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IL LAVORO NELL’AMBITO DELLE
    STRATEGIE DI CURA E NELLE
POLITICHE DELLA SALUTE MENTALE




          Marco D’Alema
PRINCIPI FONDATIVI
     L’articolo 4 della Costituzione italiana
  “la Repubblica riconosce a tutti i cittadini il
 diritto al lavoro e promuove le condizioni che
         rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo
     le proprie possibilità e la propria scelta,
    un’attività o una funzione che concorra al
 progresso materiale o spirituale della società”
PRINCIPI FONDATIVI
   Convenzione ONU sui diritti delle persone con
                    disabilità
                                       Art. 27

“Gli Stati Parti riconoscono il diritto al lavoro delle persone con disabilità,
  su base di uguaglianza con gli altri; segnatamente il diritto di potersi
  mantenere attraverso un lavoro liberamente scelto o accettato in un
  mercato del lavoro e in un ambiente lavorativo aperto, che favorisca
           l’inclusione e l’accessibilità alle persone con disabilità”
LAVORO PERCHE’

 È un mezzo di sostentamento ed anche uno
     strumento di realizzazione personale
     Permette di trasformare il mondo e di
trasformare sé stessi modificando il rapporto
che si stabilisce con gli altri. Il riconoscimento
sociale che deriva dal lavoro contribuisce allo
 sviluppo e alla tutela dell’identità personale
LAVORO PERCHE’

   Chi oggi opera per favorire l’inclusione
lavorativa di soggetti svantaggiati deve anche
   sostenere la concezione del lavoro come
   “diritto umano di base”, incentrato sulla
  valorizzazione del lavoro creativo che non
solo crea ricchezza, ma tesse la trama sociale
    insieme con lo sviluppo della persona
DIRITTI:DALL’ENUCIARE ALL’ESERCIZIO
   Una volta ribaditi i principi,riconosciuti in
     ambito nazionale e internazionale, che
   fondano i diritti dei cittadini e i doveri degli
  stati, sappiamo quanto i diritti siano lontani
      dall’essere effettivamente esercitati e
  dobbiamo definire quali siano i presupposti
 clinici, etici e politici che debbono informare il
  nostro lavoro per raggiungere tale obiettivo
OMS
• “LA PROMOZIONE DELLA SALUTE E’ IL PROCESSO CHE
  CONSENTE ALLA GENTE DI ESERCITARE UN MAGGIOR
  CONTROLLO SULLA PROPRIA SALUTE E DI MIGLIORARLA.
  PER CONSEGUIRE UNO STATO DI COMPLETO BENESSERE
  FISICO, MENTALE E SOCIALE L’INDIVIDUO O IL GRUPPO
  DEVE POTER INDIVIDUARE E REALIZZARE LE PROPRIE
  ASPIRAZIONI, SODDISFARE I PROPRI BISOGNI E
  MODIFICARE L’AMBIENTE O ADATTARVISI. LA SALUTE E’
  PERTANTO VISTA COME RISORSA DELLA VITA QUOTIDIANA,
  NON COME OBIETTIVO DI VITA. LA PROMOZIONE DELLA
  SALUTE NON E’ RESPONSABILITA’ ESCLUSIVA DEL SETTORE
  SANITARIO, MA SUPERA ANCHE LA MERA PROPOSTA DI
  MODELLI DI VITA PIU’ SANI PER ASPIRARE AL BENESSERE”
  (1986)
EMPOWERMENT

 L’empowerment non è la meta ma il viaggio…

È il sottotitolo del documento redatto dall’ufficio
        regionale europeo del WHO nel 2010 :
      L’empowerment degli utenti della salute
                       mentale
EMPOWERMENT 2
• A livello individuale, l'empowerment è un
  elemento importante dello sviluppo umano
• comprende quattro dimensioni:
• 1. fiducia in sé
  2. partecipazione alle decisioni
  3. dignità e rispetto
  4. appartenenza e partecipazione a una
  comunità più ampia
EMPOWERMENT 3
La responsabilizzazione degli utenti dei servizi di
 salute mentale porta a tangibili benefici biologici,
      psicologici e sociali. Questi includono una
               maggiore autostima, un
   maggior senso di connessione a gruppi sociali
   locali e un impegno significativo nella società.
   L’approccio dell’empowerment promuove il
  riconoscimento e lo sviluppo dei punti di forza,
    delle risorse e delle competenze degli utenti
          attraverso i servizi a loro dedicati
Attributi chiave dell’empowerment
• Potere decisionale
• L'accesso alle informazioni e alle risorse
• Avere una gamma di opzioni tra cui scegliere
Gli individui possono prendere decisioni giuste solo
  quando hanno informazioni sufficienti per
  valutare le possibili conseguenze delle diverse
  scelte: prendere decisioni informate. Ancora una
  volta, fuori dal paternalismo, i professionisti della
  salute mentale a volte limitano tali informazioni,
  credendo di fare gli interessi degli utenti
Agire per l’empowerment degli utenti
        della salute mentale
    L'azione di empowerment per utenti e carers deve
    coprire i seguenti cinque temi fondamentali:
•   La tutela dei diritti umani degli utenti dei servizi e la
    lotta allo stigma e alla discriminazione;
•   L’assistenza di alta qualità e la responsabilità clinica dei
    servizi;
•   L’accesso alle informazioni e risorse necessarie;
•   L’inclusione nel processo decisionale;
•   Locali capacità organizzative da parte degli utenti per
    fare richieste alle istituzioni e governare le strutture
    operative
DAL PAZIENTE AL COMPETENTE
Il cambiamento di ottica consiste nel fondare il
      processo terapeutico sul paziente come
      titolare di risorse e quindi come partner
    imprescindibile del proprio percorso di cura,
        portatore di un sapere di sé e del suo
    ambiente, di competenza esperenziale che,
         opportunamente sostenuti possono
     determinare la riappropriazione di capacità
     decisionali e di potenzialità autorealizzative
PARTECIPAZIONE
 Vedere il paziente e la sua famiglia come
    competenti rovescia radicalmente la
      concezione della partecipazione.
Non dovremmo discutere se l’utente possa
partecipare al processo di aiuto, ma piuttosto
con quali accortezze e specifiche competenze
possano parteciparvi i professionisti, estranei
a quella che in definitiva è la vita del paziente
            e della sua famiglia.
PARTECIPAZIONE
     “la combinazione equilibrata delle due
           competenze (del paziente e del
     professionista),esperenziali ed esperte, fa
  emergere una psichiatria intera … la relazione
    di cura diviene una relazione formativa per
  entrambe le parti interagenti, dove lo specifico
       di ciascuna si enfatizza nello scambio”
Folgheraiter 2007
CORNICE TEORICA DELLA RECOVERY
• Termine che allude a una condizione di
  recupero, ripresa, reintegrazione piuttosto che
  a guarigione clinica
• Malgrado la persistenza dei sintomi e della
  disabilità riannodare i fili di un progetto
  esistenziale compatibile e sostenibile
• L’approccio del servizio, più che basato su
  obiettivi definiti dai curanti, sarà guidato
  dall’ascolto delle opinioni dei pazienti
CORNICE TEORICA DELLA RECOVERY 2
• Riconoscimento dei limiti del servizio rispetto
  ai bisogni e alle aspettative dei pazienti
• Necessità che le esigenze e gli obiettivi,
  espressi da utenti e familiari nel ruolo di
  esigenti, tengano conto di tali limiti e siano
  sostenuti dalle partecipazione responsabile di
  chi li formula
Recovery clinica             Recovery personale

Almeno per 2 anni:          • Acquisizione/restituzio
                              ne di potere e controllo
• Totale remissione dei       sulla propria vita
  sintomi                   • “Essere connessi”:
• Lavoro a tempo              relazioni interpersonali
                              e partecipazione alla
  pieno o part-time           vita sociale “normale”
• Vita indipendente         • Ricostruzione di
  senza assistenza            un’identità positiva
                              (nonostante la malattia
• Vita sociale (relazioni     e la disabilità)
  con amici)                Tew et al. 2011
Liberman et al., 2002
Recovery Personale
• Non è necessariamente il ritorno a uno stato precedente alla
  malattia
• Piuttosto, è il forgiarsi un nuovo modo di vivere sotto il proprio
  controllo, sula base di un rinnovato senso di auto-efficacia
• Recovery è superare il trauma di avere una psicosi, le conseguenze
  dei trattamenti, la perdita delle capacità e delle opportunità di
  accesso ad attività che hanno un valore personale per il paziente
• Il mutuo-aiuto e l’auto aiuto possono essere fondamentali e
  confermare reciprocamente l’autostima
• La speranza è una componente essenziale
• Richiede uno sforzo sistematico, che comprende l’assunzione del
  rischio, piuttosto che il suo evitamento sistematico
• Il diritto di sbagliare è parte integrante del processo
• Implica uno spostamento del focus dal modello del deficit da
  rimediare ai punti di forza da incrementare
• E’ perfettamente complementare e integrata alla recovery clinica e
  alla psichiatria evidence-based
Linee di indirizzo nazionali per la Salute Mentale

• Due assi strategici fondamentali:
1) promuovere servizi finalizzati ai percorsi di
   ripresa.
   I servizi di salute mentale non possono più accontentarsi di avere come
    obiettivo la stabilizzazione e la gestione del disturbo mentale
   La presa incarico deve avvenire sulla base dei criteri di tempestività,
    promozione e sviluppo delle potenzialità di vita, continuità ed
    empowerment.

2) promuovere la salute mentale della
   comunità
Il ruolo del Dipartimento
         nelle politiche di salute mentale
• integrare le discipline che si occupano della salute mentale della
  popolazione (Psichiatria, Neuropsichiatria Infantile, Farmacologia
  clinica, Tossicologia, Psicologia clinica e altre): il Dipartimento si deve
  porre come il garante del governo clinico della salute mentale di un
  determinato territorio
• gestire e coordinare le azioni dei servizi pubblici e privati presenti nel
  territorio di competenza secondo comuni scopi ed obiettivi
• garantire risposte a tutta la cittadinanza, attivando specifici
  programmi per aree critiche della popolazione: per età, per
  marginalità sociale, per problematicità psicopatologica (internati in
  OPG, non collaboranti, rischio suicidario)
• operare valorizzando la professionalità di tutti gli operatori,
  favorendo processi diffusi di responsabilizzazione (case management)
• ricercare il miglior livello di appropriatezza delle risposte fornite
Il ruolo del Dipartimento
      nelle politiche di salute mentale (2)
• partecipare ad azioni integrate tra Servizi socio-sanitari ed Enti Locali
  all’interno dei Piani di Zona e dei Piani per la Salute

• coordinare le attività e i progetti rivolti alla salute mentale delle
  agenzie che a vario titolo, formale e informale, sono protagoniste
  locali della Salute Mentale

• riconoscere come proprie risorse, non solo quelle assegnate dal
  Servizio Sanitario, ma anche quelle derivanti dall’attivo coinvolgimento
  dei cittadini nei percorsi di cura attraverso processi di
  responsabilizzazione e decentramento (empowerment)

• esercitare un’opera di promozione affinché tutte le agenzie locali
  competenti operino per dare concreta realizzazione al diritto al lavoro
  per tutti i fruitori dei propri Servizi (percorsi di formazione, di ricerca
  di opportunità lavorative, di sostegno nei percorsi di inserimento)
Linee di sviluppo
      dei dipartimenti di salute mentale

• realizzare la propria mission attraverso la tessitura
  di una rete di agenzie pubbliche e private, sanitarie
  e sociali, economiche e culturali,

• promuovere l’attivazione di un tavolo di
  concertazione locale,

• contribuire alla definizione di un Piano di azione
  locale per la Salute Mentale
Inclusione sociale, diritto al lavoro: il ruolo
                    del DSM

• attivare percorsi di formazione, di ricerca di opportunità lavorative
  e di sostegno nei percorsi di inserimento, allo scopo di promuovere
  una reale autonomia degli utenti;
• riconoscere il valore espresso dalle cooperative sociali attive nella
  comunità locale;
• contribuire alla realizzazione di vere e proprie imprese sociali in
  grado di costruire progetti lavorativi che coniugano il diritto al
  lavoro con i principi di mutualità, solidarietà, sviluppo
  dell’individuo e del contesto sociale;
• attivare gruppi di auto-promozione delle capacità imprenditoriali e
  cooperativistiche degli utenti attraverso il ricorso alla metodologia
  e alla progettazione di esperienze di microcredito.
CAPITALE SOCIALE
Definiamo intervento di cura quello che avviene in
    un continuo dialogo tra terapeuti, pazienti e
        famiglie, che ha come prospettiva la
   riappropriazione di una trama esistenziale e di
  una rete relazionale, in un contesto comunitario
  che acquisti o riacquisti la capacità di mettere in
 gioco le proprie attitudini accoglienti ed inclusive,
                      attraverso
   processi che complessivamente producano e
      accrescano il cosiddetto capitale sociale
VERSO UNA STRATEGIA DI SISTEMA
• Necessità di precisare e differenziare l’offerta
  di servizi
• Ampliare l’empowerment dell’utente
• Stabilire schemi di intervento temporali
VERSO UNA STRATEGIA DI SISTEMA
• Necessità di differenziare l’offerta di servizi
  - nessun intervento da solo supera il 40% di
  successo
  - sommando più interventi le probabilità
  aumentano
  - l’intervento giusto per la persona giusta
VERSO UNA STRATEGIA DI SISTEMA
• Aumentare l’empowerment dell’utente
  - scarso potere predittivo degli operatori
  - atteggiamento protettivo di operatori e
   famiglie
   - il fallimento non è una tragedia
   - per ogni cittadino il percorso lavorativo è fatto
   di successi e fallimenti
  - lasciare la guida del percorso lavorativo
   all’utente è riabilitativo
VERSO UNA STRATEGIA DI SISTEMA
• Stabilire schemi di intervento temporali
  - potrebbe essere meglio cominciare sempre
   da schemi di supporto alle abilità
  - non giudicare a priori sul livello di
   funzionamento
  - concordare con l’utente quando passare a
   proposte più protette
  - tenere sempre alta l’aspettativa
RESILIENZA
Una definizione più comprensiva individua la
 resilienza come la capacità dell’individuo di
sviluppare risorse sane in una interazione con
              il proprio ambiente.
  Per questo è indispensabile concepire lo
   sviluppo della persona in relazione al suo
    contesto familiare, sociale e culturale di
                  appartenenza.
RESILIENZA
Questo concetto implica la responsabilità delle
       persone dell’ambiente nell’attuare un
        cambiamento di ottica nei confronti
      dell’individuo che presenta dei deficit:
il rispetto della esperienza e delle modalità di
  funzionamento e di difesa del paziente grave,
   considerando persino le disfunzioni presenti
   espressione di modalità costruttive nel loro
   significato essenziale (modalità di autocura)
INDIRIZZI POLITICI

I principi e le pratiche fin qui delineati trovano
    piena espressione nelle Strategie di Salute
  Mentale per l’Unione Europea contenute nel
        Libro Verde (Bruxelles 2005) e nelle
     Linee di Indirizzo Nazionale per la Salute
  Mentale in Italia (Ministero della Salute 2008)
AIRSAM
               Carta di Matera
    Ruolo centrale delle Comunità locali nelle
            politiche di Salute Mentale.
 Dipartimenti di Salute Mentale: innovazione
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Lavoro asl b

  • 1. IL LAVORO NELL’AMBITO DELLE STRATEGIE DI CURA E NELLE POLITICHE DELLA SALUTE MENTALE Marco D’Alema
  • 2. PRINCIPI FONDATIVI L’articolo 4 della Costituzione italiana “la Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”
  • 3. PRINCIPI FONDATIVI Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità Art. 27 “Gli Stati Parti riconoscono il diritto al lavoro delle persone con disabilità, su base di uguaglianza con gli altri; segnatamente il diritto di potersi mantenere attraverso un lavoro liberamente scelto o accettato in un mercato del lavoro e in un ambiente lavorativo aperto, che favorisca l’inclusione e l’accessibilità alle persone con disabilità”
  • 4. LAVORO PERCHE’ È un mezzo di sostentamento ed anche uno strumento di realizzazione personale Permette di trasformare il mondo e di trasformare sé stessi modificando il rapporto che si stabilisce con gli altri. Il riconoscimento sociale che deriva dal lavoro contribuisce allo sviluppo e alla tutela dell’identità personale
  • 5. LAVORO PERCHE’ Chi oggi opera per favorire l’inclusione lavorativa di soggetti svantaggiati deve anche sostenere la concezione del lavoro come “diritto umano di base”, incentrato sulla valorizzazione del lavoro creativo che non solo crea ricchezza, ma tesse la trama sociale insieme con lo sviluppo della persona
  • 6. DIRITTI:DALL’ENUCIARE ALL’ESERCIZIO Una volta ribaditi i principi,riconosciuti in ambito nazionale e internazionale, che fondano i diritti dei cittadini e i doveri degli stati, sappiamo quanto i diritti siano lontani dall’essere effettivamente esercitati e dobbiamo definire quali siano i presupposti clinici, etici e politici che debbono informare il nostro lavoro per raggiungere tale obiettivo
  • 7. OMS • “LA PROMOZIONE DELLA SALUTE E’ IL PROCESSO CHE CONSENTE ALLA GENTE DI ESERCITARE UN MAGGIOR CONTROLLO SULLA PROPRIA SALUTE E DI MIGLIORARLA. PER CONSEGUIRE UNO STATO DI COMPLETO BENESSERE FISICO, MENTALE E SOCIALE L’INDIVIDUO O IL GRUPPO DEVE POTER INDIVIDUARE E REALIZZARE LE PROPRIE ASPIRAZIONI, SODDISFARE I PROPRI BISOGNI E MODIFICARE L’AMBIENTE O ADATTARVISI. LA SALUTE E’ PERTANTO VISTA COME RISORSA DELLA VITA QUOTIDIANA, NON COME OBIETTIVO DI VITA. LA PROMOZIONE DELLA SALUTE NON E’ RESPONSABILITA’ ESCLUSIVA DEL SETTORE SANITARIO, MA SUPERA ANCHE LA MERA PROPOSTA DI MODELLI DI VITA PIU’ SANI PER ASPIRARE AL BENESSERE” (1986)
  • 8. EMPOWERMENT L’empowerment non è la meta ma il viaggio… È il sottotitolo del documento redatto dall’ufficio regionale europeo del WHO nel 2010 : L’empowerment degli utenti della salute mentale
  • 9. EMPOWERMENT 2 • A livello individuale, l'empowerment è un elemento importante dello sviluppo umano • comprende quattro dimensioni: • 1. fiducia in sé 2. partecipazione alle decisioni 3. dignità e rispetto 4. appartenenza e partecipazione a una comunità più ampia
  • 10. EMPOWERMENT 3 La responsabilizzazione degli utenti dei servizi di salute mentale porta a tangibili benefici biologici, psicologici e sociali. Questi includono una maggiore autostima, un maggior senso di connessione a gruppi sociali locali e un impegno significativo nella società. L’approccio dell’empowerment promuove il riconoscimento e lo sviluppo dei punti di forza, delle risorse e delle competenze degli utenti attraverso i servizi a loro dedicati
  • 11. Attributi chiave dell’empowerment • Potere decisionale • L'accesso alle informazioni e alle risorse • Avere una gamma di opzioni tra cui scegliere Gli individui possono prendere decisioni giuste solo quando hanno informazioni sufficienti per valutare le possibili conseguenze delle diverse scelte: prendere decisioni informate. Ancora una volta, fuori dal paternalismo, i professionisti della salute mentale a volte limitano tali informazioni, credendo di fare gli interessi degli utenti
  • 12. Agire per l’empowerment degli utenti della salute mentale L'azione di empowerment per utenti e carers deve coprire i seguenti cinque temi fondamentali: • La tutela dei diritti umani degli utenti dei servizi e la lotta allo stigma e alla discriminazione; • L’assistenza di alta qualità e la responsabilità clinica dei servizi; • L’accesso alle informazioni e risorse necessarie; • L’inclusione nel processo decisionale; • Locali capacità organizzative da parte degli utenti per fare richieste alle istituzioni e governare le strutture operative
  • 13. DAL PAZIENTE AL COMPETENTE Il cambiamento di ottica consiste nel fondare il processo terapeutico sul paziente come titolare di risorse e quindi come partner imprescindibile del proprio percorso di cura, portatore di un sapere di sé e del suo ambiente, di competenza esperenziale che, opportunamente sostenuti possono determinare la riappropriazione di capacità decisionali e di potenzialità autorealizzative
  • 14. PARTECIPAZIONE Vedere il paziente e la sua famiglia come competenti rovescia radicalmente la concezione della partecipazione. Non dovremmo discutere se l’utente possa partecipare al processo di aiuto, ma piuttosto con quali accortezze e specifiche competenze possano parteciparvi i professionisti, estranei a quella che in definitiva è la vita del paziente e della sua famiglia.
  • 15. PARTECIPAZIONE “la combinazione equilibrata delle due competenze (del paziente e del professionista),esperenziali ed esperte, fa emergere una psichiatria intera … la relazione di cura diviene una relazione formativa per entrambe le parti interagenti, dove lo specifico di ciascuna si enfatizza nello scambio” Folgheraiter 2007
  • 16. CORNICE TEORICA DELLA RECOVERY • Termine che allude a una condizione di recupero, ripresa, reintegrazione piuttosto che a guarigione clinica • Malgrado la persistenza dei sintomi e della disabilità riannodare i fili di un progetto esistenziale compatibile e sostenibile • L’approccio del servizio, più che basato su obiettivi definiti dai curanti, sarà guidato dall’ascolto delle opinioni dei pazienti
  • 17. CORNICE TEORICA DELLA RECOVERY 2 • Riconoscimento dei limiti del servizio rispetto ai bisogni e alle aspettative dei pazienti • Necessità che le esigenze e gli obiettivi, espressi da utenti e familiari nel ruolo di esigenti, tengano conto di tali limiti e siano sostenuti dalle partecipazione responsabile di chi li formula
  • 18. Recovery clinica Recovery personale Almeno per 2 anni: • Acquisizione/restituzio ne di potere e controllo • Totale remissione dei sulla propria vita sintomi • “Essere connessi”: • Lavoro a tempo relazioni interpersonali e partecipazione alla pieno o part-time vita sociale “normale” • Vita indipendente • Ricostruzione di senza assistenza un’identità positiva (nonostante la malattia • Vita sociale (relazioni e la disabilità) con amici) Tew et al. 2011 Liberman et al., 2002
  • 19. Recovery Personale • Non è necessariamente il ritorno a uno stato precedente alla malattia • Piuttosto, è il forgiarsi un nuovo modo di vivere sotto il proprio controllo, sula base di un rinnovato senso di auto-efficacia • Recovery è superare il trauma di avere una psicosi, le conseguenze dei trattamenti, la perdita delle capacità e delle opportunità di accesso ad attività che hanno un valore personale per il paziente • Il mutuo-aiuto e l’auto aiuto possono essere fondamentali e confermare reciprocamente l’autostima • La speranza è una componente essenziale • Richiede uno sforzo sistematico, che comprende l’assunzione del rischio, piuttosto che il suo evitamento sistematico • Il diritto di sbagliare è parte integrante del processo • Implica uno spostamento del focus dal modello del deficit da rimediare ai punti di forza da incrementare • E’ perfettamente complementare e integrata alla recovery clinica e alla psichiatria evidence-based
  • 20. Linee di indirizzo nazionali per la Salute Mentale • Due assi strategici fondamentali: 1) promuovere servizi finalizzati ai percorsi di ripresa.  I servizi di salute mentale non possono più accontentarsi di avere come obiettivo la stabilizzazione e la gestione del disturbo mentale  La presa incarico deve avvenire sulla base dei criteri di tempestività, promozione e sviluppo delle potenzialità di vita, continuità ed empowerment. 2) promuovere la salute mentale della comunità
  • 21. Il ruolo del Dipartimento nelle politiche di salute mentale • integrare le discipline che si occupano della salute mentale della popolazione (Psichiatria, Neuropsichiatria Infantile, Farmacologia clinica, Tossicologia, Psicologia clinica e altre): il Dipartimento si deve porre come il garante del governo clinico della salute mentale di un determinato territorio • gestire e coordinare le azioni dei servizi pubblici e privati presenti nel territorio di competenza secondo comuni scopi ed obiettivi • garantire risposte a tutta la cittadinanza, attivando specifici programmi per aree critiche della popolazione: per età, per marginalità sociale, per problematicità psicopatologica (internati in OPG, non collaboranti, rischio suicidario) • operare valorizzando la professionalità di tutti gli operatori, favorendo processi diffusi di responsabilizzazione (case management) • ricercare il miglior livello di appropriatezza delle risposte fornite
  • 22. Il ruolo del Dipartimento nelle politiche di salute mentale (2) • partecipare ad azioni integrate tra Servizi socio-sanitari ed Enti Locali all’interno dei Piani di Zona e dei Piani per la Salute • coordinare le attività e i progetti rivolti alla salute mentale delle agenzie che a vario titolo, formale e informale, sono protagoniste locali della Salute Mentale • riconoscere come proprie risorse, non solo quelle assegnate dal Servizio Sanitario, ma anche quelle derivanti dall’attivo coinvolgimento dei cittadini nei percorsi di cura attraverso processi di responsabilizzazione e decentramento (empowerment) • esercitare un’opera di promozione affinché tutte le agenzie locali competenti operino per dare concreta realizzazione al diritto al lavoro per tutti i fruitori dei propri Servizi (percorsi di formazione, di ricerca di opportunità lavorative, di sostegno nei percorsi di inserimento)
  • 23. Linee di sviluppo dei dipartimenti di salute mentale • realizzare la propria mission attraverso la tessitura di una rete di agenzie pubbliche e private, sanitarie e sociali, economiche e culturali, • promuovere l’attivazione di un tavolo di concertazione locale, • contribuire alla definizione di un Piano di azione locale per la Salute Mentale
  • 24. Inclusione sociale, diritto al lavoro: il ruolo del DSM • attivare percorsi di formazione, di ricerca di opportunità lavorative e di sostegno nei percorsi di inserimento, allo scopo di promuovere una reale autonomia degli utenti; • riconoscere il valore espresso dalle cooperative sociali attive nella comunità locale; • contribuire alla realizzazione di vere e proprie imprese sociali in grado di costruire progetti lavorativi che coniugano il diritto al lavoro con i principi di mutualità, solidarietà, sviluppo dell’individuo e del contesto sociale; • attivare gruppi di auto-promozione delle capacità imprenditoriali e cooperativistiche degli utenti attraverso il ricorso alla metodologia e alla progettazione di esperienze di microcredito.
  • 25. CAPITALE SOCIALE Definiamo intervento di cura quello che avviene in un continuo dialogo tra terapeuti, pazienti e famiglie, che ha come prospettiva la riappropriazione di una trama esistenziale e di una rete relazionale, in un contesto comunitario che acquisti o riacquisti la capacità di mettere in gioco le proprie attitudini accoglienti ed inclusive, attraverso processi che complessivamente producano e accrescano il cosiddetto capitale sociale
  • 26. VERSO UNA STRATEGIA DI SISTEMA • Necessità di precisare e differenziare l’offerta di servizi • Ampliare l’empowerment dell’utente • Stabilire schemi di intervento temporali
  • 27. VERSO UNA STRATEGIA DI SISTEMA • Necessità di differenziare l’offerta di servizi - nessun intervento da solo supera il 40% di successo - sommando più interventi le probabilità aumentano - l’intervento giusto per la persona giusta
  • 28. VERSO UNA STRATEGIA DI SISTEMA • Aumentare l’empowerment dell’utente - scarso potere predittivo degli operatori - atteggiamento protettivo di operatori e famiglie - il fallimento non è una tragedia - per ogni cittadino il percorso lavorativo è fatto di successi e fallimenti - lasciare la guida del percorso lavorativo all’utente è riabilitativo
  • 29. VERSO UNA STRATEGIA DI SISTEMA • Stabilire schemi di intervento temporali - potrebbe essere meglio cominciare sempre da schemi di supporto alle abilità - non giudicare a priori sul livello di funzionamento - concordare con l’utente quando passare a proposte più protette - tenere sempre alta l’aspettativa
  • 30. RESILIENZA Una definizione più comprensiva individua la resilienza come la capacità dell’individuo di sviluppare risorse sane in una interazione con il proprio ambiente. Per questo è indispensabile concepire lo sviluppo della persona in relazione al suo contesto familiare, sociale e culturale di appartenenza.
  • 31. RESILIENZA Questo concetto implica la responsabilità delle persone dell’ambiente nell’attuare un cambiamento di ottica nei confronti dell’individuo che presenta dei deficit: il rispetto della esperienza e delle modalità di funzionamento e di difesa del paziente grave, considerando persino le disfunzioni presenti espressione di modalità costruttive nel loro significato essenziale (modalità di autocura)
  • 32. INDIRIZZI POLITICI I principi e le pratiche fin qui delineati trovano piena espressione nelle Strategie di Salute Mentale per l’Unione Europea contenute nel Libro Verde (Bruxelles 2005) e nelle Linee di Indirizzo Nazionale per la Salute Mentale in Italia (Ministero della Salute 2008)
  • 33. AIRSAM Carta di Matera Ruolo centrale delle Comunità locali nelle politiche di Salute Mentale. Dipartimenti di Salute Mentale: innovazione culturale e organizzativa. Centralità dei temi dell’abitare e del lavoro nella riflessione e operatività dell’Associazione.