SlideShare a Scribd company logo
1 of 35
In riferimento al tema delle Indicazioni
nazionali, merita di essere riportato l’art. 1
del D.P.R. n. 89 del 20 marzo 2009 con il
quale si precisò l’aggiornamento delle
precedenti Indicazioni e fu previsto un Atto
di Indirizzo del Ministro al fine di individuare i
criteri generali per armonizzare gli assetti
pedagogico-didattici ed organizzativi:
In sede di prima attuazione del presente
regolamento, e comunque per un periodo
non superiore a tre anni scolastici decorrenti
dall’anno scolastico 2009-2010, si applicano
le Indicazioni nazionali di cui agli allegati A,
B, C e D del decreto legislativo 19 febbraio
2004, n. 59, come aggiornate dalle
Indicazioni per il curricolo di cui al decreto
del Ministro della pubblica istruzione in data
31 luglio 2007.
Con atto di indirizzo del Ministro
dell’istruzione, dell’università e della ricerca
sono individuati i criteri generali necessari
ad armonizzare gli assetti pedagogici,
didattici ed organizzativi agli obiettivi previsti
dal presente regolamento (comma 3).
Nel corso del triennio scolastico 2009/2010-2011/2012,
l’eventuale revisione delle Indicazioni nazionali, di cui al comma
3, da adottarsi mediante regolamento […] è effettuata, sulla base
degli esiti di apposito monitoraggio sulle attività poste in essere
dalle istituzioni scolastiche, affidato all’Agenzia nazionale per lo
sviluppo dell’autonomia scolastica (ANSAS) e all’Istituto
nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e
di formazione (INVALSI) (comma 4). L’Atto di Indirizzo previsto
dal comma 3 dell’art. 1 del D.P.R. n. 89/2009 non si fece
attendere (8 settembre 2009), ma in riferimento alle Indicazioni
non aggiunse sostanzialmente nulla a quanto già detto, in attesa
he di procedere alla loro compiuta armonizzazione.
Fu pertanto istituita una Commissione di studio
con il compito di coordinare e orientare le
Indicazioni nazionali per la scuola dell’infanzia,
del primo ciclo e dei Licei, secondo criteri di
unitarietà e di verticalità coerenti con i processi
di progressivo approfondimento e sviluppo
delle conoscenze e delle abilità e di
maturazione delle competenze caratterizzanti
le singole articolazioni del percorso scolastico
(art. 1, D.M. 11 marzo 2010, n. 26).
Nel frattempo, il 27 gennaio 2010, fu approvato il Decreto
Ministeriale n. 9 concernente l’Adozione del modello di
certificazione dei saperi e delle competenze acquisite dagli
studenti al termine dell’assolvimento dell’obbligo di istruzione.
Alla luce di quanto fin qui detto risulta chiaro come la situazione
nel sistema scolastico italiano sia stata in continua evoluzione e
come il quadro fondato sulla progettualità didattico-educativa
centrata sulle competenze, previsto dalla Legge n. 53/2003 e dai
relativi decreti attuativi, sia stato messo in discussione a partire
dalle Indicazioni per il curricolo del Ministro Fioroni (D.M.
31/7/2007).
Con la XV legislatura (Ministro Fioroni) e la
XVI legislatura (Ministro Gelmini) si è
assistito ad un vero e proprio “cambio di
rotta” rispetto alla logica dei piani di studio
personalizzati (Ministro Moratti). Con le
Indicazioni per il curricolo, sia nella
denominazione sia nella sostanza, avvenne
un vero e proprio ritorno al curricolo e la
logica della personalizzazione fu in poco
tempo letteralmente accantonata.
Per far tornare tutto come era prima è bastato
trasformare le Indicazioni nazionali per i piani di
studio personalizzati in Indicazioni per il
curricolo. Di conseguenza il curricolo è tornato
ad essere riproposto come una categoria
centrale nella prassi didattico-educativa del
sistema scolastico italiano, segnando una
discontinuità inequivocabile con la Legge n.
53/2003 ed i suoi decreti attuativi.
La valenza dei curricoli di istituto rilanciati di nuovo con forza è
stata così delineata da Italo Fiorin: Il compito della scuola è
quello di elaborare il proprio curricolo didattico integrando nelle
proprie scelte le richieste che il centro esprime attraverso le
proprie Indicazioni. In concreto, il curricolo risulta composto
dall’integrazione di due fondamentali componenti, quella
nazionale, che stabilisce il minimo comune denominatore
indispensabile alla tenuta del sistema, e quella della singola
istituzione scolastica, alla quale viene riconosciuta piena
autonomia progettuale, didattica, organizzativa, di ricerca e
sviluppo.
Le due componenti non vanno viste come
parti separate e giustapposte, ma nella loro
integrazione, che si esprime in forma
necessariamente originale, individuata,
diversa da situazione a situazione. Il
processo di costruzione del curricolo ha il
compito di mediare i rapporti tra il livello del
discorso pedagogico generale, e quello
strettamente locale.
Con atto di indirizzo del Ministro
dell’istruzione, dell’università e della ricerca
sono individuati i criteri generali necessari
ad armonizzare gli assetti pedagogici,
didattici ed organizzativi agli obiettivi previsti
dal presente regolamento (comma 3).
Dalla complementarità dei due poli emerge il
curricolo, come strumento di progettazione e
ricerca educativa, che per un verso pone
problemi di fondazione e giustificazione (ciò di
cui si occupano prevalentemente le cosiddette
«teorie curricolari») e per l’altro problemi di
funzionamento ed efficacia (che vengono
trattati soprattutto nell’ambito delle «strategie
curricolari» o del «curriculum design»).
Di conseguenza, qualunque sia la prospettiva curricolare cui si
aderisce, il nodo di questioni che devono essere affrontate coinvolge
tutti i fattori connessi con il processo educativo, dai contenuti agli esiti
formativi, dalla modalità di realizzazione ai condizionamenti dovuti alle
situazioni socioambientali In sintesi, secondo Fiorin, il curricolo va
costruito nella scuola, non viene emanato dal centro per essere
applicato; tale costruzione deve permettere l’accordo tra istanza
centrale, normativa e unitaria, e istanza locale, pragmatica e flessibile;
la costruzione del curricolo implica una considerazione della scuola
come luogo di ricerca, in rapporto dialettico con le istanze provenienti
dalla comunità scientifica, le istanze provenienti dalla comunità sociale
e quelle etiche e che caratterizzano l’orizzonte dei valori condivisi
rappresentati sia a livello centrale sia a livello locale; la problematica
curricolare è il terreno su cui si muove l’innovazione educativa.
Ma che rapporto c’è tra le Indicazioni ed i curricoli di
istituto? A proposito di questo rapporto dice ancora
Italo Fiorin: Se, come si è visto, le Indicazioni non
sono programmi, non vanno nemmeno identificate
con il curricolo. Non è casuale che il test appena
varato porti come titolo Indicazioni per il curricolo. La
relazione tra i due strumenti progettuali è molto
stretta. Non si tratta di intendere i due documenti
come giustapposti, il primo riferito a ciò che tutte le
scuole devono garantire e il secondo ciò che invece
di specifico compete alla singola scuola.
In realtà il curricolo comprende le Indicazioni, le assume e le
utilizza. Infine, in riferimento alle idee cardine delle Indicazioni,
così si esprime lo stesso autore: Per dirlo in termini
estremamente sintetici, a fondamento del curricolo, vengono
posti tre grandi riferimenti pedagogici: la centralità della persona
e quindi l’attenzione allo sviluppo delle sue dimensioni
costitutive; l’impegno per la costruzione di un mondo migliore, e
quindi il concetto di cittadinanza; la comunità educante vista
come la dimensione educativa che meglio consente di
accogliere la persona, di valorizzarla appieno e di aiutarla ad
assumere responsabilità nei confronti degli altri e dell’ambiente.
Le finalità dei diversi ordini di scuola
rappresentano un filo rosso che cuce il
curricolo dai tre ai quattordici anni. Lo sviluppo
dell’identità, la formazione di solide
competenze di cittadinanza, il possesso di una
autonomia non solo di tipo motorio, ma affettiva
e cognitiva, sono riferimenti comuni dell’intero
curricolo. Un altro filo rosso è dato dalla
preoccupazione di favorire la progettazione di
percorsi didattici all’insegna dell’unitarietà. (…)
Le discipline sono considerate come
fondamentali strumenti culturali, alfabeti che
gli alunni devono imparare a utilizzare per
scoprire la realtà e dare senso alla
molteplicità dell’esperienza. Ma non vanno
intese come territori rigidamente separati da
confini.
All’idea del confine che divide si preferisce quella
del sentiero che collega, crea relazioni, allarga le
possibilità del conoscere. Un ulteriore forte
riferimento comune è dato dalla finalizzazione della
didattica alla promozione delle competenze e,
quindi, dall’identificazione di quelli che vengono
chiamati i ‘traguardi di sviluppo delle competenze’. I
traguardi sono direzioni di sviluppo dell’azione
didattica e aiutano a finalizzarla. Non vanno intesi
come livelli di apprendimento che devono essere
raggiunti per gli alunni, ma come criteri che guidano
l’insegnamento.
La competenza, per sua natura, non è mai del tutto
raggiunta, ma l’apprendimento consente di pervenire
progressivamente a livelli di padroneggiamento sempre
più elevati. Sotto questo profilo, lo sviluppo della
competenza viene a coincidere con lo sviluppo delle
dimensioni della persona e non può esaurirsi né nella
scuola dell’infanzia, né nella scuola, ma continuare lungo
tutto l’arco della vita Sorge a questo punto una
domanda: in che cosa si può notare la discontinuità tra le
Indicazioni per il curricolo del Ministro Fioroni e le
Indicazioni per i piani di studio personalizzati del Ministro
Moratti?
Nel corso del triennio scolastico 2009/2010-2011/2012,
l’eventuale revisione delle Indicazioni nazionali, di cui al comma
3, da adottarsi mediante regolamento […] è effettuata, sulla base
degli esiti di apposito monitoraggio sulle attività poste in essere
dalle istituzioni scolastiche, affidato all’Agenzia nazionale per lo
sviluppo dell’autonomia scolastica (ANSAS) e all’Istituto
nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e
di formazione (INVALSI) (comma 4). L’Atto di Indirizzo previsto
dal comma 3 dell’art. 1 del D.P.R. n. 89/2009 non si fece
attendere (8 settembre 2009), ma in riferimento alle Indicazioni
non aggiunse sostanzialmente nulla a quanto già detto, in attesa
he di procedere alla loro compiuta armonizzazione.
Anzitutto le Indicazioni per il curricolo respingono in maniera
intenzionale pressoché tutti gli oggetti pedagogico-didattici che
sostanziavano le precedenti Indicazioni nazionali: manca ogni
riferimento al Profilo Educativo, Culturale e Professionale, agli
Obiettivi generali del processo formativo (di cui parla l’articolo 8
del DPR 275/1999), agli Obiettivi formativi (di cui parla l’articolo
13 dello stesso DPR), alle Unità di apprendimento, ai Piani di
studio personalizzati, al Porfolio, al tutor, alle discipline
facoltative opzionali, al monte ore su base annuale, agli Obiettivi
specifici di apprendimento relativi alle competenze dell’articolo 8
del DPR 275/1999 che sono diventati semplicemente gli Obiettivi
di apprendimento, rendendo così impossibile distinguere questi
sia dagli obiettivi formativi sia dalle competenze.
Sul piano dei principi culturali e pedagogici, poi,
spariscono il principio dell’ologramma ed il reticolo
concettuale delle capacità, conoscenze, abilità e
competenze. Inoltre, mentre nelle Indicazioni per i piani
di studio personalizzati le discipline avevano valore nella
dimensione in cui erano “mezzi” per il pieno sviluppo
della persona umana, che era il vero “fine”, le Indicazioni
per il curricolo invertono l’impostazione tanto che, come
si può cogliere dal titolo del primo capitolo (Cultura
Scuola Persona), la cultura conta più della scuola e la
scuola più della persona; prima invece l’ordine era
rovesciato: persona, scuola, cultura.
Nelle Indicazioni per il curricolo la persona è sinonimo di
individuo e la persona-individuo, grazie alla scuola, è
chiamata a diventare cittadino, cioè a superare la propria
auto-centratura e a condividere quei valori che fanno
sentire i membri di una società come parte di una
comunità vera e propria. La persona è tale in quanto
cittadino ed il cittadino sarebbe chiamato a inverarsi in
un “nuovo umanesimo”. Si assiste perciò ad un
movimento dalla persona (privata, individuale), al
cittadino (pubblico, nazionale, comunitario) all’uomo
(universale, planetario).
Tutto questo è cosa ben diversa dall’idea di persona
precedentemente espressa, che era il fondamento e
l’autenticazione critica della cittadinanza e dell’umanità, le quali
esistevano solo se si realizzava a pieno il valore della persona
umana e sulla quale poggiavano tutte le manifestazioni della
convivenza civile. Oltre a ciò, secondo G. Bertagna, l’attenzione
alla realtà locale del curricolo avviene prescindendo dall’unicità e
dalla singolarità dello studente concreto, avviene cioè a priori.
Per quanto il curricolo vada costruito nella scuola, non viene
meno il fatto che si tratti comunque di un prodotto sottratto alla
negoziazione diretta e cooperativa di tutti gli attori coinvolti
(studenti, genitori, docenti).
Il soggetto di tutte le operazioni indicate per la
predisposizione del curricolo è sempre e solo la scuola.
La famiglia e lo studente entrano nella costruzione del
curricolo al massimo come oggetti di una sollecitudine e
di una cura professionali dei docenti e non anche come
soggetti attivi. Il curricolo perciò è frutto di una
programmazione aprioristica. Infine, a parere di
Bertagna, le Indicazioni per il curricolo sembrano in un
primo momento recepire il principio secondo il quale le
conoscenze e le abilità disciplinari e interdisciplinari non
sarebbero “fini” a se stesse, ma strumenti per
promuovere lo sviluppo delle competenze personali degli
allievi.
Tuttavia il testo non dice nulla sul modo di
intendere la competenza, che resta un mistero.
Ci sono e sono fissati “traguardi di sviluppo”
indispensabili per raggiungerla, ma non si dice
che cosa essa sia. Il testo, poi, propone per le
competenze la concezione sostanzialistica e
oggettualistica tipica delle conoscenze. Le
competenze sarebbero “oggetti” che, come le
conoscenze e le abilità, la scuola dovrebbe
ordinare e trasmettere nell’insegnamento.
Non sarebbero affatto, come nelle precedenti Indicazioni,
quanto l’allievo mostrerebbe di esprimere come persona,
affrontando in situazione problemi, compiti, progetti che
hanno a che fare con la sua vita sociale, culturale e
professionale, ossia modi di essere del soggetto. Va
notato, a questo proposito, il silenzio del documento del
2007 sul Profilo educativo culturale e professionale dello
studente, che era stato pensato proprio per evidenziare il
passaggio da una scuola delle conoscenze e abilità a
una scuola delle competenze.
Non a caso nelle Indicazioni per il curricolo quando
si parla di “traguardi per lo sviluppo delle
competenze”, quindi traguardi che per essere di
sviluppo delle competenze dovrebbero essere a loro
volta segnali di competenze, in realtà si finisce per
parlare di conoscenze disciplinari. Il giudizio finale di
Giuseppe Bertagna è lapidario: in fondo le
Indicazioni del 2007 non hanno fatto altro che
rilegittimare a trent’anni di distanza la
“programmazione curricolare” deduttivistica,
deterministica, tecnicistica e comportamentista.
Fu pertanto istituita una Commissione di studio
con il compito di coordinare e orientare le
Indicazioni nazionali per la scuola dell’infanzia,
del primo ciclo e dei Licei, secondo criteri di
unitarietà e di verticalità coerenti con i processi
di progressivo approfondimento e sviluppo
delle conoscenze e delle abilità e di
maturazione delle competenze caratterizzanti
le singole articolazioni del percorso scolastico
(art. 1, D.M. 11 marzo 2010, n. 26).
Quando, invece, si fa riferimento alla persona si dice che
acquisisce/apprende/applica competenze in contesti diversi da
quello dell’aula in cui le ha apprese, trovandosi nella necessità di
riorganizzare/reinventare le proprie competenze, soggette a
diventare obsolete nel volgere di pochi anni. Ci si trova, dunque,
di fronte a un concetto polisimico di competenza che parte da un
ancoraggio disciplinare forte […], ma che deve poi confrontarsi,
con qualche inevitabile difficoltà e confusione, con il carattere
soggettivo, intenzionale, attivo e situazionale. Aspetto,
quest’ultimo, che è stato messo in risalto anche da due
Raccomandazioni del parlamento europeo e del consiglio
(Raccomandazione del 7 settembre 2006 e Raccomandazione
del 23 aprile 2008).
Non a caso la definizione di competenze delle
predette Raccomandazioni europee è stata fatta
propria dallo stesso ministro Fioroni in occasione del
Decreto Ministeriale n. 139 del 22 agosto 2007
(Regolamento recante norme in materia di
adempimento dell’obbligo di istruzione), in cui nel
Documento tecnico di accompagnamento del
Decreto è stato precisato che le “Competenze”
indicano la comprovata capacità di usare
conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o
metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e
nello sviluppo professionale e/o personale;
le competenze sono descritte in termine di
responsabilità e autonomia. Proprio
esattamente come avevano già detto i
documenti europei. In conclusione si può
avanzare una riflessione.
E’ senza dubbio vero che, come sostiene Italo Fiorin, il
passaggio dalla cultura dei Programmi, espressione del
centralismo, alla cultura delle Indicazioni, espressione
dell’autonomia delle scuole, non è facile. Può essere pure
condivisibile l’idea, ancora dello stesso autore, che i tre testi
delle Indicazioni succedutisi in un breve lasso temporale (gli
Indirizzi per l’attuazione del curricolo del Ministro De Mauro nel
2000, le Indicazioni per i piani di studio personalizzati del
Ministro Moratti nel 2003, le Indicazioni per il curricolo del
ministro Fioroni nel 2007) possono essere visti come tentativi di
superamento della “logica dei programmi” e della “cultura
centralistica”, però è altrettanto vero che attuando continui
“cambiamenti di fronte” si rischia di incrementare la confusione
nelle scuole e di non far capire ai docenti, ai genitori e agli stessi
studenti le logiche decisive sottostanti ai documenti ministeriali
che si collocano all’interno della cornice dell’autonomia e del
quadro costituzionale.
Il pericolo è che a furia di “cambiare le carte in
tavola” gli insegnanti finiscano col vivere, nel
quotidiano scolastico, un “curricolo implicito”, ossia
un curricolo frutto della propria esperienza personale
e professionale, ma indipendentemente dalle
Indicazioni, che potrebbero essere viste come un
“corpo estraneo”, quasi inutile perché in continuo
cambiamento. Il rischio è che col passare del tempo
nelle scuole si viva la proposta didattico-educativa
secondo una “propria logica” e non secondo una
prospettiva atta a garantire un’attenzione locale ma
di respiro nazionale.
Per questo è quanto mai urgente riuscire a
rispondere una volta per tutte alle seguenti
domande: Indicazioni per che cosa? Per
l’attuazione del curricolo? Per i piani di
studio personalizzati? Per il curricolo? Per
qualcosa d’altro? Oppure per chi?

More Related Content

What's hot

MIILIV_M4C5 Appendice 5 parte 4
MIILIV_M4C5 Appendice 5   parte 4MIILIV_M4C5 Appendice 5   parte 4
MIILIV_M4C5 Appendice 5 parte 4raffaelebruno1
 
IILIV_M4C4 Lezione 3. legge 104
IILIV_M4C4 Lezione 3. legge 104IILIV_M4C4 Lezione 3. legge 104
IILIV_M4C4 Lezione 3. legge 104raffaelebruno1
 
MIILIV_M4C5 Appendice 5 parte 1
MIILIV_M4C5 Appendice 5   parte 1MIILIV_M4C5 Appendice 5   parte 1
MIILIV_M4C5 Appendice 5 parte 1raffaelebruno1
 
67+68 M5C3 Lezione 3. dall inserimento all integrazione
67+68 M5C3 Lezione 3. dall inserimento all integrazione67+68 M5C3 Lezione 3. dall inserimento all integrazione
67+68 M5C3 Lezione 3. dall inserimento all integrazioneraffaelebruno1
 
67+68 M5C3 Lezione 10. l influenza della logica bio-medica_
67+68 M5C3 Lezione 10. l influenza della  logica bio-medica_67+68 M5C3 Lezione 10. l influenza della  logica bio-medica_
67+68 M5C3 Lezione 10. l influenza della logica bio-medica_raffaelebruno1
 
MIILIV_M4C5 Appendice 4 parte 3
MIILIV_M4C5 Appendice 4   parte 3MIILIV_M4C5 Appendice 4   parte 3
MIILIV_M4C5 Appendice 4 parte 3raffaelebruno1
 
MIILIV_M4C5 Appendice 1
MIILIV_M4C5 Appendice 1MIILIV_M4C5 Appendice 1
MIILIV_M4C5 Appendice 1raffaelebruno1
 
IILIV_M4C4 Lezione 4. successo formativo e valorizzazione della persona
IILIV_M4C4 Lezione 4. successo formativo e valorizzazione della personaIILIV_M4C4 Lezione 4. successo formativo e valorizzazione della persona
IILIV_M4C4 Lezione 4. successo formativo e valorizzazione della personaraffaelebruno1
 
Modulo 5 autonomia e progettazione
Modulo 5 autonomia e progettazioneModulo 5 autonomia e progettazione
Modulo 5 autonomia e progettazionemagellano1111
 
MIILIV_M4C5 Appendice 2 parte 1
MIILIV_M4C5 Appendice 2   parte 1MIILIV_M4C5 Appendice 2   parte 1
MIILIV_M4C5 Appendice 2 parte 1raffaelebruno1
 
67+68 M5C3 Lezione 7. il profilo dinamico funzionale
67+68 M5C3 Lezione 7. il profilo dinamico funzionale67+68 M5C3 Lezione 7. il profilo dinamico funzionale
67+68 M5C3 Lezione 7. il profilo dinamico funzionaleraffaelebruno1
 
67+68 M5C3 Lezione 4. dall integrazione alle integrazioni
67+68 M5C3 Lezione 4. dall integrazione alle integrazioni67+68 M5C3 Lezione 4. dall integrazione alle integrazioni
67+68 M5C3 Lezione 4. dall integrazione alle integrazioniraffaelebruno1
 
Riflessione Metacognitiva finale - gruppo docenti Visciano
Riflessione Metacognitiva finale -  gruppo docenti ViscianoRiflessione Metacognitiva finale -  gruppo docenti Visciano
Riflessione Metacognitiva finale - gruppo docenti ViscianoCorrado Izzo
 
Curricolo verticale Caivano
Curricolo verticale CaivanoCurricolo verticale Caivano
Curricolo verticale CaivanoCorrado Izzo
 
67+68 M5C3 Lezione 2. dalla medicalizzazione all inserimento
67+68 M5C3 Lezione 2. dalla medicalizzazione all inserimento67+68 M5C3 Lezione 2. dalla medicalizzazione all inserimento
67+68 M5C3 Lezione 2. dalla medicalizzazione all inserimentoraffaelebruno1
 
67+68 M5C3 Lezione 9. l influenza della logica curricolare_
67+68 M5C3 Lezione 9. l influenza della  logica curricolare_ 67+68 M5C3 Lezione 9. l influenza della  logica curricolare_
67+68 M5C3 Lezione 9. l influenza della logica curricolare_ raffaelebruno1
 
Tesina Ssis Integrazione Negli Apprendimenti
Tesina Ssis  Integrazione  Negli ApprendimentiTesina Ssis  Integrazione  Negli Apprendimenti
Tesina Ssis Integrazione Negli ApprendimentiMassimo
 
MIILIV_M4C5 Appendice 2 parte 2
MIILIV_M4C5 Appendice 2   parte 2MIILIV_M4C5 Appendice 2   parte 2
MIILIV_M4C5 Appendice 2 parte 2raffaelebruno1
 
Il pei e il progetto di vita
Il pei e il progetto di vitaIl pei e il progetto di vita
Il pei e il progetto di vitaFrancesca Cuculo
 
Relazione le indicazioni nazionali del primo ciclo in e twinning di carmine i...
Relazione le indicazioni nazionali del primo ciclo in e twinning di carmine i...Relazione le indicazioni nazionali del primo ciclo in e twinning di carmine i...
Relazione le indicazioni nazionali del primo ciclo in e twinning di carmine i...carmine iannicelli
 

What's hot (20)

MIILIV_M4C5 Appendice 5 parte 4
MIILIV_M4C5 Appendice 5   parte 4MIILIV_M4C5 Appendice 5   parte 4
MIILIV_M4C5 Appendice 5 parte 4
 
IILIV_M4C4 Lezione 3. legge 104
IILIV_M4C4 Lezione 3. legge 104IILIV_M4C4 Lezione 3. legge 104
IILIV_M4C4 Lezione 3. legge 104
 
MIILIV_M4C5 Appendice 5 parte 1
MIILIV_M4C5 Appendice 5   parte 1MIILIV_M4C5 Appendice 5   parte 1
MIILIV_M4C5 Appendice 5 parte 1
 
67+68 M5C3 Lezione 3. dall inserimento all integrazione
67+68 M5C3 Lezione 3. dall inserimento all integrazione67+68 M5C3 Lezione 3. dall inserimento all integrazione
67+68 M5C3 Lezione 3. dall inserimento all integrazione
 
67+68 M5C3 Lezione 10. l influenza della logica bio-medica_
67+68 M5C3 Lezione 10. l influenza della  logica bio-medica_67+68 M5C3 Lezione 10. l influenza della  logica bio-medica_
67+68 M5C3 Lezione 10. l influenza della logica bio-medica_
 
MIILIV_M4C5 Appendice 4 parte 3
MIILIV_M4C5 Appendice 4   parte 3MIILIV_M4C5 Appendice 4   parte 3
MIILIV_M4C5 Appendice 4 parte 3
 
MIILIV_M4C5 Appendice 1
MIILIV_M4C5 Appendice 1MIILIV_M4C5 Appendice 1
MIILIV_M4C5 Appendice 1
 
IILIV_M4C4 Lezione 4. successo formativo e valorizzazione della persona
IILIV_M4C4 Lezione 4. successo formativo e valorizzazione della personaIILIV_M4C4 Lezione 4. successo formativo e valorizzazione della persona
IILIV_M4C4 Lezione 4. successo formativo e valorizzazione della persona
 
Modulo 5 autonomia e progettazione
Modulo 5 autonomia e progettazioneModulo 5 autonomia e progettazione
Modulo 5 autonomia e progettazione
 
MIILIV_M4C5 Appendice 2 parte 1
MIILIV_M4C5 Appendice 2   parte 1MIILIV_M4C5 Appendice 2   parte 1
MIILIV_M4C5 Appendice 2 parte 1
 
67+68 M5C3 Lezione 7. il profilo dinamico funzionale
67+68 M5C3 Lezione 7. il profilo dinamico funzionale67+68 M5C3 Lezione 7. il profilo dinamico funzionale
67+68 M5C3 Lezione 7. il profilo dinamico funzionale
 
67+68 M5C3 Lezione 4. dall integrazione alle integrazioni
67+68 M5C3 Lezione 4. dall integrazione alle integrazioni67+68 M5C3 Lezione 4. dall integrazione alle integrazioni
67+68 M5C3 Lezione 4. dall integrazione alle integrazioni
 
Riflessione Metacognitiva finale - gruppo docenti Visciano
Riflessione Metacognitiva finale -  gruppo docenti ViscianoRiflessione Metacognitiva finale -  gruppo docenti Visciano
Riflessione Metacognitiva finale - gruppo docenti Visciano
 
Curricolo verticale Caivano
Curricolo verticale CaivanoCurricolo verticale Caivano
Curricolo verticale Caivano
 
67+68 M5C3 Lezione 2. dalla medicalizzazione all inserimento
67+68 M5C3 Lezione 2. dalla medicalizzazione all inserimento67+68 M5C3 Lezione 2. dalla medicalizzazione all inserimento
67+68 M5C3 Lezione 2. dalla medicalizzazione all inserimento
 
67+68 M5C3 Lezione 9. l influenza della logica curricolare_
67+68 M5C3 Lezione 9. l influenza della  logica curricolare_ 67+68 M5C3 Lezione 9. l influenza della  logica curricolare_
67+68 M5C3 Lezione 9. l influenza della logica curricolare_
 
Tesina Ssis Integrazione Negli Apprendimenti
Tesina Ssis  Integrazione  Negli ApprendimentiTesina Ssis  Integrazione  Negli Apprendimenti
Tesina Ssis Integrazione Negli Apprendimenti
 
MIILIV_M4C5 Appendice 2 parte 2
MIILIV_M4C5 Appendice 2   parte 2MIILIV_M4C5 Appendice 2   parte 2
MIILIV_M4C5 Appendice 2 parte 2
 
Il pei e il progetto di vita
Il pei e il progetto di vitaIl pei e il progetto di vita
Il pei e il progetto di vita
 
Relazione le indicazioni nazionali del primo ciclo in e twinning di carmine i...
Relazione le indicazioni nazionali del primo ciclo in e twinning di carmine i...Relazione le indicazioni nazionali del primo ciclo in e twinning di carmine i...
Relazione le indicazioni nazionali del primo ciclo in e twinning di carmine i...
 

Viewers also liked

Trakya universitesi-ornegi
Trakya universitesi-ornegiTrakya universitesi-ornegi
Trakya universitesi-ornegizeynep_zyn85
 
2012 Delivery Maxx Overview
2012 Delivery Maxx Overview2012 Delivery Maxx Overview
2012 Delivery Maxx Overviewcraigrodenmayer
 
Trakya universitesi-kurslari
Trakya universitesi-kurslariTrakya universitesi-kurslari
Trakya universitesi-kurslarizeynep_zyn85
 
Xx.mendeko asmakizunak
Xx.mendeko asmakizunakXx.mendeko asmakizunak
Xx.mendeko asmakizunakjonriainhoa
 
Raspberry pi-spectrum-analyzer-display-on-rgb-led-strip
Raspberry pi-spectrum-analyzer-display-on-rgb-led-stripRaspberry pi-spectrum-analyzer-display-on-rgb-led-strip
Raspberry pi-spectrum-analyzer-display-on-rgb-led-stripStefan Oprea
 
13A Portfolio
13A Portfolio13A Portfolio
13A Portfoliocjacob87
 
MIILIV_M4C5 Appendice 3 parte 3
MIILIV_M4C5 Appendice 3   parte 3MIILIV_M4C5 Appendice 3   parte 3
MIILIV_M4C5 Appendice 3 parte 3raffaelebruno1
 
JSNA presentation for health and wellbeing network 120416
JSNA presentation for health and wellbeing network 120416JSNA presentation for health and wellbeing network 120416
JSNA presentation for health and wellbeing network 120416KingstonVA
 
Aeon management reviews velachery / Aeon Management chennai
Aeon management  reviews velachery / Aeon Management chennaiAeon management  reviews velachery / Aeon Management chennai
Aeon management reviews velachery / Aeon Management chennaiAeon Aeonmanagement
 
La guerra del 36 a la xarxa (Els Mediterranis)
La guerra del 36 a la xarxa (Els Mediterranis)La guerra del 36 a la xarxa (Els Mediterranis)
La guerra del 36 a la xarxa (Els Mediterranis)UOC
 
Elena Givone presents: Creation and design, an approach to creative process
Elena Givone presents: Creation and design, an approach to creative processElena Givone presents: Creation and design, an approach to creative process
Elena Givone presents: Creation and design, an approach to creative processManfrotto
 

Viewers also liked (18)

A new user guide
A new user guideA new user guide
A new user guide
 
Trakya universitesi-ornegi
Trakya universitesi-ornegiTrakya universitesi-ornegi
Trakya universitesi-ornegi
 
2012 Delivery Maxx Overview
2012 Delivery Maxx Overview2012 Delivery Maxx Overview
2012 Delivery Maxx Overview
 
Trakya universitesi-kurslari
Trakya universitesi-kurslariTrakya universitesi-kurslari
Trakya universitesi-kurslari
 
Xx.mendeko asmakizunak
Xx.mendeko asmakizunakXx.mendeko asmakizunak
Xx.mendeko asmakizunak
 
Fiberoptic11
Fiberoptic11Fiberoptic11
Fiberoptic11
 
Raspberry pi-spectrum-analyzer-display-on-rgb-led-strip
Raspberry pi-spectrum-analyzer-display-on-rgb-led-stripRaspberry pi-spectrum-analyzer-display-on-rgb-led-strip
Raspberry pi-spectrum-analyzer-display-on-rgb-led-strip
 
La demanda
La demandaLa demanda
La demanda
 
Fundicion y moldeo
Fundicion y moldeoFundicion y moldeo
Fundicion y moldeo
 
13A Portfolio
13A Portfolio13A Portfolio
13A Portfolio
 
Final Gyanesh Profile
Final Gyanesh ProfileFinal Gyanesh Profile
Final Gyanesh Profile
 
MIILIV_M4C5 Appendice 3 parte 3
MIILIV_M4C5 Appendice 3   parte 3MIILIV_M4C5 Appendice 3   parte 3
MIILIV_M4C5 Appendice 3 parte 3
 
JSNA presentation for health and wellbeing network 120416
JSNA presentation for health and wellbeing network 120416JSNA presentation for health and wellbeing network 120416
JSNA presentation for health and wellbeing network 120416
 
Aeon management reviews velachery / Aeon Management chennai
Aeon management  reviews velachery / Aeon Management chennaiAeon management  reviews velachery / Aeon Management chennai
Aeon management reviews velachery / Aeon Management chennai
 
La guerra del 36 a la xarxa (Els Mediterranis)
La guerra del 36 a la xarxa (Els Mediterranis)La guerra del 36 a la xarxa (Els Mediterranis)
La guerra del 36 a la xarxa (Els Mediterranis)
 
Elena Givone presents: Creation and design, an approach to creative process
Elena Givone presents: Creation and design, an approach to creative processElena Givone presents: Creation and design, an approach to creative process
Elena Givone presents: Creation and design, an approach to creative process
 
Resume- 3.0
Resume- 3.0Resume- 3.0
Resume- 3.0
 
Naatal14
Naatal14Naatal14
Naatal14
 

Similar to MIILIV_M4C5 Appendice 5 parte 5

Introduzione: IL PROCESSO FORMATIVO E IL BILANCIO SOCIALE. DALLE CONOSCENZE ...
Introduzione: IL PROCESSO FORMATIVO E IL BILANCIO SOCIALE.  DALLE CONOSCENZE ...Introduzione: IL PROCESSO FORMATIVO E IL BILANCIO SOCIALE.  DALLE CONOSCENZE ...
Introduzione: IL PROCESSO FORMATIVO E IL BILANCIO SOCIALE. DALLE CONOSCENZE ...Corrado Izzo
 
Relazione e twinning e curricolo. competenze di cittadinanza di carmine ianni...
Relazione e twinning e curricolo. competenze di cittadinanza di carmine ianni...Relazione e twinning e curricolo. competenze di cittadinanza di carmine ianni...
Relazione e twinning e curricolo. competenze di cittadinanza di carmine ianni...carmine iannicelli
 
Linee guida A.A. 2018 2019
Linee guida A.A. 2018 2019 Linee guida A.A. 2018 2019
Linee guida A.A. 2018 2019 Ada Vantaggiato
 
4 Linee Guida Biennio
4 Linee Guida Biennio4 Linee Guida Biennio
4 Linee Guida Biennioitiseinstein
 
LEGGE 107 SECONDARIA.pptx
LEGGE 107 SECONDARIA.pptxLEGGE 107 SECONDARIA.pptx
LEGGE 107 SECONDARIA.pptxAlfonsoMicuccio
 
Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica
Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civicaLinee guida per l’insegnamento dell’educazione civica
Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civicaQuotidiano Piemontese
 
Kit ant invalsi docenti
Kit ant invalsi docentiKit ant invalsi docenti
Kit ant invalsi docentignutello
 
Presentazione corso rizzoli_mn_nov18
Presentazione corso rizzoli_mn_nov18Presentazione corso rizzoli_mn_nov18
Presentazione corso rizzoli_mn_nov18istituto manzoni
 
Dal Riordino Alle Competenze
Dal Riordino Alle CompetenzeDal Riordino Alle Competenze
Dal Riordino Alle CompetenzeLorenzo Caputo
 
Area certificazione competenze piano di lavoro 2011
Area certificazione competenze piano di lavoro 2011Area certificazione competenze piano di lavoro 2011
Area certificazione competenze piano di lavoro 2011CISEM - Milano
 
Progetto regionale inclusione triennio 2020-2022
Progetto regionale inclusione triennio 2020-2022Progetto regionale inclusione triennio 2020-2022
Progetto regionale inclusione triennio 2020-2022Luca Salvini - MI
 
Il quadro delle Competenze - Checklist
Il quadro delle Competenze - ChecklistIl quadro delle Competenze - Checklist
Il quadro delle Competenze - ChecklistLaura Antichi
 
Come seguire e interpretare il riordino
Come seguire e interpretare il riordinoCome seguire e interpretare il riordino
Come seguire e interpretare il riordinoLa Società in Classe
 
LEGGE 107 scuola primaria.pptx
LEGGE 107 scuola primaria.pptxLEGGE 107 scuola primaria.pptx
LEGGE 107 scuola primaria.pptxAlfonsoMicuccio
 

Similar to MIILIV_M4C5 Appendice 5 parte 5 (20)

La progettualità
La progettualitàLa progettualità
La progettualità
 
Presentazione lavori finali
Presentazione lavori finaliPresentazione lavori finali
Presentazione lavori finali
 
Presentazione lavori finali
Presentazione lavori finaliPresentazione lavori finali
Presentazione lavori finali
 
Introduzione: IL PROCESSO FORMATIVO E IL BILANCIO SOCIALE. DALLE CONOSCENZE ...
Introduzione: IL PROCESSO FORMATIVO E IL BILANCIO SOCIALE.  DALLE CONOSCENZE ...Introduzione: IL PROCESSO FORMATIVO E IL BILANCIO SOCIALE.  DALLE CONOSCENZE ...
Introduzione: IL PROCESSO FORMATIVO E IL BILANCIO SOCIALE. DALLE CONOSCENZE ...
 
Relazione e twinning e curricolo. competenze di cittadinanza di carmine ianni...
Relazione e twinning e curricolo. competenze di cittadinanza di carmine ianni...Relazione e twinning e curricolo. competenze di cittadinanza di carmine ianni...
Relazione e twinning e curricolo. competenze di cittadinanza di carmine ianni...
 
POF 2010 2011
POF 2010 2011POF 2010 2011
POF 2010 2011
 
Linee guida A.A. 2018 2019
Linee guida A.A. 2018 2019 Linee guida A.A. 2018 2019
Linee guida A.A. 2018 2019
 
4 Linee Guida Biennio
4 Linee Guida Biennio4 Linee Guida Biennio
4 Linee Guida Biennio
 
LEGGE 107 SECONDARIA.pptx
LEGGE 107 SECONDARIA.pptxLEGGE 107 SECONDARIA.pptx
LEGGE 107 SECONDARIA.pptx
 
Piano dell'offerta formativa 2012-13
Piano dell'offerta formativa 2012-13Piano dell'offerta formativa 2012-13
Piano dell'offerta formativa 2012-13
 
Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica
Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civicaLinee guida per l’insegnamento dell’educazione civica
Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica
 
Kit ant invalsi docenti
Kit ant invalsi docentiKit ant invalsi docenti
Kit ant invalsi docenti
 
Presentazione corso rizzoli_mn_nov18
Presentazione corso rizzoli_mn_nov18Presentazione corso rizzoli_mn_nov18
Presentazione corso rizzoli_mn_nov18
 
Dal Riordino Alle Competenze
Dal Riordino Alle CompetenzeDal Riordino Alle Competenze
Dal Riordino Alle Competenze
 
Area certificazione competenze piano di lavoro 2011
Area certificazione competenze piano di lavoro 2011Area certificazione competenze piano di lavoro 2011
Area certificazione competenze piano di lavoro 2011
 
Progetto regionale inclusione triennio 2020-2022
Progetto regionale inclusione triennio 2020-2022Progetto regionale inclusione triennio 2020-2022
Progetto regionale inclusione triennio 2020-2022
 
Il quadro delle Competenze - Checklist
Il quadro delle Competenze - ChecklistIl quadro delle Competenze - Checklist
Il quadro delle Competenze - Checklist
 
Come seguire e interpretare il riordino
Come seguire e interpretare il riordinoCome seguire e interpretare il riordino
Come seguire e interpretare il riordino
 
LEGGE 107 scuola primaria.pptx
LEGGE 107 scuola primaria.pptxLEGGE 107 scuola primaria.pptx
LEGGE 107 scuola primaria.pptx
 
Rizzardi 1
Rizzardi 1Rizzardi 1
Rizzardi 1
 

More from raffaelebruno1

MIILIV_M4C5 Appendice 4 parte 1
MIILIV_M4C5 Appendice 4   parte 1MIILIV_M4C5 Appendice 4   parte 1
MIILIV_M4C5 Appendice 4 parte 1raffaelebruno1
 
MIILIV_M4C5 Appendice 3 parte 4
MIILIV_M4C5 Appendice 3   parte 4MIILIV_M4C5 Appendice 3   parte 4
MIILIV_M4C5 Appendice 3 parte 4raffaelebruno1
 
MIILIV_M4C5 Appendice 3 parte 2
MIILIV_M4C5 Appendice 3   parte 2MIILIV_M4C5 Appendice 3   parte 2
MIILIV_M4C5 Appendice 3 parte 2raffaelebruno1
 
MIILIV_M4C5 Appendice 3 parte 1
MIILIV_M4C5 Appendice 3   parte 1MIILIV_M4C5 Appendice 3   parte 1
MIILIV_M4C5 Appendice 3 parte 1raffaelebruno1
 
IILIV_M4C4 Lezione 2. sentenza corte cost. 215 87
IILIV_M4C4 Lezione 2. sentenza corte cost. 215 87IILIV_M4C4 Lezione 2. sentenza corte cost. 215 87
IILIV_M4C4 Lezione 2. sentenza corte cost. 215 87raffaelebruno1
 
IILIV_M4C4 Lezione 1. approfondimenti normativi
IILIV_M4C4 Lezione 1. approfondimenti normativiIILIV_M4C4 Lezione 1. approfondimenti normativi
IILIV_M4C4 Lezione 1. approfondimenti normativiraffaelebruno1
 
67+68 M5C3 Lezione 11. quadro normativo della via italia all integrazione
67+68 M5C3 Lezione 11. quadro normativo della via italia all integrazione67+68 M5C3 Lezione 11. quadro normativo della via italia all integrazione
67+68 M5C3 Lezione 11. quadro normativo della via italia all integrazioneraffaelebruno1
 
67+68 M5C3 Lezione 6. la diagnosi funzionale
67+68 M5C3 Lezione 6. la diagnosi funzionale67+68 M5C3 Lezione 6. la diagnosi funzionale
67+68 M5C3 Lezione 6. la diagnosi funzionaleraffaelebruno1
 
67+68 M5C3 Lezione 5. il diritto all integrazione scolastica
67+68 M5C3 Lezione 5. il diritto all integrazione scolastica67+68 M5C3 Lezione 5. il diritto all integrazione scolastica
67+68 M5C3 Lezione 5. il diritto all integrazione scolasticaraffaelebruno1
 
67+68 M5C3 Lezione 1. le fasi dell integrazione
67+68 M5C3 Lezione 1. le fasi dell integrazione67+68 M5C3 Lezione 1. le fasi dell integrazione
67+68 M5C3 Lezione 1. le fasi dell integrazioneraffaelebruno1
 

More from raffaelebruno1 (10)

MIILIV_M4C5 Appendice 4 parte 1
MIILIV_M4C5 Appendice 4   parte 1MIILIV_M4C5 Appendice 4   parte 1
MIILIV_M4C5 Appendice 4 parte 1
 
MIILIV_M4C5 Appendice 3 parte 4
MIILIV_M4C5 Appendice 3   parte 4MIILIV_M4C5 Appendice 3   parte 4
MIILIV_M4C5 Appendice 3 parte 4
 
MIILIV_M4C5 Appendice 3 parte 2
MIILIV_M4C5 Appendice 3   parte 2MIILIV_M4C5 Appendice 3   parte 2
MIILIV_M4C5 Appendice 3 parte 2
 
MIILIV_M4C5 Appendice 3 parte 1
MIILIV_M4C5 Appendice 3   parte 1MIILIV_M4C5 Appendice 3   parte 1
MIILIV_M4C5 Appendice 3 parte 1
 
IILIV_M4C4 Lezione 2. sentenza corte cost. 215 87
IILIV_M4C4 Lezione 2. sentenza corte cost. 215 87IILIV_M4C4 Lezione 2. sentenza corte cost. 215 87
IILIV_M4C4 Lezione 2. sentenza corte cost. 215 87
 
IILIV_M4C4 Lezione 1. approfondimenti normativi
IILIV_M4C4 Lezione 1. approfondimenti normativiIILIV_M4C4 Lezione 1. approfondimenti normativi
IILIV_M4C4 Lezione 1. approfondimenti normativi
 
67+68 M5C3 Lezione 11. quadro normativo della via italia all integrazione
67+68 M5C3 Lezione 11. quadro normativo della via italia all integrazione67+68 M5C3 Lezione 11. quadro normativo della via italia all integrazione
67+68 M5C3 Lezione 11. quadro normativo della via italia all integrazione
 
67+68 M5C3 Lezione 6. la diagnosi funzionale
67+68 M5C3 Lezione 6. la diagnosi funzionale67+68 M5C3 Lezione 6. la diagnosi funzionale
67+68 M5C3 Lezione 6. la diagnosi funzionale
 
67+68 M5C3 Lezione 5. il diritto all integrazione scolastica
67+68 M5C3 Lezione 5. il diritto all integrazione scolastica67+68 M5C3 Lezione 5. il diritto all integrazione scolastica
67+68 M5C3 Lezione 5. il diritto all integrazione scolastica
 
67+68 M5C3 Lezione 1. le fasi dell integrazione
67+68 M5C3 Lezione 1. le fasi dell integrazione67+68 M5C3 Lezione 1. le fasi dell integrazione
67+68 M5C3 Lezione 1. le fasi dell integrazione
 

Recently uploaded

La produzione e la gestione degli Open Data
La produzione e la gestione degli Open DataLa produzione e la gestione degli Open Data
La produzione e la gestione degli Open DataGianluigi Cogo
 
Ticonzero news 148.pdf aprile 2024 Terza cultura
Ticonzero news 148.pdf aprile 2024 Terza culturaTiconzero news 148.pdf aprile 2024 Terza cultura
Ticonzero news 148.pdf aprile 2024 Terza culturaPierLuigi Albini
 
Terza cultura w la scienza Italo Calvino.pdf
Terza cultura w la scienza Italo Calvino.pdfTerza cultura w la scienza Italo Calvino.pdf
Terza cultura w la scienza Italo Calvino.pdfPierLuigi Albini
 
IL CHIAMATO ALLA CONVERSIONE - catechesi per candidati alla Cresima
IL CHIAMATO ALLA CONVERSIONE - catechesi per candidati alla CresimaIL CHIAMATO ALLA CONVERSIONE - catechesi per candidati alla Cresima
IL CHIAMATO ALLA CONVERSIONE - catechesi per candidati alla CresimaRafael Figueredo
 
La seconda guerra mondiale per licei e scuole medie
La seconda guerra mondiale per licei e scuole medieLa seconda guerra mondiale per licei e scuole medie
La seconda guerra mondiale per licei e scuole medieVincenzoPantalena1
 
Storia dell’Inghilterra nell’Età Moderna.pptx
Storia dell’Inghilterra nell’Età Moderna.pptxStoria dell’Inghilterra nell’Età Moderna.pptx
Storia dell’Inghilterra nell’Età Moderna.pptxOrianaOcchino
 
biblioverifica ijf24 Festival Internazionale del Giornalismo 2024
biblioverifica ijf24 Festival Internazionale del Giornalismo 2024biblioverifica ijf24 Festival Internazionale del Giornalismo 2024
biblioverifica ijf24 Festival Internazionale del Giornalismo 2024Damiano Orru
 
Esame finale - riunione genitori 2024.pptx
Esame finale - riunione genitori 2024.pptxEsame finale - riunione genitori 2024.pptx
Esame finale - riunione genitori 2024.pptxfedericodellacosta2
 

Recently uploaded (8)

La produzione e la gestione degli Open Data
La produzione e la gestione degli Open DataLa produzione e la gestione degli Open Data
La produzione e la gestione degli Open Data
 
Ticonzero news 148.pdf aprile 2024 Terza cultura
Ticonzero news 148.pdf aprile 2024 Terza culturaTiconzero news 148.pdf aprile 2024 Terza cultura
Ticonzero news 148.pdf aprile 2024 Terza cultura
 
Terza cultura w la scienza Italo Calvino.pdf
Terza cultura w la scienza Italo Calvino.pdfTerza cultura w la scienza Italo Calvino.pdf
Terza cultura w la scienza Italo Calvino.pdf
 
IL CHIAMATO ALLA CONVERSIONE - catechesi per candidati alla Cresima
IL CHIAMATO ALLA CONVERSIONE - catechesi per candidati alla CresimaIL CHIAMATO ALLA CONVERSIONE - catechesi per candidati alla Cresima
IL CHIAMATO ALLA CONVERSIONE - catechesi per candidati alla Cresima
 
La seconda guerra mondiale per licei e scuole medie
La seconda guerra mondiale per licei e scuole medieLa seconda guerra mondiale per licei e scuole medie
La seconda guerra mondiale per licei e scuole medie
 
Storia dell’Inghilterra nell’Età Moderna.pptx
Storia dell’Inghilterra nell’Età Moderna.pptxStoria dell’Inghilterra nell’Età Moderna.pptx
Storia dell’Inghilterra nell’Età Moderna.pptx
 
biblioverifica ijf24 Festival Internazionale del Giornalismo 2024
biblioverifica ijf24 Festival Internazionale del Giornalismo 2024biblioverifica ijf24 Festival Internazionale del Giornalismo 2024
biblioverifica ijf24 Festival Internazionale del Giornalismo 2024
 
Esame finale - riunione genitori 2024.pptx
Esame finale - riunione genitori 2024.pptxEsame finale - riunione genitori 2024.pptx
Esame finale - riunione genitori 2024.pptx
 

MIILIV_M4C5 Appendice 5 parte 5

  • 1. In riferimento al tema delle Indicazioni nazionali, merita di essere riportato l’art. 1 del D.P.R. n. 89 del 20 marzo 2009 con il quale si precisò l’aggiornamento delle precedenti Indicazioni e fu previsto un Atto di Indirizzo del Ministro al fine di individuare i criteri generali per armonizzare gli assetti pedagogico-didattici ed organizzativi:
  • 2. In sede di prima attuazione del presente regolamento, e comunque per un periodo non superiore a tre anni scolastici decorrenti dall’anno scolastico 2009-2010, si applicano le Indicazioni nazionali di cui agli allegati A, B, C e D del decreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59, come aggiornate dalle Indicazioni per il curricolo di cui al decreto del Ministro della pubblica istruzione in data 31 luglio 2007.
  • 3. Con atto di indirizzo del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca sono individuati i criteri generali necessari ad armonizzare gli assetti pedagogici, didattici ed organizzativi agli obiettivi previsti dal presente regolamento (comma 3).
  • 4. Nel corso del triennio scolastico 2009/2010-2011/2012, l’eventuale revisione delle Indicazioni nazionali, di cui al comma 3, da adottarsi mediante regolamento […] è effettuata, sulla base degli esiti di apposito monitoraggio sulle attività poste in essere dalle istituzioni scolastiche, affidato all’Agenzia nazionale per lo sviluppo dell’autonomia scolastica (ANSAS) e all’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (INVALSI) (comma 4). L’Atto di Indirizzo previsto dal comma 3 dell’art. 1 del D.P.R. n. 89/2009 non si fece attendere (8 settembre 2009), ma in riferimento alle Indicazioni non aggiunse sostanzialmente nulla a quanto già detto, in attesa he di procedere alla loro compiuta armonizzazione.
  • 5. Fu pertanto istituita una Commissione di studio con il compito di coordinare e orientare le Indicazioni nazionali per la scuola dell’infanzia, del primo ciclo e dei Licei, secondo criteri di unitarietà e di verticalità coerenti con i processi di progressivo approfondimento e sviluppo delle conoscenze e delle abilità e di maturazione delle competenze caratterizzanti le singole articolazioni del percorso scolastico (art. 1, D.M. 11 marzo 2010, n. 26).
  • 6. Nel frattempo, il 27 gennaio 2010, fu approvato il Decreto Ministeriale n. 9 concernente l’Adozione del modello di certificazione dei saperi e delle competenze acquisite dagli studenti al termine dell’assolvimento dell’obbligo di istruzione. Alla luce di quanto fin qui detto risulta chiaro come la situazione nel sistema scolastico italiano sia stata in continua evoluzione e come il quadro fondato sulla progettualità didattico-educativa centrata sulle competenze, previsto dalla Legge n. 53/2003 e dai relativi decreti attuativi, sia stato messo in discussione a partire dalle Indicazioni per il curricolo del Ministro Fioroni (D.M. 31/7/2007).
  • 7. Con la XV legislatura (Ministro Fioroni) e la XVI legislatura (Ministro Gelmini) si è assistito ad un vero e proprio “cambio di rotta” rispetto alla logica dei piani di studio personalizzati (Ministro Moratti). Con le Indicazioni per il curricolo, sia nella denominazione sia nella sostanza, avvenne un vero e proprio ritorno al curricolo e la logica della personalizzazione fu in poco tempo letteralmente accantonata.
  • 8. Per far tornare tutto come era prima è bastato trasformare le Indicazioni nazionali per i piani di studio personalizzati in Indicazioni per il curricolo. Di conseguenza il curricolo è tornato ad essere riproposto come una categoria centrale nella prassi didattico-educativa del sistema scolastico italiano, segnando una discontinuità inequivocabile con la Legge n. 53/2003 ed i suoi decreti attuativi.
  • 9. La valenza dei curricoli di istituto rilanciati di nuovo con forza è stata così delineata da Italo Fiorin: Il compito della scuola è quello di elaborare il proprio curricolo didattico integrando nelle proprie scelte le richieste che il centro esprime attraverso le proprie Indicazioni. In concreto, il curricolo risulta composto dall’integrazione di due fondamentali componenti, quella nazionale, che stabilisce il minimo comune denominatore indispensabile alla tenuta del sistema, e quella della singola istituzione scolastica, alla quale viene riconosciuta piena autonomia progettuale, didattica, organizzativa, di ricerca e sviluppo.
  • 10. Le due componenti non vanno viste come parti separate e giustapposte, ma nella loro integrazione, che si esprime in forma necessariamente originale, individuata, diversa da situazione a situazione. Il processo di costruzione del curricolo ha il compito di mediare i rapporti tra il livello del discorso pedagogico generale, e quello strettamente locale.
  • 11. Con atto di indirizzo del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca sono individuati i criteri generali necessari ad armonizzare gli assetti pedagogici, didattici ed organizzativi agli obiettivi previsti dal presente regolamento (comma 3).
  • 12. Dalla complementarità dei due poli emerge il curricolo, come strumento di progettazione e ricerca educativa, che per un verso pone problemi di fondazione e giustificazione (ciò di cui si occupano prevalentemente le cosiddette «teorie curricolari») e per l’altro problemi di funzionamento ed efficacia (che vengono trattati soprattutto nell’ambito delle «strategie curricolari» o del «curriculum design»).
  • 13. Di conseguenza, qualunque sia la prospettiva curricolare cui si aderisce, il nodo di questioni che devono essere affrontate coinvolge tutti i fattori connessi con il processo educativo, dai contenuti agli esiti formativi, dalla modalità di realizzazione ai condizionamenti dovuti alle situazioni socioambientali In sintesi, secondo Fiorin, il curricolo va costruito nella scuola, non viene emanato dal centro per essere applicato; tale costruzione deve permettere l’accordo tra istanza centrale, normativa e unitaria, e istanza locale, pragmatica e flessibile; la costruzione del curricolo implica una considerazione della scuola come luogo di ricerca, in rapporto dialettico con le istanze provenienti dalla comunità scientifica, le istanze provenienti dalla comunità sociale e quelle etiche e che caratterizzano l’orizzonte dei valori condivisi rappresentati sia a livello centrale sia a livello locale; la problematica curricolare è il terreno su cui si muove l’innovazione educativa.
  • 14. Ma che rapporto c’è tra le Indicazioni ed i curricoli di istituto? A proposito di questo rapporto dice ancora Italo Fiorin: Se, come si è visto, le Indicazioni non sono programmi, non vanno nemmeno identificate con il curricolo. Non è casuale che il test appena varato porti come titolo Indicazioni per il curricolo. La relazione tra i due strumenti progettuali è molto stretta. Non si tratta di intendere i due documenti come giustapposti, il primo riferito a ciò che tutte le scuole devono garantire e il secondo ciò che invece di specifico compete alla singola scuola.
  • 15. In realtà il curricolo comprende le Indicazioni, le assume e le utilizza. Infine, in riferimento alle idee cardine delle Indicazioni, così si esprime lo stesso autore: Per dirlo in termini estremamente sintetici, a fondamento del curricolo, vengono posti tre grandi riferimenti pedagogici: la centralità della persona e quindi l’attenzione allo sviluppo delle sue dimensioni costitutive; l’impegno per la costruzione di un mondo migliore, e quindi il concetto di cittadinanza; la comunità educante vista come la dimensione educativa che meglio consente di accogliere la persona, di valorizzarla appieno e di aiutarla ad assumere responsabilità nei confronti degli altri e dell’ambiente.
  • 16. Le finalità dei diversi ordini di scuola rappresentano un filo rosso che cuce il curricolo dai tre ai quattordici anni. Lo sviluppo dell’identità, la formazione di solide competenze di cittadinanza, il possesso di una autonomia non solo di tipo motorio, ma affettiva e cognitiva, sono riferimenti comuni dell’intero curricolo. Un altro filo rosso è dato dalla preoccupazione di favorire la progettazione di percorsi didattici all’insegna dell’unitarietà. (…)
  • 17. Le discipline sono considerate come fondamentali strumenti culturali, alfabeti che gli alunni devono imparare a utilizzare per scoprire la realtà e dare senso alla molteplicità dell’esperienza. Ma non vanno intese come territori rigidamente separati da confini.
  • 18. All’idea del confine che divide si preferisce quella del sentiero che collega, crea relazioni, allarga le possibilità del conoscere. Un ulteriore forte riferimento comune è dato dalla finalizzazione della didattica alla promozione delle competenze e, quindi, dall’identificazione di quelli che vengono chiamati i ‘traguardi di sviluppo delle competenze’. I traguardi sono direzioni di sviluppo dell’azione didattica e aiutano a finalizzarla. Non vanno intesi come livelli di apprendimento che devono essere raggiunti per gli alunni, ma come criteri che guidano l’insegnamento.
  • 19. La competenza, per sua natura, non è mai del tutto raggiunta, ma l’apprendimento consente di pervenire progressivamente a livelli di padroneggiamento sempre più elevati. Sotto questo profilo, lo sviluppo della competenza viene a coincidere con lo sviluppo delle dimensioni della persona e non può esaurirsi né nella scuola dell’infanzia, né nella scuola, ma continuare lungo tutto l’arco della vita Sorge a questo punto una domanda: in che cosa si può notare la discontinuità tra le Indicazioni per il curricolo del Ministro Fioroni e le Indicazioni per i piani di studio personalizzati del Ministro Moratti?
  • 20. Nel corso del triennio scolastico 2009/2010-2011/2012, l’eventuale revisione delle Indicazioni nazionali, di cui al comma 3, da adottarsi mediante regolamento […] è effettuata, sulla base degli esiti di apposito monitoraggio sulle attività poste in essere dalle istituzioni scolastiche, affidato all’Agenzia nazionale per lo sviluppo dell’autonomia scolastica (ANSAS) e all’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (INVALSI) (comma 4). L’Atto di Indirizzo previsto dal comma 3 dell’art. 1 del D.P.R. n. 89/2009 non si fece attendere (8 settembre 2009), ma in riferimento alle Indicazioni non aggiunse sostanzialmente nulla a quanto già detto, in attesa he di procedere alla loro compiuta armonizzazione.
  • 21. Anzitutto le Indicazioni per il curricolo respingono in maniera intenzionale pressoché tutti gli oggetti pedagogico-didattici che sostanziavano le precedenti Indicazioni nazionali: manca ogni riferimento al Profilo Educativo, Culturale e Professionale, agli Obiettivi generali del processo formativo (di cui parla l’articolo 8 del DPR 275/1999), agli Obiettivi formativi (di cui parla l’articolo 13 dello stesso DPR), alle Unità di apprendimento, ai Piani di studio personalizzati, al Porfolio, al tutor, alle discipline facoltative opzionali, al monte ore su base annuale, agli Obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze dell’articolo 8 del DPR 275/1999 che sono diventati semplicemente gli Obiettivi di apprendimento, rendendo così impossibile distinguere questi sia dagli obiettivi formativi sia dalle competenze.
  • 22. Sul piano dei principi culturali e pedagogici, poi, spariscono il principio dell’ologramma ed il reticolo concettuale delle capacità, conoscenze, abilità e competenze. Inoltre, mentre nelle Indicazioni per i piani di studio personalizzati le discipline avevano valore nella dimensione in cui erano “mezzi” per il pieno sviluppo della persona umana, che era il vero “fine”, le Indicazioni per il curricolo invertono l’impostazione tanto che, come si può cogliere dal titolo del primo capitolo (Cultura Scuola Persona), la cultura conta più della scuola e la scuola più della persona; prima invece l’ordine era rovesciato: persona, scuola, cultura.
  • 23. Nelle Indicazioni per il curricolo la persona è sinonimo di individuo e la persona-individuo, grazie alla scuola, è chiamata a diventare cittadino, cioè a superare la propria auto-centratura e a condividere quei valori che fanno sentire i membri di una società come parte di una comunità vera e propria. La persona è tale in quanto cittadino ed il cittadino sarebbe chiamato a inverarsi in un “nuovo umanesimo”. Si assiste perciò ad un movimento dalla persona (privata, individuale), al cittadino (pubblico, nazionale, comunitario) all’uomo (universale, planetario).
  • 24. Tutto questo è cosa ben diversa dall’idea di persona precedentemente espressa, che era il fondamento e l’autenticazione critica della cittadinanza e dell’umanità, le quali esistevano solo se si realizzava a pieno il valore della persona umana e sulla quale poggiavano tutte le manifestazioni della convivenza civile. Oltre a ciò, secondo G. Bertagna, l’attenzione alla realtà locale del curricolo avviene prescindendo dall’unicità e dalla singolarità dello studente concreto, avviene cioè a priori. Per quanto il curricolo vada costruito nella scuola, non viene meno il fatto che si tratti comunque di un prodotto sottratto alla negoziazione diretta e cooperativa di tutti gli attori coinvolti (studenti, genitori, docenti).
  • 25. Il soggetto di tutte le operazioni indicate per la predisposizione del curricolo è sempre e solo la scuola. La famiglia e lo studente entrano nella costruzione del curricolo al massimo come oggetti di una sollecitudine e di una cura professionali dei docenti e non anche come soggetti attivi. Il curricolo perciò è frutto di una programmazione aprioristica. Infine, a parere di Bertagna, le Indicazioni per il curricolo sembrano in un primo momento recepire il principio secondo il quale le conoscenze e le abilità disciplinari e interdisciplinari non sarebbero “fini” a se stesse, ma strumenti per promuovere lo sviluppo delle competenze personali degli allievi.
  • 26. Tuttavia il testo non dice nulla sul modo di intendere la competenza, che resta un mistero. Ci sono e sono fissati “traguardi di sviluppo” indispensabili per raggiungerla, ma non si dice che cosa essa sia. Il testo, poi, propone per le competenze la concezione sostanzialistica e oggettualistica tipica delle conoscenze. Le competenze sarebbero “oggetti” che, come le conoscenze e le abilità, la scuola dovrebbe ordinare e trasmettere nell’insegnamento.
  • 27. Non sarebbero affatto, come nelle precedenti Indicazioni, quanto l’allievo mostrerebbe di esprimere come persona, affrontando in situazione problemi, compiti, progetti che hanno a che fare con la sua vita sociale, culturale e professionale, ossia modi di essere del soggetto. Va notato, a questo proposito, il silenzio del documento del 2007 sul Profilo educativo culturale e professionale dello studente, che era stato pensato proprio per evidenziare il passaggio da una scuola delle conoscenze e abilità a una scuola delle competenze.
  • 28. Non a caso nelle Indicazioni per il curricolo quando si parla di “traguardi per lo sviluppo delle competenze”, quindi traguardi che per essere di sviluppo delle competenze dovrebbero essere a loro volta segnali di competenze, in realtà si finisce per parlare di conoscenze disciplinari. Il giudizio finale di Giuseppe Bertagna è lapidario: in fondo le Indicazioni del 2007 non hanno fatto altro che rilegittimare a trent’anni di distanza la “programmazione curricolare” deduttivistica, deterministica, tecnicistica e comportamentista.
  • 29. Fu pertanto istituita una Commissione di studio con il compito di coordinare e orientare le Indicazioni nazionali per la scuola dell’infanzia, del primo ciclo e dei Licei, secondo criteri di unitarietà e di verticalità coerenti con i processi di progressivo approfondimento e sviluppo delle conoscenze e delle abilità e di maturazione delle competenze caratterizzanti le singole articolazioni del percorso scolastico (art. 1, D.M. 11 marzo 2010, n. 26).
  • 30. Quando, invece, si fa riferimento alla persona si dice che acquisisce/apprende/applica competenze in contesti diversi da quello dell’aula in cui le ha apprese, trovandosi nella necessità di riorganizzare/reinventare le proprie competenze, soggette a diventare obsolete nel volgere di pochi anni. Ci si trova, dunque, di fronte a un concetto polisimico di competenza che parte da un ancoraggio disciplinare forte […], ma che deve poi confrontarsi, con qualche inevitabile difficoltà e confusione, con il carattere soggettivo, intenzionale, attivo e situazionale. Aspetto, quest’ultimo, che è stato messo in risalto anche da due Raccomandazioni del parlamento europeo e del consiglio (Raccomandazione del 7 settembre 2006 e Raccomandazione del 23 aprile 2008).
  • 31. Non a caso la definizione di competenze delle predette Raccomandazioni europee è stata fatta propria dallo stesso ministro Fioroni in occasione del Decreto Ministeriale n. 139 del 22 agosto 2007 (Regolamento recante norme in materia di adempimento dell’obbligo di istruzione), in cui nel Documento tecnico di accompagnamento del Decreto è stato precisato che le “Competenze” indicano la comprovata capacità di usare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e/o personale;
  • 32. le competenze sono descritte in termine di responsabilità e autonomia. Proprio esattamente come avevano già detto i documenti europei. In conclusione si può avanzare una riflessione.
  • 33. E’ senza dubbio vero che, come sostiene Italo Fiorin, il passaggio dalla cultura dei Programmi, espressione del centralismo, alla cultura delle Indicazioni, espressione dell’autonomia delle scuole, non è facile. Può essere pure condivisibile l’idea, ancora dello stesso autore, che i tre testi delle Indicazioni succedutisi in un breve lasso temporale (gli Indirizzi per l’attuazione del curricolo del Ministro De Mauro nel 2000, le Indicazioni per i piani di studio personalizzati del Ministro Moratti nel 2003, le Indicazioni per il curricolo del ministro Fioroni nel 2007) possono essere visti come tentativi di superamento della “logica dei programmi” e della “cultura centralistica”, però è altrettanto vero che attuando continui “cambiamenti di fronte” si rischia di incrementare la confusione nelle scuole e di non far capire ai docenti, ai genitori e agli stessi studenti le logiche decisive sottostanti ai documenti ministeriali che si collocano all’interno della cornice dell’autonomia e del quadro costituzionale.
  • 34. Il pericolo è che a furia di “cambiare le carte in tavola” gli insegnanti finiscano col vivere, nel quotidiano scolastico, un “curricolo implicito”, ossia un curricolo frutto della propria esperienza personale e professionale, ma indipendentemente dalle Indicazioni, che potrebbero essere viste come un “corpo estraneo”, quasi inutile perché in continuo cambiamento. Il rischio è che col passare del tempo nelle scuole si viva la proposta didattico-educativa secondo una “propria logica” e non secondo una prospettiva atta a garantire un’attenzione locale ma di respiro nazionale.
  • 35. Per questo è quanto mai urgente riuscire a rispondere una volta per tutte alle seguenti domande: Indicazioni per che cosa? Per l’attuazione del curricolo? Per i piani di studio personalizzati? Per il curricolo? Per qualcosa d’altro? Oppure per chi?