6. CERAMICITRADIZIONALI
Tegole e piastrelle
Laterizi
Sanitari
Ceramica artistica
CERAMICI AVANZATI
Parti di motori e turbine;
Arti, ossa craniche, protesi
dentali;
Rivestimenti antiaderenti
nella stoviglieria da cucina.
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
7. DEFINIZIONE
CHIMICO/TECNOLOGICA
Materiale inorganico non
metallico costituente un
corpo solido, ottenuto per
azione del calore su un
impasto argilloso di origine
naturale, forgiato a freddo.
DEFINIZIONE LETTERARIO
/FILOSOFICA
I quattro elementi
aristotelici terra, acqua.
aria, fuoco mirabilmente
combinati da mani e
ingegno umani
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
10. “Gli huomeni de l'arte de' vasi, nella città di Urbino, la
terra che si coglie per il letto del Metauro, e quella
colgano più ne l'ìstate che per altri tempi. Il medesmo
muodo si tiene nella Terra di Durante, patria mia, la qual
da tre lati bagnia il detto Metauro, come si dirà nel suo
ritratto. Questo medesmo si fa per la Romagnia, come a
dir Faenza, che tiene il primo luogo per conto de' vasi,
Furlì, Ravenna, Rimim, et il medesmo a' mie' dì si è fatto
in Bolognia, e credo in Modena, in Ferara, et altri luoghi
per la Lombardia. Vinegia lavora la terra di Ravenna et di
Rimini e di Pesaro per la migliore. “
Cipriano Piccolpasso : i tre libri dell'arte del vasaio 1548
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
13. 2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
Scaglie di
argilla
delle
colline
bolognesi
museo di
mineralogia di
Bologna
Formazioni
ofiolitiche
14. A) Dalle
modalità di
formazione dei
depositi argillosi.
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
Tipi di
argille
Argille
residuali
argille
alluvionali
argille
marine
argilla
lacustri.
CAOLINO
Argilla primaria
Montmorillonite
Argilla secondaria
Cristina Berdeu
I colori
delle argille
Dipendono
19. Sono caratterizzati da
una struttura tetraedrica
I SILICATI
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
Sono una classe
di minerali compo
sti prevalentemente
da ossigeno e silicio
la formula chimica di
base comune a tutti è
SiO4.
Rappresentano l’80% dei
minerali della litosfera
20. centro
vertici
Ogni tetraedro presenta un
eccesso di carica negativa che
tende a distribuirsi sui quattro
atomi di ossigeno
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
21. I tetraedri si possono
unire per i vertici in
vario modo dando
origine a diversi tipi
di silicati
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
22. Alluminosilicati costituiti
dalla ripetizione di due
unità di base: un primo
insieme planare di
tetraedri e un secondo
insieme planare di
ottaedri
L’insiemi degli ottaedri e
tetraedri sono chiamati
fogli
Il prefisso fillo deriva dal
greco φύλλον foglia
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
24. 2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
Rambelli 2°AFM,
I.T.C.G. “A.
Oriani”
Caratteristica fondamentale
dell’argilla : plasticità, cioè
capacità di essere lavorata in
presenza di acqua
25. La plasticità è dovuta alla
struttura lamellare dei minerali
argillosi, che la compongono e
che consente ai vari «foglietti» di
scorrere uno sull’altro.
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
Quantità d’acqua decrescente
26. 2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
Acqua Asssorbita
Tra le particelle svolge
il ruolo di lubrificante
riducendo l’attrito .
Acqua libera
L’acqua che si muove
liberamente come soluto
Acqua di struttura
L’acqua che è parte della
struttura dell’argilla
A seconda della quantità d’acqua
aggiunta, l’argilla forma
•delle sospensioni colloidali
chiamate dai ceramisti
barbottine
• una massa plastica che può
essere lavorata
•Le barbottine possono anche
usate come impermeabilizzanti
27. ARGILLE CON ALTA
CONCENTRAZIONE DI SABBIA
ARGILLECONALTA CONCENTRAZIONE
ARGILLOSA
Si legano poco con l’acqua si legano con l’acqua
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
28. La plasticità aumenta al diminuire della dimensione delle particelle di
argilla per cui è possibile aumentarla aggiungendo argille di piccole
dimensioni
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
29. DI ORIGINE PRIMARIA
Sono sempre rimaste vicine alle “rocce madri” e
non hanno subito nessun trasporto rilevante da
parte di acqua, ghiaccio e vento.
Hanno un povero contenuto organico e sono
provviste di poca plasticità.
DI ORIGINE SECONDARIA
Con il passare del tempo sono state
depositate e trasportate più volte.
Di conseguenza la struttura è composta da
molti tipi di materiali.
CLASSIFICAZIONE DELLE
ARGILLE
Spada 2°AFM,
I.T.C.G. “A.
Oriani”
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
30. ARGILLE GRASSE
Contengono un'elevata quantità di
minerali argillosi, sono morbide e
pastose al tatto e sono dotate di
un’elevata plasticità.
ARGILLE MAGRE
Contengono un’elevata quantità
di sabbia, sono ruvide e dure al
tatto e sono dotate di poca
plasticità.
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
31. REFRATTARIE
Argille costituite da minerali
argillosi di tipo caolinitico.
Vetrificano a temperature
maggiori di 1500°C
FUSIBILI
Argille illitiche con minerali
non argillosi quali il carbonato
di calcio e l'ossido di ferro.
Vetrificano al di sotto di
1200°C
VETRIFICABILI
Argille ad alto contenuto di illite
o feldspati o materiale
micaceo.
Vetrificano tra i 1200°C e i
1500°C
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
32. CAOLINI
Argille primarie costituite da
caolinite.
ARGILLE
FERRUGINOSE
Argille secondarie
contenti ossidi idrati di
ferro. Dopo la cottura
risultano di colore rosso
ARGILLE CALCAREE
Argille secondarie contenenti
carbonato di calcio.
ARGILLE
SILICEE
Argille secondarie
ricche di sabbie silicee..
BENTONITI
Argille contenenti quasi
unicamente la montmorillonite.
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
33. Il laboratorio «giocare con l’arte» è nato per
volontà di Bruno Munari per
stimolare la creatività
sviluppare le capacità manuali
far conoscere l’argilla e la ceramica
Bruno Munari (Milano,24
ottobre 1907-Milano,30
settembre 1998) è stato
un artista e designer
italiano.
Bertelli 2°AFM,
I.T.C.G. “A.
Oriani”
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
34. Il nostro impasto era
formato da argille
refrattarie utilizzate per la
produzione di pirofile
La chamotte fornisce uno scheletro
all’argilla conferendo maggiore
resistenza all’oggetto e facilitando
l’essiccamento, evitando formazione di
crepe e fessure durante il ritiro.
e da
chamotte
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
35. abbiamo fatto delle cavità nell’impasto
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
36. Abbiamo messo la chamotte bagnata nelle cavità e
impastato il tutto:
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
37. 2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
I vasi vengono essiccati
prima della cottura
Formatura con tecnica
a colombino
38. L’essiccazione è il
processo che avviene
dopo
La formatura
dell’argilla
Palli 2°AFM,
I.T.C.G. “A.
Oriani” L'ESSICAZIONE DELL'ARGILLA
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
39. Qualunque sia la tecnica di
formatura adottata, è
necessario che i manufatti in
argilla essicchino
completamente all'aria.
(ceramiche tradizionali)
A questa fase va dedicata una
particolare cura.
Lastre di argilla durante
l’essiccazione!
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
40. Gli oggetti si riducono di volume (in
proporzione variabile a seconda della qualità
dell’argilla).
Inizialmente gli oggetti
erano molto più grandi ma
poi con il processo di
essiccazione hanno perso
molta acqua e il loro
volume si è ridotto.
Il processo deve avvenire
molto lentamente. Può
durare da 2 a 3
settimane.
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
41. Prima dell’essiccazione vera e propria quando
l’argilla raggiunge la
“durezza cuoio”
può essere facilmente incisa e decorata.
(cioè non è ancora
completamente
essiccata, ma ha già
una certa durezza)
Vaso completamente
essiccato
Dopo l’essiccazione si
effettua la cottura.
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
44. E’ il trattamento termico che provoca
trasformazioni chimico-fisiche irreversibili,
necessarie ad ottenere i requisiti estetici e di
resistenza meccanica e chimica desiderati, sia per
quanto riguarda l’impasto che rivestimenti e
decorazioni.
Ceroni 2°I AFM I.T.C.G. "A.
Oriani" Faenza
45. Tra la T ambiente e 200° C –
si elimina l’acqua residua nell’impasto e quella
in alcuni sali
Tra i 250°C e 400°C -
le materie organiche vanno in combustione
Ceroni 2°I AFM I.T.C.G. "A.
Oriani" Faenza
46. Tra i 450°C e 850°C –
si decompongono i minerali delle argille, liberando
l’acqua reticolare
850°C –
si decompongono i carbonati e si ossidano i solfuri
Ceroni 2°I AFM I.T.C.G. "A.
Oriani" Faenza
TRASFORMAZIONI
47. Tra i 1100°C e i 1200°C - fondono i feldspati e
si ottiene la vetrificazione.
Ceroni 2°I AFM I.T.C.G. "A.
Oriani" Faenza
TRASFORMAZIONI
48. Tutte le trasformazioni di distruzione
mettono disposizione degli elementi che si
combinano fra loro a formare nuove fasi
minerali che danno la struttura finale del
manufatto
Ceroni 2°I AFM I.T.C.G. "A.
Oriani" Faenza
TRASFORMAZIONI
49. Il forno è un dispositivo che genera calore
utilizzato per scaldare materiali solidi o liquidi
e che trova applicazione in ambito
domestico, artigianale e industriale.
Iacob 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani"
Faenza
50. I metodi tradizionali di cottura possono essere raggruppati in due categorie
cottura a cielo aperto
i manufatti son a stretto contatto con il
combustibile
cottura in fornace
i manufatti sono separati dal combustibile.
Iacob 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani"
Faenza
51. E’ caratterizzata da un riscaldamento non
omogeneo durante i quale la temperatura
cresce in modo rapido e discontinuo in cui, in
alcuni punti, si possono raggiungere i 1000°C.
Iacob 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani"
Faenza
52. Si può controllare più agevolmente sia la
temperatura che l’atmosfera di cottura.
Iacob 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani"
Faenza
53. Con la tecnica di cottura più primitiva si
raggiungeva una T massima di 700°C;
Se i vasi erano circondati da tizzoni la T era
più alta e il calore durava più a lungo;
Il focolare era scavato nel terreno: si
mettevano gli oggetti e si ricopriva con una
lastra.
Iacob 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani"
Faenza
54. La fornace del Piccolpasso è stata costruita
tenendo conto di tutte le indicazioni dello
scrittore: sono stati utilizzati mattoni crudi
per costruire l’anima interna della fornace
per renderla più isolante e mantenere
meglio il calore.
Iacob 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani"
Faenza
55. La bassa temperatura di cottura della ceramica
tradizionale non permette la formazione di una
fase vetrosa, per cui il manufatto ne risulta
poroso, quindi permeabile e non adatto al
trasporto delle sostanze liquide.
Mone 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani"
Faenza
56. Per porosità si intende l’insieme degli spazi vuoti che si
formano per l’addensarsi di un materiale costituito da
cristalli di forme o dimensioni diverse quando si
decompongono sostanze, come la calcite, che danno
origine a gas
CaCO3 -> CaO + CO2
Mone 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani"
Faenza
57. La porosità di un materiale è una grandezza
scalare ed è definita come il rapporto tra il
volume dei vuoti (pori), Vp ed il volume
totaleVm del materiale considerato:
Mone 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani"
Faenza
58. Materiale Percentuale %
Terrecotte e Laterizi 20-25
Faenza e terraglia tenera 18-25
Terraglia forte 12-15
Gres < 3
Porcellana < 0,5
Mone 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani"
Faenza
59. Anticamente si usava impregnare il vasellame di
sostanze grasse in modo da chiuderne i pori ma questo
accorgimento di impermeabilizzazione era temporaneo.
Gli antichi vasai, quindi, hanno cercato un accorgimento
che rendesse le terrecotte impermeabili e che al tempo
stesso ne migliorasse l'aspetto estetico: il
rivestimento.
Mone 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani"
Faenza
61. La patina insieme all'ingobbio fa parte dei rivestimenti terrosi e vetrifica solo
parzialmente. La patina è una vernice da sedimentazione di particelle sempre
più fini di argille illitiche, composto più, non tanto da argilla ma da sodio,
potassio e da minerali di ferro.
I.T.C.G. A.Oriani,
Simone Guidi, 2^I
63. ROSSO
Costituisce il
rivestimento delle
ceramiche aretine e
delle terre sigillate.
NERO
Costituita da argilla
molto fine, ricca di
ossidi di ferro e
feldspati (fondenti).
I.T.C.G. A.Oriani,
Simone Guidi, 2^I
64. FUNZIONE ESTETICA FUNZIONE TECNICA
Le patine venivano
utilizzate soprattutto
nell’epoca ellenica, erano
utilizzate per creare le
ceramiche a figure nere o
rosse.
Ha conferito ai manufatti la
possibilità di contenere
liquidi,diventa
impermeabilizzante e può
essere resa abbastanza
lucida.
I.T.C.G. A.Oriani,
Simone Guidi, 2^I
65. Rivestimento terroso opaco fine che non vetrifica
durante cottura(900-950°C).
I.T.C.G. A.Oriani, Giacomo
Petaroscia, 2^I
66. Funzione estetica ma anche tecnico-tecnologica: il
sottofondo bianco crea un accordo tra l’impasto e il
rivestimento della ceramica.
I.T.C.G. A.Oriani, Giacomo
Petaroscia, 2^I
67. Tecnica della marmorizzazione con 2 o più ingobbi:
stendere una prima mano di ingobbio e, prima che
asciughi applicarvi delle gocce (o altri disegni) di
colore contrastante, in modo da creare un effetto
marmo.
I.T.C.G. A.Oriani, Giacomo
Petaroscia, 2^I
71. Il rivestimento vetroso ha una struttura
simile a quella del vetro ed è ottenuto
miscelando componenti formatori di
struttura e componenti fondenti.
72. Sono entrambi caratterizzati da una base silicea .
in particolare, la formula chimica di base comune a
tutti è SiO4.
Reticolo di vetro di silice con
aggiunta di ossidi modificatori
73. STRUTTURA CRISTALLINA: PRESENTA UNA
DISTRIBUZIONE OMOGENEA DEGLI ATOMI IN
TUTTO IL RETICOLATO
STRUTTURA AMORFA: STRUTTURA NELLA
QUALE GLI ATOMI SONO DISPOSTI IN MODO
DISOMOGENEO
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
74. Il vetro è una sostanza amorfa, in
cui gli atomi NON sono disposti
all’interno di un reticolo cristallino
ordinato in tutte le direzioni.
Giulia Gorini 2 Iafm istituto A.Oriani Faenza
75. Concatenamento di tetraedri in numero variabile con formazione di maglie
irregolari, compresse, in tensione, pronte a riassestarsi, spezzando e riformando i
legami tra i vertici delle unità strutturali.
Aggiunta di ossidi modificatori
ad un vetro di silice.
Reticolo di vetro di silice
76. A causa della struttura amorfa,il vetro non ha un punto
di fusione, ma un intervallo diT, che dipende dal tipo di
vetro, in cui la sua viscosità diminuisce e il vetro diventa
pastoso e lavorabile.
79. Smalto piombico:
il fondente che lo compone è il piombo
SMALTO ALCALINO:
I fondenti che lo compongono sono
Potassio e sodio
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
80. Il biossido di stagno (SnO2) rimane in
sospensione nella miscela vetrosa sotto forma
di particelle molto fini; impedisce la rifrazione
della luce e determina l’effetto di opacità.
Biossido di stagno
81. La composizione del rivestimento
determina il suo comportamento
alla dilatazione ed è molto
importante che esso sia il più
vicino possibile a quello della
pasta ceramica per non dar luogo a
difetti.
Anna Venieri 2 Iafm istituto A.Oriani Faenza
82. La cavillatura è la formazione di una rete di micro
fessure nel rivestimento ceramico.
Si forma quando il coefficiente di dilatazione del
rivestimento è maggiore di quello della pasta
Durante il raffreddamento si ha un vero e proprio
strappo del rivestimento
83. La scagliatura si verifica quando il
coefficiente di dilatazione del rivestimento
è minore di quello della pasta,
Durante il raffreddamento il rivestimento si
contrae staccandosi dal supporto
89. 2°I AFM ITCG "A.Oriani" Faenza
Le proprietà dei pigmenti sono:
potere colorante
potere coprente
Lorenzo Quadalti
90. 2°I AFM ITCG "A.Oriani" Faenza
L’opacizzante è una sostanza che
unita a una vernice o a un prodotto
che aggiunto ai vetri ne diminuisce
la trasparenza.
Alice Bertelli
91. Il fenomeno dello scattering è riferito alla
dispersione della luce da parte di oggetti
macroscopici e microscopici.
SCATTERING
2°I AFM ITCG "A.Oriani" Faenza
Alice Bertelli
92. Operano rimanendo in sospensione sotto
forma di particelle molto fini e determinano
sulla superficie l’effetto di opacità.
2°I AFM ITCG "A.Oriani" Faenza Alice Bertelli
93. Per quanto riguarda gli antichi smalti faentini
la materia prima degli opacizzanti è la
cassiterite (SnO2).
2°I AFM ITCG "A.Oriani" Faenza
Alice Bertelli
94. Come si può ottenere il blu?
Alcuni blu si ottengono dai carbonati
basici di rame, per esempio blu egizio
2°I AFM ITCG "A.Oriani" Faenza
Alexia Baldini
95. Il blu egizio era utilizzato per colorare il corpo
delle divinità nelle tavolette di argilla.
2°I AFM ITCG "A.Oriani" Faenza
Alexia Baldini
96. Verso il ’500 si incominciò ad utilizzare il
minerale di cobalto più costoso che proveniva
dalla Persia.
2°I AFM ITCG "A.Oriani" Faenza
Alexia Baldini
97. In antichità i colori cobalto erano molto utilizzati
per il vetro, la maggior parte delle sorgenti di
cobalto erano in Persia.
2°I AFM ITCG "A.Oriani" Faenza
Alexia Baldini
99. I colori sono miscele di pigmenti ceramici e/o naturali, e di varie materie prime inorganiche macinate fino ad ottenere
una polvere molto fine
Martina Petrilli
2^I ITCG Oriani
103. Il lustro è una particolare tecnica decorativa che consente di ottenere il colore dell'oro o
del rubino con sfumature cangianti o iridescenti. Vengono ottenuti per introduzione nelle vetrine
di ossidi di Ag,Au, o Cu che vengono ridotti in fase di raffreddamento
Martina Poggi Pollini 2^I ITCG Oriani
104. Nei lustri metallici, la colorazione iridescente è dovuta a fenomeni
di interferenza della luce con una lamina sottile
105. Sono lustri tipici della tradizione ispano-moresca,si ottengono
applicando sullo smalto già cotto una barbottina densa composta
da argilla ferruginosa,stemperata in aceto e in cui sono stati
disciolti sali di elementi come il rame,l'argento,il bismuto.
106. Sono costituiti dagli stessi rivestimenti, smalti o vetrine che
vengono utilizzati per ricoprire i biscotti in seconda cottura.
Si procede ad una normale cottura in atmosfera ossidante;nel
corso di raffreddamento,i manufatti vengono sottoposti
all’azione dell’atmosfera riducente.
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
107. Il Raku è una tecnica nata in Giappone nel XVI secolo per
semplificare la fabbricazione di tazze per la cerimonia del tè.
La tecnica è nata in sintonia con il minimalismo dello lo spirito
zen; le tazze erano molto semplici e prive di decorazioni.
AliceVenturi
2^I ITCG
Oriani
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
108. Prevede l’uso di un’ argilla sabbiosa e refrattaria
addizionata a chamotte per aumentarne la resistenza in
cottura.
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
109. Si fa in due fasi. La prima in
ambiente ossidante e la seconda in
ambiente riducente
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
Successivamente si toglie il
manufatto dal forno e lo si
lava in acqua.