Teoria generale-intelligenza emozionale-professori
El apoyo de la Comisión Europea para la elaboración de esta publicación no implica la aceptación de sus contenidos, que es responsabilidad exclusiva de los autores. Por tanto, la Comisión no es responsable del uso que pueda hacerse de la información aquí difundida.
Teoria generale-intelligenza emozionale-professori
1. MuseTeam Proyect
MUSETEAM ERASMUS+ 2018-ES01-K204-050530
MUSETEAM
PROGRAMMA DI FORMAZIONE PER I
PROFESSORI
L’Influenza dell’Intelligenza
Emotiva nella Formazione
Tecnologica
Libretto 1
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2. 2
MUSETEAM ERASMUS+ 2018-ES01-K204-050530
L’INTELLIGENZA EMOTIVA
INDICE
1 INTRODUZIONE.
3
2 LE EMOZ IONI
6
3 IL CONCETTO DI INTELLIGENZA EMOTIVA
12
3.1 CONSAPEVOLEZZA DI SE’ 14
3.2 AUTOCONTROLLO 16
3.3 AUTOMOTIVAZIONE 20
3.4 EMPATIA 24
3.5 ABILITA’ SOCIALE 26
4 FORMAZIONE NELL’ INTELLIGENZA EMOTIVA
28
5 CONCLUSIONE.
36
6 BIBLIOGRAFIA.
39
3. 3
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1.- INTRODUZIONE
Essere intelligente non vuol dire
esclusivamente saper risolvere i
problemi di matematica, comprendere ed
esprimersi in modo corretto, prendere
buoni voti... ma, avere una buona
capacità di adattamento e di risoluzione
per qualsiasi tipo di problema, che sia
della vita quotidiana, sociale o emotiva.
Horward Gardner (1983,1995) [ricevette il premio Principe delle Austrie nel 2011]
propone la teoria secondo cui in una persona vi sono diversi tipi di intelligenze.
Per cui non devono essere considerati intelligenti solo coloro bravi in matematica
o lingua, ma anche coloro bravi nella danza, musica o sport…
Gardner identifica sette tipi diversi di intelligenza. Figura 2.
Figura 1. Inteligencias múltiples por Margarita Rodríguez
Suárez
Figura 2. Intelligenza Multipla di Gardner. VÍdeo 2011 prezzi
2013
4. 5
PROGRAMA PROMECE del INTEF DEL MECD-España (2015)
1. Intelligenza linguistica: capacità di spiegare, discutere, persuadere con
efficacia, esprimendosi con la comunicazione orale o scritta e/o utilizzando i
mezzi di comunicazione..
2. Intelligenza logica matematica: capacità di maneggiare simultaneamente
molte variabili, creare ipotesi e riolvere rapidamente i problemi.
3. Intelligenza spaziale: capacità di realizzare lavori come letture di mappe,
visualizzazione di un oggetto visto da diverse angolazioni, costruire immagini
virtuali…
4. Intelligenza musicale: si relaziona con la percezione e produzione musicale,
come, per esempio, ricordare e captare concetti uniti a melodie.
5. Intelligenza cinetico-corporale. Abilità di utilizzare il corpo in diverse forme, per
esprimersi o terminare un lavoro.
6. Intelligenza interpersonale: destrezza nel comprendere gli altri, motivarli o cooperare con
loro
7. Intelligenza intrapersonale: capacità per la introspezione, di formare
un’immagine adeguata di ciò che uno è e di come si comporta.
Se vogliamo che i nostri alunni abbiamo successo nella vita, non possiamo
fermarci unicamente sullo sviluppo delle abilità accademiche, ma anche abilità
come la motivazione, l’intelligenza pratica, la forza dell’io, il controllo appropriato
delle emozioni, l’abilità sociale, la creatività... saranno fondamentali per questo
scopo. Figura 3.
5. 6
MUSETEAM ERASMUS+ 2018-ES01-K204-050530
Figura 3. Tipi di intelligenza e chi di solito la possiede
Nel progetto MUSETEAM si affronta l’intelligenza interpersonale e intrapersonale
che costituiscono l’intelligenza Emotiva.
La vera intelligenza Emotiva è quella che unisce le emozioni e il cognitivo. Queste
abilità, cognitivi ed emotive, devono svilupparsi insieme se vogliamo educare
integralmente i nostri alunni, Prendondo in considerazione tutta la loro persona;
sono intimamente relazionate, potendo attuare come causa e conseguenza nei
problemi che possiamo incontrare durante il nostro viaggio quotidiano.
Non possiamo separare l’intelligenza emozionale dall’intelligenza razionale, ma
l’armonizzazione di una e dell’altra aiuta il soggetto ad educarsi positivamente.
6. 7
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2.- LE EMOZIONI
Un’ emozione è uno stato affettivo che sperimentiamo, una reazione soggettiva
all’ambiente che viene accompagnata da cambi organici (fisiologici ed endocrini)
di origine innata, influenzate dall’esperienza. Le emozioni sono una funzione
adattiva del nostro organismo. E uno stato che sovviene subito e bruscamente,
sotto forma di crisi più o meno violenta e più o meno passeggera.
Nell’essere umano l’esperienza di una emozione generalmente racchiude un
insieme di cognizioni, attitudini e credenze sul mondo, che usiamo per valorizzare
una situazione concreta e, per cui, influiscono sul modo in cui viene percepita
tale situazione. Però le emozioni, nell’essere stati effettivi, indicano stati interni
personali, motivazioni, desideri, necessità e obbiettivi. Dunque e difficile sapere,
a partire dall’emozione, quale sarà il comportamento futuro di un individuo, ma
comunque può essere utile nell’intuirlo.
Roberto Aguado Romo (2014) considera che le emozioni necessitano di un
substrato biochimico e di una attivazione neurologica concreta, ovvero una
situazione stimolante che la reazioni in modo da produrre la risposta psico-
fisiologica che costituisce l’emozione. (Tabella 1, 1b, 2 e 2b)
Riconosce 10 emozioni basi, che demonima universi emozionali basici: rabbia,
tristezza, colpa, disgusto, paura, sopresa, sicurezza, ammirazione, allegria e
curiosità.
Classifica le emozioni basiche tra sgradevole, miste, gradevoli.
Prima di continuare visualizza il video di Sandra Burgos (in Spagnolo)
7. 8
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EMOZIONI BASICHE SGRADEVOLI
EMOZIONE
BÁSICA
UNIVERSI
EMOZIONALI (minore
a maggiore intensità)
SITUAZIONE
STIMOLANTE DA CUI
SI REAZIONA
AZIONE
PIATTAFORMA DI
AZIONE-
MOTIVAZIONE
TRISTEZZA
Dispacere,
svogliatezza,
scoraggiamento, noia,
abbattimento,
pessimismo,
frustrazione, tristezza,
afflizione, impotenza,
vulnerabilità, dolore,
vigliaccheria.
Avversità, rottura,
separazione, morte,
malattia, incapacità,
abbandono.
+ Perdita di un
oggetto di valore
+ mancanza di efficacia
Vulnerabilità
, penuria,
distruzione,
sensazione di
vuoto,
strappo, fine.
SPARIRE
+ Riduce le attività per
prevenire il trauma.
Rispetto agli altri
+ Suscita compassione
o empatia
PAURA
TIMIDEZZ
A
Timore, tensione,
ansia, angoscia,
disperazione,
paura, orrore,
panico, terrore,
timidezza, pavore.
Offesa, pericolo,
rischio, minaccia, un
altro attacco.
+ Coscienza
dell’essere osservato
(timidezza).
+ Percezione del
pericolo (rabbia)
+ Frustrazione
(ira)
Fuggire,
evitare,
perdere,
rimanere,
conservare,
mantenere.
FUGA
Riguardo a se stessi
+ Identifica la minaccia:
Fuga (paura)
Rispetto agli altri
+ Indicare
sottomissione.
Prevenire attacchi
RABBIA
IRA
Fastidio, avversione,
risentimento, collera,
irritabilità, ostilità,
rancore, vergogna,
rabbia, furia, invidia,
gelosia, ira, odio,
violenza.
Vincere,
distrugger
e,
convincere
,
eliminare,
cambiare.
ATTACCO
Riguardo a se stessi
+ proteggere eventuali
violazioni della privacy
(timidezza)
Identifica la minaccia:
Attacco (rabbia)
+Rimuovi ostacoli o
frustrazioni (rabbia)
Rispetto agli altri
+Indicare la necessità della
vita privata
+ Indicare la sottomissione.
+ Prevenire attacchi
o attacchi al
bersaglio
COLPA
Sbaglio, errore,
danno, imperfezione,
difficoltà, colpa,
imbarazzo, pudore,
vergogna,
autopunizione.
Fallimento, offesa,
rottura, reato,
peccato.
+ Riconoscere di aver
fatto qualcosa di
sbagliato quando la
fuga non è possibile
Riflettere,
rifare,
seconda
opportunità,
cambiare.
RIPARARE
Riguardo a se stessi
+ Proverà a riparare l'offesa
Rispetto ad altri
+ Produce posture sumine
per ridurre la possibilità
d'attacco
8. 9
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DISGUSTO
DISPREZZO
Rifiuto, animosità,
avversione,
disgusto,
ripugnanza, odio,
disprezzo,
repulsione, tirannia.
Velenoso, ripugnante,
dannoso, improprio.
+ Percezione di
sostanze o individui
nocivi (disgusto)
+ Percezione di
superiorità (disprezzo)
Rifiutare,
denotare,
separare,
rimuovere,
nascondere.
AVVERSIONE
Riguardo a se stessi
+ Repeler cose nocive (asco)
+Organizzare e mantenere la
superiorità (disprezzo)
Rispetto agli altri
+Indicare dominanza
negli altri (disprezzo)
Tabella 1. Emozioni basiche secondo Aguado Romo (2014).
9. 1
0
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EMOZIONI BASICHE SGRADEVOLI
Emozione
(PIATTAFORMA
AZIONE)
BIOCHIMICA ATTIVATA
STRUTTURE
NEUROLOGICHE ATTIVATE
RISPOSTA FISIOLOGICA
COMUNICAZIONE
CORPORALE E FACCIALE
Tristezza
(SCOMPARIRE)
-Non c'è
neurotrasmissione.
Sistema esaurito. GABA
molto attivato.
Acetilcolina attivata fino a
quando si disattiva in
estrema tristezza
L'ipotalamo e la corteccia
prefontrale ventromedicale
sono strutture attivate a
livelli medio-alti di
tristezza. Quando il livello
di tristezza è alto, non ci
sono strutture attivate.
L'area cingolare precedente
ha a che fare con la
sofferenza, ma quando la
tristezza è intensa e non si
soffre più, si
disattiva questa zona.
- Pressione toracica e
sangue a interiora.
-Perdita del tono
muscolare.
-Necessità di posizione
fetale.
-Aumento della pressione
sanguigna.
-Cambiamenti del ritmo del
sonno
-Perdita di appetito.
- Angolo verso l'alto
delle estremità
interne delle
sopracciglia.
-Voce gutturale,
singhiozzo.
-Palpebra superiore
piegato.
-Tocco di labbra
verso il basso.
-Labbro inferiore
denunciato.
-Sensazione di
freddo.
-Occhi a terra..
Paura
(FUGA)
Noradrenalina
(Glutammato molto alto)
Locus Coeruleus.
Tonsille.
- Sangue verso braccia e
gambe, muscolatura
scheletrica in profondità
-Attivazione della simpatica..
ritmo respiratorio eritmo
cardiaco
digestione
- Pallore
- Fuga.
- Paralisi
- Richiesta di assistenza.
- Sensazione di freddo
Rabbia
(ATTACCO)
Noradrenalina e
dopamina(Glutammato
molto alto). Più do-
pamina più vicino alla
violenza
Sostanza nera e area
tegmentale ventrale, striato,
tonsille, ipotalamo
- Sangue sale alla testa e
muscolatura periferica.
-Attivazione simpatica.
tensione muscolare,
mandibole, respirazione
toracica e agitata.
- Labbra affinate.
-Elevazione delle
palpebre superiori.
-Abbassa le sopracciglia.
-Voce gutturale, tono
della voce,
-Sospiri, agitazione
respiratoria.
-Sensazione di calore.
Colpa
(RIPARARE)
Riorganizzare l'intero
apparato noradrenergico-
dopaminergico per carenza
di serotoninergico. È più
legato al glutammato che al
GABA
- Area cingolare,
-Nucleo caudato.
-Ínsula.
-Amigdala.
-Corteccia prefrontale.
- Sangue alla testa.
-Arrossamento.
-rallentare il movimento.
-Movimenti laterali del viso
(come fanno i cani per togliere
l'acqua)
Simpática.
- Sguardo verso il basso.
-Occhi chiusi.
-Labbro inferiore stretto
al superiore
-Triangolo mento-naso
rugoso.
-Sensazione di calore.
Disgusto (AVVERSIONE)
Noradrenalizza e
Dopamina con glutammato
a bassa attivazione
- Glanglios basali
-Aree preottiche.
-Area cingolare.
-Comisura precedente.
-Insula
- Sangue allo stomaco
e gola (conati di
vomito).
-Abbassa la soglia
dell'odore. Smetti di
respirare.
-Aumento della capacità visiva
-Stringe il naso
-Si contrae
sopracciglio.
- Bocca tesa, chiudi i
denti.
-Ritiro della testa e
dello sguardo.
-Mani sugli occhi.
Tabella 1.b. Emozioni basiche secondo Aguado Romo (2014) (cont.)
11. 1
2
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EMOZIONI BASICHE MISTE
Emozione
(PIATTAFORMA AZIONE)
BIOCHIMICA ATTIVATA
STRUTTURE
NEUROLOGICHE ATTIVATE
RISPOSTA
FISIOLOGICA
COMUNICAZIONE
CORPORALE E FACCIALE
Sorpresa
(DISCONNESSIO
NE)
Adrenalina con glutammato
nella sua massima
espressione
- Asse ipotalamo-
ipofisirio-surrenale.
-Corticotropine.
-Giuntura frontale
inferiore.
-Surrenali.
-Protuberanza.
- Sangue muscoloso.
-Riflesso di orientamento-
- Basso livello di udito e
vista.
- Paralisi respiratoria e
cardiaca e successiva
accelerazione..
Simpatica.
- Movimento improvviso
verso lo stimolo.
-Prendi un po' d'aria.
-Movimento della testa o del
corpo verso l'indietro.
-Occhi molto aperti.
-Bocca aperta in O.
EMOZIONI BASICHE GRADEVOLI
Gioia,
(RIMANERE)
-Dopamina con
glutammato
attivato.
-Endorfine endogene.
-area ventrale tegmentale.
-Sostanza nera.
-Zona cingolare posteriore.
-Nucleo accumbens.
-Gangli di base.
-Inibizione del toner.
- Decelerazione
cardiaca se risata
accelerazione.
-Attivazione
muscolare zigomatica.
-sangue su tutto il
corpo.
-Sensazione di calore.
- Il sorriso alza le guance.
-Ritrae ed eleva tratti di labbra.
-Rughe sulla pelle sotto la
palpebra inferiore e l'angolo
esterno degli occhi (zampe di
gallina).
-Manifestazioni vocali e
corporali di giubilo.
Sicurezza
(CONTROLLO)
-Serotonina con attività
GABA.
-Ossitocina
- Rafhe.
-Zona cingolare posteriore.
-Corpo calloso.
-Area prefontrale orbitale.
- Sangue in testa,
addome e piedi (asse
di controllo).
-Muscolatura rilassata.
-Motricità fine molto
efficace e flessibile.
- parasimpatica.
- Sguardo empatico.
-Lingua sul bordo dei denti.
-Sorriso non forzato.
-Espressione facciale di calma.
-Affermazioni con la testa.
-Mani rilassate.
-Posizione corporea di
fermezza.
-Spalle alzate.
-Testa alta.
Ammirazione
(IMITARE)
-acetilcolina con GABA
molto attivo
- Corpi gigantoformi.
-Corteccia posteromediale.
- Vasodilatazione.
-Bradicardia.
-Midriasi.
Ritmo cardiaco basale
parasimpatica.
- Silenzio.
-Mimetizzazione dei gesti.
-Sguardo fissato sella.
-Sorriso.
-Momenti di sorpresa.
Curiosità
(INTERESSE)
Dopamina e serotonina con
bassa attività del GABA
- Nucleo Caudato
sinistro
-Nucleo
accumbens.
-La corteccia
prefrontale
-e il Giro
paraippocampico.
- Si attivano i muscoli
maschili, addominali
e glutei.
-Motore silenzioso e
silenzioso.
-Sangue a tronco
e arti.
- Occhi molto aperti.
-Soglia uditiva in discesa.
-Sudorazione delle mani.
-labbro superiore a picco.
-Bocca aperta.
-Non si vedono i denti.
-Sorriso.
Tabella 2. Emozioni basiche secondo Aguado Romo (2014). (cont.)
13. 1
4
MUSETEAM ERASMUS+ 2018-ES01-K204-050530
3.- IL CONCETTO DI INTELLIGENZA
EMOTIVA
Secondo Goleman (1995) tutti abbiamo due
menti, una che pensa e un’altra che sente (la
testa e il cuore). Queste due forme
fondamentalmente diverse di conoscenza
interagiscono per costruire la nostra vita
mentale. Operano nella giusta armonia,
relazionando le loro diverse forme di
conoscenza in modo da guidarci nel mondo.
In generale esiste
un equilibrio tra mente emotiva e razionale, nel quale l’emozione alimenta e
informa le operazioni della mente razionale, e la menta razionale risana e
l’energia procurata dalle emozioni. (Figura 5)
I primi a parlare di Intelligenza emotiva furono Salovey y Mayer che nel 1990
definirono il termine come “Un sottoinsieme dell’intelligenza sociale che
comprende la capacità di controllare i propri sentimenti e le proprie emozioni così
come quelle degli altri, di differenziarle e utilizzare questa informazione per
guidare il nostro pensiero e le nostre azioni”, Shapiro (1997).
Goleman, nel 1995 rese popolare questo concetto. Le ripercussioni sono state
enormi, arrivando a dire che l’Intelligenza Emotiva può essere potente come
l’Intelligenza Generale, e anche che le emozioni possono essere superiori alla
ragione.
GOLEMAN (1995), definisce il concetto di intelligenza emotiva come: “una meta-
abilità che determina il grado di destrezza che possiamo conseguire nel dominio
delle nostre facoltà”. L’intelligenza emotiva va relazionata con la competenza
emotiva “la capacità appresa che, basata sull’intelligenza emotiva, ha risultati
eccellenti nelle relazioni lavorative”.
Figura.5. Equilibrio nella formazione.
14. 1
5
MUSETEAM ERASMUS+ 2018-ES01-K204-050530
Segnala cinque competente determinanti dello sviluppo dell’intelligenza emotiva:
consapevolezza di sé, autocontrollo, motivazione, empatia e capacità sociale
L’intelligenza emotiva così definita da Goleman e dai suoi predecessori Salovey
y Mayer, parla di due fattori Conoscere e Gestire, però è indirizzata anche verso
l’Intelligenza Emotiva itrapersonale (con te stesso) e l’Intelligenza Emotiva
interpersonale (con gli altri). Anche se applicato ad un contesto personale o di
una organizzazione il concetto è sempre uguale, secondo ciò che indica Cesar
Piqueras
Mayer y Salovey
(1990)
Goleman (1995)
1. Conoscere le
proprie
emozioni.
1. Consapevolezza di sé.
Conoscenza delle proprie
emozioni.
-Conoscenza emotiva.
-Auto-valorizzazione.
-Sicurezza di se stessi.
2. Gestione delle
emozioni.
Competenza
Personale
2. Autocontrollo.
Capacità di controllare le
emozioni.
-Autocontrollo.
-Affidabilità.
-Integrità.
-Adattamento.
-Innovazione
3.
Automotiva
zione.
3.Auto-motivazione.
Capacità di motivarsi
-Risultato.
-Compromesso.
-Iniziativa.
-Ottimismo.
4. Riconoscere le
emozioni degli
altri.
4.Empatia.Riconoscimento
delle emozioni estranee
- Comprensione degli
altri.
-Orientamento verso il
servizio.
-Approvazione della
diversità.
-Coscienza politica.
Competenza
Sociale
5. Capacità di
relazionarsi
con gli altri. 5.Abilità sociali.
Controllo delle relazioni.
-Risoluzione dei conflitti.
-Collaborazione/
-Abilità di squadra.
-Leadership.
-Comunicazione.
-Influenza.
Tabella 3. Componenti dell’Intelligenza Emotiva secondo Mayer y Solovey e Golemán.
15. 1
6
MUSETEAM ERASMUS+ 2018-ES01-K204-050530
3.1. CONSAPEVOLEZZA DI SE’.
Conoscere le proprie emozioni, essere
cosciente di se stessi, è cruciale per capirsi,
accettarsi e per essere disposto a cambiare e
petenziare al meglio la nostra. (Figura 6)
Dunque la coscenza emotiva è la capacità di
riconoscere le nostre emozioni e il modo in
cui queste interessano le nostre azioni. Ciò è
fondamentale per l’autocontrollo.
Tra gli aspetti relazionati con la coscienza
emotiva, vanno discattate la autocoscienza e
l’autostima visto che sono le caratteristiche
che più la influenzano.
Le relazioni tra autocoscienza, rendimento, risultato e apprendimento sono
dimostrate. Le persone con un’autocoscienza positiva sono considerati più
capaci, rispetto, ad altri, di agire autonomamente, scegliere e prendere decisioni,
interagire con gli altri. In coclusione, possiamo dire che sono più preparati ad
affrontare le diverse attività soaciali.
Ogni soggetto agisce ed è utile, in qualche modo, non come è, ma come ciò che
pensa di essere. L’autostima fa riferimento al valore che la persona ha di se
stessa. Una persona con una adeguata autostima (riconoscere le proprie qualità
e i propri difetti, accettarsi e sentirsi adeguato) genera un sentimento interno di
sicurezza, confidenza in se stesso e nelle altre persone. Le persone con una
bassa autostima sono sottomesse ai modelli culturali, alla pressione del gruppo
e ai mezzi di comunicazione.
Figura 6. Consapevolezza di sè. Innatia
16. 1
7
MUSETEAM ERASMUS+ 2018-ES01-K204-050530
Goleman (2005) affronta le componenti della consapevolezza di sè.(Figura 7,
tabella 3).
1. Coscienza emozionale di se stesso:
Capacità di leggere, riconoscere e comprendere le nostre emozioni.
Capacità di riconoscere la loro influenza nel nostro rendimento
lavorativo, di relazionarci…
2. Valorazione adeguata di se stesso.
Valutazione reale dei nostri punti forti e dei nostri limiti.
3. Sicurezza di se stesso (autostima)
Sentimento positivo di se stesso.
Alexis Colina, nel blog degerencia.com, segnala che le persone
dotate di questa attitudine –consapevolezza di sè:
Sanno quali emozioni sperimentano e perchè.
Percepiscono i vincoli tra i loro sentimenti e i loro pensieri, tra
quello che fanno e quello che dicono.
Riconoscono gli effetti di queste sensazioni sul loro lavoro.
Conoscono i loro valori e mete e si battono pèer raggiungerli.
Sull’ “autovalutazione precisa” espone che le persone dotate di questa
attitudine:
Conoscono i loro punti forti e le loro debolezze.
Sono riflessivi e apprendono dall’esperienza.
Sono aperti alle critiche sincere e ben intenzionate, alle nuove
prospettive, all’apprendimento costante e allo sviluppo della loro
stessi.
Fanno autoironia.
Figura 7. Identificación de
emociones
17. 1
8
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3.2. AUTOCONTROLLO.
Gestire le emozioni, gli stati d’animo, vuol dire
evitare di cadere nel nervosismo e saper restare
tranquilli, poter affrontare i sentimenti che
incutono timore e riuscire a risollevarsi
velocemnte dai sentimenti negativi.
I quattro tipi di emozioni che dobbiamo imparare
a controllare per affrontare con efficacia le
diverse situazioni della nostra vita sono: Rabbia,
Ansia, Stress e Tristezza.
Dobbiamo segnalare che non va confuso
l’autocontrollo con la soppressione, contenimento, mancanza di libertà o
repressione. Significa comprenderle e, dopo, utilizzare questa comprensione per
trasformare le situazioni a nostro favore.
Le persone con autocontrollo, sanno mantenere la calma per poter pensare e
decidere con destrezza, recuperano velocemnete il tempo perso per via do
contrattempi e difficoltà, e sanno fare delle critiche positive.
Aristotele, citato da Goleman (1995) disse: “Arrabbiarsi è facile, però arrabbiarsi
con la persona giusta, nel momento più opportuno, con il giusto proposito e in
maniera corretta, non è più tanto facile.”
L’essere assertivo è la forma più difficile di coraggio, però è anche quella che più
arricchisce se vogliamo che le nostre relazioni non si deteriorino, esprimere i
nostri sentimenti in maniera assertiva, nel momento giusto, alla persona giusta
farà in modo che ciò che diciamo non ferisca l’altra persona e delle volte è utile
per difendere i nostri diritti con sincerità.
Alexis Colina riconosce sul suo blog gerencia.com, che per Goleman, le due
abilità primarie dell’ “autocontrollo” sono gestire gli impulsi e vedersela con le
inquietudini.
Figura 8. Autocontrol por Alexis Codina
18. 1
9
MUSETEAM ERASMUS+ 2018-ES01-K204-050530
Sono presentate cinque attitudine emotive (figura 8, tabella 2):
1- Autocontrollo. Gestire le emozioni e gli impulsi dannosi.
2- Affidabilità. Esibire onore e integrità.
3- Integrità/. Responsabilità nel compiere gli obblighi.
4- Adattabilità. Flessibilità nel maneggiare cambi e sfide.
5- Innovazione. Essere aperti a idee e nuove informazioni.
Espone che le persone che dimostrano “autocontrollo”.Figura 9
- Gestiscono i sentimenti impulsivi e le emozioni perturbatrici.
- Restano composti, positivi e imperturbabili, anche nei momenti difficili.
- Pensano con chiarezza e non perdono la concentrazione quando sono
sotto pressione.
Un paradosso della vita lavorativa è che la stessa situazione può essere una
minaccia devastante per una persona, mentre per un’altra può essere una sfida.
Con i giusti mezzi emotivi, ciò che sembra una minaccia può essere trasformato
in sfida ed essere affrontato con energia ed entusiasmo. Vi è una differenza
cruciale tra le funzioni celebrali di “stress buono” (le sfide che ci motivano) e
“stress cattivo” (le minacce che ci demoralizzano), dice Goleman.
Le persone che mostrano “affidabilità”:
Figura 9. Sviluppa l’autocontrollo
19. 2
0
MUSETEAM ERASMUS+ 2018-ES01-K204-050530
- Agiscono eticamente .
- Ispirano sicurezza per il loro essere autentici.
Ammettono i propri sbagli.
- Difendono le idee che sono parallele ai loro principi, anche se queste
non sono accettate.
Coloro che mostrano”integrità/scrupolosità”: Figura 10
- Mantengono le promesse.
- Vogliono portare a termine gli obiettivi.
- Sono organizzati e attenti nel lavoro.
Goleman spiega che, la scrupolisità senza empatia
e senza abilità sociali può condurre a die problemi.
Visto che i responsabili sono esigenti con loro
stessi, possono valutare le altre persone che le
loro norme e, per questo, possono risultare
piuttosto critici con chi non ha i loro stessi livelli di
condotta esemplare.
Coloro che mostrano “adattabilità”:
- Gestiscono con disinvolutura più esigenze.
- Adattano le loro reazioni a tattiche alle circostanze che cambiano.
- Sono flessibili.
Figura 10. Integrità
20. 2
1
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In quanto all’ “innovazione”:
Figura 11.
- Cercano idee nuove da
fonti distinte.
- Cercano soluzioni originali
per i problemi.
- Generano nuove idee.
- Adottano nuove prospettive
e accetano i rischi.
L’ autocontrollo dell’espressione emotiva nell’ambito lavorativo o accademico è
essenziale, visto che è necessario per adattarsi alle norme dell’organizzazione
del Centro di Educazione delle Persone Adulte (CEPA) o del posto di lavoro
(Ekman @Fiesen, 1975; Goffman, 1959 y Hochschild, 1983). La modifica
dell’espressione emotiva può implicare la necesdità di incrementare, sopprimere
o fingere le emozioni.
Hochschild, (1983) relaziona lo stress e l’effetto “burnout” con le caratteristiche
delle persone che non sanno gestire le strategie effettive della regolazione
emotiva. Le manifestazioni dell’ effetto burnout:
- Esaurimento emozionale, fatiga e perdita di energia.
- Calo del rendimento, assenteismo.
Lo stress lavorati è un’ottima base per lo sviluppo del “burnout”, al quale si lega
per mezzo di un processo psicologico tra il lavoratore/studente stressato e il
lavoro/studio stressante (Chermiss, 1980). In questo processo si distinguono tre
fasi:
a- Fase di stress: durante la quale vi è scompiglio tra le domande
lavorative/scolastiche e le risposte del lavoratore/studente.
b- Fase di esaurimento: durante la quale si danno risposte croniche di
preoccupazione, tensione, ansia e fatica.
c- Fase di esaurimento difensivo: durante la quale vi sono dei cambi per
quanto riguarda la condotta sul lavoro, come il cinismo e molti altri di
carattere nocivo.
Figura 11. Innovación
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3.3 AUTOMOTIVAZIONE.
Nel modello dell’intelligenza Emotiva di
Goleman y Weisinger, una volta raggiunto
l’autocontrollo e la consapevolezza di sè è
necessario trovare fonti di ispirazione che ci
forniscano energie per le azioni, in questo
consiste l’automotivazione. Figura 12
“La motivazione fa riferimento a tutti i motivi,
che ci smuovono per riuscire a conseguire un
obbiettivo. Comunemente è anche conosciuta
come forza di volonta, perseveranza, spirito di
combattimento, amor proprio…”
“La motivazione è la chiave essenziale per lo studio”. Abel Cortese,
(www.inteligencia-emocional.org). In accordo a ciò che dice Goleman “nella
misura in cui siamo motivativati per l’entusiasmo e il gusto di ciò che facciamo –
in cui è incluso anche un grado ottimo di ansia- li convertiremo in eccellenti stimoli
per arrivare al nostro obiettivo.” Goleman (1995). Robbins (1999) definisce la
motivazione come “ciò che spinge una persona ad agire in un determinato modo,
o per lo meno, che origina una propensione verso uno specifico comportamento.
Questo impulso può essere provocato da uno stimolo esterno all’individuo, o può
essere generato interiormente. E’ un processo che conduce alla soffisfazione di
qualcosa”. Gallego y col (2004) completa questo aspetto indicando che “nelle
nostre motivazioni influiscono una erie di elementi come la coscienza di noi
stessi, il motivo del risultato, le valutazioni che facciamo sulle situazioni,
l’intuizione, l’iniziativa, l’ottimismo e il tipo di aspettativa.”
Le quattro fonti motivazionali secondo Hendrie Weisinger (1998), son:
a- Noi stessi. I nostri pensieri, le nostre risposte morali, le nostre esperienze
anteriori, il nostro comportamento.
b- Amici comprensivi, familiari e colleghi. Denomina “La nostra squadra A”.
c- Un “mentore emotivol”. Una persona reale o fittizia che prendiamo come
esempio, ispirazione, modello.
Figura 12.Automotivazione
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d- Il contesto in cui siamo. L’aria, la luce, i suoni e altri stimoli nel nostro
ambiente lavorativo.
Secondo Weisinger, l’automotivazione è la chiave per iniziare una sfida e portarla
a termine. Si tratta di: necessità-Motivo-Stimolo-Azione-Risultati:
NECESSITA’ – MOTIVO – STIMOLO – AZIONE – RISULTATO
Alexis Codina, indica alcuni esempi nel blog degerencia.com riguardanti
la motivazione: La necessità è un’insoddisfazione (avere sete); il motivo è
l’oggetto che pensiamo possa soddisfarla (acqua); lo stimolo un fattore
che genera ispirazione per l’azione, può essere esterno (riconoscimento,
compensazione) o interno (risultato, potere); l’azione, attivitò per
soddisfare la necessità; il risultato, la soffisfazione della necessità.
I docenti, anno dopo anno, soffrono la mancanza di motivazione degli alunni
veisto che il rendimento peggiora di volta in volta e l’apprendimento è quasi nullo.
Si esige, oggi, un cambio di metodologia da parte del corpo insegnati e una mente
aperta per analizzare e riflettrere sulle competenze che gli alunni devono
sviluppare se si vuole che il loro rendimento si elevi.
Lo “stabilire delle mete” come strumento per stimolare l’energia umana è al centro
di diversi approcci generali; è la base dell’Approccio della Direzione per gli
Obiettivi (DPO), che formulò negli anni 50 Peter Drucker. Anche la teoria della
leadership “Traiettoria-meta della leadership” di Evans Y House. Si tratta di
fissare degli obiettivi che ci entusiasmano, che ci stimulano permanentemente la
cui conseguimento risulta fattibile, che sia per via di uno sforzo o solo per fortuna.
Quando i docenti fissano un obiettivo tendono ad inculcare all’alunno l’idea di
raggiungere tale obiettivo; inoltre Weisenger dice che in molti annunci di lavoro
si può leggere “Deve essere intraprendente”, o “Deve saper lavorare da solo”.
Uno dei requisiti maggiormente richiesti è l’automotivazione. Non è difficile capire
perchè questa qualità sia così desiderabile in ambito lavorativo: un impiegato
auto-motivato richiede meno controllo, perde meno tempo e di solito è più
produttivo.
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Fig.13
Vedi il video motivazionale Hai il coraggio di
sognare?
https://www.youtube.com/watch?v=X0QLbL2T
UnQ
Weisinger propone i seguenti consigli, in un libro sull’intelligenza emotiva nel
lavoro, per utilizzare gli obiettivi come strumento di automotivazione con efficacia
(Figura 14. Tabella 2).
- Motivazione del risultato. Prima di tutto riconosciamo i progressi fatti fino
ad ora, iniettiamo una dose di rinforzo positivo per stimolarci a lavorare.
Ricordiamoci alcuni dei nostri esiti.
- Compromesso. Pensiamo che siamo vicino al nostro obiettivo. E’ più facile
pensare a quello che abbiamo fatto finora rispetto a ciò che ci manca da
fare.
- Iniziativa. Trattiamo gli obiettivi in termini di risultato che vogliamo
raggiungere e che si trovano dentro la nostra area di influenza, ovvero,
delle cose che possiamo attuare.
- Ottimismo. Utilizziamo gli obiettivi come uno stimolo per generare l’energia
che necessiatiamo per raggiungerli.
Figura 14. Automotivazione per sviluppare l’Intelligenza
emotiva
Figura 13.Hai il coraggio di sognare?
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La chiave dell’automotivazione si incontra
negli obiettivi realistici che raggiungiamo. E’ la
motivazione personale,compromesso con
noi stessi che ci smuove per raggiungere i
nostri obiettivi.
Marta Morón, indica sul suo blog “mujerlider”
che in molte occasioni ci comportiamo
secondo le nostre necessità o secondo quelle
degli altri. Ciò è buono se si fa per amore o una
volta ogni tanto. Il problema sorge nel
momento in cui lo facciamo spesso e ciò si
converte in una forma di vita, giacchè ci
releghiamo ad un secondo termine con tutto
ciò che esso comporta.
La parola compromesso si utilizza per descrivere un obbligo che bisogna. Delle
volte un compromesso è una promessa o una dichiarazione di principi. Dall’altro
lato il concetto di compromesso fa riferimento ad una difficoltà nel fare una
determinata cosa. (Figura 15)
Se si parla di automotivazione il compromesso si fa con noi stessi. L’obbligo si
auto impone e il fatto di non averlo scritto o verbalizzato, non gli toglie importanza.
E’ normaloe che si da più importanza al compromesso preso con gli altri che a
quello9 auto imposto con noi stessi, fatto che ferisce la nostra autostima e
aumenta la nostra frustrazione.
Figura 14. Automotivazione
e compromesso personale
25. 25
3.4. EMPATIA.
Elena Gaviria (2015) definisce l’empatia come la capacità
cognitiva ed emozionale che permette a che la possiede di
adottare la prospettiva di un’altra persona: Figura 16.
Si rendono conto di ciò che l’altra persona sente (empatia
cognitiva). Per esempio, è come guardarsi ad uno
specchio.
Sperimentando queste stesse emozioni (empatia effettiva
parallela)
Reagendo emotivamente come se le stesse provando
direttamente (empatia effettiva reattiva)
Tenendo conto delle nostre emozioni e sentimenti siamo capaci di riconoscere i
le emozioni degli altri; più siamo coscienti delle nostre emozioni più saremo bravi
a capire quelle degli altri.
“Essere capaci di captare i
sentimenti degli altri e
riflettere su di essi, ci
permette di ascoltare le loro
ragioni, a captare il
significato
dell’informazione che ci
offrono e ci danno la
possibilità di vedere
secondo il punto di vista
degli altri e capire meglio le
loro emozioni e i loro
pensieri” (Gallego e
collaboratori2004). Per
questo motivo entrano in
gioco abilità come
Figura17. Differenza tra empatia e simpatia
Figura 16. Empatia
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ascoltare e saper criticare (una critica ben fatta trasmette informazioni utili se e
incentrata sulle possibilità di cambiare e migliorarsi).
No si deve confondere l’empatia con la simpatia (figura 17). Ci sono persone che
sono molto simpatiche (il che le rende attrattive inizialmente) però non hanno
tatto in determinate situazioni o momenti emotivi. Come per esempio un medico
che è molto simpatico nella relazione con i suoi colleghi e diventa distaccato nel
momento in cui deve comunicare una diagnosi o una notizia negativa a un suo
paziente o a dei familiari. Può mascherare la sua mancanza di empatia
argomentando con una attitudine “obiettiva e professionale".
Luis Gaviria, nel suo blog BRI, indica che quotidianamente ci relazioniamo
attraverso rituali o giochi, però questo aspetto non indica che si stabilisce
empatia. Segnala che un rituale è un processo automatico; per esempio,
arrivando al CEPA o a lavoro si dice- Buongiorno e ciao!. Segnala che i “giochi”
sono interazioni con con altri da una posizione di forza o di debito, però che non
cercano intimità. Per esempio “E’ successo qualcosa?” e noi speriamo che la
risposta sia “No, non è successo niente”. Se la risposta invece è “Si credo che
sia successo...” si potrebbe iniziare una comunicazione empatica.
Nelle interazioni umane ci sono due componenti: i fatti e i sentimenti che ci
provocano i fatti.
La persona empatica è sensibile ai sentimenti che si risvegliano negli altri, senza
perdere di vista i fatti o la realtà oggettiva. Per esempio, se diciamo qualcosa che
può dare fastidio a qualcuno, basta un “Mi dispiace, non volevo ferirti.” Anche se
abbiamo ragione. Però se ci imponiamo dicendo “Non capisco perchè ti ha dato
fastidio”, “non essere così sensibile non l’ho fatto di propositi”, perdiamo
l’opportunità di avvicinarci a questa persona. La persona poco empatica
concentra la sua attenzione sui fatti. Questo genera una dinamica di conflitto che
fa si che le due persone si sentano poco valorizzate.
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3.5. ABILITA’ SOCIALI.
Sono dei comportamenti, verbali o non verbali,
che facilitano una relazione interpersonale,
mediante i quali si creano relazioni con gli altri.
Questa abilità permette di gestire le proprie
emozioni e quelle aliene.
Elia Roca (2005) “un insieme di abitudini(A
livello di comportamenti, ma anche di pensieri
ed emozioni) che permettono di migliorare le
nostre relazioni interpersonali, di sentirci bene,
ottenere ciò che vogliamo e far in modo che gli
altri non ci impediscano di raggiungere i nostri
obiettivi”
In aula avremo a che fare con alunni inibiti, aggressivi e assertivi. Insegnare
abilità soviali vuol dire insegnare assertività. Non solo le persone
tendenzialmente aggressive necessitano di apprendere queste abilità, ma lo
necessitano anche gli inibiti. Prima di risolvere i problemi con aggressiva o
scegliendo l’opzione di non fare nulla, va presa in considerazione l’idea di poterli
risolvere con assertività. Deve essere chiaro all’alunno che non ci piacciono nè i
violenti nè i codardi; vogliamo che apprendano assertività, che è la forma più
difficile di coraggio. E’ molto importante, dire o fare ciò che realmente penso, ciò
che mi sembra giusto, pero senza dimenticarmi i diritti degli altri nel momento in
cui la pensano diversamente da me. Questo aspetto è collegato alla sincerità al
coraggio ed al rispetto.
L’assenza di competenza sociale durante gli anni scolastici è collegata a condotte
problematiche come l’abbandono dell’istruzione, il basso rendimento, la
delinquenza giovanile e condotte delittuose…
“Il solo fatto di lavorare in gruppo fa si che nelle relazioni di convivenza sempre
nascano conflitti” Gallego e collaboratori (2004), non dobbiamo avere paura
Figura 18. Abilità sociali secondo Elia
Roca Villanueva
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di questi conflitti se quando appaiono siamo in grado di dare delle risposte
adeguate e riuscire a migliorare la convivenza.
Er diminuire i conflitti le persone devono migliorare le loro tecniche di
comunicazione (interna ed esterna)
CONCLUSIONI:
L’Intelligenza emotiva, ha conseguenze positive nella vita lavorativa e dunque,
nella comunicazione interna.
Alcuni dei benefici che apporta l’Intelligenza Emotiva servono per:
Migliorare il rendimento lavorativo e scolastico
Creare un ambiento armonioso e cooperativo.
Valorizzare e promuovere le diverse opinioni.
Generare compromessi.
Evitare lo stress lavorativo.
Risolvere problemi e conflitti nel lavoro.
Migliora le relazioni personali
Mobilita la capacità di fare critiche positive e costruttive.
Migliora le relazioni sociali
Ascoltare attivamente.
Comprendere.
Rispondere e parlare con empatia e
assertività
Un livello basso di Intelligenza Emotiva
Ansia e depressione
Uso di droghe
Conflitti interpersonali
Bassa autostima
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Senza dubbi. Una buona comunicazione interna è un attrezzo chiave per la
produttività e per ridurre i costi. Però, per far si che sia ottima deve essere
preventiva; vuol dire che bisogna essere inttelligenti emotivamente.
I collaboratori/compagni emotivamente intelligenti hanno una tendenza minore
verso lo stress e la creazione di conflitti; sono più sani e produttivi.
4.- FORMAZIONE NELL’INTELLIGENZA EMOTIVA
4.1.- Formazione nell’intelligenza emotiva.
Cesar Piqueras riconosce che la persona emotivamente intelligente è quella che
conosce e gestisce (nei limiti del possibile) i suoi stati emotivi e si serve di questa
conoscenza e autogestione per migliorare le sue relazioni con gli altri. Questo
autore sintetizza questi aspetti in una matrice 2x2. Figura 19
Questo autore indica che per migliorare l’Intelligenza Emotiva bisogna lavorare
sul passo 1 prima di passare al 2,3, e 4. Lui propone:
1. Appronfondire le nostre emozioini e sentimenti. Non cercare di
comprendere, ma di conoscere.
2. Aumentare la nostra capacità di conoscenza dei diversi stati e tonalità
emotive. Di nuovo senza fare niente, solo restando attaccati alle emozioni,
senza voler scappare.
3. Apprendere a sostenere ciò che accade interiormente, qualunque cosa sia.
Senza essere razionali, essere sensibili agli stati degli altri.
4. Gestire le relazioni con gli altri
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4.2.- Inteligencia Emocional en el trabajo.
Goleman in Working with emotional intelligence (1999) definisce le competenze
emozonali nel lavoro. Questo autore presenta un modello misto che incorpora
tratti della personalità, competenze socio-emotive, aspetti motivazionali e diverse
abilità cognitive.
Personali
Coscienza
disè
Coscienza Riconoscere le emozioni e i suoi effetti.
Autovalutazione
emotiva
Conoscere i propri punti forti e deboli.
Fiducia in sè stesso Essere fiduciosi di se stessi e delle proprie capacità.
Autorego
lazione
Autocontrollo Mantenere il controllo in situazioni critiche.
Affidabilità Mantenere i principi di onestà e integrità.
Adattamento Flessibilità nell’adattarsi al cambiamento.
Innovazione Sentirsi comodi con le nuove idee e approcci.
Motivazione
Orientamento dei
traguardi
Sforzarsi di conseguire uno standard eccellente.
Compromesso Allinearsi con gli obiettivi del gruppo o della organizzazione.
Iniziativa Capacità di agire anticipatamente
Ottimismo
Persistenza nel perseguire i nostri obiettivi nonostante le
difficoltà o gli ostacoli.
Sociali
Empatia
Capire gli altri Capacità di comprendere i sentimenti e i punti di vista degli
altri, prestando interesse necessario
Sviluppo degli altri Essere sensibili alle necessità degli altri e potenziare le loro
capacità.
Orientamento del
servizio
Riconoscere e soddisfare le necessità dei clienti.
Gestione della
diversità
Fomentare le opportunità che offrono diversità culturale, etnica
e diversi tipi di persone .
Coscienza
politica
Essere capaci di leggere la tendenza al potere ed emotiva tra i
membri del gruppo.
AbilitàSociali
Influenza
Utilizzare tattiche effettive per generare il consenso e
persuadere gli altri.
Comunicazione
Ascoltare apertamente ed essere capaci di lanciare messaggi
convincenti
Gestione del
conflitto
La capacità di accettare, sostenere e risolvere conflitti
Lidership Ispirare e guidare gli altri.
Costruire nodi
Essere capaci di instaurare relazioni di confidenza con altre
persone o gruppi.
Collaborazione
e cooperazione
Lavorare con gli altri per raggiungere un obiettivo comune.
Abilità nel lavoro
di squadra
Creare sinergia nel raggiungere gli obiettivi comuni
Tabla 4. L’Intelligenza Emotiva nel lavoro secondo (1999)
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4.3. Abilità dell’Intelligenza Emotiva secondo Salovey y Mayer
Con la nostra proposta per lavorare con gli alunni dei Centri di Educazione per
Persone Adulte, vogliamo lavorare sul modello di abilità proposto da Salovey y
Mayer (1994) che identifica e organizza le abilità specifiche necessarie per
comprendere e sperimentare emozioni in maniera adattiva. Emozioni per
risolvere problemi e adattarci. In questo casi, si lavora solo su quelle abilità che
lo studente gestisce adeguatamente.
Salovey y Mayer (1997) descrivono l’Intelligenza Emotiva come:
Abilità nel valorare ed esprimere emozioni con attitudine,
Abilità per accedere e/o generare sentimenti che facilitano il pensiero;
Abilità di comprendere emozioni e la conoscenza emotiva e l’abilità per
regolare le emozioni, in se stesso o negli altri, promuovendo la crescita
emotiva e intellettuale.
Si possono collegare Intelligenza Emotiva con Intelligenza Generale, emtrambe
implicano la capacità di processare informazioni e adattarsi a un ambiete in
continuo cambiamento.
Le abilità proposte si sintetizzano in:
1. Percezione, valutazione ed espressione emotiva
2. Facilitazione emotiva
3. Comprensione e ragionamento
4. Gestione e regolazione delle emozioni
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1. Percezione Emotiva
La percezione emotiva è l’abilità di riconoscere, decifrare i messaggi emotivi a
seconda che siano espressi attraverso espressioni facciali, tono di voce e
movimentio corporali.
Ester Ortiz García, psicologa, ci propone come esempio nella classe:
Gli alunni mettono in pratica questa attività giornlamnete quando regolano
le loro azioni nell’aula tra uno sgurado e l’altro del professore.
Il professore fa anche uso di questa abilità quando osserva le facce degli
alunni, e capisce se si stanno innervosendo o se stanno capendo la
spiegazione. (Figura 20)
Livello più difficile, i professori con buone abilità di percezione emotiva
sono quelli che capiscono e sono coscienti degli stati d’animo degli alunni
e quando chiedono:
“Pedro, è successo qualcosa? Sembri strano”, questi professori sono
capaci di identificare la discrepanza tra ciò che loui prova o pensa e ciò
che dice.
Figura 20. Percezione Emotiva
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2. Facilitazione Emotiva
Il sistema cognitivo incorpora le emozioni come:
sentimenti riconosciuti (“mi sento allegro”)
cognizioni (come quando una persona che è allegra pensa “valgo
molto”).
In questo modo, le emozioni influiscono alterando le cogizioni, convertendosi in
qualcosa di positivo o negativo in funzione della qualità dell’emozione.
Ester Ortiz García, psicologa, ci propone come esempio nella classe:
Alcuni alunni necessitano per concentrarsi e studiare uno stato d’animo
positivo, altri invece uno stato di tensione che permette loro di memorizzare
e ragionare meglio.
Il professore mette, pure, in pratica questa abilità durante il suo lavoro,
preferiscono correggere gli esami finali in un momentoin cui il loro stato
spirituale è neutro, in questo modo saranno più imparziali con gli alunni.
(Figura 21)
Figura 21: Stato d’animo
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3. Comprensione e Ragionamento
Una volta che le emozioni sono riconosciute ed etichettate (abilità 2), ha luogo la
comprensione, ovvero, riusciamo a capire il loro significato, come si combinano,
come cambiano secondo il contesto. Per esempio sappiamo che l’IRA appare
quando qualcosa o qualcuno è ingiusto; la PAURA è seguita dal sollievo; lo
SCORAGGIAMENTO può allontanarci dagli altri. L’individuo che possiede
questa capacità, ha accesso alla conoscenza e comprensione di sè stesso e delle
relazioni interpersonali. In più, sviluppa la capacità che trova l’attività retrospettiva
per conoscere le cause che generano uno determinato stato d’animo e le future
conseguenze delle nostre azioni.
La comprensione emotiva suppone la conoscenza di come si combinano i diversi
stati emotivi dando luogo a emozioni secondarie.
Emozioni primarie (universali): paura, tristezza, ira, disgusto, felicità,
sorpresa
Emozioni secondarie: ansia, ostilità, amore, gelosia.
Ha la destrezza di riconoscere le transizioni di uno stato emotivo all’altro.
Ester Ortiz García, psicóloga, psicologa, ci propone come esempio nella classe:
L’alunno utilizza questa abilità per mettersi nei panni di qualche compagno
che sta passando un brutto periodo e offrirgli una mano. Con questa
capacità di comprensione e ragionamento lo studente è capace di
interpretare il significato delle emozioni complesse, generate durante una
situazione interpersonale, per esempio, si manifesta con il rimorso tra un
sentimento di colpa e pena per qualcosa detta ad un compagno…
Il professore che ha una buona comprensione dello stato emotivo e del
modo di agire dei suoi alunni, è capace di conoscere quali studenti hanno
dei problemi al di fuori dall’aula e potrà offrire loro una mano.
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4. Gestione e regolazione delle emozioni
Questa abilità è più complessa, di livello superiore. E’ il risultato
dell’integrazione delle precedenti e in più necessita:
La regolazione cosciente delle emozioni per ottenere uno sviluppo
emotivo e intellettuale.
La capacità di essere aperto ai sentimenti, sia positivi che negativi, e
riflettere su di essi per scartare o approvare informazioni che li
accompagnano in funzione della loro utilità.
In più, la regolazione delle emozioni proprie e deglia ltri, deve moderare le
emozioni negative e intensificare le positive.
Ester Ortiz García, psicóloga, psicologa, ci propone come esempio nella classe:
Nell’alunno, quando stanno per inziare gli esami, aumenta l’ansia. Ogni
alunno utilizza diverse strategie di regolazione interpersonale per superare
questa tappa di stess che intacca in suo rendimento. Per esempio, parla
compagni raccontando come si sente, ascolta musica, fa sport…
Il professore deve utilizzare le sue abilità per ridurre lo stress in due livelli
o Intrapersonale: cercando appoggio sociale, portando a termine attività piacevoli,
comunicazione dei problemi lavorativo con i compagni, ascoltando musica, facendo
esercizo.
o Interpersonali
Con gli alunni deve sapere quando è il momento giusto per motivarli,
o quando è il momento giusto per una critica costruttiva.
Con i compagni: abilità interpersonali e relazioni positive per il
benestare lavorativo.
.
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5.- CONCLUSIONE.
L’Intelligenza Emotiva si formalizza in 5 abilità, Le prime tre dipendono
fortemente dalla propria persona. Le altre due, fanno riferimento alla relazione
con le altre persone, configurando entrambe le competenze sociale.
Tabella 5. Abilità che conformano l’Intelligenza Emotiva.
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Figura 22.Livello di visibilità dell’Intelligenza Emotiva
E’ importante che ognuno scopri quale abilità che fa parte dell’IE riesce a
dominare, necessita o riesce a controllare, per ottenere così un equilibrio
armonioso nella sua vita personale, familiare, sociale e lavorativo secondo la
piramide delle competenze emozionali.(Figura 22)
I docenti, devono tener conto che “non conviene sperare nei risultati miracolosi
delle tecniche o strategie che applichiamo, però se siamo sistematici e costanti
nella loro applicazione e se sono accompagnate da comprensione, affetto,
empatia senza dimenticare una disciplina positiva, è possibile ottenere effetti
positivi.” Gallego e collaboratori (1999). (Figura 23)
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Figura 23. ABILITA’ EMOTIVE
Automotivazione Comprensione Coerenza
Conoscenza di se
stesso
Sviluppo della volontà Discernimento
Empatia Ascoltare Gestione di se
stesso
Sensibilità
intelligente
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5.- BIBLIOGRAFÍA.
Gallego, D.J. y Alonso, C.M. (1999) Implicaciones educativas de la Inteligencia
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Vallés y Vallés (2003). Programa para el Desarrollo de la Inteligencia
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Documento adaptado del proyecto ESPABILA-T