More Related Content Similar to Un tasello di un piu' vasto disegno. (20) Un tasello di un piu' vasto disegno. 1. Un tassello
di un più
vasto disegno
Barbara Raffellini
Un approccio olistico per le Cinque Terre.
Una presentazione all’ICCROM 1999
2. Introduzione
Spinta dal suo grande amore per la terra dei suoi
genitori, Barbara Raffellini ha, nell’aprile 1999,
accompagnato sul territorio dei direttori dell’ICCROM –
l’ente creato dall’UNESCO per la tutela dei monumenti e
siti di maggior importanza a livello storico, culturale ed
architettonico – ed ha partecipato al loro seminario
“Integrated Territorial and Urban Conversation” al
castello di Riomaggiore.
Nel giugno dello stesso anno, Barbara ha presentato la
relazione “Un tassello in un più vasto disegno. Un
approccio olistico per la sfida delle Cinque Terre.” al
professor Herb Stovel, Direttore del Programma di
Tutela Urbana, ICCROM e a Franco Bonanini, all’epoca
sindaco di Riomaggiore.
Il Parco Nazionale delle Cinque Terre non era ancora
nato, ma questo documento presenta la situazione e le
sfide del territorio e individua delle strategie per
salvaguardarlo. Tra i numerosissimi suggerimenti c’era
appunto la creazione di un ente che avesse le sue radici
nella comunità.
Da sinstra Prof Katri Lisitzin,
Prof Herb Stovel, Elena Incerti
Medici, Doriano Franceschetti,
Franco Bonanini, e Barbara
Raffellini presso il Santuario
della Madonna di Montenero
a Riomaggiore aprile 1999.
Un tassello di un più vasto disegno. © Barbara Raffellini 1999 2
3. 6 giugno 1999
Gent Sig. Herb Stovel
Direttore del programma di tutela urbana
ICCROM
Via San Michele 13
100153 Roma Italia
Epc:
Sig. Franco Bonanini
Sindaco
Comune di Riomaggiore
Via Telemaco Signorini, 118
19017 SP Riomaggiore Italia
Gentile Signor Herb Stovel,
È stato un piacere incontrare Lei e il Suo team a Riomaggiore lo scorso aprile. Ho trovato le
nostre discussioni stimolanti e gratificanti poiché condivido con Lei l'interesse per le Cinque
Terre e sono particolarmente preoccupata per il loro futuro. Il coinvolgimento di organizzazioni
quali l'ICCROM con l'intento di proteggere questo paesaggio unico e ricco di cultura è lodevole.
Le auguro ogni successo in occasione del seminario "Integrated Territorial and Urban
Conservation (ITUC) 1999".
So che questa settimana sarà a Riomaggiore per un'analisi della situazione nelle Cinque Terre e
pur non avendo una competenza specifica nel campo della tutela dei beni culturali, mi
piacerebbe comunque offrire il mio punto di vista sulla situazione. Il mio interesse per le Cinque
Terre deriva, non solo dal legame della mia famiglia con la regione, ma anche dalla mia
passione per il paesaggio e la sua gente, la loro storia e cultura. Spero che i miei commenti
possano, in qualche modo, essere di aiuto al Suo team nello sviluppo di strategie appropriate
per la salvaguardia dell'area per le generazioni a venire.
Le allego i miei suggerimenti e un cortometraggio (3-4 minuti) che illustra la devastazione
causata dalla valanga a Riomaggiore nel 1965. Se avesse bisogno di ulteriori chiarimenti su un
qualsiasi punto della mia relazione, se volesse esprimere dei commenti o se posso esserLe di
ulteriore aiuto, non esiti a contattarmi.
Le rinnovo i miei più sentiti auguri per il seminario e resto in attesa di venire a conoscenza dei
risultati.
Distinti saluti,
Barbara Raffellini
Un tassello di un più vasto disegno. © Barbara Raffellini 1999 3
4. La prima sfida che attende le Cinque Terre oggi è quella di porre rapidamente rimedio ai danni che
l'uomo e le forze della natura hanno inferto a questo paesaggio unico. Senza un intervento
immediato, l’area delle Cinque Terre e i suoi abitanti si troveranno davanti ad un serio disastro,
ecologico, culturale ed economico.
Le Cinque Terre sono famose da secoli per gli stupendi panorami. La costa è caratterizzata da
terrazzi e vigneti costruiti e coltivati non da ingegneri o architetti, ma da gente semplice, i nostri
antenati. Con grande determinazione e un lavoro durissimo hanno trasformato un paesaggio aspro
e arido in una zona fertile. Si pensi che, se si misurassero i muretti a secco che sostengono i
terrazzamenti, sarebbero più lunghi della Grande Muraglia cinese.
Sfortunatamente con il passare del tempo c'è stato un graduale abbandono di questi terrazzi. La
costruzione delle gallerie per la linea ferroviaria, iniziata nell'Ottocento, e la strada realizzata negli
anni ‘50 e ‘60 hanno messo questa zona, prima isolata, a contatto con il mondo esterno. Nel far ciò
è stato modificato il sottosuolo e si è alterato il flusso naturale di alcuni ruscelli e vie d'acqua. La
situazione è poi peggiorata rapidamente negli ultimi 15 anni causando numerose valanghe e
smottamenti e quelli che una volta erano dei terrazzi ben mantenuti son adesso coperti di erbacce
e pinete.
Sarebbe un delitto se assistessimo impotenti alla distruzione di un paesaggio di tale valenza
culturale senza tentare di rettificare la situazione. La portata storica di queste terrazze abbinata alla
necessità pratica della tutela dei paesini sorti a quote più basse fanno sì che un intervento
immediato sia non solo una necessità, ma un obbligo improrogabile.
Oltre a questa sfida ambientale, le Cinque Terre devono affrontare altri problemi. Per esempio
nelle Cinque Terre si è raggiunto un record di disoccupazione. La popolazione sta invecchiando e
diminuendo e sempre di più la gente sceglie di vivere in città e di visitare la regione solo per le
vacanze. Le Cinque Terre sopravvivono con un'economia locale debole, con un'amministrazione
con fondi limitati per rispondere all'esigenza di creare infrastrutture migliori, dovendo bilanciare
turismo e ambiente.
Credo che un approccio olistico sia necessario per far fronte ai problemi delle Cinque Terre.
Tentare di risolvere i problemi delle Cinque Terre concentrandosi solo sull'aspetto ambientale
significherebbe perdere di vista l'opportunità di convogliare le energie verso altri aspetti
ugualmente critici. Le Cinque Terre non hanno di fronte una sola sfida, ma molte e si devono
cercare non una, ma molte soluzioni.
Anche se la regione avesse accesso a risorse e fondi illimitati e l'intera costa venisse consolidata con
enormi reticolati e strutture in cemento, questa sarebbe solo una soluzione temporanea, a mio
parere necessaria solo per le zone maggiormente in pericolo. Si dovrebbe invece puntare a
strategie interdipendenti che incoraggino gli abitanti, specialmente i disoccupati, a rinnovare il loro
interesse per il territorio, per usarlo e prendersene cura e riportare la regione alla sua antica
bellezza.
Un tassello di un più vasto disegno. © Barbara Raffellini 1999 4
5. È essenziale implementare immediatamente una
serie di interventi, ma prima di giungere ad una
strategia ottimale e prima che un piano di azione
possa essere implementato è necessario
comprendere la storia e l'unicità dell'area. Inoltre si
devono capire i cambiamenti avvenuti nel passato
prima di tentare di predirne il futuro. In breve è
necessaria una strategia per predire quali
cambiamenti ci si possa aspettare nel futuro e per
sviluppare una visione della regione.
Per esempio nel passato le terrazze furono costruite
per permettere alla popolazione di vivere della terra;
con il passare del tempo, ed in particolare durante le
due guerre mondiali, i giovani della regione furono
costretti ad abbandonare le loro terre per
combattere per il loro paese e poi per andare in cerca
di lavoro.
Molti andarono a lavorare sulle navi e la manutenzione delle terrazze passò alle donne, ai ragazzi
ed agli anziani. In seguito molte famiglie emigrarono e quelli che rimasero cercarono lavoro a La
Spezia e particolarmente all'Arsenale. La rapida crescita del fenomeno del consumismo e la
disponibilità di prodotti freschi nei supermercati resero i prodotti degli orti troppo cari e quindi
non più competitivi. Gli abitanti del posto si sono lentamente allontanati dalla terra quale fonte di
sopravvivenza e questa è la situazione che ci troviamo davanti oggi.
Dopo aver svolto un'attenta analisi di tali cambiamenti nel passato saremo in grado di
concentrarci sul presente. L'approccio più efficace per metterci in grado di delineare una mappa
del futuro della regione consiste nell'analisi dei punti di forza, delle debolezze, delle opportunità e
delle minacce.
Un tassello di un più vasto disegno. © Barbara Raffellini 1999 5
6. SWOT Analisi
punti di forza
La posizione geografica
La bellezza del paesaggio dove la montagna incontra il mare
Il vino
Il cibo
La storia
L'atmosfera unica dei paesini
Lo spirito comunitario
Il volontariato
L'inserimento della regione nell'elenco delle zone di speciale interesse ambietalistico
(World Heritage Listing)
Gli stretti legami con altre organizzazioni.
Le debolezze
La disoccupazione
Un'economia indebolita
L'invecchiamento della popolazione
La diminuzione della popolazione
Lo scarso interesse per l'ambiente
La qualità scadente delle infrastrutture
Le risorse limitate
La gestione inadeguata dei rifiuti e del riciclaggio
Le strutture ospedaliere e di assistenza agli anziani inadeguate
Le condizioni precarie del territorio
Le opportunità
L’agriturismo
L’ecoturismo
Il lavoro per via telematica
La rivitalizzazione del settore agricolo
La riqualificazione della forza lavoro
L’uso del volontariato
Un approccio integrato
Le minacce
Le frane
Gli incendi boschivi
I cinghiali
Il turismo incontrollato
Gli ingorghi
L'inquinamento
I cambiamenti climatici
Un tassello di un più vasto disegno. © Barbara Raffellini 1999 6
7. Solo una volta capiti i cambiamenti avvenuti nel corso degli anni e dopo aver identificato i punti di
forza della regione, le opportunità, le debolezze e le minacce potremo tentare di predire i
cambiamenti che potranno avvenire in futuro.
Dovrà esserci uno sforzo combinato di tutte le componenti interessate e in modo particolare dei
residenti, volto alla creazione di una nuova visione. In un contesto in cui le responsabilità vengano
condivise, sorge la necessità di delineare che tipo di modello si voglia seguire per lo sviluppo
regionale delle Cinque Terre. Una volta raggiunto tale accordo si dovranno identificare e stabilire
quali attività commerciali siano in grado di implementare la nostra visione della regione.
Vanno trovate delle risposte a domande quali: Come si crea e si sostiene una buona economia?
Come si attraggono investimenti di capitali? Come si possono sviluppare delle attività commerciali
che rispettino l’ambiente? Si dovrà inoltre indagare quali, di tali attività, siano in grado di
migliorare la qualità della vita dei residenti, e quali industrie offrano un buon potenziale per la
creazione di posti di lavoro e quali siano competitive in un’economia di tipo globale.
Si devono anche identificare le strutture in grado di aiutare i commercianti locali a sopravvivere e
crescere, definendole la loro responsabilità sociale verso la comunità locale. Ovviamente il
turismo e l'agricoltura sono le attività che immediatamente vengono in mente come le più adatte
alla regione, ma non si deve sottovalutare il settore dell'informatica.
Il turismo è un settore in via di rapida crescita ovunque nel mondo. Il numero di viaggiatori che va
in giro per il mondo in cerca di riposo, distrazioni ed opportunità di lavoro è in grande espansione
e le cifre da loro spese nei vari paesi sono ormai considerevoli. Comunque, siccome le Cinque
Terre sono un'area così piccola e fragile dal punto di vista ambientale, si devono valutare la
distruzione della tranquillità e dell'integrità della regione a fronte di eventuali guadagni prodotti
dal turismo. Fra 10 o 20 anni quando le splendide scogliere e i paesi saranno scomparsi e gli
abitanti trasferiti altrove, che importanza o rilevanza avrà il turismo?
Si dovrà quindi cercare un equilbrio fra gli introiti generati dal turismo e i costi generati dai danni
all'ambiente e raggiungere un compromesso. Io non voglio minimizzare il ruolo del turismo, ma
dobbiamo riflettere su che tipo di turismo incoraggiare e su come pubblicizzare la regione sia a
livello nazionale che internazionale.
L'ideale sarebbe identificare un tipo di turismo che non solo arrechi danni minimi all'area, ma che
lasci qualcosa di positivo dietro di sé. L'ecoturismo e l'agriturismo sono l'ultima moda nell'industria
turistica al momento. Ma qual è il significato che vogliamo dar loro nelle Cinque Terre?
Un tassello di un più vasto disegno. © Barbara Raffellini 1999 7
8. Le Cinque Terre hanno da sempre affascinato i turisti per le spiagge e lo stile di vita a contatto con il
mare. Con la diminuzione delle spiagge e l'incremento del numero dei turisti, particolarmente
durante i mesi estivi, ci si è resi conto che il delicato equilibrio biologico non può sostenere un tale
impatto; dobbiamo riconsiderare l'industria turistica della regione e applicare delle strategie di
controllo.
Per attirare i turisti tutto l'anno dovremo esplorare modi alternativi per pubblicizzare la regione
presso un tipo di turista che non distrugga l'ambiente, ma che anzi lo valorizzi. Dobbiamo iniziare a
mirare a quelli che sono interessati alla storia, alla cultura e all'ambiente e offrir loro una vasta
selezione di attività ricreative. Ci sono diversi tipi di mercato che si potrebbero raggiungere ad
esempio le riunioni d'affari e i congressi, i Bed & Breakfast, le visite turistiche storiche e culturali, le
scuole di cucina e di lingua. Per esempio, si potrebbe analizzare la possibilità di un festival di cucina
e vini locali per costruire un’immagine delle Cinque Terre quale destinazione per buongustai che
vogliono assaggiare le deliziose specialità della cucina regionale.
Sono necessari dei cambiamenti alle infrastrutture locali per garantire che le esigenze di tali turisti
vengano soddisfatte. Dovremmo cominciare a pensare di limitare il numero dei turisti che entrano
in regione per proteggere la serena atmosfera dei paesini, incoraggiando l'uso del treno e di altre
forme di trasporto pubblico invece dell'auto per evitare problemi di parcheggio e ingorghi.
Un'altra alternativa potrebbe essere quella del ritorno all'agricoltura in senso lato. Come per il
turismo si dovrebbe cercare un mercato specializzato in prodotti locali. Siccome la terra è limitata e
molto costosa da coltivare dovremo garantire che il limitato volume dei prodotti venga remunerato
a prezzi sufficientemente alti.
Per esempio, il famoso sciacchetrà e i vini locali dovrebbero essere di qualità eccelsa e destinati
alla fascia più affluente dei consumatori per garantire un buon ritorno sugli investimenti. Un uso
diversificato della terra potrebbe includere prodotti come olive, pomodori, castagne, arance,
mandarini, fichi ecc. e si potrebbe considerare la possibilità di trasformare i prodotti grezzi in
marmellate e conserve ecc. da etichettare con il marchio delle Cinque Terre. Si dovrebbe
intraprendere uno studio di fattibilità per determinare quali altre coltivazioni od allevamenti di
bestiame potrebbero essere adatti.
Un altro settore da considerare è quello dell'informatica dato che, con i passi da gigante compiuti in
questo campo e nel settore della comunicazione, sta emergendo il trend di lavorare da casa,
tenendosi in contatto con il datore di lavoro/clienti via internet e posta elettronica. I piccoli rustici
che punteggiano i cocuzzoli delle Cinque Terre sono l'ideale per chi voglia sfuggire al caos della città
e da questo pezzo di paradiso la gente sarà in grado di godersi due stili di vita diversi.
Sono sicura che questi settori che ho suggerito, il turismo, l'agricoltura e l'informatica, monitorati
da vicino, avranno un effetto positivo sull'economia locale e sull'ambiente. Si dovrà tentare di
utilizzare la vasta riserva di pensionati e disoccupati per mettere in atto la visione per la regione,
così come verrà proposta dai residenti e dalle associazioni, identificando quali industrie siano le più
adatte.
Un tassello di un più vasto disegno. © Barbara Raffellini 1999 8
9. Le Cinque Terre hanno un tasso molto alto di disoccupaziopne. Molti membri di questa comunità',
ed in particolare i giovani, si devono confrontare con il compito, spesso scoraggiante di trovare un
lavoro. I cambiamenti in atto nel mondo del lavoro e i livelli record di disoccupazione rendono
questa ricerca ancora più ardua. Recentemente, i massicci licenziamenti avvenuti nei cantieri
navali e da parte di altre larghe ditte accoppiati con un'economia locale che ancora risente degli
effetti della recessione, hanno costretto molti al pensionamento anticipato o hanno ostacolato
molti nella ricerca di un lavoro. Con tutti questi disoccupati da un lato e l'abbondanza di terre
bisognose di interventi dall'altro, il collogamento tra disoccupazione e ambiente emerge con
chiarezza.
Ma come fare a sviluppare, motivare, educare e formare i disoccupati di questa regione? Come
incoraggiare e sviluppare un settore della comunità' che includa disoccupati e volontari per la
protezione e la salvaguardia dell'area? Come sviluppare lo spirito di iniziativa dei residenti? Che
ruolo possono giocare le cooperative?
La risposta a queste domande va cercata nel settore pubblico, in quello privato e nella comunità'.
Resta comunque ferma la necessità' che le organizzazioni internazionali, nazionali o comunque
estranee all'area,non devono poter imporre i loro ideali sugli abitanti. Si dovrebbe offrire una
guida e un'assistenza dove necessarie e permettere agli abitanti di prendere in mano i propri
destini: non si sta parlando di un'elemosina, ma di una collaborazione.
Non si dovrebbe quindi dare agli abitanti una lunga lista di direttive o di regole da applicare
rigidamente per proteggere la regione. Dovremo invece lasciare spazio ad interpretazioni diverse
e incoraggiare le innovazioni a livello locale, pur offrendo allo stesso tempo un aiuto a livello
personale e finanziario.
Si devono incoraggiare gli abitanti a farsi carico dell'area, a diventare i depositari della terra per le
generazioni future. Si deve consapevolizzarli dell'importanza dell'essere i custodi di questo
paesaggio cosi' unico dal punto di vista culturale, ambientale ed economico. Gli organismi
internazionali e le autorità' nazionali potranno cosi' giocare un ruolo nell'offrire ai residenti
incentivi e competenze per metterli in grado di prendersi cura del loro ambiente.
Si dovrà incoraggiare quello spirito comunitario che già' è presente nelle Cinque Terre. I residenti
sono affezzionati alla loro terra, ma stanno correndo il rischio di dare per scontato questo
rapporto. Questo è particolarmente evidente nei giovani. Si puo' rettificare questo fenomeno e
sviluppare una partecipazione attiva, invitando gli anziani ad agire quali mentori per i giovani che
non hanno più un forte legame con la terra. Essi infatti sono in possesso di un patrimonio di
esperienza e di know-how che costituisce una risorsa preziosissima. Sono inoltre ansiosi di
passare questo bagaglio alle giovani generazioni che hanno un gran bisogno di incoraggiamento,
motivazioni e competenze. Facendo notare ai residenti l'importanza dell'istruzione e della
formazione daremo loro l'opportunità di incamminarsi verso una via di eucazione permanente.
Un tassello di un più vasto disegno. © Barbara Raffellini 1999 9
10. Un modo per aggregare tutti gli elementi che ho delineato finora potrebbe essere quello della
creazione di un ente che abbia le sue radici nella comunità e che sia in grado di raccogliere la sfida
che si presenta oggi alle Cinque Terre. Compiti di questo organismo saranno la coordinazione e la
promozione della partecipazione pubblica, la consultazione, lo sviluppo della consapevolezza e del
senso di appartenenza dei residenti nel processo di soluzione dei problemi. L'ente dovrà essere
formato da membri eletti, guidati da un presidente e supportati da un segretario. La comunità, il
mondo degli affari, il governo e gli interessi internazionali dovranno tutti essere rappresentati in
nome di una coesione e cooperazione regionale.
Gli obiettivi chiave dell'ente saranno la conservazione, la promozione e lo sviluppo della regione
come paesaggio significativo dal punto di vista ambientale, culturale ed economico, tramite
un'azione di portavoce presso le autorità italiane e gli organismi internazionali. L'ente dovrà
essere una tribuna di consenso regionale, che lavorerà con altre associazioni e identificherà,
tramite un lavoro di squadra, le priorità per la regione e incoraggerà soluzioni innovative ed
efficaci per rispondere ai bisogni delle Cinque Terre e della sua gente.
L'ente avrà il compito della ricerca di aiuti presso vari organismi e della selezione dei progetti e
della loro gestione. Anche se questo ente potrà non avere un'autorità primaria o di responsabilità
per certe attività, il suo ruolo di difensore o di lobbista nel campo della salvaguardia della regione
dovrà essere associato con iniziative progressiste. In qualità di coordinatore e facilitatore dovrà
gestire tutti i progetti, monitorando i progressi e controllando i progetti individuali e i budget.
Ho fiducia che un approccio che sfrutti le risorse degli abitanti della regione, le loro conoscenze, la
partecipazione, gli investimenti e le proprietà locali e incoraggi la cooperazione e l'appoggio da
parte di un pool di enti, sia italiani che internazionali darà buoni frutti e avrà un sicuro successo.
Un tale approccio sarà in grado di raccogliere la sfida che si presenta alle Cinque Terre. Sarà un
tassello di un più vasto disegno.
Un tassello di un più vasto disegno. © Barbara Raffellini 1999 10