1. Corso AIDS 2009
CEFPAS
27 anni di AIDS:
tra metafora,immaginario,realtà
Pietro Di Gregorio
Direttore U.O. Malattie Infettive
Az. Osp. “Cannizzaro” - Catania
2. I primi casi di infezione da HIV
1969, 16 maggio
PRIMO MORTO (UFFICIALE) DI AIDS
Muore al St. Louis City Hospital negli Stati Uniti un
ragazzo di 15 anni, Robert Rayford. E il primo morto
ufficiale di Aids della storia. All'epoca l'Aids non è stato
ancora descritto e lo sarà la prima volta nel 1981;
soltanto nel 1984, con l'esame del siero congelato di
Rayford, si scoprirà il virus della malattia attribuendo
all'Aids la morte del giovane. Negli anni successivi
l'esame di sieri congelati permetterà di scoprire che altre
persone, in anni ancora precedenti, erano morte per le
conseguenze di questa infezione.
1998
Il campione di sangue conservato di un uomo
congolese (prelievo del 1959) è risultato positivo
per HIV
3. Argomenti
Aids: malattia degli “altri”
Aids: malattia degli omosessuali
Aids: breve storia
Epidemie e “untori”
Aids e bugie
Aids e comunicazione
Aids e metafore
Aids e società
Aids e statistiche
Aids e percezione del rischio
Aids e globalizzazione
Aids e grande schermo
Aids e narrativa
Aids e fumetti
Aids e vignette
Aids e pubblicità
Aids e campagne di informazione
Aids e spot
Aids e vaccino
4. 1) L’HIV è una malattia degli “altri”
(e da qui dunque il distacco, il cinismo, il sarcasmo con
cui la possiamo considerare)
2) non è una malattia e basta, ma è qualcosa che fa (o ha fatto)
notizia, che suggestiona (o ha suggestionato), che fa lavorare
(o faceva lavorare) l’immaginazione e che insomma ha
prodotto (e produce?) icone, sensazioni e convincimenti che si
sono radicati profondamente nel nostro immaginario
HIV- l’immaginario infettato
5. Perché?
La spinta principale è la paura
Paura ancestrale
Tocca meccanismi e zone del nostro inconscio
Malattia principalmente sessualmente
trasmessa
Tocca riproduzione della specie e ottenimento
del piacere
6. Perché?
Per il mistero mediatico delle origini
esperimento biologico militare americano
sfuggito di mano
mutazione per mano dell’uomo di un ceppo di
peste e infezione dei ricercatori coinvolti
malattia diffusa in Africa in realtà da oltre un
secolo e – a causa anche del lunghissimo
periodo di incubazione del virus HIV, prima
dell’insorgere dell’AIDS – solo dopo arrivata nei
Paesi occidentali
malattia passata dalle “scimmie verdi” all’uomo
7. Perché?
Per il mistero mediatico delle origini
Il paziente “zero”
Secondo il libro-inchiesta del giornalista americano Randy
Shields “And The Band Played On” (1987) si tratta di Gaëtan
Dougas, steward omosessuale dell’Air Canada, morto di AIDS
nel 1984, a 31 anni, la cui libertà di viaggiare e la cui abitudine
ad accoppiarsi con giovani africani pare abbiano portato
l’infezione HIV nel nord America e da lì nel mondo
Il triste titolo di “primo spargitore del virus” se lo guadagnò a
Castro, la comunità gay di San Francisco, dove, in 12 mesi,
ebbe 250 rapporti non protetti
Se contagiasse volontariamente non è noto
Di certo però dei 248 infettati del 1982, 40 di essi avevano avuto
rapporto con lui
Le morti inspiegabili degli anni 60 e 70, i cadaveri riesumati
(o i campioni organici conservati…?) riesaminati e risultati
misteriosamente infetti con il virus HIV…
8. Perché?
Per le voci sulla trasmissibilità
Nei primissimi tempi: le zanzare…? Il respiro…?
Gli starnuti…? I baci?
Scambi di sangue e di non meglio identificati
“liquidi organici”.
Qual è il “sesso sicuro”? Quali pratiche sono
veramente sicure, quali veramente a rischio?
Nei primi anni 80, schede e specchietti su
quotidiani, riviste, opuscoli, elenchi
contraddittori in programmi televisivi…
Ma ancora oggi, chi non è attraversato dal dubbio:
sarà stato veramente, al 100%, sesso sicuro?
10. Le infezioni dell’immaginario
HIV malattia degli altri: gli omosessuali
nelle sue fasi iniziali, l’HIV è diffuso soprattutto all’interno della
scena omosessuale che, verso la fine degli anni 70 e in special
modo negli Stati Uniti, era particolarmente promiscua e libertina
negli USA nei primi anni 80 non si parlava ancora di AIDS ma di
GRID (Gay Related Immune Disorder).
solo nel 1982 Bruce Voeller, ricercatore americano e attivista della
National Gay Task Force coniò l’acronimo AIDS, subito adottato dai
CDC
Il presidente Reagan ha parlato pubblicamente di Aids sono nel
settembre del 1985, 4 anni dopo, quando già 15.000 americani
erano sieropositivi
nei primi anni 80, sui media italiani (e non solo) non si esitava a
parlare di “Peste dei Gay”
da fonti cattoliche più o meno ufficiali non si esitava a parlare di
punizione divina per il comportamento contro natura degli
omosessuali
15. HIV malattia degli altri
i primi e più celebri morti per AIDS erano
(più o meno nascostamente) omosessuali
Rock Hudson Keith Haring Rudolph Nureyev
(1985) (1990) (1993)
Freddy Mercury Liberace (1987)
(1991)
16. HIV malattia degli altri
i primi e più celebri morti per AIDS erano (più o meno nascostamente)
omessuali
Anthony Perkins, 1992
Arthur Ashe 1995
Isaac Asimov,scrittore
Brad Davis di fantascienza,
1988 morto nel 1992 di Aids
contratta
tramite trasfusioni
per triplo bypass.
Rivelato dopo 10 anni
per evitare problemi
di pregiudizi dell’epoca
17. Era il 7 novembre 1991 e da
quell’annuncio, «Sono sieropositivo»,
tutti cercarono di scendere.
Tu quoque, Magic? Sì, anche lui.
Earvin Johnson. Magic, appunto, per il
modo in cui giocava a basket.
Contagiato e addirittura reo confesso,
come si affrettarono a chiosare i
cicisbei del tifo: i primi a staccarsi
dall’idolo dopo aver dato un’occhiata
ai sondaggi.
1991: Bush padre scatenava
l’operazione «Desert Storm» contro
Saddam Hussein per indurlo a ritirarsi
dal Kuwait;
Gorbaciov veniva destituito da un
golpe;
La mafia assassinava Libero Grassi,
l’imprenditore siciliano che si ostinava
a non pagare il pizzo.
18. HIV malattia degli altri: gli omosessuali
Immaginario deviato:
ancora oggi, di fronte a una morte per AIDS o quando sappiamo di
una persona che è HIV+, ci chiediamo spontaneamente: “ma allora
era (è) omosessuale?”
Certamente questo succede per la violenta generazione di immagini e
slogan dei primi anni 80, e per la morbosa concezione negativa che
abbiamo dell’omosessualità. Ma, anche, proprio perchè omosessuale
è ancora oggi “diverso”, e dunque lontano da quel generico e normale
“noi”: perchè se l’HIV appartiene agli altri fa molto meno paura.
a partire dalla metà degli anni 80, nelle produzioni pornografiche a
carattere omossessuale, il preservativo è diventato obbligatorio, e lo è
tutt’ora; nei film etero, l’uso non è diffuso, né allora né ora: come se il
problema non riguardasse gli eterosessuali!
Dunque: se è vero – come è di fatto vero – che l’eterosessualità
nell’immaginario medio rappresenta “la normalità”, si possono dare
due interpretazioni: o nella media, per il sesso eterosessuale,
l’infezione da HIV non la si teme; oppure la si teme così tanto, ci
terrorizza così tanto che non se ne vuole nemmeno sentire parlare.
21. 1959: il più antico riscontro del virus HIV in un
campione di sangue donato da un uomo a
Leopoldville (Congo)
1
Origine del male
22. 5 giugno 1981
A pag.2 del Mobidity and Mortality
Weekly Report, i Centers for Diseases
Control an Prevention (CDC) di Atlanta
segnalano che negli USA si era
riscontrato
un improvviso aumento di casi
di polmonite da Pneumocystis
carinii (tre diversi Ospedali di
Los Angeles)e di Sarcoma di
Kaposi in giovani omosessuali
statunitensi
Il 3 luglio il New York Times pubblica
la notizia e, riportando il parere di un
ricercatoredel CDC, scriveva: ”il dott.
James Curran dice che non c’è
apparente pericolo di contagio per chi
non è omosessuale”
23. 1982
I CDC collegano la malattia al sangue
Nel corso di un Congresso di Ematologia Bruce Voeeler propone di
chiamare questa nuova patologia “Acquired Immuno-Deficiency
Syndrome” (AIDS)
Vengono individuate altre vie di trasmissione
Trasfusioni
Trasmissione materno-fetale
Emofilia
Provenienza da Haiti (dove si ipotizzava il focolaio principale)
Uso di droga per via endovenosa
Questo condusse al controverso termine di “malattia delle 4 H”
Homosexual
Hemophiliacs
Haitians
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24. Il “giallo” della scoperta del virus HIV
Montagnier, nato nel 1932 a Chabris in Francia, virologo,
fu chiamato dal dott.Willy Rozenbaum, medico
dell’Hospital Bichat di Parigi, per trovare la causa di una
sindrome che mieteva vittime soprattutto negli ambienti
gay e tra i tossicodipendenti.
Solo dopo un anno (nel 1982) attraverso la biopsia di un
linfonodo di uno dei pazienti di Rozenbaum, Montagnier
scoprì il virus che fu chiamato LAV.
La scoperta fu confermata l’anno successivo, da parte
del team americano diretto da R.Gallo, che riscoprì il
virus battezzandolo HTLV IIIB.
Ne nacque una disputa non solo lessicale tra i due
gruppi di ricerca: si scoprì che il virus di Gallo era stato
identificato su un vetrino prestatogli da Montagnier e
proveniente dal medesimo paziente
Solo nel 1987 Reagan e Chirac firmarono la “pace
dell’Aids”
25. 1983
Luc Montagnier isola un virus che sembra legato alla
patologia (LAV – Lynphoadenopathy-Associated Virus)
Quasi contemporaneamente Robert Gallo definisce
questo virus HTLV-III (Human T-cel Leukemia Virus)
Giugno: Primi casi segnalati in Italia
Luglio: “mani in alto, ho l’AIDS”:
negli USA l’infezione diventa
“un’arma”
1984
prima trasmissione della malattia
per causa di lavoro
26. 1985
Gennaio: francesi ed americani annunciano
di avere scoperto
la sequenza del virus
Il primo test anti-HIV commercializzato
in U.S. e in Europa
la star del cimena Rock Hudson
diventa la prima icona internazionale a
rivelarsi con l’Aids
Definito il “caso” di Aids per l’OMS
1986
Luglio: l’OMS sceglie il nome ufficiale per il
virus:HIV
28. 1987
Gennaio
nasce la Commissione
Nazionale per la lotta all’Aids
Marzo
arriva un nuovo farmaco: AZT
Francia e Stati Uniti si
accordano sulla paternità della
scoperta
Gaetan Dugas
Ottobre Rechts: Kutanes Kaposi-Sarkom
individuato il “paziente zero” bei einem AIDS-Patienten
Gaëtan Dugas
29. 1988
Giugno: prima campagna
informativa in Italia:”Aids,
se lo conosci non ti uccide”
OMS dichiara il 1 dicembre
“Giornata Mondiale dell’AIDS”
1989
Luglio: Si parla di cocktail di farmaci
Dicembre: campagna di informazione del
Ministero della Sanità con opuscoli
informativi
30. 1990
Giugno: le donne sono la nuova categoria a rischio
Legge 135/90
1991
Il nastro rosso diventa il simbolo internazionale
della consapevolezza dell’Aids
Magic Johnson dichiara di essere sieropositivo
Novembre:
Freddie Mercury dei Queen ha l’Aids
In Africa milioni di orfani per la malattia
dicembre: De Lorenzo non gradise
il bacio tra Aiuti e Iardino
Freddie Mercury e
Pavarotti
31. 1992
Proteste per la pubblicità Benetton
con un malato
La Conferenza internazionale, a seguito
del perdurare delle norme restrittive
sull’ingresso imposte dagli USA,
viene spostata da Boston
ad Amsterdam
Il tennista americano Arthur Ashe
annuncia pubblicamente di essere stato
contagiato dal virus; morirà l’anno
successivo
1993
Gennaio: Nureyev muore per Aids
Febbraio: inizia a Roma uno studio per il vaccino terapeutico
1994
Viene sviluppato il primo regime di trattamento
per ridurre la trasmissione verticale di HIV
32. 1995
David Ho presenta i dati di cinetica virale:
la produzione di particelle virali raggiunge
i 10 miliardi al giorno
Primo inibitore delle Proteasi: il Saquinavir
Greg Louganis (campione americano di tuffi)
annuncia di essere ammalato di Aids
Marzo: il Italia primo caso
al mondo per taglio da bisturi
DICEMBRE : pubblicità provocatoria con
Giovanni Paolo II e Bill Clinton creata dallo stilista
americano di scarpe Kenneth Cole per conto
dell’Amfar (Fondazione americana per la ricerca
sull’Aids)
33. 1996
Luglio: XI Conferenza
mondiale di Vancoover
Dicembre: David HO
“uomo dell’anno” per
“Time”
34. 1998
Gennaio: Washington- iniziata
la sperimentaione di tre
vaccini
Febbraio: Chicago-E’ del 1959
la più antica infezione da HIV
(un uomo africano)
Settembre: Roma- Vaccini: le
sperimentazioni in corso
nell’uomo
1999
Gennaio: origine biologica
del virus HIV umano
da “Pan
troglodytes troglodytes”
Roma – Scoperto l’anello
mancante tra i virus delle
scimmie e l’HIV dell’uomo
Maggio: Roma- Vaccino
italiano: pubblicato lo studio
36. 2000
Giugno: S. Marino – in Italia
60 sieopositivi su 100 arrivano
tardi al test
Luglio: Durban, il primo
congresso
nel cuore dell’epidemia
Luglio: in Italia più
eterosessuali meno
tossicodipendenti
Ottobre: Dubai- HIV in
aumento anche nei Paesi del
Golfo
37. 2001
Gennaio 2004
Famiglia Cristiana: si al Gennaio: Aviano-200
preservativo se il coniuge è trapianti nel mondo su
positivo sieropositivi
Bill Gates dona 200 miliardi Febbraio: Roma – bloccata
per la ricerca del vaccino la trasmissione del virus
madre-figlio nel 97%
2002 Febbraio: Vienna –
Maggio diffusone in rapido aumento
Washington: eterosessuale
nell’Est Europa
anziano il nuovo contagiato Marzo: Roma – vaccino
2003 italiano iniettato nei primi
volontari
Gennaio: Aviano – E’ nato il Aprile: Roma- una infezione
primo Registro mondiale di su tre riguarda gli
trapianti su pazienti immigrati
sieropositivi
2005
Giugno: Washington – primo Gennaio: Johannesburg –
malato di Aids con un cuore Mandela: mio figlio è morto
nuovo di Aids
Febbraio: Roma – 6 persone
su 10 scoprono
sieropositività quando sono
già malate
39. Le grandi epidemie del passato e gli “untori”
Peste
Tre grandi ondate dal Medioevo al Settecento: 1348, 1575-76, 1630-31
Mortalità tra il 13% 20-25% della popolazione
Concentrata in pochi mesi
Certezza della morte di massa
Incubo per tutti, classi dirigenti e popolari, ricchi e poveri, provoca terrore,
disperazione, angoscia impotente
Chi non si rassegna inizia la caccia agli untori
Motivi politici, economici, religiosi
Arte magica seu diabolica procurata, le cui origini
non sono popolari ma colte: uomini dotti, teologi,
medici
Vittime (Promessi Sposi)
‘800 Colera
Polverina del colera
In Sicilia la credenza del colera-veleno diffuso dai Borboni
“megghiu muriri sparannu sparannu e non muriri cacannu cacannu”
Pandemia “spagnola” 1918-20
inoculata da agenti segreti tedeschi
HIV
43. Breve storia del movimento dissidente
Il movimento dissidente è spesso associato a Peter Duesberg,
professore di Biologia Cellulare e Molecolare presso l'
University of California, Berkeley.
Tuttavia c'è stato chi ha messo in discussione la "teoria dell'HIV"
prima di Duesberg, e fra questi anche ricercatori appartenenti alla
stesso NIH.
Prima del 1984, molte furono le ipotesi
Fattori come l'abuso occasionale di droga e di farmaci,
determinati ambienti sociali,
infezioni da malattie veneree,
modelli comportamentali, ed altro,
Uno dei primi a mettere in dubbio il ruolo HIV nel morbo AIDS fu
Casper Schmidt, il quale nel 1984 scrisse un articolo sul
Journal of Psychohistory intitolato "
The Group-Fantasy Origins of AIDS" (Schmidt, 1984) in cui
sostiene che l'AIDS è un esempio di "epidemic hysteria" (isteria
epidemica) in cui gruppi di persone inconsciamente danno forma
concreta ai conflitti sociali, e paragona la malattia a casi
documentati di isteria epidemica del passato, che furono ritenuti
erroneamente di origine infettiva.
44. Ipotesi alternative sull’AIDS
Che l'AIDS sia causato dal retrovirus HIV non è accettato da tutti.
L'ipotesi di una mancanza di correlazione tra il virus HIV e la
malattia definita come AIDS è sostenuta da un gruppo eterogeneo
di scienziati (fra cui anche tre vincitori del premio Nobel che
tuttavia non si possono definire come esperti del settore) e medici, i
quali, in aperto contrasto con la teoria ufficiale, affermano che
l'AIDS è semplicemente una sindrome conseguente
all'abbassamento delle difese del
sistema immunitario. Non ritengono in alcun modo dimostrato
che sia il virus a causare questo indebolimento.
Secondo questa ipotesi, l'AIDS deriverebbe dall'interazione di una
serie di concause che portano all'indebolimento, a volte irreversibile,
del sistema immunitario - ad esempio, l'uso o l'abuso di farmaci.
L'enorme diffusione degli antibiotici, usati a sproposito,
anche quando non è realmente necessario ha
enormemente debilitato il sistema immunitario dell'uomo.
Lo stesso discorso vale per i cortisonici (molto dannosi per
l'organismo in generale, ma in particolare per il sistema
immunitario), per gli psicofarmaci e per tutti i tipi di farmaci.
Un capitolo a parte meriterebbe poi l'effetto che le droghe hanno
sul sistema immunitario.
45. Le argomentazioni dei dissidenti
1 Affermazione: l'HIV non esiste
2 Affermazione: l'AIDS non conferma i
postulati di Koch sulle malattie infettive
essere presente in tutti gli individui affetti
da AIDS
poter essere isolato in persone malate di
AIDS Peter H. Duesberg
far insorgere la malattia se iniettato in un
soggetto sano
poter isolare l'HIV di un individuo
nuovamente infetto
3 Affermazione: L'AIDS non si comporta come una malattia infettiva
4 Affermazione: l'HIV è innocuo
5 Affermazione: Il termine AIDS è improprio
6 Affermazione: Il test HIV è inaffidabile
46. Il virus inventato
AIDS e HIV
" ..Sappiamo che errare è
umano, ma l'ipotesi Hiv-Aids
è un errore macroscopico.
Lo dico forte e chiaro per
mettere in guardia la
gente.."
Kary B. Mullis
Premio Nobel per la Chimica
nel 1993 per aver scoperto
la PCR (Polymerase Chain
Reaction)
48. Il virus inventato
Dr. Robert Willner
Deadly Deception the Proof
That Sex And HIV Absolutely
Do Not Cause AIDS (Hardcover)
by Robert E. Willner (Author)
La prova che il sesso e l’HIV
non causano assolutamente l’Aids
In un conferenza stampa del 28
Ottobre 93, si è punto con un ago
utilizzato per un uomo HIV +. Il suo
tentativo di smentita non ha potuto
essere confermato perché morì di
un attacco di cuore il 15 aprile 95
50. Michael Callen
Callen, nato a Rising Sun (Indiana) nel 1955, ebbe la
diagnosi di quello che all'epoca non si chiamava
nemmeno Aids, ma ancora
Gay related immune deficiency, nel 1982, e fu uno dei
primi a reagire all'epidemia, creando successivamente
la definizione di "Persone con Aids" (Pca) in contrasto
con la definzione allora prevalente di "vittime dell'Aids".
Fu uno dei fondatori, tra le altre, della "People with
AIDS Coalition" ("Coalizione delle persone con Aids"), e
testimoniò di fronte ad una commissione presidenziale
del goveno americano sull'Aids, e davanti ad entrambi i
rami del Congresso statunitense.
Nel 1983 scrisse a quattro mani il libro How to have sex
in an epidemic ("Come fare sesso durante
un'epidemia"), che fissava le basi del sesso sicuro
valide ancor oggi. Nel 1990, scrisse Surviving Aids
("Sopravvivere all'Aids").
51. Michael Callen
Nel suo libro Sopravvivere all’AIDS (New York:
HarperCollins, 1990), il cantante pop Michael Callen ha
scritto: Ho calcolato che, dal momento che sono
diventato sessualmente attivo, nel 1973, ho avuto più di
tre mila diversi partner sessuali nei bagni, camere,
Tearooms.
Di conseguenza, ho anche avuto le seguenti malattie
sessualmente trasmissibili, molte più di una volta:
l'epatite A, epatite B, epatite non-A/non-B; herpes
simplex Tipo I e II; verruche veneree; Giardia lamblia e
Entamoeba histolytica; Shigella flexneri e la salmonella;
sifilide; gonorrhea; nonspecifica uretrite; clamidia;
citomegalovirus (CMV), e di Epstein-Barr Virus (EBV) e
infine criptosporidiosi.
53. Impatto della comunicazione
Coinvolgimento globale
Medici e scienziati
Giornalisti
Pubblico
Pazienti e malattia
Gli addetti ai lavori: ricercatori e medici
abituati a misurare i progressi al passo delle pubblicazioni scientifiche,
si rendono conto – con evidenza – della diversa percezione che la
società ha delle stesse notizie una volta che sono passate attraverso i
media e della capacità di questi di influire sull’andamento dell’infezione.
L’HIV cambia le regole del gioco anche all’interno dei media: i
giornalisti devono testimoniare:
gli aspetti scientifici (virus, farmaci, impegno delle industrie, Università,
Istituzioni)
gli aspetti sociali (discriminazione, stigma, Paesi in via di sviluppo,
accesso alle cure)
le dichiarazioni (scienziati, rappresentanti politici e dei malati,
testimonial)
54. Impatto della comunicazione
L’Aids avanza di pari passo con Internet
Controllo sulle fonti
Dialogo fra giornalisti e scienziati
Lo slogan “se lo conosci lo eviti” segna una svolta
L’informazione non è più opposizione ma obbligo, prevenzione con i
riflessi su:
Comportamenti sessuali
Stili di vita
Comportamenti a rischio
Ghettizzazione
Sommerso
Se l’Aids non è più imbattibile come sembrava fino a un decennio
addietro, si deve alla ricerca, alla disponibilità delle cure, ma anche
alla forte risposta che l’intera società ha dato contribuendo a
limitarne la diffusione e vincere lo stigma
Una battaglia combattuta anche attraverso i media, che ha cambiato
i comportamenti, il corso della storia e l’economia di molti Paesi
55. L’immagine dell’Aids nella comunicazione
Negli anni ’80
L’evento Aids era una notizia dirompente in quanto
si riteneva remota la possibilità del ritorno di epidemie
Prefigurava già un nuovo “ordine sociale”
I simboli della vita - sangue, sperma, latte materno diventano i
simboli della morte, coinvolgendo nella vicenda una delle
componenti essenziali della comunicazione umana, la sessualità
Oggi
Il coverage sull’HIV è vittima dei successi della scienza medica
Rientra nella quotidianeità inavvertita dei mass media
Viene riassorbito in uno dei rischi calcolati della globalizzazione
e i numeri della “catastrofe” hanno quasi un effetto rassicurante
E’ scomparsa l’idea di un imminente flagello
per entrare in uno “stato di negazione”
Diventa un problema “altrui”, una delle tante
tragedie che affliggono il Sud del mondo
56. Comunicazione e Immaginario del contagio
2
Nel nostro immaginario,
quando il nostro computer
entra in contatto con un
virus elettronico è
immediatamente infettato
come quando nello spot
della prima campagna
sull’Aids, quando si entra
in contatto con una persona
infetta, il suo corpo si
contorna di un alone viola:
è immediatamente
contagiato
58. In un saggio del 1977 la scrittrice americana Susan
Sontag mostrava come nel corso dell’ottocento la
tubercolosi fosse stata la malattia per eccellenza,
fortemente caricata di valori simbolici, o, per dirla con
l’autrice, sovraccaricata dalle bardature delle metafore.
In un secondo saggio, scritto undici anni dopo, la stessa
Sontag argomentava come il posto dell tubercolosi, già
in parte preso dal cancro, veniva ad essere occupato,
nell’ultimo scorcio di questo secolo, dall’Aids.
Aids e tubercolosi sono due patologie che nella cultura
occidentale hanno avuto, in poche diverse, la stessa
forza metaforica.
Il destino comine di dar corpo alle ansie, alle paure e alle
fobie collettive.
59. Aids e metafora
Ma una nuova malattia è venuta a
sostituire il cancro come immagine di
pestilenza contemporanea
La forza mediatica dell’Aids nasce (dice
la Sontag) da dall’aura misteriosa che la
circonda, dalla impossibilità di guarirla,
dal come viene interpretata, vissuta e Susan Sontag
rappresentata nell’immaginario collettivo Malattia come
Si ritorna all’interpretazione antica delle metafora
malattie intese come giudizio sulla Cancro e Aids
collettività, e poi come punizione per
una trasgressione individuale, un
rapporto diretto fra il concetto di malattia
e il concetto di ciò che è straniero (il
contagio arriva dal Terzo Mondo!)
Le taglienti riflessioni della Sontag sono
sviluppate in Malattia come metafora e
L’ Aids e le sue metafore
60. Aids e metafora
L'ultimo libro di Susan Sontag,
Davanti al dolore degli altri,
era una riflessione sulle foto di
guerra.
Ha scritto di lei Umberto
Galimberti: «Susan Sontag,
con i suoi scritti e i suoi libri, ha
speso l'intera vita contro l'uso
dell'immaginario a scopi
repressivi, contro le fandonie di
tutti i poteri, da quelli religiosi a
quelli politici, che fanno uso
della metafora e della
interpretazione per contenere
le condotte e limitare la vita
degli uomini».
61. Aids e metafora
Vi è un oscuro bisogno di ogni epoca
di avere una malattia che dia corpo ad
ansia e fobie collettive e che sia
possibile identificare con il Male
La demonizzazione della malattia ha
come conseguenza l’attribuzione di un
colpa segreta al paziente Dario Bellezza
La metafora viene usata come mezzo
terroristico, come strumento di una
specie di sortilegio che avvolge la Libro di poesie
malattia (il cancro come l’Aids) in un
alone di minaccia inesorabile, di
castigo fatalòe, di degradante
contaminazione.
Alcuni versi del Libro di poesia di Dario
Bellezza appare personificato come
“un nero angelo” che reca con se un
iniquo e paradossale castigo destinato
ai “vecchi peccatori di un minuto” e il
poeta, quasi delineando un fosca
profezia del proprio destino, chiede di
essere “leccato” e “bevuto” dal morbo.
64. Aids e società
Dalla società del rischio imponderabile, globale, di gestione sempre
più difficile
Alla società dell’allarme
Confusione fra rischi reali e rischi immaginari
Catastrofi e situazioni di crisi vengono creati ad arte ovvero
amplificati a dismisura
Conseguenze
Cultura dell’apprensione
Ogni nuova crisi rischia di scacciare la precedente
Confondere l’Aids con altre calamità è il modo peggiore per
affrontarla e combatterla
Dell’Aids che uccide nel mondo milioni di persone si
parla sempre di meno, soppiantata dalle nuove
emergenze “mucca pazza”, SARS, aviaria
65. Aids e Società
Ha consentito di
assumere un crescente
rilievo rispetto agli
attori politici
tradizionali, ai gruppi di
Attivisti
Associazioni
Agenzie private
che si sono trovati in
prima linea e spesso con
largo anticipo rispetto al
mondo politico ufficiale
74. Globalizzazione
Globalizzazione (Zymunt Bauman)
Vorticoso giro di flussi: flussi economici, di merce e flussi
dell’informazione che però hanno la caratteristica di sorvolare i luoghi e i
territori dove gli uomini in carne ed ossa producono e riproducono la
loro vita materiale ed anche simbolica
Globalizzazione
Paradosso: alcuni vengono inclusi dentro questi vorticosi flussi, altri
sono inchiodati alla loro località
Tra questi il continente africano
Africa: metafora della povertà
L’Aids è arrivato in Africa come malattia gravissima ma un proverbio
africano dice: “il cadavere non teme la morte”
Africa: incapacità di creare memoria per le nuove generazioni
Africa: troppi bambini orfani
Africa: contrasto con il mondo occidentale dove la discussione sulla
vita e sulla morte sembra riguardare solo l’embrione e l’eutanasia
Africa: non è accettabile che un bambino o un adulto o una persona
muoia semplicemente perché nata dalla parte sbagliata del
Mediterraneo
75. Globalizzazione
C’è sempre un rischio quando si quantifica la
dimensione di un problema: che i numeri, anche se
sgradevoli, anche se espressi in decine di milioni,
prevalgono sulle persone.
L’identità di vite, volti, bambini, donne, adulti che non
conosciamo, la loro sofferenza scompaiono nelle aride
cifre delle statistiche.
Possiamo allora affermare che l’AIDS è l’emblema della
globalizzazione, o meglio – della sua ricaduta sulle
disuguaglianze nei rapporti mondiali fra i paesi.
Milioni di persone si ammalano e muoiono, intere
popolazioni vengono decimate e riducono drasticamente
la loro speranza di vita, non perché non esistono i
farmaci, ma semplicemente perché costano troppo e
non possono accedervi.
76. L’Aids
Ha sconvolto i modello benessere/libertà individuale
Ha comportato dubbi su paura/sicurezza
Ha richiesto cooperazione, scambi, interazioni fuori
dai propri confini (ha sconfinato)
Ha alterato e rimodellato i criteri della spesa pubblica
sanitaria e sociale
Ha implicato variazioni nell’agenda politica mondiale
nell’ottica di possibile destabilizzazione sociale e politica
specialmente in alcuni Paesi (Cina, India, Russia, Etiopia,
Nigeria) con forti spese militari
Ha reso ancora più evidente il divario fra Nord e Sud del
Mondo negando a quest’ultimo la continuità anche in
termini sociali e istituzionali (con la decimazione dei pochi
dirigenti
77. L’Aids
Ha fatto emergere una grave contraddizione fra le democrazie
contemporanee che per motivi ciclicli ed elettorali pianificano solo
a breve tempo mentre l’epidemia da HIV necessita di
pianificazione a lungo termine
La discussione internazionale è uscita dai confini rigorosi della
scienza umana (produzione letteraria, arte, giornalismo, teologia)
fino a diventare cuore dell’immaginario cospiratorio e dietrologico
(il virus inventato di P. Duesberg, le mille teorie e leggende
metropolitane, veicolo di sterminio, diavolo)
Ha posto il problema giuridico della riservatezza nella sfera
sociale, di lavoro al fine di evitare discriminazioni
Ha provocato cambiamenti nel linguaggio mutuato dalla cultura
militare (lotta, nemico invisibile,che può annidarsi
ovunque)
82. Numero stimato globale di nuovi infetti da HIV
dal 1990 al 2007
Il n. di nuove infezioni, dopo un picco nelli anni ’90 (> 3 mlm),
scende a 2,5 mln nel 2007, cioè a una media di 6800 infezioni
al giorno. Ciò riflette la tendenza naturale dell’epidemia,
più che i risultati degli sforzi della prevenzione
83. Numero stimato di adulti e bambini morti per Aids
dal 1990 al 2007
Si stima oggi che il numero di persone che muoiono
per Aids è diminuito nel corso degli ultimi due anni
in parte per l’allungamento della durata della vita
legato agli ARV
85. La prevalenza mondiale dell’HIV si è stabilizzata;
l’Aids figura sempre fra le principali cause di
morte nel mondo e resta la prima causa di mortalità in
Africa
87. Numero stimato di Adulti e Bambini viventi
con HIV, per Regione, dal 1990 al 2007
88. Africa Sub-Sahariana
Genève, 20 novembre 2007
(68% del totale mondiale delle persone viventi con HIV e circa un
terzo delle nuove infezioni e dei decessi)
Adulti e bambini viventi con HIV, 2007
% di prevalenza stimata di Adulti (15-49 anni)
Globale e inAfrica subSahariana, 1990-2007
Adulti e bambini nuovi infetti da HIV, 2007
101. Nel 1985, la morte per AIDS
dell’attore Rock Hudson diede
finalmente un volto al virus e finì
per sconvolgere lo stesso mondo
del cinema hollywoodiano.
102. Le tre principali tipologie che caratterizzano i film
che hanno per tema l'AIDS, in relazione a tre
modelli di rappresentazione
1) Film spettacolari che, abbandonate le intenzioni didascaliche tipiche
dell'informazione sull'Aids negli altri media, puntano sull'aspetto
spettacolare dell'argomento, che tanto ha colpito l'opinione pubblica, e
sull'allarme che esso suscita; lo spettatore viene coinvolto esasperando
la drammaticità delle vicende, con argomenti particolarmente patetici, o
con la ricercatezza formale.
2) Film informativo-referenziali, che vogliono fornire notizie aggiornate
sul problema e strumenti per l'interpretazione del fenomeno,
mantenendosi a un livello di oggettività; per far questo essi possono
usare la tecnica del diario o della testimonianza, narrare storie
esemplari o tematizzare ancora più direttamente l'Aids assumendo un
atteggiamento documentario-divulgativo: la maggior parte dei film degli
anni '80 non assume nei confronti di questa malattia una funzione
primariamente illustrativa, descrittiva del fenomeno; sembra infatti che il
cinema abbia inizialmente delegato ad altri mezzi e ambiti comunicativi
questo compito: televisione, stampa, comunicazione pubblicitaria.
3) Film poetici, in cui non si vuole propriamente descrivere la realtà
dell'AIDS, ma rielaborarla e usarla come occasione per sviluppare,
attraverso un linguaggio metaforico, alcuni temi cari al regista e per
trovare soluzioni espressive originali.
103. Film e Aids 1989
1987 1989
In una notte di
chiaro di luna
1990
1992 1992
104. In una notte di chiaro di luna
di Lina Wertmüller, Italia 1989.
Giornalista di fama
internazionale che si finge
sieropositivo per condurre
un’inchiesta.
Poi scopre di essere davvero
sieropositivo
105. Che mi dici di Willy?
(Longtime Companion), di Norman René, Usa 1990.
Vicende di quattro coppie gay dal 1981 con i risvolti
dei condizionamenti sociali e dei differenti
atteggiamenti indotti dalla diffusione del virus
Notti selvagge
(Les nuits fauves), di Cyril Collard, Francia 1992.
Vicenda di una coppia in cui lui, sieropositivo, non
avverte la giovane partner della propria condizione.
Una volta venutane a conoscenza, “ricambia”
amandolo ad oltranza senza protezione
Il film induce a riflettere sui comportamenti a rischio
e ad un approccio differente al tema, che superi la
semplice condanna o la semplice compassione.
106. Gli amici di Peter
(Peter’s Friends), di Kenneth Branagh, Gran
Bretagna 1992.
Un gruppo compagni di classe si ritrova dopo
diversi anni. La novità è che il padrone di casa,
tipico personaggio inglese, colto, raffinato e un po’
snob, svela solo alla fine che il motivo della
rimpatriata è la scoperta della propria
sieropositività. Le reazioni differenti degli amici, ora
partecipi, ora spaventate, ora di malcelato disprezzo,
creano un mappa significativa degli atteggiamenti
sociali più diffusi in relazione alla malattia.
Guerra al virus o Il grande gelo
(And the Band Played On), di Roger Spottiswoode,
Usa 1993.
Il film accusa l’ostruzionismo effettuato dalle banche
del sangue in USA, che solo dal 1985, quando ormai
circa 30 mila pazienti erano stati infettati, hanno
accettato di effettuare i test sul sangue utilizzato per
le trasfusioni.
108. Blue
di Derek Jarman, Gran Bretagna 1993.
L'autore descrive in prima persona il modo in cui ha
convissuto per sei anni con la malattia; film estremo,
che per un'ora e venti mostra allo spettatore uno
schermo blu, mentre si alternano parole e dialoghi,
musiche, rumori, suoni.
Philadelphia
di Jonathan Demme, Usa 1993.
Il film tratta della difesa dei diritti civili, proponendo al
grande pubblico di smettere di considerare la
malattia come una maledizione personale che
dequalifica le persone che lo contraggono, bensì un
evento sociale.
112. Patiente Zero
Titolo originale:Zero Patience
Regia:John Greyson Con:
John Robinson, Normand Fauteux
Genere:Musicale
Produzione:Canada/Gran
Bretagna Anno:1993
Trama: Un museo sta
organizzando una mostra sulle
grandi epidemie della storia.
Per l'AIDS si vuole allestire
una sezione dedicata al "paziente
zero" che avrebbe portato l'AIDS
nel continente americano e che
alcuni medici statunitensi
vorrebbero identificare con un
giovane canadese bisessuale.
115. Le Fate ignoranti
Le fate ignoranti di
F. Ozpetek, Italia/Francia,
Drammatico
Regia:Ferzan Ozpetek
Con:Margherita Buy,
Stefano Accorsi
Genere:Drammatico
Produzione:Italia
Anno:2001
Trama: Una giovane
donna scopre che il marito,
defunto, aveva una
relazione con un uomo.
Con iniziale timore si
avvicina così a un mondo
nuovo.
116. Serie TV
Angels in America
Con: Ben Shenkman, Queer as folk (USA)
Con: Harris Allan, Michelle Clunie,
Justin Kirk, Patrick Wilson, Randy Harrison, Hal Sparks,
Jeffrey Wright, Gale Harold, Peter Paige
Mary-Louise Parker, Genere:Drammatico
Emma Thompson, Anno:2000-2005
Meryl Streep, Al Pacino Episodi:83 in 5 stagioni
Produzione:USA
Anno:2000-2004
Episodi:6
Una vita da vivere,
Con: Ryan Philippe
Genere:Soap Opera
Produzione:Usa
Anno:1968
Episodi:8900 in 36 stagioni
thirtysomething
Con: David Marshall Grant,
Timothy Busfield Produzione:Usa
Anno:1987-1991 Episodi:85 in 4 stagioni
117. Angels in America
il film che racconta l'Apocalisse americana
Con: Ben Shenkman, Justin Kirk, Patrick Wilson,
Jeffrey Wright, Mary-Louise Parker, Emma
Thompson, Meryl Streep, Al Pacino Drammatico
Produzione:USA (HBO)Anno:2004-
Trama: 1985: è ambientato nella
New York Anni ‘80 durante la
presidenza Reagan e racconta le
vicende di vari personaggi:
avvocati, scrittori, coppie etero e
gay che si confrontano su fede e
politica, amore e sessualità mentre
il flagello Hiv si sta diffondendo
rapidamente. E' tratto da due lavori
teatrali di Tony Kushner che firma
la sceneggiatura.
Meryl Streep e Emma Thompson
recitano ciascuna i ruoli di tre
diversi personaggi.
Le sequenze oniriche che
riproducono le visioni angeliche dei
malati terminali di Aids sono girate
in alta definizione.
119. Narrativa e Aids
1987, 1988, 1989, 1990
È la storia di Bernard, scrittore
omosessuale di mezza età
e del suo giovane amante Marc,
Bernard si ammala inaspettatamente
di Aids; Marc allora decide di ucciderlo
con un'iniezione, suicidandosi assieme
a lui.
1987
1988
1989 1990
121. Narrativa e Aids
1993
L’amico è Michel Foucault
Sotto il nome fittizio di Muzil
che sta morendo di Aids
Ma ridendosela sul letto
Dell’ospedale perché l’Aids
Non può esistere, deve essere
Un’invenzione, una burla, un
complotto
122. Hervè Guibert
Ai genitori, sapendo di morire prima
di loro, Hervè dedicò un libro
intitolato proprio “i miei genitori”, ma
la dedica vera e propria è una
staffilata sui rituali morbosi della
soffocante affettività familiare; “a
nessuno”. Il genio, alla fine, si
sottrae alla famiglia: “non verrò a
morire tra le vostre braccia, come
sperate, dicendo”papà e mamma vi
voglio bene”; certo vi voglio bene
ma mi innervosite. Voglio crepare in
pace, senza la vostra isteria e
senza la mia, quella che voi
provocate in me.saprete della mia
morte dai giornali”
123. Narrativa e Aids
Killer aids. Le vittime
illustri di un'epidemia Giovanni
Dall'Orto al libro Killer aids
(1993) di Massimo Consoli
"Storia dell'Aids attraverso le
sue vittime", è il sottotitolo.
Si tratta di biografie in pillole,
di personaggi celebri morti di
Aids (a quell'epoca erano
ancora in massima parte
persone omosessuali).
124. Narrativa Aids
1994,1995, 1996, 1997
Maurizio Gregorini ha vissuto accanto
al poeta e scrittore Dario Bellezza
negli ultimi mesi prima della sua morte
per Aids, nel 1996. Una morte controversa,
per la scelta che Bellezza fece di
sottoporsi alle cure di misteriosi
macchinari "alternativi" che
avrebbero dovuto guarirlo
125. Narrativa e AIDS
1999
Stazione Termini
Storia edificante di una suora
impegnata nell'aiuto ai
tossicodipendenti.
I capitoli raccontano
brevemente la vicenda
d'alcune persone incontrate
dall'autrice, che nella sua
prosa mescola pagina per
pagina tossicodipendenza,
Aids, Gesù, malavita, carcere
e Dio...
126. Narrativa e Aids
2001
Keith Haring Giovanissimo, Keith Haring
divenne famoso in tutto il mondo
per i suoi disegni dal tratto
semplice, marcato e
riconoscibile a prima
vista. Sempre giovane,
nel 1990, a soli 32 anni,
Haring morì di Aids,
dopo dieci anni di folgorante
successo internazionale.
128. Narrativa e Aids
2004
L'odore dell'aglio
Le riflessioni di una psicologa
chiusa nella propria solitudine
orgogliosa, si alternano ai
racconti del cliente omosessuale
che sarà capace di metterla in crisi
Opera del giovane ginevrino Frederik Peeters,
che in Pillole Blu racconta la storia della sua
relazione con Cati, ragazza madre sieropositiva.
Peeters trasforma in carta e china il suo primo
incontro con Cati, il difficile rapporto col piccolo
– anch’egli sieropositivo – ma soprattutto la
fatica con la quale la nuova famiglia tenta di
far sopravvivere una normale relazione d’amore
e di sesso a pastiglie, sciroppi, esami estenuanti,
barriere di lattice, dottori e corsie d’ospedale.
130. Narrativa e Aids
(2007)
L’Apocalisse e la peste dei gay
tesi di laurea, strutturandola in capitoli.
Nel primo, "Peste: le metafore
dell'AIDS",
Il secondo è dedicato alla "Guerra:
Il terzo "Fame: rappresentazioni
dell'AIDS" esplora il romanzo ai tempi
dell'AIDS, con una sintetica rassegna
dell'enorme impatto che la sindrome
ha avuto anche sul cinema e il
teatro.
132. Le infezioni dell’immaginario
atteggiamento (a)
La vita di un sieropositivo, il decorrere della sua malattia,
le difficoltà e i drammi sperimentati nelle relazioni di tutti
i giorni, sono l’argomento di narrazione.
Sofferenze, ospedali, malattie che si susseguono,
dimagrimenti, analisi continue, amici persi o pietà
trovata, genitori che si riavvicinano, lavori che si
fanno più difficili...
Il virus è già stato preso. Si racconta il dopo. La paura è
superata, perchè sostituita dalla certezza.
Sembra uno slalom attorno alla paura?
Qui, in questo immaginario prodotto artificialmente, la paura, il
disagio, l’angoscia delle persone che vedono la malattia
dall’esterno, e che dunque semplicemente temono il contagio,
è evitato.
133. Le infezioni dell’immaginario
atteggiamento (b)
Quanti sono i film, i romanzi, dove si parla della paura
di prendere l’Aids, della paura di averlo preso?
Quanti sono i film, i romanzi, dove si racconta della modificazione
delle proprie abitudini sessuali (o anche semplicemente sanitarie)
per il timore del virus HIV?
Dove sono i romanzi o i film dove si racconta del penoso e
impacciato momento dell’indossare il preservativo, della rinuncia al
sesso se questo manca, del terrore a posteriori se al sesso senza
preservativo non si è invece rinunciato, dove sono i film e i romanzi
dove si racconta l’attesa dei mesi necessari a rendere affidabile il
test HIV, o la paura nell’attesa del risultato del test?
Pochissimi. E non hanno mai fatto breccia nel pubblico: forse
perchè spesso appartengono alla nicchia del cinema o della fiction
strettamente omosessuale o, forse, perchè ci angoscia così tanto
che non ci va di sentirne ancora parlare?
134. Processo di simbolizzazione
Come hanno contribuito all’immaginario della malattia
-due livelli
-pedagogico: diffusione delle conoscenze
-narratologico
135. Nel libretto che ha per protagonista Lupo Alberto, disegnato da Silver, c'è Mister Aids,
uno sgorbietto tutto nero con un mantello ad ali di pipistrello (yek yek yek). Ma il titolo
della pubblicazione, Come ti frego il virus! , chiarisce come questo nanerottolo pestifero
e piuttosto la raffigurazione fumettistica (ovvero sdrammatizzata) dell'HIV. Del resto,
l'equivalenza fra malattia e virus è così forte che la sigla Aids, che dovrebbe essere
aggettivata al femminile in quanto acronimo di "(la) sindrome da immunodeficienza
acquisita", è ormai vissuta come un sostantivo maschile: "se lo conosci, lo eviti".
il ministro Rosa Russo Iervolino trovò deplorevole che apparissero
parole come profilattico o preservativo
136. Processi di simbolizzazione: HIV e fumetti
Pillole blu DI Frederik Peeters (CH)
Rapporto tra un uomo, una donna
sieropositiva ed il figlio di questa
Hulk e storie di Aids
Narrazioni destinate a pubblico di
adolescenti
Il Fantastico mondo dei gay, (1987)
di Copi
Delirio a fumetti
Questo libretto è uno dei primissimi
esempi di fumetto gay pubblicati in
Italia.
174. 2007
La campagna ha l’obiettivo di
sensibilizzare la popolazione
sull’importanza della prevenzione
e in particolare sull’uso del
preservativo quale principale
strumento di tutela nei confronti
dell’infezione da HIV e delle altre
malattie sessualmente
trasmissibili. Tre gli strumenti che
saranno utilizzati nell’attività di
comunicazione: uno spot
televisivo (Francesca Archibugi),
la realizzazione e diffusione di un
brano di musica rap, che sarà
trasmesso sui principali circuiti
radiofonici a livello nazionale, sarà
realizzato da Antonello Fassari , la
realizzazione di una campagna di
affissioni.
9
176. Le infezioni dell’immaginario
Produzione di immaginario: pubblicità/propaganda
La pubblicità (le agenzie pubblicitarie) usata come
propaganda anti-diffusione HIV: si gioca sulla paura, per
creare immagini indimenticabili che generano altra paura
L’alone viola dell’Agenzia Testa Lo spot horror di Gavino
(1990, >3000 passaggi Sanna, 1988: due amanti che
televisivi) si trasformano in scheletri
Campagna governativa Come fare? Cosa fare?
88/89: se lo conosci, lo Perché?
eviti
177. Le infezioni dell’immaginario
Produzione di immaginario: pubblicità/propaganda
Si usa la “sensazionalità” dell’HIV per vendere un prodotto
(con un effetto di ritorno di sulla propaganda “contro”… ma
talvolta anche per puri scopi commerciali!)
«Amo il sesso ma non sono pronta a morire»
1986, Ansell International (preservativi), USA Today
Leggende:
“benvenuto nel mondo dell’AIDS”,
sullo specchio (e col rossetto),
dopo una notte di sesso
con uno/a sconosciuto/a
Oliviero Toscani per
Benetton, 1991
178. La percezione dell’infezione HIV oggi
Le statistiche relative alla morti per AIDS non sono più
drammatiche (almeno in occidente)
le terapie antivirali combinate hanno allungato
sensibilmente la vita della persona HIV positiva
alcune categorie “a rischio” non esistono di fatto più
(eroinomani), altre hanno adottato stili di comportamento
sessuale più sicure (gay)
gli strati sociali in cui l’HIV si diffonde di più, in occidente,
non fanno per niente “notizia” (e/o incidono meno
nell’immaginario):
mezz’età, eterosessuale, medioborghese
ci sono altri, nuovi terrori ed orrori a bombardare il nostro
immaginario:
pandemie (sars, aviaria), terrorismo, disastri naturali,
cambiamenti climatici, una diffusa perdita di
ricchezza…
179. La percezione dell’infezione HIV oggi
Niente più romanzi, niente più film… La produzione di
immaginario, o ignora l’HIV, o lo usa come “ingrediente
qualsiasi”: non è più “trendy”, non vende più
Resiste qualche nicchia nella fiction: l’HIV in Africa, continente
per il quale “non possiamo impedirci” di avere pietà
Kiarostami, docu- Mankell, romanzo
drama, 2003 testimoniale, 2004
180. La percezione dell’infezione HIV oggi
I libri di maggiore successo sull’argomento
HIV/AIDS? Quelli sulle teorie negazioniste!
Christine
Maggiore, Peter Duesberg,
2000 1997
181. Mandela: «Mio figlio è morto di Aids»
Era l'unico figlio maschio che era rimasto
all'ex presidente del Sudafrica
JOHANNESBURG - «Mio figlio Makgatho è
morto oggi di Aids». Lo ha annunciato con
dolore giovedì in una conferenza stampa l'ex
presidente del Sudafrica Nelson Mandela.
Makgatho, 54 anni, era il primo e l'unico figlio
maschio che era rimasto a Mandela, 86 anni,
Makgatho Mandela (AP)che aveva perso l'altro
figlio in un incidente automobilistico nel 1969.
L'annuncio è uno shock per il mondo sudafricano
e africano in genere, dove l'Aids è vissuto come
una colpa che impedisce perfino di parlarne in
pubblico. Mandela nel corso della conferenza
stampa ha esortato a raddoppiare gli sforzi per
combattere la malattia. Makgatho era stato
ricoverato alla fine dell'anno scorso per una
malattia mai resa nota. «Parliamo dell'Aids e non
nascondiamolo perché è il solo modo per farla
apparire una malattia normale come la
tubercolosi, come il cancro», ha detto il premio
Nobel per la pace che sul tema Aids ha assunto
una posizione diametralmente opposta a quella
dell'attuale presidente sudafricano, Thabo Mbeki,
il quale aveva detto di non conoscere nessuno
che è morto di Aids.
182. La percezione dell’infezione HIV oggi
I personaggi HIV+ diventano rassicuranti: non muoiono, se stanno
male migliorano con le “nuove cure”, oppure conducono una
normalissima vita sociale e lavorativa
Jeanie Boulet – ER, Le Fate Ignoranti
stagione 3 e 4
183. The Elizabeth Taylor AIDS
Foundation
c/o Derrick Lee
REBACK LEE & COMPANY,
INC.
1990 South Bundy Drive, Suite
700
Los Angeles, California 90025
184. PEPFAR
fondo di emergenza della Casa Bianca
creato per la lotta all’Aids in Africa
"[T]o meet a severe and urgent crisis abroad, tonight I propose the Emergency Plan
for AIDS Relief - a work of mercy beyond all current international efforts to help the
people of Africa...I ask the Congress to commit $15 billion over the next five years,
including nearly $10 billion in new money, to turn the tide against AIDS in the most
afflicted nations of Africa and the Caribbean."
- President George W. Bush
Esso pone una serie di restrizioni e condizioni
Divieto di utilizzare i fondi per l’acquisto e distribuzione di
preservativi
Divieto di programmi che prevedono fra i beneficiari
protitute, tossicodipendenti
187. 13.06.07
Naomi Watts decide di uscire dai soliti schemi che la vogliono
protagonista di thriller (Mulholland Dr.), horror (The Ring) o
film d'azione (King Kong) e si dà al sociale. Per farlo ha scelto
un drammatico sul problema dell'AIDS in Africa: il film sarà
l'adattamento di We are all the same, libro del giornalista Jim
Wooten, e racconterà la storia della lotta di un bambino
africano contro la terribile malattia, contratta per via materna.
A 3 anni, dopo la morte della madre, il bambino fu
adottato, ma morì a soli 12 anni, non prima che la
madre si fosse battuta per far sì che dalla sua storia
potesse nascere una organizzazione umanitaria (la
Nikosi's Haven).
188. Julia Roberts disegna un braccialetto per Armani
che verrà venduto durante la Giornata Mondiale della lotta all’Aids
2007
189. 2007
La campagna ha l’obiettivo di
sensibilizzare la popolazione
sull’importanza della prevenzione
e in particolare sull’uso del
preservativo quale principale
strumento di tutela nei confronti
dell’infezione da HIV e delle altre
malattie sessualmente
trasmissibili. Tre gli strumenti che
saranno utilizzati nell’attività di
comunicazione: uno spot
televisivo (Francesca Archibugi),
la realizzazione e diffusione di un
brano di musica rap, che sarà
trasmesso sui principali circuiti
radiofonici a livello nazionale, sarà
realizzato da Antonello Fassari , la
realizzazione di una campagna di
affissioni.
191. 22-25 luglio IAS Sydney
Per ogni persona alla
quale si garantisce
l’accesso alle cure,
ce ne sono sei che
vengono infettate
193. stanchi di avere paura, stanchi di vedere “avvelenato”
anche uno dei pochi piaceri a disposizione per tutti (il
sesso), non cerchiamo di meglio che essere rassicurati.
E abbassiamo la guardia
Michel Houellebecq - La possibilità di un’isola (2005)
«Personalmente non avevo mai usato il preservativo, e
non era certo alla mia età e con l’evoluzione delle
triterapie che avrei cominciato a usarlo – supponendo
che avessi di nuovo occasione di scopare. Al punto in
cui ero, persino la prospettiva di scopare, e di scopare
con piacere, mi pareva una motivazione largamente
sufficiente per decidere di non infilare il guanto» [pag.
102, 1a ed. Italiana, Bompiani]
196. New England Journal of Medicine
Infettivologia - sabato 14 febbraio 2009
La storia delle malattie infettive include di
frequente persone resistenti ad un agente
patogeno.
Un simile fenomeno ha aiutato gli spagnoli, che
avevano una resistenza al vaiolo, nella
conquista del Sudamerica, ma non gli Aztechi o
gli Incas, che non avevano alcuna resistenza al
vaiolo e furono decimati dal virus.
La resistenza microbica include una immunità
adattiva (acquisita) (per esempio, il sottotipo
HLA) o una immunità innata che risulta dal
substrato genetico dell'ospite.