3. Figura 4 – Corsi di vita e prestazioni di primo e secondo
welfare
4. La popolazione totale nei prossimi
decenni non aumenterà o aumenterà in
una misura modesta
Aumenteranno invece e di molto gli
anziani
Avranno un’incidenza notevole i “grandi
anziani”
TREND DELLA POPOLAZIONE
5. Quasi tutti i paesi dell’UE hanno messo mano al
sistema pensionistico, in risposta alle sfide
demografiche e ai problemi di sostenibilità
finanziaria.
Qualche progresso è stato fatto ma il bilancio
complessivo resta però insoddisfacente
La struttura interna della spesa sociale e
l’articolazione istituzionale del welfare pubblico sono
ancora simili a quelle di quindici anni fa
sistema pensionistico ipertrofico, forti squilibri a
sfavore di tutte le politiche del «nuovo welfare»,
persistenti problemi di sostenibilità ed efficienza.
LA RIFORMA PENSIONISTICA
6. la strategia di modernizzazione dello Stato sociale si è basata su
una premessa troppo ambiziosa e forse irrealistica sul piano
politico.
Partendo dai vincoli finanziari, siè pensato auna «ricalibrature»
interne al welfare pubblico: meno pensioni, più servizi sociali;
meno ai padri, più ai figli; meno risarcimenti, più u opportunità
Sul versante dell’efficienza, si sperava che l’adozione dei nuovi
approcci di public management desse a sua volta risultati rapidi,
significativi e politicamente accettabili
Ma la via della ricalibratura si è scontrata con l’enorme forza di
resistenza degli interessi basati su spettanze e diritti acquisiti.
Le risorse pubbliche da «spalmare» fra i vari programmi sono
risultate scarse e sempre più lo saranno se si continua così
la riorganizzazione degli estesi apparati pubblici di erogazione e
servizio è proceduta molto lentamente, anch’essa ostacolata da
resistenze istituzionali, politiche, sindacali.
LE STRATEGIE FINORA SEGUITE
7. Ci possono essere strategie alternative rispetto alla
ricalibratura e alle ristrutturazioni gestionali e organizzative?
Potranno queste strategie accelerare i tempi della transizione
verso un nuovo, più efficace modello economico-sociale?
Occorre guardare al di là del perimetro strettamente pubblico
indirizzando l’attenzione verso il mercato e la società
Verso nuove forme di intreccio, collaborazione e sinergia fra
questi due ambiti
Ipotizzare sinergia anche fra questi e il settore pubblico.
STRATEGIE ALTERNATIVE
8. «secondo» per una connotazione temporale e
funzionale
Si tratta di forme che s’innestano sul tronco del
«primo» welfare, quello edificato dallo Stato
Si aggiunge agli schemi del primo, integrandone le
lacune, ne stimola la modernizzazione
sperimentando nuovi modelli organizzativi,
gestionali, finanziari
Deve avventurarsi in sfere di bisogno inesplorate dal
pubblico.
Soprattutto, il secondo welfare deve mobilitare
risorse non pubbliche, messe a disposizione da
diversi attori
SECONDO WELFARE
9. Non si tratta di proporre la sostituzione di
spesa pubblica con spesa privata.
Ma di mobilitare e usare in modo razionale ed
efficiente risorse aggiuntive per bisogni e
aspettative crescenti
Posto che la finanza pubblica è fortemente
vincolata
Che ci sono resistenze politiche (oltre che
controindicazioni economiche) a un aumento
della pressione fiscale
MOBILITARE RISORSE AGGIUNTIVE
10. Assicurazioni private
Fondazioni bancarie e altri soggetti
filantropici
il sistema delle imprese
I sindacati, associazioni
enti locali, anche con eventuali imposte
di scopo
Infine la compartecipazione degli utenti
POSSIBILI FONTI DI FINANZIAMENTO
11. Occorre intrecciare in modo virtuoso
l’iniziativa privata e associativa con
opportunità e incentivi pubblici
Lo Stato svolgerebbe un ruolo di
monitoraggio, valutazione e, se necessario,
sanzione
Senza burocratismi e regolazioni intrusive
Uno Stato più leggero in termini di strutture e
funzioni (e dunque costi), ma più equipaggiato
in capacità istituzionali
IL WELFARE MIX