediterà il pelo di un altro colore.
Nel momento in cui una femmina (cromosoma XX)
presenterà un gene rosso dominante e rosso recessivo, si
genererà non un gatto rosso ma un “tricolor” in quanto si
miscelano gli effetti e si dispiegano, così, i colori rosso
(arancio), un altro colore (per lo più nero o blu) e il bianco.

Quindi,capiamo bene, è un fenomeno esclusivamente
femminile.

Ma bisogna stare attenti a non confondere questi particolari esemplari a tre tinte con altri a
due. Infatti,i felini bianchi con zone tigrate potrebbero apparire con una pelliccia bianca,nera
e grigia ma non sono “tricolor” autentici perché non vi è presente il gene rosso dominante; ma,
neanche quelli bianchi con zone rosse e crema lo sono perché solo uno dei colori deve essere
                                                                  rosso o crema. Pertanto, si parla si
                                                                  falsi “tricolor” ,da non confondere
                                                                  con quelli autentici considerati
                                                                  come rari e pregiati.

                                                                  C’è da fare,infine, un’ultima
                                                                  considerazione: esiste anche,come
                                                                  dimostrato da studi biologici
                                                                  effettuati negli ultimi anni del
                                                                  secolo, la presenza di “tricolor”
                                                                  maschi. Ma badiamo bene, che è
                                                                  solo un caso su tremila e si tratta
comunque di un’anomalia,ovvero un errore genetico durante il processo della meiosi. Infatti,
non possiedono un corredo genetico “XY” come dovrebbero, bensì “XXY” dove la coppia “XX” è
responsabile del tricolore. Questi esemplari sono afflitti da “Sindrome di Klinefelter” e si
riconoscono sempre per la loro sterilità, la tendenza a spruzzare il liquido seminale e per
un’aggressività parecchio accentuata.

Questo “sbaglio” tuttavia non è un fenomeno presente solo nel regno dei felini,ma si verifica
anche nell’uomo. Ne è una prova la “Trisomia 21” o più comunemente chiamata “Sindrome di
Down”, dove si riscontrano tre cromosomi 21 anziché due, la “Trisomia 18” o “Sindrome di
Edwards” o appunto la “Sindrome di Klinefelter” che, come nei gatti, è un cromosoma in più
fra quelli sessuali e spesso le persone affette si presentano come uomini in cui sono presenti,
oltre alla sterilità, caratteristiche femminili e un elevato aumento dell’aggressività.

Forse,chissà, tra centinaia e centinaia di anni a causa delle mutazioni genetiche potremmo
anche avere esemplari di gatto maschio “tricolor” sano,ma per il momento, questa è solo una
prospettiva piuttosto fantasiosa.




                                                                     Giorgia Mincone



                                    Roberta di Gravio
Allattamento che passione!

                                                                  Il latte che tutti i mammiferi danno ai
                                                                loro piccoli è sempre composto da acqua,
                                                                     grassi, proteine, zucchero, piccole
                                                                    quantità di minerali vari, vitamine e
                                                                ormoni. Le proporzioni di tali ingredienti
                                                                 variano moltissimo da specie a specie. Il
                                                                  latte di pecora, ad esempio, è 80 % di
                                                                  acqua, 9 % di grassi e 5 % proteine; il
                                                                latte della grande balena azzurra è 50 %
                                                                    acqua, 30 % grassi e 12 % proteine.
                                                                 Com’è naturale, il latte più favorevole al
                                                                       neonato è quello della specie di
                                                                appartenenza. I biologi, questo, lo hanno
                                                                     sempre saputo, ma non hanno mai
                                                                sospettato che vi fosse una relazione tra
                                                                      composizione del latte e stile di
    accudimento, finchè Devorah Ben Shaul, una biologa israeliana che negli anni Cinquanta e Sessanta
  lavorava allo Zoo Biblico di Gerusalemme, cominciò a riflettere su alcune cose che andava scoprendo.
Cominciò a interessarsi del latte e della sua composizione perché, dovendo spesso nutrire manualmente
degli animali selvatici, voleva trovare il modo di simulare quanto più possibile la dieta normale che il
piccolo avrebbe avuto allo stato libero. Così, prese a raccogliere e ad analizzare campioni di latte
prodotto da centinaia di animali selvatici: balene gibbose, cammelli arabi, ippopotami, bufalo d’acqua;
praticamente, tutti quelli che riusciva ad avere.
"Mi aspettavo, naturalmente, che si potessero fare correlazioni importanti sulla base della parentela
della specie”, scrisse la Ben Shaul nel suo innovativo articolo comparso sull' International Zoo Yearbook
nel 1962, “invece scoprii presto che non era così. Mi trovai di fronte a dei risultati apparentemente
irrazionali, come il fatto che un orso grizzly e un canguro avevano un latte dalla composizione quasi
uguale, o, per fare un altro esempio, che il latte della renna era simile a quello del leone.”
Pensò che forse c’era un motivo logico se il latte di un grizzly e quello di un canguro erano simili, visto
che in entrambe le specie le madri stavano costantemente con il piccolo, e questo può alimentarsi in
qualsiasi momento. Se raffrontato con quello di altri animali, il latte di questi due animali è molto
diluito. Cani, gatti e roditori, invece, producono tutti un latte più concentrato e di più alto contenuto di
grassi. Ma questi animali lasciano i piccoli ogni volta per ore.
Nel suo famoso articolo sul fondamento logico della composizione del latte, la Ben Shaul sosteneva
anche che il latte può rispondere a fattori che si aggiungono al normale accudimento del piccolo, fattori
relativi alla specie, all’ambiente in cui esso vive e alle sue specifiche reazioni a quell’ambiente. Il latte
ricco di grassi prodotto da balene, foche e delfini, fece osservare la studiosa, è il risultato del fatto
che questi animali trascorrono gran parte del loro tempo in acque fredde.
Non molto tempo dopo che la Ben Shaul ebbe pubblicato le sue scoperte, i ricercatori cominciarono a
chiedersi cosa potesse eventualmente rivelarci la composizione del latte umano.
Nicholas Blurton Jones, etologo inglese, ha diviso le madri terrestri in due tipi fondamentali: nutrici
continue, ovvero madri che portano con sé
il piccolo o sono seguite da lui e nutrici
distanziate, ovvero madri che nascondono
la loro prole o la tengono nel nido. Questi
due grandi raggruppamenti, come ha fatto
notare Blurton Jones, si distinguono per
alcuni precisi aspetti.
Le   nutrici   distanziate,    come      risulta
implicito   dal      nome   assegnato      loro,
alimentano i piccoli a intervalli più o meno
distanziati tra loro, e il latte ha un alto
contenuto in termini sia di proteine che di
grassi; inoltre,i loro piccoli succhiano il
latte   velocemente.      Invece,   le   nutrici
continue, le trasportatrici come le madri
dei primati, di marsupiali e di certe specie
di pipistrelli, al pari anche delle specie seguaci, quali pecore e capre, allattano i loro piccoli più o meno
continuamente, il loro latte è a basso contenuto di grassi e proteine; i loro piccoli succhiano lentamente.
E, in questo quadro, dove si collocano gli umani ? Con un contenuto di grassi del 4,2 % e un contenuto di
proteine dello 0.9 %, il nostro latte ci colloca chiaramente nella categoria delle nutrici continue. Questo
coincide piuttosto bene con quanto sappiamo dell’accudimento materno nelle poche restanti società di
cacciatori-raccoglitori, come i Kung del deserto del Kalahari, o i Papua della Nuova Guinea, le cui madri
portano con sé i loro piccoli (appoggiati su un fianco o sospesi con una imbragatura) e li nutrono
piuttosto frequentemente (durante il giorno anche ogni quarto d’ora e durante la notte almeno una
volta, finché non hanno tre anni). Ciò spiegherebbe alcuni comportamenti del bambino moderno, quali il
fatto che il suo pianto viene acquietato con un movimento ondulatorio dal ritmo di circa 60 cicli al
minuto, corrispondenti alla velocità di una donna che cammini lentamente, cercando forse il cibo, e che
trasporti il figlio sull’anca. Si può affermare quindi che i comportamenti tra cuccioli e neonati non sono
poi tanto diversi.


                                                                          Valentina Di Giamberardino
MATERNITA’ SEMPRE PIU’ PRECOCI.
     RAGAZZINE CONSAPEVOLI O INCOSCIENTI?
Cresce sempre più il numero di teenagers che si ritrovano ad aspettare un bambino. Talvolta non si è a
conoscenza dei rischi che una maternità troppo precoce può implicare. Infatti, i bambini nati da madri
troppo giovani corrono il pericolo, una volta cresciuti, di commettere lo stesso errore. Il paese
maggiormente coinvolto? Sicuramente l’Inghilterra, seguito dagli Stati Uniti con 800.000 casi annui.

Giorgio Vittori, presidente della società italiana di ginecologia e ostetricia, ritiene che la causa di
questo fenomeno sia da ricercare nella mancata educazione affettiva e scientifica ricevuta dai ragazzi
e nei valori che la società propone. Soprattutto, sostiene, i giovani conoscono poco i metodi
contraccettivi.

“Queste gravidanze precoci sono il frutto di comportamenti troppo disinvolti” dice il dottor Vittori,
secondo il quale anche i ginecologi devono contribuire ad un’ accurata educazione sessuale e affettiva
pianificata con l’accordo della famiglia, affinché le ragazze siano protette dal rischio di malattie che si
trasmettono sessualmente.

Anche il governo e le istituzioni italiane si stanno preoccupando di introdurre l’educazione sessuale tra
le materie scolastiche; basterebbe anche soltanto un piccolo numero di ore perché i giovani si rendano
conto della gravità della situazione e cerchino di diventare più consapevoli.

Sicuramente però, una delle cause di questo fenomeno è da ricercare nella crisi di valori che, di giorno
in giorno, peggiora. Per esempio, il modello che propongono i mass media porta i ragazzi, categoria molto
influenzabile, ad imitare comportamenti spesso
immorali e precoci. Il messaggio subliminale è che,
se non si è in un certo modo, si è “out” ovvero che
chi si distingue e decide della propria vita
seguendo la propria testa, i principi dati dai
genitori ed i valori in cui crede, debba esser
soggetto all’emarginazione e alla solitudine.

I registri americani, forse perché molto coinvolti,
si sono sbizzarriti nel produrre film su questa
tematica. Alcuni di questi, usciti pochi anni fa,
definiscono le adolescenti incinte come “generazione Juno”, in ricordo di un film che ha riscosso molto
successo, probabilmente perché fu uno dei primi a rompere il silenzio e la finta indifferenza nei
confronti di avvenimenti che, poiché stanno diventando sempre più frequenti, sono oramai fenomeni
allarmanti e frutto di preoccupazione.

È allarme rosso in Inghilterra, Francia e Austria. Basti pensare che negli Stati Uniti i parti di
adolescenti costituiscono il 6% del totale annuo.

In Italia, invece, secondo i dati ISTAT la percentuale delle baby mamme annuali è pari allo 0.5%.

                                                      Il numero dei bambini che nascono ogni anno da
                                                      adolescenti tra i 13 e i 19 anni ammonta a 10.000.

                                                      Il 70% dei bambini nasce nell’Italia meridionale,
                                                      soprattutto in Campania e Sicilia.

                                                      In    aumento è anche il numero di neo mamme
                                                      immigrate. Infatti molte ragazze che vengono prese
                                                      in adozione si ritrovano in dolce attesa proprio nel
                                                      periodo adolescenziale. Ciò può accadere perché gli
                                                      adolescenti adottati sono più fragili e hanno forse
                                                      maggior bisogno di affetto rispetto agli altri. Infatti
                                                      talvolta capita che rovinino la loro vita per sempre
                                                      ,per colpa di un ragazzo sbagliato. Spesso non ci si
                                                      rende conto di quanto sia difficile crescere un
                                                      bambino e della maturità e responsabilità che
sottintende questa scelta.

Silvia invece l’ha capito molto bene, a sue spese..

“Avevo 18 anni quando rimasi incinta: il mio ragazzo non ne volle sapere di assumersi la sua parte di
responsabilità e i miei genitori adottivi mi cacciarono di casa. Sono stata aiutata dalla fondazione del
Movimento per la Vita che mi ha offerto ospitalità e sostegno per un anno. Quando è nato Riccardo, la
mia vita è cambiata radicalmente, più di quanto avessi previsto. Ancora adesso, a distanza di qualche
anno, ricordo la difficoltà nell’inserirmi nel mondo del lavoro, nonostante fossi stata una studente
modello negli anni del liceo Ma nonostante ciò, non mi sono mai pentita di aver fatto nascere il mio
meraviglioso bambino, neanche nei periodi più critici..”




Ciò che preoccupa maggiormente è che alcune ragazze, secondo il risultato di sondaggi svolti a
campione, scelgono consapevolmente di avere un bambino in età adolescenziale, come succede a Monia
che ci ha lasciato una breve dichiarazione :

“A 17 anni ero fidanzata ormai seriamente da oltre un anno. Io ed il mio ragazzo volevamo render più
stabile la nostra unione, sposandoci, nonostante la giovane età. Così ne abbiamo parlato ai nostri
genitori che, dopo averci pensato bene, hanno deciso di appoggiarci nella nostra volontà. In poco tempo
abbiamo organizzato il matrimonio in Comune per poi tentare di avere un bambino. È nata Marta che ha
rafforzato ancor di più l’unione tra me ed il mio ragazzo. C’è chi ci ha accusato di incoscienza, ma noi
siamo consapevoli di tutto ciò cui andiamo incontro e quando arriveranno le difficoltà le supereremo.
Vogliamo credere al nostro amore per sempre, anche per la nostra bambina che, ribadisco, abbiamo
fortemente voluto.”
Da questa testimonianza emerge che nella società non sono più di “moda” valori come l’attesa, infatti, se
si “bruciano le tappe” si rischia di non esser mai soddisfatti e di non conoscere la cosiddetta serenità
che tutti cerchiamo.

Quindi sarebbe necessario intervenire affinché si riscoprano certi valori che hanno fatto vivere intere
generazioni. Con questo non si deve pensare che non ci siano mai state ragazze madri, per giunta
adolescenti. Però succedeva meno spesso rispetto ad oggi e di certo non era una moda. Invece oggi si
rischia che si pensi proprio questo.




                                                                                              Vienna Rao
MARIA CHE BRUTTA MANIA!
La Marijuana , affiancata a nomi in codice come Maria, fumo, erba o spinello, è una sostanza che
frequentemente crea “dipendenza ” tra i giovani d’oggi.
La maggior parte di loro consuma questa droga attraverso le sigarette spesso combinandola con altre
sostanze come il crack e la cocaina.
Il principale principio attivo che contiene è il delta-9-tetraidrocannabinolo che provoca danni all’attività
motoria e mentale del soggetto che ne fa uso. Nell'America centrale, precisamente in Giamaica, a
partire dagli anni trenta del Novecento nasce e inizia a diffondersi una nuova religione,chiamata
Rastafar-I. Dagli anni ottanta viene conosciuta in tutto il mondo grazie a vari personaggi, tra cui
ricordiamo Bob Marley e grazie anche alla musica reggae che ne divulga i contenuti.

Il Rastafarianesimo non appare molto lontano dalla dottrina cristiana ortodossa, in quanto anche i
rastafariani credono nella divinità di Cristo, nella trinità, nella resurrezione dei corpi ed in tutti gli altri
dogmi.

Inoltre, obbediscono ai dieci comandamenti di Mosè ed alle regole d'amore dettate da Cristo.

Una particolarità è il "millenarismo", ovvero i suoi seguaci sono convinti che il Cristo prima della fine del
mondo e del giudizio universale debba instaurare un nuovo regno sulla terra.

Il nome Rasa Tafari ha origini Etiopiche, riprese dall'imperatore Hailé Selassié I che salì al trono nel
1930 con i titoli di Re dei Re e Leone conquistatore della
tribù di Giuda.

Dopo che egli si esiliò volontariamente fece ritorno in
patria e alcuni credenti riconobbero in lui il Cristo nella sua
"seconda venuta".Molto importante per l'affermazione di
questa religione fu il movimento etopistico, una corrente di
ispirazione cristiana che rivendicava tutto ciò che
appartenesse alla cultura degli schiavi africani e
soprattutto alla loro dignità, con particolare riferimento
spirituale e politico all'Etiopia. Il loro testo sacro, Kebra
Nagast, è composto dall'Antico e Nuovo Testamento e
contiene anche i testi ufficiali, testimonianza storica del
Re.I rastafariani parlano di "parentela spirituale",
riservano un particolare rispetto per tutti i credenti di
ogni fede,di ogni cultura e di ogni paese,facendo riferimento ad una frase del loro Messia che le
definisce come altrettante "vie del Dio vivente". Sono rispettosi anche verso loro stessi e il proprio
corpo, infatti, seguono una corretta alimentazione, molto esercizio fisico e si astengono dalle droghe.
Un'importante simbolo di riconoscimento,anche se non
                                             obbligatorio, è la capigliatura Rasta.

                                             Le lunghe e dure trecce rappresentano un simbolo, un voto
                                             di carattere religioso che implica l'astensione dalla
                                             pettinatura, dalla tonsura, dagli alcolici, dall'uva e dai
                                             derivati e che presuppone una dieta vegetariana. Tutto ciò
                                             vale anche per la donna che possiede la stessa dignità
                                             dell'uomo.

                                             Secondo i loro seguaci,opportuno è l'uso dell'erba Ganja,
                                             ovvero Marijuana, come erba medicinale e anche meditativa,
                                             che aiuterebbe nella preghiera e nell’acquisizione della
                                             saggezza. Essi sostengono che l'erba Ganja sia cresciuta
                                             sulla tomba del re Salomone, detto il Re saggio, e che da
                                             essa la pianta abbia tratto tutta la sua forza.

                                             Ma viene anche associata all'Albero della vita e della
                                             saggezza situati nell'Eden accanto all'albero della
conoscenza del bene e del male.

In realtà,la Marijuana non è altro che l'infiorescenza essiccata della pianta di Cannabis.

Il suo uso non è innocuo,ma determina una riduzione delle capacità motorie e della concentrazione,
arrossamento oculare,riduzione della pressione intra-oculare, stimolazione dell'appetito e anche
tachicardia. Risultano direttamente evidenti i suoi effetti nocivi nelle due aree del controllo motorio e
della memoria. Apparentemente se il livello di dosaggio è basso, sembra stimolare il movimento del
corpo, mentre un alto dosaggio lo inibisce. Il suo effetto varia a seconda del soggetto che ne fa uso. In
base allo stato psicologico della persona che la assume, le conseguenze saranno più o meno
amplificate.Come se questo non fosse sufficiente per scoraggiare, fumare la cannabis può provocare
forti crisi asmatiche in quanto il fumo di tabacco o di Marijuana irrita le vie aeree polmonari. E' stato
anche affermato che abbassa transitoriamente la produzione di spermatozoi ma esistono anche
ricerche che dimostrano il contrario dove è possibile che si sviluppi una tolleranza verso questi effetti.
Un altro aspetto negativo è rappresentato da un aumento di frequenza cardiaca e un moderato aumento
della pressione arteriosa, che determina un maggiore lavoro cardiaco e una maggiore richiesta
d'ossigeno da parte del muscolo cardiaco. Ma il monossido di carbonio che viene assunto fumando
l'erba, riduce la capacità di trasporto dell'ossigeno da parte del sangue.

Lasciamoci pure affascinare dalle treccine rasta, ma cerchiamo in noi stessi la capacità di affrontare i
problemi e di godere della vita senza l’aiuto di sostanze che, come è dimostrato scientificamente, sono
solo dannose.




                                                                                         Roberta Gaudenzio

                                                                         Fabiana Russo      Marzia Lupinetti
Il suicidio è una scelta? Non sempre!

                                                                     Il suicidio è un atto estremo che
                                                                     porta la morte voluta di un individuo.
                                                                     Anche in questo gesto terribile,le
                                                                     donne si differenziano dagli
                                                                     uomini,perché tendono a prediligere
                                                                     tecniche di suicidio che non
                                                                     comportano danni esterni al corpo e
                                                                     all'ambiente circostante, quali ad
                                                                     esempio ingestione di farmaci o
                                                                     avvelenamento da monossido di
                                                                     carbonio.

                                                                     Il suicidio è sempre un atto che
manifesta un estremo disagio psicologico; il suicida può decidere di compiere l'estremo gesto in un
luogo distante da quello in cui risiede: può trattarsi di un luogo scelto a caso come di un luogo che ha
rappresentato qualcosa nella sua vita.

Il suicidio è una scelta ma a volte è costretto. Si è infatti scoperto che esistono alcuni farmaci che
presi in grandi quantità possono portarti ad uccidere.

Le beta - carboline e i barbiturici, non sono più utilizzati per i
gravi effetti indesiderati e la elevata probabilità di decesso in
caso di assunzione di quantità eccessive (noto ad esempio il
suicidio di Marilyn Monroe).




                               Farmaci antiepilettici
I medicinali particolarmente predisposti sono quelli antiepilettici - Carbamazepina, Tegretol, Tolep,
Depakin, Neurontin, Topamax,.. - usati dai neurologi per l'epilessia ma anche ampiamente prescritti
dagli psichiatri come "stabilizzatori dell'umore" in particolare per i diagnosticati "maniacali" e
"maniaco-depressi", è risultato che aumentano il rischio di suicidio. L'aumentano di circa il doppio.

L'avviso di pericolosità è stato emesso il 31 gennaio 2008 dall'organismo Usa di controllo sui farmaci
(FDA). L'analisi ha riguardato 11 farmaci antiepilettici somministrati a ben 27.863 pazienti mentre a
16.029 altri pazienti era dato un placebo ( plecebo = falso farmaco innocuo ma all'apparenza vero). Il
                                                       risultato è importante dato l'altissimo numero di
                                                       pazienti coinvolti, alto numero che fa del risultato
                                                       statistico una quasi-certezza dell'aumento del
                                                       rischio di suicidio con tali farmaci. L' FDA ha
                                                       analizzato i resoconti di suicidio (sia ideazioni di
                                                       suicidi che azioni suicidali) fatti in studi clinici con
                                                       controllo placebo su undici farmaci usati sia per
                                                       trattare l'epilessia che disordini psichiatrici che
                                                       altri problemi. Questi farmaci sono comunemente
                                                       denominati "farmaci antiepilettici". Dall'analisi del
                                                       FDA risulta che i pazienti che hanno ricevuto gli
                                                       antiepilettici hanno un rischio circa doppio di
ideazione o comportamento suicidale (0,43%) rispetto il rischio dei pazienti che hanno ricevuto il
placebo (0,22%). L'aumento del rischio di ideazione e comportamento suicidale è stato rilevato già una
settimana dopo l'inizio della somministrazione di antiepilettico e continuò per le 24 settimane
successive. Questi risultati erano consistenti mediamente per tutti le undici farmaci. Tutti i pazienti
trattati o per epilessia o disordini psichiatrici o altro, hanno mostrato un aumento del rischio di
suicidio. Ecco l’elenco degli undici farmaci sottoposti a un’attenta analisi


        Carbamazepine (commercializzata in Usa come Carbatrol, Equetro, Tegretol, Tegretol XR)( in
        Italia Carbamazepina, Tegretol, Tolep)
        Felbamate Gabapentin
        Lamotrigine
        Levetiracetam
        Oxcarbazepine
        Pregabalin
        Tiagabine
        Topiramate
        Valproate
        Zonisamide
        Patient Information Sheet

                                                                                              Silvia Iannascoli




             IL FENOMENO DELLE SMART DRUGS
Sembrano deodoranti, ma...
Le smart drugs, nuove droghe che possiamo trovare sugli scaffali accanto a delle semplici vitamine,
fungono da deodoranti per ambiente, come l’incenso e i sali da bagno, che vengono assunte attraverso
vie respiratorie e causano la perdita di coscienza, capogiri, tremore della lingua, tachicardia e stati
confusionali.
                                                                    Queste sostanze sono dette
                                                                    "droghe furbe" perché capaci di
                                                                    nascondersi        in      prodotti
                                                                    insospettabili e in quanto non sono
                                                                    perseguibili dalla legge, poiché
                                                                    non sono presenti nell'elenco
                                                                    legislativo     delle      sostanze
                                                                    stupefacenti, ma nonostante ciò,
                                                                    hanno effetti più disastrosi delle
                                                                    normali droghe.




Vengono prodotti in paesi lontani come la Cina, sintetizzati in
laboratorio e portati in Italia.
Alcune di queste sostanze sono: Spice, Diamond e Afghan
Incense.
La Spice è facilmente reperibile, senza entrare in contatto con
spacciatori e malavita organizzata; è già stata ribattezzata come
la "marijuana legale". Si tratta di un mix di droghe che
contengono anche thc sintetico, ovvero il principio attivo della
cannabis, ma quattro volte più potente.
Il dipartimento antidroga aveva lanciato l'allerta lo scorso
marzo, ma i prodotti in commercio non sono ancora stati bloccati e continuano a provocare danni.
Le "droghe furbe" hanno un nome divertente e promettono sballo, ma in realtà di "furbo" non hanno
nulla, anzi provocano danni irreversibili e dipendenza. E lo sanno bene gli adolescenti che le usano come
vere e proprie droghe.



                                                                                 Giulia Di Giandomenico
                                                                       Sidorela Naka Roberta Gentile




                       Un mega puzzle: i continenti
Per arrivare a scoprire come sarà la terra nei futuri millenni è interessante conoscerla come era da
giovane,attraverso la deriva dei continenti.
La deriva dei continenti è una teoria moderna che in modo unitario spiega oltre alla posizione dei
                                                                                        vulcani,lo
                                                                                        stupefacente
                                                                                        spostamento dei
                                                                                        continenti e le sue
                                                                                        forme.
                                                                                        Il globo non si
                                                                                        formò così come lo
                                                                                        conosciamo oggi,per
                                                                                        capire
                                                                                        meglio,accostiamo
                                                                                        l’Africa al Sud-
                                                                                        America . Le coste
                                                                                        coincidano. Ciò sta a
                                                                                        significare che un
                                                                                        tempo,l’Africa e
                                                                                        l’America erano
                                                                                        unite.
Sono verificabili altri “incastri”: affiancando all’Africa sud-orientale il perimetro dell’Antartide e poi di
seguito quello dell’Australia,facendo coincidere la Gran baia Australiana con le coste Antartiche della
terra di Wilkes tutto si incastona perfettamente. Con questo mega puzzle creiamo un enorme
continente chiamato Terra di Gondwana che 200milioni di anni fa riuniva Sud-America ,Africa,Australia
e l’India .
Vi era anche un altro continente gigante, nominato Laurasia, che comprendeva il Nord-America, l’Europa
e l’Asia con l’eccezione della penisola Indiana   .

Un tempo ancora più remoto la Laurasia e il Gondwana erano un unico continente,la Pangea.
                                                                        Questi cambiamenti sono le
                                                                        conseguenze di eruzioni vulcaniche
                                                                        e soprattutto di terremoti,
                                                                        verificabili in quanto i magmi delle
                                                                        zolle (adiacenti) spinte in direzioni
                                                                        opposte e parallele per effetto
                                                                        dell’attrito,anche sotto la spinta
                                                                        restano immobili per decenni,
                                                                        accumulando energia. Raggiunta
                                                                        però una dimensione critica,
                                                                        l’energia immagazzinata si libera
                                                                        creando forti scosse, che
potrebbero oltre allo spostamento e ai danni sulla terra provocare anche tsunami e maremoti che
possono geograficamente cambiare la terra, portandola sotto il livello del mare.
Negli ultimi decenni si sono verificati molti terremoti dai più innocui ai più significativi: ricordiamo il più
recente quello del Giappone del 2011 che ha spostato l’asse terrestre di circa 10 cm, il disastro in
Abruzzo causato da una forte scossa nel 6 aprile del 2009, quello in Cile, in Austria, ad Haiti ve ne sono
ancora molti altri, ognuno di essi ha portato piccoli ma incisivi cambiamenti, che modellano a loro
piacimento l’intero globo.
Cambieranno mai i confini? Si creeranno nuovi piccoli continenti?
Sono molte le domande e poche le risposte, ma giocando con la fantasia e sapendo che il fenomeno della
deriva è ancora in atto, con alcuni dati certi possiamo delimitarne alcuni tratti; come il distacco tra
l’Africa e il Sud-America che ogni anno si allontanano di 2 cm. Questa è solo una piccola certezza e non
possiamo essere altrettanto sicuri di molti altri cambiamenti, poiché i terremoti non sono prevedibili.
Tutto può succedere e tutto può cambiare, le cartine geografiche verranno riscritte,e chi sa forse
prima o poi l’Italia sarà una stupenda isola.



                                                                                          Andrea Orletti




                                 LA BELLEZZA…
Che cos’è la bellezza?

                                   Bello, grazioso, carino, sublime, meraviglioso ed espressioni simili
                                   sono aggettivi che usiamo per indicare qualcosa che ci piace. In
                                   questo senso ciò che è bello è legato al buono. La bellezza è una
                                   qualità delle cose percepite che suscitano sensazioni piacevoli che
                                   attribuiamo a concetti, oggetti e persone. La bellezza non è mai stata
                                   qualcosa di assoluto e immutabile, ma ha assunto volti diversi a
                                   seconda del periodo storico e del luogo per quanto riguarda la
                                   bellezza dell’uomo ma soprattutto della donna. Per questo come
                                   afferma lo scrittore Umberto Eco dovremmo fare uno sforzo e
vedere come i diversi modelli di bellezza coesistano in una medesima epoca e come altri si rinviino l’un
l’altro attraverso epoche diverse. Il tema di bellezza viene ulteriormente elaborato da Socrate e
Platone. Il primo divide tre categorie estetiche: bellezza ideale, bellezza spirituale, che esprime l’anima
attraverso lo sguardo, la bellezza utile o funzionale come è descritto nel Fedro. Più complessa è la
posizione, di Platone, da cui nasceranno le due concezioni più importanti della bellezza: la bellezza come
armonia e proporzione delle parti e la bellezza come splendore.




           E tu quando ti senti bella?

Intervistando alcune ragazze (in media dai 17-20 anni) con questa domanda, le risposte ottenute sono
per la maggior parte: …. Quando esco dal parrucchiere e quando sono truccata e ordinata; il restante ha
risposto: “..quando sono di buon umore e sono sicura di me stessa” infine una piccola percentuale non si
sente bella.




        Fai il nostro questionario per scoprire quanto ti senti bella.



     QUESTIONARIO SULLA TUA BELLEZZA...

       TI SENTI BELLA QUANDO TI SVEGLI??
       SI (5)   NO (3)   DIPENDE (4)




       TI SENTI BELLA QUANDO SEI IN COMPAGNIA DI ALTRA GENTE??
      SI (5)  NO (3)     DIPENDE (4)




       FAI QUALCOSA PER SENTIRTI PIU’ BELLA??
      SI (3)  NO (5)     DIPENDE (4)
RICORRERESTI ALLA CHIRURGIA ESTETICA PER MIGLIORARE IL
      TUO ASPETTO??

      SI (3)      NO (5)        DIPENDE (4)




       TI SENTI BELLA ANCHE SENZA TRUCCO??
      SI (5)  NO (3)     DIPENDE (4)




       TI SENTI BELLA LO STESSO ANCHE SE VIENI RIFIUTATA DA
      UN RAGAZZO??

      SI (5)     NO (3)         DIPENDE (4)




       LE PERSONE CHE CONOSCI TI GIUDICANO BELLA??
      SI (5)   NO (3)    DIPENDE (4)




       CI SONO GIORNI IN CUI TI SVEGLI E VORRESTI ESSERE UN'ALTRA
      PERSONA??

      SI (3)      NO (5)         DIPENDE (4)




       LA VISTA DI UNA BELLA RAGAZZA TI LASCIA INDIFFERENTE??
      SI (5)  NO (3)      DIPENDE (4)

NUMERO RISPOSTE (DA 1 A 24): non ti senti per niente bella, non ti accetti e prendi per giusto il
giudizio degli altri. Devi trovare la sicurezza in te stessa e vedrai che le cose miglioreranno!!!




NUMERO RISPOSTE (DA 24 A 32): la tua bellezza cambia in base al tuo umore. Vorresti essere soltanto
apprezzata per quello che sei ed hai bisogno di attenzioni da chi ti circonda.




NUMERO RISPOSTE (DA 32 A 40): ti senti sicura,soddisfatta e orgogliosa. Non temi nessuno e non ti fai
influenzare dal giudizio degli altri. Ma attenta troppo superbia non è mai gradita!!!




                                                                         -Elisabetta Fierro e Danilo Pomante.
...Passeggiando fra le stelle...

ARIETE:le corna è meglio farle che
averle!


          TORO:       in Spagna non andare se la pelle
          non volete lasciare!



GEMELLI:            si che i bambini son belli,
ma è meglio farli uno alla volta i” fringuelli”!



           CANCRO:          non vi stupite se nessuno vi
           vuole!




             LEONE:abbassate la cresta!


             VERGINE:            guarda che tutti
             invecchiano!



BILANCIA:             state attenti alla
pancia!



           SCORPIONE:occhio ai colpi di coda!



 SAGITTARIO:              a tirar la frecce non
si guadagna un buon salario!



           CAPRICORNO:               siete solo dei
           perdigiorno!




ACQUARIO:            in tutti questi anni,
solo rovesciare acqua sai fare? E'ora di
imparare a nuotare!


              PESCI:non disperare anche se sei
              ancora in alto mare!
se LA VOSTRA MENTE VOLETE ALLENARE, IL SUDOKU DOVETE
                           FARE!

                       6           7       3
                            1              4   5
           6   3       5               2
                            3              2   8
           1           7    5                  3
           9   2
                   1               8       9   2
           8   9            4
               4       1        5




GIOCHI DI INTELLIGENZA LINGUISTICA:
1- TROVA UNA PAROLA DI SENSO COMPIUTO, ALL’ITERNO DELLA
  PARENTESI, CHE FORMI AGGIUNGENDO L’INIZIALE UN’ALTRA
  PAROLA.


     P
     M
     S                 ( _ _ _ _)
     T
     B



     T
     B
     S                  (_ _ _ _)
     R
     M



     M
     S
     D                  (_ _ _ _)
     C
     T
GIOCO DI INTELLIGENZA SPAZIALE
2-MUOVENDO DUE BASTONCINI,BISOGNA RIDURRE IL NUMERO DEI
QUADRATI SOTTOSTANTI DA 5 A 4,SENZA LASCIARE QUADRATI ISOLATI O
INCOMPLETI O DI DIVERSA GRANDEZZA.




           INDOVINELLO
3-UN RE PROPONE A DUE CAVALIERI UNA SFIDA: PROMETTE CHE DARà
DIECI MONETE D’ORO A COLUI IL CUI CAVALLO ARRIVERà PER ULTIMO AL
TRAGUARDO. I DUE CAVALIERI SI GUARDANO PERPLESSI,MA POI UNO DEI
DUE PARLA ALL’ORECCHIO DEL COMPAGNO E I DUE ACCETTANO LA SFIDA.
COME SI Può GUADAGNARE IL PREMIO?
GIOCHI DI INTELLIGENZA LOGICA
4- U , D , T , Q , C , S , S … QUALE LETTERA DEVE SEGUIRE?



5- un muratore deve ricoprire di piastrelle un pavimento. Ogni
GIORNO, L’AREA RICOPERTA DA PIASTRELLE RADDOPPIA. PER COPRIRE
metà del paVIMENTO, IL MURATORE IMPIEGA 19 GIORNI … QUINDI
QUANTI GIORNI IMPIEGHERà PER RICOPRIRE L’INTERO PAVIMENTO?



6- la SIGNORA ROSSI HA TRE FIGLI MASCHI; OGNI FIGLIO HA UNA
SORELLA. CONTANDO ANCHE LA SIGNORA ROSSI,QUANTE DONNE SONO IN
FAMIGLIA?




SOLUZIONI:
4      1     5    6    2    7   8   3   9

2      7     8    9    1    3   6   4   5

6      3     9    5    8    4   2   1   7

7      5     6    4    3    9   1   2   8

1      8     4    7    5    2   9   6   3

9      2     3    8    6    1   5   7   4

5      6     1    3    7    8   4   9   2

8      9     7    2    4    6   3   5   1

3      4      2    1   9    5   7   8   6



1-ASSO,ONDA,ORSO.

2-




3-I CAVALIERI SI SCAMBIANO I CAVALLI E CORRONO NORMALMENTE,COME
SE STESSERO CORRENDO IN UNA GARA.

4-la o, perché la progressione è formata dalle iniziali dei
NUMERI: UNO,DUE,TRE …

5-impiegherà venti giorni perché in 19 giorni ricopre mezzo
pavimento;il giorno dopo il pavimento intero.

6-2.

           REALIZZATO DA:
Amoroso Celeste
Cirillo Federica
D’Annibale Ilaria
D’Aurelio Chiara
Di Giamberardino Valentina
Di Giandomenico Giulia
Di Gravio Roberta
Fierro Elisabetta
Gaudenzio Roberta
Gentile Roberta
Iannascoli Silvia
Iunius Angelica
Lupinetti Marzia
Maccarone Gloria
Marino Giorgia
Mincone Giorgia
Naka Sidorela
Orletti Andrea
Pomante Danilo
Rao Vienna
Rulli Valentina
Russo Fabiana




               DOCENTI REFERENTI:
PROF. SSA PAOLA D’URBANO
            PROF.SSA ANDREINA FINORE


  CLASSE TERZO A LICEO SOCIO-PSICO PEDAGOGICO
ISTITUTO GUGLIELMO MARCONI (PESCARA),VIA MARINO
                 DA CARAMANICO

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  • 1.
  • 2. Maggio 2011 In questo numero: • L’invenzione più dolce del mondo • Curiosità • Curiosità
  • 3. •Pandemia Silenziosa • Cibi del futuro •Tricolore non solo la nostra bandiera!
  • 4. • Analogie tra allattamento dei cuccioli e dei neonati • Maternità sempre più precoci. Ragazzine consapevoli o incoscienti? •Maria che brutta mania!
  • 5. • Il suicidio è una scelta? Non sempre! • Il fenomeno delle smart drugs • Un mega puzzle
  • 6. • La bellezza • Oroscopo •Giochi L’INVENZIONE Più DOLCE DEL MONDO
  • 7. COS’E’ IL GELATO? Il gelato è un dolce ottenuto congelando una soluzione acquosa di sciroppo di frutta, o creme di latte e uova, con zucchero. Originariamente la fabbricazione era fatta in un gelatiere o sorbettiere, contenuto in un secchio cilindrico refrigerante e da un motore elettrico che mescolava continuamente il composto, staccandolo dalle pareti per mezzo di spatole. L’impasto, dopo la congelazione, poteva essere posto in stampi di svariate forme conservati in grandi frigoriferi. Negli impianti moderni, invece, essi sono dapprima emulsionati e pastorizzati; la miscela viene, quindi, omogeneizzata per rompere le particelle di grasso contenute nel latte e nella panna, raffreddata e posta in un mantecatore, in cui viene rapidamente congelata e al tempo stesso continuamente sbattuta, per ottenere una consistenza soffice; a questo punto si possono aggiungere frutta, fresca o essiccata, cacao, vaniglia e altri aromi o ingredienti. Il gelato viene estratto dal mantecatore parzialmente congelato e viene, infine, messo in contenitori che vengono a loro volta posti in celle frigorifere a una temperatura compresa tra 14 e -16 °C finché il preparato non si indurisce. CHI FURONO I PRIMI A CREARLO? Pare che il gelato abbia origini molto antiche: sembra che i Greci e i Turchi lo realizzassero con il succo di limone, e che a farlo conoscere agli Italiani siano stati gli Arabi,importando in Sicilia la ricetta di una bevanda fredda chiamata Sharbat. Sembra anche che l'imperatore Nerone non potesse rinunciare a gustarsi un delizioso composto di miele, succo di frutta e neve. Caterina de' Medici ne era così golosa, da condurre in Francia un gelatiere italiano, un certo Ruggeri di Firenze, macellaio e appassionato di cucina, che grazie a un preparato che comprendeva panna, zabaione e frutta divenne ben presto famoso alla corte del re Enrico II di Francia. Altre notizie riguardo al gelato si hanno su Francesco Procopio dei Coltelli, un cuoco siciliano, che nel 1686 riuscì a preparare la miscela che tutti noi conosciamo oggi. Egli riuscì a introdurre alcune tecniche di refrigerazione presso le cucine dei re di Francia prima, e in seguito presso il Café Procope di Parigi, dove veniva servita una grande varietà di gelati, "acque gelate", (la granita), gelati di frutta, "fiori d’anice", "fiori di cannella", "gelato al succo di limone", "gelato al succo d'arancio", "sorbetto di fragola", quel Cafè, ancora oggi uno dei vanti di Parigi. In America, nello stesso periodo, un emigrato italiano aprì la prima gelateria. Nacque l'usanza di servire durante i banchetti, dopo i primi piatti, il "sorbetto" in quanto considerato benefico per la digestione. A quei tempi, ovviamente, il gelato era un semplice composto di frutta e ghiaccio: solo con l'introduzione di latte, panna, zucchero e uova si è arrivati a realizzare quel prodotto che oggi è universalmente conosciuto come "gelato artigianale".
  • 8. COME SI FACEVA IL GELATO? Alla fine dell’ottocento, e ai primi del novecento, la lavorazione del gelato artigianale, sia nella versione al latte che all’uovo, si svolgeva secondo una modalità che prevedeva che gli ingredienti (zucchero, latte e panna) venissero miscelati in una pentola, portati sin quasi ad ebollizione ed il composto così ottenuto, ancora caldo, fosse versato nella gelatiera, realizzando di fatto un processo di pastorizzazione. Nel caso del gelato all’uovo, in fase di miscelazione degli ingredienti venivano aggiunte le uova precedentemente amalgamate in un altro recipiente con una parte dello zucchero. Mediante un movimento rotatorio della gelatiera, la miscela si raffreddava venendo a contatto con le pareti gelate ed incorporava naturalmente dell’aria. L’impasto così ottenuto assumeva la consistenza e la cremosità necessarie per essere lavorato con una spatola ed in grado di sostenersi su un cono. Per quanto riguarda invece il gelato alla frutta gli ingredienti (zucchero, acqua e frutta) venivano frullati a freddo in un recipiente e lasciati riposare per alcuni minuti. Dopo di che la miscela così ottenuta veniva versata nella gelatiera e seguiva lo stesso procedimento del gelato al latte. IL GELATO ARTIGIANALE … E QUELLO INDUSTRIALE Il gelato artigianale è caratterizzato dall'uso di materie prime fresche. Rispetto a quello industriale può presentare le seguenti differenze: Prodotto "fresco" quasi sempre tutti i giorni, chi lo vende è di solito lo stesso che lo produce Distanza tra luogo di produzione e vendita pochi metri, viene consumato entro alcuni giorni Minor quantità di grassi Minor quantità d'aria Nel gelato artigianale propriamente detto, l'ingrediente presente in maggiore quantità è il latte seguito dagli zuccheri e dalla panna. La ricetta di un buon gelato artigianale, oltre alla selezione di ingredienti di alta qualità, dovrà presentare un corretto bilanciamento dei componenti solidi dei vari ingredienti. L'Italia è l'unica nazione al mondo dove il gelato artigianale copre il 55% del mercato, grazie alla copertura capillare, la storia, la tradizione, l'abitudine del gelato da passeggio e la professionalità degli addetti; ciò si traduce in serietà e qualità del prodotto. In fin dei conti, la qualità del prodotto dipende dagli ingredienti utilizzati, dalla freschezza, dai macchinari. Il gelato industriale è caratterizzato dal fatto di essere prodotto molti mesi prima del consumo, con l'impiego preparati e di materie prime come latte in polvere, succhi di frutta concentrati, e di additivi come coloranti, emulsionanti, stabilizzanti e aromi. I gelati industriali vengono detti anche soffiati, perché prodotti con l'introduzione di aria, durante la fase di gelatura, fino al 100-130 per cento, per cui diventano molto soffici e leggeri. Poiché vengono distribuiti anche in zone lontane dal luogo di produzione, i gelati industriali necessitano il supporto di una efficace
  • 9. catena del freddo. La mantecazione consente la trasformazione di una miscela liquida in gelato tramite l'azione del freddo, l'inclusione di aria, e la continua agitazione. I gelati "mantecati" vengono proposti al consumatore nel classico cono, in coppette o in coppe, e i principali tipi sono alla frutta (incluso il sorbetto), alle creme, allo zabaione e allo yogurt. QUANDO POSSIAMO MANGIARE IL GELATO? Il Gelato è un alimento ideale in ogni momento dell’anno ed indicato a ogni età: per i bambini è una sana merenda in quanto ricco di calcio e fosforo; per i ragazzi che studiano è ideale perché nutre senza appesantire; per le persone anziane è uno stimolo del palato; per gli sportivi è molto utile grazie agli zuccheri di rapida assimilazione; infine per le donne in dolce attesa è un gradito aiuto poiché contrasta le nausee dei primi mesi. Sostenere che “Il gelato fa ingrassare” è un’affermazione del tutto falsa. Il gelato è un alimento e come tale può essere consumato nel pieno rispetto delle regole di una alimentazione sana ed equilibrata. Giorgia Marino Gloria Maccarone
  • 10. ECONOMICO E SALUTARE: VALE ANCHE PER I NOSTRI AMICI A QUATTRO ZAMPE? Avere un animale domestico in molti casi può far piacere, sopratutto per quanto riguarda i cani, gli amici più fedeli dell’uomo. Ma un cane, come un gatto, o anche un animaletto più piccolo, porta via tanto tempo, e soprattutto tanti soldi. Infatti tra veterinari, cure specifiche e mangiare, sopratutto di questi tempi, chi vuole comprare un’animale deve riflettere per bene prima dell’eventuale acquisto. Per chi ha già un cane o un gatto, o comunque lo vuole acquistare, sarebbe importante risparmiare su una parte essenziale, ovvero l’alimentazione. Premettendo che accade che per quanto possa sembrare ottimo, il cibo per animali, spesso presentato con tanto di certificazioni, non è veramente il massimo; ne è un esempio “Purina”, solitamente considerato il top del top, rivelatosi però, peggiore delle merci presenti nei discount. Quindi come fare per garantire al nostro cane un cibo di qualità ad un prezzo contenuto? Va detto innanzitutto che non necessariamente spendere molto significa spendere bene. Un altro consiglio è scegliere sempre cibi secchi rispetto a quelli umidi, i croccantini sono il cibo ideale, perché contengono tutte le qualità nutritive che necessitano per alimentare i vostri fedeli amici. Lo stesso discorso è valido per i gatti; difatti questi hanno il vantaggio di non guastarsi nella ciotola e si adattano alla loro ricerca di cibo per più pasti al giorno. È essenziale leggere gli ingredienti, chiedendo consiglio al veterinario ed evitare gli alimenti che contengono conservanti.Detto questo, il più delle volte il cibo acquistato dal supermercato sotto casa non conviene. L’ideale sarebbe trovare un ingrosso di cibi per animale che venda anche al dettaglio. Se si ha assolutamente idea di dove cercare, l’unica soluzione è quella di acquistare tutto online. Ovviamente provate i nuovi prodotti che vi sembrano adatti in piccole quantità; poi, se al nostro amico a quattro (o due) zampe piace, prendetene in quantitativi maggiori. I siti che offrono un miglior rapporto qualità/prezzo sono senza dubbio: www.pacopetshop.it, www.arcadelmasi.it dove con un ordine di 50 euro non si pagano le spese di spedizione. Celeste Amoroso Valentina Rulli CURIOSANDO CURIOSANDO …
  • 11. Sul cibo le leggende metropolitane ed i miti sono tantissimi, ma non tutti sono veri. Oggi proveremo a fare luce su alcuni di questi, o meglio ci proverete voi: nella prima parte vi elencheremo una serie di curiosità relative a diversi stati; nella seconda vi diremo quali sono vere e quali sono false, così potrete mettervi alla prova. 1. In Cina si mangiano i cani. 2. Esiste un liquore fatto con il veleno della vipera. 3. E’ stata creata e allevata un’anguria quadrata. 4. Le mucche allevate per gli hamburger del Mc Donald’s sono geneticamente modificate in modo da avere zampe cortissime e corpo molto grande, così, da evitare gli sprechi. Siete capaci di distinguere le leggende metropolitane vere da quelle false? 1.In Cina si mangiano i cani: vero, anche se non in tutte le zone. Il filetto del San Bernardo,ad esempio, è ritenuto molto prelibato, anche se generalmente esistono razze di cani allevate appositamente per questo scopo. Sono molte le associazioni animaliste che,però, protestano contro questa pratica, che noi occidentali riteniamo aberrante. 2. Esiste un liquore fatto con il veleno della vipera: vero in parte; infatti è fatto con la vipera stessa, non con il suo veleno. Sulle nostre montagne, in Trentino ed in Friuli, è possibile “gustare” grappe alla vipera, distinguibili per la presenza della vipera nella bottiglia stessa.La ricetta per prepararla è tramandata di generazione in generazione e chi ha avuto modo e soprattutto coraggio di assaggiarla ha ammesso di averla apprezzata. 3. Esistono i cocomeri quadrati: vero, ma non sono il risultato di una modifica genetica, bensì sono stati semplicemente fatti crescere in vasi quadrati. Peccato
  • 12. che siano venduti in Giappone e che abbiano un costo molto più alto delle classiche angurie rotonde. 4. Mc Donald’s e le mucche dalle zampe corte: falso. La leggenda voleva che le mucche avessero gli arti corti, per occupare meno spazio nelle stalle in cui alloggiavano cosi che ci fosse più rendita di carne. Questo, però, non è vero: negli Stati Uniti l’allevamento, non solo delle mucche, è estremamente intensivo. È probabile, quindi, che le mucche abbiano più carne in modo tale da appartenere a razze con ridotto materiale di scarto, alimentati 24 ore su 24 con un ciclo di ingrasso abbreviato e ridotto. Le mucche, così come i polli, spesso non hanno possibilità di muoversi e gli arti appesantiti,dall’enorme mole di grasso, tendono ad essere fragili. Celeste Amoroso Valentina Rulli Secondo una statistica nel mondo ci sono 264 milioni diabetici.
  • 13. PANDEMIA SILENZIOSA Polo Cavallo Perin: “La prevenzione incomincia sedendosi a tavola”. Il diabete è una malattia cronica in cui si ha un aumento della glicemia, ovvero, livelli di zucchero nel sangue che l’organismo non è in grado di riportare alla normalità. Questa condizione può dipendere da una ridotta produzione dell’insulina,cioè dell’ormone prodotto dal pancreas per utilizzare gli zuccheri e altri componenti del cibo per poi trasformarli in energia. L’iperglicemia, cioè l’elevata presenza di glucosio nel sangue,se non corretta con una terapia adeguata,durante il corso degli anni può comportare la perdita della vista, della funzione del rene fino alla necessità di dialisi o di trapianto e ci si espone a un maggior rischio d’infarto cardiaco, ictus e cancrena alle gambe. Nonostante ciò, è possibile convivere con questa malattia, ma è fondamentale conoscere cosa causa un aumento o una diminuzione della glicemia in modo da mantenerla stabile evitando o ritardando così la ricomparsa e la progressione delle complicanze croniche che peggiorano la qualità della vita. Il diabete può essere invalidante ,e purtroppo è in forte crescita a livello mondiale, almeno in parte a causa dell’aumento dell’obesità oppure della sedentarietà delle popolazioni. In Italia è una malattia comune che interessa 3-5% della
  • 14. popolazione generale, mentre nei paesi nordici può arrivare ad interessare circa il 6-8% della popolazione. E’ una delle patologie più diffuse al mondo, e nel 2025, secondo le stime degli esperti, sarà tra le maggiori “piaghe della salute” insieme a malattie cardiovascolari e tumorali: oggi il diabete interessa circa 264 milioni di persone e fra 16 anni, secondo una statistica, ne colpirà altri 380.Nel nostro paese , ogni anno si registrano più di ventimila bambini affetti da diabete infantile e giovanile. Tanto che l’Organizzazione mondiale della sanità parla di una “pandemia silenziosa” e dai grandi numeri, che fanno riflettere, bisognerebbe partire per conoscere, prevenire e curare in modo appropriato una malattia dalle mille sfaccettature. Il professore Paolo Cavallo Perin, presidente della Società italiana di diabetologia e di Diabete Italia in uno dei suoi libri scrive che i fattori più a rischio sono meglio conosciuti per il diabete di tipo 2: avere un parente di primo grado ( genitore, fratello, figlio) con diabete di tipo 2, essere obesi, avere l’ipertensione o la dislipidemia , aver partorito un bambino alla nascita con peso superiore ai 4 chilogrammi. La guarigione da questa malattia è possibile solo in rari casi con il diabete tipo 2. Però ,esso è curabile in tutti i casi con il miglioramento dello stile di vita insieme all’assunzione di determinati farmaci che tengono sotto controllo la glicemia. Un consiglio fondamentale che il nostro professore offre a coloro che sono a rischio, è quello di limitare le dosi di zuccheri semplici, come ad esempio; mezzo cucchiaino di zucchero nel caffè a fine pasto, 150-200 grammi di frutta a fine pranzo e cena e inoltre i carboidrati devono essere controllati. Devono essere molto ridotti il fumo e il consumo di grassi di origine animale, come i formaggi e i salumi. La massima attenzione deve essere rivolta alla quantità del cibo di cui ci nutriamo. Angelica Iunius IL CIBO DEL FUTURO Le modifiche genetiche non sono qualcosa di estraneo all’agricoltura o
  • 15. alla natura stessa, in quanto per millenni l’uomo ha alterato il genoma delle piante selvatiche, rendendole adatte al consumo dell’uomo. Se noi oggi in natura trovassimo ortaggi selvatici, probabilmente finiremmo per non riconoscerli. Gli incroci effettuati per eliminare nelle piante caratteristiche non favorevoli all’uomo hanno portato un vantaggio evolutivo alla pianta in quanto sacrificando una parte del DNA, è riuscita ad assicurarsi la sua propagazione. Ci sono piante che invece non si sono “servite” dell’aiuto dell’uomo per la rigenerazione della specie,bensì hanno maturato da sole una “strategia naturale” come ad esempio la pianta Oxalis Corniculata che, se si cerca di estirparla, “spara” i suoi semi fino ad un metro di distanza. È proprio quella che si potrebbe definire “strategia evolutiva” che consente alla pianta di non estinguersi. Ogni anno si effettuano esperimenti in campo aperto, ossia in vere condizioni ambientali, affinché si verifichino le giuste priorità dei vegetali. Spesso però ci sono degli errori nel modificare il DNA dell’organismo vivente, in quanto è possibile che la sequenza inserita possa aver modificato il comportamento di altri geni o addirittura averli resi inattivi. Nel mondo industrializzato una tecnica standard per costruire un organismo geneticamente modificato consiste nell’usare come mediatore un batterio. Tra le moltissime malattie diffuse nel mondo c’è il diabete; nel diabetico il pancreas non è in grado di produrre l’insulina, piccola proteina che permette al glucosio nel sangue di entrare nella cellula che produce energia. Ma, nel 1978 alcuni scienziati riuscirono a far produrre insulina umana al batterio Escherichia Coli, inserendo nel DNA il gene per codificare la proteina. I batteri geneticamente modificati non vengono usati solo per il diabete ma anche nell’industria alimentare. Infatti da sempre il formaggio si ottiene utilizzando il caglio animale ottenuto dal cosiddetto quarto stomaco dei ruminanti, ma bisogna uccidere vitelli, capre e agnelli per ottenerlo mentre negli ultimi anni si è iniziato a produrre in laboratorio la chimosina, ossia un enzima che induce la coagulazione del latte e lo trasforma in formaggio invece di estrarla dallo stomaco dell’animale. In altre parole, non si può parlare di cibi geneticamente modificati esclusivamente come alimenti pericolosi per la nostra salute. Le multinazionali delle biotecnologie hanno ideato una nuova dieta a base di alimenti che hanno la stessa funzionalità degli antibiotici. Per rimanere in forma e nello stesso tempo curare problemi cardiaci, è ottima un’insalatina di riso supervitaminizzata con aggiunta di ferro ,un piatto di pomodori transgenici agli antiossidanti con un cucchiaino d’olio d’oliva dal DNA ritoccato e per finire un bicchiere di vino senza alcol. Sulle confezioni dei cibi vegetali modificati ci sarà scritto “ Attenzione, è un farmaco. Leggere le avvertenze prima di cucinare” . Inoltre se si volesse partire in tutta tranquillità per un viaggio oltre oceanico basterebbe mangiare uno speciale contorno di purè modificato per
  • 16. vaccinarsi contro il colera. Si finirà così di non sapere più se sarà il fruttivendolo a vendere medicine o se si dovrà andare in farmacia per fare la spesa. Nel futuro potremmo avere spaghetti agli antibiotici, melanzane che producono pesticidi naturali e latte per curare gli emofiliaci. Un Consorzio di Avezzano si è interessato della ricerca applicata alle biotecnologie e ha scoperto il vino senz’alcol (i polifenoli vengono estratti e separati dalla parte alcolica), una nuova bevanda perfetta per chi ha problemi cardiovascolari. Così come chi vuole cucinare i funghi deve imparare a riconoscere le specie prelibate da quelle tossiche, anche chi vuole consumare organismi geneticamente modificati deve saper giudicare caso per caso, solo così possiamo capire se sono utili o dannosi e se valga davvero la pena di produrli e usarli. IN ITALIA MANGIAMO CIBI GENETICAMENTE MODIFICATI Da molto tempo tutti gli italiani mangiano il grano Creso, creato inducendo mutazioni genetiche nelle piante mediante l’esposizioni alle radiazioni. La legge attuale non considera OGM le piante create con questa tecnica anche se il genoma di quel grano è stato modificato. IN ITALIA LA LEGGE VIETA DI UTILIZZARE GLI OGM? No, in Italia non è vietato di utilizzare gli OGM ma a differenza è vietato utilizzarli. In Italia oggi esportiamo dall’estero grandi quantità di cibi geneticamente modificati come ad esempio soia, vacche, maiali e anche produzioni tipiche. L’AGRICOLTURA OGM E’ MENO DANNOSA DI QUELLA CONVENZIONALE L’agricoltura convenzionale non biologica, cioè tutta l’agricoltura non-OGM, utilizza un gran numero di pesticidi che il più delle volte sono molto tossici per l’ambiente che di quelli utilizzati per le colture geneticamente modificati. I GENI ANIMALE E VEGETALI HANNO UNA STESSA ORIGINE
  • 17. Tutti gli organismi presenti sulla terra hanno un’origine comune ovvero si è evoluta da qualche semplicissimo organismo primordiale. Proprio per questo motivo animali, vegetali e batteri hanno in comune moltissimi geni. Infatti non si può parlare di geni animale e geni vegetali come organismi intrinsecamente diversi. VERITA’ SULLA FRAGOLA-PESCE! La fragola-pesce ovvero la fragola OGM capace di resistere ai climi più freddi grazie ad ai geni innestati provenienti da un pesce artico, non è mai esistita. Nessuna università si è mai interessata di questo infatti tutto ciò è solo una “leggenda metropolitana”. Federica Cirillo Ilaria d’Annibale Chiara D’Aurelio All’interno del regno dei felini, è stato possibile riscontrare una particolarità curiosa: gatti femmina a tre colori. Tricolore non solo la nostra bandiera! Come dimostrano recentissimi studi biologici,esiste solo un caso su tremila di gatto maschio a tre colori. Il gatto,dall’antico latino “catus”, è un mammifero carnivoro appartenente alla famiglia dei “felidi” e al genere “Felis”. Come tutti gli esseri viventi, è costituito da una membrana cellulare contenente il citoplasma, nel cui nucleo, si trovano i cromosomi, costituiti da DNA, e presenti nei gatti in 19 coppie omologhe di 38 cromosomi. Essi contengono i geni, responsabili delle caratteristiche
  • 18. strutturali del soggetto e tra di essi ricoprono un ruolo importante i cromosomi sessuali, che determinano il sesso degli individui (cromosomi XX per le femmine e XY per i maschi). All’interno di un processo chiamato meiosi ogni coppia di cromosomi si separa dando origine a spermatozoi e ociti di diciannove cromosomi, in modo che, al momento della fecondazione, il nuovo individuo possa avere un corredo genetico perfetto,di 38 cromosomi. Tra i geni alcuni possono definirsi come “dominanti” poiché tendono ad esprimersi anche quando presenti su un unico cromosoma, altri invece chiamati “recessivi” sono latenti. Ce ne sono poi alcuni che vengono definiti come “concatenati” perché passano di generazione in generazione sullo stesso cromosoma; questo è il caso del gene “orange O”, ovvero del carattere rosso dominante il quale è “legato al sesso” ed è presente solo sul cromosoma SINDROME DI DOWN sessuale X. Dato che il cromosoma Y manca completamente di gene rosso dominante, solo il cromosoma X può trasmetterlo. Ebbene,se un gatto avrà il colore rosso dominante questo gene dominerà su tutti, a eccezione del bianco,nel caso del rosso recessivo il gatto erediterà il pelo di un altro colore. Nel momento in cui una femmina (cromosoma XX) presenterà un gene rosso dominante e rosso recessivo, si genererà non un gatto rosso ma un “tricolor” in quanto si miscelano gli effetti e si dispiegano, così, i colori rosso (arancio), un altro colore (per lo più nero o blu) e il bianco. Quindi,capiamo bene, è un fenomeno esclusivamente femminile. Ma bisogna stare attenti a non confondere questi particolari esemplari a tre tinte con altri a due. Infatti,i felini bianchi con zone tigrate potrebbero apparire con una pelliccia bianca,nera e grigia ma non sono “tricolor” autentici perché non vi è presente il gene rosso dominante; ma, neanche quelli bianchi con zone rosse e crema lo sono perché solo uno dei colori deve essere rosso o crema. Pertanto, si parla si falsi “tricolor” ,da non confondere con quelli autentici considerati come rari e pregiati. C’è da fare,infine, un’ultima considerazione: esiste anche,come dimostrato da studi biologici effettuati negli ultimi anni del secolo, la presenza di “tricolor” maschi. Ma badiamo bene, che è solo un caso su tremila e si tratta
  • 19. comunque di un’anomalia,ovvero un errore genetico durante il processo della meiosi. Infatti, non possiedono un corredo genetico “XY” come dovrebbero, bensì “XXY” dove la coppia “XX” è responsabile del tricolore. Questi esemplari sono afflitti da “Sindrome di Klinefelter” e si riconoscono sempre per la loro sterilità, la tendenza a spruzzare il liquido seminale e per un’aggressività parecchio accentuata. Questo “sbaglio” tuttavia non è un fenomeno presente solo nel regno dei felini,ma si verifica anche nell’uomo. Ne è una prova la “Trisomia 21” o più comunemente chiamata “Sindrome di Down”, dove si riscontrano tre cromosomi 21 anziché due, la “Trisomia 18” o “Sindrome di Edwards” o appunto la “Sindrome di Klinefelter” che, come nei gatti, è un cromosoma in più fra quelli sessuali e spesso le persone affette si presentano come uomini in cui sono presenti, oltre alla sterilità, caratteristiche femminili e un elevato aumento dell’aggressività. Forse,chissà, tra centinaia e centinaia di anni a causa delle mutazioni genetiche potremmo anche avere esemplari di gatto maschio “tricolor” sano,ma per il momento, questa è solo una prospettiva piuttosto fantasiosa. Giorgia Mincone Roberta di Gravio
  • 20. Allattamento che passione! Il latte che tutti i mammiferi danno ai loro piccoli è sempre composto da acqua, grassi, proteine, zucchero, piccole quantità di minerali vari, vitamine e ormoni. Le proporzioni di tali ingredienti variano moltissimo da specie a specie. Il latte di pecora, ad esempio, è 80 % di acqua, 9 % di grassi e 5 % proteine; il latte della grande balena azzurra è 50 % acqua, 30 % grassi e 12 % proteine. Com’è naturale, il latte più favorevole al neonato è quello della specie di appartenenza. I biologi, questo, lo hanno sempre saputo, ma non hanno mai sospettato che vi fosse una relazione tra composizione del latte e stile di accudimento, finchè Devorah Ben Shaul, una biologa israeliana che negli anni Cinquanta e Sessanta lavorava allo Zoo Biblico di Gerusalemme, cominciò a riflettere su alcune cose che andava scoprendo. Cominciò a interessarsi del latte e della sua composizione perché, dovendo spesso nutrire manualmente degli animali selvatici, voleva trovare il modo di simulare quanto più possibile la dieta normale che il piccolo avrebbe avuto allo stato libero. Così, prese a raccogliere e ad analizzare campioni di latte prodotto da centinaia di animali selvatici: balene gibbose, cammelli arabi, ippopotami, bufalo d’acqua; praticamente, tutti quelli che riusciva ad avere. "Mi aspettavo, naturalmente, che si potessero fare correlazioni importanti sulla base della parentela della specie”, scrisse la Ben Shaul nel suo innovativo articolo comparso sull' International Zoo Yearbook nel 1962, “invece scoprii presto che non era così. Mi trovai di fronte a dei risultati apparentemente irrazionali, come il fatto che un orso grizzly e un canguro avevano un latte dalla composizione quasi uguale, o, per fare un altro esempio, che il latte della renna era simile a quello del leone.” Pensò che forse c’era un motivo logico se il latte di un grizzly e quello di un canguro erano simili, visto che in entrambe le specie le madri stavano costantemente con il piccolo, e questo può alimentarsi in qualsiasi momento. Se raffrontato con quello di altri animali, il latte di questi due animali è molto diluito. Cani, gatti e roditori, invece, producono tutti un latte più concentrato e di più alto contenuto di grassi. Ma questi animali lasciano i piccoli ogni volta per ore.
  • 21. Nel suo famoso articolo sul fondamento logico della composizione del latte, la Ben Shaul sosteneva anche che il latte può rispondere a fattori che si aggiungono al normale accudimento del piccolo, fattori relativi alla specie, all’ambiente in cui esso vive e alle sue specifiche reazioni a quell’ambiente. Il latte ricco di grassi prodotto da balene, foche e delfini, fece osservare la studiosa, è il risultato del fatto che questi animali trascorrono gran parte del loro tempo in acque fredde. Non molto tempo dopo che la Ben Shaul ebbe pubblicato le sue scoperte, i ricercatori cominciarono a chiedersi cosa potesse eventualmente rivelarci la composizione del latte umano. Nicholas Blurton Jones, etologo inglese, ha diviso le madri terrestri in due tipi fondamentali: nutrici continue, ovvero madri che portano con sé il piccolo o sono seguite da lui e nutrici distanziate, ovvero madri che nascondono la loro prole o la tengono nel nido. Questi due grandi raggruppamenti, come ha fatto notare Blurton Jones, si distinguono per alcuni precisi aspetti. Le nutrici distanziate, come risulta implicito dal nome assegnato loro, alimentano i piccoli a intervalli più o meno distanziati tra loro, e il latte ha un alto contenuto in termini sia di proteine che di grassi; inoltre,i loro piccoli succhiano il latte velocemente. Invece, le nutrici continue, le trasportatrici come le madri dei primati, di marsupiali e di certe specie di pipistrelli, al pari anche delle specie seguaci, quali pecore e capre, allattano i loro piccoli più o meno continuamente, il loro latte è a basso contenuto di grassi e proteine; i loro piccoli succhiano lentamente. E, in questo quadro, dove si collocano gli umani ? Con un contenuto di grassi del 4,2 % e un contenuto di proteine dello 0.9 %, il nostro latte ci colloca chiaramente nella categoria delle nutrici continue. Questo coincide piuttosto bene con quanto sappiamo dell’accudimento materno nelle poche restanti società di cacciatori-raccoglitori, come i Kung del deserto del Kalahari, o i Papua della Nuova Guinea, le cui madri portano con sé i loro piccoli (appoggiati su un fianco o sospesi con una imbragatura) e li nutrono piuttosto frequentemente (durante il giorno anche ogni quarto d’ora e durante la notte almeno una volta, finché non hanno tre anni). Ciò spiegherebbe alcuni comportamenti del bambino moderno, quali il fatto che il suo pianto viene acquietato con un movimento ondulatorio dal ritmo di circa 60 cicli al minuto, corrispondenti alla velocità di una donna che cammini lentamente, cercando forse il cibo, e che trasporti il figlio sull’anca. Si può affermare quindi che i comportamenti tra cuccioli e neonati non sono poi tanto diversi. Valentina Di Giamberardino
  • 22. MATERNITA’ SEMPRE PIU’ PRECOCI. RAGAZZINE CONSAPEVOLI O INCOSCIENTI? Cresce sempre più il numero di teenagers che si ritrovano ad aspettare un bambino. Talvolta non si è a conoscenza dei rischi che una maternità troppo precoce può implicare. Infatti, i bambini nati da madri troppo giovani corrono il pericolo, una volta cresciuti, di commettere lo stesso errore. Il paese maggiormente coinvolto? Sicuramente l’Inghilterra, seguito dagli Stati Uniti con 800.000 casi annui. Giorgio Vittori, presidente della società italiana di ginecologia e ostetricia, ritiene che la causa di questo fenomeno sia da ricercare nella mancata educazione affettiva e scientifica ricevuta dai ragazzi e nei valori che la società propone. Soprattutto, sostiene, i giovani conoscono poco i metodi contraccettivi. “Queste gravidanze precoci sono il frutto di comportamenti troppo disinvolti” dice il dottor Vittori, secondo il quale anche i ginecologi devono contribuire ad un’ accurata educazione sessuale e affettiva pianificata con l’accordo della famiglia, affinché le ragazze siano protette dal rischio di malattie che si trasmettono sessualmente. Anche il governo e le istituzioni italiane si stanno preoccupando di introdurre l’educazione sessuale tra le materie scolastiche; basterebbe anche soltanto un piccolo numero di ore perché i giovani si rendano conto della gravità della situazione e cerchino di diventare più consapevoli. Sicuramente però, una delle cause di questo fenomeno è da ricercare nella crisi di valori che, di giorno in giorno, peggiora. Per esempio, il modello che propongono i mass media porta i ragazzi, categoria molto influenzabile, ad imitare comportamenti spesso immorali e precoci. Il messaggio subliminale è che, se non si è in un certo modo, si è “out” ovvero che chi si distingue e decide della propria vita seguendo la propria testa, i principi dati dai genitori ed i valori in cui crede, debba esser soggetto all’emarginazione e alla solitudine. I registri americani, forse perché molto coinvolti, si sono sbizzarriti nel produrre film su questa tematica. Alcuni di questi, usciti pochi anni fa, definiscono le adolescenti incinte come “generazione Juno”, in ricordo di un film che ha riscosso molto successo, probabilmente perché fu uno dei primi a rompere il silenzio e la finta indifferenza nei
  • 23. confronti di avvenimenti che, poiché stanno diventando sempre più frequenti, sono oramai fenomeni allarmanti e frutto di preoccupazione. È allarme rosso in Inghilterra, Francia e Austria. Basti pensare che negli Stati Uniti i parti di adolescenti costituiscono il 6% del totale annuo. In Italia, invece, secondo i dati ISTAT la percentuale delle baby mamme annuali è pari allo 0.5%. Il numero dei bambini che nascono ogni anno da adolescenti tra i 13 e i 19 anni ammonta a 10.000. Il 70% dei bambini nasce nell’Italia meridionale, soprattutto in Campania e Sicilia. In aumento è anche il numero di neo mamme immigrate. Infatti molte ragazze che vengono prese in adozione si ritrovano in dolce attesa proprio nel periodo adolescenziale. Ciò può accadere perché gli adolescenti adottati sono più fragili e hanno forse maggior bisogno di affetto rispetto agli altri. Infatti talvolta capita che rovinino la loro vita per sempre ,per colpa di un ragazzo sbagliato. Spesso non ci si rende conto di quanto sia difficile crescere un bambino e della maturità e responsabilità che sottintende questa scelta. Silvia invece l’ha capito molto bene, a sue spese.. “Avevo 18 anni quando rimasi incinta: il mio ragazzo non ne volle sapere di assumersi la sua parte di responsabilità e i miei genitori adottivi mi cacciarono di casa. Sono stata aiutata dalla fondazione del Movimento per la Vita che mi ha offerto ospitalità e sostegno per un anno. Quando è nato Riccardo, la mia vita è cambiata radicalmente, più di quanto avessi previsto. Ancora adesso, a distanza di qualche anno, ricordo la difficoltà nell’inserirmi nel mondo del lavoro, nonostante fossi stata una studente modello negli anni del liceo Ma nonostante ciò, non mi sono mai pentita di aver fatto nascere il mio meraviglioso bambino, neanche nei periodi più critici..” Ciò che preoccupa maggiormente è che alcune ragazze, secondo il risultato di sondaggi svolti a campione, scelgono consapevolmente di avere un bambino in età adolescenziale, come succede a Monia che ci ha lasciato una breve dichiarazione : “A 17 anni ero fidanzata ormai seriamente da oltre un anno. Io ed il mio ragazzo volevamo render più stabile la nostra unione, sposandoci, nonostante la giovane età. Così ne abbiamo parlato ai nostri genitori che, dopo averci pensato bene, hanno deciso di appoggiarci nella nostra volontà. In poco tempo abbiamo organizzato il matrimonio in Comune per poi tentare di avere un bambino. È nata Marta che ha rafforzato ancor di più l’unione tra me ed il mio ragazzo. C’è chi ci ha accusato di incoscienza, ma noi siamo consapevoli di tutto ciò cui andiamo incontro e quando arriveranno le difficoltà le supereremo. Vogliamo credere al nostro amore per sempre, anche per la nostra bambina che, ribadisco, abbiamo fortemente voluto.”
  • 24. Da questa testimonianza emerge che nella società non sono più di “moda” valori come l’attesa, infatti, se si “bruciano le tappe” si rischia di non esser mai soddisfatti e di non conoscere la cosiddetta serenità che tutti cerchiamo. Quindi sarebbe necessario intervenire affinché si riscoprano certi valori che hanno fatto vivere intere generazioni. Con questo non si deve pensare che non ci siano mai state ragazze madri, per giunta adolescenti. Però succedeva meno spesso rispetto ad oggi e di certo non era una moda. Invece oggi si rischia che si pensi proprio questo. Vienna Rao
  • 25. MARIA CHE BRUTTA MANIA! La Marijuana , affiancata a nomi in codice come Maria, fumo, erba o spinello, è una sostanza che frequentemente crea “dipendenza ” tra i giovani d’oggi. La maggior parte di loro consuma questa droga attraverso le sigarette spesso combinandola con altre sostanze come il crack e la cocaina. Il principale principio attivo che contiene è il delta-9-tetraidrocannabinolo che provoca danni all’attività motoria e mentale del soggetto che ne fa uso. Nell'America centrale, precisamente in Giamaica, a partire dagli anni trenta del Novecento nasce e inizia a diffondersi una nuova religione,chiamata Rastafar-I. Dagli anni ottanta viene conosciuta in tutto il mondo grazie a vari personaggi, tra cui ricordiamo Bob Marley e grazie anche alla musica reggae che ne divulga i contenuti. Il Rastafarianesimo non appare molto lontano dalla dottrina cristiana ortodossa, in quanto anche i rastafariani credono nella divinità di Cristo, nella trinità, nella resurrezione dei corpi ed in tutti gli altri dogmi. Inoltre, obbediscono ai dieci comandamenti di Mosè ed alle regole d'amore dettate da Cristo. Una particolarità è il "millenarismo", ovvero i suoi seguaci sono convinti che il Cristo prima della fine del mondo e del giudizio universale debba instaurare un nuovo regno sulla terra. Il nome Rasa Tafari ha origini Etiopiche, riprese dall'imperatore Hailé Selassié I che salì al trono nel 1930 con i titoli di Re dei Re e Leone conquistatore della tribù di Giuda. Dopo che egli si esiliò volontariamente fece ritorno in patria e alcuni credenti riconobbero in lui il Cristo nella sua "seconda venuta".Molto importante per l'affermazione di questa religione fu il movimento etopistico, una corrente di ispirazione cristiana che rivendicava tutto ciò che appartenesse alla cultura degli schiavi africani e soprattutto alla loro dignità, con particolare riferimento spirituale e politico all'Etiopia. Il loro testo sacro, Kebra Nagast, è composto dall'Antico e Nuovo Testamento e contiene anche i testi ufficiali, testimonianza storica del Re.I rastafariani parlano di "parentela spirituale", riservano un particolare rispetto per tutti i credenti di ogni fede,di ogni cultura e di ogni paese,facendo riferimento ad una frase del loro Messia che le definisce come altrettante "vie del Dio vivente". Sono rispettosi anche verso loro stessi e il proprio corpo, infatti, seguono una corretta alimentazione, molto esercizio fisico e si astengono dalle droghe.
  • 26. Un'importante simbolo di riconoscimento,anche se non obbligatorio, è la capigliatura Rasta. Le lunghe e dure trecce rappresentano un simbolo, un voto di carattere religioso che implica l'astensione dalla pettinatura, dalla tonsura, dagli alcolici, dall'uva e dai derivati e che presuppone una dieta vegetariana. Tutto ciò vale anche per la donna che possiede la stessa dignità dell'uomo. Secondo i loro seguaci,opportuno è l'uso dell'erba Ganja, ovvero Marijuana, come erba medicinale e anche meditativa, che aiuterebbe nella preghiera e nell’acquisizione della saggezza. Essi sostengono che l'erba Ganja sia cresciuta sulla tomba del re Salomone, detto il Re saggio, e che da essa la pianta abbia tratto tutta la sua forza. Ma viene anche associata all'Albero della vita e della saggezza situati nell'Eden accanto all'albero della conoscenza del bene e del male. In realtà,la Marijuana non è altro che l'infiorescenza essiccata della pianta di Cannabis. Il suo uso non è innocuo,ma determina una riduzione delle capacità motorie e della concentrazione, arrossamento oculare,riduzione della pressione intra-oculare, stimolazione dell'appetito e anche tachicardia. Risultano direttamente evidenti i suoi effetti nocivi nelle due aree del controllo motorio e della memoria. Apparentemente se il livello di dosaggio è basso, sembra stimolare il movimento del corpo, mentre un alto dosaggio lo inibisce. Il suo effetto varia a seconda del soggetto che ne fa uso. In base allo stato psicologico della persona che la assume, le conseguenze saranno più o meno amplificate.Come se questo non fosse sufficiente per scoraggiare, fumare la cannabis può provocare forti crisi asmatiche in quanto il fumo di tabacco o di Marijuana irrita le vie aeree polmonari. E' stato anche affermato che abbassa transitoriamente la produzione di spermatozoi ma esistono anche ricerche che dimostrano il contrario dove è possibile che si sviluppi una tolleranza verso questi effetti. Un altro aspetto negativo è rappresentato da un aumento di frequenza cardiaca e un moderato aumento della pressione arteriosa, che determina un maggiore lavoro cardiaco e una maggiore richiesta d'ossigeno da parte del muscolo cardiaco. Ma il monossido di carbonio che viene assunto fumando l'erba, riduce la capacità di trasporto dell'ossigeno da parte del sangue. Lasciamoci pure affascinare dalle treccine rasta, ma cerchiamo in noi stessi la capacità di affrontare i problemi e di godere della vita senza l’aiuto di sostanze che, come è dimostrato scientificamente, sono solo dannose. Roberta Gaudenzio Fabiana Russo Marzia Lupinetti
  • 27. Il suicidio è una scelta? Non sempre! Il suicidio è un atto estremo che porta la morte voluta di un individuo. Anche in questo gesto terribile,le donne si differenziano dagli uomini,perché tendono a prediligere tecniche di suicidio che non comportano danni esterni al corpo e all'ambiente circostante, quali ad esempio ingestione di farmaci o avvelenamento da monossido di carbonio. Il suicidio è sempre un atto che manifesta un estremo disagio psicologico; il suicida può decidere di compiere l'estremo gesto in un luogo distante da quello in cui risiede: può trattarsi di un luogo scelto a caso come di un luogo che ha rappresentato qualcosa nella sua vita. Il suicidio è una scelta ma a volte è costretto. Si è infatti scoperto che esistono alcuni farmaci che presi in grandi quantità possono portarti ad uccidere. Le beta - carboline e i barbiturici, non sono più utilizzati per i gravi effetti indesiderati e la elevata probabilità di decesso in caso di assunzione di quantità eccessive (noto ad esempio il suicidio di Marilyn Monroe). Farmaci antiepilettici
  • 28. I medicinali particolarmente predisposti sono quelli antiepilettici - Carbamazepina, Tegretol, Tolep, Depakin, Neurontin, Topamax,.. - usati dai neurologi per l'epilessia ma anche ampiamente prescritti dagli psichiatri come "stabilizzatori dell'umore" in particolare per i diagnosticati "maniacali" e "maniaco-depressi", è risultato che aumentano il rischio di suicidio. L'aumentano di circa il doppio. L'avviso di pericolosità è stato emesso il 31 gennaio 2008 dall'organismo Usa di controllo sui farmaci (FDA). L'analisi ha riguardato 11 farmaci antiepilettici somministrati a ben 27.863 pazienti mentre a 16.029 altri pazienti era dato un placebo ( plecebo = falso farmaco innocuo ma all'apparenza vero). Il risultato è importante dato l'altissimo numero di pazienti coinvolti, alto numero che fa del risultato statistico una quasi-certezza dell'aumento del rischio di suicidio con tali farmaci. L' FDA ha analizzato i resoconti di suicidio (sia ideazioni di suicidi che azioni suicidali) fatti in studi clinici con controllo placebo su undici farmaci usati sia per trattare l'epilessia che disordini psichiatrici che altri problemi. Questi farmaci sono comunemente denominati "farmaci antiepilettici". Dall'analisi del FDA risulta che i pazienti che hanno ricevuto gli antiepilettici hanno un rischio circa doppio di ideazione o comportamento suicidale (0,43%) rispetto il rischio dei pazienti che hanno ricevuto il placebo (0,22%). L'aumento del rischio di ideazione e comportamento suicidale è stato rilevato già una settimana dopo l'inizio della somministrazione di antiepilettico e continuò per le 24 settimane successive. Questi risultati erano consistenti mediamente per tutti le undici farmaci. Tutti i pazienti trattati o per epilessia o disordini psichiatrici o altro, hanno mostrato un aumento del rischio di suicidio. Ecco l’elenco degli undici farmaci sottoposti a un’attenta analisi Carbamazepine (commercializzata in Usa come Carbatrol, Equetro, Tegretol, Tegretol XR)( in Italia Carbamazepina, Tegretol, Tolep) Felbamate Gabapentin Lamotrigine Levetiracetam Oxcarbazepine Pregabalin Tiagabine Topiramate Valproate Zonisamide Patient Information Sheet Silvia Iannascoli IL FENOMENO DELLE SMART DRUGS
  • 29. Sembrano deodoranti, ma... Le smart drugs, nuove droghe che possiamo trovare sugli scaffali accanto a delle semplici vitamine, fungono da deodoranti per ambiente, come l’incenso e i sali da bagno, che vengono assunte attraverso vie respiratorie e causano la perdita di coscienza, capogiri, tremore della lingua, tachicardia e stati confusionali. Queste sostanze sono dette "droghe furbe" perché capaci di nascondersi in prodotti insospettabili e in quanto non sono perseguibili dalla legge, poiché non sono presenti nell'elenco legislativo delle sostanze stupefacenti, ma nonostante ciò, hanno effetti più disastrosi delle normali droghe. Vengono prodotti in paesi lontani come la Cina, sintetizzati in laboratorio e portati in Italia. Alcune di queste sostanze sono: Spice, Diamond e Afghan Incense. La Spice è facilmente reperibile, senza entrare in contatto con spacciatori e malavita organizzata; è già stata ribattezzata come la "marijuana legale". Si tratta di un mix di droghe che contengono anche thc sintetico, ovvero il principio attivo della cannabis, ma quattro volte più potente. Il dipartimento antidroga aveva lanciato l'allerta lo scorso marzo, ma i prodotti in commercio non sono ancora stati bloccati e continuano a provocare danni. Le "droghe furbe" hanno un nome divertente e promettono sballo, ma in realtà di "furbo" non hanno nulla, anzi provocano danni irreversibili e dipendenza. E lo sanno bene gli adolescenti che le usano come vere e proprie droghe. Giulia Di Giandomenico Sidorela Naka Roberta Gentile Un mega puzzle: i continenti
  • 30. Per arrivare a scoprire come sarà la terra nei futuri millenni è interessante conoscerla come era da giovane,attraverso la deriva dei continenti. La deriva dei continenti è una teoria moderna che in modo unitario spiega oltre alla posizione dei vulcani,lo stupefacente spostamento dei continenti e le sue forme. Il globo non si formò così come lo conosciamo oggi,per capire meglio,accostiamo l’Africa al Sud- America . Le coste coincidano. Ciò sta a significare che un tempo,l’Africa e l’America erano unite. Sono verificabili altri “incastri”: affiancando all’Africa sud-orientale il perimetro dell’Antartide e poi di seguito quello dell’Australia,facendo coincidere la Gran baia Australiana con le coste Antartiche della terra di Wilkes tutto si incastona perfettamente. Con questo mega puzzle creiamo un enorme continente chiamato Terra di Gondwana che 200milioni di anni fa riuniva Sud-America ,Africa,Australia e l’India . Vi era anche un altro continente gigante, nominato Laurasia, che comprendeva il Nord-America, l’Europa e l’Asia con l’eccezione della penisola Indiana . Un tempo ancora più remoto la Laurasia e il Gondwana erano un unico continente,la Pangea. Questi cambiamenti sono le conseguenze di eruzioni vulcaniche e soprattutto di terremoti, verificabili in quanto i magmi delle zolle (adiacenti) spinte in direzioni opposte e parallele per effetto dell’attrito,anche sotto la spinta restano immobili per decenni, accumulando energia. Raggiunta però una dimensione critica, l’energia immagazzinata si libera creando forti scosse, che potrebbero oltre allo spostamento e ai danni sulla terra provocare anche tsunami e maremoti che possono geograficamente cambiare la terra, portandola sotto il livello del mare. Negli ultimi decenni si sono verificati molti terremoti dai più innocui ai più significativi: ricordiamo il più recente quello del Giappone del 2011 che ha spostato l’asse terrestre di circa 10 cm, il disastro in Abruzzo causato da una forte scossa nel 6 aprile del 2009, quello in Cile, in Austria, ad Haiti ve ne sono ancora molti altri, ognuno di essi ha portato piccoli ma incisivi cambiamenti, che modellano a loro piacimento l’intero globo. Cambieranno mai i confini? Si creeranno nuovi piccoli continenti? Sono molte le domande e poche le risposte, ma giocando con la fantasia e sapendo che il fenomeno della deriva è ancora in atto, con alcuni dati certi possiamo delimitarne alcuni tratti; come il distacco tra
  • 31. l’Africa e il Sud-America che ogni anno si allontanano di 2 cm. Questa è solo una piccola certezza e non possiamo essere altrettanto sicuri di molti altri cambiamenti, poiché i terremoti non sono prevedibili. Tutto può succedere e tutto può cambiare, le cartine geografiche verranno riscritte,e chi sa forse prima o poi l’Italia sarà una stupenda isola. Andrea Orletti LA BELLEZZA…
  • 32. Che cos’è la bellezza? Bello, grazioso, carino, sublime, meraviglioso ed espressioni simili sono aggettivi che usiamo per indicare qualcosa che ci piace. In questo senso ciò che è bello è legato al buono. La bellezza è una qualità delle cose percepite che suscitano sensazioni piacevoli che attribuiamo a concetti, oggetti e persone. La bellezza non è mai stata qualcosa di assoluto e immutabile, ma ha assunto volti diversi a seconda del periodo storico e del luogo per quanto riguarda la bellezza dell’uomo ma soprattutto della donna. Per questo come afferma lo scrittore Umberto Eco dovremmo fare uno sforzo e vedere come i diversi modelli di bellezza coesistano in una medesima epoca e come altri si rinviino l’un l’altro attraverso epoche diverse. Il tema di bellezza viene ulteriormente elaborato da Socrate e Platone. Il primo divide tre categorie estetiche: bellezza ideale, bellezza spirituale, che esprime l’anima attraverso lo sguardo, la bellezza utile o funzionale come è descritto nel Fedro. Più complessa è la posizione, di Platone, da cui nasceranno le due concezioni più importanti della bellezza: la bellezza come armonia e proporzione delle parti e la bellezza come splendore. E tu quando ti senti bella? Intervistando alcune ragazze (in media dai 17-20 anni) con questa domanda, le risposte ottenute sono per la maggior parte: …. Quando esco dal parrucchiere e quando sono truccata e ordinata; il restante ha risposto: “..quando sono di buon umore e sono sicura di me stessa” infine una piccola percentuale non si sente bella. Fai il nostro questionario per scoprire quanto ti senti bella. QUESTIONARIO SULLA TUA BELLEZZA... TI SENTI BELLA QUANDO TI SVEGLI?? SI (5) NO (3) DIPENDE (4) TI SENTI BELLA QUANDO SEI IN COMPAGNIA DI ALTRA GENTE?? SI (5) NO (3) DIPENDE (4) FAI QUALCOSA PER SENTIRTI PIU’ BELLA?? SI (3) NO (5) DIPENDE (4)
  • 33. RICORRERESTI ALLA CHIRURGIA ESTETICA PER MIGLIORARE IL TUO ASPETTO?? SI (3) NO (5) DIPENDE (4) TI SENTI BELLA ANCHE SENZA TRUCCO?? SI (5) NO (3) DIPENDE (4) TI SENTI BELLA LO STESSO ANCHE SE VIENI RIFIUTATA DA UN RAGAZZO?? SI (5) NO (3) DIPENDE (4) LE PERSONE CHE CONOSCI TI GIUDICANO BELLA?? SI (5) NO (3) DIPENDE (4) CI SONO GIORNI IN CUI TI SVEGLI E VORRESTI ESSERE UN'ALTRA PERSONA?? SI (3) NO (5) DIPENDE (4) LA VISTA DI UNA BELLA RAGAZZA TI LASCIA INDIFFERENTE?? SI (5) NO (3) DIPENDE (4) NUMERO RISPOSTE (DA 1 A 24): non ti senti per niente bella, non ti accetti e prendi per giusto il giudizio degli altri. Devi trovare la sicurezza in te stessa e vedrai che le cose miglioreranno!!! NUMERO RISPOSTE (DA 24 A 32): la tua bellezza cambia in base al tuo umore. Vorresti essere soltanto apprezzata per quello che sei ed hai bisogno di attenzioni da chi ti circonda. NUMERO RISPOSTE (DA 32 A 40): ti senti sicura,soddisfatta e orgogliosa. Non temi nessuno e non ti fai influenzare dal giudizio degli altri. Ma attenta troppo superbia non è mai gradita!!! -Elisabetta Fierro e Danilo Pomante.
  • 34. ...Passeggiando fra le stelle... ARIETE:le corna è meglio farle che averle! TORO: in Spagna non andare se la pelle non volete lasciare! GEMELLI: si che i bambini son belli, ma è meglio farli uno alla volta i” fringuelli”! CANCRO: non vi stupite se nessuno vi vuole! LEONE:abbassate la cresta! VERGINE: guarda che tutti invecchiano! BILANCIA: state attenti alla
  • 35. pancia! SCORPIONE:occhio ai colpi di coda! SAGITTARIO: a tirar la frecce non si guadagna un buon salario! CAPRICORNO: siete solo dei perdigiorno! ACQUARIO: in tutti questi anni, solo rovesciare acqua sai fare? E'ora di imparare a nuotare! PESCI:non disperare anche se sei ancora in alto mare!
  • 36. se LA VOSTRA MENTE VOLETE ALLENARE, IL SUDOKU DOVETE FARE! 6 7 3 1 4 5 6 3 5 2 3 2 8 1 7 5 3 9 2 1 8 9 2 8 9 4 4 1 5 GIOCHI DI INTELLIGENZA LINGUISTICA:
  • 37. 1- TROVA UNA PAROLA DI SENSO COMPIUTO, ALL’ITERNO DELLA PARENTESI, CHE FORMI AGGIUNGENDO L’INIZIALE UN’ALTRA PAROLA. P M S ( _ _ _ _) T B T B S (_ _ _ _) R M M S D (_ _ _ _) C T
  • 38. GIOCO DI INTELLIGENZA SPAZIALE 2-MUOVENDO DUE BASTONCINI,BISOGNA RIDURRE IL NUMERO DEI QUADRATI SOTTOSTANTI DA 5 A 4,SENZA LASCIARE QUADRATI ISOLATI O INCOMPLETI O DI DIVERSA GRANDEZZA. INDOVINELLO 3-UN RE PROPONE A DUE CAVALIERI UNA SFIDA: PROMETTE CHE DARà DIECI MONETE D’ORO A COLUI IL CUI CAVALLO ARRIVERà PER ULTIMO AL TRAGUARDO. I DUE CAVALIERI SI GUARDANO PERPLESSI,MA POI UNO DEI DUE PARLA ALL’ORECCHIO DEL COMPAGNO E I DUE ACCETTANO LA SFIDA. COME SI Può GUADAGNARE IL PREMIO?
  • 39. GIOCHI DI INTELLIGENZA LOGICA 4- U , D , T , Q , C , S , S … QUALE LETTERA DEVE SEGUIRE? 5- un muratore deve ricoprire di piastrelle un pavimento. Ogni GIORNO, L’AREA RICOPERTA DA PIASTRELLE RADDOPPIA. PER COPRIRE metà del paVIMENTO, IL MURATORE IMPIEGA 19 GIORNI … QUINDI QUANTI GIORNI IMPIEGHERà PER RICOPRIRE L’INTERO PAVIMENTO? 6- la SIGNORA ROSSI HA TRE FIGLI MASCHI; OGNI FIGLIO HA UNA SORELLA. CONTANDO ANCHE LA SIGNORA ROSSI,QUANTE DONNE SONO IN FAMIGLIA? SOLUZIONI:
  • 40. 4 1 5 6 2 7 8 3 9 2 7 8 9 1 3 6 4 5 6 3 9 5 8 4 2 1 7 7 5 6 4 3 9 1 2 8 1 8 4 7 5 2 9 6 3 9 2 3 8 6 1 5 7 4 5 6 1 3 7 8 4 9 2 8 9 7 2 4 6 3 5 1 3 4 2 1 9 5 7 8 6 1-ASSO,ONDA,ORSO. 2- 3-I CAVALIERI SI SCAMBIANO I CAVALLI E CORRONO NORMALMENTE,COME SE STESSERO CORRENDO IN UNA GARA. 4-la o, perché la progressione è formata dalle iniziali dei NUMERI: UNO,DUE,TRE … 5-impiegherà venti giorni perché in 19 giorni ricopre mezzo pavimento;il giorno dopo il pavimento intero. 6-2. REALIZZATO DA:
  • 41. Amoroso Celeste Cirillo Federica D’Annibale Ilaria D’Aurelio Chiara Di Giamberardino Valentina Di Giandomenico Giulia Di Gravio Roberta Fierro Elisabetta Gaudenzio Roberta Gentile Roberta Iannascoli Silvia Iunius Angelica Lupinetti Marzia Maccarone Gloria Marino Giorgia Mincone Giorgia Naka Sidorela Orletti Andrea Pomante Danilo Rao Vienna Rulli Valentina Russo Fabiana DOCENTI REFERENTI:
  • 42. PROF. SSA PAOLA D’URBANO PROF.SSA ANDREINA FINORE CLASSE TERZO A LICEO SOCIO-PSICO PEDAGOGICO ISTITUTO GUGLIELMO MARCONI (PESCARA),VIA MARINO DA CARAMANICO