La sanità in provincia di Latina a distanza di 50 anni dalla riforma ospedaliera e a 40 da quella sanitaria. Nonostante gli anni trascorsi ci sono ancora profonde diseguaglianze e i cittadini non godono dello stesso livello dei servizi della Capitale, ma ci sono profonde diseguaglianze legate alle condizioni economico sociali, all'istruzione, all'età, alle distanze, ecc.
2. COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
ART. 3
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine
economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e
l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della
persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori
all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
ART.32
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto
dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure
gratuite agli indigenti.
3.
4. Con l’approvazione della legge 833/78 finalmente, dopo
trent’anni veniva data attuazione all'art. 32 della Costituzione
mirando ad eliminare le disuguaglianze stabilendo che «La
Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e
interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti».
Il Servizio Sanitario Nazionale era volutamente:
Universale: copriva tutta la popolazione;
Egualitario: tutti i cittadini trattati nello stesso modo, senza
differenza di censo o di occupazione;
Globale: attraverso l’unicità della prevenzione, della cura e della
riabilitazione;
Territoriale: erano assicurati il coordinamento tra ospedale e
territorio e prestazioni vicine agli utenti.
5. La successiva aziendalizzazione del SSN voluta dal governo
Amato (il ministro della sanità era De Lorenzo) con i D.lgs
502/92, corretto poi dal governo Ciampi con il D.lgs 517/93 ha
devoluto potere e responsabilità alle regioni esautorando di fatto i
Comuni da gran parte delle competenze.
Alcune correzioni sono state apportate dal ministro Bindi con il
D.lgs 229/99 ma la gran parte dei Sindaci non ne approfitta per
difendere i cittadini.
L’ AZIENDALIZZAZIONE HAAUMENTATO
I COSTI E ALLONTANATO LA GESTIONE
DAI CITTADINI
6. In base ad un recente rapporto
dell’ Organization for Economic Co-
operation and Development (OECD-
OCSE) la speranza di vita in Italia è
fra le più alte d’Europa.
La spesa sanitaria è inferiore
alla media dell’ OCSE.
I tassi di obesità sono alti fra gli
adolescenti; il consumo di alcolici, la
percentuale di fumatori abituali e
l’inquinamento atmosferico sono
superiori alla media OCSE.
Si prescrivono troppi antibiotici.
7. Secondo l’OCSE il problema
delle disuguaglianze acquista
maggiore gravità tra gli anziani,
con particolare riguardo
all’accesso all’assistenza sanitaria,
sono destinate ad aumentare a
causa della situazione economica,
delle distanze ma anche a motivo
del livello di istruzione.
Molto possono fare le regioni.
9. LE DISUGUAGLIANZE NELLA PROVINCIA DI LATINA
La progressiva chiusura degli ospedali non accompagnata
contestualmente dall’attivazione di servizi di assistenza
territoriale, unita alla crisi economica e all’aumento dell’età della
popolazione ha creato delle profonde disuguaglianze tra i cittadini
della provincia di Latina e quelli delle province del nord Italia per
quanto riguarda l’accesso alle visite e alle prestazioni sanitarie,
ma anche rispetto agli utenti della Capitale dove è concentrata la
presenza di strutture ad alta specializzazione.
Occorre un ri-orientamento dei servizi sanitari verso la
prevenzione e l’assistenza di base, entrambe meno sviluppate
rispetto ad altri Paesi dell’OCSE.
10. Il riparto del FSR avviene in primo luogo mettendo da parte le
somme necessarie per le aziende ospedaliere, i policlinici
universitari, gli IRCCS, l’IZS, ecc. poi attraverso il meccanismo
cosiddetto della «quota capitaria pesata», chiamato così perché in
esso ogni cittadino non ha peso “uno” (come nel metodo della
«quota capitaria secca»), ma ha un peso variabile in base all’età e
ad altri fattori di rischio per la salute e in base al quale viene
assegnato il finanziamento a ciascuna ASL per l’erogazione dei
livelli essenziali di assistenza (LEA).
IL RIPARTO DEL FONDO SANITARIO REGIONALE
11. 0 500,000,000 1,000,000,0001,500,000,0002,000,000,0002,500,000,000
ASL ROMA1
ASL ROMA2
ASL ROMA3
ASL ROMA4
ASL ROMA5
ASL ROMA6
ASL VT
ASL FR
ASL RI
ASL LATINA
FSR QUOTA INDISTINTA
0 200,000 400,000 600,000 800,000 1,000,000 1,200,000 1,400,000
ASL ROMA1
ASL ROMA2
ASL ROMA3
ASL ROMA4
ASL ROMA5
ASL ROMA6
ASL VT
ASL FR
ASL RI
ASL LATINA
POPOLAZIONE
ASL ROMA1
ASL ROMA2
ASL ROMA3
ASL ROMA4
ASL ROMA5
ASL ROMA6
ASL VT
ASL FR
ASL RI
ASL LATINA
0
200
400
600
800
1000
1200
1400
1600
1800
2000
1815.35
1893.63
1448.59
QUOTA CAPITARIA PESATA PER ASL
12. Dati estratti dalla versione sintetica del bilancio pubblicata sul sito web
ASL LATINA – RENDICONTO 2017
COSTI DI PRODUZIONEENTRATE
TOTALE: 962.154.000
Contributi /esercizio 865.994.000
Ricavi prest. sanitarie 75.915.000
Concorsi, recuperi ecc. 6.365.000
Ticket 5.577.000
Contributi c/capitale 10.912.000
TOTALE: 951.091.000
Personale: 177.334.000
Acquisto di beni 125.958.000
Acquisto servizi: 558.355.000
Manutenzione 1.514.000
Fitti passivi , ecc. 4.178.000
Oneri diversi 1.986.000
Ammortamenti 12.199.000
13. Nel rapporto del Ministero della salute, la
Regione Lazio si colloca al 10° posto e risulta
adempiente con alcune criticità:
Copertura vaccinale bambini a 24 mesi;
Numero posti equivalenti residenziali in strutture
per disabili;
Numero posti residenziali assistenza disabili.
Fonte Relazione Comitato LEA
Ministero della salute 2017
Lo Stato d’intesa con le regioni definisce i Livelli Essenziali di
Assistenza che indicano l’insieme di tutte le prestazioni, i servizi e
attività che i cittadini hanno diritto di ottenere dal SSN e ne verifica lo
stato di attuazione.
I LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA
Non esiste una rilevazione dei LEA per provincia
14. I NUOVI STANDARD OSPEDALIERI
Con il Decreto n. 70 del 2 aprile 2015 il Ministro
Lorenzin e il Ministro Padoan hanno approvato un
regolamento recante i nuovi standard qualitativi, strutturali,
tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera
in base al quale le regioni entro tre mesi hanno dovuto, tra
l’altro, ridurre la dotazione di posti letto ad un livello non
superiore a 3,7 p.l. per mille abitanti, compreso uno 0,7 per
la riabilitazione e la lungo degenza post acuzie.
15. LA RETE OSPEDALIERA PER ACUTI
2000
H Pubblici 1.498 PL
Cori, Latina, Sezze, Priverno, Gaeta,
Formia, Minturno
Case di cura 1.145 PL
Totale provincia 2.643 PL
Rapporto pubblico privato:
Il pubblico era il 57% del totale
2018
H Pubblici 777 + 119 DH
Latina, Terracina-Fondi, Formia
Case di cura 757 + 10 DH
Riabilitazione 228
Totale provincia 1.630 PL
Dovrebbero essere 2.130 PL
Rapporto pubblico privato:
Il pubblico è meno del 50% del totale
Fonte:AttoaziendaledellaASL
Standard ex DM 70/2015 = 3,7x 574.891 abitanti
17. LA RETE DELL’EMERGENZA URGENZA
Il D.I. n.70/2015 prevede anche il funzionamento della rete
dell’emergenza-urgenza che opera attraverso le Centrali operative
del 118, la rete territoriale di soccorso come Punti di Primo
Intervento (PPI) e la rete ospedaliera con servizi di Pronto
Soccorso ed i Dipartimenti di emergenza (Allegato I, punto 9.1.5.)
Solo grazie all’intervento dei Sindacati e dei cittadini è stato
possibile impedire la chiusura dei PPI dal 1° gennaio 2019
disposta dalla regione con il DCA U00257/2017, una decisione
irragionevole e assunta senza la precauzione che dovrebbe guidare
certe scelte.
18. L’ASSISTENZA TERRITORIALE: A KM. ZERO
Nonostante tutti i provvedimenti adottati l’assistenza
primaria stenta a crescere, molti presidi di prossimità
(poliambulatori, ecc.) funzionano con personale ridotto al
minimo, mancano gli infermieri per l’assistenza domiciliare,
gli specialisti ambulatoriali, i tecnici, i terapisti della
riabilitazione, ecc.
Quella che dovrebbe essere l’avamposto del SSN per la
prevenzione e per evitare i ricoveri impropri non riesce ad
assolvere alla propria funzione.
19. LE CASE DELLA SALUTE:
Nel Lazio fino ad ora sono state aperte 16 Case
della Salute, di cui cinque nella provincia di
Frosinone: Atina, Ceprano, Ceccano,
Ferentino, Pontecorvo.
Nella ASL Latina ne abbiamo una sola a Sezze.
Con il DCA U0052 del 22 febbraio 2017 è
stato, tra l’altro, assunto al punto 9.3
l’impegno di programmare il completamento
dell’attivazione di ulteriori Case della salute,
assicurando la presenza di una di esse per
ciascun Distretto sanitario, entro il 31 dicembre
2018.
20. PUNTO
UNICO DI
ACCESSO
CITTADINI
U.O. OSPEDALIERE
SERVIZI SOCIALI
COMUNALI
SERVIZI TERRITORIALI
E RESIDENZIALI
FAMIGLIE
ALTRE
STRUTTURE
DI RICOVERO
MMG
VOLONTARIATO
TERZO
SETTORE
PLS
UCP
La creazione del Punto Unico
d’Accesso è strettamente legata alla
cultura dei «servizi alla persona»,
fondata sull’accoglienza e
sull’ascolto dell’individuo e dei suoi
bisogni, posti al centro delle strategie
e degli interventi sanitari. Si
tratterebbe di un vero e proprio
cambiamento dell’assistenza, che
trova i suoi princìpi ispiratori
nell’equità e nell’unitarietà.
Solo in parte della ASL è stato
realizzato.
21. INTEGRAZIONE OSPEDALE TERRITORIO
Una delle maggiori sofferenze del sistema sanitario, solo in
parte affrontata in alcune ASL è rappresentata dalla scarsa
integrazione tra ospedale e territorio, dovuta alla complessità
delle funzioni, alla numerosità delle professionalità coinvolte, ma
anche alla scarsa comunicazione tra le categorie che operano in
queste realtà.
Le Case della salute sono lo strumento per affrontare e
superare questo problema, ponendo attenzione ai problemi
peculiari degli anziani, dando anche nuovo impulso
all’assistenza domiciliare integrata (ADI).
22. PERCORSI DIAGNOSTICO TERAPEUTICI ASSISTENZIALI
I PDTA sono piani interdisciplinari di cura creati per rispondere a
bisogni complessi di salute del cittadino e rappresentano l’insieme
organizzato delle risorse erogate in base ad una strategia condivisa
tra tutte le componenti sanitarie e permettono di individuare i ruoli e
le competenze di ciascuno (DCA U00113/2013).
Le attività associate ad ognuno dei soggetti
coinvolti si basano su profili di cura codificati
che vanno dalla diagnosi di trattamento fino
al follow-up del paziente cronico.
Si rilevano disuguaglianze nell’attuazione dei
PDTA.
Protocolli
PDTA
Misurabilità
Monitoraggio
Linee Guida
Condivisione
23. Il progressivo invecchiamento della popolazione, con un
aumento dei bisogni sanitari e sociali;
L’incremento delle malattie croniche, fenomeno in parte
correlato all’invecchiamento, ma connesso anche
all’adozione di stili di vita non salubri
L’aumentata prevalenza delle polipatologie che rende
necessario un approccio sempre più complesso
L’aumento delle persone sole e della povertà
La diminuzione delle risorse e quindi delle disuguaglianze
POTENZIARE LE CURE PRIMARIE PER CONTRASTARE:
24. In Italia le persone affette da
patologie croniche sono il 37,9 %,
Nel Lazio sono il 38,7 %.
Molti anziani (20,6 % c.a. ) sono
affetti da più patologie croniche.
PATOLOGIE CRONICHE
Diabete
Ipertensione
Asma BPCO
Artrosi Artrite
Osteoporosi
Malattie del cuore
Malattie allergiche
Disturbi nervosi
Ulcera
0
2
4
6
8
10
12
14
16
18
1
26. Caravaggio:«Setteoperedimisericordia»,Napoli
In occasione del
40°anniversario della
istituzione del SSN occorre
invertire questo
processo di progressivo
degrado respingendo gli
attacchi degli interessi privati,
modificando la legge regionale
e coinvolgendo gli utenti che
devono essere parte attiva di
questa azione.
27. ELIMINARE LE
DISUGUAGLIANZE
• Distanze,
• Orografia
• Mobilità
• Sociali
• Economiche
• Età
• Culturali
ACCELERARE
L’ATTUAZIONE:
• Dell’assistenza
territoriale di
prossimità
• Della presa in cura
della cronicità
• Dei PDTA
• Del potenziamento
della rete
• Del Fascicolo
Sanitario Elettronico
• Dell’integrazione
socio sanitaria
UN’ASSISTENZA +
• Personalizzata
• Predittiva
• Preventiva
• Partecipata
28. PIÙ POTERE AI COMUNI
Occorre rafforzare il ruolo dei Comuni previsto
dalla lettera e) del comma 2sexies dell’art. 2
del D.lgs 229/1999, dando loro più voce in
capitolo rispetto ai Direttori generali sulla
programmazione dei servizi, sulla
pianificazione delle strutture dell’assistenza
territoriale e sulla valutazione dei risultati.
29. PIÙ POTERE AI CITTADINI
La regione Lazio di recente ha approvato due leggi importanti per la
tutela dei cittadini/utenti;
La legge 7 marzo 2016, n. 1, recante disposizioni per favorire la
conciliazione nelle controversie sanitarie;
La legge 25 maggio 2016 n. 6 con cui sono state introdotte nuove
disposizioni a tutela degli utenti ed è stato istituito il Consiglio
regionale dei consumatori e degli utenti;
La legge 10 agosto 2016, n. 11 in base alla quale i cittadini possono
presentare reclami sul funzionamento e la qualità dei servizi anche
tramite gli istituti di patronato;
In base agli artt. 7,8 e 19 bis del D.lgs 150/2009 i cittadini
partecipano al processo di misurazione della performance