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Bernanke?
                               Trichet?
                               Draghi?




Nonostante gli sforzi
dell’uomo in nero la ripresa
non raggiunge i massimi
precedenti
1995-2010 – Successi e insuccessi di un
                    quindicennio


    La corsa continua di Internet               La corsa interrotta delle Borse




                                                        I saliscendi portano
                                                        la crisi




                                            La corsa si
                                            interrompe…




utilizzatori da 16 a oltre 1600 milioni…   …il Dow Jones: da 2000 a 11000, poi a 7500, poi
                                           a 14000, poi 6500, poi a 11000…
Una crescente sensazione di fragilità


• agosto 2005 – l’uragano Katrina prova l’evacuazione della città di
New Orleans (Stati Uniti, 250mila abitanti)

• gennaio 2008 – rottura di un cavo in Egitto provoca il blocco di
Internet in gran parte dell’Asia

• autunno 2009 – errore clamoroso nelle previsioni sugli effetti
dell’influenza aviaria

• autunno 2009 – i dati climatici mondiali “addomesticati” dagli esperti

• marzo 2010– eruzione di un vulcano islandese

• maggio 2010 – la “marea nera” del Golfo del Messico

• agosto 2010 – bruciano le steppe attorno a Mosca
Tre modi di guardare alla crisi



                      Fallimento del sistema di regolazione



La crisi come         Ridistribuzione del reddito


                      Ridisegno strategico dell’economia
                      mondiale
Il virus e le sue mutazioni
                                                              Disagio sociale e
                                                              mutamento politico da
                                                              primavera 2009
Virus
originario
mutui subprime
agosto 2007

                                  Forti cadute produttive,           Riprese
          Crisi finanziaria       aumento                            stentate
          mondiale - da autunno   disoccupazione                     primavera-
          2007                    settembre 2008 – marzo             estate 2010
                                  2009




       Verso una nuova                                       Difficoltà finanze pubbliche
       crisi finanziaria?                                    a partire dal gennaio 2009
                                                             Crisi greca gennaio 2010
Primavera mancata, rimedio fallito
G20 Londra – 1-2 aprile 2009
Accordo su salvataggio grandi banche in difficoltà (quantitative easing I) – aspettativa
di rapida ripresa (The worst is over, il peggio è passato)



Estate 2009 – primavera 2010
Rimbalzo produttivo inferiore alle previsioni – aumento della disoccupazione, specie
negli Stati Uniti, superiore alle previsioni



G20 Toronto – 26-27 giugno 2010
Netto divario di posizioni tra Stati Uniti (“forzare” l’espansione con nuova immissione di
moneta, quantitative easing II) ed Europa (disciplina monetaria, “scudo” anticrisi)



G20 Seoul – 10-12 novembre 2010
Scontro aperto tra Stati Uniti e Europa e tra Stati Uniti e Cina
Governare è sempre più difficile
Paesi grandi – cambiamenti di governo
Stati Uniti, novembre 2008, Giappone, settembre 2009
Germania, ottobre 2009, Regno Unito, aprile 2010,
Giappone maggio 2010, Australia, giugno- settembre 2010,

Paesi piccoli – cambiamenti di governo
Islanda, da ottobre 2008, Paesi baltici da nov. 2008 Rep. Ceca, marzo 2009,
Ungheria, aprile 2009, aprile 2010, Bulgaria, luglio 2009, Grecia, ottobre 2009
Belgio e Paesi Bassi, senza governo dalla primavera

Difficoltà a governare
Stati Uniti – riforma bancaria inconcludente, riforma sanitaria osteggiata; dimissioni di
consiglieri economici
Francia - Sarkozy perde le elezioni locali – resistenza a riforma pensioni
Germania – Merkel perde controllo Bundesrat – dimissioni di governatori
Italia – sfaldamento maggioranza; Grecia: scontento e scioperi Spagna; scioperi
Francia – scioperi antipensioni, rimpasto di governo; Regno Unito – assalto alla sede
del partito conservatore
Quanto tempo per uscire dalla crisi?
                       a) il caso degli Stati Uniti
                                Stati Uniti, prodotto interno lordo a prezzi costanti
104,0                                               massimo pre-crisi II trimestre 2008 = 100

103,0

102,0

101,0

100,0

 99,0

 98,0


 97,0

 96,0
                                                                                              il prodotto lordo per abitante torna
                                                                                              ai livelli pre-crisi dopo 14 trimestri
 95,0

 94,0
        2008 _II



                    2008 _III




                                           2009_I




                                                                2009_III




                                                                                     2010_I



                                                                                              2010_II



                                                                                                        2010_III




                                                                                                                             2011_I



                                                                                                                                      2011_II



                                                                                                                                                2011_III
                                2008 _IV




                                                                           2009_IV




                                                                                                                   2010_IV
                                                      2009_II




                                                                                     Elaboborazioni su dati US Bureau of Economic Analysis
Quanto tempo per uscire dalla crisi?
                   Gli altri paesi ricchi
Spagna, Italia e Giappone presentano i risultati più sfavorevoli

          - per la Spagna questo è dovuto all’estrema severità della caduta produttiva
dopo un lungo periodo di crescita sostenuta


            - l’Italia e il Giappone scontano la quasi-stagnazione che aveva preceduto la
crisi e la velocità molto bassa della ripresa;


                                 In entrambi i casi il raggiungimento dei livelli precedenti…
                                 …non dovrebbe avvenire prima della prima metà del 2015


(pag. 57)


Tra il 2012 e il 2015 si collocano tutti gli altri paesi
Come sarà il dopo-crisi
    Recupero dei massimi precedenti di pil: 3-5 anni per la maggior parte dei paesi
Y
                                                     Trend precedente



         L’”elastico di Friedman”: rapido          La cicatrice permanente: si
         recupero del trend anticrisi              recupera la velocità di crescita
                                                   ma non il tempo perduto




                                                  Il modello Giappone: calo
                                                  permanente della velocità di
                                                  crescita




                                                                    tempo
Le prospettive di lungo termine: a) avremo
          abbastanza petrolio?

                                      Modo
                                      diplomatico per
                                      indicare il
                                      deficit
                                      energetico




                                      Richiedono
                                      moltissimi
                                      investimenti
Le prospettive di lungo termine: b) una nuova
                   classe media?
                                                                                             (2)
                           Numero di persone        (1)                            Consumi

                         2009                      2030                   2009                     2030
Nord
                   338        18,3%          322           6,6%    5.602     26,3%      5.837         10,5%
America

Europa             664        35,9%          680           13,9%   8.138     38,2%      11.337        20,4%

Centro e
sud                181          9,8%         313           6,4%    1.534         7,2%   3.117             5,6%
America
Sud-est
                   525        28,5%         3228           66,1%   4.952     23,3%      32.596        58,5%
asiatico
Africa sub-
                    32          1,7%         107           2,2%     256          1,2%    827              1,5%
sahariana
Medio
oriente e          105          5,7%         234           4,8%     796          3,7%   1.966             3,5%
NordAfrica

Mondo             1.845         100%        4884           100%    21.278    100%       55.680        100%

(1) Milioni e % sul totale mondiale
(2) Miliardi di dollari 2005 (PPP) e % su totalemondiale
Le prospettive di lungo termine: c) nuovi
              prodotti e nuovi settori
Così il “terziario tradizionale” del consumatore…

                                  Informazioni - spettacolo




                                 Giornali      Radio-   Spettacoli
                                                TV      in diretta

                     Posta
                                                                   Negozi
                                                                 tradizionali
 Comunicazioni       Telefoni fissi                                             Acquisti

                                                                supermercati
                     Telefoni mobili


                                   Scuole-              Libri -
                                  università         biblioteche




                                       Insegnamento - cultura
…così il nuovo assetto

                                   Informazioni - spettacolo




                                        Giornali, radio, TV
                                        via internet- blogs



                    E-mail,
                    comucazio-         Piattaforma
 Comunicazioni      ni vocali,         informatica unica      E-commerce   Acquisti
                    foto,              fissa o mobile, via
                    musica ecc.        cavo, via telefono via
                    via Internet       etere, wireless




                                    E-books, motori di ricerca,
                                    insegnamento a distanza




                                      Insegnamento - cultura
La riorganizzazione degli spazi mondiali

•Nuova agglomerazione asiatica

       •1^ gennaio 2010 – entra in vigore la CAFTA
       (China-ASEAN Free Trade Area) – zona di libero
       scambio

       • 29 giugno 2010 – accordo commerciale Cina-
       Taiwan

       • la Cina sfrutterà i giacimenti di gas del
       Turkmenistan

•Il Golfo (Persico/Arabico) “si sposta a Est”

•L’Australia “si sposta a Nord”
L’Italia non è in declino dal 2007, ma
           almeno dal 1995
Le radici del declino non si trovano nella
                  domanda…




I consumi privati e pubblici        La propensione all’investimento è
sono cresciuti in rapporto al Pil   stata sufficiente a garantire il
                                    rinnovo del capitale e un
                                    investimento netto appropriato
…bensì nell’offerta, ossia nell’esito
      deludente degli investimenti realizzati




La produttività del lavoro ha   La produttività media del
cessato di crescere dal 1995    capitale netto è addirittura in
                                diminuzione
La recessione del 2008 ha probabilmente raggiunto
   il suo punto più basso... Ma leggere solo il Pil
               aggregato è fuorviante
Nessun settore ha ancora recuperato il
          picco precedente!
La crisi amplia i divari tra le regioni
In definitiva, una diagnosi severa

• Alcuni settori (auto, tessile, ecc.) sono in crisi da prima (anche
  dal 1990).
• Questa è la prima crisi in cui i servizi anziché compensare la
  diminuzione di attività dell’industria, pagano anche essi un
  costo.
• Le differenze regionali si faranno sentire e in molti casi
  aumenteranno i divari storici.
• La crisi italiana viene da lontano. E’ una crisi di struttura
  economica, poco efficiente, mal specializzata, che si è andata
  allontanando dalla frontiera dell’innovazione. E’ una crisi della
  produttività dei fattori.
• Se non cambia nulla, i tassi di crescita post crisi saranno molto
  bassi.
2010-2025 – Come andrà il prossimo quindicennio?
                                    Popolazione                       Popolazione
                                    (in milioni)                      (in percentuale)
                                   2010       2025                   2010             2025
    Paesi ricchi                   1014       1077                   14,8              13,6
    Paesi emergenti                3326       3716                   48,7              46,9
    Paesi in via di sviluppo       2490       3125                   36,5              39,5
    Totale                         6830       7918                  100,0            100,0


                                            % nel           Valori percentuali nel 2025
                                            2010
                                                       Scenario A     Scenario B Scenario C
         Prodotto interno lordo*
     Paesi ricchi                                57            44,5           47,1        48,3
     Paesi emergenti                            22,3             43           40,1        38,9
     Paesi in via di sviluppo                   15,1           12,5           12,9        12,8
     Totale                                     100             100            100        100
                                                       Tassi medi annui di crescita 2010-25
     Paesi ricchi                                                2,2              2        1,5
     Paesi emergenti                                             6,1              5        4,1
     Paesi in via di sviluppo                                    3,2            2,8        2,1
     Totale                                                      3,3            3,2        2,5
Una sommessa conclusione/1

Dal punto di vista quantitativo l’Europa, fortemente
invecchiata, occuperà posizioni di seconda fila.
Riuscirà a mantenere i suoi tradizionali punti di forza
economica?
Oggi nessuno è in grado di rispondere, ma il vero
rinnovamento dell’economia deve essere preceduto
da un rinnovamento del modo di pensare, dal
recupero delle visions.
Per questo bisogna avere coraggio. Il coraggio di
uscire dal contingente, di ampliare gli orizzonti, di
proporre programmi diversi.
Una sommessa conclusione/2
Solo in questo ampio contesto ha … senso
affrontare una riflessione sull’Italia… Non ci sono
dubbi sulla sua debolezza strutturale e le
soluzioni…non sono racchiuse in facili formulette.
Il compito di superare questa debolezza sarà tale da
assorbire le energie della generazione dei giovani di
oggi. Se questa generazione lo vorrà fare; nel caso
contrario si metterebbe fine a un esperimento
entusiasmante, durato finora centocinquant’anni
che ha portato una serie di sonnacchiose economie
locali… a costituire insieme la sesta economia del
mondo. E sarebbe davvero un peccato.

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La ripresa, il coraggio e la paura - XV Rapporto annuale (2010)

  • 1. Bernanke? Trichet? Draghi? Nonostante gli sforzi dell’uomo in nero la ripresa non raggiunge i massimi precedenti
  • 2. 1995-2010 – Successi e insuccessi di un quindicennio La corsa continua di Internet La corsa interrotta delle Borse I saliscendi portano la crisi La corsa si interrompe… utilizzatori da 16 a oltre 1600 milioni… …il Dow Jones: da 2000 a 11000, poi a 7500, poi a 14000, poi 6500, poi a 11000…
  • 3. Una crescente sensazione di fragilità • agosto 2005 – l’uragano Katrina prova l’evacuazione della città di New Orleans (Stati Uniti, 250mila abitanti) • gennaio 2008 – rottura di un cavo in Egitto provoca il blocco di Internet in gran parte dell’Asia • autunno 2009 – errore clamoroso nelle previsioni sugli effetti dell’influenza aviaria • autunno 2009 – i dati climatici mondiali “addomesticati” dagli esperti • marzo 2010– eruzione di un vulcano islandese • maggio 2010 – la “marea nera” del Golfo del Messico • agosto 2010 – bruciano le steppe attorno a Mosca
  • 4. Tre modi di guardare alla crisi Fallimento del sistema di regolazione La crisi come Ridistribuzione del reddito Ridisegno strategico dell’economia mondiale
  • 5. Il virus e le sue mutazioni Disagio sociale e mutamento politico da primavera 2009 Virus originario mutui subprime agosto 2007 Forti cadute produttive, Riprese Crisi finanziaria aumento stentate mondiale - da autunno disoccupazione primavera- 2007 settembre 2008 – marzo estate 2010 2009 Verso una nuova Difficoltà finanze pubbliche crisi finanziaria? a partire dal gennaio 2009 Crisi greca gennaio 2010
  • 6. Primavera mancata, rimedio fallito G20 Londra – 1-2 aprile 2009 Accordo su salvataggio grandi banche in difficoltà (quantitative easing I) – aspettativa di rapida ripresa (The worst is over, il peggio è passato) Estate 2009 – primavera 2010 Rimbalzo produttivo inferiore alle previsioni – aumento della disoccupazione, specie negli Stati Uniti, superiore alle previsioni G20 Toronto – 26-27 giugno 2010 Netto divario di posizioni tra Stati Uniti (“forzare” l’espansione con nuova immissione di moneta, quantitative easing II) ed Europa (disciplina monetaria, “scudo” anticrisi) G20 Seoul – 10-12 novembre 2010 Scontro aperto tra Stati Uniti e Europa e tra Stati Uniti e Cina
  • 7. Governare è sempre più difficile Paesi grandi – cambiamenti di governo Stati Uniti, novembre 2008, Giappone, settembre 2009 Germania, ottobre 2009, Regno Unito, aprile 2010, Giappone maggio 2010, Australia, giugno- settembre 2010, Paesi piccoli – cambiamenti di governo Islanda, da ottobre 2008, Paesi baltici da nov. 2008 Rep. Ceca, marzo 2009, Ungheria, aprile 2009, aprile 2010, Bulgaria, luglio 2009, Grecia, ottobre 2009 Belgio e Paesi Bassi, senza governo dalla primavera Difficoltà a governare Stati Uniti – riforma bancaria inconcludente, riforma sanitaria osteggiata; dimissioni di consiglieri economici Francia - Sarkozy perde le elezioni locali – resistenza a riforma pensioni Germania – Merkel perde controllo Bundesrat – dimissioni di governatori Italia – sfaldamento maggioranza; Grecia: scontento e scioperi Spagna; scioperi Francia – scioperi antipensioni, rimpasto di governo; Regno Unito – assalto alla sede del partito conservatore
  • 8. Quanto tempo per uscire dalla crisi? a) il caso degli Stati Uniti Stati Uniti, prodotto interno lordo a prezzi costanti 104,0 massimo pre-crisi II trimestre 2008 = 100 103,0 102,0 101,0 100,0 99,0 98,0 97,0 96,0 il prodotto lordo per abitante torna ai livelli pre-crisi dopo 14 trimestri 95,0 94,0 2008 _II 2008 _III 2009_I 2009_III 2010_I 2010_II 2010_III 2011_I 2011_II 2011_III 2008 _IV 2009_IV 2010_IV 2009_II Elaboborazioni su dati US Bureau of Economic Analysis
  • 9. Quanto tempo per uscire dalla crisi? Gli altri paesi ricchi Spagna, Italia e Giappone presentano i risultati più sfavorevoli - per la Spagna questo è dovuto all’estrema severità della caduta produttiva dopo un lungo periodo di crescita sostenuta - l’Italia e il Giappone scontano la quasi-stagnazione che aveva preceduto la crisi e la velocità molto bassa della ripresa; In entrambi i casi il raggiungimento dei livelli precedenti… …non dovrebbe avvenire prima della prima metà del 2015 (pag. 57) Tra il 2012 e il 2015 si collocano tutti gli altri paesi
  • 10. Come sarà il dopo-crisi Recupero dei massimi precedenti di pil: 3-5 anni per la maggior parte dei paesi Y Trend precedente L’”elastico di Friedman”: rapido La cicatrice permanente: si recupero del trend anticrisi recupera la velocità di crescita ma non il tempo perduto Il modello Giappone: calo permanente della velocità di crescita tempo
  • 11. Le prospettive di lungo termine: a) avremo abbastanza petrolio? Modo diplomatico per indicare il deficit energetico Richiedono moltissimi investimenti
  • 12. Le prospettive di lungo termine: b) una nuova classe media? (2) Numero di persone (1) Consumi 2009 2030 2009 2030 Nord 338 18,3% 322 6,6% 5.602 26,3% 5.837 10,5% America Europa 664 35,9% 680 13,9% 8.138 38,2% 11.337 20,4% Centro e sud 181 9,8% 313 6,4% 1.534 7,2% 3.117 5,6% America Sud-est 525 28,5% 3228 66,1% 4.952 23,3% 32.596 58,5% asiatico Africa sub- 32 1,7% 107 2,2% 256 1,2% 827 1,5% sahariana Medio oriente e 105 5,7% 234 4,8% 796 3,7% 1.966 3,5% NordAfrica Mondo 1.845 100% 4884 100% 21.278 100% 55.680 100% (1) Milioni e % sul totale mondiale (2) Miliardi di dollari 2005 (PPP) e % su totalemondiale
  • 13. Le prospettive di lungo termine: c) nuovi prodotti e nuovi settori Così il “terziario tradizionale” del consumatore… Informazioni - spettacolo Giornali Radio- Spettacoli TV in diretta Posta Negozi tradizionali Comunicazioni Telefoni fissi Acquisti supermercati Telefoni mobili Scuole- Libri - università biblioteche Insegnamento - cultura
  • 14. …così il nuovo assetto Informazioni - spettacolo Giornali, radio, TV via internet- blogs E-mail, comucazio- Piattaforma Comunicazioni ni vocali, informatica unica E-commerce Acquisti foto, fissa o mobile, via musica ecc. cavo, via telefono via via Internet etere, wireless E-books, motori di ricerca, insegnamento a distanza Insegnamento - cultura
  • 15. La riorganizzazione degli spazi mondiali •Nuova agglomerazione asiatica •1^ gennaio 2010 – entra in vigore la CAFTA (China-ASEAN Free Trade Area) – zona di libero scambio • 29 giugno 2010 – accordo commerciale Cina- Taiwan • la Cina sfrutterà i giacimenti di gas del Turkmenistan •Il Golfo (Persico/Arabico) “si sposta a Est” •L’Australia “si sposta a Nord”
  • 16.
  • 17. L’Italia non è in declino dal 2007, ma almeno dal 1995
  • 18. Le radici del declino non si trovano nella domanda… I consumi privati e pubblici La propensione all’investimento è sono cresciuti in rapporto al Pil stata sufficiente a garantire il rinnovo del capitale e un investimento netto appropriato
  • 19. …bensì nell’offerta, ossia nell’esito deludente degli investimenti realizzati La produttività del lavoro ha La produttività media del cessato di crescere dal 1995 capitale netto è addirittura in diminuzione
  • 20. La recessione del 2008 ha probabilmente raggiunto il suo punto più basso... Ma leggere solo il Pil aggregato è fuorviante
  • 21. Nessun settore ha ancora recuperato il picco precedente!
  • 22. La crisi amplia i divari tra le regioni
  • 23. In definitiva, una diagnosi severa • Alcuni settori (auto, tessile, ecc.) sono in crisi da prima (anche dal 1990). • Questa è la prima crisi in cui i servizi anziché compensare la diminuzione di attività dell’industria, pagano anche essi un costo. • Le differenze regionali si faranno sentire e in molti casi aumenteranno i divari storici. • La crisi italiana viene da lontano. E’ una crisi di struttura economica, poco efficiente, mal specializzata, che si è andata allontanando dalla frontiera dell’innovazione. E’ una crisi della produttività dei fattori. • Se non cambia nulla, i tassi di crescita post crisi saranno molto bassi.
  • 24. 2010-2025 – Come andrà il prossimo quindicennio? Popolazione Popolazione (in milioni) (in percentuale) 2010 2025 2010 2025 Paesi ricchi 1014 1077 14,8 13,6 Paesi emergenti 3326 3716 48,7 46,9 Paesi in via di sviluppo 2490 3125 36,5 39,5 Totale 6830 7918 100,0 100,0 % nel Valori percentuali nel 2025 2010 Scenario A Scenario B Scenario C Prodotto interno lordo* Paesi ricchi 57 44,5 47,1 48,3 Paesi emergenti 22,3 43 40,1 38,9 Paesi in via di sviluppo 15,1 12,5 12,9 12,8 Totale 100 100 100 100 Tassi medi annui di crescita 2010-25 Paesi ricchi 2,2 2 1,5 Paesi emergenti 6,1 5 4,1 Paesi in via di sviluppo 3,2 2,8 2,1 Totale 3,3 3,2 2,5
  • 25. Una sommessa conclusione/1 Dal punto di vista quantitativo l’Europa, fortemente invecchiata, occuperà posizioni di seconda fila. Riuscirà a mantenere i suoi tradizionali punti di forza economica? Oggi nessuno è in grado di rispondere, ma il vero rinnovamento dell’economia deve essere preceduto da un rinnovamento del modo di pensare, dal recupero delle visions. Per questo bisogna avere coraggio. Il coraggio di uscire dal contingente, di ampliare gli orizzonti, di proporre programmi diversi.
  • 26. Una sommessa conclusione/2 Solo in questo ampio contesto ha … senso affrontare una riflessione sull’Italia… Non ci sono dubbi sulla sua debolezza strutturale e le soluzioni…non sono racchiuse in facili formulette. Il compito di superare questa debolezza sarà tale da assorbire le energie della generazione dei giovani di oggi. Se questa generazione lo vorrà fare; nel caso contrario si metterebbe fine a un esperimento entusiasmante, durato finora centocinquant’anni che ha portato una serie di sonnacchiose economie locali… a costituire insieme la sesta economia del mondo. E sarebbe davvero un peccato.