Presentazione per il XII convegno nazionale dei sociologi dell'ambiente, "Politica, ecologia e società nell'Antropocene", Università degli studi di Salerno, 26-27 Settembre 2019
1. Università di Salerno, Dip. di Studi Politici e Sociali (DiSPS)
XII convegno nazionale dei sociologi dell'ambiente
Politica, ecologia e società nell'Antropocene
26-27 Settembre 2019
via Giovanni Paolo II, 132 - Fisciano (SA)
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia
di Giuseppe Carpentieri
27 set, 9.00 – 11.30 Parte III - sessioni in parallelo
Sessione B: La bioeconomia tra modernizzazione ecologica e nuovi cicli di
accumulazione capitalistica
Coordinatori: Antonio Di Stasio (Università di Salerno), Samadhi Lipari (University of
Leeds), Fabricio Rodríguez (Friedrich Schiller University – Jena)
2. Il convegno mette al centro della discussione le modalità secondo cui i rapporti politici, sociali ed ecologici si sono
riorganizzati e si stanno riorganizzando all’interno del periodo che in molti riconoscono e definiscono come
antropocene.
Il concetto di antropocene viene assunto, tuttavia, criticamente. Da un lato, si riconosce il grado di incertezza che il
confronto scientifico esprime nei suoi riguardi, sottoponendolo ad un intenso dibattito. Dall’altro, si evidenzia
l’omogeneità geografica, sociale e politica a cui tale concetto fa riferimento, ponendo in secondo piano le
disuguaglianze che, invece, caratterizzano le relazioni socio-ecologiche nel tempo, con riferimento, ad esempio, ai
rapporti coloniali e neocoloniali, a quelli di genere e a quelli tra natura umana e nature extra-umane. L’antropocene
segna un campo in movimento, sia dal punto di vista della qualità delle relazioni socio-ecologiche, sia dal punto di
vista degli aspetti epistemologici e metodologici che guidano le attività di ricerca e conoscenza.
È a questa turbolenza che si vuole dare rilevanza e profondità teorica ed empirica, ponendo in evidenza gli intrecci
attivi tra politica, società ed ecologia negli ambiti che si ritengono rilevanti. Su questa base e in considerazione della
molteplicità di approcci e ambiti di ricerca che tradizionalmente caratterizzano la sociologia dell’ambiente in Italia, il
Convegno ospita 12 sessioni, insieme alla relazione introduttiva di Jason W. Moore della Binghamton University e un
dibattito con esponenti di movimenti e lotte socio-ecologiche.
Università di Salerno, Dip. di Studi Politici e Sociali (DiSPS)
XII convegno nazionale dei sociologi dell'ambiente
Politica, ecologia e società nell'Antropocene
26-27 Settembre 2019
3. • Sessione B: ecologia, migrazioni, accumulazione capitalistica
• Coordinatori: Antonio Di stasio (Università di Salerno), Samadhi Lipari (University of Leeds), Fabricio
Rodríguez (Friedrich Schiller University – Jena)
• Cláudia Guedes e Tânia Elias Magno da Silva - Insicurezza Ambientale: le dighe brasiliane
• Inês Vieira - Migrazioni e questioni ambientali dalle prospettive dei migranti e dei rifugiati -
rimettere in discussione l'ambiente tra i fattori che motivano la migrazione
• Ciro Balzano - Spazi di rivoluzione nei vuoti dell’Antropocene: una lettura postcoloniale.
• Samadhi Lipari e Fabricio Rodríguez - La bioeconomia tra modernizzazione ecologica e nuovi cicli di
accumulazione capitalistica
• Alfredo Agustoni, Alfredo Alietti, Dario Padovan - Migration, racism and enviromental crisis
• Giuseppe Carpentieri - La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia
• Enrico Milazzo e Michele Bandiera - Ecology of the healing: knowledge and bio-politics in Capo
Leuca
• Milena Greco - I rischi correlati all’ inquinamento elettromagnetico. Il ruolo dei movimenti sociali
e della ricerca “indipendente” nella elaborazione di narrazioni e pratiche resistenti
Dipartimento di Studi Politici e Sociali
XII convegno nazionale dei sociologi dell'ambiente
Politica, ecologia e società nell'Antropocene
27 Settembre 2019 III sessione in parallelo
9,00 – 11,30 aula SSC 8
4. DI GIUSEPPE CARPENTIERI
• CONTESTI TERRITORIALI
• CAPITALISMO E POLITICHE URBANE
• L’APPROCCIO BIOECONOMICO
• LA GESTIONE DEI PROCESSI
• GLI ASPETTI LEGISLATIVI
• RIGENERAZIONE
I contenuti della presentazione sono appunti estratti dalla tesi di laurea magistrale in Architettura (Uni Parma, DIA) di Giuseppe Carpentieri
5. La regressione demografica delle grandi città nel mondo occidentale e la distrofia
causata dallo sviluppo incontrastato della dimensione delle città del terzo mondo sono
fenomeni chiaramente riconoscibili . «La quasi totalità dell'urbanizzazione mondiale
interessa le città in via di sviluppo» mentre nell'Occidente sembra non esistere più una
relazione diretta fra aumento della produttività e crescita della popolazione urbana,
«siamo di fronte cioè a un'urbanizzazione globale che in molti casi sembra non essere
sostenuta da un motore economico adeguato alla propria crescita». Generalmente se
l'espansione delle aree urbane è condizionata dall'aumento demografico, tale
correlazione non riguarda l'Italia e l'Europa.
Benevolo, Op. cit. , 2009.
Barbieri, È successo qualcosa alla città. Manuale di antropologia urbana, Donzelli, 2010, pag. 3.
Ivi, pag. 4.
I CONTESTI TERRITORIALI
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
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6. I CONTESTI TERRITORIALI
Entro il 2050 quasi il 67% della popolazione globale vivrà in aree urbane, rispetto al
52% del 2011. Mentre questa è la prospettiva del resto del mondo (Africa e Asia), cioè
l'urbanizzazione; in Europa e negli USA la prospettiva ha una direzione opposta: la
deurbanizzazione che può essere affrontata con una giusta percezione "rigenerativa".
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
Popolazione nelle città, fonte immagine Nazioni Unite
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7. Secondo Peter Taylor e il programma Globalization and World Cities (GaWC) sono le
funzioni delle città e i loro collegamenti a determinare i cambiamenti, e tale teoria
ricalca l'approccio di David Harvey circa le agglomerazioni e l'interpretazione del
mondo osservando le politiche urbane e i processi di accumulazione del capitale.
Alcuni effetti di questo cambiamento si mostrano in una crescita informale delle città
(slums), una polarizzazione dello scenario urbano, cioè un cambiamento urbano
sbilanciato verso i Paesi del terzo mondo e lo stimolo dei flussi migratori delle
popolazioni. Altri effetti sono, secondo gli studi regionali, le disuguaglianze territoriali.
Nelle agglomerazioni urbane coesistono ricchezza e povertà, con un aumento delle
disuguaglianze economiche, sociali e di riconoscimento sia all’interno delle aree
urbane estese, e sia fra le città e i territori rurali in stato di abbandono.
Painter & Jeffrey, Geografia politica, Torino, 2011.
Studi sulle dimensioni territoriali delle disuguaglianze sono stati pubblicati da Hubner, Barca, Rodriguez-Pose, Rosés e Wolf.
I CONTESTI TERRITORIALI
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
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8. Popolazione al
1951
Picco %
crescita
Popolazione al
2011
%
contrazione
1 Roma 1.651.000 2.840.000 41,8% 2.617.000 8,5%
2 Milano 1.274.000 1.732.000 26,4% 1.242.000 39,4%
3 Napoli 1.011.000 1.227.000 17,6% 962.000 27,5%
4 Torino 719.000 1.168.000 38,4% 872.000 33,9%
5 Palermo 490.692 701.778 30% 657.561 6,7%
6 Genova 688.447 816.872 15,7% 586.180 39,3%
7 Bologna 340.526 490.528 30% 371.337 32,1%
8 Firenze 374.625 457.803 18,1% 358.079 27,8%
9 Bari 268.183 371.022 27,7% 325.933 13,8%
10 Catania 299.629 400.048 25,1% 293.902 36,1%
11 Venezia 316.891 363.062 12,7% 261.362 38,9%
12 Verona 178.415 266.205 32,9% 252.250 5,5%
13 Messina 220.668 260.118 15,1% 243.262 6,9%
14 Padova 167.672 243.678 31,1% 206.192 18,1%
15 Trieste 272.522 272.723 0% 202.123 34,9%
16 Taranto 168.944 244.101 30,7% 200.154 21,9%
17 Brescia 142.059 210.047 32,3% 189.902 10,6%
18 Prato 77.631 185.456 58,1% 185.456 0%
19 Reggio
Calabria
140.734 180.817 22,1% 180.817 0%
20 Modena 111.364 180.312 38,2% 179.419 0,4%
21 Parma 122.978 175.895 30% 175.895 0%
22 Perugia 95.310 162.449 41,3% 162.449 0%
23 Reggio
Emilia
106.726 162.082 34,1% 162.082 0%
24 Livorno 142.333 175.741 19% 157.052 11,8%
25 Ravenna 91.513 153.740 40,4% 153.740 0%
26 Cagliari 130.511 219.648 40,5% 149.883 46,5%
27 Foggia 97.504 156.467 37,6% 147.036 6,4%
28 Rimini 69.873 139.601 49,9% 139.601 0%
29 Salerno 90.970 157.385 42,1% 132.608 18,6%
30 Ferrara 133.949 154.066 13% 132.545 16,2%
31 Sassari 69.511 123.782 43,8% 123.782 0%
32 Monza 73.114 123.845 40,9% 119.856 3,3%
33 Siracusa 66.090 125.941 47,5% 118.385 6,3%
34 Latina 35.187 117.812 70,1% 117.812 0%
35 Pescara 65.466 131.330 50,1% 117.166 12%
36 Forlì 77.508 116.434 33,4% 116.434 0%
37 Trento 62.887 114.198 44,9% 114.198 0%
38 Bergamo 104.166 128.096 18,6% 115.349 11%
39 Vicenza 79.862 116.620 31,5% 111.500 4,5%
40 Terni 84.403 111.564 24,3% 109.194 2,1%
41 Giugliano in
C.
26.310 108.793 75,8% 108.793 0%
Totale 10.740.173 15.587.059 31% 13.172.289 18,3%
Popolazione al
1951
Picco % crescita Popolazione al
2011
% contrazione
I CONTESTI TERRITORIALI – LE CITTA’ IN CONTRAZIONE
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
Le città hanno un proprio ciclo vita e nel
corso dei decenni crescono o si
contraggono. La trasformazione del
capitalismo ha innescato un processo di
contrazione demografica per buona parte
delle principali città italiane.
La contrazione delle città, dei comuni
centroidi, ha innescato la crescita dei
comuni limitrofi favorendo la nascita
di nuove città più estese.
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9. I CONTESTI TERRITORIALI – urbanizzazione italiana
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
fonte immagini ISTAT
Grado di urbanizzazione, ISTAT,
2001.
Agglomerati morfologici urbani,
ISTAT, 2001.
Mappa dei sistemi urbani e
metropolitani, fonte CRESME su
dati ISTAT, 2007.
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10. I CONTESTI TERRITORIALI – i sistemi locali del lavoro
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
fonte immagini ISTAT
Sistemi locali per caratteri
socio-demografici e
dell'insediamento residenziale,
anni 2011-2014
Sistemi locali per sotto classe
specializzazione produttiva,
anno 2011. ISTAT, Rapporto
annuale 2015.
Consumo del suolo nei sistemi
locali, anno 2011. ISTAT,
Rapporto annuale 2015.
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11. I CONTESTI TERRITORIALI – LE DISUGUAGLIANZE
Secondo il “Forum Disuguaglianze Diversità” in Italia le disuguaglianze hanno una
dimensione territoriale precisa che risponde alle politiche economiche oltre che al
capitalismo urbano; in particolar modo le disuguaglianze sono aumentate a partire
dagli anni ’80 quando si scelse di ridurre le politiche pubbliche per favorire il mercato
neoliberista, questo cambio culturale politico ha aumentato povertà e disagi. Sempre
secondo il “Forum”, oltre al già noto divario fra Nord e Sud, si aggiunge il divario fra
città e territori rurali, cioè le aree interne; e si riscontrano differenze economiche e
sociali anche nelle aree urbane, fra quartieri e quartieri.
Le disuguaglianze sono di tre tipi: economiche, cioè la disparità nei redditi; le disuguaglianze sociali, cioè la disparità nell’accesso e nella qualità
dei servizi; e le disuguaglianze di riconoscimento quando la collettività non riconosce ruoli, valori e aspirazioni delle persone.
< https://www.forumdisuguaglianzediversita.org/dimensione-territoriale-disuguaglianze/> (consultato il 10 maggio 2018).
< https://www.forumdisuguaglianzediversita.org/wikiforum/#inversione-politiche> (consultato il 10 maggio 2018).
«Il sociologo svedese Goran Therborn scrive (come cita Salvatore Veca in un suo breve saggio sugli effetti della disuguaglianza) che “è una
violazione della dignità umana, la negazione della possibilità che ciascuno possa sviluppare le proprie capacità, prendendo molte forme e
provocando molte conseguenze: morte prematura, salute cattiva, umiliazione, subordinazione, discriminazione, esclusione dalla conoscenza e/o
da dove si svolge prevalentemente la vita sociale, povertà, impotenza, mancanza di fiducia in sé stessi e di opportunità e possibilità della vita.
Non è quindi solo questione delle dimensioni del proprio portafoglio. E’ un ordinamento socio-culturale che riduce le capacità, il rispetto e il
senso di sé, così come le risorse per partecipare pienamente alla vita sociale”» (<http://www.repubblica.it/solidarieta/equo-e-
solidale/2018/05/23/news/disuguaglianze_i_numeri_e_i_luoghi-197148657/>, consultato il 2 giugno 2018).
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
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12. Negli anni Settanta, Immanuel Wallerstein concepì la teoria del sistema mondo
argomentando sul fatto che il sistema capitalista mondiale è la causa della
dipendenza e del sottosviluppo, poiché il capitalismo stesso crea diversi sistemi del
lavoro favorendo divisioni e gerarchie di Stati o regioni. Il sistema crea Stati centro,
aree semiperiferiche e periferiche e ciò costituisce un sistema di scambio diseguale in
cui gli Stati centro dominano la semiperiferia e la periferia.
Greiner, Dematteis, Lanza, Geografia umana. Un approccio visuale, Milano, 2012.
Conti, Giaccaria, Rossi, Salone, Geografia economica e politica, Milano, 2014.
CAPITALISMO E POLITICHE URBANE
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
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13. John Friedmann suggerì di interpretare il ruolo delle città-mondo come luoghi ed
espressione della globalizzazione, restando all'interno dello schema centro-periferia.
In tal senso i geografi parlano di mobilità delle politiche come la capacità di mettere
in competizione le città per attrarre investimenti esteri, ed uno degli effetti di
queste politiche è l’aumento delle disuguaglianze economiche, sociali e di
riconoscimento fra le aree urbane e le zone rurali in abbandono. Il mondo
interpretato come centro-periferia sembra essere destinato a essere sostituito da
una struttura geografica alternativa, comprendente un mosaico globale di città in
ripresa, che funzionano come motori economici e attori politici su scala mondiale.
Greiner, Dematteis, Lanza, Geografia umana. Un approccio visuale, Milano, 2012.
Conti, Giaccaria, Rossi, Salone, Geografia economica e politica, Milano, 2014.
CAPITALISMO E POLITICHE URBANE
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
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14. David Harvey ha dedicato molti anni di studi e ricerche sul rapporto fra capitalismo e
urbanizzazione. Il suo approccio può aiutarci a capire la trasformazione urbana
avvenuta in Occidente poiché collega la teoria marxiana all'urbanizzazione. «Com'è
che il capitale si urbanizza? E quali sono le conseguenze di questa urbanizzazione?»
Il capitalismo ha il fine principale di aumentare il valore di scambio (le merci), così
Harvey concentra la sua analisi sul fatto che «la circolazione di capitale si presenta
come movimento geografico nel tempo», e questa osservazione mostra che le
strutture geografiche dei mercati determinano la dinamica capitalista.
In L'esperienza urbana Harvey spiega il processo di urbanizzazione del capitale e le sue conseguenze.
𝑫 → 𝑴
𝑭𝑳
𝑴𝑷
… 𝑷 … 𝑴′
→ 𝑫 + ∆𝒅 → 𝒆𝒄𝒄. D denaro; M e M' merci; FL forza lavoro; MP mezzi di produzione; Δd profitto. Lo studio
dell'urbanizzazione nel capitalismo richiede attenzione alle dinamiche spaziali e temporali.
Harvey, L'esperienza urbana, Milano, 1998, pag. 31.
Ivi, pag. 33.
CAPITALISMO E POLITICHE URBANE
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
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15. Secondo David Harvey, il capitalismo agisce negativamente nel ruolo delle politiche
poiché le regioni urbane entrano in competizione fra loro, e ciò crea uno sviluppo
ineguale fra i territori fino a condurre in bancarotta le città, oppure relegando alcune
di queste a un ruolo di sottosviluppo.
Harvey, L'esperienza urbana. Metropoli e trasformazioni sociali, Milano, 1998.
CAPITALISMO E POLITICHE URBANE
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
Le differenze territoriali dagli indici compositi,
Benessere Equo e Sostenibile, ISTAT, 2017.
Disuguaglianze, gruppi sociali e distribuzione delle aree
all'interno dei singoli sistemi locali del lavoro (valori
percentuali sul totale della popolazione, fonte: ISTAT,
Rapporto Annuale, 2017).
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16. La proposta bioeconomica appartiene a una visione culturale completamente nuova
rispetto alla consuetudine dell'ultimo secolo, poiché si pone all'interno di un piano,
ove i rapporti giuridici non sono più prevaricati da logiche di prezzo e di mercato, ma
sono sottoposti al vaglio delle leggi della fisica e dell'etica. In tal senso, la visione
bioeconomica libera la pianificazione dai condizionamenti giuridici e finanziari, e
propone piani nel rispetto dei processi di flussi di materia, che possono rinvigorire
l'obiettivo principale dei pianificatori, cioè perseguire l'interesse pubblico
rispettando le risorse del territorio. E' la qualità del piano la priorità della
bioeconomia, qualità costruita su valori universali.
CAPITALISMO E POLITICHE URBANE – La proposta bioeconomica
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
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17. Ripensando il modello sociale è possibile fare valutazioni più corrette rispetto ai reali
bisogni degli abitanti, poiché i concetti di prezzo, costo e valore non esprimono lo
stesso significato. Se il progetto di rigenerazione urbana bioeconomica, attraverso
una corretta progettazione della morfologia urbana, esprime un valore è corretto
che l'intervento si realizzi; e ciò non vuol dire ignorare i costi, anzi vuol dire dare
priorità a considerazioni etiche, di qualità urbana e architettonica, e considerazioni
democratiche attraverso la partecipazione degli abitanti, coinvolgendoli
nell'investimento e nella gestione dei servizi post intervento. In questo
ragionamento la moneta è percepita come mezzo, non più come il fine, per arrivare
all'obiettivo di migliorare la qualità della vita senza condizionare la creatività
progettuale, o addirittura negare diritti grazie all'invenzione dell'economia.
CAPITALISMO E POLITICHE URBANE – La proposta bioeconomica
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
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18. ECOLOGIA MARXSISTA ECOLOGIA INDUSTRIALE ECOLOGIA URBANA
CONCEZIONE
DELLA METAFORA
Metabolismo come natura – società delle
relazioni
Metabolismo come organismo biologico Metabolismo come ecosistema
GRUPPI DI RETE 1) Politica ecologica urbana
2) “spaccatura” metabolica
1) Metabolismo urbano “tradizionale”
2) Scuola di metabolismo socio-economico di
Vienna
-
TEORIE/FIGURE
CHIAVE
Marx; Harvey; Bellamy-Foster; Smith;
Swyngedouw; Gandy; Kaika; Keil; Heynen
Lavoisier; EP Odum; HT Odum; Wolman; Ayers;
Kennedy; Fisher-Kowalski; Weisz; Schandl
Teoria dei sistemi complessi; EP Odum;
Pickett; Grimm; Alberti
ENFASI Come le dinamiche relazionali natura-
società creano risultati, includendo la
(ri)produzione di disuguaglianza e
rotture.
Potere sociale
Quantificazione di flussi e riserve
Ottimizzazione e riduzione generalizzata dei
materiali
Complessità interna dei processi
ecosistemici urbani
Interazioni dei sottosistemi
Funzioni ecosistemiche che informano
la sostenibilità
LINGUAGGIO Mobilità come rete circolare
Pianificazione come creazione di
ecosistemi
Dialettica Natura-Società
Produzione della natura
Mobilità come input-output
Flussi come principio generale
Oltre la città come ‘hinterland’
Mobilità come reazione ai problemi
Flussi come collegamenti struttura-
funzione
Trasformazioni interne
Ibridazione natura-società
METODI/MODELLI Materialismo storico
Approccio qualitativo
Approcci produzione-valutazione
Analisi di flusso dei materiali (MFA)
Analisi emergetica
Analisi del ciclo vita (LCA)
Modelli complessi ecologicamente
informati
CRITICHE/LIMITI
PERCEPITI
Rete accademica isolata
Metodologia civica
Costi sociali dell’ecologia
Dominio del marxismo
“scatola nera” dei processi urbani
Non pianificazione dell’entroterra
Dualismo natura-società
Flussi anziché riserve
Apolitica
Senso del limite della città
Apolitica
Complessità di costo dei flussi distanti
L’APPROCCIO BIOECONOMICO – Il metabolismo urbano
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La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
Fonte: Newell J.P., Cousins J., “The Bounders of urban metabolism: Towards a political-industrial ecology”, in Progress in human geography, dic. 2014
19. La rigenerazione urbana è un tema vasto che può condurre a processi decisionali
ambigui e può favorire soluzioni contraddittorie.
E’ opinione del sottoscritto che il concetto di bioeconomia in ambito urbano può
aiutare istituzioni, pianificatori e progettisti nel prendere decisioni migliori su piani e
processi di trasformazione urbana.
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
L’APPROCCIO BIOECONOMICO
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Ciclo vita di un territorio, fonte immagine Maria Chiara Torricelli, ES-LCA e patrimonio naturale, 2015.
20. L’APPROCCIO BIOECONOMICO
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
Condurre il concetto di bioeconomia nei piani di trasformazione urbana, ha la chiara
intenzione di ripensare le relazioni sociali, non solo al fine di mitigare le crisi
ambientali ma di offrire una prospettiva di sopravvivenza agli abitanti. Un piano
urbano bioeconomico rompe la dipendenza delle aree urbane dagli idrocarburi, e può
mutare i processi di accumulazione capitalista tipici delle rendite fondiarie e
immobiliari.
Dal punto di vista economico e sociale, in contesti urbani compromessi dalla cattiva
costruzione della città attraverso il piano bioeconomico si possono favorire un
riequilibrio territoriale e sociale all’interno delle stesse zone urbane consolidate,
poiché il piano evita di creare nuove rendite parassitarie, speculazioni e il famigerato
processo di gentrificazione.
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21. L’APPROCCIO BIOECONOMICO
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia
La tesi della bioeconomia mostra che la funzione della produzione secondo l'economia
neoclassica [𝑄 = 𝑓(𝐾, 𝑅, 𝐿)] è incompleta e persino fuorviante. «Il processo di
produzione standard viene rappresentato da una funzione che non fa distinzioni fra
agenti (capitale, forza lavoro e terra ricardiana) e flussi; questi ultimi sono gli elementi
che vengono trasformati dagli agenti, che invece entrano in un processo senza venire
incorporati nei prodotti ma solo fornendo dei servizi.
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Nicholas Georgescu-Roegen, diagramma input output, funzione produzione flussi-fondi.
22. La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia
L’approccio bioeconomico trae ispirazione dai principi della biologia (organismi viventi e scambio
con l’ambiente) e dalla fisica (termodinamica/entropia). Nicholas Georgescu-Roegen riscrive la
funzione della produzione capitalista e crea il sistema di flussi in ingresso e in uscita ->
metabolismo urbano.
L’APPROCCIO BIOECONOMICO
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23. Obiettivo Sostenibilità sociale-economica
3 obiettivi generali Coesione sociale Vivibilità ed equità Risorse economico-finanziarie
13 obiettivi fondamentali Mantenere il tessuto sociale economico
esistente
Garantire accessibilità economica
dell'abitare
Garantire fattibilità economico
istituzionale
Costruire un'identità a scala di quartiere Garantire connettività a scala urbana Garantire costruzione piano
economico finanziario
Garantire il mix sociale Garantire dotazione adeguata di
servizi/spazi pubblici
Garantire gestione piano
economico finanziario
Attivare processi di integrazione Garantire pluralità di percorsi Garantire il reperimento fondi
Garantire il benessere psico-fisico degli
abitanti
Obiettivo Sostenibilità ambientale-urbanistica
5 obiettivi generali Risorse e suolo Sistemi naturali Energia Aria Acqua
12 obiettivi fondamentali Riutilizzo area urbanizzata o
dismessa
Garantire la funzione
ecologica degli spazi
verdi
Uso delle risorse locali
rinnovabili
Ridurre
inquinamento da
combustibili fossili
Ridurre
consumi
acqua
potabile
Uso tecnologie efficienti
Ridurre il consumo di suolo Ridurre fabbisogno energetico
per mobilità
Ridurre fabbisogno energia
per riscaldamento
Assicurare la funzione
idrogeologica
Ridurre consumi di energia
elettrica
Fonte: Mele, La valutazione partecipata e sostenibile di piani di rigenerazione urbana per il social housing, Milano, 2015.
L’approccio bioeconomico e il metabolismo urbano e territoriale
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia
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24. Il cosiddetto metabolismo urbano, con l’analisi dei flussi in ingresso e in uscita, è in
grado di costruire meta-progetti e quadri culturali individuando le funzioni territoriali
per orientare i piani all’uso razionale dell’energia e valutare l’impatto sociale delle
scelte.
Ad esempio, la scuola territorialista con la valida proposta interpretativa della
“bioregione urbana”, interpreta i valori identitari del territorio e delle comunità locali
favorendone un corretto uso.
Secondo lo scrivente, l’auspicio è quello di ridurre lo spazio del mercato per
aumentare lo spazio delle comunità con scambi non necessariamente mercantili.
Distinguendo i “beni” dalle “merci” anche nella valutazione dei progetti di
trasformazione urbana è possibile eliminare gli effetti speculativi di progetti costruiti
sul surplus delle rendite immobiliari.
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
L’APPROCCIO BIOECONOMICO
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25. Un corretto disegno urbano può orientare e controllare tale processo per tutelare i
ceti economicamente più deboli, così come può tutelare le risorse naturali e il
paesaggio urbano.
Nell’ambito urbano e degli insediamenti umani, l’approccio bioeconomico supera la
dipendenza dagli idrocarburi e ripensa il processo di accumulazione capitalista, e
non lo elimina del tutto. Un’economia urbana bioeconomica consente alle città di
accrescere mercati autarchici, si pensi all’autosufficienza energetica e al consumo di
risorse locali, così come il riuso dei materiali, e questa strategia di mercato si integra
al mercato globale, non lo sostituisce. La differenza fra il paradigma attuale e quello
bioeconomico consiste nel fatto che il secondo aiuta le comunità locali nel ridurre la
dipendenza da fattori esterni ai territori.
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
L’APPROCCIO BIOECONOMICO
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26. Funzioni di uso del territorio Attività Processi analizzati in E-
LCA (Environmental Life
Cycle Assessment)
Categorie di valutazione
considerate in S-LCA
(Social Life Cycle
Assessment)
Attività industriali e
commerciali
LUF1: fornitura di prodotti primari Agricoltura
Allevamento
Caccia
Silvicoltura
Pesca e allevamento pesci
Processi a monte, processi di
produzione e processi di fine
vita
Lavoratori, consumatori, comunità
locali, attori della catena del valore
escluso consumatori
LUF2: fornitura di prodotti e servizi
industriali e commerciali
Produzione fabbricazione diversi
settori industriali
Processi a monte, processi di
produzione e processi di fine
vita
Lavoratori, consumatori, comunità
locali, attori della catena del valore
escluso consumatori
Servizi sul posto
LUF3: fornitura di servizi per attività
ricreative, per la cultura, per la
salute e il sociale
Turismo, ristoro, spettacolo, musei,
istruzione, ricerca, servizi sanitari,
servizi sociali, sport ecc.
Processi gestionali, di consumo
e di utilizzo
Lavoratori, consumatori,
comunità locali, attori della
catena del valore escluso
consumatori
Infrastrutture
LUF4: dotazione di insediamenti e
infrastruttura per attività
produttive, commerciali e di servizio
Costruzioni industriali, del
commercio, dei servizi
Intero ciclo di vita delle costruzioni e
infrastrutture compreso la gestione
operativa e la manutenzione
Lavoratori, consumatori,
comunità locali, società
LUF5: dotazione di insediamenti e
infrastrutture per la residenza e
relativi servizi
Costruzioni residenziali e dei
servizi primari
Intero ciclo di vita delle costruzioni e
infrastrutture compreso la gestione
operativa e la manutenzione
Lavoratori, consumatori,
comunità locali, società
LUF6: dotazione di infrastrutture di
trasporto e porti, reti e servizi
Infrastrutture viarie ferroviarie,
aeroportuali e porti reti e sistemi di
trasporto
Intero ciclo di vita delle costruzioni e
infrastrutture compreso la gestione
operativa e la manutenzione e i sistemi
di trasporto
Lavoratori, consumatori,
comunità locali, società
Risorse
LUF7: dotazione di risorse naturali
abiotiche. Qualità e tutela
Estrazione di minerali energetici
Estrazione di minerali non
energetici
Impianti FER
Approvvigionamento idrico
Intero ciclo di vita delle dotazioni e
infrastrutture compreso la gestione
operativa e la manutenzione e i sistemi
di rete
Lavoratori, consumatori,
comunità locali, società
LUF8: dotazione di risorse naturali
biotiche. Qualità e tutela
Parchi e aree protette
Reti ecologiche
Intero ciclo di vita delle dotazioni e
infrastrutture compreso la gestione
operativa e la manutenzione
Lavoratori, consumatori,
comunità locali, società
L’APPROCCIO BIOECONOMICO, il sistemi dei flussi costruito da Maria Chiara Torricelli
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27. L’APPROCCIO BIOECONOMICO, Rotterdam flussi di materia
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La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
Consorzio di Ricerca: Metabolic, Circle economy, Blue City, Spring Associates. Autori: Eva Gladek, Pieter van Exter e altri. Il sistema dei flussi di
materia di Rotterdam in Circular Rotterdam
28. L'attuale gestione dei processi di trasformazione e di rigenerazione urbana risente
dell'assenza di un'organica e matura legge urbanistica nazionale, che dovrebbe avere
come obiettivo complessivo quello di garantire i diritti dell'uomo tenendo conto dei
cambiamenti sociali, anche attraverso la gestione e la manutenzione del territorio,
senza trascurare la fragilità dei territori stessi (rischio sismico e idrogeologico).
Secondo lo scrivente, l'ambito amministrativo ideale per governare e proporre la
rigenerazione urbana e territoriale non è più quello degli attuali municipi ma un'area
più vasta e intercomunale, e tali piani abbisognano di una regia pubblica con una
forte, significativa e matura partecipazione dei cittadini, allo scopo di fare bene
programmi, piani e progetti della trasformazione urbana attraverso un approccio, si
multidisciplinare, ma che non trascuri gli aspetti ecologici e sociali.
LA GESTIONE DEI PROCESSI
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
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29. Secondo lo scrivente, a seguito delle analisi urbane e territoriali, cioè delle
dinamiche innescate dai cambiamenti economici e sociali che rappresentano una
complessa armatura urbana, è necessario riorganizzare la competenza urbanistica
degli enti locali. Esiste una discrasia fra i fenomeni urbani e il limite amministrativo
della competenza territoriale. Non si tratta di riperimetrare i municipi, o riformare
le istituzioni. I sistemi locali e l'armatura urbana vanno governati al fine di pianificare
il territorio e le aree urbane secondo i principi della rigenerazione bioeconomica.
LA GESTIONE DEI PROCESSI - SPERIMENTARE
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
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30. Ecco schematizzato in pochi passaggi quale dovrebbe essere l'indirizzo culturale di
un piano di rigenerazione urbana: 1) conservare il centro storico (zona omogenea
A); 2) recuperare le periferie (zona B); 3) vincolare il periurbano per evitare
un'espansione dell'area urbana. È necessario ridurre o cancellare gli insediamenti
industriali insalubri di prima categoria e ridurre quelli commerciali (zona D), e non
prevedere nuove espansioni (zona C). È necessario ampliare e/o valorizzare le aree
agricole (zone E), le attrezzature e gli impianti di interesse generale (zona F). Per
quanto riguarda il recupero delle zone consolidate (le periferie) ciò dovrebbe
avvenire con l'analisi urbanistica e con criteri di valutazione qualitativa (cellula
urbana, densità, morfologia urbana, bellezza e decoro, mixitè funzionale e sociale,
sostenibilità e uso razione dell'energia, etc.) poiché bisogna valutare come
rigenerare la forma urbana e come recuperare il patrimonio edilizio esistente.
LA GESTIONE DEI PROCESSI - SPERIMENTARE
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
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31. La natura giuridica della disciplina urbanistica ha le sue radici nella storia e nella
Costituzione (art.2, 3 e 9): «la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili
dell'uomo»; «è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico
e sociale»; la Repubblica «tutela i paesaggio e il patrimonio storico e artistico della
Nazione». La legge urbanistica nazionale è persino anteriore alla carta
costituzionale, ma è solo con la pubblicazione del DM 1444/68 che si chiarisce,
ulteriormente, lo scopo giuridico dell'urbanistica, e cioè garantire i diritti dell'uomo,
il decoro e la bellezza delle città, quindi realizzare per gli abitanti una superficie
minima di territorio su cui costruire i servizi di cittadinanza: l'istruzione, il verde, i
servizi alla persona. Lo standard mq/ab diventa la misura del diritto minimo da
garantire per rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, e il vincolo
urbanistico lo strumento per favorire la tutela del paesaggio, tutelare il patrimonio
storico con la conservazione, e difendere il suolo con piani specifici.
GLI ASPETTI LEGISLATIVI
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
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32. La pianificazione urbanistica è l'attività finalizzata all'individuazione delle regole da
seguire per l'utilizzazione del territorio allo scopo di consentirne un uso corretto e
rispondente all'interesse generale. L'attività pianificatoria è discrezionale, libera nei
mezzi ma vincolata nel fine, pena l'illegittimità dell'azione stessa e del suo risultato.
La funzione propria dei piani è l'interesse pubblico primario, al cui perseguimento
rappresenta il parametro preordinato per identificare il legittimo contenuto di tutti i
piani.
Il diritto urbanistico non è affatto così chiaro e semplice, poiché regolamenta interessi
privati e l'uso del diritto della proprietà privata e pubblica; nel corso della storia si è
osservato che, spesso, tali interessi sono stati contrastanti, e tutt'oggi c'è conflitto.
GLI ASPETTI LEGISLATIVI
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
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33. Se volessimo sintetizzare un indicatore di benessere per la pianificazione urbanistica
sicuramente faremo degli errori poiché il processo di sintesi tende ad omettere, e la
cultura progettuale ha già individuato la misura delle quantità attraverso lo standard
mq/ab. Esiste, comunque, un'altra "misura" che si aggiunge allo standard, ed è il
concetto di ben-essere, di ben-vivere, e sicuramente l'architettura e l'urbanistica
hanno come obiettivo proprio il soddisfacimento del ben-vivere che trova un senso
pieno quando si distingue dal sopravvivere che significa sotto-vivere, «essere privati
delle gioie che la vita può portare».
Morin, Insegnare a vivere. Manifesto per cambiare l'educazione, Milano, 2015, pag. 20.
Ivi, Op. Cit. 2015
IMPIANTO CULTURALE A FAVORE DELLA RIGENERAZIONE BIOECONOMICA
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34. La ricerca del ben-vivere comporta aspetti psicologici, morali, di solidarietà e di
convivialità, e ciò richiede l'insegnamento di un saper vivere nella nostra società; e dal
punto di vista urbano, significa progettare servizi e spazi adeguati nella città, e nei
luoghi urbani e rurali significa coniugare il disegno urbano con l'uso razionale delle
risorse; quindi misurare e osservare la morfologia urbana per interpretarne un corretto
assetto del territorio può aiutare la progettazione di luoghi di benessere.
IMPIANTO CULTURALE A FAVORE DELLA RIGENERAZIONE BIOECONOMICA
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
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Benessere
psicofisico
Cultura(educazione, istruzione, relazioni ...) e carattere della persona
Occupazione utile
Comfort
ambientale
Edilizia (benessere termoigrometrico, acustico, efficienza energetica ...)
Urbanistica (morfologia urbana, mixité, servizi, bellezza, rapporto spazio
pubblico/privato, verde pubblico, accessibilità, impianto urbano, densità ...)
Territorio (clima, paesaggio, orografia, prevenzione dal rischio idrogeologico e
sismico ...)
35. I progettisti possono occuparsi del comfort ambientale e della "cultura" nel senso di
pianificare mq/ab, corrispondenti a determinati usi del suolo per spazi e luoghi
dell'educazione e della cultura. Anche in città dove questi spazi (servizi - mq/ab, DM
1444/68) esistono possono esser presenti condizioni di degrado sociale a causa della
disgregazione familiare (disoccupazione, basso potere d'acquisto) e della comunità
incapace di dare amore e sostegno ai propri figli. In ambiti urbani ove mancano i
servizi, famiglie e comunità sono la struttura portante per lo sviluppo umano. Già
Rigotti individuava il "fattore umano" come aspetto importante per la progettazione
e stabiliva che «per ogni comunità le caratteristiche principali determinanti sono il
genere di vita, l'elevatezza dei costumi, le credenze religiose, in una parola la civiltà»
IMPIANTO CULTURALE A FAVORE DELLA RIGENERAZIONE BIOECONOMICA
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
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36. In definitiva per avviare concretamente una rigenerazione urbana bioeconomica è
necessaria una volontà politica che adegui le norme vigenti ripensando i criteri
valutativi di piani e progetti a favore della sostenibilità forte, e cancellare le
famigerate "interpretazioni giuridiche paralizzanti". La normativa urbanistica è
ridondante circa i concetti di conservazione, il recupero e il riuso pertanto è
necessario un percorso d'integrazione e di semplificazione, ripristinando il ruolo
pubblico dello Stato nella pianificazione, sia per applicare l'interesse generale e
sia per educare la pubblica amministrazione a comportamenti etici, per arrestare il
prevalere degli interessi privati legati ai noti fenomeni speculativi favoriti dalla
cultura neoliberista che ha dominato negli ultimi decenni.
IMPIANTO CULTURALE A FAVORE DELLA RIGENERAZIONE BIOECONOMICA
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
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37. Il compito della rigenerazione urbana è quello di occuparsi dei tessuti urbani esistenti,
cioè le cosiddette zone consolidate, le zone di salvaguardia e i centri storici. La
rigenerazione può risolvere la crisi dell'urbanistica ripartendo dalla qualità del disegno
urbano. Il progetto urbano deve riappropriarsi di significati propri della città come la
bellezza e il decoro urbano, che conferiscono identità e qualità urbana allo spazio
pubblico. «La rigenerazione è un modello d'intervento sulla città in cui l'integrazione
tra gli aspetti sociali, culturali, economici, ambientali, e gli aspetti fisici e quantitativi
dello spazio urbano, contribuiscono a definire una vision per i progetti di territorio e di
paesaggio».
RIGENERAZIONE
La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia di Giuseppe Carpentieri
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39. Piccola bibliografia di riferimento
• Dimitra Babalis (a cura di), Ecopolis. Revealing and enhancing sustainable design, Alinea, 2006
• Catia Bastioli, Bioeconomia per la rigenerazione dei territori. Decarbonizzare l’economia e riconnetterla con la società si può, Edizioni ambiente, 2018
• Mauro Bonaiuti (a cura di), Nicholas Georgescu-Roegen, Bioeconomia. Verso un’altra economia ecologicamente e socialmente sostenibile, Bollati
Boringhieri, 2013
• Paola Bonora, Pier Luigi Cervellati, Per una nuova urbanità. Dopo l’alluvione immobiliarista, Diabasis, 2009
• Paola Bonora, Fermiamo il consumo di suolo. Il territorio tra speculazione, incuria e degrado, Il Mulino, 2015
• Maddalena Buffoli, Urban Health: strategie per la sostenibilità urbana, Franco Angeli, 2014
• Antonio G. Calafati, Città tra sviluppo e declino. Un’agenda urbana per l’Italia, Donzelli, 2014
• Stefano Campolongo (a cura di), Qualità urbana, stili di vita, salute, Hoepli, 2013
• Matteo Clementi, Valentina Dessì, Monica Lavagna, La rivoluzione sostenibile, Maggioli Editore, 2009
• Oriana Codispoti, Forma urbana e sostenibilità. L’esperienza degli ecoquartieri europei, ListLab, 2018
• Giuseppe Dematteis, Carla Lanza, Le città del mondo. Una geografia urbana, Utet, 2014
• Valentina Dessì, Progettare il comfort urbano. Soluzioni per un’integrazione tra società e territorio, Sistemi editoriali, 2007
• André Gorz, Ecologica, Jaca Book, 2009
• Serena Vicari Haddock (a cura di), Guido Martinotti sei lezioni sulla città, Feltrinelli, 2017
• David Harvey, L’esperienza urbana. Metropoli e trasformazioni sociali, Il Saggiatore, 1998
• David Harvey, Il capitalismo contro il diritto alla città, Ombre corte, 2016
• Arturo Lanzani, Città territorio urbanistica tra crisi e contrazione, Franco Angeli, 2015
• John J. Macionis, Vincent N. Parrillo, Prospettive urbane. Un approccio sociologico e multidisciplinare, Pearson, 2014
• Alberto Magnaghi (a cura di), La regola e il progetto, FUP, 2014
• Michele Manigrasso, Luciana Mastrolonardo, A.R.M.I. Adattamento Resilienza Metabolismo Intelligenza, Edicom Edizioni, 2014
• Luca Marescotti, Città tecnologie ambiente. Le tecnologie per la sostenibilità e la protezione ambientale, Maggioli Editore, 2009
• Marco Maretto, Ecocities. Il progetto urbano tra morfologia e sostenibilità, Franco Angeli, 2012
• Camilla Mele, La valutazione partecipata e sostenibile di piani di rigenerazione urbana per la social housing, Maggioli Editore, 2015
• Ezio Micelli, La gestione dei piani. Perequazione, accordi, incentivi, Marsilio, 2011
• Carol Monticelli, Life Cycle design in architettura, Maggioli editore, 2013
• Lucia Nucci, Verde di prossimità e disegno urbano. Le open space strategies ed i local development frameworks dei 31+1 boroughs di Londra, Gangemi
Editore, 2012
• Federica Ottone, Roberta Cocci Grifoni, Tecnologie urbane, ListLab, 2017
• Paolo Pileri, Che cosa c’è sotto. Il suolo, i suoi segreti, le ragioni per difenderlo, Altreconomia, 2016
• Wolfgang Sachs, Marco Morosini (a cura di), Futuro Sostenibile. Le risposte eco-sociali alle crisi in Europa, Edizioni Ambiente, 2011
• Claudio Saragosa, L’insediamento umano, Donzelli, 2005