2. George Orwell, 1984
1984 è il romanzo più celebre di George Orwell (1903-1950), sul senso dell’utopia negativa
ed una disamina del potere che controlla e manipola i suoi sudditi.
Il mio nuovo romanzo NON intende attaccare il socialismo o il Partito laburista inglese
(di cui sono un sostenitore) ma mettere in luce le degenerazioni, in parte già
verificatesi sotto il comunismo e il fascismo, a cui sono soggette le economie
centralizzate. Io non credo che il tipo di società che descrivo dovrà necessariamente
realizzarsi, però credo (tenendo conto naturalmente del fatto che il libro è una satira)
che qualcosa del genere potrebbe anche realizzarsi. Sono anche convinto che le idee
totalitarie abbiano messo radici nella mente degli intellettuali di ogni Paese, e ho
cercato di portare tali idee alle loro logiche conseguenze. Il libro è ambientato in Gran
Bretagna per sottolineare che i popoli di lingua inglese non sono intrinsecamente
migliori degli altri e che, se non lo si combatte, il totalitarismo potrebbe trionfare
ovunque.
GEORGE ORWELL
Prof.ssa LUCIA GANGALE
3. George Orwell, 1984
Trama. È il 1984 ed il pianeta Terra è suddiviso in tre grandi potenze in guerra fra loro e
governate da tre regimi totalitari: Oceania, Eurasia ed Estasia. Esse approfittano del
loro stato di guerra permanente per controllare meglio i loro sudditi. In Oceania
comanda il Socing, un socialismo estremo, il cui capo supremo è il Grande Fratello,
misterioso personaggio di cui nessuno conosce la vera identità e che, attraverso delle
telecamere piazzate ovunque, spia la vita di ogni singolo cittadino, di cui vuole
possedere anche l’anima ed i pensieri. Dovunque egli si trovi: in casa, per strada, negli
uffici, nei trasporti, nelle scuole. Non esistono la privacy o una qualche forma di libertà
individuale. Il suo braccio armato è la psicopolizia, attiva rispetto ad ogni minimo
cenno di ribellione o azione sospetta. La propaganda è costante e ad ogni angolo
della città ci sono dei manifesti che ritraggono il Grande Fratello che viene
accompagnato dagli slogan “la libertà è schiavitù” e “la guerra è pace”.
Protagonista del romanzo è Winston Smith, membro del partito che aggiorna
costantemente le notizie dei giornali e dei libri, in modo tale da rendere infallibile la
strategia del partito. Smith è schiavo del sistema, infatti non sopporta questa
mancanza di libertà.
Prof.ssa LUCIA GANGALE
4. George Orwell, 1984
Egli esprime questa sua ribellione in un diario che
comincia a scrivere il 4 aprile 1984. In esso raccoglie i
suoi pensieri e le sue riflessioni sul Partito, sulla
società e su se stesso. Winston ha due persone che
influenzano la sua vita: Julia di cui è innamorato e
che frequenta malgrado il Partito non voglia relazioni
che non abbiano altro scopo che la procreazione, e
O’Brien, un suo amico.
Prof.ssa LUCIA GANGALE
5. George Orwell, 1984
Il romanzo venne pubblicato nel 1949. Fu l’ultimo libro dello scrittore ed è considerato il suo capolavoro.
Formidabile diarista, Orwell, il cui vero nome era Eric Blair, aveva già dato alle stampe libri magnifici, come:
Diari di guerra, che riporta gli umori londinesi nei giorni del blitz nazista, Fiorirà l’aspidistra, struggente, ma
soprattutto Omaggio alla Catalogna, reportage della resistenza contro i fascisti di Francisco Franco.
1984 ha consacrato il modo di vedere la realtà “orwelliano”. Questo romanzo fu redatto quando lo scrittore era
già malato di tubercolosi e ne accelerò la morte, avvenuta nel gennaio del 1950, perché l’autore si fiaccò nello
sforzo di completare l’opera. Rifiutò il ricovero in sanatorio e restò a vivere con il figlioletto Richard e con la
sorella Avril a Jura, remota isola delle Ebridi. Il suo facoltoso amico David Astor, direttore del quotidiano The
Observer, gli aveva prestato una casetta sulla collina di Barnhill, oggi meta di devoti lettori, dove Orwell visse
ridotto ad una larva umana a causa di una cura sperimentale di penicillina che, ingerita in dosi massicce, gli
provocò lesioni cutanee, piaghe alla trachea, perdita di unghie e capelli. Qualche anno prima, nel 1946, aveva
scritto: «Comporre un libro è una lotta orribile che vi lascia esausti, come una lunga, dolorosa, malattia.
Nessuno si metterebbe mai all’opera se non posseduto da un qualche demone irresistibile che non può
comprendere. Per quel che ne sappiamo, quel demone è lo stesso istinto che induce il neonato a strillare per
attrarre l’attenzione. Altrettanto vero, però, è che nessuno scrive nulla di leggibile se non lotta, senza soste, per
cancellare la propria personalità».
Nel 1947 Orwell annota nel suo diario di essere riuscito a scampare col figlio all’annegamento, dopo avere
fatto naufragio con la sua barchetta nel perfido gorgo di Corryveckan. A salvarlo furono dei pescatori di
passaggio e così quel gorgo divenne metafora del male, a cui si oppongono verità e bellezza.
6. George Orwell, 1984
I tre motti del Grande fratello
L’ignoranza è forza
La forza del Partito si fonda sul livello di ignoranza in cui riesce a tenere le masse. Funziona il bispensiero come tecnica di controllo,
ovvero affermare contemporaneamente due opinioni che si annullano a vicenda e credere di dire verità sacrosante mentre si
pronunciano le menzogne più artefatte.
La guerra è pace
Orwell teorizza l’idea del conflitto permanente come chiave di volta dei tre superstati Oceania, Eurasia ed Estasia. In tale stato gli esseri
umani si dibattono tra l’angoscia dello scontro, l’attesa apocalittica e l’immobilismo coatto. La pace non è l’obiettivo finale e la
desolazione è perpetua, in quanto senza la morte eroica, la diserzione, il tradimento e senza la devastazione del campo di battaglia,
nessun desiderio di pace è possibile.
La libertà è schiavitù
Secondo i dettami del Socing, il socialismo inglese che vige in Oceania, l’uomo libero è sempre condannato alla sconfitta e alla morte e
solo quando si sottomette ai dettami del partito può diventare onnipotente e immortale. Inoltre, il bispensiero può rovesciare la
prospettiva: “La schiavitù è libertà”.
Lo slogan significa che dover scegliere un nostro personale modo di vita è un fardello intollerabile. Il tormento della libera scelta è il
rumore delle catene della schiavitù.
7. George Orwell, 1984
Il grande fratello oggi
Il Grande fratello non è solo il nome dei reality show, come credono i ragazzi, ma è
dunque il nome del romanzo visionario concepito settant’anni fa da Orwell contro le
degenerazioni del totalitarismo. Oggi il grande fratello è dappertutto: dagli
smartphone che ci connettono perennemente agli altri e che consultiamo centinaia di
volte al giorno ai bollini della spesa amica al supermercato. Nel 2014 ha fatto scalpore
la storia di un papà adirato col suo supermercato di fiducia, in quanto aveva
cominciato a tempestare sua figlia di prodotti premaman. Il padre era ignaro che la
figlioletta, ancora liceale, in effetti era incinta, mentre invece il Grande Fratello lo aveva
scoperto grazie ai dati della spesa. Insomma una grande, ma allo stesso tempo,
innocua campagna collettiva, meno aggressiva delle telecamere puntate sulle persone
descritte da Orwell nel suo romanzo, ed a cui possiamo aderire o meno.
In politica, oggi, la neolingua e il bispensiero delineati da Orwell si esprime attraverso
Facebook e altri social, dai quali gli uomini politici proclamano le loro verità: i migranti
non arrivano più come prima ma i migranti sono troppi; abbiamo sconfitto la povertà
ma solo noi tuteleremo i poveri; noi siamo la nuova élite ma combattiamo le élites.
8. George Orwell, 1984
Si arriva così all’esempio più eclatante di grande fratello che viene dalla società comunista in
Cina, con la sua aspirazione all’armonia a tutti i costi. In Cina oggi la tecnologia del
riconoscimento facciale è parte integrante della vita delle persone: duecento milioni di
occhi elettronici scrutano 1,4 miliardi di cinesi. Dal riconoscimento facciale operato da questi
occhi elettronici arriva, direttamente sullo smartphone, la multa da pagare, nonché nome e
faccia di chi ha violato il regolamento su uno schermo poco distante. La vergogna pubblica,
per scoraggiare illeciti futuri. I nuovi gioielli tecnologici consentono di individuare piccoli
criminali tra la folla o anche, nel caso dell’Università del Sichuan, di verificare il livello di
attenzione degli studenti durante le lezioni. Entro il 2020, avvertono le autorità di Pechino, il
sistema sarà onnipresente e pienamente integrato. L’ossessione per il controllo sociale è
stata prodotta dai ripetuti furti di carta igienica nei bagni pubblici, mentre per alcuni
sportelli bancomat non serve nemmeno avere una carta di credito, perché anche qui
funziona il riconoscimento facciale. Di recente ha fatto discutere il Social Credit System,
perché dal 2018 milioni di cittadini cinesi non possono prenotare un aereo o prendere un
treno ad alta velocità. Per quale motivo? Il loro nome compare nella black list del governo
di Pechino che individua coloro che hanno tentato di usare biglietti scaduti per viaggiare,
acceso una sigaretta dove non era permesso oppure usato a bordo dispositivi elettronici. O
anche perché condannati per frode finanziaria o per non aver pagato le tasse o una multa.
Il governo di Pechino inneggia alla diffusione «della fiducia e dell’armonia».
Prof.ssa LUCIA GANGALE
9. George Orwell, 1984
Citazione da 1984
«Quando fai all’amore, spendi energia; e dopo ti senti
felice e non te ne frega più di niente. Loro non possono
tollerare che ci si senta in questo modo. Loro vogliono
che si bruci l’energia continuamente, senza interruzione.
Tutto questo marciare su e giù, questo sventolio di
bandiere, queste grida di giubilo non sono altro che
sesso che se ne va a male, che diventa acido. Se sei
felice e soddisfatto dentro di te, che te ne frega del
Grande Fratello e del Piano Triennale, e dei Due Minuti
di Odio, e di tutto il resto di quelle loro porcate»?
Prof.ssa LUCIA GANGALE