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2IAFM
ITCG “A. ORIANI”
Faenza
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
 Terra:L’argilla
 Acqua/Aria: impasti ed essicazione
 Fuoco: la cottura
 I rivestimenti terrosi
 I rivestimenti vetrosi
 Luce: colori
 Decorazione
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
 Il nostro viaggio inizia con uno sguardo
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
Alessia Albonetti
ceramica e
quotidiano
La
ceramica
ha sempre
avuto un
ruolo
importante
nella vita
dell’uomo.
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
CERAMICITRADIZIONALI
 Tegole e piastrelle
 Laterizi
 Sanitari
 Ceramica artistica
CERAMICI AVANZATI
 Parti di motori e turbine;
 Arti, ossa craniche, protesi
dentali;
 Rivestimenti antiaderenti
nella stoviglieria da cucina.
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
DEFINIZIONE
CHIMICO/TECNOLOGICA
 Materiale inorganico non
metallico costituente un
corpo solido, ottenuto per
azione del calore su un
impasto argilloso di origine
naturale, forgiato a freddo.
DEFINIZIONE LETTERARIO
/FILOSOFICA
 I quattro elementi
aristotelici terra, acqua.
aria, fuoco mirabilmente
combinati da mani e
ingegno umani
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
TERRA
Trovare e conoscere la materia
prima
ARGILLA
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
Martina Ferrini
“Gli huomeni de l'arte de' vasi, nella città di Urbino, la
terra che si coglie per il letto del Metauro, e quella
colgano più ne l'ìstate che per altri tempi. Il medesmo
muodo si tiene nella Terra di Durante, patria mia, la qual
da tre lati bagnia il detto Metauro, come si dirà nel suo
ritratto. Questo medesmo si fa per la Romagnia, come a
dir Faenza, che tiene il primo luogo per conto de' vasi,
Furlì, Ravenna, Rimim, et il medesmo a' mie' dì si è fatto
in Bolognia, e credo in Modena, in Ferara, et altri luoghi
per la Lombardia. Vinegia lavora la terra di Ravenna et di
Rimini e di Pesaro per la migliore. “
Cipriano Piccolpasso : i tre libri dell'arte del vasaio 1548
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
I calanchi
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
Scaglie di
argilla
delle
colline
bolognesi
museo di
mineralogia di
Bologna
Formazioni
ofiolitiche
A) Dalle
modalità di
formazione dei
depositi argillosi.
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
Tipi di
argille
Argille
residuali
argille
alluvionali
argille
marine
argilla
lacustri.
CAOLINO
Argilla primaria
Montmorillonite
Argilla secondaria
Cristina Berdeu
I colori
delle argille
Dipendono
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
FERRO MAGNESIO
SILICIO
A
E
B
D
CCAOLINO
FERRO
Calamina
montmorillonite
SILICIO
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
Come è fatta
un’ argilla?
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
Tuffiamoci
nel mondo
microscopico
e scopriamo
i cristalli!
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
Riccardo Baldrati
Sono caratterizzati da
una struttura tetraedrica
I SILICATI
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
Sono una classe
di minerali compo
sti prevalentemente
da ossigeno e silicio
la formula chimica di
base comune a tutti è
SiO4.
Rappresentano l’80% dei
minerali della litosfera
centro
vertici
Ogni tetraedro presenta un
eccesso di carica negativa che
tende a distribuirsi sui quattro
atomi di ossigeno
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
I tetraedri si possono
unire per i vertici in
vario modo dando
origine a diversi tipi
di silicati
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
 Alluminosilicati costituiti
dalla ripetizione di due
unità di base: un primo
insieme planare di
tetraedri e un secondo
insieme planare di
ottaedri
 L’insiemi degli ottaedri e
tetraedri sono chiamati
fogli
 Il prefisso fillo deriva dal
greco φύλλον foglia
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
Rambelli 2°AFM,
I.T.C.G. “A.
Oriani”
Caratteristica fondamentale
dell’argilla : plasticità, cioè
capacità di essere lavorata in
presenza di acqua
 La plasticità è dovuta alla
struttura lamellare dei minerali
argillosi, che la compongono e
che consente ai vari «foglietti» di
scorrere uno sull’altro.
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
Quantità d’acqua decrescente
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
Acqua Asssorbita
Tra le particelle svolge
il ruolo di lubrificante
riducendo l’attrito .
Acqua libera
L’acqua che si muove
liberamente come soluto
Acqua di struttura
L’acqua che è parte della
struttura dell’argilla
A seconda della quantità d’acqua
aggiunta, l’argilla forma
•delle sospensioni colloidali
chiamate dai ceramisti
barbottine
• una massa plastica che può
essere lavorata
•Le barbottine possono anche
usate come impermeabilizzanti
ARGILLE CON ALTA
CONCENTRAZIONE DI SABBIA
ARGILLECONALTA CONCENTRAZIONE
ARGILLOSA
Si legano poco con l’acqua si legano con l’acqua
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
La plasticità aumenta al diminuire della dimensione delle particelle di
argilla per cui è possibile aumentarla aggiungendo argille di piccole
dimensioni
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
DI ORIGINE PRIMARIA
Sono sempre rimaste vicine alle “rocce madri” e
non hanno subito nessun trasporto rilevante da
parte di acqua, ghiaccio e vento.
Hanno un povero contenuto organico e sono
provviste di poca plasticità.
DI ORIGINE SECONDARIA
Con il passare del tempo sono state
depositate e trasportate più volte.
Di conseguenza la struttura è composta da
molti tipi di materiali.
CLASSIFICAZIONE DELLE
ARGILLE
Spada 2°AFM,
I.T.C.G. “A.
Oriani”
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
ARGILLE GRASSE
Contengono un'elevata quantità di
minerali argillosi, sono morbide e
pastose al tatto e sono dotate di
un’elevata plasticità.
ARGILLE MAGRE
Contengono un’elevata quantità
di sabbia, sono ruvide e dure al
tatto e sono dotate di poca
plasticità.
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
REFRATTARIE
Argille costituite da minerali
argillosi di tipo caolinitico.
Vetrificano a temperature
maggiori di 1500°C
FUSIBILI
Argille illitiche con minerali
non argillosi quali il carbonato
di calcio e l'ossido di ferro.
Vetrificano al di sotto di
1200°C
VETRIFICABILI
Argille ad alto contenuto di illite
o feldspati o materiale
micaceo.
Vetrificano tra i 1200°C e i
1500°C
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
CAOLINI
Argille primarie costituite da
caolinite.
ARGILLE
FERRUGINOSE
Argille secondarie
contenti ossidi idrati di
ferro. Dopo la cottura
risultano di colore rosso
ARGILLE CALCAREE
Argille secondarie contenenti
carbonato di calcio.
ARGILLE
SILICEE
Argille secondarie
ricche di sabbie silicee..
BENTONITI
Argille contenenti quasi
unicamente la montmorillonite.
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
Il laboratorio «giocare con l’arte» è nato per
volontà di Bruno Munari per
 stimolare la creatività
 sviluppare le capacità manuali
 far conoscere l’argilla e la ceramica
Bruno Munari (Milano,24
ottobre 1907-Milano,30
settembre 1998) è stato
un artista e designer
italiano.
Bertelli 2°AFM,
I.T.C.G. “A.
Oriani”
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
Il nostro impasto era
formato da argille
refrattarie utilizzate per la
produzione di pirofile
La chamotte fornisce uno scheletro
all’argilla conferendo maggiore
resistenza all’oggetto e facilitando
l’essiccamento, evitando formazione di
crepe e fessure durante il ritiro.
e da
chamotte
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
 abbiamo fatto delle cavità nell’impasto
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
 Abbiamo messo la chamotte bagnata nelle cavità e
impastato il tutto:
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
I vasi vengono essiccati
prima della cottura
Formatura con tecnica
a colombino
L’essiccazione è il
processo che avviene
dopo
La formatura
dell’argilla
Palli 2°AFM,
I.T.C.G. “A.
Oriani” L'ESSICAZIONE DELL'ARGILLA
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
Qualunque sia la tecnica di
formatura adottata, è
necessario che i manufatti in
argilla essicchino
completamente all'aria.
(ceramiche tradizionali)
A questa fase va dedicata una
particolare cura.
Lastre di argilla durante
l’essiccazione!
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
Gli oggetti si riducono di volume (in
proporzione variabile a seconda della qualità
dell’argilla).
Inizialmente gli oggetti
erano molto più grandi ma
poi con il processo di
essiccazione hanno perso
molta acqua e il loro
volume si è ridotto.
Il processo deve avvenire
molto lentamente. Può
durare da 2 a 3
settimane.
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
Prima dell’essiccazione vera e propria quando
l’argilla raggiunge la
“durezza cuoio”
può essere facilmente incisa e decorata.
(cioè non è ancora
completamente
essiccata, ma ha già
una certa durezza)
Vaso completamente
essiccato
Dopo l’essiccazione si
effettua la cottura.
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
Viaggio nella ceramica
E’ il trattamento termico che provoca
trasformazioni chimico-fisiche irreversibili,
necessarie ad ottenere i requisiti estetici e di
resistenza meccanica e chimica desiderati, sia per
quanto riguarda l’impasto che rivestimenti e
decorazioni.
Ceroni 2°I AFM I.T.C.G. "A.
Oriani" Faenza
 Tra la T ambiente e 200° C –
si elimina l’acqua residua nell’impasto e quella
in alcuni sali
 Tra i 250°C e 400°C -
le materie organiche vanno in combustione
Ceroni 2°I AFM I.T.C.G. "A.
Oriani" Faenza
 Tra i 450°C e 850°C –
si decompongono i minerali delle argille, liberando
l’acqua reticolare
 850°C –
si decompongono i carbonati e si ossidano i solfuri
Ceroni 2°I AFM I.T.C.G. "A.
Oriani" Faenza
TRASFORMAZIONI
 Tra i 1100°C e i 1200°C - fondono i feldspati e
si ottiene la vetrificazione.
Ceroni 2°I AFM I.T.C.G. "A.
Oriani" Faenza
TRASFORMAZIONI
Tutte le trasformazioni di distruzione
mettono disposizione degli elementi che si
combinano fra loro a formare nuove fasi
minerali che danno la struttura finale del
manufatto
Ceroni 2°I AFM I.T.C.G. "A.
Oriani" Faenza
TRASFORMAZIONI
Il forno è un dispositivo che genera calore
utilizzato per scaldare materiali solidi o liquidi
e che trova applicazione in ambito
domestico, artigianale e industriale.
Iacob 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani"
Faenza
I metodi tradizionali di cottura possono essere raggruppati in due categorie
 cottura a cielo aperto
i manufatti son a stretto contatto con il
combustibile
 cottura in fornace
i manufatti sono separati dal combustibile.
Iacob 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani"
Faenza
E’ caratterizzata da un riscaldamento non
omogeneo durante i quale la temperatura
cresce in modo rapido e discontinuo in cui, in
alcuni punti, si possono raggiungere i 1000°C.
Iacob 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani"
Faenza
Si può controllare più agevolmente sia la
temperatura che l’atmosfera di cottura.
Iacob 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani"
Faenza
 Con la tecnica di cottura più primitiva si
raggiungeva una T massima di 700°C;
 Se i vasi erano circondati da tizzoni la T era
più alta e il calore durava più a lungo;
 Il focolare era scavato nel terreno: si
mettevano gli oggetti e si ricopriva con una
lastra.
Iacob 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani"
Faenza
La fornace del Piccolpasso è stata costruita
tenendo conto di tutte le indicazioni dello
scrittore: sono stati utilizzati mattoni crudi
per costruire l’anima interna della fornace
per renderla più isolante e mantenere
meglio il calore.
Iacob 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani"
Faenza
La bassa temperatura di cottura della ceramica
tradizionale non permette la formazione di una
fase vetrosa, per cui il manufatto ne risulta
poroso, quindi permeabile e non adatto al
trasporto delle sostanze liquide.
Mone 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani"
Faenza
Per porosità si intende l’insieme degli spazi vuoti che si
formano per l’addensarsi di un materiale costituito da
cristalli di forme o dimensioni diverse quando si
decompongono sostanze, come la calcite, che danno
origine a gas
CaCO3 -> CaO + CO2
Mone 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani"
Faenza
La porosità di un materiale è una grandezza
scalare ed è definita come il rapporto tra il
volume dei vuoti (pori), Vp ed il volume
totaleVm del materiale considerato:
Mone 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani"
Faenza
Materiale Percentuale %
Terrecotte e Laterizi 20-25
Faenza e terraglia tenera 18-25
Terraglia forte 12-15
Gres < 3
Porcellana < 0,5
Mone 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani"
Faenza
Anticamente si usava impregnare il vasellame di
sostanze grasse in modo da chiuderne i pori ma questo
accorgimento di impermeabilizzazione era temporaneo.
Gli antichi vasai, quindi, hanno cercato un accorgimento
che rendesse le terrecotte impermeabili e che al tempo
stesso ne migliorasse l'aspetto estetico: il
rivestimento.
Mone 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani"
Faenza
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
La patina insieme all'ingobbio fa parte dei rivestimenti terrosi e vetrifica solo
parzialmente. La patina è una vernice da sedimentazione di particelle sempre
più fini di argille illitiche, composto più, non tanto da argilla ma da sodio,
potassio e da minerali di ferro.
I.T.C.G. A.Oriani,
Simone Guidi, 2^I
Ambiente
ossidante
Temperatura
medio-alta
Ceramica
rossa
Ambiente
riducente
Temperatura
molto alta
Ceramica
nera
Ambiente
ossidante
Ambiente
riducente
Ambiente
ossidante
I.T.C.G. A.Oriani,
Simone Guidi, 2^I
ROSSO
Costituisce il
rivestimento delle
ceramiche aretine e
delle terre sigillate.
NERO
Costituita da argilla
molto fine, ricca di
ossidi di ferro e
feldspati (fondenti).
I.T.C.G. A.Oriani,
Simone Guidi, 2^I
FUNZIONE ESTETICA FUNZIONE TECNICA
Le patine venivano
utilizzate soprattutto
nell’epoca ellenica, erano
utilizzate per creare le
ceramiche a figure nere o
rosse.
Ha conferito ai manufatti la
possibilità di contenere
liquidi,diventa
impermeabilizzante e può
essere resa abbastanza
lucida.
I.T.C.G. A.Oriani,
Simone Guidi, 2^I
Rivestimento terroso opaco fine che non vetrifica
durante cottura(900-950°C).
I.T.C.G. A.Oriani, Giacomo
Petaroscia, 2^I
Funzione estetica ma anche tecnico-tecnologica: il
sottofondo bianco crea un accordo tra l’impasto e il
rivestimento della ceramica.
I.T.C.G. A.Oriani, Giacomo
Petaroscia, 2^I
Tecnica della marmorizzazione con 2 o più ingobbi:
stendere una prima mano di ingobbio e, prima che
asciughi applicarvi delle gocce (o altri disegni) di
colore contrastante, in modo da creare un effetto
marmo.
I.T.C.G. A.Oriani, Giacomo
Petaroscia, 2^I
ROSSO
Argille ferruginose
(presenti nel Sud Italia).
BIANCO
Argille caolinitiche,caolino
(scarse in Italia).
I.T.C.G. A.Oriani, Giacomo
Petaroscia, 2^I
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
2 Iafm istituto A.Oriani FaenzaSara Suzzi
Il rivestimento vetroso ha una struttura
simile a quella del vetro ed è ottenuto
miscelando componenti formatori di
struttura e componenti fondenti.
Sono entrambi caratterizzati da una base silicea .
in particolare, la formula chimica di base comune a
tutti è SiO4.
Reticolo di vetro di silice con
aggiunta di ossidi modificatori
STRUTTURA CRISTALLINA: PRESENTA UNA
DISTRIBUZIONE OMOGENEA DEGLI ATOMI IN
TUTTO IL RETICOLATO
STRUTTURA AMORFA: STRUTTURA NELLA
QUALE GLI ATOMI SONO DISPOSTI IN MODO
DISOMOGENEO
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
Il vetro è una sostanza amorfa, in
cui gli atomi NON sono disposti
all’interno di un reticolo cristallino
ordinato in tutte le direzioni.
Giulia Gorini 2 Iafm istituto A.Oriani Faenza
Concatenamento di tetraedri in numero variabile con formazione di maglie
irregolari, compresse, in tensione, pronte a riassestarsi, spezzando e riformando i
legami tra i vertici delle unità strutturali.
Aggiunta di ossidi modificatori
ad un vetro di silice.
Reticolo di vetro di silice
A causa della struttura amorfa,il vetro non ha un punto
di fusione, ma un intervallo diT, che dipende dal tipo di
vetro, in cui la sua viscosità diminuisce e il vetro diventa
pastoso e lavorabile.
 PbO (litargirio)
Pb3O4 (minio)
 Vetrina
piombica,
molto brillante
 Tipiche
occidente
K2O, Na2O
(natron, NaCl)
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
Vetrina alcalina
Tipiche Oriente
Luca Poggiali
2 Iafm istituto A.Oriani Faenza
Faenze smaltate
Smalto piombico:
il fondente che lo compone è il piombo
SMALTO ALCALINO:
I fondenti che lo compongono sono
Potassio e sodio
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
Il biossido di stagno (SnO2) rimane in
sospensione nella miscela vetrosa sotto forma
di particelle molto fini; impedisce la rifrazione
della luce e determina l’effetto di opacità.
Biossido di stagno
La composizione del rivestimento
determina il suo comportamento
alla dilatazione ed è molto
importante che esso sia il più
vicino possibile a quello della
pasta ceramica per non dar luogo a
difetti.
Anna Venieri 2 Iafm istituto A.Oriani Faenza
La cavillatura è la formazione di una rete di micro
fessure nel rivestimento ceramico.
Si forma quando il coefficiente di dilatazione del
rivestimento è maggiore di quello della pasta
Durante il raffreddamento si ha un vero e proprio
strappo del rivestimento
La scagliatura si verifica quando il
coefficiente di dilatazione del rivestimento
è minore di quello della pasta,
Durante il raffreddamento il rivestimento si
contrae staccandosi dal supporto
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
2°I AFM ITCG "A.Oriani" Faenza
Laura Misirocchi
LUCE
2°I AFM ITCG "A.Oriani" Faenza
Laura Misirocchi
Sono sostanze utilizzate per modificare il colore di
un materiale.
2°I AFM ITCG "A.Oriani" Faenza
Lorenzo Quadalti
2°I AFM ITCG "A.Oriani" Faenza
Lorenzo Quadalti
2°I AFM ITCG "A.Oriani" Faenza
Le proprietà dei pigmenti sono:
 potere colorante
 potere coprente
Lorenzo Quadalti
2°I AFM ITCG "A.Oriani" Faenza
 L’opacizzante è una sostanza che
unita a una vernice o a un prodotto
che aggiunto ai vetri ne diminuisce
la trasparenza.
Alice Bertelli
Il fenomeno dello scattering è riferito alla
dispersione della luce da parte di oggetti
macroscopici e microscopici.
SCATTERING
2°I AFM ITCG "A.Oriani" Faenza
Alice Bertelli
Operano rimanendo in sospensione sotto
forma di particelle molto fini e determinano
sulla superficie l’effetto di opacità.
2°I AFM ITCG "A.Oriani" Faenza Alice Bertelli
Per quanto riguarda gli antichi smalti faentini
la materia prima degli opacizzanti è la
cassiterite (SnO2).
2°I AFM ITCG "A.Oriani" Faenza
Alice Bertelli
Come si può ottenere il blu?
Alcuni blu si ottengono dai carbonati
basici di rame, per esempio blu egizio
2°I AFM ITCG "A.Oriani" Faenza
Alexia Baldini
Il blu egizio era utilizzato per colorare il corpo
delle divinità nelle tavolette di argilla.
2°I AFM ITCG "A.Oriani" Faenza
Alexia Baldini
Verso il ’500 si incominciò ad utilizzare il
minerale di cobalto più costoso che proveniva
dalla Persia.
2°I AFM ITCG "A.Oriani" Faenza
Alexia Baldini
In antichità i colori cobalto erano molto utilizzati
per il vetro, la maggior parte delle sorgenti di
cobalto erano in Persia.
2°I AFM ITCG "A.Oriani" Faenza
Alexia Baldini
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
I colori sono miscele di pigmenti ceramici e/o naturali, e di varie materie prime inorganiche macinate fino ad ottenere
una polvere molto fine
Martina Petrilli
2^I ITCG Oriani
tonalità
valenza
dell’eleme
nto
posizione
che assume
nel reticolo
composizi
one della
matrice
vetrosa,
tipo di
elemento
L’intensità del colore dipende
dalla capacità del fuso di sciogliere
l’ossido colorante
 Manganese = bruno, violetto, rosa e nero;
 Cromo = verde, giallo, rosso e bruno;
 Ferro = rosso, bruno, verde e blu;
 Cobalto = blu;
 Rame = verde, blu, turchese e rosso;
 Nichel = giallo, verde e nero;
 Antimonio = giallo e arancione;
 Vanadio = blu e giallo;
 Cadmio = giallo;
 Selenio = rosso;
Decorazione a coda di pavone
Decorazione a palmetta
Il lustro è una particolare tecnica decorativa che consente di ottenere il colore dell'oro o
del rubino con sfumature cangianti o iridescenti. Vengono ottenuti per introduzione nelle vetrine
di ossidi di Ag,Au, o Cu che vengono ridotti in fase di raffreddamento
Martina Poggi Pollini 2^I ITCG Oriani
Nei lustri metallici, la colorazione iridescente è dovuta a fenomeni
di interferenza della luce con una lamina sottile
Sono lustri tipici della tradizione ispano-moresca,si ottengono
applicando sullo smalto già cotto una barbottina densa composta
da argilla ferruginosa,stemperata in aceto e in cui sono stati
disciolti sali di elementi come il rame,l'argento,il bismuto.
Sono costituiti dagli stessi rivestimenti, smalti o vetrine che
vengono utilizzati per ricoprire i biscotti in seconda cottura.
Si procede ad una normale cottura in atmosfera ossidante;nel
corso di raffreddamento,i manufatti vengono sottoposti
all’azione dell’atmosfera riducente.
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
Il Raku è una tecnica nata in Giappone nel XVI secolo per
semplificare la fabbricazione di tazze per la cerimonia del tè.
La tecnica è nata in sintonia con il minimalismo dello lo spirito
zen; le tazze erano molto semplici e prive di decorazioni.
AliceVenturi
2^I ITCG
Oriani
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
Prevede l’uso di un’ argilla sabbiosa e refrattaria
addizionata a chamotte per aumentarne la resistenza in
cottura.
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
Si fa in due fasi. La prima in
ambiente ossidante e la seconda in
ambiente riducente
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
 Successivamente si toglie il
manufatto dal forno e lo si
lava in acqua.
Risultato finale
I colori
risultano
brillanti e
con riflessi
metallici.
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
Gli smalti sono formati da cristallina o vernice e hanno un basso
contenuti di materiale opacizzante.
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
GRAZIE PER L’ATTENZIONE

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Viaggio nella ceramica

  • 1. 2IAFM ITCG “A. ORIANI” Faenza 2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
  • 2.  Terra:L’argilla  Acqua/Aria: impasti ed essicazione  Fuoco: la cottura  I rivestimenti terrosi  I rivestimenti vetrosi  Luce: colori  Decorazione 2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
  • 3. 2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
  • 4.  Il nostro viaggio inizia con uno sguardo 2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA Alessia Albonetti
  • 5. ceramica e quotidiano La ceramica ha sempre avuto un ruolo importante nella vita dell’uomo. 2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
  • 6. CERAMICITRADIZIONALI  Tegole e piastrelle  Laterizi  Sanitari  Ceramica artistica CERAMICI AVANZATI  Parti di motori e turbine;  Arti, ossa craniche, protesi dentali;  Rivestimenti antiaderenti nella stoviglieria da cucina. 2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
  • 7. DEFINIZIONE CHIMICO/TECNOLOGICA  Materiale inorganico non metallico costituente un corpo solido, ottenuto per azione del calore su un impasto argilloso di origine naturale, forgiato a freddo. DEFINIZIONE LETTERARIO /FILOSOFICA  I quattro elementi aristotelici terra, acqua. aria, fuoco mirabilmente combinati da mani e ingegno umani 2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
  • 8. TERRA Trovare e conoscere la materia prima ARGILLA 2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
  • 9. 2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA Martina Ferrini
  • 10. “Gli huomeni de l'arte de' vasi, nella città di Urbino, la terra che si coglie per il letto del Metauro, e quella colgano più ne l'ìstate che per altri tempi. Il medesmo muodo si tiene nella Terra di Durante, patria mia, la qual da tre lati bagnia il detto Metauro, come si dirà nel suo ritratto. Questo medesmo si fa per la Romagnia, come a dir Faenza, che tiene il primo luogo per conto de' vasi, Furlì, Ravenna, Rimim, et il medesmo a' mie' dì si è fatto in Bolognia, e credo in Modena, in Ferara, et altri luoghi per la Lombardia. Vinegia lavora la terra di Ravenna et di Rimini e di Pesaro per la migliore. “ Cipriano Piccolpasso : i tre libri dell'arte del vasaio 1548 2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
  • 11. 2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA I calanchi
  • 12. 2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
  • 13. 2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA Scaglie di argilla delle colline bolognesi museo di mineralogia di Bologna Formazioni ofiolitiche
  • 14. A) Dalle modalità di formazione dei depositi argillosi. 2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA Tipi di argille Argille residuali argille alluvionali argille marine argilla lacustri. CAOLINO Argilla primaria Montmorillonite Argilla secondaria Cristina Berdeu I colori delle argille Dipendono
  • 15. 2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA FERRO MAGNESIO SILICIO
  • 17. Come è fatta un’ argilla? 2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA Tuffiamoci nel mondo microscopico e scopriamo i cristalli!
  • 18. 2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA Riccardo Baldrati
  • 19. Sono caratterizzati da una struttura tetraedrica I SILICATI 2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA Sono una classe di minerali compo sti prevalentemente da ossigeno e silicio la formula chimica di base comune a tutti è SiO4. Rappresentano l’80% dei minerali della litosfera
  • 20. centro vertici Ogni tetraedro presenta un eccesso di carica negativa che tende a distribuirsi sui quattro atomi di ossigeno 2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
  • 21. I tetraedri si possono unire per i vertici in vario modo dando origine a diversi tipi di silicati 2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
  • 22.  Alluminosilicati costituiti dalla ripetizione di due unità di base: un primo insieme planare di tetraedri e un secondo insieme planare di ottaedri  L’insiemi degli ottaedri e tetraedri sono chiamati fogli  Il prefisso fillo deriva dal greco φύλλον foglia 2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
  • 23. 2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
  • 24. 2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza Rambelli 2°AFM, I.T.C.G. “A. Oriani” Caratteristica fondamentale dell’argilla : plasticità, cioè capacità di essere lavorata in presenza di acqua
  • 25.  La plasticità è dovuta alla struttura lamellare dei minerali argillosi, che la compongono e che consente ai vari «foglietti» di scorrere uno sull’altro. 2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA Quantità d’acqua decrescente
  • 26. 2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza Acqua Asssorbita Tra le particelle svolge il ruolo di lubrificante riducendo l’attrito . Acqua libera L’acqua che si muove liberamente come soluto Acqua di struttura L’acqua che è parte della struttura dell’argilla A seconda della quantità d’acqua aggiunta, l’argilla forma •delle sospensioni colloidali chiamate dai ceramisti barbottine • una massa plastica che può essere lavorata •Le barbottine possono anche usate come impermeabilizzanti
  • 27. ARGILLE CON ALTA CONCENTRAZIONE DI SABBIA ARGILLECONALTA CONCENTRAZIONE ARGILLOSA Si legano poco con l’acqua si legano con l’acqua 2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
  • 28. La plasticità aumenta al diminuire della dimensione delle particelle di argilla per cui è possibile aumentarla aggiungendo argille di piccole dimensioni 2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
  • 29. DI ORIGINE PRIMARIA Sono sempre rimaste vicine alle “rocce madri” e non hanno subito nessun trasporto rilevante da parte di acqua, ghiaccio e vento. Hanno un povero contenuto organico e sono provviste di poca plasticità. DI ORIGINE SECONDARIA Con il passare del tempo sono state depositate e trasportate più volte. Di conseguenza la struttura è composta da molti tipi di materiali. CLASSIFICAZIONE DELLE ARGILLE Spada 2°AFM, I.T.C.G. “A. Oriani” 2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
  • 30. ARGILLE GRASSE Contengono un'elevata quantità di minerali argillosi, sono morbide e pastose al tatto e sono dotate di un’elevata plasticità. ARGILLE MAGRE Contengono un’elevata quantità di sabbia, sono ruvide e dure al tatto e sono dotate di poca plasticità. 2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
  • 31. REFRATTARIE Argille costituite da minerali argillosi di tipo caolinitico. Vetrificano a temperature maggiori di 1500°C FUSIBILI Argille illitiche con minerali non argillosi quali il carbonato di calcio e l'ossido di ferro. Vetrificano al di sotto di 1200°C VETRIFICABILI Argille ad alto contenuto di illite o feldspati o materiale micaceo. Vetrificano tra i 1200°C e i 1500°C 2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
  • 32. CAOLINI Argille primarie costituite da caolinite. ARGILLE FERRUGINOSE Argille secondarie contenti ossidi idrati di ferro. Dopo la cottura risultano di colore rosso ARGILLE CALCAREE Argille secondarie contenenti carbonato di calcio. ARGILLE SILICEE Argille secondarie ricche di sabbie silicee.. BENTONITI Argille contenenti quasi unicamente la montmorillonite. 2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
  • 33. Il laboratorio «giocare con l’arte» è nato per volontà di Bruno Munari per  stimolare la creatività  sviluppare le capacità manuali  far conoscere l’argilla e la ceramica Bruno Munari (Milano,24 ottobre 1907-Milano,30 settembre 1998) è stato un artista e designer italiano. Bertelli 2°AFM, I.T.C.G. “A. Oriani” 2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
  • 34. Il nostro impasto era formato da argille refrattarie utilizzate per la produzione di pirofile La chamotte fornisce uno scheletro all’argilla conferendo maggiore resistenza all’oggetto e facilitando l’essiccamento, evitando formazione di crepe e fessure durante il ritiro. e da chamotte 2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
  • 35.  abbiamo fatto delle cavità nell’impasto 2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
  • 36.  Abbiamo messo la chamotte bagnata nelle cavità e impastato il tutto: 2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
  • 37. 2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza I vasi vengono essiccati prima della cottura Formatura con tecnica a colombino
  • 38. L’essiccazione è il processo che avviene dopo La formatura dell’argilla Palli 2°AFM, I.T.C.G. “A. Oriani” L'ESSICAZIONE DELL'ARGILLA 2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
  • 39. Qualunque sia la tecnica di formatura adottata, è necessario che i manufatti in argilla essicchino completamente all'aria. (ceramiche tradizionali) A questa fase va dedicata una particolare cura. Lastre di argilla durante l’essiccazione! 2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
  • 40. Gli oggetti si riducono di volume (in proporzione variabile a seconda della qualità dell’argilla). Inizialmente gli oggetti erano molto più grandi ma poi con il processo di essiccazione hanno perso molta acqua e il loro volume si è ridotto. Il processo deve avvenire molto lentamente. Può durare da 2 a 3 settimane. 2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
  • 41. Prima dell’essiccazione vera e propria quando l’argilla raggiunge la “durezza cuoio” può essere facilmente incisa e decorata. (cioè non è ancora completamente essiccata, ma ha già una certa durezza) Vaso completamente essiccato Dopo l’essiccazione si effettua la cottura. 2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
  • 42. 2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
  • 44. E’ il trattamento termico che provoca trasformazioni chimico-fisiche irreversibili, necessarie ad ottenere i requisiti estetici e di resistenza meccanica e chimica desiderati, sia per quanto riguarda l’impasto che rivestimenti e decorazioni. Ceroni 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani" Faenza
  • 45.  Tra la T ambiente e 200° C – si elimina l’acqua residua nell’impasto e quella in alcuni sali  Tra i 250°C e 400°C - le materie organiche vanno in combustione Ceroni 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani" Faenza
  • 46.  Tra i 450°C e 850°C – si decompongono i minerali delle argille, liberando l’acqua reticolare  850°C – si decompongono i carbonati e si ossidano i solfuri Ceroni 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani" Faenza TRASFORMAZIONI
  • 47.  Tra i 1100°C e i 1200°C - fondono i feldspati e si ottiene la vetrificazione. Ceroni 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani" Faenza TRASFORMAZIONI
  • 48. Tutte le trasformazioni di distruzione mettono disposizione degli elementi che si combinano fra loro a formare nuove fasi minerali che danno la struttura finale del manufatto Ceroni 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani" Faenza TRASFORMAZIONI
  • 49. Il forno è un dispositivo che genera calore utilizzato per scaldare materiali solidi o liquidi e che trova applicazione in ambito domestico, artigianale e industriale. Iacob 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani" Faenza
  • 50. I metodi tradizionali di cottura possono essere raggruppati in due categorie  cottura a cielo aperto i manufatti son a stretto contatto con il combustibile  cottura in fornace i manufatti sono separati dal combustibile. Iacob 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani" Faenza
  • 51. E’ caratterizzata da un riscaldamento non omogeneo durante i quale la temperatura cresce in modo rapido e discontinuo in cui, in alcuni punti, si possono raggiungere i 1000°C. Iacob 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani" Faenza
  • 52. Si può controllare più agevolmente sia la temperatura che l’atmosfera di cottura. Iacob 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani" Faenza
  • 53.  Con la tecnica di cottura più primitiva si raggiungeva una T massima di 700°C;  Se i vasi erano circondati da tizzoni la T era più alta e il calore durava più a lungo;  Il focolare era scavato nel terreno: si mettevano gli oggetti e si ricopriva con una lastra. Iacob 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani" Faenza
  • 54. La fornace del Piccolpasso è stata costruita tenendo conto di tutte le indicazioni dello scrittore: sono stati utilizzati mattoni crudi per costruire l’anima interna della fornace per renderla più isolante e mantenere meglio il calore. Iacob 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani" Faenza
  • 55. La bassa temperatura di cottura della ceramica tradizionale non permette la formazione di una fase vetrosa, per cui il manufatto ne risulta poroso, quindi permeabile e non adatto al trasporto delle sostanze liquide. Mone 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani" Faenza
  • 56. Per porosità si intende l’insieme degli spazi vuoti che si formano per l’addensarsi di un materiale costituito da cristalli di forme o dimensioni diverse quando si decompongono sostanze, come la calcite, che danno origine a gas CaCO3 -> CaO + CO2 Mone 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani" Faenza
  • 57. La porosità di un materiale è una grandezza scalare ed è definita come il rapporto tra il volume dei vuoti (pori), Vp ed il volume totaleVm del materiale considerato: Mone 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani" Faenza
  • 58. Materiale Percentuale % Terrecotte e Laterizi 20-25 Faenza e terraglia tenera 18-25 Terraglia forte 12-15 Gres < 3 Porcellana < 0,5 Mone 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani" Faenza
  • 59. Anticamente si usava impregnare il vasellame di sostanze grasse in modo da chiuderne i pori ma questo accorgimento di impermeabilizzazione era temporaneo. Gli antichi vasai, quindi, hanno cercato un accorgimento che rendesse le terrecotte impermeabili e che al tempo stesso ne migliorasse l'aspetto estetico: il rivestimento. Mone 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani" Faenza
  • 60. 2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
  • 61. La patina insieme all'ingobbio fa parte dei rivestimenti terrosi e vetrifica solo parzialmente. La patina è una vernice da sedimentazione di particelle sempre più fini di argille illitiche, composto più, non tanto da argilla ma da sodio, potassio e da minerali di ferro. I.T.C.G. A.Oriani, Simone Guidi, 2^I
  • 63. ROSSO Costituisce il rivestimento delle ceramiche aretine e delle terre sigillate. NERO Costituita da argilla molto fine, ricca di ossidi di ferro e feldspati (fondenti). I.T.C.G. A.Oriani, Simone Guidi, 2^I
  • 64. FUNZIONE ESTETICA FUNZIONE TECNICA Le patine venivano utilizzate soprattutto nell’epoca ellenica, erano utilizzate per creare le ceramiche a figure nere o rosse. Ha conferito ai manufatti la possibilità di contenere liquidi,diventa impermeabilizzante e può essere resa abbastanza lucida. I.T.C.G. A.Oriani, Simone Guidi, 2^I
  • 65. Rivestimento terroso opaco fine che non vetrifica durante cottura(900-950°C). I.T.C.G. A.Oriani, Giacomo Petaroscia, 2^I
  • 66. Funzione estetica ma anche tecnico-tecnologica: il sottofondo bianco crea un accordo tra l’impasto e il rivestimento della ceramica. I.T.C.G. A.Oriani, Giacomo Petaroscia, 2^I
  • 67. Tecnica della marmorizzazione con 2 o più ingobbi: stendere una prima mano di ingobbio e, prima che asciughi applicarvi delle gocce (o altri disegni) di colore contrastante, in modo da creare un effetto marmo. I.T.C.G. A.Oriani, Giacomo Petaroscia, 2^I
  • 68. ROSSO Argille ferruginose (presenti nel Sud Italia). BIANCO Argille caolinitiche,caolino (scarse in Italia). I.T.C.G. A.Oriani, Giacomo Petaroscia, 2^I
  • 69. 2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
  • 70. 2 Iafm istituto A.Oriani FaenzaSara Suzzi
  • 71. Il rivestimento vetroso ha una struttura simile a quella del vetro ed è ottenuto miscelando componenti formatori di struttura e componenti fondenti.
  • 72. Sono entrambi caratterizzati da una base silicea . in particolare, la formula chimica di base comune a tutti è SiO4. Reticolo di vetro di silice con aggiunta di ossidi modificatori
  • 73. STRUTTURA CRISTALLINA: PRESENTA UNA DISTRIBUZIONE OMOGENEA DEGLI ATOMI IN TUTTO IL RETICOLATO STRUTTURA AMORFA: STRUTTURA NELLA QUALE GLI ATOMI SONO DISPOSTI IN MODO DISOMOGENEO 2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
  • 74. Il vetro è una sostanza amorfa, in cui gli atomi NON sono disposti all’interno di un reticolo cristallino ordinato in tutte le direzioni. Giulia Gorini 2 Iafm istituto A.Oriani Faenza
  • 75. Concatenamento di tetraedri in numero variabile con formazione di maglie irregolari, compresse, in tensione, pronte a riassestarsi, spezzando e riformando i legami tra i vertici delle unità strutturali. Aggiunta di ossidi modificatori ad un vetro di silice. Reticolo di vetro di silice
  • 76. A causa della struttura amorfa,il vetro non ha un punto di fusione, ma un intervallo diT, che dipende dal tipo di vetro, in cui la sua viscosità diminuisce e il vetro diventa pastoso e lavorabile.
  • 77.  PbO (litargirio) Pb3O4 (minio)  Vetrina piombica, molto brillante  Tipiche occidente K2O, Na2O (natron, NaCl) 2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA Vetrina alcalina Tipiche Oriente
  • 78. Luca Poggiali 2 Iafm istituto A.Oriani Faenza Faenze smaltate
  • 79. Smalto piombico: il fondente che lo compone è il piombo SMALTO ALCALINO: I fondenti che lo compongono sono Potassio e sodio 2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
  • 80. Il biossido di stagno (SnO2) rimane in sospensione nella miscela vetrosa sotto forma di particelle molto fini; impedisce la rifrazione della luce e determina l’effetto di opacità. Biossido di stagno
  • 81. La composizione del rivestimento determina il suo comportamento alla dilatazione ed è molto importante che esso sia il più vicino possibile a quello della pasta ceramica per non dar luogo a difetti. Anna Venieri 2 Iafm istituto A.Oriani Faenza
  • 82. La cavillatura è la formazione di una rete di micro fessure nel rivestimento ceramico. Si forma quando il coefficiente di dilatazione del rivestimento è maggiore di quello della pasta Durante il raffreddamento si ha un vero e proprio strappo del rivestimento
  • 83. La scagliatura si verifica quando il coefficiente di dilatazione del rivestimento è minore di quello della pasta, Durante il raffreddamento il rivestimento si contrae staccandosi dal supporto
  • 84. 2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
  • 85. 2°I AFM ITCG "A.Oriani" Faenza Laura Misirocchi LUCE
  • 86. 2°I AFM ITCG "A.Oriani" Faenza Laura Misirocchi
  • 87. Sono sostanze utilizzate per modificare il colore di un materiale. 2°I AFM ITCG "A.Oriani" Faenza Lorenzo Quadalti
  • 88. 2°I AFM ITCG "A.Oriani" Faenza Lorenzo Quadalti
  • 89. 2°I AFM ITCG "A.Oriani" Faenza Le proprietà dei pigmenti sono:  potere colorante  potere coprente Lorenzo Quadalti
  • 90. 2°I AFM ITCG "A.Oriani" Faenza  L’opacizzante è una sostanza che unita a una vernice o a un prodotto che aggiunto ai vetri ne diminuisce la trasparenza. Alice Bertelli
  • 91. Il fenomeno dello scattering è riferito alla dispersione della luce da parte di oggetti macroscopici e microscopici. SCATTERING 2°I AFM ITCG "A.Oriani" Faenza Alice Bertelli
  • 92. Operano rimanendo in sospensione sotto forma di particelle molto fini e determinano sulla superficie l’effetto di opacità. 2°I AFM ITCG "A.Oriani" Faenza Alice Bertelli
  • 93. Per quanto riguarda gli antichi smalti faentini la materia prima degli opacizzanti è la cassiterite (SnO2). 2°I AFM ITCG "A.Oriani" Faenza Alice Bertelli
  • 94. Come si può ottenere il blu? Alcuni blu si ottengono dai carbonati basici di rame, per esempio blu egizio 2°I AFM ITCG "A.Oriani" Faenza Alexia Baldini
  • 95. Il blu egizio era utilizzato per colorare il corpo delle divinità nelle tavolette di argilla. 2°I AFM ITCG "A.Oriani" Faenza Alexia Baldini
  • 96. Verso il ’500 si incominciò ad utilizzare il minerale di cobalto più costoso che proveniva dalla Persia. 2°I AFM ITCG "A.Oriani" Faenza Alexia Baldini
  • 97. In antichità i colori cobalto erano molto utilizzati per il vetro, la maggior parte delle sorgenti di cobalto erano in Persia. 2°I AFM ITCG "A.Oriani" Faenza Alexia Baldini
  • 98. 2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
  • 99. I colori sono miscele di pigmenti ceramici e/o naturali, e di varie materie prime inorganiche macinate fino ad ottenere una polvere molto fine Martina Petrilli 2^I ITCG Oriani
  • 100. tonalità valenza dell’eleme nto posizione che assume nel reticolo composizi one della matrice vetrosa, tipo di elemento L’intensità del colore dipende dalla capacità del fuso di sciogliere l’ossido colorante
  • 101.  Manganese = bruno, violetto, rosa e nero;  Cromo = verde, giallo, rosso e bruno;  Ferro = rosso, bruno, verde e blu;  Cobalto = blu;  Rame = verde, blu, turchese e rosso;  Nichel = giallo, verde e nero;  Antimonio = giallo e arancione;  Vanadio = blu e giallo;  Cadmio = giallo;  Selenio = rosso;
  • 102. Decorazione a coda di pavone Decorazione a palmetta
  • 103. Il lustro è una particolare tecnica decorativa che consente di ottenere il colore dell'oro o del rubino con sfumature cangianti o iridescenti. Vengono ottenuti per introduzione nelle vetrine di ossidi di Ag,Au, o Cu che vengono ridotti in fase di raffreddamento Martina Poggi Pollini 2^I ITCG Oriani
  • 104. Nei lustri metallici, la colorazione iridescente è dovuta a fenomeni di interferenza della luce con una lamina sottile
  • 105. Sono lustri tipici della tradizione ispano-moresca,si ottengono applicando sullo smalto già cotto una barbottina densa composta da argilla ferruginosa,stemperata in aceto e in cui sono stati disciolti sali di elementi come il rame,l'argento,il bismuto.
  • 106. Sono costituiti dagli stessi rivestimenti, smalti o vetrine che vengono utilizzati per ricoprire i biscotti in seconda cottura. Si procede ad una normale cottura in atmosfera ossidante;nel corso di raffreddamento,i manufatti vengono sottoposti all’azione dell’atmosfera riducente. 2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
  • 107. Il Raku è una tecnica nata in Giappone nel XVI secolo per semplificare la fabbricazione di tazze per la cerimonia del tè. La tecnica è nata in sintonia con il minimalismo dello lo spirito zen; le tazze erano molto semplici e prive di decorazioni. AliceVenturi 2^I ITCG Oriani 2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
  • 108. Prevede l’uso di un’ argilla sabbiosa e refrattaria addizionata a chamotte per aumentarne la resistenza in cottura. 2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
  • 109. Si fa in due fasi. La prima in ambiente ossidante e la seconda in ambiente riducente 2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza  Successivamente si toglie il manufatto dal forno e lo si lava in acqua.
  • 110. Risultato finale I colori risultano brillanti e con riflessi metallici. 2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
  • 111. Gli smalti sono formati da cristallina o vernice e hanno un basso contenuti di materiale opacizzante. 2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
  • 112. 2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA GRAZIE PER L’ATTENZIONE