Opponiamoci al governo Letta-Berlusconi, che affossa il cambiamento democratico-borghese ed ufficializzerà il regime neofascista, presidenzialista e federalista.
Lottiamo per cambiare L'Italia, col SOCIALISMO e col potere del proletariato
1. OPPONIAMOCI AL GOVERNO
LETTA-BERLUSCONI
CHE AFFOSSA IL CAMBIAMENTO DEMOCRATICO
BORGHESE E UFFICIALIZZERÀ IL REGIME
NEOFASCISTA, PRESIDENZIALISTA E FEDERALISTA
LOTTIAMO PER CAMBIARE L’ITALIA
COL SOCIALISMO E COL POTERE DEL PROLETARIATO
In base ai partiti che lo costituiscono, alla
compagine governativa, al programma, agli obiettivi che
si propone e al disegno politico a cui si ispira, il governo
Letta-Berlusconi è un governo al servizio del capitalismo,
della classe dominante borghese e dell’Unione europea
imperialista.
Questo mostruoso governo lo dobbiamo al
presidente della Repubblica, il rinnegato Giorgio
Napolitano, che ha riaperto la porta governativa al
neoduce Berlusconi, come il re Vittorio Emanuele III l’aprì
a Mussolini. Lo dobbiamo al PD che, dopo il diktat-ricatto
di Napolitano che minacciava di dimettersi, ha
clamorosamente e vigliaccamente abbandonato la linea
del cambiamento e di alternativa al PDL, cedendo su
tutta la linea a Berlusconi. Lo dobbiamo infine
all’ambizione e all’opportunismo del nuovo presidente del
consiglio Enrico Letta, un democristiano di lungo corso,
esponente di prima linea dell’imperialismo italiano ed
europeo, grande amico dell’imperialismo americano.
Due sono i punti fondamentali che caratterizzano
politicamente e storicamente questo nuovo governo. Il
primo riguarda l’alleanza governativa dei due principali
partiti della classe dominante borghese, quello della sua
destra, il PDL, e quello della sua “sinistra”, il PD, che per
venti anni si sono combattuti e dichiarati alternativi l’uno
dell’altro, e che ora si sono messi insieme nel tentativo di
far superare al capitalismo la peggiore crisi economica e
finanziaria che da cinque anni lo dilania.
Il secondo punto fondamentale che caratterizza
questo governo riguarda il suo obiettivo di cambiare la
Costituzione per arrivare alla Repubblica presidenziale,
che era già nei piani dei fascisti storici, di Craxi e Amato,
della P2 di Gelli e di Berlusconi, e che gli ultimi presidenti
della Repubblica con in testa Napolitano hanno realizzato
di fatto. Sarà anche completata la “riforma” federale,
come ha assicurato al giornale del PD Graziano Delrio,
ministro degli affari regionali e delle autonomie. Con
buona pace dell’unità nazionale.
Letta si vanta di aver svecchiato la compagine
governativa e di avervi messo più donne. Ma da un punto
di vista di classe, ciò non conta proprio nulla. La nomina
di una ministra di colore è solo fumo negli occhi, non
cambia la sostanza delle cose e la natura borghese,
capitalista, imperialista e antipopolare del governo.
Lo comprova il suo programma incentrato sulla
fedeltà all’Unione europea che vuol trasformare negli
Stati Uniti di Europa.
Letta ha detto che il lavoro è la priorità del governo.
Ma in concreto nel programma non c’è nulla di risolutivo,
solo pannicelli caldi e il rilancio del famigerato
apprendistato. Ma come si può pensare di risolvere
questo drammatico problema quando si arriva a dire che
il Mezzogiorno deve “crescere da solo”? No signori! E’ il
governo nazionale e tutto lo Stato che devono intervenire
con tutta la loro forza economica e finanziaria, e
attraverso una lotta concreta alle mafie, di cui non c’è
traccia nel discorso programmatico.
Il proposito di abbattere le tasse ai padroni e di
tagliare la spesa pubblica è un chiaro segnale che i
lavoratori, i pensionati, i cassintegrati, i precari, i
disoccupati, i giovani non avranno nemmeno le briciole
del sontuoso banchetto dei capitalisti, dei borghesi, dei
ricchi e dei loro tirapiedi governativi, istituzionali.
Per quanto detto, il governo Letta-Berlusconi non
merita alcun credito, consenso, appoggio diretto o
indiretto. Esso va combattuto a viso aperto, attraverso
una dura opposizione di classe e di massa nelle
fabbriche, in tutti i luoghi di lavoro, nelle scuole, nelle
università, nelle piazze, nelle organizzazioni di massa,
specie sindacali. Contiamo in particolare sull’apporto
della classe operaia, dei disoccupati, dei precari e dei
giovani. Si alzi alto e forte il grido: Abbasso il capitalismo
e i suoi servi! Viva il socialismo, il potere al proletariato!
Si prenda coscienza che perdurando il capitalismo è
impossibile cambiare veramente l’Italia.
La via è una sola: acquisire al più presto la cultura
del proletariato e della rivoluzione sociale e politica, ossia
il marxismo-leninismo-pensiero di Mao, e capire che è
possibile rovesciare cielo e terra se uniti, a milioni, sotto
le bandiere rosse dei Maestri e del PMLI si dà battaglia al
capitalismo e al suo governo qualsiasi sia la sua
etichetta, si lotta quotidianamente per migliorare le
condizioni di vita e di lavoro delle masse e si preparano
le condizioni soggettive della rivoluzione socialista.
Un nuovo mondo ci attende, lottiamo per
conquistarlo!
Avanti con forza e fiducia verso l’Italia unita, rossa e
socialista!
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!
(Estratti dal Documento dell’Ufficio politico del PMLI pubblicato integralmente su "Il Bolscevico" n. 18/2013 e sul sito www.pmli.it)
PARTITO MARXISTA-LENINISTA ITALIANO
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