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Dalla REPUBBLICA ROMANA all’UNITA’ d’ITALIA
LAVORO ARCHIVIO.
La nostra esperienza all’ interno del mondo dell’ archivio inizia il
28 ottobre 2010, giorno in cui due rappresentanti dell’ Archivio di
Stato di Terni, Sezione di Orvieto ci hanno illustrato a grandi
linee la documentazione conservata dall’istituto: mappe, codici,
immagini e documenti vari; per finire ci hanno spiegato in
maniera chiara ed esplicativa quella che è la loro attività.
In questa conferenza ci sono state fornite le principali direttive per
svolgere un lavoro di completamento che riguarda gli elenchi
della prima elezione a suffragio universale maschile, durante la
Repubblica Romana, del territorio orvietano. Dopo aver visionato
i documenti abbiamo trasferito i dati in formato digitale per
renderne più facile la visione e la comprensione e per stabilire a
livello statistico la correlazione fra gli elettori del centro della
città e le zone limitrofe, le attività svolte per comprendere ed
analizzare il tessuto sociale del periodo.
Ci siamo organizzati in gruppi, suddividendo il lavoro in base all’
 ordine alfabetico. Ogni gruppo doveva individuare professione, età,
 luogo di residenza e di nascita di ogni votante, per rendere unitario il
 lavoro, abbiamo utilizzato un grafico riassuntivo dei dati elaborati.
Questo lavoro ci ha permesso di giungere ad una comprensione
 globale di quella che era la situazione dei cittadini di Orvieto e
 dintorni nell’anno 1849.
Questo rappresenta una chiave di lettura di quelli che erano i mestieri e
 le diversità sociali del comprensorio orvietano.
L’avere svolto questa attività ci ha permesso di comprendere come gli
 avvenimenti costituiscano il tessuto della storia non solo a livello
 nazionale, ma anche locale e questo perciò determini la sincronia e lo
 sviluppo della vita quotidiana dei singoli cittadini e di un intero
 popolo.
LA REPUBBLICA ROMANA 1848-49
Nel dicembre del 1848 in Francia ci furono le elezioni
presidenziali,i cui candidati erano: Cavaignac, Lamartine,
Alexandre-Auguste Ledru-Rollin e Luigi Napoleone che ne
uscì vincitore grazie ad una propaganda fondata sul
populismo,demagogismo e lo spirito conservatore dei
contadini. Napoleone voleva fondare un governo che fosse
l’espressione di una Francia ordinata e cattolica. In Italia nel
frattempo papa Pio IX aveva perso il potere temporale ed era
stato cacciato da Roma,dove si era instaurato il triumvirato
formato da Mazzini, Saffi e Armellini che iniziarono a
lavorare alla Costituzione. I primi provvedimenti presi furono
l’alienazione dei beni ecclesiastici che divennero proprietà
della repubblica, l’eliminazione dei tribunali ecclesiastici e
delle tasse imposte dal papa. Napoleone fu il primo a
rispondere alla richiesta di aiuto di papa Pio IX ed inviò 7000
uomini al comando di Nicolas Oudinot che sbarcarono a
Civitavecchia il 25 Aprile. Il giorno seguente un emissario
francese incontrando i triumviri chiese di accogliere la
missione pacificatrice francese e di restituire il potere al papa.
Ovviamente l’assemblea rifiutò e il 28 aprile le truppe francesi
marciarono su Roma dove ad aspettarli c’erano 10000 soldati
organizzati da Garibaldi e Pisacane. Un ruolo importane in
questa vicenda lo ebbero anche le donne, popolane e
aristocratiche che offrirono assistenza ai soldati repubblicani.
Gli eserciti si scontrarono a Porta San Pancrazio, Porta
Cavalleggeri e sotto le mura vaticane che videro vittoriosi i
garibaldini. Dopo la sconfitta l’Assemblea Costituente
francese rinnovò l’opposizione alla spedizione e ordinò a
Lesseps di trattare l’armistizio con Mazzini ma, Luigi
Bonaparte, volendo conquistare la città, ordinò a Oudinot di
attaccare e il 3 giugno questo condusse l’assalto con 35000
uomini.
Il 13 Giugno i francesi bombardarono Roma e il 21 giugno
conquistarono la prima linea di difesa. Il 2 Luglio Garibaldi
riunì 4000 uomini a San Pietro e fuggirono nella repubblica di
San Marino mentre Oudinot entrò nella città e catturò Mazzini.
A San Marino Garibaldi sciolse la sua legione e si rifugiò con
Anita a Ravenna,dove questa morì. L’eroe dei due mondi tentò
allora di raggiungere la Toscana ma il governo di Torino lo
dichiarò soggetto “pericoloso all’ordine pubblico“
ordinandogli di lasciare l’Italia. Così Garibaldi nel giugno del
1850 si imbarcò prima per Liverpool poi per New York,
mentre Mazzini fuggì a Marsiglia e a Roma il papa tornava al
potere. Così terminò il sogno della repubblica romana.

Lucio Villari, “Bella e perduta l’Italia del Risorgimento”
Editori Laterza (pp.215-225)
LA REPUBBLICA ROMANA A ORVIETO
   Elezioni a suffragio universale maschile
   Elenco votanti (dalla N alla Z)
   Domicilio
   Mestieri
   Luogo di nascita
   Fasce di età
1.(domicilio dei votanti) la suddivisione per domicilio della
  popolazione abile al voto è abbastanza omogenea nelle varie
  parrocchie e paesi limitrofi a Orvieto. Tuttavia, nel complesso,
  i residenti sulla rupe (che comprende varie parrocchie) sono la
  maggioranza dei votanti rispetto al totale;
2.(Mestieri nel comune di Orvieto) Abbiamo poi analizzato i dati
  in nostro possesso relativi al mestiere svolto dai votanti. Come
  si può ben vedere la maggior parte della popolazione lavora
  nel campo dell’agricoltura, che a quel tempo, come ci si
  poteva aspettare, era la maggior fonte di sussistenza per la
  popolazione meno abbiente. Infatti per la prima volta
  attraverso una votazione a suffragio universale maschile non
  censitario, hanno votato tutti i maschi abili al lavoro, che,
  come vediamo, contano più del 75% della popolazione totale
  del comprensorio orvietano.
3.(mestieri nei paesi limitrofi) Questo dato è maggiormente
  avvalorato dalla visione di questo grafico in cui si può notare
  che oltre il 75% dei votanti(tra contadini e braccianti) dei
  paesi limitrofi lavora nel campo dell’agricoltura.
4. (paese di Morrano)  Pure nel paese di Morrano, come in molti
  paesi delle campagne orvietane, oltre il 75% della popolazione
  votante è impegnata nel lavoro dei campi, in ciò che oggi
  chiameremmo settore primario.
5. (mestieri di S.Andrea) Nella parrocchia di S. Andrea, al
  centro di Orvieto, si registra come le attività lavorative della
  popolazione votante sono molto diversificate nel campo
  dell’artigianato e nelle varie botteghe .
ANALISI DEI DATI
Dalla visione di questi grafici abbiano notato un netto
dislivello tra i lavori nelle varie zone analizzate. Il lavoro del
contadino era maggiormente praticato rispetto agli altri sia nel
centro del comune di Orvieto (con una percentuale del
27,35%), sia nelle zone limitrofe (con una percentuale del
71,04% ). Ciò che si evince è che nei paesi del comune di
Orvieto la differenza delle percentuali tra i vari mestieri è
evidente, ma non così netta come quella dei paesi limitrofi,
dove invece il lavoro del contadino ha una percentuale
largamente superiore. Con l’analisi di un paese specifico
(Morrano) la differenza salta ancora più all’occhio, infatti
l’attività rurale in questo caso ha una percentuale del 50 %. Si
può notare come sia ad Orvieto centro, ad esempio nella
parrocchia di Sant’Andrea, (possidenti 14%, contadini 28%),
sia a Morrano (possidenti 7,7%, contadini 77%), l’attività
fondamentale era quella agricola e i possidenti, rispetto ai
lavoratori, sono nettamente inferiori. Questi dati confermano
che il reddito è prodotto da un elevato numero di agricoltori.
Analizzando poi i dati inerenti alle età degli elettori nel 1849
emerge la fascia compresa tra i 21- 30 anni, seguita poi da
quella compresa tra i 31-40. Mentre la fascia compresa tra
41-60 anni rappresenta circa la metà delle due precedenti. La
fascia compresa fra 61-80 costituisce invece il 15%. Tra i più
longevi abbiamo individuato un contadino di Tordimonte
dell’età di 91 anni e un possidente di 86 anni residente a
S.Venanzo. Da ciò si è dedotto che all’epoca l’aspettativa di
vita era più breve rispetto a quella attuale.
I DIECI ANNI DECISIVI (1850-1860)
L’Italia del 1850 vive in uno stato di disorientamento politico:
il Piemonte e la Sardegna erano sotto il comando di Vittorio
Emanuele II, il Granducato di Toscana e lo Stato della Chiesa
sotto il Pontefice, la Repubblica di Venezia e il Ducato di
Milano degli Austriaci ed infine il Regno di Napoli e di Sicilia
sotto il dominio dei Borbone. In quegli stessi anni in Europa si
stava diffondendo l’ideologia del progresso e con
l’Esposizione universale di Londra del 1851 ci fu la prima
dimostrazione della rivoluzione industriale in atto. Cavour fu
il primo italiano a cogliere l’ideologia liberale britannica che
applicò direttamente nello stato del Piemonte come ministro,
prima dell’agricoltura poi delle finanze, accrescendo così,
oltre all’economia piemontese, il proprio prestigio personale
consentendogli di stringere alleanze con i sovrani di Francia e
Inghilterra.
Intanto i rivoluzionari italiani, dopo la sconfitta del 1849 che
li aveva dispersi in varie regioni europee si ritrovarono sotto la
figura di Mazzini con l’ideale di una riunificazione dell’Italia,
accanto a questi ideali rivoluzionari si accostavano le abili
manovre politiche di Cavour che ottenne il consenso di
Rattazzi (futuro Presidente della Camera).
Il primo movimento rivoluzionario vero e proprio avvenne
con il mazziniano Pisacane che, dopo aver dirottato il
piroscafo Cagliari, liberò 323 detenuti per presunta
cospirazione, dalle carceri di massima sicurezza sull’isola di
Ponza cercando invano attraverso la manifestazione armata di
smuovere l’ideale nazionale dei sudditi dei Borbone e
ribellarsi alla monarchia. La dura sconfitta di Sapri dissuase
gli animi rivoluzionari di Mazzini e mazziniani, ma non quello
di Garibaldi. Intanto Cavour e Napoleone III stipularono gli
accordi di Plombières in cui la Francia si impegnava ad
intervenire in aiuto dell’Italia contro l’Austria solo se fosse
stata quest’ultima a dichiarare guerra. La guerra scoppiò nel
1859 ed ebbe un esito positivo ma intanto l’Italia cominciava a
muoversi verso un sentimento patriottico (a Firenze il Gran
Duca fu costretto a fuggire e gli Austriaci furono cacciati da
Bologna e Ferrara). Cavour fu richiamato al Governo il 20
gennaio del 1860 sotto la guida di La Marmora e Rattazzi;
intanto Garibaldi fu eletto deputato e fu invitato da Crispi e
Bixio, appoggiati dal Re, a guidare una spedizione in Sicilia,
così i primi volontari iniziarono ad arrivare a Genova pronti a
partire.
Opera citata ( pp. 226-275)
La collaborazione con l’Archivio di Stato di Orvieto ci ha
permesso di entrare in stretto contatto con lo studio di
documenti relativi alla situazione politica, sociale ed
economica che si presentava in Italia negli anni 1849, anni in
cui per la prima volta si svolsero le elezioni a suffragio
universale maschile non censitario. Grazie a questa esperienza
è stato possibile acquisire la consapevolezza della nostra realtà
locale,senza la quale sarebbe difficile comprendere la ben più
vasta situazione italiana. Essendo venuti a conoscenza delle
battaglie sostenute dalle generazioni precedenti per garantirsi
il diritto al voto, è importante ricordare che quest’ ultimo non
è solo un diritto ma anche un dovere. L’anniversario dei 150
anni dell’unità d’ Italia è l’occasione giusta per ricordare la
storia di questo paese e riflettere su come essa influenzi il
nostro presente. Studiare la nostra storia è importante proprio
per comprendere che devono essere i cittadini in prima
persona ad impegnarsi per il miglioramento della società e per
difendere i diritti tanto faticosamente conquistati
LA REPUBBLICA ITALIANA
         1946
Per visualizzare in maniera chiara il passaggio dalla
Repubblica Romana all’Italia repubblicana, per mezzo del
primo suffragio universale ad elezione maschile e femminile,
abbiamo cercato del materiale alla biblioteca di Orvieto,e
scattato delle foto ad alcuni giornali dell’epoca, che
mostravano i risultati delle votazioni. Votazioni dalle quali
emergeva come la popolazione, chiamata ad avviare un
processo democratico all’interno della nazione dimostrò di
essere consapevole dell’ importanza del ruolo che era
chiamata a svolgere aderendo in modo totale.
Le foto dei manifesti fatte presso l’archivio del Comune
presentano le liste dei candidati e degli eletti all’ assemblea
costituente, coloro che poi avrebbero redatto la nostra
Costituzione.
Abbiamo pertanto visto come nell’ arco di cento anni, si era
giunti dal processo di unificazione, all’ Italia democratica e
repubblicana.
Il passaggio dalla Repubblica romana all’Unità d’Italia, fatto di
 lotte più o meno cruente ma partecipate, è un percorso che
 avvia ad un senso di appartenenza allo Stato. Si condividono
 ideali di libertà e giustizia, si acquista consapevolezza di diritti
 e dei doveri,quei valori che verranno sanciti dalla Costituzione
 cento anni più tardi. I dati relativi alla prima elezione a
 suffragio universale (maschile e femminile) individuano la
 scelta per la Repubblica e i rappresentanti eletti all’Assemblea
 costituente. In sostanza realizzano il percorso avviato cento
 anni addietro.
   Armanu Catalina
   Belcapo Martina
                               Lucchi Sergio
   Bernarducci Deborah
                               Luciani Giuseppe
   Brunelli Matteo
                               Luciano Chiara
   Calabresi Chiara
                               Manieri Yuki Andrea
   Carabeo Angelica
                               Misasi Maria Sofia
   Carboni Chiara
                               Nicolaescu Anca Michela
   De Bellis Salvatore
                               Orlandi Davide
   Delli Poggi Filippo
                               Pelliccia Giacomo
   Di Girolamo Valentina
                               Petrangeli Silvia
   Fiorenza Nicolò
                               Purgatorio Giulio
   Franzini Alessandro
                               Trinchitelli Simone
   Galanello Silvia
                               Zeyen Alice
   Giacomini Giacomo
   Graziani Elisabetta
   Graziani Sara
                            In collaborazione con:
                            Rosa Maria Pistelli
                            Giovanna Mentonelli
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Presentazione archivio finita

  • 1.
  • 2. Dalla REPUBBLICA ROMANA all’UNITA’ d’ITALIA
  • 3.
  • 4. LAVORO ARCHIVIO. La nostra esperienza all’ interno del mondo dell’ archivio inizia il 28 ottobre 2010, giorno in cui due rappresentanti dell’ Archivio di Stato di Terni, Sezione di Orvieto ci hanno illustrato a grandi linee la documentazione conservata dall’istituto: mappe, codici, immagini e documenti vari; per finire ci hanno spiegato in maniera chiara ed esplicativa quella che è la loro attività. In questa conferenza ci sono state fornite le principali direttive per svolgere un lavoro di completamento che riguarda gli elenchi della prima elezione a suffragio universale maschile, durante la Repubblica Romana, del territorio orvietano. Dopo aver visionato i documenti abbiamo trasferito i dati in formato digitale per renderne più facile la visione e la comprensione e per stabilire a livello statistico la correlazione fra gli elettori del centro della città e le zone limitrofe, le attività svolte per comprendere ed analizzare il tessuto sociale del periodo.
  • 5. Ci siamo organizzati in gruppi, suddividendo il lavoro in base all’ ordine alfabetico. Ogni gruppo doveva individuare professione, età, luogo di residenza e di nascita di ogni votante, per rendere unitario il lavoro, abbiamo utilizzato un grafico riassuntivo dei dati elaborati. Questo lavoro ci ha permesso di giungere ad una comprensione globale di quella che era la situazione dei cittadini di Orvieto e dintorni nell’anno 1849. Questo rappresenta una chiave di lettura di quelli che erano i mestieri e le diversità sociali del comprensorio orvietano. L’avere svolto questa attività ci ha permesso di comprendere come gli avvenimenti costituiscano il tessuto della storia non solo a livello nazionale, ma anche locale e questo perciò determini la sincronia e lo sviluppo della vita quotidiana dei singoli cittadini e di un intero popolo.
  • 6.
  • 7.
  • 8. LA REPUBBLICA ROMANA 1848-49 Nel dicembre del 1848 in Francia ci furono le elezioni presidenziali,i cui candidati erano: Cavaignac, Lamartine, Alexandre-Auguste Ledru-Rollin e Luigi Napoleone che ne uscì vincitore grazie ad una propaganda fondata sul populismo,demagogismo e lo spirito conservatore dei contadini. Napoleone voleva fondare un governo che fosse l’espressione di una Francia ordinata e cattolica. In Italia nel frattempo papa Pio IX aveva perso il potere temporale ed era stato cacciato da Roma,dove si era instaurato il triumvirato formato da Mazzini, Saffi e Armellini che iniziarono a lavorare alla Costituzione. I primi provvedimenti presi furono l’alienazione dei beni ecclesiastici che divennero proprietà della repubblica, l’eliminazione dei tribunali ecclesiastici e delle tasse imposte dal papa. Napoleone fu il primo a rispondere alla richiesta di aiuto di papa Pio IX ed inviò 7000 uomini al comando di Nicolas Oudinot che sbarcarono a Civitavecchia il 25 Aprile. Il giorno seguente un emissario francese incontrando i triumviri chiese di accogliere la missione pacificatrice francese e di restituire il potere al papa.
  • 9. Ovviamente l’assemblea rifiutò e il 28 aprile le truppe francesi marciarono su Roma dove ad aspettarli c’erano 10000 soldati organizzati da Garibaldi e Pisacane. Un ruolo importane in questa vicenda lo ebbero anche le donne, popolane e aristocratiche che offrirono assistenza ai soldati repubblicani. Gli eserciti si scontrarono a Porta San Pancrazio, Porta Cavalleggeri e sotto le mura vaticane che videro vittoriosi i garibaldini. Dopo la sconfitta l’Assemblea Costituente francese rinnovò l’opposizione alla spedizione e ordinò a Lesseps di trattare l’armistizio con Mazzini ma, Luigi Bonaparte, volendo conquistare la città, ordinò a Oudinot di attaccare e il 3 giugno questo condusse l’assalto con 35000 uomini.
  • 10. Il 13 Giugno i francesi bombardarono Roma e il 21 giugno conquistarono la prima linea di difesa. Il 2 Luglio Garibaldi riunì 4000 uomini a San Pietro e fuggirono nella repubblica di San Marino mentre Oudinot entrò nella città e catturò Mazzini. A San Marino Garibaldi sciolse la sua legione e si rifugiò con Anita a Ravenna,dove questa morì. L’eroe dei due mondi tentò allora di raggiungere la Toscana ma il governo di Torino lo dichiarò soggetto “pericoloso all’ordine pubblico“ ordinandogli di lasciare l’Italia. Così Garibaldi nel giugno del 1850 si imbarcò prima per Liverpool poi per New York, mentre Mazzini fuggì a Marsiglia e a Roma il papa tornava al potere. Così terminò il sogno della repubblica romana. Lucio Villari, “Bella e perduta l’Italia del Risorgimento” Editori Laterza (pp.215-225)
  • 11. LA REPUBBLICA ROMANA A ORVIETO  Elezioni a suffragio universale maschile  Elenco votanti (dalla N alla Z)  Domicilio  Mestieri  Luogo di nascita  Fasce di età
  • 12.
  • 13. 1.(domicilio dei votanti) la suddivisione per domicilio della popolazione abile al voto è abbastanza omogenea nelle varie parrocchie e paesi limitrofi a Orvieto. Tuttavia, nel complesso, i residenti sulla rupe (che comprende varie parrocchie) sono la maggioranza dei votanti rispetto al totale;
  • 14.
  • 15. 2.(Mestieri nel comune di Orvieto) Abbiamo poi analizzato i dati in nostro possesso relativi al mestiere svolto dai votanti. Come si può ben vedere la maggior parte della popolazione lavora nel campo dell’agricoltura, che a quel tempo, come ci si poteva aspettare, era la maggior fonte di sussistenza per la popolazione meno abbiente. Infatti per la prima volta attraverso una votazione a suffragio universale maschile non censitario, hanno votato tutti i maschi abili al lavoro, che, come vediamo, contano più del 75% della popolazione totale del comprensorio orvietano.
  • 16.
  • 17. 3.(mestieri nei paesi limitrofi) Questo dato è maggiormente avvalorato dalla visione di questo grafico in cui si può notare che oltre il 75% dei votanti(tra contadini e braccianti) dei paesi limitrofi lavora nel campo dell’agricoltura.
  • 18.
  • 19. 4. (paese di Morrano) Pure nel paese di Morrano, come in molti paesi delle campagne orvietane, oltre il 75% della popolazione votante è impegnata nel lavoro dei campi, in ciò che oggi chiameremmo settore primario.
  • 20.
  • 21. 5. (mestieri di S.Andrea) Nella parrocchia di S. Andrea, al centro di Orvieto, si registra come le attività lavorative della popolazione votante sono molto diversificate nel campo dell’artigianato e nelle varie botteghe .
  • 22. ANALISI DEI DATI Dalla visione di questi grafici abbiano notato un netto dislivello tra i lavori nelle varie zone analizzate. Il lavoro del contadino era maggiormente praticato rispetto agli altri sia nel centro del comune di Orvieto (con una percentuale del 27,35%), sia nelle zone limitrofe (con una percentuale del 71,04% ). Ciò che si evince è che nei paesi del comune di Orvieto la differenza delle percentuali tra i vari mestieri è evidente, ma non così netta come quella dei paesi limitrofi, dove invece il lavoro del contadino ha una percentuale largamente superiore. Con l’analisi di un paese specifico (Morrano) la differenza salta ancora più all’occhio, infatti l’attività rurale in questo caso ha una percentuale del 50 %. Si può notare come sia ad Orvieto centro, ad esempio nella parrocchia di Sant’Andrea, (possidenti 14%, contadini 28%), sia a Morrano (possidenti 7,7%, contadini 77%), l’attività fondamentale era quella agricola e i possidenti, rispetto ai lavoratori, sono nettamente inferiori. Questi dati confermano che il reddito è prodotto da un elevato numero di agricoltori.
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  • 24. Analizzando poi i dati inerenti alle età degli elettori nel 1849 emerge la fascia compresa tra i 21- 30 anni, seguita poi da quella compresa tra i 31-40. Mentre la fascia compresa tra 41-60 anni rappresenta circa la metà delle due precedenti. La fascia compresa fra 61-80 costituisce invece il 15%. Tra i più longevi abbiamo individuato un contadino di Tordimonte dell’età di 91 anni e un possidente di 86 anni residente a S.Venanzo. Da ciò si è dedotto che all’epoca l’aspettativa di vita era più breve rispetto a quella attuale.
  • 25. I DIECI ANNI DECISIVI (1850-1860) L’Italia del 1850 vive in uno stato di disorientamento politico: il Piemonte e la Sardegna erano sotto il comando di Vittorio Emanuele II, il Granducato di Toscana e lo Stato della Chiesa sotto il Pontefice, la Repubblica di Venezia e il Ducato di Milano degli Austriaci ed infine il Regno di Napoli e di Sicilia sotto il dominio dei Borbone. In quegli stessi anni in Europa si stava diffondendo l’ideologia del progresso e con l’Esposizione universale di Londra del 1851 ci fu la prima dimostrazione della rivoluzione industriale in atto. Cavour fu il primo italiano a cogliere l’ideologia liberale britannica che applicò direttamente nello stato del Piemonte come ministro, prima dell’agricoltura poi delle finanze, accrescendo così, oltre all’economia piemontese, il proprio prestigio personale consentendogli di stringere alleanze con i sovrani di Francia e Inghilterra. Intanto i rivoluzionari italiani, dopo la sconfitta del 1849 che li aveva dispersi in varie regioni europee si ritrovarono sotto la figura di Mazzini con l’ideale di una riunificazione dell’Italia, accanto a questi ideali rivoluzionari si accostavano le abili manovre politiche di Cavour che ottenne il consenso di Rattazzi (futuro Presidente della Camera).
  • 26. Il primo movimento rivoluzionario vero e proprio avvenne con il mazziniano Pisacane che, dopo aver dirottato il piroscafo Cagliari, liberò 323 detenuti per presunta cospirazione, dalle carceri di massima sicurezza sull’isola di Ponza cercando invano attraverso la manifestazione armata di smuovere l’ideale nazionale dei sudditi dei Borbone e ribellarsi alla monarchia. La dura sconfitta di Sapri dissuase gli animi rivoluzionari di Mazzini e mazziniani, ma non quello di Garibaldi. Intanto Cavour e Napoleone III stipularono gli accordi di Plombières in cui la Francia si impegnava ad intervenire in aiuto dell’Italia contro l’Austria solo se fosse stata quest’ultima a dichiarare guerra. La guerra scoppiò nel 1859 ed ebbe un esito positivo ma intanto l’Italia cominciava a muoversi verso un sentimento patriottico (a Firenze il Gran Duca fu costretto a fuggire e gli Austriaci furono cacciati da Bologna e Ferrara). Cavour fu richiamato al Governo il 20 gennaio del 1860 sotto la guida di La Marmora e Rattazzi; intanto Garibaldi fu eletto deputato e fu invitato da Crispi e Bixio, appoggiati dal Re, a guidare una spedizione in Sicilia, così i primi volontari iniziarono ad arrivare a Genova pronti a partire. Opera citata ( pp. 226-275)
  • 27. La collaborazione con l’Archivio di Stato di Orvieto ci ha permesso di entrare in stretto contatto con lo studio di documenti relativi alla situazione politica, sociale ed economica che si presentava in Italia negli anni 1849, anni in cui per la prima volta si svolsero le elezioni a suffragio universale maschile non censitario. Grazie a questa esperienza è stato possibile acquisire la consapevolezza della nostra realtà locale,senza la quale sarebbe difficile comprendere la ben più vasta situazione italiana. Essendo venuti a conoscenza delle battaglie sostenute dalle generazioni precedenti per garantirsi il diritto al voto, è importante ricordare che quest’ ultimo non è solo un diritto ma anche un dovere. L’anniversario dei 150 anni dell’unità d’ Italia è l’occasione giusta per ricordare la storia di questo paese e riflettere su come essa influenzi il nostro presente. Studiare la nostra storia è importante proprio per comprendere che devono essere i cittadini in prima persona ad impegnarsi per il miglioramento della società e per difendere i diritti tanto faticosamente conquistati
  • 29. Per visualizzare in maniera chiara il passaggio dalla Repubblica Romana all’Italia repubblicana, per mezzo del primo suffragio universale ad elezione maschile e femminile, abbiamo cercato del materiale alla biblioteca di Orvieto,e scattato delle foto ad alcuni giornali dell’epoca, che mostravano i risultati delle votazioni. Votazioni dalle quali emergeva come la popolazione, chiamata ad avviare un processo democratico all’interno della nazione dimostrò di essere consapevole dell’ importanza del ruolo che era chiamata a svolgere aderendo in modo totale. Le foto dei manifesti fatte presso l’archivio del Comune presentano le liste dei candidati e degli eletti all’ assemblea costituente, coloro che poi avrebbero redatto la nostra Costituzione. Abbiamo pertanto visto come nell’ arco di cento anni, si era giunti dal processo di unificazione, all’ Italia democratica e repubblicana.
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  • 39. Il passaggio dalla Repubblica romana all’Unità d’Italia, fatto di lotte più o meno cruente ma partecipate, è un percorso che avvia ad un senso di appartenenza allo Stato. Si condividono ideali di libertà e giustizia, si acquista consapevolezza di diritti e dei doveri,quei valori che verranno sanciti dalla Costituzione cento anni più tardi. I dati relativi alla prima elezione a suffragio universale (maschile e femminile) individuano la scelta per la Repubblica e i rappresentanti eletti all’Assemblea costituente. In sostanza realizzano il percorso avviato cento anni addietro.
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  • 43. Armanu Catalina  Belcapo Martina  Lucchi Sergio  Bernarducci Deborah  Luciani Giuseppe  Brunelli Matteo  Luciano Chiara  Calabresi Chiara  Manieri Yuki Andrea  Carabeo Angelica  Misasi Maria Sofia  Carboni Chiara  Nicolaescu Anca Michela  De Bellis Salvatore  Orlandi Davide  Delli Poggi Filippo  Pelliccia Giacomo  Di Girolamo Valentina  Petrangeli Silvia  Fiorenza Nicolò  Purgatorio Giulio  Franzini Alessandro  Trinchitelli Simone  Galanello Silvia  Zeyen Alice  Giacomini Giacomo  Graziani Elisabetta  Graziani Sara In collaborazione con: Rosa Maria Pistelli Giovanna Mentonelli