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Giustiniano avviò imponenti lavori edilizi, per
dare corpo alla prossima e rinata grandezza della
Nuova Roma (come era chiamata
Costantinopoli): emblematica fu la costruzione
della gigantesca basilica di Santa Sofia, sintesi
dell'ideologia di Giustiniano, che la volle per
testimoniare la grandiosità romana e il carattere
cattolico dell'Impero.
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Due vedute dell'interno di Santa Sofia. Per ricostruire la
basilica, sulla precedente fondata da Costantino, Giustiniano
sostenne spese colossali affinché fossero scelti in tutti i paesi
dell'Impero i materiali migliori.
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La politica estera di Giustiniano si rivolse su più
fronti con azioni di guerra:
– contro i Persiani (531-533) per difendere il confine
dell'Eufrate;
– contro i Vandali (533-535) a seguito di cui, grazie
ai successi del generale greco Belisario, annesse
l'Africa romana a Costantinopoli
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L’impresa di Belisario fu agevolata in modo determinante da
Amalasunta, la quale mutò l'indirizzo politico degli ultimi anni del
regno di Teodorico restituendo potere alla classe
dirigente latina.
Giustiniano aveva opportunamente alimentato
l’aspettativa di Amalasunta di costituire un regno
ostrogoto riconosciuto dall’Impero. Sfruttando
dunque il fatto che Amalasunta era invisa alle
schiere estremiste ostrogote, la fece uccidere da
un agente da Costantinopoli e fece ricadere la
colpa sul partito estremista ostrogoto.
Denunciò addirittura il fatto come la prova che gli
Ostrogoti, eliminando la loro principessa
filoimperiale, rinnegavano l'Impero e meritavano dunque la guerra.
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Belisario sbarcò in Sicilia nel 535 e, avanzando
alla testa delle truppe imperiali, conquistò nel
536 Napoli, nel 539 Roma e nel 540 Ravenna
catturando re Vitige succeduto a
Teodato, ucciso dagli stessi goti.
L’audace condottiero Baduila, detto Totila
(l’immortale), divenuto re, ricostituì l'esercito
facendo arruolando gli schiavi a cui promise la
libertà: in migliaia gli risposero.
Totila così lanciò una travolgente
controffensiva: tra il 541 e il 546 sconfisse
ripetutamente Belisario e riconquistò
praticamente l’intera penisola.
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Con uno sforzo finanziario senza
precedenti, Giustiniano preparò un enorme
esercito, che affidò al comando del greco Narsete, il
quale, per via di terra, raggiunse l'Italia nel 551.
Nella decisiva battaglia di Gualdo Tadino, in Umbria
(552), Totila fu sopraffatto e ucciso da un esercito
ottimamente armato, che contava il doppio dei suoi
uomini. Annientate le ultime resistenze, nel 553 la
guerra si concluse con l'estinzione degli Ostrogoti e
la piena riconquista dell'Italia a Costantinopoli.
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Il costo di questo ciclo di guerre contro i Vandali e gli
Ostrogoti (oltre a quella contro i Visigoti in
Ispania, affidata al generale Liberio) fu enorme e
dissanguò l'erario di Costantinopoli. Perciò Giustiniano
emanò nel 555 un editto, la cosiddetta «Prammatica
Sanzione» (cioè disposizioni esecutive che dovevano
regolare le situazioni pratiche) valida per l’Italia.
Con essa furono annullati tutti gli atti che erano stati
stipulati sotto il governo di Totila (definito
«nefandissimo» in quanto liberatore degli schiavi), e
furono introdotti pesantissimi tributi fiscali a carico di una
popolazione ormai stremata dalla guerra e decimata dalle
epidemie di peste.
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La sognata restaurazione imperiale di Giustiniano si
venne così a svuotare di ogni significato reale.
L'Italia, la Spagna e l'Africa settentrionale si ridussero a
regioni spopolate e prive di commerci, tanto da
essere, alla fine, più un peso che un vantaggio per il
potere imperiale di Costantinopoli: questo doveva infatti
accollarsi i costi dei presìdi militari che mantenevano
quelle regioni sotto il suo controllo. Inoltre, con il passare
del tempo, le crescenti difficoltà finanziarie di
Costantinopoli costrinsero a ridurre al minimo le forze
militari insediate nei territori dell'Occidente. Tali
territori, appena conquistati erano già pronti per essere
perduti nuovamente.
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POSIZIONE GEOGRAFICA
MARGINALE RISPETTO AI FLUSSI
MIGRATORI DEL NORD EUROPA
ESERCITO SOGGETTO ALL’AUTORITÀ IMPERIALE
POTERE ASSOLUTO E
CENTRALIZZATO DELL’IMPERATORE
LIMITAZIONE DELLE SPESE MILITARI DESTINATE
ALLA PROTEZIONE DALL’ESTERNO
PROSPERITÀ DLLE ATTIVITÀ
ECONOMICHE CITTADINE, RURALI
E DEI COMMERCI
ENORMI DISPONIBILITÀ FINANZIARIE
NELLE CASSE DELLO STATO
NOTEVOLI VOLUMI DI SCAMBI CON L’ESTERO
VICINANZA CON L’ORIENTEOMOGENEITÀ CULTURALE E
TERRITORIALE
STRATEGIA DI CONTENIMENTO DELLE INVASIONI BASATA SU
TRIBUTI E RISCATTI
CESAROPAPISMO
CHIESA SOGGETTA ALL’AUTORITÀ IMPERIALE
INVASIONI BARBARICHE DI
ENTITÀ MODESTA
L’IMPERO ROMANO DI COSTANTINOPOLI NEL VI SECOLO
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Nella cultura dell'epoca «restaurare
l'Impero» significava restaurare la
«legge», cioè lo ius civilis, nel quale
l'Impero consisteva. Sennonché, nel corso
dei secoli, sì erano andati sovrapponendo
gli editti imperiali, i pareri dei giuristi e
altre opere della giurisprudenza
concepite in epoche storiche diverse, con
disposizioni contraddittorie e sovente non
più attuali. Giustiniano, allora, insediò un
collegio presieduto da Triboniano, il più
famoso dei giuristi, con il compito di
riordinare l'intero sistema dello ius
civilis, al fine di renderlo coerente e
applicabile nella sua interezza.
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(dal verbo digèrere «compilare»):
cinquanta libri ordinati per materia
(matrimonio, proprietà, contratti ecc.) e cinque secoli
di pareri dei giuristi, selezionati in base alla loro
utilizzabilità e conformità alle regole del diritto allora
vigente
: un manuale di quattro libri da usare nelle
scuole per l'insegnamento del diritto.
: dodici libri in cui erano raccolti tutti gli editti
degli imperatori che dovevano ritenersi ancora in
vigore
o «nuove Costituzioni», vale a dire la raccolta
delle Costituzioni emanate da Giustiniano dopo il 534
17. http://www.fabiolugi.it
Il Corpus iuris civilis ha dato al diritto romano una completezza
e una sistematicità tale da farlo diventare nel corso dei secoli il
punto di riferimento costante della cultura giuridica.
Nell'Europa medioevale il riferimento al Corpus iuris civilis
servì agli imperatori della casa di Svevia per legittimare un
accentramento del potere politico che superasse la
dispersione delle immunità feudali.
Nell'Europa moderna la borghesia in ascesa trovò nel Corpus
iuris civilis una nozione di proprietà, intesa come diritto
esclusivo di qualsiasi uso del bene posseduto, più rispondente
ai suoi interessi di quella medioevale. Per questo motivo tutti i
moderni codici civili, a cominciare dal Codice di Napoleone del
1803, si basano su nozioni giuridiche derivate dalla
codificazione giustinianea.