2. Periodo o frase complessa
La costruzione macrosintattica fondamentale è il periodo, o
frase complessa. Esso può essere…
• monoproposizionale → composto da una sola
proposizione (coincide con la frase semplice).
• biproposizionale → composto da due proposizioni (molto
comune nell’uso parlato).
• triproposizionale → composto da tre proposizioni.
• pluriproposizionale → composto da più di tre
proposizioni (oggi avvertito come pesante nel parlato, ma
diffuso nello scritto).
3. Proposizione principale
Il periodo, o frase complessa, va considerato come
l’espansione della frase semplice.
La frase di base, chiamata proposizione principale, diventa
complessa quando altre proposizioni le si affiancano o si
incassano in essa, per fungere da argomenti o da
circostanziali oppure per porsi sul suo piano sintattico ed
esprimere con essa una particolare relazione.
Il Presidente, [arrivato in visita a Napoli [per partecipare al festival
della canzone napoletana [(che si svolgerà nei prossimi 5 giorni)]],]
ha ricevuto alcuni abitanti, [che gli hanno portato una pastiera
[preparata con le loro mani come segno di riconoscenza per
l’attenzione [dimostrata ai loro problemi]] ,] e ha espresso il
desiderio [di visitare nei prossimi giorni qualche quartiere
partenopeo]].
4. Proposizione principale
Le proposizioni principali si possono distinguere in base
al loro scopo comunicativo.
Enunciative
(o assertive)
Enunciano fatti o affermano
opinioni.
Il postino ha consegnato un pacco.
Interrogative
dirette
Esprimono una domanda diretta. Hai finito il pranzo?
Esclamative
Esprimono un’emozione immediata
e spontanea.
Ho forato una gomma!
Volitive Esprimono un ordine o un invito. Vada lontano da qui.
Desiderative
(o ottative)
Esprimono un desiderio o un
augurio.
Magari mio fratello fosse qui!
Dubitative Esprimono un dubbio.
Che cosa posso fare in questa
situazione?
Concessive
Ammettono l’esistenza o possibilità
di un fatto o avvenimento.
Vadano pure con Giorgio.
5. Struttura del periodo
Le proposizioni che costituiscono un periodo possono
essere collegate tra loro da due tipi di rapporti:
• Coordinazione (o paratassi) → due o più proposizioni
si susseguono sullo stesso piano (senza che vi sia tra
loro una gerarchia sintattica).
• Subordinazione (o ipotassi) → una proposizione
sovraordinata regge una o più proposizioni
subordinate (o dipendenti).
6. Proposizioni
sovraordinate
2° Grado di
subordinazione
Struttura del periodo
PROPOSIZIONE
PRINCIPALE
La lettera dice
SUBORDINATA
OGGETTIVA ESPL.
che Luca sta bene
COORDINATA
COPULATIVA
e che verrà domenica
SUBORDINATA
FINALE IMPL.
per stare un po’ con noi.
La lettera dice / che Luca sta bene /e che verrà
domenica / per stare un po’ con noi. //
1° Grado di
subordinazione
7. Coordinazione
Le proposizioni coordinate possono essere classificate rispetto alla funzione
delle congiunzioni che le legano.
COORDINATA FUNZIONE CONGIUNZIONI COORDINANTI
Asindetica
(senza congiunzione)
Giustappone due proposizioni , [virgola] ; [punto e virgola] : [due punti]
Copulativa Affianca due proposizioni e, né, nonché
Avversativa Contrappone due proposizioni ma, però, tuttavia, invece, anzi, bensì,
eppure, piuttosto, senonché, mentre
Disgiuntiva Pone un’alternativa tra due
proposizioni
o , oppure, ovvero, altrimenti
Conclusiva Una proposizione completa e
conclude la precedente
quindi, dunque, perciò, pertanto, ebbene,
allora
Esplicativa Una proposizione chiarisce e
conferma la precedente
infatti, cioè, difatti, ossia, ovverosia
Correlativa Affianca due proposizioni con
congiunzioni ripetute
e… e, né… né, o… o, sia.. sia, non solo…
ma anche, non tanto… quanto piuttosto
8. Coordinazione
Esempi di coordinata…
• asindetica: Io piango, tu ridi.
• copulativa: Ieri è andato in montagna e tornerà domani.
• avversativa: Marzia mi piace, ma non la sposo.
• disgiuntiva: Andrò in discoteca o guarderò un film con gli amici.
• conclusiva: Suona la campanella, dunque consegnate i compiti.
• esplicativa: Firenze è città d’arte, infatti è ricca di monumenti.
• correlativa: Non solo hai torto, ma fai anche la vittima.
9. Subordinazione
La classificazione tradizionale delle proposizioni subordinate
comprende diversi criteri:
• La funzione della proposizione subordinata (che nella frase
complessa prende il posto di un costituente - argomento o
circostanziale - della frase semplice).
• La struttura valenziale e tematica del verbo che regge la
subordinata (che attira a sé determinati argomenti).
• La forma dell’elemento introduttore (congiunzione,
preposizione o pronome) della subordinata.
• la forma verbale (al modo finito o indefinito) del predicato
della proposizione subordinata.
10. Forma esplicita e implicita
• Si dicono proposizioni esplicite quelle preposizioni il
cui predicato è un verbo di modo finito, ovvero con la
desinenza che indica una persona (indicativo,
congiuntivo, condizionale, imperativo).
• Si dicono proposizioni implicite quelle preposizioni il
cui predicato è un verbo di modo indefinito, ovvero
con la desinenza che non indica una persona (infinito,
gerundio, participio).
11. Le proposizioni subordinate sostantive (o argomentali o completive) nella
frase complessa sostituiscono i complementi diretti della frase semplice.
SUBORDINATA FUNZIONE NELLA REGGENTE FORMA IMPLICITA FORMA ESPLICITA
Soggettiva Soggetto della reggente Verbo impersonale in
terza persona sing. (con
il si impersonale,
locuzioni impersonali o
predicati nominali)
➤ infinito
➤ di + infinito
➤ che [congiunzione] +
v. finito
Oggettiva Compl. oggetto [O.
DIRETTA] o - se retto da
alcuni v. intransitivi
pronominali - compl.
preposizionale [O.
OBLIQUA] della reggente
Verbo transitivo - o
intransitivi pronominali
come accorgersi - con
soggetto (esprime
affermazione,
percezione, opinione,
desiderio, speranza,
timore)
➤ infinito
➤ di + infinito
➤ che [congiunzione],
come o quanto [avverbi]
+ v. finito
Interrogativa
indiretta
Domanda o dubbio che
riguarda l’intera frase
[I.I. TOTALE] o solo un
suo elemento [I.I.
PARZIALE]
Verbo interrogativo che
richiede una risposta
(sapere, domandare,
chiedere…)
➤ se [congiunzione],
pronomi, aggettivi o
avverbi interrogativi +
infinito
➤ se [congiunzione],
pronomi, aggettivi o
avverbi interrogativi + v.
finito
Dichiarativa Chiarimento o
spiegazione di un
termine della reggente
Nome o pronome
dimostrativo
➤ di + infinito ➤ che [congiunzione] +
v. finito
Subordinate sostantive
12. Subordinate sostantive
Esempi di subordinata…
• soggettiva: È chiaro che sei stanco. Si teme che sia licenziato. Si pensa di
terminare il lavoro domani.
• oggettiva: Ho capito che sei timida. Promisero di tornare.
• interrogativa indiretta: Gli chiesi perché lo avessero sgridato.
Spiegami come risolvere il problema.
• dichiarativa: Sono certo del fatto che Sara mi è amica. Luca ha paura di
viaggiare in aereo.
13. Subordinate relative
Le proposizioni subordinate relative (o attributivo-appositive) nella frase
complessa sostituiscono gli attributi e delle apposizioni della frase semplice.
Il nesso relativo può anche prendere il posto di altri elementi introduttori; se
questo avviene la proposizione assume la funzione di altre subordinate ed è detta
relativa impropria.
Il pronome relativo che introduce le subordinate relative è sempre riferito a un
termine della principale detto antecedente.
SUBORDINATA FUNZIONE NELLA REGGENTE FORMA IMPLICITA FORMA ESPLICITA
Relativa
propria
Attributo o apposizione
di un elemento
contenuto nella
reggente (detto
antecedente);
Antecedente ➤ a, da o pronome
relativo indiretto +
infinito
➤ participio
➤ pronome relativo,
dove o come + v. finito
➤ pronome doppio,
come chi o chiunque,
che svolge anche il ruolo
di antecedente
Relativa
impropria
Sostituisce altre
subordinate con valore
causale, finale,
temporale, consecutiva,
concessiva, condizionale
Antecedente ➤ a, da o pronome
relativo indiretto +
infinito
➤ participio
➤ pronome relativo,
dove o come + v. finito
➤ pronome doppio,
come chi o chiunque,
che svolge anche il ruolo
di antecedente
14. Subordinate relative
Esempi di subordinata…
• relativa propria: Stimo le persone che sono sincere. Indosserò il cappello
che mi hai regalato. Eri l’unico a saperlo. Sento le rane gracidare.
• relativa impropria: Rivolgi questa domanda a Franco che (=poiché) sa
tutto di sport [causale]. Bisogna chiamare un medico che (=affinché) ti visiti
subito [finale]. L’ho vista che (=mentre) usciva di casa [temporale]. Mario
non ha un carattere che (=tale che) possa definirsi forte [consecutiva].
Nadia, che (=sebbene) pure sapeva tutto, rimase in silenzio [concessiva].
Chi (=se qualcuno) affermasse ciò, non direbbe il vero [condizionale].
15. Subordinate complementari indirette
Le proposizioni subordinate complementari (dette anche avverbiali o non
completive) nella frase complessa sostituiscono i complementi indiretti della
frase semplice.
SUBORDINATA FUNZIONE NELLA REGGENTE FORMA IMPLICITA FORMA ESPLICITA
Causale Causa di cui la reggente
esprime l’effetto
/ ➤ per, a, di + infinito
➤ participio passato
➤ gerundio
➤ [posposto] perché +
indicativo
➤ [anteposto] siccome +
indicativo
➤ poiché, dato che,
visto che, dal momento
che… + indicativo
Finale Fine verso il quale tende
l’azione espressa dalla
reggente
/ ➤ per, a, al fine di, allo
scopo di, in modo da +
infinito
➤ perché, affinché, in
modo che + congiuntivo
Consecutiva Conseguenza rispetto
alla quale la reggente
esprime la premessa
Avverbi come tanto,
così, talmente; aggettivi
come tale, simile;
locuzioni come a tal
punto, in modo che
➤ di, da, per, atto a,
degno di + infinito
➤ che + v. finito
Concessiva Condizione la cui
conseguenza sarebbe in
contrasto con la
reggente
Può essere presente un
connettivo avverbiale
come tuttavia, eppure,
nondimeno, ugualmente,
lo stesso
➤ a, per + infinito
➤ pur + gerundio o
participio passato
➤ sebbene, nonostante,
benché, quantunque,
quand’anche +
congiuntivo
➤ anche se, con tutto
che + indicativo
16. Subordinate complementari indirette
Esempi di subordinata…
• causale: Giulia arrossisce sempre perché (=poiché) è timida. Temendo la
nebbia, non partirò.
• finale: Non so più cosa fare perché (=affinché) tu sorrida. Andremo al
mare a riposarci.
• consecutiva: Era così furbo che imbrogliava sempre tutti. Era tanto felice
da cantare per la strada.
• concessiva: Nonostante fosse stanco, continuò a lavorare. Sebbene
deriso da tutti, restò impassibile.
17. SUBORDINATA FUNZIONE NELLA REGGENTE FORMA IMPLICITA FORMA ESPLICITA
Temporale Tempo in cui avviene ciò
che esprime la reggente
/ ➤ nel al, sul col,
prima di, dopo di +
infinito
➤ participio passato
➤ gerundio
➤ quando, mentre, allorché,
locuzioni temporali + indicativo
➤ prima che + congiuntivo
Modale Modo con cui si svolge
l’azione espressa nella
reggente
/ ➤ a + infinito
➤ gerundio presente
➤ come, nel modo che, nella
maniera che, nel modo in cui +
indicativo
➤ come, come se, quasi che,
secondo che, comunque +
congiuntivo
Strumentale Mezzo con il quale si
svolge l’azione espressa
nella reggente
/ ➤ con + articolo +
infinito
➤ a furia di, a forza di
+ infinito
➤ gerundio
/
Comparativa Comparazione con la
reggente
/ ➤ solo di
maggioranza:
piuttosto che,più
che+infinito
➤ di maggioranza: più ... che,
più ... di come, più ... di quanto,
più ... di quello che, meglio ... di
come + v. finito
➤ di minoranza: meno ... che,
meno ... di come, meno ... di
quanto, peggio ... di come + v.
finito
➤ di uguaglianza: così ... come,
tanto ... come, tanto ... quanto,
tale ... quale + v. finito
Subordinate complementari indirette
18. Subordinate complementari indirette
Esempi di subordinata…
• temporale: Quando è primavera, fioriscono le rose. Uscendo dal cinema
ho incontrato Maria.
• modale: Ho tagliato la siepe come mi avevi indicato tu. Correvo in
bicicletta fischiettando.
• strumentale: Leggendo, arricchirai il tuo lessico.
• comparativa: Monica è più ottimista di quanto tu credi [di maggioranza].
Gli invitati furono meno numerosi di quanto avevamo previsto [di
minoranza]. Non sempre le cose vanno come si vorrebbe [di uguaglianza].
19. SUBORDINATA FUNZIONE NELLA REGGENTE FORMA IMPLICITA FORMA ESPLICITA
Limitativa Limita quanto espresso
dalla reggente a un
particolare ambito o
punto di vista
/ ➤ per, quanto a, in
quanto a + infinto
➤ per quanto, a quanto, per
quello che, secondo ciò che,
secondo quanto… + indicativo
Eccettuativa Eccezione rispetto a
quanto è espresso nella
reggente
/ ➤ fuorché, tranne
che, eccetto che, salvo
che + infinito
➤ fuorché, tranne che, eccetto
che, a meno che, se non che,
salvo che + v. finito
Esclusiva Esclude un fatto o una
circostanza da quanto
detto nella reggente
/ ➤ senza + infinito ➤ senza che, che non +
congiuntivo
Ipotetica
(o
condizionale)
Protasi di un periodo
ipotetico
Apodosi del
periodo ipotetico
➤ a + infinito
➤ participio passato
➤ gerundio presente
➤ se, qualora, purché, quando,
a patto che, nel caso che, a
condizione che, … +
indicativo/congiuntivo [modo e
tempo sono definiti dal tipo di
periodo ipotetico]
Subordinate complementari indirette
20. Subordinate complementari indirette
Esempi di subordinata…
• limitativa: A quanto si dice, è avvenuto un furto. Per inventare
barzellette, è un vero genio.
• eccettuativa: Lidia assomiglia alla madre, salvo che ha i capelli biondi.
Chiedimi tutto, tranne che di alzarmi presto.
• esclusiva: Lo hanno derubato senza che se ne accorgesse. È rimasto tutto
il giorno a casa senza dire una parola.
21. Periodo ipotetico
In italiano la proposizione subordinata ipotetica funge da protasi (prótasis =
premessa) del periodo ipotetico. La proposizione reggente dell’ipotetica funge
invece da apodosi (apódosis = conseguenza). I modi e i tempi verbali di
entrambe queste proposizioni stabiliscono il tipo di periodo ipotetico che
formano:
periodo ipotetico
della realtà
(1° tipo)
protasi: indicativo
apodosi: indicativo/imperativo
Se predi l’aereo, arrivi a Roma
in meno di un’ora.
periodo ipotetico
della possibilità
(2° tipo)
protasi: congiuntivo imperfetto
apodosi: condizionale presente
Se vincessi al lotto, farei un
viaggio in Olanda.
periodo ipotetico
dell’irrealtà
(3° tipo)
se l’ipotesi irreale è riferita al presente
protasi: congiuntivo imperfetto
apodosi: condizionale presente
se l’ipotesi irreale è riferita al passato
protasi: congiuntivo trapassato
apodosi: condizionale passato/presente
Se avessi vent’anni in meno,
sarei più scattante.
Se ti avessi ascoltato, non avrei
sbagliato.
22. Proposizioni incidentali e frante
• Le proposizioni che nello scritto sono isolate dal resto della frase da
parentesi o lineette si dicono proposizioni incidentali (o parentetiche)
(Domani andremo - è previsto bel tempo - a fare una gita.). Non tutte le
grammatiche sono concordi a classificarle propriamente come subordinate.
• È sempre più comune nella lingua scritta contemporanea gli usi di separare
una proposizione dipendente dalla sua reggente con un punto fermo (È
arrivato il ministro. Che ripartirà domani.). Si parla in questo caso di
subordinate frante (o spezzate).
• Nel linguaggio parlato e in alcuni linguaggi scritti (come la lingua
giornalistica o quella poetica) si è sempre più diffusa anche la
coordinazione testuale (o falsa coordinazione) che consiste nel dividere
due proposizioni con un punto fermo seguito da una coordinata (Ho visto. E
ho sentito tutto.).
Hinweis der Redaktion
Dall’origine trecentesca della nostra letteratura in prosa fino al Settecento ha dominato il modello latineggiante pluriproposizionale del Boccaccio.
La proposizione principale viene identificata con la prima proposizione della frase che non abbia rapporti di dipendenza da altre proposizioni.
Lo scopo comunicativo della proposizione è dato anche dalla scelta del modo e del tempo verbale (per esempio le volitive sono solo all’imperativo, congiuntivo o infinito presente, le desiderative e le concessive hanno il modo verbale solo al congiuntivo) e dalla punteggiatura nella lingua scritta (punti esclamativi e interrogativi) o dall’intonazione nella lingua parlata (interrogative: tono ascendente; esclamative tono deciso).
Mentre i rapporti di coordinazione sono bidirezionali (le proposizioni si dicono tra loro coordinate), quelli di subordinazione sono unidirezionali (una proposizione è reggente, o sovraordinata, e l’atra dipendente, o subordinata).
Nell’esempio la proposizione 3 “e che verrà domenica” è coordinata rispetto alla proposizione 2 “che Luca sta bene”, poiché la “e” congiunzione crea un rapporto di coordinazione copulativa, ma è è allo stesso tempo subordinata alla proposizione principale “La lettera dice” perché è introdotta da “che” congiunzione e perché, insieme alla proposizione 2, ne esprime l’oggetto.
Nel linguaggio parlato e in alcuni linguaggi scritti (come la lingua giornalistica o quella poetica) si è sempre più diffusa anche la coordinazione testuale (o falsa coordinazione) che consiste nel dividere due proposizioni con un punto fermo seguito da una coordinata.
Rispetto alla predicazione verbale le proposizioni si possono dividere in esplicite (quando hanno un verbo di modo finito: indicativo, congiuntivo, condizionale, imperativo) e implicite (quando hanno un verbo di modo indefinito: infinito, participio, gerundio).
Mentre i rapporti di coordinazione sono bidirezionali (le proposizioni si dicono tra loro coordinate), quelli di subordinazione sono unidirezionali (una proposizione è reggente, o sovraordinata, e l’atra dipendente, o subordinata).
Nelle proposizioni argomentali esplicite il modo congiuntivo è obbligatorio se la proposizione reggente esprime dubbio, desiderio, timore (per es. É probabile / che questo non sia vero.) o se ha il verbo in forma negativa (Non è possibile / che questo sia vero) ed è invece preferibile se la subordinata precede la sua reggente (per es. Che questo sia sbagliato / è evidente.); il modo condizionale si usa per esprimere ipotesi (per es. Si pensa / che questo non sarebbe vero in altre circostanze.).
Le proposizioni subordinate relative possono essere distinte in determinative o restrittive (se sono indispensabili al completamento del significato della frase reggente) e appositive o esplicative (se sono informazioni secondarie rispetto al significato della frase e sono inserite in un inciso).
Il modo congiuntivo è richiesto dalle subordinate relative con valore finale, consecutivo e ipotetico (per es. Ho bisogno di un treno / che vada a Milano. oppure Non c’è nulla / che io non sappia fare); il modo condizionale si usa per esprimere fatti possibili, desiderati, ipotizzati (per es. È un viaggio / che farei volentieri).
Quando causa negata congiuntivo
Nell’italiano odierno, soprattutto parlato e informale, la congiunzione che seguita dal verbo al modo indicativo può introdurre subordinate causali (Copriti / che fa freddo.) e finali (Vieni / che ti aiuto.).
Nel linguaggio parlato e in alcuni linguaggi scritti (come la lingua giornalistica o quella poetica) si è sempre più diffusa anche la coordinazione testuale (o falsa coordinazione) che consiste nel dividere due proposizioni con un punto fermo seguito da una coordinata.