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"I COLORI DI FLAUBERT"
di Patrizia Mongelli
http://lafrusta1.homestead.com/Riv_Flaubert.html
ANALISI: Il saggio (riportato solo in parte) da un esempio di saggio sceintico che usa le note
CitazionI inizialI e si confronta con altri saggi già scritti sullo stesso argomento.
come incipit
Scrive Yvan Leclerc: "Si l'on choisissait une couleur dominante pour unifier les divers textes
de jeunesse, comme, plus tard, le gris cloporte de Madame Bovary ou le pourpre de
Salammbô, se serait assurément le verdâtre d'un corps étendu à la morgue." (1) Di differente
avviso sembra Demorest che, a proposito dello stile giovanile di Flaubert, parla della
creazione di un impianto verbale eccellente alla Victor Hugo per gli effetti di luce, di chiaro-
scuro, alla Théophile Gautier per le sfumature dei colori: Parte dal confronto tra due
critci sul tema colori in Flaubert
Cet excellent apprentissage ne sera pas oublié dans Madame Bovary et dans l'Education sentimentale,
où, si les images de ce groupe ne sont pas exceptionnellement fréquentes, elle sont souvent
admirablement employées pour décrire les yeux des femmes ou surtout pour établir des accords entre
les personnages et la nature. (2)
Il gruppo di immagini a cui fa riferimento Demorest è quello luce-colore-ombra
costantemente impiegato dall'autore per stabilire una corrispondenza con precisi significati.
Corrispondenza che, nel caso di Madame Bovary, sembra confermata sin dagli scenari e piani
generali di composizione. Commento personale
Mi pare che, a differenza da quello che sostiene Leclerc, neppure i racconti giovanili risultino
uniformati ad uno squallido e funereo verdastro. Anzi la presenza dei colori in quei testi è
così variegata e significativa da autorizzare ipotesi interpretative che si fondano proprio sulla
loro funzione. Prenderò, dunque, in esame tre aspetti della questione: la varietà cromatica, la
bigarrure e il contrasto.
Sottotitolatura per dividere il testo in parti
La varietà cromatica. Esempio da un racconto di Flaubert
Si pensi al caleidoscopico mondo dei saltimbanchi che fa da sfondo al racconto Un parfum à
sentir: si va dalle lettres rouges et noires (3) della grande insegna che ad apertura di racconto
attira gli sguardi stupiti dei passanti (colori che sembrano introdurre il lettore in una storia di
passione e morte o piuttosto di una donna rossa e della sua tragica fine), a "des bas bleus et
blancs, et une perruque moitié rouge, moitié noire" di Isambart, a bambini con chemisette
rose bordée d'argent. (4)
In questo caso i colori servono a mettere in evidenza l'antitesi tra le due figure femminili del
racconto: Marguerite, La Rouge Laide (epiteto giustificato dai suoi odiosi cheveux rouges),
non regge il confronto con la bella Isabellada. E il disprezzo dell'una a vantaggio dell'altra è
sottolineato dal narratore attraverso la scelta di colori e sfumature. Infatti in un mondo
variopinto come quello dei saltimbanchi, una donna tratteggiata sempre con colori scuri o
sbiaditi balza subito agli occhi; il riferimento è in particolare alla scena in cui Marguerite
viene sporcata dal fango schizzato al passare di una luminosa carrozza tirata da due
splendidi cavalli bianchi. Scena che torna nel finale a chiudere il racconto come un cerchio.
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Immagini limacciose, dunque, identificano sempre Marguerite di modo che la bellezza di
Isabellada risulti ancor più vincente: "A la voir ainsi au milieu de cette musique aigre et
bizarre, entre Isambart et Marguerite,c'était un diamant sur un tas de boue." (5) E' il
diamante-Isabellada a costituire, infatti, la fortuna dei saltimbanchi grazie alla sua danza
vorticosa come pensieri d'amore che fremono nel cuore di un poeta, ai suoi modi languidi e
sensuali e soprattutto alle vesti bianche che sembrano promessa del suo incarnato.(6)
Il bianco contraddistingue questo personaggio dall'inizio alla fine della narrazione: la gran
dama in tilbury avvolta in uno scialle di kashmir bianco, che cade giù fino al sedile del
domestico, ingioiellata con oro e splendenti diamanti, ad un lettore attento alla descrizione
cromatica appare infatti come Isabellada ancor prima di averne la conferma dal
riconoscimento di Marguerite. Varietà cromatica in Bovary
Traboccante di effetti cromatici è sicuramente anche Salammbô e, a dispetto di una opinione
ricorrente, Madame Bovary. In quest'ultimo romanzo Flaubert non si esime dall'evocare una
grande varietà di colori che contraddicono le perentorie affermazioni di Leclerc sul suo Analisi
grigiore. Cinque colori ricorrono sulla tavolozza flaubertiana in Madame Bovary: l'azzurro, il personale
verde, il rosso, il nero e il giallo. In riferimento ad ognuno di essi sceglierò solo alcuni esempi che
contraddice
tra i più significativi. Emma indossa une robe de soie bleue à quatre falbalas a teatro, luogo
testo di
in cui "la dilatation intérieur du bonheur a provoqué une volatilisation des choses" per cui il
riferimento
mondo diventa irreale e lontano, la vita sospesa e nebulosa, vie à demi rêvée; (7) azzurro è
anche il tilbury che Emma avrebbe tanto voluto avere per raggiungere il suo amante a
Rouen, quasi che la felicità avesse bisogno di questo colore per essere goduta a pieno. E che
dire poi del boccale azzurro contenente l'arsenico? Non contiene forse anche l'ultima
illusione di Emma?(8) Azzurro come illusione
In Madame Bovary il verde sembra annunciare la negatività di alcuni personaggi. Colore
malinconico, negativo, opposto dell'azzurro.(9) Si pensi al portasigari del Visconte ricamato Verde
di seta verde con un blasone nel mezzo che diventa per Emma preziosa reliquia negatività
dell'indimenticabile ballo alla Vaubyessard. Suscita in lei le più romantiche fantasticherie, ma
anche la grande malinconia di sentirsi esclusa da quel mondo incentrato sul voluttuoso
binomio lusso-amore. Quanto alla negatività di alcuni personaggi, basterà ricordare la bieca
figura di Rodolphe: "[...] et elle s'amusait à considérer la cohue des rustres, lorsqu'elle
aperçut un monsieur vêtu d'une redingote de velours vert." (10)
Il verde, che caratterizza il primo amante di Emma, appare con fermezza (proprio
nell'episodio del loro incontro) fin dalla stesura dei piani generali del romanzo. In questi
appunti Flaubert spesso modifica la sua età o piuttosto qualche aggettivo, ma conferma nel
velours vert il colore che significa Rodolphe alla sua prima apparizione nella storia .(11) Altra
figura negativa del romanzo è Lheureux che, a dispetto del gioioso significato nascosto nel
suo nome, altri non è che il Mefisto di Emma, colui che la intrappolerà in un debito così
spropositato da costringerla alla rovina e al suicidio. (12) In un carton vert racchiude tutto
quello che Emma avrebbe potuto desiderare: oggetti fatali che sembrano uscire magicamente
dalla scatola, cui la donna inizialmente resiste, ma di fronte ai quali in seguito capitola pur
non avendone bisogno. Ha ragione Moretti nell'affermare che assieme ad essi Emma compra
una vita altra da Yonville, da Charles, dalla malinconia. Il portasigari del Visconte e la scatola
verde di Lheureux hanno lo stesso significato per Emma e possono avere lo stesso colore.
Rosso
Il rosso e il nero nel romanzo corrispondono ad una simbologia cromatica, diffusamente e nero
riconosciuta, basata su associazioni di idee.(13) Il rosso infatti significa passione, amore,
adulterio; è colore lussurioso, che imporpora le gote di Emma (da giovinetta ai Bertaux come
da adultera alla Huchette); è colore principe dell'alcova matrimoniale e non. Il passo
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seguente ne fornisce un ottimo esempio:
Le lit était un grand lit d'acajou en forme de nacelle. Les rideaux de levantine rouge, qui descendaient
du plafond, se cintraient trop bas du chevet évasé ; et rien au monde n'était beau comme sa tête brune
et sa peau blanche se détachant sur cette couleur pourpre, quand, par un geste de pudeur, elle se
fermait ses deux bras nus, en se cachant la figure dans les mains. (14)
Il rosso, moltiplicato dalle tende di levantina che scendono dal soffitto giù in basso, sembra
fatto apposta per l'intimità della passione così come il nero sembra preparare il lettore al
tragico finale della storia affiorando sempre più - in semplici descrizioni come anche in
metafore e in funesti presagi - nella terza ed ultima parte del romanzo. Qui Flaubert spoglia
la sua eroina di tutti i colori vivaci che ha indossato nelle prime due parti,(15) per metterne in
risalto il pallore grazie a sfondi, vestiti e veli neri (16) fino alla scena della morte di Emma: "Il
fallut soulever un peu la tête, et alors un flot de liquides noires sortit, comme un
vomissement, de sa bouche." (17)
Come ha osservato Merlino, Madame Bovary è romanzo dell'intossicazione letteraria,
documentata dall'orrendo sapore d'inchiostro, durante l'agonia, e dal liquido nero che sgorga
dalla bocca della protagonista dopo la morte.(18)
[...] Giallo
Meno prevedibile mi pare, invece, il significato che assume il giallo. Apparso per la prima
volta in Novembre a suggello del cambiamento avvenuto non soltanto nella vita del
narratore-protagonista, ma anche nella scrittura, (23) il giallo torna col medesimo significato
in Madame Bovary. Questo colore viene evocato ogni qual volta si verifichi un cambiamento
nella vita di Emma. Si pensi ad esempio all'invito al ballo alla Vaubyessard, commentato dal
narratore come quelque chose d'extraordinaire dans sa vie: in un'occasione così eccezionale
Emma indossa une robe de safran pâle.(24) Questa esperienza la rende diversa proprio come
l'incontro con Rodolphe in cui è evocato sempre il colore giallo:
Mme Bovary prit la cuvette. Pour la mettre sous la table, dans le mouvement qu'elle fit en s'inclinant,
sa robe (c'était une robe d'été à quatre volants, de couleur jaune, longue de taille, large de jupe), sa
robe s'évasa autour d'elle sur les carreaux de la sale [...] (25)
E la corrispondenza ritorna copiosa in varie sequenze narrative: il risveglio alla Huchette, la
frequente presenza dell'Hirondelle (c'était une coffre jaune), la carta da parati della stanza
della Croix Rouge, l'amplesso in carrozza e la carta del pignoramento sono solo alcuni degli
episodi in cui viene confermato il valore del giallo. Si potrebbe persino affermare che il giallo
sia espressione cromatica del bovarismo stesso, dal momento che "l'être flaubertien ne se
fonde donc pas dans l'immobile: il recherche au contraire un mode d'existence où les
conditions et l'essence même de sa vie deviennent mobiles et sujettes à des renouvellements
périodiques." (26)
[…] Le note servono per dare i riferimenti col romanzo e tutti i testi
NOTE con cui si è confrontata la saggista
1) Y. Leclerc, Préface, a G. Flaubert, Mémoires d'un fou, Novembre et autres textes de jeunesse, GF-Flammarion,
Paris, 1991, pp.7-27, p.18
4. 2) D.L. Demorest, L'expression figurée et symbolique dans l'oeuvre de Gustave Flaubert, Slatkine Reprints,
Genèvre, 1967, p.618
3) G. Flaubert, Un parfum à sentir ou les Baladins, in Yvan Leclerc (a cura di), Mémoires d'un fou, Novembre et
autres textes de jeunesse, GF-Flammarion, Paris, 1991. D'ora in avanti questa edizione verrà citata sempre come
Un parfum à sentir, p.39
4) Un parfum à sentir, pp.60, 40
5) Un parfum à sentir, p.60
6) Un parfum à sentir, p.59 : « sa gorge si blanche, blanche comme du marbre le plus blanc.»
7) J-P. Richard, Stendhal et Flaubert, Editions du Seuil, France, 1954, p.223
8) G. Flaubert, Madame Bovary, Gallimard, France, 1972, p.401 (d'ora in avanti questa edizione verrà citata
sempre come Madame Bovary): « Ah! c'est bien peu de chose la mort! Pensait-elle; je vais m'endormir, et tout sera
fini ! ». Ultima illusione di Emma è dunque quella di una morte letteraria, come soglia che si trapassa in modo
impercettibile.
9) Anche nel racconto Quidquid volueris il verde delle tende di seta della stanza di Djalioh sembra esprimere il
nostalgico legame con l'Eden naturale che il fanciullo aveva dovuto abbandonare a 16 anni, partendo dal Brasile
con Paul.
10) Madame Bovary, p.177
11) G. Flaubert, Plan et scénarios de Madame Bovary, a cura di Yvan Leclerc, C.N.R.S. Editions, Paris, 1995, pp.6,
10, 16 : « (Rodolphe Boulanger) chasseur hâlé en velours vert. »
12) F. Moretti, Il romanzo di formazione, Einaudi, Torino, 1999, p.276: Lheureux è quasi la personificazione della
distruzione capitalistica, filo conduttore di quella che Franco Moretti definisce tragedia del consumatore.
13) Sul tema vedi R. Arnheim, Arte e percezione visiva, Feltrinelli, Milano, 1997
14) Madame Bovary, p.341
15) Emma ha sempre sfoggiato vestiti chiari e vivaci nel colore, quando il narratore ha ritenuto opportuno
soffermarvisi per descriverli: vestito di lana blu della giovane Emma ai Bertaux, pallido giallo zafferano indossato
al ballo alla Vaubyessard, vestito d'estate a quattro volants di un giallo più vivace della sua conoscenza di
Rodolphe, oppure quello tanto bianco da renderla quasi un fantasma nell'ultimo incontro notturno con lui, ed
infine il vestito di seta blu a quattro falpalà che sfoggia a teatro. Tutto questo fino all'inizio della fatidica terza
parte del romanzo, in cui Emma veste unicamente di nero (tranne che in una mascherata di mezza quaresima a
Rouen).
16) Madame Bovary, pp.312, 329, 332, 333, 340, 384, 399
17) Madame Bovary, p.419
18) G. Merlino, Avete letto Emma Bovary?, in F. Fiorentino (a cura di), Realismo ed effetti di realtà, Bulzoni,
Roma, 1993, p.94.
19) G. Flaubert, L'Education sentimentale, Garnier, Paris, 1964, pp.46, 67, 186, 342, 419. D'ora in avanti questa
edizione verrà citata solo come L'Education sentimentale.
20) Y. Leclerc, Gustave Flaubert L'Education sentimentale, Presses Universitaires de France, Paris, 1997, p.43
21) L'Education sentimentale, p.199
22) Y. Leclerc, Gustave Flaubert L'Education sentimentale, cit., pp.83, 84, 85
23) G. Flaubert, Novembre, in Yvan Leclerc (a cura di), Mémoires d'un fou, Novembre et autres textes de jeunesse,
GF-Flammarion, Paris, 1991, pp 436, 437: «les fenêtres étaient ouvertes, mais des grands rideaux jaunes, tombant
jusqu'à terre, arrêtaient le jour, l'appartement était coloré d'un reflex d'or blafard [...] elle se tenait ainsi debout, en
face de moi, entourée de la lumière du soleil qui passait à travers le rideau jaune et faisait ressortir davantage ce
vêtement blanc et cette tête brune.» L'iniziazione sessuale del giovinetto, commentata come un cambiamento («je
me trouvais tout changé»), si staglia, dunque, sullo sfondo giallo. Ma inequivocabile è anche un atteggiamento
stilistico nuovo, più distaccato dalla confessione personale e romantica: grazie all'espediente del manoscritto
ritrovato, infatti, Flaubert fa nascere il mito dell'impassibilità adottando una narrazione in terza persona. E' forse
per questo che egli stesso, in una lettera a Louise Colet datata 2 dicembre 1846, definisce questo racconto clôture
de ma jeunesse.
24) Madame Bovary, pp.77, 83. Il giallo è presente sin dai piani generali del romanzo, dove però colora il gilet del
Visconte anziché il vestito di Emma. Cfr. G. Flaubert, Plan et scénarios de Madame Bovary, cit., p.29 : « le vicomte
de*. gilet jaune l'essayez à Emma. à la porte se heurte passe la mains sous son gilet. sensation de son corps à
travers le linge se remet à sa place étourdie le regarde valser. »
25) Madame Bovary, pp.178, 179
26) J-P. Richard, Stendhal et Flaubert, cit., p.169